Buon compleanno a Giovanni Paolo II Papa ed al Giudice Giovanni Falcone
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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18 maggio, 2022
Memoria del Battesimo di Carlo Acutis
Il 18 maggio è stato il 31°Anniversario del Battesimo di Carlo Acutis
18 maggio 1991 a Londra, Inghilterra
✝ Pensiero del 18 maggio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Staccarsi da Dio, significa seccare, morire, come il tralcio che separato dalla vite muore perché senza linfa.
Meditazione sul Vangelo di Gv 15,1-8
Vita di grazia.
La parabola della vite e dei tralci ci introduce nel cosiddetto secondo discorso di addio di Gesù. Desideroso di rivelare pienamente il mistero della Sua incarnazione e della Sua missione tra gli uomini così come tutto il mistero della relazione di Dio con l’umanità, Gesù si serve di immagini accessibili agli uomini e stavolta trova lo spunto dalla vite e dal lavoro dei vignaioli così come i profeti Isaia, Osea ed Ezechiele avevano fatto a loro volta. Questa immagine ricorda ai suoi uditori l’amore di Dio verso Israele.
Tentiamo di applicare la parabola di Gesù alla nostra vita. I tralci di una vite vengono annualmente tagliati per cui non deve sorprendere che nella nostra vita ci sia sofferenza. Il punto importante è il motivo per il quale i tralci vengano tagliati. Alcuni, quelli che sono morti e non danno frutto, vengono asportati con un taglio netto e gettati nel fuoco, immagine dell’eternità in assenza di Dio, mentre altri, quelli che danno frutto, sono potati solo affinché diano più frutto. Dobbiamo cercare di essere tralci nei quali circoli la linfa della vite, che è Cristo. Solo in questo modo potremo dar frutti di vita eterna, di carità, di virtù. È la stessa vita di Cristo, la vita della grazia, quella che produce in noi i frutti di opere buone. Da ciò l’importanza dei sacramenti. Attraverso di essi entriamo in comunione con Dio, e possiamo veramente dire di avere in noi la vita divina. La nostra vita unita a quella di Cristo, per mezzo della preghiera e dei sacramenti produce frutti per l’eternità, anche se non li vediamo, e la sofferenza che Dio permette, rappresentata dalla potatura, ha lo scopo di produrre un frutto maggiore. Qualche domanda sulla nostra vita spirituale può aiutarci a migliorare il nostro cammino di vita cristiana: com’è la mia vita di grazia? Quando è stata l’ultima volta che mi sono accostato alla confessione? Con quale frequenza ricevo l’Eucaristia? Credo fermamente che senza questi sacramenti la mia vita cristiana sarebbe quella di un tralcio morto, che merita solo di essere tagliato e gettato nel fuoco?
Mercoledì 18 Maggio
S. Giovanni I (mf); S. Felice da Cantalice; B. Blandina
5.a di Pasqua
At 15,1-6; Sal 121; Gv 15,1-8
Andremo con gioia alla casa del Signore
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.
(Giovanni 15,4.5)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Chiedete pace per Gerusalemme:
«Vivano sicuri quelli che t'amano».
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.
(Giovanni 15,4.5)
17 maggio, 2022
Beata Antonia Mesina
Beata Antonia Mesina
Antonia resistette molte volte alle sue profferte con un rifiuto deliberato e completo, e mentre Annetta correva a cercare aiuto, il giovane, di nome Giovanni Ignazio Catgiu, tentò ripetutamente di farle violenza e infine la uccise a colpi di pietra.
Catgiu fu condannato a morte e la sentenza fu eseguita nel 1937; nel frattempo si era pentito e ricevette la comunione prima dell'esecuzione. La famiglia di Antonia pregò per il giovane e non mostrò alcun odio o desiderio di vendetta. La vita virtuosa di Antonia e il suo impegno in parrocchia a sostegno dell'ideale della castità fu attestato da numerosi testimoni. È stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1987, esattamente cinquant'anni dopo la sua morte.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Orgosolo in Sardegna, beata Antonia Mesina, vergine e martire, che, impegnata nella vita della Chiesa, all’età di sedici anni difese fino alla morte la propria castità.
