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13 dicembre, 2021

Pensiero del 13 dicembre 2021

 L'autorità di Gesù, è l'Amore, perché Lui è il Signore, l'Onnipotente buono, verso tutti.

Santa Lucia, Donna che portò Luce al Vangelo, ed indicò agli uomini e donne di buona volontà, la strada da percorrere, per arrivare a Cristo ed alla Vergine Maria.

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Mt 21,23-27

Con quale autorità?

Nella prima lettura, tratta dal libro dei Numeri, il re di Moab, Balak, manda a chiamare Balaam, perché maledica Israele. Ma Balaam non può farlo, perché il popolo è benedetto da Dio. Così, invece di  pronunciare la maledizione, il veggente fa ciò che gli dice il Signore proclamando un oracolo di benedizione in cui annuncia la nascita di un nuovo re, stella che spunta da Giacobbe e scettro che sorge da Israele. Nel Vangelo è narrata una disputa tra Gesù, i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo riguardo l’autorità con cui il Signore opera.

La domanda dei sacerdoti e degli anziani riguarda la “fonte”, l’origine dell’autorità con cui Gesù opera: chi gliel’ha data? Gesù non risponde subito, ma pone un’altra domanda che riguarda il battesimo di Giovanni mettendoli davanti ad una scelta. Scribi e sacerdoti desideravano smascherare Gesù, trovare qualcosa per cui condannarlo, ma, alla fine, è Gesù che smaschera la loro chiusura. Essi hanno ben chiare le due possibili risposte, ma soprattutto sono coscienti delle conseguenze della loro eventuale scelta. Entrambe hanno per loro risvolti negativi: se affermassero che quel battesimo veniva dal cielo, ammetterebbero di non aver voluto convertirsi, di non aver voluto rinunciare alle loro posizioni; se dicessero che veniva dagli uomini, ecco la paura del giudizio delle folle che avevano seguito Giovanni. E allora, meglio non scegliere per non perdere autorità e potere. Pensieri, riflessioni e scelte che forse non ci sono del tutto estranei. Davanti ad una parola del Signore che ci invita ad agire secondo il suo stile, forse anche nel nostro cuore sono sorte riflessioni simili: chissà come reagirebbero i miei amici, se mi vedessero agire così? Che cosa penserebbero di me? E decidiamo di non agire. Anche questo è un aspetto della nostra vita che necessita di conversione. In questo caso, il cambiamento richiesto è rinunciare al desiderio di piacere agli altri, non lasciare al giudizio altrui alcuna autorità su di me, riconoscendo che nella mia vita c’è un unico Signore, il Dio di Gesù Cristo. In questo modo dimostrerò di essere saldo e radicato in Cristo e non una “banderuola” che si muove sospinta dal vento che spira.

13 Dicembre 

3.s. d'Avvento
Fammi conoscere, Signore, le tue vie
Nm 24,2-7.15-17b; Sal 24; Mt 21,23-27

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

(Salmo 85,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 24)
Rit: Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

(Salmo 85,8)

12 dicembre, 2021

Pensiero del 12 dicembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 3,10-18

