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31 dicembre, 2021

Pensiero del 31 dicembre 2021

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Gesù, è venuto ad abitare, la nostra storia e quindi qualsiasi, cosa affronteremo Lui, sarà sempre con noi.

Meditazione sul Vangelo di Gv 1,1-18

Un giorno nuovo per ringraziare.

La liturgia ci ripropone ancora – nell’ultimo giorno del calendario civile – il prologo del Vangelo di Giovanni, come a Natale. Si tratta dei primi versetti del Vangelo, ma i tempi dei verbi sono tutti al passato. È scritto, infatti, che la salvezza ci è stata donata, che l’abbiamo accolto, e siamo diventati figli di Dio, che abbiamo ricevuto grazia su grazia, e che Dio ci ha rivelato il Figlio unigenito. La salvezza c’è stata. Lui è stato tra noi.

Oggi è l’ultimo giorno dell’anno civile celebrato con feste che si dilungano fino al mattino del giorno dopo. A questa ricorrenza sono legati innumerevoli usi e abitudini. Sicuramente pochi riescono a non cedere alla “tentazione” di ripercorrere l’anno appena concluso seguendo le trasmissioni TV, le notizie dei giornali o semplicemente attraverso celebrazioni create appositamente nelle parrocchie. E altrettanti poi saranno tentati di dire: “da domani…”. Prendere degli impegni, fare dei propositi per il nuovo anno è, infatti, un’abitudine molto diffusa. Ma il cristiano? Sembra che il rivedere il passato sia tipico anche per noi. Abbiamo notato che l’inizio del Vangelo di Giovanni è scritto al passato. L’inizio è al passato! La salvezza ci è già stata donata, la grazia l’abbiamo già ricevuta, noi abbiamo già “visto” il Figlio di Dio. Allora che cosa significa un nuovo anno? Per noi cristiani non può essere altro che un giorno qualsiasi in cui dire: ho avuto, mi è stato dato, ho visto, ho creduto… C’è già tutto: Lui c’è già e la nostra vita è già in Lui, e noi già abbiamo avuto grazia su grazia. E’ questo il mistero cristiano che celebriamo ogni giorno: la salvezza che già abbiamo avuto. Rileggendola, ricelebrandola, ripetendola, rivivendola, riscoprendola… nulla di nuovo nonostante lo sia. Per noi cristiani ogni giorno è un giorno nuovo. Un giorno nel quale semplicemente dire sì a Colui che il Signore ci ha donato. Un altro giorno in cui accettare la salvezza – che abbiamo già avuto – e vivere il nostro battesimo. Questo è un impegno continuo. Non uno di quelli che iniziano il primo giorno di gennaio per perdersi appena qualche giorno dopo. Dio conosce i nostri propositi: non riusciamo a rimanere fedeli. L’Antico Testamento non è solo la storia di Dio e del suo popolo, Israele, ma è la storia di questi continui fallimenti umani. Inviando suo Figlio, Dio ci ha liberato da questo impegno troppo gravoso. Ora non si tratta di fare qualcosa, ma di ricevere… il Signore stesso, che già ha fatto tutto per noi. Il nuovo anno non è quindi una “tabula rasa”, ma ancora un’occasione per dire a Dio il nostro “sì, grazie”.

31 Dicembre 

S. Silvestro I (mf); S. Caterina di Labouré
Ottava di Natale – P
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. A quanti lo hanno accolto dato il potere di diventare figli di Dio.

(Giovanni 1,14.12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. A quanti lo hanno accolto dato il potere di diventare figli di Dio.

(Giovanni 1,14.12)

30 dicembre, 2021

Pensiero del 30 dicembre 2021

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Oggi, contempliamo Anna, che non abbandona il tempio. In lei, si rispecchia la paziente perseveranza, necessaria per ciascuno di noi.

Meditazione sul Vangelo di Mt 2,36-40

Seguire la legge del Signore.

Dopo Simeone, anche una donna, la profetessa Anna, riconosce nel bambino Gesù, il Redentore. Di lei sappiamo che è molto anziana, che non si allontanava mai dal tempio e che serviva Dio con digiuni e preghiere. Della Sacra Famiglia, invece, ci viene narrato da Luca che, compiuti gli «obblighi di legge», tornarono in Galilea, a Nazareth.