✝ Pensiero del 17 maggio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Meditazione sul Vangelo di Gv 14,27-31
La vera pace.
Quasi tutti i brani evangelici di questi giorni sono tratti dai discorsi che san Giovanni mette sulle labbra di Cristo al momento dell’Ultima Cena. Gli insegnamenti di Cristo sono rivolti a preparare gli apostoli agli eventi che accadranno di lì a poco, e che saranno causa di perplessità, dubbio e sconforto per loro.
La pace di Cristo non è la pace del mondo. Il mondo identifica la pace con la tranquillità, con il non essere in inquieto o preoccupato, con il non pensare a niente, con l’assenza di disturbi da arte degli altri: una pace egoista. La pace di Cristo è quella che dà la presenza di Dio nell’anima per opera della grazia, quella che l’operare il bene nella nostra vita produce nell’intimo, benché ciò comporti sacrifici e richieda da parte nostra uno sforzo, una sana tensione. Si tratta della pace di chi sa di essere nella Verità e di stare compiendo la volontà di Dio con la propria vita. Non è la pace di chi evade dalla realtà, dal mondo, dalle esigenze della sua coscienza, attraverso le distrazioni, la frivolezza, il rumore, la superficialità e le tante altre cose che il mondo mette a nostra disposizione, pensando che in esse si trovi la felicità. Signore, fa che non mi lasci ingannare dal mondo, cercando la pace in cose che sono al di fuori di Te. Solo Tu sei la fonte della pace vera e solo compiendo la Tua volontà, quella stessa che Tu mi riveli nei Tuoi comandamenti e con la voce della mia coscienza, potrò sperimentarla ed essere autenticamente felice.
Martedì 17 Maggio
S. Pasquale Baylon; S. Giulia Salzano; B. Antonia Mesina
5.a di Pasqua
At 14,19-28; Sal 144; Gv 14,27-31
I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno
Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.
Salmo responsoriale (Salmo 144)
I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.
(Luca 24,46.26)
16 maggio, 2022
MEMORIA del compleanno della Signora Rosalia Corbo in Livatino
MEMORIA del compleanno della Signora Rosalia Corbo in Livatino
Oggi, 16 maggio, la Chiesa celebra SANT' UBALDO, VESCOVO DI GUBBIO.
Oggi, 16 maggio, la Chiesa celebra SANT' UBALDO, VESCOVO DI GUBBIO.
Sant' Ubaldo di Gubbio
Sant' Ubaldo di Gubbio
Ordinato nel 1114 sacerdote dal vescovo Giovanni, Ubaldo intraprese r opera di riforma della chiesa ritirandosi, come già aveva fatto san Pier Damiani, nel monastero di Fonte Avellana. A Gubbio fece ritorno nel 1129 per reggere come vescovo la diocesi su preciso ordine dello stesso papa Onorio II.
Gubbio era allora una città piuttosto inquieta, divisa da feroci discordie che contrapponevano fazione a fazione, casato a casato. E sulle strade cittadine spesso correva il sangue. 11 vescovo Ubaldo si offrì a fare da paciere e un giorno mise a repentaglio la propria vita nel tentativo di sedare una delle tante violente sommosse. Si era gettato tra i contendenti supplicandoli di desistere, ma era stato travolto. Solo quando gli eugubini si accorsero d'averlo lasciato malconcio sul terreno, posero fine alla rissa, preoccupati della sorte del loro vescovo e pentiti della loro insensatezza. Da quel giorno gli animi si calmarono. Ubaldo, amato dal popolo perché era sempre pronto a difenderlo dall'arroganza dei potenti, resse la città per oltre trent'anni, salvandola dalla distruzione minacciata da Federico Barbarossa.
Come papa Leone aveva fatto con Attila, il vescovo Ubaldo andò incontro all'imperatore, armato solo della forza della fede e del prestigio della sua dignità episcopale. Barbaross, colpito da tanto coraggio, mutò proposito e risparmiò la città.