Che dobbiamo fare?
In questa terza domenica di Avvento, la liturgia della Parola ci invita a dilatare il cuore per far crescere la speranza di una gioia fondata e duratura. La prima lettura è esplicita in questo senso: il profeta Sofonia offre espressioni capaci di far vibrare tutto il nostro essere. Anche Paolo sollecita con insistenza alla gioia, perché “il Signore è vicino!”. Giovanni Battista nel Vangelo dice che non basta parlare di conversione del cuore, ma occorre verificare queste parole con opere degne di conversione.
«Siate sempre lieti nel Signore». È la domenica detta “gaudete”, la domenica della gioia. Paolo era in carcere a Roma e forse aveva già di fronte la prospettiva della sentenza capitale. Eppure esorta a gioire. Il motivo della gioia sta proprio nella prossima venuta del Signore. La liturgia interrompe la stessa severità del tempo di Avvento, come a farci pregustare il Natale. Tutto nella liturgia si fa invito pressante perché ognuno si disponga ad accogliere il Signore; perché ognuno si sollevi dal sonno dell’egoismo e dall’ubriacatura dell’orgoglio per andare incontro a Gesù. Luca, nel Vangelo, scrive che tutto il popolo era nell’attesa del Messia, di colui che avrebbe cambiato la vita, che avrebbe liberato gli uomini e le donne dalle schiavitù di questo mondo. Per questo molti lasciavano le loro città per recarsi nel deserto e incontrare il Battista. Assieme a quella folla ci siamo anche noi e, con loro, chiediamo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Che cosa dobbiamo fare per accogliere il Signore che viene? Giovanni risponde con semplicità e chiarezza. E la carità la prima risposta. E poi, essere giusti e rispettosi gli uni degli altri. Il predicatore del deserto ci ricorda che l’attesa del Messia si compie tra carità e giustizia, tra misericordia e rispetto, tra tenerezza e compassione. Il Signore verrà, scenderà nel cuore di ognuno e ci battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Nessuno rimarrà così com’è. Lo Spirito Santo allargherà le pareti dei nostri cuori e il fuoco del suo amore ci guiderà. Sono consapevole che la gioia vera è legata alla persona di Gesù e al nostro rapporto con Lui, cioè alla conversione, e che più questa cresce, più cresce la gioia? Attendo la venuta del Signore, o sono tutto preso dalla vita materiale, e dunque, attaccato disordinatamente a tutto ciò che passa? Il Battista ci dice che l’accoglienza del Salvatore si compie tra carità e giustizia, tra misericordia e rispetto, tra tenerezza e compassione. Io cosa faccio?

12 Dicembre

3.s d'Avvento (anno C)
Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te il Santo d'Israele
Sof 3,14-17; Cant. Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18

Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
 
(Isaia 61,1)

SALMO RESPONSORIALE (Isaia 12)
Rit: Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Isaia 61,1)


11 dicembre, 2021

Pensiero del 11 dicembre 2021

 La necessità, della sofferenza di Cristo, ed è incomprensibile, solo Dio conosce il perché a noi la fede e l'affidamento.

Meditazione sul Vangelo di Mt 17,10-13

Elia è già venuto.

L’ultima parte del libro del Siracide contiene l’elogio degli “uomini illustri” che hanno animato la storia del popolo di Israele. Tra questi c’è anche il profeta Elia a cui nessun uomo può vantarsi di assomigliare, perché, attraverso di lui, Dio ha agito nei confronti di Israele e agirà nei tempi futuri per ristabilire le tribù di Giacobbe. Questo riferimento al futuro e il fatto che il profeta fu assunto in cielo, ha portato gli scribi a identificare Elia con colui che sarebbe ritornato prima dell’arrivo del Messia. Gesù afferma che questo Elia è Giovanni Battista: il rifiuto da lui subito preannuncia il rifiuto che subirà il Figlio dell’uomo.

Gesù si è appena trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni lasciando intuire loro qualcosa della sua identità divina e di ciò che lo attende. Ora, scendendo dal monte, essi pongono a Gesù una domanda che richiama la riflessione degli scribi sul testo del profeta Malachia: «Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio» (Ml 3,23-24). Gesù accoglie questa profezia e rivela che Elia è già venuto, ma non è stato accolto. Così i discepoli comprendono che si riferisce al Battista. La centralità che la figura del Battista ha all’interno dell’Avvento, ci aiuta a scoprire che per incontrare il Signore che viene è necessario che qualcuno prepari la via e lo annunci. Possiamo così chiederci chi è il nostro Giovanni Battista, colui che ci annuncia la venuta del Signore e che ci aiuta ad incontralo. È questo un esercizio utile, perché ricorda che Dio ci viene incontro attraverso persone concrete, situazioni della vita, e ci educa a vivere le nostre giornate assumendo un atteggiamento di stupore e di meraviglia desiderosi di scoprirlo nelle persone che incontriamo, nelle diverse attività quotidiane, nei momenti di gioia e di dolore. Ma possiamo anche invertire le parti, scoprendo, con altrettanto stupore e gratitudine, quando noi, verso le persone che abbiamo incontrato, ci siamo comportati come il Battista, quando la nostra vita è stata capace di far riferimento al Signore che viene.