 “La Chiesa può anche dirlo, ma io non lo faccio!”. Tutti noi abbiamo sentito questa o simili affermazioni molte volte. Talvolta c’è chi, pur credente e praticante, ritiene di poter fare a modo suo, di non dover seguire quanto la Chiesa insegna, perché ha idee differenti. Nessuno ci obbliga a essere d’accordo su tutto. Ci sono, però, alcune cose che sono “legge del Signore”. Esempi classici sono l’aborto e l’eutanasia, o più semplicemente quando c’è un intervento che mira a togliere la vita a una persona. Tali situazioni sono chiaramente vietate da una legge del Signore. Ma anche su questi due esempi, che sembrano chiari, ci sono cristiani che teorizzano possibili eccezioni. È molto interessante notare come Maria e Giuseppe, pur essendo una famiglia “eccezionale”, non rinunciarono al loro dovere. Loro potevano ritenersi esonerati dal lungo viaggio, e rimanere a casa! Invece vengono al Tempio. Lì trovano un’anziana donna che ha avuto un marito solo per poco tempo e ha trascorso settantasette anni della sua vita come vedova. Si poteva forse ritenere così sfortunata da potersi “regalare” qualche piccolo piacere – oggi sentiremmo dire: “ho avuto tanta sfortuna nella vita, ora me la godo un po’. Non fu così per Anna che fece più di quello che la legge imponeva, pregando e digiunando per servire il Signore praticamente ininterrottamente. Se il nostro mondo nell’andare contro “la legge del Signore” fosse realmente felice, potrebbe darci da pensare che a non saper vivere siamo noi cristiani, cosa che ci viene smentita da Anna e la Sacra Famiglia il cui esempio ci dimostra come una vita pienamente vissuta, e vissuta con uno scopo, non si esime dal seguire la legge del Signore.

30 dicembre

S. Felice I; S. Giocondo; B. Eugenia Ravasco
Ottava di Natale – P
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

Un giorno santo è spuntato per noi: «Venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Portate offerte ed entrate nei suoi atri,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Un giorno santo è spuntato per noi: «Venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra».

29 dicembre, 2021

Pensiero del 29 dicembre 2021

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Mt 2,22-35

La salvezza in un bimbo.
È verosimile che Maria e Giuseppe non siano stati gli unici genitori a portare il loro maschio primogenito a Gerusalemme. Era una prescrizione, come tale era il sacrificio di una coppia di tortore o di giovani colombi. Ma là, tra tanti genitori, il vecchio Simeone riconosce, tra le braccia di una giovane mamma, il Messia di Dio, colui che Israele aspetta da tanto. Lo prende quindi tra le sue braccia e benedice Dio.
«I miei occhi hanno visto la tua salvezza», sono queste le parole di Simeone che colpiscono di più. Poiché i suoi occhi, ad un’analisi più attenta hanno visto un bimbo di quaranta giorni, primo figlio di gente semplice del nord del Paese. Gesù non aveva segni particolari – almeno nessuno ce ne dà testimonianza – e anche i suoi genitori non erano certamente delle persone appariscenti. Eppure, Simeone vede la salvezza in questo bimbo di pochi giorni. Riconosce in lui non solo “un grande uomo” – dono di profezia, come – forse – poteva dirsi di qualche anziano di paese, ma vi riconosce il Messia. Lui riconosce in quel bimbo la luce per illuminare le genti, e la gloria del popolo di Israele. E con queste parole stupisce anche i genitori stessi di quel piccolino che tiene tra le braccia. Eppure almeno loro due avrebbero dovuto sapere. Forse Simeone è stato solo il primo a prendere con le sue mani, a vedere con i suoi occhi, a stringere a sé la salvezza che Dio ci dona. Eppure – se non altro la domenica – lo facciamo anche noi: teniamo nelle mani per qualche istante la comunione che ci viene distribuita, vediamo con gli occhi Gesù, e così stringiamo più forte a noi la salvezza che ci è stata donata. Anche noi, come Simeone, non vediamo altro che quello che ci mostrano i nostri occhi: un pezzo di pane. Pane qualunque, potremmo pensare, null’altro se non semplice pane. Ma come Dio aveva preparato quel bimbo per la salvezza del suo popolo, la luce per illuminare le genti e la gloria di Israele, così in quel pane Dio ci ha preparato la salvezza, la luce che ci illumina per rendere gloria a Lui. Simeone ha atteso una vita intera per poter vedere, vedere un’unica volta. La sua preghiera riassume la sua fede, che deve diventare anche la nostra. In quel bimbo, come nell’Eucaristia, chi crede vede la salvezza. Basterebbe forse una volta sola, recitando con fede la preghiera di Simeone.

