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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Gesù, è venuto ad abitare, la nostra storia e quindi qualsiasi, cosa affronteremo Lui, sarà sempre con noi.
Meditazione sul Vangelo di Gv 1,1-18
Un giorno nuovo per ringraziare.
La liturgia ci ripropone ancora – nell’ultimo giorno del calendario civile – il prologo del Vangelo di Giovanni, come a Natale. Si tratta dei primi versetti del Vangelo, ma i tempi dei verbi sono tutti al passato. È scritto, infatti, che la salvezza ci è stata donata, che l’abbiamo accolto, e siamo diventati figli di Dio, che abbiamo ricevuto grazia su grazia, e che Dio ci ha rivelato il Figlio unigenito. La salvezza c’è stata. Lui è stato tra noi.
Oggi è l’ultimo giorno dell’anno civile celebrato con feste che si dilungano fino al mattino del giorno dopo. A questa ricorrenza sono legati innumerevoli usi e abitudini. Sicuramente pochi riescono a non cedere alla “tentazione” di ripercorrere l’anno appena concluso seguendo le trasmissioni TV, le notizie dei giornali o semplicemente attraverso celebrazioni create appositamente nelle parrocchie. E altrettanti poi saranno tentati di dire: “da domani…”. Prendere degli impegni, fare dei propositi per il nuovo anno è, infatti, un’abitudine molto diffusa. Ma il cristiano? Sembra che il rivedere il passato sia tipico anche per noi. Abbiamo notato che l’inizio del Vangelo di Giovanni è scritto al passato. L’inizio è al passato! La salvezza ci è già stata donata, la grazia l’abbiamo già ricevuta, noi abbiamo già “visto” il Figlio di Dio. Allora che cosa significa un nuovo anno? Per noi cristiani non può essere altro che un giorno qualsiasi in cui dire: ho avuto, mi è stato dato, ho visto, ho creduto… C’è già tutto: Lui c’è già e la nostra vita è già in Lui, e noi già abbiamo avuto grazia su grazia. E’ questo il mistero cristiano che celebriamo ogni giorno: la salvezza che già abbiamo avuto. Rileggendola, ricelebrandola, ripetendola, rivivendola, riscoprendola… nulla di nuovo nonostante lo sia. Per noi cristiani ogni giorno è un giorno nuovo. Un giorno nel quale semplicemente dire sì a Colui che il Signore ci ha donato. Un altro giorno in cui accettare la salvezza – che abbiamo già avuto – e vivere il nostro battesimo. Questo è un impegno continuo. Non uno di quelli che iniziano il primo giorno di gennaio per perdersi appena qualche giorno dopo. Dio conosce i nostri propositi: non riusciamo a rimanere fedeli. L’Antico Testamento non è solo la storia di Dio e del suo popolo, Israele, ma è la storia di questi continui fallimenti umani. Inviando suo Figlio, Dio ci ha liberato da questo impegno troppo gravoso. Ora non si tratta di fare qualcosa, ma di ricevere… il Signore stesso, che già ha fatto tutto per noi. Il nuovo anno non è quindi una “tabula rasa”, ma ancora un’occasione per dire a Dio il nostro “sì, grazie”.
31 Dicembre
S. Silvestro I (mf); S. Caterina di Labouré
Ottava di Natale – P
Gloria nei cieli e gioia sulla terra
1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. A quanti lo hanno accolto dato il potere di diventare figli di Dio.
(Giovanni 1,14.12)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. A quanti lo hanno accolto dato il potere di diventare figli di Dio.
(Giovanni 1,14.12)