Maria, donna del pane
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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10 dicembre, 2021
Maria, donna del pane don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile
Pensiero del 10 dicembre 2021
Meditazione sul Vangelo di Mt 11,16-19
La Sapienza è stata riconosciuta giusta.
Il profeta Isaia ricorda al popolo che, se si trova in esilio, è a causa del suo non prestare attenzione ai comandamenti del Signore. Un comportamento simile a quello dei contemporanei di Gesù che, chiusi nelle loro idee, sono incapaci di cogliere i segni dell’azione di Dio nella storia.
Per comprendere il testo è necessario soffermarsi sull’immagine utilizzata da Gesù per descrivere la sua generazione. Essa è paragonata a dei bambini che si aspettano che siano gli altri ad adattarsi ai loro desideri e si lamentano se questo non avviene. L’immagine è facilmente adattabile ai nostri giorni e alle nostre esperienze. Genitori che dicono al figlio: “Abbiamo fatto questo e questo per te, e tu ora ti comporti in questo modo?”; oppure può accadere qualcosa di simile tra amici: “Io sono sempre stato disponibile, ti ho dato il mio tempo, e tu ora…”. Il problema è la difficoltà di accettare che la realtà possa non adattarsi ai nostri desideri: ci si aspetta che il comportamento dell’altro rispecchi le nostre idee, i nostri progetti e non riusciamo a guardare la realtà dalla giusta prospettiva. Un atteggiamento, quello sul quale ci stiamo soffermando, che fa emergere in modo evidente l’incapacità di reagire a ciò che accade e di coglierne il possibile “lato positivo”. Basti pensare a quante volte ci sia apparso come un problema rintracciare nella storia l’opera di Dio, visto che essa spesso e volentieri, non si manifesta rispettando i nostri schemi mentali, ma, al contrario, pare quasi “divertirsi” a metterli in discussione. La reazione davanti al comportamento di Giovanni Battista e di Gesù è emblematica, perché dimostra come si possano giudicare negativamente comportamenti tra loro contrapposti: non va bene Giovanni che non mangia e non beve, ma non va bene neanche Gesù che fa proprio l’opposto. Le parole del Signore sottolineano come, nella vita di fede e non solo, sia indispensabile essere disponibili a lasciarsi ammaestrare e guidare, accettare di non sapere tutto.
10 Dicembre
2.s d'Avvento
Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita
Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19
Il Signore viene, andiamogli incontro:« Egli è il principe della pace».
(Matteo 2,2)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 1)
Rit: Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita.
Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.
È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.
Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.
Il Signore viene, andiamogli incontro: «Egli è il principe della pace».
(Matteo 2,2)
09 dicembre, 2021
San Siro di Pavia
San Siro di Pavia
autore: Bernardino Campi anno: 1569 titolo: La Sacra Famiglia e San Siro luogo: Chiesa di San Marco, Milano |
Per dodici lustri S. Siro profuse il suo zelo per il suo popolo e poté chiudere lieto gli occhi al tempo, nonagenario, avendo fatto piegare alla croce migliaia d'infedeli.
MASSIMA. Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla, e dalle sue labbra riceve la parola di conforto! Imitazione di Gesù Cristo.
PRATICA. Siate avido in questo mese d'ascoltare la parola di Dio, e pregate S. Siro, vostro protettore, a farla fruttificare nel vostro cuore.
Della parola tua fa, Dio, che tutto lo serbi in mente, e ne riporti il frutto.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Pavia, san Siro, primo vescovo della città.
San Juan Diego Cuauhtlatoatzin
San Juan Diego Cuauhtlatoatzin
Nel dicembre del 1531 un indigeno da poco convertito e battezzato si dirigeva alla chiesa di Santa Cruz per assistere alle lezioni di catechismo. Passando vicino a una collina, non lontana da Città del Messico, sente un cinguettio gioioso di uccelli e si avvicina. Ode allora una voce che lo chiama per nome, la Madonna, che lo invita a recarsi dal vescovo per chiedergli di costruire un tempio «dove io possa mostrare tutto il mio amore» di madre misericordiosa. Juan Diego obbedì, ma il vescovo non gli prestò ascolto. Così avvenne anche dopo la seconda e terza apparizione. Alla quarta la Vergine esortò Juan Diego a raccogliere delle rose e a recarsi con esse in arcivescovado. L'indio obbedì ed ecco che all'aprire del suo mantello (ti/ma) davanti al vescovo, questi vide impresso su di esso la bellissima immagine della Madre di Dio quale si può vedere ancora oggi nel santuario fatto costruire sul luogo delle apparizioni a Guadalupe. L'immagine della Vergine sulla tilma di Juan Diego era un segno di incoraggiamento ai timidi inizi di una nuova civiltà nata dalla mescolanza e dalla collaborazione di vincitori e vinti.
Dopo le apparizioni, Juan Diego orientò la sua vita decisamente verso Dio. Trascorse il suo tempo tra la coltivazione dei campi e le pratiche della religione cristiana testimoniando instancabilmente la promessa falla dalla Vergine di intervenire a favore di quanti si rivolgeranno con affetto filiale al suo cuore di Madre.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel
Signore.
Pensiero del 09 dicembre 2021
Il più piccolo, cioè il più umile, è Cristo stesso che da Dio, si è fatto uomo, da ricco a povero, da Re dell'universo, servo verso tutti.
Meditazione sul Vangelo di Mt 11,11-15
I violenti se ne impadroniscono.
Isaia invita il popolo a non aver timore, perché il Signore verrà presto in suo aiuto prendendosi cura dei più poveri. Nel Vangelo, Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista riconoscendo in lui il più grande tra i nati da donna. Ma afferma anche che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Il Vangelo di oggi non è semplice da comprendere. In particolare la frase: «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». Con Giovanni inizia qualcosa di nuovo per il regno dei cieli: esso subisce violenza. Pochi versetti prima del nostro brano, Matteo sottolinea che Giovanni è in carcere (Mt 11,2): sembra quindi che Gesù faccia riferimento alla violenza che subiscono coloro che hanno a che fare con il regno dei cieli. Anche ai dodici apostoli, che vuole inviare a proclamare la vicinanza del regno dei cieli, Gesù annuncia che saranno come pecore in mezzo ai lupi, saranno condotti nei tribunali, flagellati, odiati e perseguitati (Mt 10,16-33). Il termine “ora”, dunque, fa riferimento sia al tempo in cui Gesù sta parlando, che vede il Battista in prigione, sia al tempo di coloro che, lungo i secoli, continuano ad annunciare il regno dei cieli e subiscono violenza a causa di questo. Ma, la seconda parte della frase che stiamo cercando di comprendere sembra rimandare ad un altro tipo di “violenza”, una violenza che permette di “impadronirsi” del regno. Per capire di che tipo di violenza si tratta può essere utile capire cosa permette di entrare nel regno dei cieli. E necessario avere una giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei, cioè cercare di realizzare la volontà del Padre e non la nostra (Mt 5,20; 7,21); convertirsi, cioè cambiare la propria mente, diventando come bambini, facendosi piccoli come loro che, a differenza degli adulti, hanno ancora in sé la capacità di cambiare, il desiderio di imparare cose nuove, la disponibilità a lasciarsi ammaestrare (Mt 1 8,3-4; 19,14). La violenza che viene richiesta per impossessarsi del Regno, dunque, è quella della conversione, del cambiamento interiore. Possiamo verificare se nella nostra vita di singoli cristiani e di comunità, subiamo violenza a causa della nostra fede in Gesù: se questo non avviene, forse dovremmo verificare in quale modo, nella nostra esistenza, testimoniamo ciò in cui crediamo. Oppure, possiamo chiederci quanta “violenza” siamo disposti a fare a noi stessi per impossessarci del regno dei cieli, e a che punto si trova il nostro cammino di conversione.
09 Dicembre
2.s d'Avvento
Il Signore è misericordioso e grande nell’amore
Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15
Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.
(Isaia 45,8)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.
(Isaia 45,8)
08 dicembre, 2021
8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
Pensiero del 08 dicembre 2021
L'Immacolata Concezione, ci dice che l'Amore di Dio, ci precede ed anticipa ogni nostro atto ed è più forte del peccato.
Meditazione sul Vangelo di Lc 1,26-38
Rallegrati, piena di grazia!