Ubaldo morì il 16 maggio 1160. Trent'anni dopo sull'onda della sincera venerazione tributata degli eugubini al loro santo vescovo eletto anche a patrono della città. Ubaldo venne incluso nell'albo dei santi.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Gubbio in Umbria, sant’Ubaldo, vescovo, che si adoperò per il rinnovamento della vita comunitaria del clero.
✝ Pensiero del 16 maggio 2022
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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
MEMORIA del compleanno della Signora Rosalia Corbo in Livatino
MAMMA DEL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO
AUGURI DI CUORE! Ci protegga dal Cielo, insieme alla sua amorevole famiglia.
Meditazione sul Vangelo di Gv 14,21-26
Dimora della Trinità.
Gli apostoli Paolo e Barnaba, dopo essere fuggiti da Iconio, giungono presso la città di Listra. Qui, le folle dei pagani che ascoltano la loro predicazione sono prese da grande stupore, perché scorgono nelle loro parole e nei prodigiosi “segni” che le accompagnano una vera presenza di Dio, tanto da offrire loro tributi divini. Ma Paolo coglie anche questa occasione per insegnare il Vangelo della salvezza.
In questo brano evangelico comprendiamo il senso pieno delle parole di Gesù e del Suo “Mistero Pasquale”, che è la vita trinitaria in noi. Essa caratterizza anche tutto il cammino della Chiesa che, nella Pasqua del Signore, trova la propria origine nella Pentecoste, la sua via e, nella Parusia, la sua meta. Nella liturgia della Chiesa, Cristo agisce in noi principalmente attraverso il nostro consenso a lasciarci inserire in Lui e, nel mistero della sua passione, morte e risurrezione ci assimila a sé. Gesù, però, non ci chiede solamente un atto di assenso, ma anche un atto di forte decisione, un atto morale a vivere i suoi comandamenti che sono la via ed il mezzo con cui noi ci uniamo a Lui rimanendo nel Suo Amore. Conformarci ad una vita moralmente retta, ispirata dai comandamenti di Cristo, significa essere condotti da Lui e dallo Spirito al Padre, per essere riconosciuti da Questi come suoi figli. Cristo, per mezzo dello Spirito Santo, conduce tutta l’umanità al Padre, cioè “riporta i figli a casa”, ma lo fa senza costrizione, facendo crescere in essi la nostalgia per la “casa del Padre”, dove si partecipa in pienezza alla Sua intima felicità, che si pregusta già sulla terra nell’esperienza dell’amore.
Lunedì 16 Maggio
S. Ubaldo; S. Luigi Orione; S. Onorato; B. Simone Stock
5.a di Pasqua
At 14,5-18; Sal 113; Gv 14,21-26
Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria
Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa, dice il Signore, e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
(Giovanni 14,26)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 115)
Rit: Non a noi, Signore, ma al tuo nome dà gloria.
Non a noi, Signore, non a noi,
ma al tuo nome dà gloria,
per il tuo amore, per la tua fedeltà.
Perché le genti dovrebbero dire:
«Dov’è il loro Dio?».
Il nostro Dio è nei cieli:
«Tutto ciò che vuole, egli lo compie.
I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo».
Siate benedetti dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
I cieli sono i cieli del Signore,
ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo.
Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa, dice il Signore, e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
(Giovanni 14,26)
15 maggio, 2022
✝ Pensiero del 15 maggio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Si tratta d'amare, come Gesù. Impossibile all'uomo, ma reso possibile da Dio stesso, con il Dono dello Spirito.
Meditazione sul Vangelo di Gv 13,31-33-34-35
Il comandamento dell’amore.
Il Giovedì Santo, nell’omelia della Celebrazione della Cena del Signore, la Chiesa indica ai sacerdoti di predicare sui tre doni che Cristo ci ha lasciato nell’Ultima Cena: l’Eucaristia, il Sacerdozio e il Comandamento dell’Amore. Oggi, il Vangelo raccoglie il momento in cui Cristo ci dà questo comandamento nuovo. Dopo che Giuda si allontana dal Cenacolo, Gesù prova una forte commozione e pronuncia un discorso che è dettato da una grande tenerezza, che possiamo paragonare a quella di un papà o di una mamma verso i propri figli, quando comunicano qualcosa di veramente importante per la loro vita.
Dice un canto liturgico che “il segno dei cristiani è amarsi come fratelli”. Le prime comunità cristiane erano caratterizzate da un’esperienza molto profonda di questo comandamento, tanto è vero che quelli che li circondavano dicevano: “guardate come si amano”. Sull’amore si possono fare molte riflessioni e, nel corso di questo mese, avremo opportunità di farlo. Oggi ci soffermiamo a considerare la specificità dell’amore cristiano. L’amore per i nostri simili, la solidarietà e la fraternità sono predicati in tutto il mondo, ma essi non rappresentano l’amore cristiano. Possono somigliargli, può darsi che rientrino nell’amore cristiano, ma non sono l’amore cristiano. L’amore cristiano, la carità, si distingue per due aspetti. Il primo è che di origine soprannaturale: noi cristiani ci amiamo in Cristo, in Dio, per Dio, perché Cristo ha voluto identificarsi col prossimo ed amando il prossimo, amiamo Dio. La seconda caratteristica propria dell’amore cristiano è la misura: si tratta di un amore, appunto, senza misure o, per meglio dire, con una misura divina: “… come io vi ho amati”. Così bisogna amare il coniuge, i figli, gli amici e anche i nemici, vedendo Cristo in loro, e amarli con la stessa delicatezza, attenzione, apprensione e generosità con cui Dio li ama. Un ultimo aspetto molto importante: non ci si deve aspettare ricompensa, non ci si deve aspettare reciprocità, perché neppure Dio lo fa: Lui ama così. Mettere in pratica il comandamento lasciatoci da Gesù significa iniziare a vivere il cielo sulla terra.
Domenica 15 Maggio
S. Severino delle Marche; S. Isidoro contadino
5.a di Pasqua (anno C)
At 14,21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13,31-33a.34-35
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
14 maggio, 2022
San Mattia
San Mattia
autore: Guercino anno: 1630 ca titolo: San Mattia Apostolo luogo: Collezione privata |
Salito Gesù al cielo. Mattia rimase nel cenacolo in unione di preghiere con gli Apostoli, in attesa dello Spirito Santo. Dovendosi eleggere un altro apostolo al posto di Giuda prevaricatore, furono presentati agli Apostoli due discepoli: Giuseppe soprannominato il Giusto, e Mattia. Da tutta l'assemblea si pregò dicendo: « Tu, o Signore, che vedi il cuore di tutti, mostra quale dei due tu abbia eletto a prendere, in questo ministero, il posto del prevaricatore Giuda ». Quindi si venne alla sorte, e questa cadde appunto su Mattia, che perciò fu aggregato agli altri undici Apostoli. Fu questa la prima elezione a dignità ecclesiastica.
Mattia accettò quella carica di somma responsabilità con rendimento di grazie a Dio. Rimase quindi nel cenacolo in compagnia degli altri Apostoli fino a quel giorno fortunato in cui il Divin Paraclito scese dal cielo a portare i suoi doni.
Nella divisione del mondo da evangelizzare, S. Mattia ebbe come campo di apostolato l'Etiopia. Da quel momento egli consacrò l'intera vita alla predicazione della dottrina della salute eterna. Copiosissimi furono i frutti riportati. Nelle sue istruzioni insisteva massimamente sulla necessità di mortificare la carne reprimendo i desideri della sensualità, come aveva imparato da Gesù Cristo e come egli stesso praticava.
Per quanti anni abbia predicato, non lo sappiamo con precisione; ma è certo che fu fedele al suo apostolato, e che coronò le sue virtù ed il suo zelo col martirio. Fu ucciso a Sebastopoli dopo essere stato decapitato, e le sue reliquie, molto venerate, si conservano, parte a Treviri nella Germania e parte in Santa Maria Maggiore a Roma.
PRATICA. Il sacerdote è il ministro di Dio, il maestro ed il padre delle anime nostre. Che rispetto ne abbiamo?
PREGHIERA. Dio, che aggregasti il beato Mattia al collegio dei tuoi Apostoli, deh! concedi, per sua intercessione, che sempre sentiamo in noi gli effetti della tua misericordia
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Mattia, apostolo, che seguì il Signore Gesù dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui Cristo fu assunto in cielo; per questo, dopo l’Ascensione del Signore, fu chiamato dagli Apostoli al posto di Giuda il traditore, perché, associato fra i Dodici, divenisse anche lui testimone della resurrezione.
ICONOGRAFIA
Nell'iconografia San Mattia viene rappresentato come un uomo anziano che indossa la tunica caratteristica degli apostoli. I principali attributi sono l'alabarda o ascia che allude al martirio e quasi sempre regge in mano un libro, simbolo della predicazione del vangelo. Nell'opera di scuola lombarda sono ben visibili tutti i simboli principali.
autore Ambito Lombardo anno sec. XVII
Anche l'opera di notevole pregio di Rubens rappresenta fedelmente l'apostolo.
autore Pieter Paul Rubens anno 1611
L'opera di Orazio Fidani invece rappresenta l'apostolo che regge con una mano un grande libro con la scritta remissionem peccatorum e con l'altra mano una daga, una piccola spada.
autore Orazio Fidani anno 1640-56
✝ Pensiero del 14 maggio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
S. MATTIA APOSTOLO. (f); S. Maria Domenica Mazzarello
4.a di Pasqua
At 1,15-17.20-26; Sal 112; Gv 15,9-17
Il Signore lo ha fatto sedere tra i principi del suo popolo
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 112)
Rit: Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.
13 maggio, 2022
✝ Pensiero del 13 maggio 2022
✝
Meditazione sul Vangelo di Gv 14,1-6
Conosciamo la via.
Nella Sinagoga di Antiochia, l’Apostolo Paolo annunzia la buona novella del Vangelo: la salvezza viene dagli Ebrei per mezzo di Gesù Cristo, il vero Messia Salvatore di tutta l’umanità. Egli esorta a collocare l’avvento di Cristo entro il piano della salvezza, offerta dapprima al popolo ebraico e poi a tutta l’umanità. Gesù Cristo, Verbo incarnato, che per amore degli uomini ha portato a compimento il piano di salvezza del Padre con la Sua passione e la Sua gloriosa risurrezione, ora vive in tutti coloro che l’accolgono nella fede e che per mezzo dello Spirito Santo ne fanno l’esperienza. Gesù rivela il Padre, ma anche Lui è la rivelazione del Padre: “Mio Figlio sei tu, oggi ti ho generato”. Avvertendo il sopraggiungere di una difficoltà imprevista, i discepoli sono turbati e tristi, si sentono a disagio. L’esortazione del Maestro ad avere una fede amorosa in Lui non li rincuora affatto. Gesù li richiama ad avere una fede ricca di speranza per il destino di gioia eterna cui sono stati chiamati, per partecipare appieno alla vita Trinitaria di Dio. Gesù indica la via per giungere alla meta eterna nell’accoglienza fiduciosa della sua Persona e del Consolatore, lo Spirito Santo Paraclito, il quale ci inserisce vitalmente nella sua umanità, elevandoci così alla figliolanza divina, che è partecipazione alla vita delle Persone divine.
Venerdì 13 Maggio
B.V. Maria di Fatima; B. Maddalena Albrici; B. Gemma
4.a di Pasqua
At 13,26-33; Sal 2; Gv 14,1-6
Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,6)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 2)
Rit: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato.
«Io stesso ho stabilito il mio sovrano
sul Sion, mia santa montagna».
Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane.
Le spezzerai con scettro di ferro,
come vaso di argilla le frantumerai».
Ed ora siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.
Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,6)