Mercoledì 29 Dicembre 

S. Tommaso Becket; S. Davide
Ottava di Natale – P
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele.
(Luca 2,32)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Il Signore ha fatto i cieli;
maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.

Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele.
(Luca 2,32)

28 dicembre, 2021

1930: Il 28 dicembre, come oggi, si svolgeva, il battesimo della piccola Antonietta Meo di Gesù

 1930: Il 28 dicembre, come oggi, si svolgeva, il battesimo della piccola Antonietta Meo di Gesù

AUGURI DI CUORE
Tesoro!


Santi Innocenti

 Santi Innocenti

autore: Pieter Paul Rubens anno: 1618 titolo: S. Vergine col Bambino circondata dalla corona dei SS. Innocenti

Nome: Santi Innocenti
Titolo: Martiri
Ricorrenza: 28 dicembre
Tipologia: Festa
Protettore:bambini


I Santi Innocenti sono quei bambini che furono trucidati in Betlemme e nei dintorni, quando il crudele Erode volle mettere a morte Gesù Cristo. Essi, non con la confessione della voce, ma con l'effusione del loro sangue divennero le prime vittime della fede, le primizie dei Martiri che la terra inviò al cielo dopo la nascita del Salvatore.

Ed ecco quello che racconta il Vangelo riguardo alla strage degli Innocenti.

Adorazione dei Magi
autore Girolamo da Santacroce anno sec. XVI titolo Adorazione dei Magi


Nato Gesù in Betlemme di Giuda al tempo del re Erode, ecco arrivare a Gerusalemme dei Magi dall'Oriente, e domandare: « Dov'è nato il re dei Giudei? Vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo ». Udito questo, Erode, uomo sospettoso e crudele, rimase turbato e pensò subito di togliere dal mondo questo nuovo re.

Non avendo capito le Sacre Scritture, temeva che Gesù, sovrano del cielo e della terra, venuto al mondo per stabilire un regno spirituale nel cuore degli uomini, lo privasse di quel misero regno temporale ch'egli possedeva.

Per attuare il suo perverso disegno finse di voler anch'egli riconoscere e adorare questo nuovo re, e inviando i Magi a Betlemme, disse loro: « Informatevi diligentemente su questo bambino, e quando l'avrete trovato fatemelo sapere, acciocché venga io pure ad adorarlo ».

Ma Iddio dissipò lo scellerato progetto di questo principe, facendo in modo che i Magi ritornassero nei loro paesi passando per altra via.

Sogno di San Giuseppe
autore Daniele Crespi anno 1620 titolo Sogno di San Giuseppe


Intanto Erode, vedendosi burlato dai Magi, montò sulle furie, e pieno di rabbia prese la barbara risoluzione di fare uccidere tutti i bambini inferiori alla età di due anni nati in Betlemme e nei luoghi circonvicini, credendo di raggiungere così anche il nato re dei Giudei che egli temeva. Ma questo bambino riuscì a scampare dalle mani dei crudeli, poiché un Angelo aveva detto in sogno a Giuseppe: « Levati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, perché Erode lo cerca per farlo morire ».

Strage degli innocenti
autore Guido Reni anno 1611 titolo Strage degli innocenti


Pertanto Erode inviò dei soldati a Betlemme che, strapparono dal seno delle loro madri quanti bambini trovarono e li uccisero tutti senza risparmiare alcuno. Allora s'adempì ciò che era stato detto per bocca del profeta Geremia: « Un grido si è udito in Rama di gran pianto e lamento: Rachele che piange i figli suoi. e non vuol essere consolata perché non sono più ». Queste parole profetiche rappresentano le amare lacrime che le madri sparsero su quei teneri figliuoletti scannati dalla barbarie di un empio.

Ma se piangevano le madri nel vedersi barbaramente trucidati davanti agli occhi i loro bambini, giubilò il cielo che si vide arricchito di innocenti vittime. Si rallegrarono infine gli Innocenti medesimi poiché si videro liberati dai pericoli del secolo e adorni della preziosa stola del martirio che avevano conseguito per i meriti di Gesù Cristo, in odio del quale erano stati fatti morire. La Chiesa li onora col bel titolo di « fiori dei Martiri », per la loro tenera età e per la loro innocenza.