11 Dicembre

2.s d'Avvento
Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi
Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

(Luca 3,4.6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 79)
Rit: Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta.
Seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

(Luca 3,4.6)

10 dicembre, 2021

Otto Frank

 «Non possiamo più cambiare quello che è successo. L'unica cosa che possiamo fare è imparare dal passato e renderci conto di cosa significa discriminazione e persecuzione di persone innocenti. Credo che sia responsabilità di tutti combattere il pregiudizio». scrive Otto Frank nel 1970.

Foto: Otto e Fritzi Frank con giovani israeliani nel 1966.



Maria, donna del pane don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile

 Maria, donna del pane

Santa Maria, donna del pane,
da chi se non da te, nei giorni dell’abbondanza con gratitudine,
e nelle lunghe sere delle ristrettezze con fiducia,
accanto al focolare che crepitava
senza schiuma di pentole,
Gesù può aver appreso
quella frase del Deuteronomio (8,3),
con cui il tentatore sarebbe stato scornato nel deserto:
“Non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”?
Ripetici quella frase,
perchè la dimentichiamo facilmente.
Facci capire che il pane non è tutto.
Che i conti in banca non bastano a renderci contenti.
Che la tavola piena di vivande non sazia,
se il cuore è vuoto di verità.
Che se manca la pace dell’anima,
anche i cibi più raffinati sono privi di sapore.
Perciò, quando ci vedi brancolare insoddisfatti
attorno alle nostre dispense
stracolme di beni,
muovi a compassione di noi,
placa il nostro bisogno di felicità
e torna a deporre nella mangiatoia,
come quella notte facesti a Betlemme,
“il pane vivo disceso dal cielo” (Gv 6,51).
Perché solo chi mangia di quel pane
non avrà più fame in eterno.
don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile



Pensiero del 10 dicembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 11,16-19

La Sapienza è stata riconosciuta giusta.

Il profeta Isaia ricorda al popolo che, se si trova in esilio, è a causa del suo non prestare attenzione ai comandamenti del Signore. Un comportamento simile a quello dei contemporanei di Gesù che, chiusi nelle loro idee, sono incapaci di cogliere i segni dell’azione di Dio nella storia.

Per comprendere il testo è necessario soffermarsi sull’immagine utilizzata da Gesù per descrivere la sua generazione. Essa è paragonata a dei bambini che si aspettano che siano gli altri ad adattarsi ai loro desideri e si lamentano se questo non avviene. L’immagine è facilmente adattabile ai nostri giorni e alle nostre esperienze. Genitori che dicono al figlio: “Abbiamo fatto questo e questo per te, e tu ora ti comporti in questo modo?”; oppure può accadere qualcosa di simile tra amici: “Io sono sempre stato disponibile, ti ho dato il mio tempo, e tu ora…”. Il problema è la difficoltà di accettare che la realtà possa non adattarsi ai nostri desideri: ci si aspetta che il comportamento dell’altro rispecchi le nostre idee, i nostri progetti e non riusciamo a guardare la realtà dalla giusta prospettiva. Un atteggiamento, quello sul quale ci stiamo soffermando, che fa emergere in modo evidente l’incapacità di reagire a ciò che accade e di coglierne il possibile “lato positivo”. Basti pensare a quante volte ci sia apparso come un problema rintracciare nella storia l’opera di Dio, visto che essa spesso e volentieri, non si manifesta rispettando i nostri schemi mentali, ma, al contrario, pare quasi “divertirsi” a metterli in discussione. La reazione davanti al comportamento di Giovanni Battista e di Gesù è emblematica, perché dimostra come si possano giudicare negativamente comportamenti tra loro contrapposti: non va bene Giovanni che non mangia e non beve, ma non va bene neanche Gesù che fa proprio l’opposto. Le parole del Signore sottolineano come, nella vita di fede e non solo, sia indispensabile essere disponibili a lasciarsi ammaestrare e guidare, accettare di non sapere tutto.

10 Dicembre 

2.s d'Avvento
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita
Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

Il Signore viene, andiamogli incontro:« Egli è il principe della pace».

(Matteo 2,2)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 1)

Rit: Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Il Signore viene, andiamogli incontro: «Egli è il principe della pace».

(Matteo 2,2)

09 dicembre, 2021

Rosario Livatino...l’Uomo

Rosario Livatino... il credente

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ROSARIO LIVATINO, IL GIUDICE BEATO | STORIE

Casa Giudice Livatino

ROSARIO LIVATINO documento storico creato da LA WEB TV.IT

San Siro di Pavia

 San Siro di Pavia

autore: Bernardino Campi anno: 1569 titolo: La Sacra Famiglia e San Siro luogo: Chiesa di San Marco, Milano

ome: San Siro di Pavia
Titolo: Vescovo
Nascita: IV secolo, Palestina
Morte: IV secolo, Pavia
Ricorrenza: 9 dicembre
Tipologia: Commemorazione


S. Siro della Palestina, era stato ammaestrato e innalzato a ministro del Signore dai discepoli degli Apostoli. Preso seco il santo giovane luvenzio, mosse per l'Italia, evangelizzando ovunque, e sostò a Pavia, di cui fu il primo vescovo. Pavia era ancor tutta idolatra e il Santo conobbe esser questo il campo che il Signore gli dava a coltivare, e lo coltivò con lo zelo e l'amore di cui era infiammato. Iniziò l'apostolato con l'intimare a tutti di credere a Gesù Cristo per ottenere la salute. La sua parola, corroborata dalla forza della grazia, trovò accesso in quei cuori. Siro passava le notti pregando e il giorno a istruire, consolare, soccorrere miserie, sapeva dimenticare e perdonare le ingiurie, e per tal modo in breve tramutò quel popolo idolatra in fervente cristiano. Atterrò gli idoli, ripurgò i delubri, dissipò le superstizioni, proscrisse i baccanali e operò molti prodigi. Il nome di Siro divenne grande non solo in Pavia, ma a Verona, Venezia, Milano che udirono la sua voce e videro i prodigi che Dio operava per lui.

Trionfo di San Siro in paradiso
titolo Trionfo di San Siro in paradiso


Per dodici lustri S. Siro profuse il suo zelo per il suo popolo e poté chiudere lieto gli occhi al tempo, nonagenario, avendo fatto piegare alla croce migliaia d'infedeli.

MASSIMA. Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla, e dalle sue labbra riceve la parola di conforto! Imitazione di Gesù Cristo.

PRATICA. Siate avido in questo mese d'ascoltare la parola di Dio, e pregate S. Siro, vostro protettore, a farla fruttificare nel vostro cuore.

Della parola tua fa, Dio, che tutto lo serbi in mente, e ne riporti il frutto.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pavia, san Siro, primo vescovo della città.
Preghiera a San Siro
"Benedicici, vescovo Siro, perché possiamo fare sempre la Volontà del Padre" 🙏
Oggi si ricorda il vescovo e martire di Pavia
San Siro di Pavia, amante e difensore della Chiesa di Cristo dai suoi nemici,
ispira anche a noi quel sentimento cristiano che fece della Tua vita un continuo adoperarsi per il Vangelo, e che ora Ti fa godere della visione di Dio in Cielo.
Benedicici, vescovo Siro, perché possiamo fare sempre la Volontà del Padre. Amen

San Juan Diego Cuauhtlatoatzin

 San Juan Diego Cuauhtlatoatzin

Nome: San Juan Diego Cuauhtlatoatzin
Titolo: Veggente di Guadalupe
Nascita: 1474 circa, Città del Messico
Morte: 1548, Città del Messico
Ricorrenza: 9 dicembre
Tipologia: Memoria facoltativa


Nel 1521 in Messico si scontrano due culture. Da una parte vi sono i conquistatori venuti dalla Spagna, dall'altra gli aztechi con la loro civiltà. Soccombono gli aztechi per l'ingordigia e la violenza degli invasori.