Nella prima lettura il Signore svela all’uomo e alla donna le conseguenze della loro scelta di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. Venuto meno il rapporto con Dio, come conseguenza, si spezzano sia il rapporto tra loro che quello con l’ambiente che li circonda. Nel Vangelo, Maria riceve l’annuncio che diventerà madre pur “non conoscendo uomo”. Nella seconda lettura, ci viene ricordato che l’essere “santi e immacolati nella carità”, come Maria, è ciò a cui tutti siamo chiamati.
La festa che stiamo celebrando ci invita a leggere il Vangelo dell’annunciazione per scoprire come il Signore ha operato nella vita di questa ragazza. Prima ancora di conoscere il nome della giovane, viene detto, per ben due volte, che è una vergine, e lei stessa afferma di non conoscere uomo. In questa giovane donna, poi, le attese di un popolo stanno per giungere a compimento, la promessa di Dio sta per realizzarsi, in un modo che esce dagli schemi abituali. Lungo la storia di Israele, infatti, donne sterili ormai anziane hanno ricevuto il dono della maternità, ma qui c’è qualcosa di nuovo: Maria è una ragazza e non conosce uomo. L’intervento di Dio nei suoi confronti, dunque, è qualcosa di completamente inatteso e che sorprende. Questa novità si fonda sul terzo attributo di Maria che rivela come Dio l’ha preparata a tutto questo: la “piena di grazia”. La traduzione italiana non rende pienamente la ricchezza del verbo greco: esso indica che nel soggetto è avvenuto un cambiamento che permane nel tempo. Maria, dunque, è colei che è stata non solo ricolmata, ma trasformata dalla benevolenza divina. Ecco allora che questa giovane donna non è solo una vergine, promessa sposa ad un uomo, ma è colei che Dio ha modellato e continua a modellare con il suo amore: per questo con lei può iniziare qualcosa di nuovo. L’agire divino nei suoi confronti non ha però eliminato la libertà della giovane, come rivela il titolo che Maria stessa si dà: la “serva del Signore”. Un attributo che svela come ella dia il suo assenso al progetto di Dio, ponendosi in continuità con i molti “servi di Dio” a cui, nell’Antico Testamento, il Signore ha garantito la sua vicinanza costante. L’atteggiamento di Maria è agli antipodi rispetto a quello di Adamo ed Eva. Davanti a Dio, che va loro incontro come amico, essi si nascondono proprio nel momento in cui Dio cerca di aiutarli a capire cosa hanno fatto; nessuno dei due si assume le proprie responsabilità. La giovane donna di Nazareth, invece, si lascia toccare dalla parola del Signore e si fida di Lui.
08 Dicembre
2.s d'Avvento
Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie
Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
(Luca 1,28)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
(Luca 1,28)
don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile
«Introducete Maria nei vostri affari, nei vostri disegni. Introducetela nei vostri pensieri. Fatela diventare non solo coinquilina di casa vostra, ma anche la persona con cui confidare per prima tutti i vostri progetti».
(don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile)
07 dicembre, 2021
Sant'Ambrogio
Sant'Ambrogio
Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l'elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l'intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla, un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero l'elezione di Ambrogio.
Essendo egli solamente catecumeno, dovette prima ricevere il battesimo, poi il sacerdozio e finalmente malgrado la sua umile riluttanza, la consacrazione episcopale.
Eletto dunque vescovo, con cuore di padre governò le anime a lui affidate.
Amorevole con tutti, si mostrava nello stesso tempo severo ed intransigente verso i nemici ostinati della Chiesa.
Con la sua straordinaria perspicacia nella scelta dei pastori di anime, diede il colpo di grazia alla setta degli ariani. Questi eretici, riconoscendo Gesù Cristo solo come uomo, negavano recisamente la sua divinità.
Ma se potenti erano gli eretici, più potenti furono i difensori suscitati da Dio per la integrità della fede.
Frutti insperati raccoglieva il Santo coi suoi sermoni: va ricordata in modo speciale la conversione di S. Agostino.
Stando una volta l'imperatore Teodosio nel presbiterio della chiesa, posto riservato unicamente ai sacerdoti, coraggiosamente mandò ad avvertirlo, ma con tale carità, che Teodosio ringraziò il santo vescovo di tale avvertimento.
Allorché lo stesso imperatore osò entrare in chiesa dopo la strage di Tessalonica, Ambrogio glielo impedì, e quando l'imperatore per scusarsi addusse l'esempio del re Davide, il santo Vescovo coraggiosamente rispose: Se avete imitato Davide nel peccato, imitatelo anche nella penitenza.
Finalmente, dopo molte lotte e sacrifici, andò a ricevere la corona delle sue fatiche in cielo, il 4 aprile dell'anno 397.
PRATICA. Facciamo penitenza dei nostri peccati finché siamo in vita, se non vogliamo farla in Purgatorio.
PREGHIERA. O Signore che nell'elezione e nella vita del vescovo Ambrogio hai dato al tuo popolo un esempio della tua immensa misericordia e provvidenza, fa che per i meriti di Gesù Cristo un giorno siamo compagni di colui che ora veneriamo in terra.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo ed istruì nella devozione il popolo con commentari ed inni per il canto.
Pensiero del 07 dicembre 2021
Ognuno di noi, è la pecorella smarrita. Se restiamo, nel recinto è solo per la paziente Misericordia di Dio, che sempre viene a cercarci.
Meditazione sul Vangelo di Mt 18,12-14
Così è la volontà del Padre vostro.
Al popolo in esilio a Babilonia, che vive sentendosi abbandonato da Dio, il profeta annuncia la fine di ogni tribolazione, perché il Signore sta per agire in loro favore, come fa un pastore con il proprio gregge. Gesù ricorre, a sua volta, all’immagine del pastore per rivelare la volontà del Padre.
Nella vita capitano quei momenti in cui ci sentiamo abbandonati da Dio e ci sembra di non essere più preziosi ai suoi occhi. Questa esperienza è stata vissuta in modo esemplare dal popolo di Israele che, chiuso nel proprio peccato, ha visto venir meno tutti i segni che testimoniavano la sollecitudine di Dio – il tempio, la terra, il re, la capitale – ed è stato condotto in esilio. Ma proprio nel momento in cui ha toccato il fondo, Israele ha ricominciato a gridare al suo Dio scoprendo che non l’aveva abbandonato, che sarebbe nuovamente intervenuto in suo favore. Durante l’Avvento risuona forte nella liturgia l’invito a perseverare nella speranza, a non chiuderci nella rassegnazione, certi che Dio è fedele al suo amore per noi. Un invito che si fonda su una certezza: il Padre desidera che nessuno vada perduto. Nel Vangelo, il Signore è paragonato ad un pastore sollecito che va in cerca della pecora che si è smarrita. Ad uno sguardo inesperto, cento pecore si assomigliano tutte e sembra incredibile che qualcuno riesca a distinguerle una dall’altra. Ma non è così per il pastore, che conosce le sue pecore una per una, e per questo non può restare indifferente se una si perde, consolandosi con il fatto che ci sono ancora le altre novantanove. In questo modo si comporta Dio. Lui ci conosce uno per uno, sa che siamo tutti pezzi unici, ciascuno irrepetibile, e non si dà pace se qualcuno si perde o non si realizza in pienezza. Ma la sua sollecitudine non è sufficiente. L’evangelista sembra esserne cosciente quando scrive “se riesce a trovarla”. Quel “se” rivela che il risultato non è scontato, perché c’è qualcosa davanti a cui anche Dio si ferma: la libertà delle sue creature.
07 Dicembre
2.s d'Avvento
Ecco, il nostro Dio viene con potenza
Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Ecco, il nostro Dio viene con potenza.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Esultino davanti al Signore che viene:
«Sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli».
Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».
06 dicembre, 2021
La Pace verrà
La Pace verrà
Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,
se tu credi alla forza di una mano tesa,
se tu credi che ciò che unisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora….
LA PACE VERRA’.
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…
LA PACE VERRA’.
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
se tu credi che la pace è possibile, allora…
LA PACE VERRA’.
Charles de Foucauld
PREGHIERA PER GLI INNAMORATI
PREGHIERA PER GLI INNAMORATI
"Insegnami che l'amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo, che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza"