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05 febbraio, 2022

Sant' Agata

 Sant' Agata

autore: Guido Cagnacci anno: 1635-1640 titolo: Sant'Agata luogo: Banca Popolare dell'Emilia Romagna


Nome: Sant' Agata
Titolo: Vergine e martire
Nascita: III Secolo, Catania
Morte: 5 febbraio 251, Catania
Ricorrenza: 5 febbraio
Tipologia: Memoria liturgica


La città di Catania ha l'onore di aver dato i natali a questo mistico fiore reciso dalla bufera nella persecuzione di Decio nell'anno 251, lo affermano con certezza i documenti che narrano il martirio della tanto amata Santa affermano.

Discendente d'illustre famiglia, nel fiore dell'età si era consacrata a Dio col voto di perfetta castità. Ma Quinziano, pretore della Sicilia, conosciutane la bellezza e l'immenso patrimonio, decise di sposarla, e vedendo che non riusciva con le lusinghe, pensò di saziare almeno la sua avarizia valendosi dei decreti imperiali allora pubblicati contro i Cristiani. Agata venne arrestata e per ordine del duce consegnata ad una donna malvagia di nome Afrodisia la quale, colle sue figliuole che menavano pure una vita scandalosa, aveva l'incarico di condurla poco per volta al male.

A nulla giovarono contro la giovane vergine le arti di quella spudorata megera, tanto che dopo un mese abbandonò la scellerata impresa.

Quinziano, informato dell'insuccesso, richiamò Agata al tribunale, e con tono benigno le disse: « Come mai tu che sei nobile ti abbassi alla vita umile e servile dei Cristiani? "Perchè, disse ella, sebbene io sia nobile, tuttavia sono schiava di Gesù Cristo." Ed allora, continuò il giudice, in che consiste la vera nobiltà? "Nel servire Dio" fu la sapiente risposta. Egli irritato dalla fermezza della martire, la fece schiaffeggiare e gettare in carcere.

Martirio di Sant'Agata


Il giorno seguente Quinziano trovando in Agata non minore coraggio di prima, la fece stendere sul cavalletto, e più crudele di una belva, comandò che le fossero strappate le mammelle con le tenaglie. Dopo l'esecuzione dell'ordine feroce la fece rimettere in carcere vietando a chiunque di medicarla o di darle da mangiare. Ma Iddio si burla dell'arroganza e dei disegni umani; infatti in una visione apparve ad Agata l'Apostolo S. Pietro il quale, confortatala ricordandole la corona che l'attendeva, fece su di lei il segno della croce e la guarì completamente.


Non si può descrivere la sorpresa e insieme la bile di Quinziano quando, dopo quattro giorni, fatta di nuovo condurre Agata al tribunale, dovette constatare la prodigiosa guarigione. Al colmo della rabbia, preparato un gran braciere, in cui ai carboni ardenti erano mescolati cocci di vasi, vi fece stendere sopra e rigirare la vittima. Ad un tratto, mentre i carnefici compivano quell'orribile ufficio, un terribile terremoto scosse la città, e fra le altre vittime seppellì pure due intimi consiglieri del pretore. Frattanto tutta la città spaventata, cominciò a gridare che quello era un castigo di Dio per la crudeltà usata verso la sua serva e tutti correvano tumultuando verso la casa del pretore, il quale al sentire lo schiamazzo della folla, temendo che gli fosse tolta di mano la preda, nascostamente la rimandò nel carcere. La martire stremata di forze, ma lieta di aver consumato il suo sacrificio, in un supremo sforzo, congiunte le mani, così pregò: « Signore mio Dio, che mi avete protetto fin dall'infanzia ed avete estirpato dal mio cuore ogni affetto mondano e mi avete dato forza nei patimenti, ricevete ora in pace il mio spirito ». Ciò detto chiudeva per sempre gli occhi alla luce del mondo.

PRATICA. È ammirabile in S. Agata la purità dà intenzione con cui santificò l'offerta dei suoi beni e di se stessa cercando, in tutto, solo la gloria e l'onore del suo Dio.

PREGHIERA. O Signore, che fra gli altri prodigi della tua potenza hai dato anche al sesso debole la vittoria del martirio, concedi benigno a noi che celebriamo la festa della beata Agata, vergine e martire tua, di poter giungere a Te seguendo i suoi esempi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant’Agata, vergine e martire, che a Catania, ancora fanciulla, nell’imperversare della persecuzione conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la sua testimonianza per Cristo Signore.

La festa di Sant'Agata


Festa di Sant'Agata


Sant'Agata è la patrona di Catania, nei giorni dal 3 al 6 febbraio i catanesi indossano un tradizionale abito bianco composto da camici e guanti bianchi con in testa una papalina nera. La tradizione vuole che l'abito votivo altro non è che un saio penitenziale, indossata il 17 agosto, quando due soldati riportarono le reliquie a Catania da Costantinopoli.

Il fercolo d'argento con i resti della Santa posto su un carro legato da due cordoni di oltre 100 metri vine sostenuto da centinaia di "Devoti" che fino al 6 febbraio tirano instancabilmente il carro. La Vara viene portata in processione insieme a dodici candelore appartenenti ciascuna alle corporazioni degli artigiani cittadini. Tutto avviene fra ali di folla che agita bianchi fazzoletti e grida Cittadini, cittadini, semu tutti devoti tutti. È considerata tra le tre principali feste cattoliche a livello mondiale per affluenza.

✝ Pensiero del 05 febbraio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

Gesù, ha una compassione, premurosa, per ciascuno di noi si prende cura, di ogni nostra necessità.


Meditazione sul Vangelo di Mc 6,30-34

È bello alla fine della giornata ritirarci per parlare con Gesù.
Gesù e i suoi discepoli erano gente attiva: dovevano annunciare il Vangelo, il tempo era breve e le necessità erano molte, come lo sono oggi. Vediamo Gesù che non si ferma un minuto, e i discepoli dietro di lui. Per il riposo del corpo e dell’anima, diventa necessario ritirarsi ogni tanto in un luogo tranquillo.
Anche noi abbiamo oggi bisogno di riposo. Le giornate di lavoro ci lasciano esausti, il nostro lavoro apostolico in parrocchia, nel volontariato e in altri settori possono esaurirci. Si impone pertanto un momento di riposo per ritemprare le forze. Quale occasione migliore per approfittare di questi momenti per stare vicino a Cristo! È bello, alla fine della giornata, ritirarci per parlare con Colui che ci ascolta intimamente, e che può rinvigorire le nostre forze.

Sabato 5 Febbraio 
4.a del Tempo Ordinario
S. Agata (m); S. Saba; B. Elisabetta Canori Mora
Insegnami, Signore, i tuoi decreti
1Re 3,4-13; Sal 118; Mc 6,30-34

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
 (Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Insegnami, Signore, i tuoi decreti.

Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Osservando la tua parola.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.

Ripongo nel cuore la tua promessa
per non peccare contro di te.
Benedetto sei tu, Signore:

«Insegnami i tuoi decreti».


Con le mie labbra ho raccontato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
 (Giovanni 10,27)

04 febbraio, 2022

✝ Pensiero del 04 febbraio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

Meditazione sul Vangelo di Mc 6,14-29

Oggi è difficile essere testimoni della verità.

Se san Giovanni Battista vivesse oggi, sarebbe accusato di essere intollerante. Come è possibile che osi criticare in pubblico la vita privata di una persona, soprattutto quando questa persona è un personaggio politico? Certamente, san Giovanni Battista non fa politica, è solo un testimone della Verità e sa che garante di quella verità è il suo Signore. La lettera agli Ebrei dice: “Il Signore è il mio aiuto non temerò. Che mi potrà fare l’uomo?”.

Oggi è difficile essere testimoni della verità. Oltretutto non c’è chi creda che sia possibile trovare la Verità. Regna e imperversa il più completo relativismo. Si pensa che sia giusto che ognuno abbia la sua verità e che la tolleranza sia un segno dei nostri tempi, della post-modernità: rispettare la verità di ciascuno. Pur rispettando la persona che si ha di fronte, il male però non può essere tollerato, non deve essere tollerato. Né in noi stessi né negli altri. Si avviano e si cercano innumerevoli tentativi di dialogo, ma non si arriva mai a nessuna conclusione proprio perché non si riesce a stabilire la verità. Sentiamoci in dovere di ricordare al mondo dove sta la Verità.

Venerdì 4 Febbraio 
4.a del Tempo Ordinario
S. Nicola Studita; S. Gilberto; S. Eutichio
Sia esaltato il Dio della mia salvezza
Sir 47,2-13 (NV); Sal 17; Mc 6,14-29

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza.

(Luca 8,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 17)
Rit: Sia esaltato il Dio della mia salvezza.

La via di Dio è perfetta,
la parola del Signore è purificata nel fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome.

Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.

Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza.

(Luca 8,15)

03 febbraio, 2022

✝ Pensiero del 02 febbraio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

Meditazione sul Vangelo di Mc 6,7-13

Possiamo e dobbiamo essere martiri tutti i giorni.

“Andare e battezzare”. Sembrerebbe l’imperativo di ogni cristiano, di ogni battezzato. Per adempierlo, san Paolo nella lettera ai Galati ci detta le condizioni: morire sulla croce, rinunciare a noi stessi, cancellarsi fino a essere ognuno di noi un altro Cristo.

Il martirio è sempre stato un modo di testimoniare Cristo. Spargere il proprio sangue indica la scelta fatta nella vita di seguire Cristo, superando tutte le difficoltà del mondo. Questa testimonianza nasce non da un momento di fervore o da un impeto mistico. Ma è piuttosto il frutto di una vita destinata completamente a servire Dio, nelle cose più piccole come nelle più grandi, quali la propria vita. Possiamo e dobbiamo essere martiri tutti i giorni, vivendo con coerenza e gioia i comandamenti e le regole della Chiesa.

Giovedì 03 Febbraio 
4.a del Tempo Ordinario
S. Caterina de’ Ricci San Biagio
Tu, o Signore, domini tutto!
1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13

Il regno di Dio è vicino, dice il Signore: «convertitevi e credete nel Vangelo».

 (Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (I Cronache 29,10-12)
Rit: Tu, o Signore, domini tutto!

Benedetto sei tu, Signore,
Dio d’Israele, nostro padre,
ora e per sempre.

Tua, Signore, è la grandezza, la potenza,
lo splendore, la gloria e la maestà:

«Perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo».


Tuo è il regno, Signore:
ti innalzi sovrano sopra ogni cosa.
Da te provengono la ricchezza e la gloria.

Tu domini tutto;
nella tua mano c’è forza e potenza,
con la tua mano dai a tutti ricchezza e potere.

Il regno di Dio è vicino, dice il Signore: «convertitevi e credete nel Vangelo».

 (Marco 1,15)

02 febbraio, 2022

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Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Festa della Candelora festa della luce e della vit...: Festa della Candelora festa della luce e della vita consacrata  02 febbraio 2020 Don Antonio Maffucci FSCB  ✝  Massimo Camisasca FSCB Mons....



Messa per la vita consacrata

Presentazione del Signore (Festa della Candelora)

 Presentazione del Signore (Festa della Candelora)

autore: Francesco Francia anno: 1517 titolo: La presentazione di Gesù Bambino al Tempio e La Purificazione della Vergine luogo: Abbazia di Santa Maria del Monte

Nome: Presentazione del Signore
Titolo: Candelora
Ricorrenza: 2 febbraio
Tipologia: Festa


«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Luca 2, 29-31).

Questa festa è chiamata con svariati nomi, ciascuno dei quali ricorda un fatto avvenuto in questa giornata in cui la Sacra Famiglia ci diede l'esempio della più perfetta ubbidienza.

Iddio nell'Antico Testamento aveva prescritto che ogni figlio primogenito fosse consacrato a Lui in memoria del beneficio fatto al suo popolo quando tutti i primogeniti degli Egiziani perirono sotto la spada dell'Angelo sterminatore risparmiando invece gli Ebrei.

Un'altra legge poi ordinava che ogni donna ebrea si presentasse al Tempio per purificarsi, quaranta giorni dopo la nascita del bambino, oppure dopo ottanta, se era una figlia, portando alcune vittime da sacrificarsi in ringraziamento ed espiazione.

Siccome le due cerimonie potevano compiersi tutte due assieme, Giuseppe e Maria portarono Gesù alla città santa, quaranta giorni dopo il Natale.

Benché Maria non fosse obbligata alla legge della purificazione, poiché Ella fu sempre vergine e pura, tuttavia per umiltà ed ubbidienza volle andare come le altre.

Ubbidì poi al secondo precetto di presentare ed offrire il Figlio all'Eterno Padre; ma l'offrì in modo diverso dal come le altre madri offrivano i loro figliuoli. Mentre per le altre madri questa era una semplice cerimonia. senza timore di dover offrire i figli alla morte, Maria offrì realmente Gesù in sacrificio alla morte, poiché Ella era certa che l'offerta che allora faceva doveva un giorno consumarsi sull'altare della croce.

Giunti nel recinto del tempio venne loro incontro un vecchio venerando di nome Simeone, uomo giusto e pio, a cui lo Spirito Santo aveva promesso che non sarebbe morto prima d'aver mirato il Salvatore del mondo. Illuminato dal cielo aveva riconosciuto che il figlio di Maria era appunto l'aspettato delle genti. Presolo fra le braccia nell'entusiasmo della riconoscenza esclamò: « Or lascia, o Signore, che il tuo servo, secondo la tua parola, se ne vada in pace... »: poi benedisse i genitori del Bambino dicendo a Maria: « Ecco Egli è posto a rovina e resurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione; ed anche a te una spada trapasserà l'anima ».

Maria istruita nella Sacra Scrittura aveva già intravvisto tutte le pene che doveva patire il suo Figlio. e nelle parole di Simeone ne ebbe la dolorosa conferma.

Maria a tutto acconsente. e con mirabile fortezza, offre Gesù all'Eterno Padre, ma la sua anima fu in quel momento attraversata da una spada.

Fatta l'offerta come prescritto dalla legge del Signore, Maria e Giuseppe ritornarono nella Galilea, alla loro città di Nazaret. E il Bambino cresceva e si fortificava pieno di sapienza, e la .grazia di Dio era con Lui.

PRATICA Maria per ubbidienza volle adempiere quanto prescriveva la legge, quantunque non vi fosse obbligata. Impariamo anche noi ad ubbidire a tutte le leggi, perchè, come dice la Sacra Scrittura, l'uomo ubbidiente riporterà vittoria.

PREGHIERA Dio onnipotente ed eterno, supplichiamo umilmente la tua maestà, che come l'Unigenito Figlio tuo quest'oggi fu presentato al Tempio nella sostanza di nostra carne, così tu faccia che noi siamo presentati a te con animo purificato.

MARTIROLOGIO ROMANO. Purificazione della beata Vergine Maria, che dai Greci viene chiamata Hypapànte (cioè l'incontro) del Signore.

FILASTROCCA - Per la santa Candelora se nevica o se plora dell'inverno siamo fora; ma se l'è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno.


✝ Pensiero del 02 febbraio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

La fede, è stata accesa in noi, nel giorno del Battesimo. Se si è spenta va' riaccesa; se è accesa va' alimentata.

Santa Festa della Presentazione di Gesù al tempio, Buona festa della Candelora, buona festa alla vita Consacrata.

Meditazione sul Vangelo di Lc 2,22-40

Luce per illuminare tutte le genti.

Le parole di Simeone sembrano la voce che canta nella liturgia di oggi. Possiamo sentire l’eco del suo messaggio, nella lettura del profeta Malachia, che annuncia la venuta del Salvatore, mantenendo così viva nel popolo d’Israele l’attesa del giorno tanto sperato, in cui il Signore degli Eserciti apparirà ed entrerà nel Tempio.

Sono passati quaranta giorni dalla nascita di Cristo. Chiudo i miei occhi, e schiudo quelli della mia anima, per contemplare le tre persone sante: Gesù, Giuseppe e Maria. Tutti presi da quelle cure che abitualmente si dedicano a un bambino appena nato, Maria e Giuseppe conducono una vita normale, là nella grotta di Betlemme, loro provvisoria dimora. Quando arriva il quarantesimo giorno dopo la nascita, essi devono adempiere la legge mosaica, che ordinava loro di presentarsi al Tempio. Seguo con gli occhi dell’anima questa scena. Una giovane coppia, emozionata per il fatto di trovarsi nel Tempio di Gerusalemme. Giuseppe che si accinge a comprare l’offerta dei poveri, per riscattare il primogenito. Maria che stringe fra le braccia il piccolo Gesù. I due entrano nel Tempio quando li ferma Simeone, un anziano saggio, che chiede di prendere fra le sue braccia il bambino. Maria, confusa e angustiata, glielo porge. E ascoltano alcune parole che sembrano prese dall’Antico Testamento: “Luce per illuminare tutte le genti...”.

Mercoledì 2 Febbraio 
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
S. Caterina de’ Ricci
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo
Ml 3,1-4; opp. Eb 2,14-18; Sal 23; Eb 2,14-18; Lc 2,22-40

I miei occhi hanno visto la tua salvezza: «Luce per rivelarti alle genti, e gloria del tuo popolo, Israele».

(Luca 2, 30.32)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 23)
Rit: Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

I miei occhi hanno visto la tua salvezza: «Luce per rivelarti alle genti, e gloria del tuo popolo, Israele».

(Luca 2, 30.32)


01 febbraio, 2022

01/02/2022 Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Camisasca

✝ Pensiero 01 febbraio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

Anche oggi Gesù, ci dice CONTINUA AD AVERE FEDE. Consegniamogli le nostre prove, i nostri dolori e le tenebre andranno via.

Meditazione sul Vangelo di Mc 5,21-43

Non temere, ma abbi fede!

La lettura del Vangelo ci presenta oggi due grandi esempi di fede: quello della donna che soffriva di emorragia e quello di Giairo, capo della sinagoga, che voleva la guarigione della figlia. In tutti e due i casi, Gesù è il centro della fede, la persona di cui fidarsi per essere guarito o per guarire la bambina malata.

Il nemico principale della fede siamo noi stessi. Cristo è qui, e il Vangelo di oggi ce lo dimostra chiaramente. Noi siamo come la donna che vuole essere guarita, o come Giairo che desidera la guarigione di sua figlia. Dobbiamo muoverci, andare da Gesù, ma molte volte la nostra incredulità ci imprigiona, non ci lascia liberi di muoverci come vorremmo. Il peso del lavoro, le difficoltà della vita sono un ostacolo. Tuttavia, dobbiamo raccogliere le nostre forze, volgere lo sguardo a Cristo. Egli sostenne la fede di Giairo quando gli dissero che sua figlia era morta: “Non temere, ma abbi fede”.

Martedì 01 Febbraio 
S. Severo; S. Raimondo; S. Brigida; B. Anna Michelotti
4.a del Tempo Ordinario
Signore, tendi l’orecchio, rispondimi
2Sam 18,9-10.14b.21a.24-25a.30-32; 19,1-3; Sal 85; Mc 5,21-43

Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie.

(Matteo 8,17)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 85)
Rit: Signore, tendi l’orecchio, rispondimi.

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi,
perché io sono povero e misero.
Custodiscimi perché sono fedele;
tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie.

(Matteo 8,17)

31 gennaio, 2022

San Giovanni Bosco

San Giovanni Bosco

autore: Mario Caffaro Rore anno: 1941 titolo: Ritratto di Don Bosco
Nome: San Giovanni Bosco
Titolo: Sacerdote
Nascita: 16 agosto 1815, Castelnuovo d'Asti
Morte: 31 gennaio 1888, Torino
Ricorrenza: 31 gennaio
Tipologia: Commemorazione
Luogo reliquie:Basilica di Don Bosco


Questo nome popolarissimo e tanto venerato ricorda un'istituzione grandiosa e benefica che da anni assiste ed educa cristianamente la gioventù, raccolta in centinaia di case sparse in tutto il mondo.

Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 ai Becchi, frazione di Murialdo presso Castelnuovo d'Asti, da una povera famiglia di agricoltori. Sua mamma, Margherita, era una santa donna tutta dedita al lavoro ed ai suoi doveri di cristiana: infondere nei suoi figliuoli il santo timore di Dio. Del babbo non potè gustare il sorriso e la carezza, perchè se ne volò al cielo quando Giovanni era ancora in tenerissima età.

Fin da fanciullo ebbe il dono di attirare a sè le anime dei fanciulli con i suoi giochi di prestigio e con la sua pietà, che gli cattivava l'animo di tutti.

A prezzo di privazioni di ogni genere, in mezzo alle contrarietà degli stessi familiari, riuscì a compiere gli studi ecclesiastici e nel 1 841 fu ordinato sacerdote. Da questo punto comincia la sua missione speciale: « l'educazione dei giovani ».

Lo aveva difatti profondamente colpito il fatto di vedere per le vie di Torino tanti giovanetti malvestiti, male educati, abbandonati, esposti ad ogni pericolo per l'anima e per il corpo, molti già precocemente viziosi e destinati alla galera... Il cuore del giovane sacerdote sanguina: prega e pensa: e la Vergine Benedetta, che lo aveva scelto, gli ispira l'istituzione degli Oratori.

Dopo mille difficoltà e persecuzioni, gli riuscì di comperare a Valdocco (allora fuori Torino) un po' di terreno con una casa ed una tettoia a cui aggiunse una cappella; ebbe così un luogo stabile e sicuro dove poter radunare i suoi « birichini ».

Non aveva un centesimo : unica sua risorsa una fede illimitata nella Divina Provvidenza.

In pochissimo tempo i poveri giovani ricoverati diventarono più numerosi; l'opera cresceva e bisognava pensare al futuro. La benedizione di Dio era visibile. E Don Bosco fonda una nuova congregazione religiosa, la Pia Società di S. Francesco di Sales, detta comunemente dei Salesiani, composta di sacerdoti e laici, che poco alla volta aprirono oratori festivi, collegi per studenti, ospizi per artigiani, scuole diurne e serali, missioni fra gli infedeli in tutte le parti del mondo.

Per le fanciulle delle stesse condizioni, D. Bosco istituì le Suore di Maria Ausiliatrice, le quali, come i Salesiani, sono sparse in tutto il mondo, ed affiancano l'opera dei sacerdoti.

Per il popolo D. Bosco scrisse libretti pieni di sapienza celeste, dal titolo « Letture cattoliche » in contrapposizione a quelle protestanti.

Fino all'ultimo la sua vita fu spesa a vantaggio del prossimo, con sacrificio continuo, eroico. Il Signore lo chiamò a sè il 31 gennaio 1888 e fu canonizzato da Pio XI nella Pasqua del 1934.

PRATICA. Aiutiamo in qualche modo le opere per l'educazione della gioventù.

PREGHIERA. O Dio, che suscitasti il beato confessore Giovanni per l'insegnamento cristiano e per trattenere la gioventù nella via della verità., e per suo mezzo radunasti una nuova famiglia nella Chiesa. concedici che a suo esempio e intercessione, infiammati di zelo per la tua gloria e la salute delle anime, possiamo nel cielo essere partecipi del suo gaudio.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Torino san Giovànni Bosco, Confessore, Fondatore della Società Salesiana e dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, insigne per lo zelo delle anime e la propagazione della fede, ascritto dal Papa Pio undecimo nei fasti dei Santi.
Preghiera d'intercessione a San Giovanni Bosco
‎Non tutti sanno che ‎‎Don Bosco (1815-1888)‎‎ fondò i salesiani, ma prima si era iscritto al TOR ed è cresciuto ispirandosi ai principi francescani ‎
‎PREGHIERA ‎
‎Signore Dio nostro,‎
‎nella tua provvidenza ci hai donato san Giovanni Bosco,‎
‎padre e maestro dei giovani,‎
‎che lavorò con instancabile zelo,‎
‎sotto la guida della Vergine Maria,‎
‎per il bene della Chiesa; ‎
‎suscita anche in noi la stessa carità apostolica,‎
‎che ci spinga a cercare la salvezza dei fratelli‎
‎per servire te, unico e sommo bene. ‎
‎Per il nostro Signore Gesù Cristo,‎
‎tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,‎
‎nell’unità dello Spirito Santo,‎
‎per tutti i secoli dei secoli. ‎Amen‎


✝ Pensiero del 31 gennaio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato

Quando anche noi, siamo nel sepolcro, abbiamo bisogno del Signore, che ci raggiunge e ci libera.

Santa Festa di S. Giovanni Bosco

Meditazione sul Vangelo di Mc 5, 1-20

Un Dio che accoglie.
Nella prima lettura incontriamo Assalonne che mette in fuga Davide, il quale, oltre al tradimento del figlio, deve affrontare le parole di maledizione di un uomo della casa di Saul. Nel vangelo, Gesù entra in territorio pagano, dove trasforma un indemoniato in un evangelizzatore.
Oggi incontriamo due tipi di sofferenza che possono abitare nel cuore dell’uomo. La prima è quella di Davide, un padre che si vede inseguito e perseguitato dal proprio figlio. È la sofferenza del genitore che scopre il figlio diverso da come vorrebbe, capace anche di ucciderlo, di deriderlo, di rovinarlo. È la sofferenza che entra nelle famiglie, quando un familiare (genitore o figlio che sia) spezza i rapporti, vive di incomprensioni, rifiuta gli aiuti, e in qualche modo, con la parola, i comportamenti, le sue scelte, “uccide "chi lo ama. Di fronte all’agire di Assalonne, Davide non lo ripaga con la stessa moneta, ma si assume la responsabilità di quello che accade, sapendo di aver sbagliato anche lui tante volte. Accetta la situazione in cui si vede parte in causa, mettendo ogni cosa sotto lo sguardo di Dio, l’unico che può cambiare la maledizione in benedizione. Un indemoniato del vangelo, a sua volta, vive la sofferenza dell’abbandono: «È relegato nel sepolcro, messo al bando dalla gente perché non disturbi, lasciato a se stesso e considerato di minor valore rispetto ad una mandria di porci. Gesù, però, non lo scarta: conosce il suo male che non è solo l’essere posseduto, ma anche la totale solitudine, l’alienazione. Insieme alla guarigione gli dona, allora, la liberazione, un riprendere possesso di se stesso, della sua identità, per poter tornare a vivere tra gli uomini, là dove potrà anche portare la testimonianza di quanto Dio ha fatto per lui. È la storia di tanti esclusi che il Signore include nel suo abbraccio e non molla, esclusi che forse rimarranno ai margini della società per tutta la vita, ma mai al margine del pensiero di Dio. Nessuno è mai un rifiuto per Cristo che conosce il “buio” di ogni sofferenza, quella del cuore, quella spesso nascosta tra le mura familiari e quella della società. Ed anche quella di chi vive immerso nel male».

Lunedì 31 Gennaio 
S. Giovanni Bosco (m); S. Giminiano; S. Marcella
4.a del Tempo Ordinario
Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!
2Sam 15,13-14.30; 16,5-13a; Sal 3; Mc 5,1-20

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 3)
Rit: Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!

Signore, quanti sono i miei avversari!
Molti contro di me insorgono.
Molti dicono della mia vita:
«Per lui non c’è salvezza in Dio!».

Ma tu sei mio scudo, Signore,
sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
A gran voce grido al Signore
ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

30 gennaio, 2022

✝ Pensiero del 30 gennaio 2022

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato




 Meditazione sul Vangelo di Lc 4,21-30

Il profeta e la sua patria.

Il brano del vangelo di oggi ci mostra come Gesù sia stato respinto e rifiutato dai suoi concittadini di Nazareth, villaggio nel quale era cresciuto, allevato da Maria e Giuseppe. Tutti lo conoscono e proprio per questo presumono di sapere già tutto di Lui. L’unica reazione dei nazareni, incapaci di credere alle parole piene di grazia pronunciate da Gesù, è lo sdegno e l’allontanamento del Profeta.

Come affrontare una missione, quando tutto sembra mettersi contro? Sembrerebbe quasi impossibile, ma il disegno divino non è il disegno degli uomini, l’occhio di Dio, non è l’occhio dell’uomo. Nel caso del profeta Geremia è Dio che accompagna il profeta e gli garantisce la sua protezione, non solo, ma lo rassicura promettendo il trionfo finale: <<… non ti vinceranno perché io sono con te». Gesù, nel vangelo, percorre la stessa strada, ha piena coscienza di questa realtà, i suoi concittadini nazareni si attendono solo uno show taumaturgico. Vogliono assistere ai miracoli e ai prodigi, riducendo così la fede a magia e spettacolo. Gesù, per poter operare i miracoli, richiede la fede e l’amore, lo stesso amore che Paolo raccomandava ai cristiani di Corinto proponendo la carità come “la via migliore”. L’amore è il compimento della fede, dice Paolo, una fede capace di spostare le montagne. Senza l’amore, però, questa fede non vale niente. Per scoprire il mistero di Dio che si fa uomo non c’è altra chiave se non l’umiltà che nasce dal vero amore. Vivere da cristiani altro non è che seguire, con un amore appassionato, Gesù vero Dio e vero uomo. Gli abitanti di Nazaret non riuscivano ad avere quest’umiltà, per poter vedere nel giovane rabbi, loro concittadino, il Messia atteso, l’inviato di Dio che parlava con il linguaggio di Dio. Egli rimaneva ai loro occhi semplicemente “il figlio di Giuseppe”. Anche a noi, che sappiamo che Gesù è Figlio di Dio occorre un continuo sforzo di conversione perché possiamo aprirci al mistero di un Dio che si è fatto uomo per la nostra salvezza. L’umiltà del cuore può davvero aprirci ai grandi doni che la grazia di Dio vuol recarci. Sappiamo accogliere questa Grazia? Sappiamo far posto a Gesù nel nostro cuore, rispondendo con amore al suo amore?

Domenica 30 Gennaio 
S. Martina; S. Giacinta Marescotti; B. Sebastiano Vallfrè
4.a del Tempo Ordinario (anno C)
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza
Ger 1,4-5.17-19; Sal 70; 1Cor 12,31 – 13,13; Lc 4,21-30

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.

 (Luca 4,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.

 (Luca 4,18)