Nel dicembre del 1531 un indigeno da poco convertito e battezzato si dirigeva alla chiesa di Santa Cruz per assistere alle lezioni di catechismo. Passando vicino a una collina, non lontana da Città del Messico, sente un cinguettio gioioso di uccelli e si avvicina. Ode allora una voce che lo chiama per nome, la Madonna, che lo invita a recarsi dal vescovo per chiedergli di costruire un tempio «dove io possa mostrare tutto il mio amore» di madre misericordiosa. Juan Diego obbedì, ma il vescovo non gli prestò ascolto. Così avvenne anche dopo la seconda e terza apparizione. Alla quarta la Vergine esortò Juan Diego a raccogliere delle rose e a recarsi con esse in arcivescovado. L'indio obbedì ed ecco che all'aprire del suo mantello (ti/ma) davanti al vescovo, questi vide impresso su di esso la bellissima immagine della Madre di Dio quale si può vedere ancora oggi nel santuario fatto costruire sul luogo delle apparizioni a Guadalupe. L'immagine della Vergine sulla tilma di Juan Diego era un segno di incoraggiamento ai timidi inizi di una nuova civiltà nata dalla mescolanza e dalla collaborazione di vincitori e vinti.

Dopo le apparizioni, Juan Diego orientò la sua vita decisamente verso Dio. Trascorse il suo tempo tra la coltivazione dei campi e le pratiche della religione cristiana testimoniando instancabilmente la promessa falla dalla Vergine di intervenire a favore di quanti si rivolgeranno con affetto filiale al suo cuore di Madre.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel
Signore.

Pensiero del 09 dicembre 2021

 Il più piccolo, cioè il più umile, è Cristo stesso che da Dio, si è fatto uomo, da ricco a povero, da Re dell'universo, servo verso tutti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 11,11-15

I violenti se ne impadroniscono.

Isaia invita il popolo a non aver timore, perché il Signore verrà presto in suo aiuto prendendosi cura dei più poveri. Nel Vangelo, Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista riconoscendo in lui il più grande tra i nati da donna. Ma afferma anche che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Il Vangelo di oggi non è semplice da comprendere. In particolare la frase: «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». Con Giovanni inizia qualcosa di nuovo per il regno dei cieli: esso subisce violenza. Pochi versetti prima del nostro brano, Matteo sottolinea che Giovanni è in carcere (Mt 11,2): sembra quindi che Gesù faccia riferimento alla violenza che subiscono coloro che hanno a che fare con il regno dei cieli. Anche ai dodici apostoli, che vuole inviare a proclamare la vicinanza del regno dei cieli, Gesù annuncia che saranno come pecore in mezzo ai lupi, saranno condotti nei tribunali, flagellati, odiati e perseguitati (Mt 10,16-33). Il termine “ora”, dunque, fa riferimento sia al tempo in cui Gesù sta parlando, che vede il Battista in prigione, sia al tempo di coloro che, lungo i secoli, continuano ad annunciare il regno dei cieli e subiscono violenza a causa di questo. Ma, la seconda parte della frase che stiamo cercando di comprendere sembra rimandare ad un altro tipo di “violenza”, una violenza che permette di “impadronirsi” del regno. Per capire di che tipo di violenza si tratta può essere utile capire cosa permette di entrare nel regno dei cieli. E necessario avere una giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei, cioè cercare di realizzare la volontà del Padre e non la nostra (Mt 5,20; 7,21); convertirsi, cioè cambiare la propria mente, diventando come bambini, facendosi piccoli come loro che, a differenza degli adulti, hanno ancora in sé la capacità di cambiare, il desiderio di imparare cose nuove, la disponibilità a lasciarsi ammaestrare (Mt 1 8,3-4; 19,14). La violenza che viene richiesta per impossessarsi del Regno, dunque, è quella della conversione, del cambiamento interiore. Possiamo verificare se nella nostra vita di singoli cristiani e di comunità, subiamo violenza a causa della nostra fede in Gesù: se questo non avviene, forse dovremmo verificare in quale modo, nella nostra esistenza, testimoniamo ciò in cui crediamo. Oppure, possiamo chiederci quanta “violenza” siamo disposti a fare a noi stessi per impossessarci del regno dei cieli, e a che punto si trova il nostro cammino di conversione.

09 Dicembre

2.s d'Avvento
Il Signore è misericordioso e grande nell’amore
Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.

(Isaia 45,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.

(Isaia 45,8)

08 dicembre, 2021

8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

 8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla "Ineffabilis Deus", che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; tale dogma non va confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria.
Il dogma dell'Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la Chiesa cattolica infatti ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente: in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, Dio dunque volle che la Vergine dovesse essere la dimora senza peccato per custodire in grembo in modo degno e perfetto il Figlio divino fattosi uomo.
La Chiesta ortodossa non condivide il dogma cattolico di Immacolata concezione; in altri termini, Maria venne purificata dall'ombra del peccato ancestrale umano, totalmente e solo, al momento del concepimento di Cristo. Anche i protestanti non celebrano la festa dell'Immacolata.
Diego Velazquez, Immacolata Concezione, 1618, Londra, National Gallery


Pensiero del 08 dicembre 2021

 L'Immacolata Concezione, ci dice che l'Amore di Dio, ci precede ed anticipa ogni nostro atto ed è più forte del peccato.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,26-38

Rallegrati, piena di grazia!

Nella prima lettura il Signore svela all’uomo e alla donna le conseguenze della loro scelta di mangiare  dell’albero della conoscenza del bene e del male. Venuto meno il rapporto con Dio, come conseguenza, si spezzano sia il rapporto tra loro che quello con l’ambiente che li circonda. Nel Vangelo, Maria riceve  l’annuncio che diventerà madre pur “non conoscendo uomo”. Nella seconda lettura, ci viene ricordato che l’essere “santi e immacolati nella carità”, come Maria, è ciò a cui tutti siamo chiamati.

La festa che stiamo celebrando ci invita a leggere il Vangelo dell’annunciazione per scoprire come il Signore ha operato nella vita di questa ragazza. Prima ancora di conoscere il nome della giovane, viene detto, per ben due volte, che è una vergine, e lei stessa afferma di non conoscere uomo. In questa giovane donna, poi, le attese di un popolo stanno per giungere a compimento, la promessa di Dio sta per realizzarsi, in un modo che esce dagli schemi abituali. Lungo la storia di Israele, infatti, donne sterili ormai anziane hanno ricevuto il dono della maternità, ma qui c’è qualcosa di nuovo: Maria è una ragazza e non conosce uomo.  L’intervento di Dio nei suoi confronti, dunque, è qualcosa di completamente inatteso e che sorprende. Questa novità si fonda sul terzo attributo di Maria che rivela come Dio l’ha preparata a tutto questo: la “piena di grazia”. La traduzione italiana non rende pienamente la ricchezza del verbo greco: esso indica che nel soggetto è avvenuto un cambiamento che permane nel tempo. Maria, dunque, è colei che è stata non solo ricolmata, ma trasformata dalla benevolenza divina. Ecco allora che questa giovane donna non è solo una vergine, promessa sposa ad un uomo, ma è colei che Dio ha modellato e continua a modellare con il suo amore: per questo con lei può iniziare qualcosa di nuovo. L’agire divino nei suoi confronti non ha però eliminato la libertà della giovane, come rivela il titolo che Maria stessa si dà: la “serva del Signore”. Un attributo che svela come ella dia il suo assenso al progetto di Dio, ponendosi in continuità con i molti “servi di Dio” a cui, nell’Antico Testamento, il Signore ha garantito la sua vicinanza costante. L’atteggiamento di Maria è agli antipodi rispetto a quello di Adamo ed Eva. Davanti a Dio, che va loro incontro come amico, essi si nascondono proprio nel momento in cui Dio cerca di aiutarli a capire cosa hanno fatto; nessuno dei due si assume le proprie responsabilità. La giovane donna di Nazareth, invece, si lascia toccare dalla parola del Signore e si fida di Lui.

08 Dicembre

2.s d'Avvento

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie
Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.

 (Luca 1,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.

 (Luca 1,28)


don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile

 «Introducete Maria nei vostri affari, nei vostri disegni. Introducetela nei vostri pensieri. Fatela diventare non solo coinquilina di casa vostra, ma anche la persona con cui confidare per prima tutti i vostri progetti».

(don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile)