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29 ottobre, 2021

Pensiero del 29 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 14,1-6

Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Il Vangelo presenta, all’interno della cornice del banchetto, il motivo del rapporto tra umiliazione ed esaltazione: nell’ottica di Dio, le categorie vengono rovesciate. Il banchetto è immagine del paradiso, della condizione di pienezza in cui verranno a trovarsi i salvati. Per accedere al banchetto è necessario assumere la prospettiva di Dio, il suo punto di vista. E Dio possiede una prospettiva rovesciata rispetto alla nostra, che è terrena ed effimera: umilia chi si è esaltato, ed esalta chi si è umiliato. Qual è il significato profondo del banchetto? La comunione. Quando mangio, entro in comunione con il creato, con il Creatore, e con le persone che hanno pro curato il cibo e l’hanno trasformato per renderlo commestibile. Il cibo crea comunione. Per la mentalità biblica il condividere il medesimo cibo in un pasto comune, indica che si è parte di un’unica famiglia. Ecco perché il banchetto è il modo migliore per esprimere la realtà del paradiso: il paradiso è comunione. E la forma più alta di  comunione è data dalle nozze. Infatti, nel nostro testo si parla di un banchetto nuziale. Con le nozze mi “nutro”, simbolicamente, dell’altro, lo interiorizzo. Il criterio di accesso al banchetto è dato dall’assumere l’umiltà come atteggiamento fondamentale. Cosa significa essere umile? Perché è così importante? Il termine italiano deriva dal latino humus, terra. L’umile non è chi rinuncia ai propri diritti, alla propria dignità. Umile è chi riconosce da dove viene, dalla terra. Adam, il primo uomo, è colui che è tratto dalla terra, la adamah. La radice del peccato consiste nel non accettare di venire dalla terra, non accettare di essere una creatura limitata, fragile, e voler essere Dio. L’umiltà non è, dunque, una caratteristica opzionale del credente; è la carta di identità del cristiano. Solo l’umile può accogliere la salvezza donatagli gratuitamente da Dio.

29 Ottobre 

Celebra il Signore, Gerusalemme

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

Salmo responsoriale (Salmo 93)

Celebra il Signore, Gerusalemme

Il Signore non respinge il suo popolo.
Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.
Se il Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

Rino Gaetano canta Berta Filava ad Adesso Musica (1976)


Buon compleanno Rino

28 ottobre, 2021

Mai più la guerra!

 Mai più la guerra!

Dio dei nostri padri,
grande e misericordioso,
Signore della pace e della vita,
Padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione,
condanni le guerre
e abbatti l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù
ad annunziare la pace ai vicini e ai lontani,
a riunire gli uomini di ogni razza
e di ogni stirpe
in una sola famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli,
supplica accorata di tutta l’umanità:
mai più la guerra, avventura senza ritorno,
mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza,
minaccia per le tue creature,
in cielo, in terra e in mare.
In comunione con Maria, la Madre di Gesù,
ancora ti supplichiamo:
parla ai cuori dei responsabili
delle sorti dei popoli,
ferma la logica della ritorsione
e della vendetta,
suggerisci con il tuo spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli,
spazi di dialogo e di paziente attesa
più fecondi delle affrettate scadenze
della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra!
San Giovanni Paolo II_Papa



Anne e Margot Frank campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al kL Bergen-Belsen

 28 ottobre 1944 | Un trasporto di 1.308 prigioniere ebree lasciò il campo di Auschwitz II-Birkenau. Sono state trasferite al KL Bergen-Belsen. Molto probabilmente tra loro c'erano le sorelle Anne e Margot Frank.



Santi Simone e Giuda

 Santi Simone e Giuda



Nome: Santi Simone e Giuda
Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 28 ottobre
Tipologia: Festa




S. Simone fu soprannominato Cananeo o Zelote per distinguerlo da S. Pietro e da S. Simone, che succedette a S. Giacomo il Minore nella sede vescovile di Gerusalemme... continua

S. Giuda, soprannominato Taddeo per non confonderlo col traditore del Signore, era figlio di Cleofa e di Maria, cugina della Beatissima Vergine... continua

PRATICA. A imitazione dei due Apostoli, professiamo e difendiamo la fede cattolica senza rispetto umano.

PREGHIERA. O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o Zelota, e l'altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell'ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

PREGHIERA

 O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome, concedici di celebrare con frutto la loro gloria eterna e di trarne profitto.

Preghiera a San Giuda Taddeo
Oggi si venerano San Simone apostolo e San Giuda (Taddeo)
Preghiera per supplicare l’intercessione dell’Apostolo San Giuda per casi difficili e disperati O San Giuda Taddeo, parente di Nostro Signore Gesù Cristo, Apostolo e Martire, magnifico per virtù e miracoli, intercessore fedele per quanti ti onorano e patrono speciale nei casi disperati, io a te mi rivolgo pieno di fiducia. Poiché tu possiedi il privilegio di soccorrere palesemente coloro che hanno quasi perduta ogni speranza, soccorri anche me in questa mia necessità… Dalla quale non è in poter mio di liberarmi. Ti prometto San Giuda Taddeo di non dimenticare per tutta la vita i tuoi benefici, di onorarti ognora come mio particolare patrono, e di far noto a tutti che tu sei veramente potente e pronto aiuto nelle nostre necessità. Cosi sia. Pater, Ave, Gloria.




Pensiero del 28 ottobre 2021

Due uomini, come tanti, chiamati a testimoniare la Risurrezione del Signore in maniera unica ed irripetibile. Ma a ciascun battezzato, è affidata la medesima missione.

Meditazione sul Vangelo di Lc 6,12-19

Uguali per dignità, diversi perché individui.

Il Vangelo presenta la scelta dei Dodici apostoli da parte di Gesù. Il Gesù di Luca viene sorpreso spesso in atteggiamento di preghiera. Lasciamo che la sua Parola risuoni nella nostra memoria, che la sua acqua irrighi i nostri deserti, che il suo sole illumini e riscaldi le nostre zone di ombra, che le sue ali ci forniscano un rifugio sicuro. Forse consideriamo la preghiera una pratica inutile. La preghiera esula dalla logica mercantilistica; è pura relazione, riconoscimento reciproco, dinamismo di amore. Quando il Santo Curato d’Ars chiese al contadino quale fosse la sua preghiera, quello rispose: “Io lo guardo, e lui mi guarda”. Solo la preghiera sostiene l’apostolo. In un certo senso, siamo tutti apostoli (inviati, mandati). Essere apostolo significa riconoscere la propria identità e missione. Perché Gesù opera una selezione? Le persone non sono tutte uguali? Siamo uguali per dignità, ma non in quanto individui. La selezione attuata da Gesù è necessaria perché la Chiesa ha bisogno di vari ministeri. Ci vengono riferiti i nomi dei dodici apostoli. Sono persone concrete, singoli individui, non funzioni intercambiabili. Ognuno di quei nomi rappresenta una storia, una vita, un fascio di speranze, attese, delusioni, sofferenze e gioie. Non siamo tutti uguali di fronte a Dio, non siamo una massa di cloni, un oceano indistinto. Siamo tutti diversi, e tutti amati singolarmente. Possediamo temperamenti e caratteri diversi, storie e esperienze diverse, abilità, capacità, sensibilità diverse, e proprio per questo siamo tutti indispensabili per il Regno. Se mancasse anche un minimo pezzo della nostra intera personalità, il Regno sarebbe più povero. Noi valiamo, in quanto cristiani, non perché ricopriamo dei ruoli, ma perché siamo amati da Dio così come siamo, nella nostra unicità.

28 Ottobre 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; t'acclama il coro degli apostoli.


27 ottobre, 2021

Accadde Oggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei

 #AccaddeOggi 27 ottobre 1938 iniziava la prima deportazione di massa degli ebrei dal Reich tedesco. Nel corso di due giorni, i tedeschi arrestarono 17.000 ebrei con cittadinanza polacca che vivevano in Germania (alcuni per la maggior parte della loro vita) e li deportarono con la forza oltre il confine con la Polonia. I deportati ebrei sono stati colti completamente alla sprovvista, la maggior parte non ha avuto assolutamente tempo di prepararsi prima della loro espulsione violenta.

Le autorità polacche hanno collocato gli ebrei nella città di confine di Zbaszyn e hanno proibito loro di andarsene. La loro speranza era che il gran numero di ebrei vicino al confine avrebbe spinto i tedeschi ad avviare negoziati per consentire loro di rientrare in Germania.
Emanuel Ringelblum, un insegnante e storico ebreo (in seguito fondatore degli archivi Oneg Shabbat nel ghetto di Varsavia) è stato inviato a Zbaszyn per 5 settimane dal Joint Distribution Committee per aiutare i rifugiati. In seguito scrisse:
"Penso che non ci sia mai stata una deportazione così feroce, così pietosa di qualsiasi Comunità ebraica come questa deportazione tedesca. Ho visto una donna che è stata portata via dalla sua casa in Germania mentre era ancora in pigiama... Ho visto una donna di oltre 50 anni che è stata prelevata da casa sua paralizzata; dopo è stata portata fino al confine in poltrona da giovani uomini ebrei... »
Scopri di più su "L'anno fato" del 1938, e sugli effetti della radicalizzazione della politica ebraica nazista >> https://bit.ly/2ZZ57Jy





Pensiero del 27 ottobre 2021

La porta, più stretta l'ha attraversata il Crocifisso, aprendo la via per tutti

Meditazione sul Vangelo di Lc 13,22-30

La porta e il banchetto.

Nella prima lettura, lo Spirito funge da punto di raccordo tra il cuore dell’uomo e Dio. Dio vuole che tutti siano salvi. Tutti sono chiamati, e tutti sono responsabili della risposta alla chiamata. L’affermazione principale è che “tutto concorre al bene, per coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Il Vangelo parla della difficoltà a entrare nella salvezza definitiva: nessuno è avvantaggiato, ognuno è chiamato a interiorizzare le esigenze del Regno. Chi si salva? Perché l’aver mangiato e bevuto in presenza di Gesù, e l’averne ascoltato la predicazione, non sono motivi sufficienti per entrare nella dimora eterna? Per ben quattro volte i non-salvati vengono chiamati “voi”. Questo ha un impatto fortissimo sulla comunità cristiana riunita in assemblea mentre ascolta il Vangelo. Quegli esclusi possiamo essere “noi”. Quando ci troveremo di fronte al giudizio, il fatto di essere cristiani non sarà un’attenuante, ma un’aggravante: “Pur conoscendo il Vangelo, non lo avete vissuto, mentre altri, pur non conoscendolo, lo hanno vissuto”. Si salvano quelli che praticano la giustizia, che – anche inconsapevolmente – seguono le orme dei Patriarchi e dei profeti di Israele. I salvati vengono da ogni angolo della terra, potremmo dire, da ogni cultura, generazione, religione, modo di pensare. Essi accederanno al banchetto escatologico, compimento del banchetto eucaristico; erano “ultimi”, ora sono “primi”. Questa impostazione non deve farci credere che l’appartenenza alla comunità cristiana sia facoltativa. Al contrario! Le parole di Gesù sono rivolte a noi, credenti, perché non presumiamo una salvezza facile, quasi dovutaci da Dio perché apparteniamo alla sua Chiesa. L’essere battezzati non ci esime dal nostro compito principale: praticare la giustizia. Anzi, proprio il cristiano sa, meglio di altri, cos’è la giustizia. La giustizia è la volontà di Dio manifestata in Cristo. La giustizia consiste, secondo l’impostazione propria di Luca, nel condividere i propri beni con gli altri, nell’edificare una comunità di comunione

27 Ottobre

Nella tua fedeltà ho confidato, Signore

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmi 12)
Rit: Nella tua fedeltà ho confidato, Signore.

Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»
e non esultino i miei avversari se io vacillo.

Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB

  27 novembre 2020 - 27 ottobre 2021 undici mesi senza don Antonio Maffucci FSCB



Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.


26 ottobre, 2021

Gigi Proietti - Ninna Nanna di Trilussa - Cavalli di battaglia 16/06/2018


Uno dei cavalli di battaglia dell'attore e showman Gigi Proietti, la Ninna Nanna di Trilussa, insieme un omaggio al grande poeta, scrittore e giornalista romano Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri , meglio conosciuto con lo pseudonimo Trilussa (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950). 

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili


Papa Luciani recita Trilussa - 1978


Papa Luciani recita Trilussa - 1978

Pensiero del 26 ottobre 2021

 Siamo terra, per accogliere il seme, siamo farina per accogliere il lievito. In questa accoglienza, sta la nostra vocazione.

Meditazione sul Vangelo di Lc 13,18-21

Senape e lievito.