PRATICA. Rispettiamo sempre l'innocenza dei piccoli e non commettiamo nulla che possa offuscarla.

PREGHIERA. Dio, la cui gloria oggi i Martiri Innocenti hanno conseguito non parlando, ma morendo, mortifica in noi tutti i mali e i vizi, affinchè anche la nostra vita confessi nei costumi quella fede che la nostra lingua esalta.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Betlèmme di Giuda il natale dei santi Innocenti Martiri, i quali furono per Cristo uccisi dal Re Eróde.

Pensiero del 28 dicembre 2021

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Far festa, per una strage, è a dir poco paradossale,....ma noi oggi, celebriamo l'Amore, pietoso di Dio, che associa gli innocenti martiri alla Passione dell'Unico Innocente.

Meditazione sul Vangelo di Mt 2,13-18

Gli innocenti di Betlemme.

Il Vangelo di oggi è sicuramente uno dei più sconvolgenti. Gesù viene portato in salvo dai suoi genitori, dopo che un angelo è apparso in sogno a Giuseppe. Vanno in Egitto, e rimangono lì fino alla morte di Erode. Ma i bambini di Betlemme e del territorio circostante, dai due anni in giù, invece vengono uccisi.

“È un’ingiustizia!”. Quante volte lo pensiamo. Quando non riusciamo a comprendere, per esempio, perché in un terremoto una famiglia perda tutti i figli, mentre un’altra li ha tutti salvi… ed è solo un caso in un lungo elenco che probabilmente tutti potremmo stilare, perché abbiamo conosciuto, personalmente o attraverso la TV ,tante di queste “ingiustizie”, di queste situazioni in cui non riusciamo a comprendere il ruolo di Dio e ci chiediamo: “dov’è la giustizia divina”? Nel Vangelo di oggi l’ “ingiustizia” divina sembra eclatante: per salvare suo Figlio, Dio permette che siano uccisi i figli di tutti gli altri, i coetanei di Suo Figlio. Una scena del genere risulta veramente inspiegabile agli occhi umani. Senza dubbio per questa sofferenza sembrano non esserci ragioni, se non nella fede. Per noi cristiani la morte, seppure dolorosa in quanto ci toglie gli affetti, è l’ingresso alla vita eterna. I bambini di Betlemme non sono perduti: sono entrati nella vera vita. Questa è la prima consolazione che possiamo offrire ad un genitore privato del proprio figlio. E ancora: non possiamo sempre comprendere perché Dio agisca in un determinato modo, ma sappiamo che Lui ci ama. Più delle mamme di Betlemme che amavano i loro piccoli. Accettare questo significa accettare che i piani di Dio – per il nostro bene, per amore nostro – sono diversi dai nostri. Significa saper lasciare quello che ci è più caro, più vicino, più amato perché Colui che è vero Amore, ce lo chiede. Iniziò Abramo con suo figlio Isacco – seppure in questo caso, il figlio fu risparmiato -, e completò il dolore dei genitori che perdono un figlio, Dio Padre stesso, che permise che suo Figlio morisse, non per la sua, ma per la nostra colpa. I bambini di Betlemme morirono per Gesù. Abbiamo festeggiato santo Stefano come primo martire cristiano, ma forse dovremmo festeggiare loro, i bambini coetanei di Gesù, quali primi martiri. Hanno perso la loro vita per la cattiveria degli uomini – di un uomo – per salvare quel bambino che avrebbe, da grande, spalancato le porte del cielo a tutti noi. Credere nel Signore che ci ama, non significa solo cantare “dolce Natale”, ma anche accettare la sequela di Cristo, che fin dall’inizio significa anche l’accettazione della Croce.

28 Dicembre

SS. INNOCENTI MARTIRI (f)
Ottava di Natale – P
Chi dona la sua vita, risorge nel Signore
1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 123)
Rit: Chi dona la sua vita risorge nel Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:

«Egli ha fatto cielo e terra».

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama la candida schiera dei martiri.


27 dicembre, 2021

San Giovanni Evangelista

 San Giovanni Evangelista

autore: Carlo Dolci anno: XVII secolo titolo: San Giovanni Evangelista luogo: Palazzo Pitti, Firenze

Nome: San Giovanni
Titolo: Apostolo ed evangelista
Nascita: I secolo , Betsaida
Morte: 104 circa, Efeso
Ricorrenza: 27 dicembre
Tipologia: Festa


Figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il Minore, esercitava la professione del pescatore nel lago di Tiberiade, quando Gesù lo chiamò all'apostolato.

Giovanni allora era nel fiore degli anni, purissimo, e per questa sua purità meritò singolari favori dal Signore; udita la voce di Dio, abbandonò le reti e assieme al fratello seguì Gesù.

I due fratelli ricevettero il nome di figli del tuono per la loro impetuosità.

Ultima Cena
autore Valentin de Boulogne anno 1625-1626 titolo Ultima Cena


Giovanni, assieme a Pietro e Giacomo. fu testimonio della trasfigurazione e, nell'ultima cena poté reclinare il capo sul petto adorabile del Salvatore.

Fu poi vicino a Gesù non solo nel tempo della letizia, ma anche in quello del dolore: nell'orto del Getsemani, e unico degli Apostoli, sul Calvario.

Gesù Cristo Crocifisso, la Vergine Addolorata, Santa Maria Maddalena e San Giovanni
autore Guido Reni anno 1619 titolo Gesù Cristo Crocifisso, la Vergine Addolorata, Santa Maria Maddalena e San Giovanni


Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecoste, infiammato di ardente amore, annunziò il Vangelo ai Giudei, in compagnia del Principe degli Apostoli.

Fu messo in prigione, flagellato, ma tutto sopportò con allegrezza, contento di essere reputato degno di patire contumelie pel nome di Gesù Cristo.

Passò la maggior parte dei suoi anni in Efeso in compagnia della Madonna: quivi fondò una fiorente comunità religiosa e governò le Chiese circonvicine.

Chiamato da Domiziano, dovette recarsi a Roma, ove fu condannato alla immersione in mia caldaia di olio bollente. Il Santo però non ne ricevette alcun danno, anzi usci dal supplizio più vegeto di quanto vi era entrato.

Visione di San Giovanni Evangelista
autore Battista Dossi anno XVI sec titolo Visione di San Giovanni Evangelista


Allora gli fu commutata la pena di morte in quella dell'esilio nell'isola di Patmos, ove scrisse l'Apocalisse. Domiziano mori ed avendo Nerva, suo successore, annullato il di lui operato, Giovanni ritornò ad Efeso riprendendo il governo delle sue Chiese.

Sorsero in quel tempo eresiarchi che spargevano dottrine false contro i dogmi della fede e specie contro la divinità di Gesù Cristo.

Essendo l'unico Apostolo ancora vivente, fu pregato dai fedeli e vescovi di mettere per iscritto la dottrina che predicava: così scrisse il quarto Vangelo che suppone i primi tre e li completa. È il Vangelo della divinità di Cristo.

Lasciò pure in dono alla Chiesa tre lettere canoniche, nelle quali trasfuse tutto l'amore di cui ardeva la sua grand'anima.

Già cadente per gli anni, è potendosi più reggere, si faceva portare in chiesa per predicare, ma non ripeteva che queste parole: « Figliuolini miei, amatevi l'un l'altro ». Stanchi di udire sempre lo stesso ritornello i fedeli gli fecero rimostranze; ma egli rispose: « È questo il gran precetto del Signore, fate questo e avrete fatto abbastanza ».

Raggiunse l'età di 100 anni e fu l'unico fra gli Apostoli che non suggellò col sangue il suo apostolato.

PRATICA. Impariamo ad amarci l'un l'altro secondo il precetto di Gesù.

PREGHIERA. O Apostolo prediletto, insegnateci ad amare Gesù, come voi lo amaste, insegnateci ad amar Maria colla purità della vita, colla dolcezza e l'affetto del cuore, di cui lasciaste si bell'esempio.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Efeso il natale di san Giovanni, Apostolo ed Evangelista, il quale, dopo avere scritto il Vangelo, dopo essere stato relegato in esilio e dopo la divina Apocalisse, vivendo fino al tempo del Principe Traiano, fondò e governò le Chiese di tutta l'Asia, e finalmente, consunto dalla vecchiaia, mori nell'anno sessantottesimo dopo la passione del Signore, e fu sepolto presso la detta città.


Pensiero del 27 dicembre 2021

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Giovanni, ha visto e ha creduto che la vita ha vinto la morte.

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,2-8

Le ali dell’entusiasmo.

Due discepoli corrono alla tomba di Cristo. Sono Simon Pietro e «il discepolo che Gesù amava», descrizione che la tradizione attribuisce a Giovanni. Quest’ultimo, forse perché più giovane, raggiunge il sepolcro per primo. Riconosce le fasce per terra, vede che qualcosa è successo, ma non entra nella tomba. Aspetta Pietro. Quando anche Pietro arriva, è lui, il primo degli apostoli ad entrare nel sepolcro. Giovanni è il secondo. Vede e crede.

Ma chi simboleggiano Pietro e Giovanni? C’è chi sostiene che essi siano la Chiesa ufficiale e quella dell’Amore. Come se Pietro non avesse dimostrato con il suo pentimento dopo il canto del gallo, un grande, vero amore per il suo Signore. E come se Giovanni, ricevendo il compito di occuparsi di Maria sotto la  croce, non avesse avuto da Lui un compito ufficiale! Non potrebbero essere, invece, le due anime che albergano in ognuno di noi? Quando siamo toccati dal Signore – quando l’annuncio ci colpisce – allora partiamo… pieni di buoni propositi, buoni sentimenti, pieni di forza: siamo sicuramente i primi! E vediamo anche qualcosa. Diamo un’occhiata fugace, sbirciamo un po’: sembra vero quello che ci è stato detto! E qui il discepolo amato si ferma. La spinta iniziale è finita? Le pile si sono esaurite, l’entusiasmo che sembrava mettere le ali non c’è più? Oppure è il rispetto per Pietro che lo frena? O forse la paura? Noi conosciamo gli slanci di entusiasmo che veramente ci fanno “correre” e arrivare primi: nei piccoli e grandi gesti, nella solidarietà di qualsiasi genere, nella preghiera e nei propositi. E poi? Poi ci vengono i dubbi. Ci arrestiamo e aspettiamo che arrivi colui che è più saldo, più sicuro: Pietro, la roccia. Ma forse siamo anche un po’ intimoriti: e se in realtà non fosse tutto così come abbiamo creduto? Meglio far entrare Pietro per  primo! È qui che ci possiamo perdere. Perché molti di noi, dopo la spinta iniziale, lasciano entrare Pietro e si dileguano. Se ne vanno semplicemente. Finita l’energia, finita la spinta iniziale, finita “l’ispirazione”, anche la fede svanisce come fosse stata una illusione. Eppure è così semplice. Abbiamo fatto una bella corsa: riposiamoci ora, seguendo i passi più lenti e sicuri di Pietro – il capo, la roccia, colui sul quale Gesù ha costruito la sua Chiesa. Quella scintilla che ci ha fatto scattare qualche momento prima, si riaccenderà poi presso il sepolcro, quando, seguendo Pietro, entreremo anche noi. E sarà quella scintilla, insieme alla presenza di Pietro, che ci farà vedere – e credere – che il Signore è realmente risorto, che la nostra vita è cambiata definitivamente.


27 Dicembre

S. GIOVANNI AP. EV. (f)
Ottava di Natale – P
Gioite, gioite nel Signore
1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.



27 novembre 2020 - 27 dicembre 2021 un anno ed un mese senza don Antonio Maffucci FSCB

 27 novembre 2020 - 27 dicembre 2021 un anno ed un mese senza don Antonio Maffucci FSCB


La sua improvvisa morte, ha lasciato un grande vuoto in quanti l'hanno amato. Il suo ricordo sarà impresso nel loro animo.


REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.

26 dicembre, 2021

Santo Stefano

 Santo Stefano

autore: Girolamo da Santacroce anno: 1530 - 1540 titolo: Santo Stefano luogo: Pinacoteca di Brera, Milano

Nome: Santo Stefano
Titolo: Primo martire
Nascita: 5 dopo Cristo
Morte: 34 dopo Cristo, Gerusalemme, Israele
Ricorrenza: 26 dicembre
Tipologia: Festa


Stefano fu il primo a dare la vita e il sangue per Gesù Cristo. Ebreo di nascita, e convertito alla fede dalla predicazione di S. Pietro, mostrò subito un meraviglioso zelo per la gloria di Dio e una grande sapienza nel confutare i Giudei, che increduli disprezzavano il Nazareno.

Fu eletto dagli Apostoli primo dei sette diaconi per provvedere ai bisogni dei primi fedeli, specialmente delle vedove e degli orfani di cui la Chiesa ebbe sempre cura particolare.

E S. Stefano pieno di grazia e di fortezza, animato dallo Spirito Santo predicava con forza e confermava la predicazione coi miracoli.

Per questo si attirò l'odio dei Giudei che non potevano soffrire tanto zelo, né resistere alla sua sapienza, operatrice di numerose conversioni.

Essi vollero dapprima disputare con Stefano, ma vedendosi vinti dallo Spirito che parlava per bocca di lui, cercarono falsi testimoni per accusarlo di bestemmia contro Mosé e contro Dio. Il Signore però volle manifestare la innocenza del suo servo facendo apparire il suo volto bello come quello di un Angelo.

Dopo la lettura delle accuse, il sommo sacerdote Caifa gli disse di parlare per difendersi, ed egli fece la sua apologia, rappresentando loro la bontà e la misericordia del Signore verso il popolo ebreo, cominciando da Abramo fino a Davide.

Se da una parte mostrò i benefici che il Signore aveva concesso alla nazione dei Giudei, dall'altra ricordò pure le ingiurie fatte a Dio dai loro padri. Ma non facendo quelle parole alcuna impressione in quei cuori induriti, pieni di malizia, mutando d'un tratto tono disse: « O uomini di dura cervice e incirconcisi di cuore. voi sempre resistete allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi». Essi all'udire queste cose fremettero nei loro cuori e digrignarono i denti contro di lui. Ma egli pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, esclamò: « Ecco io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'Uomo stare alla destra di Dio ».

Lapidazione di Santo Stefano
autore Giorgio Vasari anno 1569-1571 titolo Lapidazione di Santo Stefano


Quelli, alzando grandi grida, si turaron le orecchie e tutti insieme gli si avventarono addosso e trascinatolo fuori della città si diedero a lapidarlo, deponendo le loro vesti ai piedi d'un giovane chiamato Saulo.

E lapidarono Stefano che pregava dicendo : « Signore Gestì, ricevi il mio spirito », e ad alta voce: « Signore, non imputare loro questo peccato ». Ciò detto s'addormentò nel Signore.

PRATICA. Perdoniamo e preghiamo per chi ci offende.

PREGHIERA. Dacci, te ne preghiamo, o Signore, di imitare colui che veneriamo, onde impariamo ad amare anche i nostri nemici, poiché celebriamo la festa di colui che seppe pregare pe í persecutori nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio il quale vive con te per i secoli dei secoli.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Gerusalemme il natale di santo Stefano Protomartire, il quale fu lapidato dai Giudei non molto dopo l'Ascensione del Signore.
"Oh dolce nostro Protettore, Tu che, con la luce delle opere e del martirio, fosti il primo splendido testimone di Cristo, infondi nelle nostre anime un po’ del Tuo spirito di sacrificio" 🙏
Preghiera a Santo Stefano
Oh inclito Santo Stefano Protomartire, nostro celeste patrono, noi rivolgiamo a Te la nostra umile fervorosa preghiera.
Tu che dedicasti tutta la vita al servizio, pronto e generoso, dei poveri, dei malati, degli afflitti, rendici sensibili alle tante voci di soccorso che si levano dai nostri fratelli sofferenti.
Tu, intrepido assertore del Vangelo, rafforza la nostra fede e non permettere mai che alcuno ne affievolisca la vivida fiamma.
Se, lungo la strada, dovesse assalirci la stanchezza, risveglia in noi l’ardore della carità e l’odorosa fragranza della speranza.
O dolce nostro Protettore, Tu che, con la luce delle opere e del martirio, fosti il primo splendido testimone di Cristo, infondi nelle nostre anime un po’ del Tuo spirito di sacrifico e di ablativo amore, a riprova che «Non è tanto gioioso il ricevere quanto il dare».
Infine, Ti preghiamo, o nostro grande Patrono, di benedire tutti noi e soprattutto il nostro lavoro apostolico e le nostre provvide iniziative, volti al bene dei poveri e dei sofferenti, affinché, insieme con Te, possiamo, un giorno, contemplare nei cieli aperti la gloria di Cristo Gesù, Figlio di Dio. Così sia Amen


Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe di Nazareth

 Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe di Nazareth

autore: Bartolomé Esteban Murillo anno: 1675-1682 titolo: Due Trinità luogo: National Gallery, Londra

Nome:  Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe di Nazareth

Titolo: Esempio santissimo
Ricorrenza: 26 dicembre
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:Balestrate


La festa della Sacra Famiglia fu introdotta nella liturgia cattolica solo localmente nel XVII secolo. Nel 1895 la data fissata per tale festa fu la terza domenica dopo l'Epifania, fu soltanto nel 1921 che grazie a papa Benedetto XV la celebrazione fu estesa a tutta la Chiesa. Giovanni XXIII modificò ulteriormente la data spostandola alla prima domenica dopo l'epifania. La riforma liturgica del Concilio Vaticano II infine la festa la Sacra Famiglia la prima domenica dopo Natale e quando il Natale cade di domenica, viene spostata al 30 dicembre.

Il suo significato è molto importante in quanto dopo aver visto la Sacra Famiglia dare alla luce e accudire il neonato Gesù a Nazareth, in questa festività la si può ammirare e ricordare nella vita di tutti i giorni, mentre vede crescere il Cristo. L'eccezionalità di tale famiglia risiede soprattutto nel fatto che i gesti quotidiani che in qualsiasi focolare domestico erano e sono ancora oggi svolti, coincidono allo stesso tempo con il pregare, amare, adorare il proprio Dio, comunicando con suo figlio incarnato in terra. Accudendo Gesù, lavandolo e giocando insieme a lui la Madonna e San Giuseppe mettevano in pratica i dovuti atti di culto, rappresentando il punto d'inizio per ogni famiglia cristiana, del tempo e odierna, che viveva ogni istante della giornata come un sacramento.

Santa Famiglia
autore Juan Simón Gutiérrez anno 1680 titolo Santa Famiglia


La festa ha come obiettivo quello di conferire un esempio a tutte le famiglie cristiane, che avrebbero potuto guardare con orgoglio al nucleo familiare che fu di Cristo il quale, nonostante le particolari condizioni note, era caratterizzato da tutte le normali problematiche che chiunque si trova ad affrontare. Maria seguì lo sposalizio con Giuseppe, seguendo la legge ebraica, ma soprattutto il grande piano del suo Dio, conservando però la propria verginità. In seguito alla Visitazione a Sant'Elisabetta iniziò a sentire i chiari segni di una gravidanza, giungendo infine a dare alla luce il Figlio del Signore. Prima dell'età adulta raggiunta da Gesù, la Madonna viene citata in alcuni Vangeli per un episodio accaduto durante l'adolescenza di Cristo (al tempo dodicenne), che si intrattenne al tempio con i dottori, mentre i suoi genitori penavano ormai da tre giorni nel cercarlo senza sosta.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto.

Beato Secondo Pollo

 Beato Secondo Pollo



Nome: Beato Secondo Pollo
Titolo: Sacerdote e martire
Nascita: 2 gennaio 1908, Caresanablot, Vercelli
Morte: 26 dicembre 1941, Dragali, Montenegro
Ricorrenza: 26 dicembre
Tipologia: Commemorazione


Secondo Pollo Sacerdote nacque a Caresanablot (Vercelli) nel 1908, educato in una famiglia profondamente religiosa, Secondo maturò ancora giovanissimo la sua vocazione religiosa. A undici anni entrò nel seminario minore dell'istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Vercelli, dove iniziò gli studi che in seguito completò nel Seminario Lombardo di Roma, conseguendo la laurea in Filosofia e in Teologia. Ordinato sacerdote nel 1931, fu professore e direttore spirituale nel Seminario Minore di Vercelli, dove svolse anche una intensa attività pastorale accanto ai giovani. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale don Secondo fu nominato tenente cappellano del III Battaglione degli Alpini e inviato nel Montenegro, a Cervice, dove il 26 dicembre 1941 morì colpito da un proiettile, mentre soccorreva un ferito. 1.a sua testimonianza di totale dedizione al prossimo, sia nella pastorale ordinaria che sul fronte, dove fu padre e confidente di tanti giovani impegnati nelle operazioni militari, hanno alimentato la sua fama di santità, ufficialmente riconosciuta con la proclamazione della sua beatificazione, solennemente celebrata da Giovanni Paolo II il 24 maggio 1998, a Vercelli.

MARTIROLOGIO ROMANO. In località Dragali in Montenegro, beato Secondo Pollo, sacerdote di Vercelli, che, cappellano militare durante la seconda guerra mondiale, fu gravemente ferito mentre prestava soccorso ad un soldato moribondo e poco dopo, ormai esangue, rese lo spirito a Dio.