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07 gennaio, 2022

Beato Rolando Maria Rivi e la Beata Pierina Eugenia Morosini. Buon compleanno!

 Mercoledì 07 gennaio 1931

Il Beato Rolando Maria Rivi, e la Beata Pierina Eugenia Morosini Ragazzi Martiri per la loro Fede
Il Beato Rolando Maria Rivi, e la Beata Pierina Eugenia Morosini Ragazzi quasi gemelli, Martiri, per la loro fede, perché? Il Beato Rolando Maria Rivi, e la Beata Pierina Eugenia Morosini, quando? Sono nati, nello steso giorno, mercoledì 07 Gennaio 1931. Il Beato Rolando Maria Rivi, e la Beata Pierina Eugenia Morosini Ragazzi esemplari, perché? Il Beato Rolando Maria Rivi, e la Beata Pierina Eugenia Morosini, sono morti per difendere i loro valori, cioè difendere, la loro identità, voler essere ed appartenere a Gesù il Cristo, pur avendo vissuto, in situazioni diverse.
Buon compleanno tesori miei.



Buon compleanno, Bernadette!

 Buon compleanno, Bernadette!


Rendiamo grazie per la tua vita ascoltando il Signore. Prega per noi!
" Bernadette Soubirous nacque il 7 gennaio 1844 a Boly, penultimo dei cinque mulini scaglionati a pochi passi l'uno dall'altro, sul magro torrente del Lapaca, tra l'enorme roccia del castello e le colline di prati e boschi q ui si innalzano lentamente verso Bartrès.
La gioia al mulino. Bernadette era una bambina desiderata. La sua nascita riempie un matrimonio d'amore. " René Laurentin, Piccola vita di Bernadette.



Pensiero del 07 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Lì dove gli uomini, agiscono, con retta coscienza e per il bene di tutti, la Luce splende e riscalda, illumina, conforta e guarisce. Il male nel mondo c'è perché tanti uomini preferiscono le tenebre alla Luce.

Meditazione sul Vangelo di Mt 4, 12-17.23-25

Intensità della missione.

Il Vangelo di oggi ci presenta l’inizio del ministero pubblico di Gesù. Dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni, si trasferì in Galilea, facendo della città di Cafarnao la sua base operativa. L’Evangelista riassume il suo ministero con due parole: predicazione e guarigione. La popolarità di Cristo raggiunse presto lontani confini geografici, tanto che san Matteo sottolinea che i suoi seguaci provenivano da diverse parti della Palestina.

Il brano del Vangelo ci presenta, in una visione d’insieme, la vita pubblica di Gesù in Galilea, sottolineando la continuità del messaggio di Cristo con l’appello alla conversione di san Giovanni Battista e con le profezie di Isaia. Gesù predica e insegna l’amore di Dio e, di fronte alla risposta di fede del popolo, lo guarisce da tutti i suoi mali. Non c’è dubbio che ciò che più attraeva era il suo potere taumaturgico. L’uomo è fatto così: prima vede l’involucro e poi il contenuto. Ma nei diversi racconti di miracoli narrati nel Vangelo, vediamo quanto sia stretta la relazione tra la conversione, e quindi la fede, ed i miracoli di guarigione, tanto che la mancanza di fede dei suoi concittadini pare quasi “incatenare” l’intervento taumaturgico e salvifico di Gesù. Oggigiorno la situazione non è poi tanto diversa: la stessa esperienza quotidiana ce lo conferma.  Rimaniamo tutti esterrefatti di fronte ai miracoli di guarigione che accadono nei grandi santuari, ma spesso perdiamo di vista ciò che è più essenziale. La guarigione del corpo è un’immagine della purificazione  dell’anima che accompagna ogni conversione. I miracoli sono segni della salvezza che Cristo ci offre, e purtroppo, ci capita di conservare la confezione e di gettare via il contenuto, il dono autentico. La conversione è anzitutto l’accoglienza del messaggio e della persona di Gesù: significa sradicare dal nostro cuore l’attaccamento ai beni effimeri di questo mondo, per orientarlo verso l’unico Bene eterno, che è Dio stesso. Il Vangelo di oggi ci porta a chiedere a Dio la grazia della conversione del cuore ordinando tutti i legami terreni secondo la luce che viene dall’Alto.