Il dolore del mondo è come le doglie del parto: «Indica l’imminenza di una vita nuova». La comunità cristiana è l’unica realtà decisiva per le sorti del mondo. Il Vangelo parla di due caratteristiche del Regno di Dio: «Possiede un dinamismo di crescita miracoloso (da insignificante a travolgente: «Il granello di senape), e ha una capacità d'impatto che va ben al di là dei suoi confini». (il lievito).

Il Regno di Dio: «Una realtà misteriosa, sfuggente. Non lo si può descrivere direttamente, così come non si può guardare il sole; se ne può parlare solo usando metafore, parabole. Il Regno possiede un dinamismo di crescita travolgente. È vero, le nostre chiese si spopolano, ci sono sempre meno presbiteri, eppure il Regno possiede una vitalità straordinaria. È come una freccia scagliata verso il bersaglio; niente e nessuno la potrà fermare; non le persecuzioni, non le ideologie, nemmeno il nostro pessimismo. Non siamo noi i padroni del Regno; siamo i servi. Il Regno dipende dalla forza dello Spirito. Noi siamo parte del Regno, siamo parte di questo albero destinato ad affondare radici sempre più profonde nell’humus della storia, a slanciare verso il cielo un fusto sempre più alto, e a protendere rami imponenti. Il Regno è una casa per tutti i diseredati, il “condominio” degli esclusi, di coloro che si riconoscono bisognosi. Il Regno non c'appartiene, noi gli apparteniamo; il Regno non dipende da noi, ma ha bisogno del nostro contributo; il Regno si espande a nostra insaputa, eppure a noi è data la consapevolezza della sua esistenza e del suo centro; Cristo. Il Regno è come il lievito: la sua capacità di impatto sulla società e sulla creazione va oltre i suoi confini. Pensiamo al bambino che prega in camera, all’adolescente che decide di donarsi ai valori del Regno; all’adulto che si lascia consumare come pane spezzato per la fame dei fratelli. Anche il più piccolo pensiero di amore viene messo in circolo dallo Spirito per il bene dell’universo. Noi cristiani non siamo affatto insignificanti: la creazione intera attende con trepidazione le nostre decisioni, anche quelle intime e personali, perché siamo, se lo vogliamo, le punte avanzate del Regno. Siamo la luce del mondo!».

26 Ottobre 

Grandi cose ha fatto il Signore per noi

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

 (Matteo 11,25)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 125)
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

 (Matteo 11,25)

25 ottobre, 2021

Preghiera per la giornata internazionale degli Artisti – 25 Ottobre 2021

 Preghiera per la giornata internazionale degli Artisti – 25 Ottobre 2021

Dio dei bagliori luminosi
che emanano le stelle,
Dio dell’Universo,
dei pianeti e del mare,
Dio dei rossi giganti cosmici
come il sole,
Luce primordiale del mattino,
sinfonia dei colori,
Dio dell’amore,
della musica e della poesia
Dio delle forze elementari
Dio che sorreggi la nostra fragilità di artisti
e le nostre coscienze,
Dio dei più alti pensieri,
dei voli dei gabbiani e dei colori
dei fiori, degli alberi e dell’acqua,
In un grande cerchio planetario
Dio piccolo punto, infinita grandezza,
energia, potenza,
Gloria,
Dio, sostieni la nostra energia creativa di artisti
come una luminosa cascata scintillante
Fai che viaggino sempre nel tempo i nostri alati pensieri
E che siano sorgente ad altri,
come le stelle che nascono e muoiono per far vivere gli universi,
Dio, amore, vento creativo di poesia, di musica, d’arte
Mantieni sempre l’uomo in equilibrio con l’infinito.
Barbara di Castri



Beato Carlo Gnocchi

 Beato Carlo Gnocchi



Nome: Beato Carlo Gnocchi
Titolo: Fondatore dei mutilatini Sacerdote
Nascita: 25 ottobre 1902, San Colombano al Lambro
Morte: 28 febbraio 1956, Milano
Ricorrenza: 25 ottobre
Tipologia: Commemorazione




Carlo Gnocchi nasce a San Colombano al Lambro, vicino Lodi, il 25 ottobre 1902 da Enrico e Clementina Pasta, sarta.

Ordinato sacerdote nel 1925 viene inviato prima a Cemusco sul Naviglio, poi nella popolosa parrocchia di San Pietro in Sala, a Milano.

Nel 1936 il Cardinale Ildefonso Schuster lo nomina direttore spirituale dell'Istituto Gonzaga Nel 1940 don Carlo, si arruola come Cappellano volontario e parte per il fronte. Terminata la campagna dei Balcani nel 1941, nel 1942 Carlo Gnocchi, con il grado di tenente, ripartì per il fronte russo, a seguito della Divisione alpina "Tridentina", dove partecipò in veste di cappellano alla Battaglia di Nikolaevka. Sopravvissuto al conflitto, raccolse dai feriti e dai malati le loro ultime volontà, che lo porteranno, al rientro in patria, ad un viaggio per la penisola, messaggero tra le famiglie degli scomparsi.

«In quei giorni fatali posso dire di aver visto finalmente l'uomo. L'uomo nudo; completamente spogliato, per la violenza degli eventi troppo più grandi di lui, da ogni ritegno e convenzione, in totale balìa degli istinti più elementari emersi dalle profondità dell'essere.»

(Carlo Gnocchi, "Cristo con gli Alpini")


Ritornato in Italia nel 1943, concepisce l'idea di fondare un'istituzione a favore dei mutilati di guerra; ricerca dei familiari dei caduti, per dare loro un conforto morale e materiale.

Nel 1949 il Capo del Governo, Alcide De Gasperi, lo promuove consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il problema dei mutilati di guerra.

L'11 febbraio 1952 nasce la "Fondazione Pro Juventute", riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica.

Nel settembre del 1955, alla presenza del Capo dello Stato, Giovanni Gronchi, viene posata la prima pietra della nuova struttura nei pressi dello stadio Meazza (San Siro) a Milano.

Vittima di una malattia incurabile Don Gnocchi muore il 28 febbraio 1956.

Trent'anni dopo la morte di Don Carlo, il cardinale Carlo Maria Martini istituisce il Processo di Beatificazione. Viene proclamato Beato da Papa Benedetto XVI il 25 ottobre 2010.

Pensiero del 25 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 13,10-17

Diciotto anni.

Il Vangelo parla di “figliolanza”: la donna curva da diciotto anni viene definita da Gesù “figlia di Abramo”. L’incontro con Cristo la rende libera e figlia di Dio. Quella donna siamo noi in quanto Chiesa. Curva, cioè prigioniera. La donna viene privata di una parte della sua umanità, non può volgere lo sguardo verso il Cielo. Essa rappresenta l’umanità incurvata su di sé, chiusa nel proprio egoismo, schiava del peccato. Da diciotto anni. Nel libro dei Giudici si racconta che gli Israeliti vengono oppressi due volte per diciotto anni (Gdc 3,14; 10,8). Diciotto risulta dalla moltiplicazione di 6 x 3. Il 6 indica l’imperfezione, è il numero dell’umanità (creata il sesto giorno) segnata dal limite, mentre il 3 è, come il 7, un numero divino. Il diciotto rappresenta l’intervento di Dio all’interno del limite dell’uomo. L’incontro con Cristo doveva accadere il diciottesimo anno. Gesù la raddrizza, cioè la libera. Gesù vede la donna, la chiama e le parla. L’inferma esce dall’anonimato, diviene un soggetto di relazione. Gesù si prende cura di lei personalmente, la eleva al rango di individuo. Il giorno di sabato. La risposta di Gesù presenta un gioco di parole in greco: l’atto dello slegare il bue o l’asino, e la liberazione della donna, vengono espressi con un unico verbo: lyo, che significa “sciogliere”. Israele viene finalmente liberato, slegato, sciolto dalle catene. Gesù restituisce al sabato il suo significato originario: è tempo di liberazione. Lì, Dio agisce per salvare quelli che sperano in lui. La domenica, il giorno del Signore (compimento del sabato), è il tempo segnato dal numero diciotto: l’irruzione del dinamismo di Dio (3) nel limite dell’uomo (6). La Chiesa, figlia di Abramo e discepola di Cristo, sperimenta la grazia della “posizione eretta”. Nessuno è più più curvo, legato, limitato a una prospettiva chiusa, ma tutti siamo abilitati ad alzare lo sguardo, a innalzarci verso l’orizzonte sconfinato di Dio.

25 Ottobre

Il nostro Dio è un Dio che salva

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 67)
Rit: Il nostro Dio è un Dio che salva.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)