07 Gennaio

Tempo di Natale
S. Raimondo de Peñafort (mf), S. Crispino, S. Ciro
Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli
1Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25

Gesù annunciava il vangelo del Regno, e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

 (Matteo 4,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 2)
Rit: Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli.

Voglio annunciare il decreto del Signore.
Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,
io oggi ti ho generato.
Chiedimi e ti darò in eredità le genti
e in tuo dominio le terre più lontane».

E ora, siate saggi, o sovrani;
lasciatevi correggere, o giudici della terra;
servite il Signore con timore
e rallegratevi con tremore.

Gesù annunciava il vangelo del Regno, e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

 (Matteo 4,23)

06 gennaio, 2022

6 gennaio 1945 | Edith Frank, la madre di Anne e Margot Frank, morì nel campo tedesco di Auschwitz

 


6 gennaio 1945 | Edith Frank, la madre di Anne e Margot Frank, morì nel campo tedesco di Auschwitz per sfinimento, 3 settimane prima che l'Armata Rossa liberasse il campo e 10 giorni prima del suo 45° compleanno.

Pensiero del 06 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Gesù, si lascia trovare da chi fa, fatica a mettersi in cammino.

Santa Manifestazione del Signore

 Meditazione sul Vangelo di Mt 2,1-12

Oro, incenso e mirra.

Il Vangelo di oggi ci propone il brano dell’Epifania del Signore, Gesù Bambino è adorato dai re Magi, che giungono presso di lui al termine di un lungo viaggio. Guidati dalla sapienza del loro tempo, leggono negli astri un messaggio divino e immediatamente si mettono in cammino verso Occidente, per offrire al Dio bambino i loro tesori: oro, incenso e mirra.

Tre sapienti d’Oriente decidono di intraprendere un viaggio per adorare un Dio sconosciuto che parla loro attraverso un linguaggio che pochi potevano intendere: le stelle. Si lanciano all’avventura senza esitazioni, perseverando sulla via che il Signore stesso ha tracciato per loro, affrontando con fermezza e coraggio le difficoltà che continuano a trovare lungo il tragitto. E, questo, un atteggiamento che contrasta con lo scetticismo di Erode e dei suoi cortigiani, che si interessarono alla questione unicamente per prendere le dovute contromisure e assicurarsi così di mantenere il potere. Volevano evitare che una nascita inopportuna compromettesse i loro agi e le loro sicurezze. Sappiamo dal Vangelo stesso fin dove giunse la spietata furia di Erode. Nella nostra vita, questi due atteggiamenti spesso si alternano. Da una parte sentiamo l’impulso della generosità, e vogliamo gettarci di slancio nell’amare Dio servendo i fratelli. Dall’altra, il nostro egoismo, le comodità e, talvolta, la pigrizia ci spingono ad accontentarci di dipendere solo dalle nostre personali certezze: «stiamo bene come stiamo, non vogliamo ulteriori impegni. Il Signore, tuttavia, ci invita ad osare di più». Come accadde a quei Magi venuti dall’oriente che, da oscuri astrologi, divennero esempi della fede in Cristo dei popoli lontani. Per essere testimoni di Gesù, specialmente in questo mondo secolarizzato, è necessario andare oltre i nostri progetti puramente umani, per accedere alla dimensione dei piani divini. Sono imprese spesso difficili, ardue, ma che ci conducono al tesoro più prezioso: «Dio stesso. Oggi siamo invitati a rinunciare alle nostre false sicurezze, al nostro oro, al nostro incenso e alla nostra mirra, per poter guadagnare Dio stesso».

Epifania del Signore

 Epifania del Signore

autore: Federico Zuccari anno: 1564 titolo: Adorazione dei Magi luogo: Chiesa di San Francesco della Vigna


Nome: Epifania del Signore
Titolo: Adorazione dei Re Magi
Ricorrenza: 6 gennaio
Tipologia: Solennità


«Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus: Hodie stella magos duxit ad praesepium: Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias: Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.»

Epifania vuol dire manifestazione. La Santa Chiesa istituì questa festa per commemorare la triplice manifestazione di Gesù: come Dio, facendosi adorare dai Magi; come umo, ricevendo il Battesimo da San Giovanni; come operatore di miracoli, cambiando, alle nozze di Cana, l'acqua in vino.

Oggi però la liturgia ricorda in modo tutto particolare la prima manifestazione di Gesù come Dio, con l'adorazione dei Magi.

Già il profeta Isaia aveva detto: « Sorgi, ricevi la tua luce, o Gerusalemme, poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata su di te ».

« E alla tua luce cammineranno le genti, ed i re nello splendore che da te emana. Alza intorno il tuo sguardo e mira: tutti costoro si sono radunati per venire da te. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli: i dromedari di Madian e d'Efa; tutti quelli di Saba verranno a portare oro ed argento ed a celebrare le lodi del Signore ».

Stella dei Re Magi


Difatti, nato Gesù, ecco spuntare una stella: la stella di Giacobbe. I Magi, che erano principi gentili (cioè non ebrei) studiosi di astrologia, appena la videro, si ricordarono delle profezie e dissero: questo è il segno del Re dei Giudei, del Messia, del Salvatore del mondo. Andiamo ad. adorarlo. E partirono dalle loro contrade senza spaventarsi né della lunghezza del cammino. né delle difficoltà del viaggio, né del pericolo dei ladroni.
Dio premiò tanto loro coraggio e generosità, facendo si che la stella che essi avevano visto in Oriente, li precedesse nel cammino.

Re Magi davanti Erode
autore Scuola catalana anno sec. XIV titolo I re magi ed Erode


Giunti però a Gerusalemme, la stella scomparve. Ma essi animosamente domandarono: « Dov'è il nato Re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo ». Udito questo, Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. E radunati tutti i Principi dei Sacerdoti e gli Scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il Cristo. Ed essi risposero: « A Bethlem di Giuda ». Erode, informati i Magi, si raccomandò loro affinché, adoratolo, ripassassero da lui, dicendo di volere egli pure recarsi ad adorarlo.

Ed ecco i Magi di nuovo in cammino: la stella, che era scomparsa al loro arrivo in Gerusalemme, riapparve con sommo loro gaudio, e li guidò fino al luogo ov'era il fanciullo Gesù. « Ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua madre, e prostrati lo adorarono; poi, aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. E avvertiti in sogno di non ripassare da Erode (perché macchinava iniqui disegni), tornarono al loro paese per altra via ».

Adorazione dei Magi
autore Sandro Botticelli anno 1475 circa titolo Adorazione dei Magi


La grazia e la benedizione del Pargoletto divino li seguì: si diedero ad una vita perfetta, e la Chiesa oggi onora i tre Magi come santi. Essi sono in modo specialissimo i nostri protettori, essendo le primizie dei gentili nel regno glorioso di Cristo.

PRATICA. Portiamo anche noi a Gesù i nostri doni: l'oro dell'adorazione; l'incenso della preghiera; la mirra della mortificazione.

PREGHIERA. O Dio, che con la guida d'una stella oggi hai rivelato alle genti il tuo Figliuolo Unigenito, concedi a noi che per mezzo della fede t'abbiamo conosciuto, di giungere a contemplare la bellezza della tua gloria in Paradiso.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dell'Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l'acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria.

05 gennaio, 2022

AL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO

  AL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO



AL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO

L’Eterna Gioia, dona al Tuo Umile Servo Rosario Angelo Livatino, Caduto, per difendere i suoi Valori, in cui, Credeva Fermamente, dona a Lui la Luce Perpetua e Riposi in Pace. Amen.
❤️

Pensiero del 05 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Il fico, era il luogo degli incontri d'amore, Sotto il fico Gesù, si fa vicino a noi perché LUI, è l'AMORE, che conosce le nostre miserie.

Meditazione sul Vangelo di Gv 1,43-51

Il fascino del Maestro.

La liturgia ci presenta oggi i risultati della “pesca di uomini” intrapresa da Gesù. Ai discepoli appena reclutati, si aggiungono Filippo e Natanaele. Il caso di Filippo sembra essere quello di una conversione immediata; Natanaele, invece, si domanda, scettico, se da Nazareth potrà mai venire qualcosa di buono. Ma Gesù riesce a vincere la sua titubanza, ed anch’egli si lascia attrarre dal fascino del Maestro.

Gesù sta iniziando la sua missione ed ha bisogno di collaboratori. È come un imprenditore che sta cercando dei “dirigenti” per la sua impresa e ha bisogno di uomini disposti ad offrire tutto per collaborare al piano di salvezza che viene a realizzare. Il caso di Natanaele è un autentico mistero. Non sembra davvero niente di straordinario aver visto qualcuno sotto un fico, tuttavia ciò bastò perché Natanaele confessasse la divinità di Cristo. Questa situazione ci rivela che ogni vocazione cristiana è un mistero. Non solo la vocazione sacerdotale o religiosa, ma quella di ognuno di noi. Se riflettiamo sulla nostra storia personale, quasi tutti possiamo dire che c’è un momento in cui la nostra relazione con Dio ha subito un particolare impulso. In alcuni casi si tratta di esperienze dolorose ed eccezionali (incidenti, malattie), ma spesso si tratta di eventi più semplici e quotidiani, che acquistano un significato profondo solo nel contesto della propria storia personale. Il consiglio di un sacerdote, una frase in un’omelia, una conoscenza fortuita, un’esperienza spirituale forte. In tutte queste occasioni soffia lo Spirito Santo che ci conduce verso un incontro più intimo con Dio. In ognuna di esse risuona la voce di Cristo che ci invita a seguirlo per vedere cose ancor più grandi. Dio non si lascia superare in generosità e ai nostri piccoli passi nella fede risponde con grazie sempre più grandi, che trasformano, man mano, sia noi, sia il nostro  ambiente di vita.

05 Gennaio

Tempo di Natale
S. Edoardo Confessore; S. Giovanni N. Neumann
Acclamate il Signore, voi tutti della terra
1Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51

Un giorno santo è spuntato per noi: «Venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 99)
Rit: Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Un giorno santo è spuntato per noi: «Venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra».

04 gennaio, 2022

AL BEATO ROSARIO ANGELO LIVATINO GIUDICE MARTIRE DI GIUSTIZIA ED IN ODIO FEDE



AL BEATO ROSARIO ANGELO LIVATINO GIUDICE MARTIRE DI GIUSTIZIA ED IN ODIO FEDE


A Rosario Angelo Livatino
Ti ringraziamo, oh Dio, per la vita, esemplare del tuo Umile Servo Credibile Rosario Angelo Livatino, Martire, per la Giustizia, per Amore del Signore e per proteggere, la Sua Famiglia ed ogni singola persona.
«Mio Signore, fai cadere tutto su di ME, ma preserva Loro, da ogni Male».
Rosario Angelo, aiutaci, ad essere UOMINI e DONNE, più Credibili e Credenti come lo sei stato TU, e Non dei “RAGAZZINI” per essere degni di stare, Sotto la Tutela di Dio e della Beata Vergine Maria, per essere Creduti, davanti a Dio, quando saremo in Cielo.
❤️


Canzano Barbara

Il 4 gennaio 1873 Teresa veniva battezzata nella chiesa di Nostra Signora d'Alençon

 Il 4 gennaio 1873 Teresa veniva battezzata nella chiesa di Nostra Signora d'Alençon dal canonico Lucien-Victor Dumaine, vicario generale della diocesi di Sées. I suoi padrini e madrina sono Paul Albert Boul, figlio di un amico di Louis Martin, e Marie Martin, sua sorella maggiore, entrambi 13 anni.



Pensiero del 04 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Nel nostro cammino di fede, è necessario che qualcuno ci parli di Gesù, per farne esperienza ed incontrarlo, come ha fatto Giovanni, con i suoi. Allora, cerchiamolo e si farà trovare ed anche noi diremo "abbiamo trovato il Messia. "

Meditazione sul Vangelo di Gv 1,35-42

Dove abiti?

Se prima era Giovanni Battista ad introdurci alla persona di Gesù, ora è Cristo stesso a farsi conoscere. Lo fa invitando i due discepoli a riflettere sulla loro ricerca e portandoli a passare del tempo con Lui. Dopo questo incontro personale, Andrea seguirà le orme del suo primo maestro, il Battista, conducendo suo fratello Pietro a Gesù.

Nel vangelo di Giovanni le prime parole di Gesù non sono una affermazione di principio o una parabola. Sono un interrogativo: «Chi cercate?». Gesù non esalta i due discepoli con nuovi progetti, non li colpisce con alti ragionamenti. Li blocca e li fa riflettere con una domanda: cosa vogliono, cosa si aspettano, di cosa o di chi sono alla ricerca? È come se dicesse loro, insieme al profeta Amos: «Cercate me e vivrete» (Am 5,4). Alla domanda i due discepoli rispondono esprimendo un desiderio: vogliono sapere dove abita, dove lo possono trovare. E Cristo risponde: «Venite e vedrete». Si tratta di andare per vedere, non viceversa. Li invita a stare con Lui nella semplice familiarità di una casa. Questo “stare” li porterà ad “innamorarsi” di Gesù e del suo vangelo, e a guardare il Maestro con occhi nuovi. Sono le tappe del cammino della fede: non c’è un “vedere” Dio, se non si parte da un “cercare” profondo, da un desiderio di sapere “dove abita” Cristo, dove lo si può incontrare; se non ci si ferma presso di Lui, se non si rischia di seguirlo con fiducia, senza conoscere dove ci condurrà. Alla domanda «dove abita Dio?», un rabbino rispondeva dicendo: “Dio abita dove lo si lascia entrare». Anche la testimonianza che segue l’incontro deve essere offerta secondo lo stile di Cristo presentato in questo brano del vangelo. Ci si deve sempre domandare se chi abbiamo davanti cerca veramente Dio, se si tratta di una ricerca di facciata, di tradizione (come spesso avviene ad esempio per il catechismo), perché, se è così, le nostre parole andranno a vuoto: non si può dare a chi non vuol ricevere, a chi non avverte il bisogno di Dio. San Benedetto, a chi bussava al suo monastero per iniziare la vita monastica, si rivolgeva così: «Se davvero cerchi Dio». La fede non vive solo di risposte, ma anche di domande giuste.

4 Gennaio

Tempo di Natale
S. Angela da Foligno; S. Elisabetta A. Seton; Ss. Ermete e Caio
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore
1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42

Dio, che molte volte ed in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

 (Ebrei 1,1-2)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
ed i popoli con rettitudine.

Dio, che molte volte ed in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

 (Ebrei 1,1-2)


03 gennaio, 2022

LO STRAPPO AL CUORE DI PADRE PIO PER LA MORTE DELLA MAMMA Era il 3 gennaio 1929

 


LO STRAPPO AL CUORE DI PADRE PIO PER LA MORTE DELLA MAMMA

Era il 3 gennaio 1929


Il 3 Gennaio 1974 ci lasciava uno degli artisti più brillanti dello spettacolo italiano

 Il 3 Gennaio 1974 ci lasciava uno degli artisti più brillanti dello spettacolo italiano.

Ebbe successo come attore prima di teatro, poi al cinema e infine in televisione.
Furono innumerevoli i ruoli interpretati con successo, ma uno su tutti l’ha consegnato alla storia : Giuseppe Bottazzi.
Peppone.



Santissimo Nome di Gesù

 Santissimo Nome di Gesù


autore: ambito bresciano anno: 1600 - 1649 titolo: Adorazione del Nome di Gesù luogo: Pinacoteca Repossi

Nome: Santissimo Nome di Gesù
Titolo: Nome d'allegrezza, di speranza e d'amore
Ricorrenza: 3 gennaio
Tipologia: Memoria facoltativa
Patrono di:CamaioreVaiano


Gesù, che vuol dire Salvatore, è il nome dato al Verbo Incarnato non dagli uomini, ma da Dio stesso. Apparve infatti l'Angelo del Signore a S. Giuseppe e gli disse: « Giuseppe, figlio di David, non temere di prender teco Maria come tua consorte, perché ciò che è nato in lei è dallo Spirito Santo. Darà alla luce un figliuolo, cui porrai nome Gesù, perché sarà Lui che libererà il suo popolo dai peccati ». Nacque il Bambino e otto giorni dopo fu circonciso, e fu chiamato Gesù, cioè Salvatore, come era stato nominato dall'Angelo.

Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza (Sal 95,2)

In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati (Atti 4,12)

Gesù! Nome d'allegrezza, di speranza e d'amore.

Nome d'allegrezza. Quando ci affligge la memoria dei nostri peccati, quando il rimorso si fa sentire più forte nella nostra coscienza, quando lo spavento degli eterni castighi ci assale, ed il demonio cerca precipitarci nella disperazione, pensiamo a Gesù, al nostro Salvatore. Una gioia arcana entrerà nel nostro cuore e ci conforterà; in Lui troveremo la forza e la luce: la luce che illumina, che salva, che santifica.

Nome di speranza. Gesù stesso ci dice: « Se chiederete qualcosa al Padre in nome mio, Egli ve la darà ». « O uomini, pare ci dica, di che temete? Se la vostra miseria vi fa arrossire, se temete pei vostri peccati il Padre mio, se non osate chiedere a Lui ciò che a voi sta a cuore, fatevi coraggio : chiedete in nome mio, e tutto vi sarà dato ».

Nome d'amore. Oh si! Chi, pronunciando questo dolcissimo nome, non ricorda quanto sia costata la nostra Redenzione? Chi non si commuove innanzi a un eccesso di tanto amore? È Gesù, Dio uguale al Padre, che si sacrifica su di una croce e agonizza fra atroci tormenti per noi! Egli, l'innocente, muore schernito e vilipeso da quelli stessi per cui dà la vita. Nome d'amore, d'infinito amore, nome che a Lui solo compete, perché solo Lui ha redento il genere umano! E per questo il Padre gli diede un nome che è sopra ogni nome. A questo nome piegano la fronte gli Angeli ed i Beati del cielo, tremano le forze degli abissi, e riverenti si inchinano gli abitanti della terra.

Quel bambino che i profeti da tanti anni preannunziarono, quel bambino di cui parlano le Scritture, quello che l'umanità da tanto tempo aspettava come un liberatore, oggi lo conosciamo: si chiama Gesù, Salvatore. Egli è Colui che ha chiuso le porte dell'inferno ed ha aperto quelle del Paradiso; Colui che dà gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

San Bernardino da Siena


La devozione al Santissimo nome di Gesù ha origini molto antiche e fu divulgata dai francescani. L’antica devozione al Santissimo Nome di Gesù, di particolare importanza per i Gesuiti e in particolar modo per Sant’Ignazio di Loyola, vide nella figura di San Bernardino da Siena il principale divulgatore. Fu proprio San Bernardino ad inventare il Trigramma IHS, l’emblematica sigla di Cristo al centro di un sole a 12 raggi, ovvero le prime tre lettere del nome di Gesù in lingua greca (ΙΗΣΟΥΣ). Ma queste lettere rappresentano anche l’abbreviazione di Iesus Hominum Salvator, ovvero “Gesù Salvatore degli uomini”.

Trigramma di Cristo


Ma la sigla IHS ha un significato ben preciso, Cristo è rappresentato dal sole che irradia luce e calore e lo fa attraverso l’opera dei 12 apostoli, i 12 raggi, ovvero, attraverso la Chiesa.

PRATICA. Non pronunciate mai invano il nome di Gesù; ma invocatelo con fede in ogni vostra necessità.

PREGHIERA. Gesù mio, scrivete il vostro nome sul mio povero cuore e sulla mia lingua, acciocché, tentato a peccare, io resista con invocarvi; tentato a disperarmi, io confidi nei vostri meriti. Fate che il vostro nome mi infiammi d'amore, e sia sempre la mia speranza, la mia difesa e l'unico mio conforto.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina.

Pensiero del 03 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Giovanni, grazie allo Spirito riconosce in Gesù, il Messia, il Salvatore l'uomo, ha bisogno dello Spirito Santo per capire, per conoscere l'azione e il volto di Dio.

Meditazione sul Vangelo di Gv 1,29-34

Ecco l’Agnello di Dio.

Il Battista è ancora al centro della scena, nel Vangelo di questo tempo di Natale. All’avvicinarsi del giovane nazareno, non può trattenersi dal dire: “È il figlio di Dio”. Molti altri lo videro, ma non furono in grado di riconoscerlo. Ma Giovanni, toccato dalla Grazia divina, lo presenta chiaramente come l’Agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo. La speranza di redenzione e di eterna felicità che cova nel cuore di ogni creatura umana ha un nome: Cristo Gesù.

Noi sappiamo chi è Gesù. Certamente, se lo incontrassimo, sapremmo riconoscerlo. Davvero? Quante volte ci passa accanto, incrociamo i suoi passi, il suo sguardo, ci sorride, ci parla, mormora al nostro cuore, e i nostri occhi vagano tra le immagini accattivanti, la nostra mente scruta l’altro solo attraverso l’unico filtro della diffidenza, il nostro cuore diventa sordo a qualsiasi suono che non abbia il ritmo frenetico delle emozioni. Quante volte esitiamo a parlare, a pensare a Gesù, quasi intimoriti dalle possibili reazioni. Quelle altrui, ma anche la sua.  Se è questa che temiamo, dobbiamo rileggere la pagina in cui il Padre si precipita incontro al figlio pentito che fa ritorno a casa, e lo copre di baci. Se sono le altre, quelle di chi ci circonda, guardiamo il Battista. Sappiamo che Gesù è il figlio che il Padre ha mandato sulla terra per dirci quanto ci ama, e che aspetta solo che torniamo da lui per venirci incontro e stringerci fra le sue braccia. Possiamo davvero tenere per noi questa notizia? Il Battista non poté. Era commosso dall’infinita bontà di questo Padre.  Ci spaventa il rifiuto? Fa più male l’indifferenza. Ma ciò non spaventò gli apostoli. Non ha spaventato gli innumerevoli cristiani che, pur senza arrivare sugli altari, lungo anni di silenziosa vita familiare hanno trasmesso a noi, loro discendenti, valori e tradizioni che custodiscono il messaggio della speranza. Inoltre, il Maestro segue e accompagna sempre i suoi discepoli. Diamo l’annuncio, gettiamo il seme. Così, qualcuno, un giorno raccoglierà, anche grazie al nostro piccolo contributo. “Ecco l’Agnello di Dio”.

 03 Gennaio

Tempo di Natale
Ss. Nome di Gesù (mf); S. Fiorenzo; S. Genoveffa
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore
1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.

(Giovanni 1,14)

Salmo responsoriale (Salmo 97)
Tutta la terra ha veduto la salvezza del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio.

(Giovanni 1,14)