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21 ottobre, 2021

Oggi è sant'Orsola e compagne Tanti Auguri di cuore alla Beata Madre Caterina Orsola Cittadini

Oggi, è sant'Orsola e compagne.
Tanti Auguri di cuore, alla Beata Madre Caterina Orsola Cittadini, per il suo onomastico.
Il suo sguardo ed il suo sorriso dolcissimo, mentre guarda l'infinito è rassicurante.


Fondatrice, delle Suore Orsoline in Somasca, insieme a sua sorella Giuditta Caterina.

Don Pino Puglisi Presbitero e Martire in odio alla Fede


 La traslazione è avvenuta il 15 aprile 2013, dopo la ricognizione canonica della salma effettuata alla presenza del vescovo ausiliare di Palermo Mons. Carmelo Cuttitta, durante la quale è stata prelevata parte di una costola, poi usata e venerata come reliquia durante il rito di beatificazione. Le spoglie sono state collocate ai piedi dell'altare nella cappella dell'Immacolata Concezione, in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano (questo temporaneamente, perché proprio sui terreni di Brancaccio confiscati alla mafia è in costruzione un santuario dove la salma sarà collocata definitivamente). Il significato di tale monumento è tratto dal Vangelo: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv, 12,24). La Chiesa ne ricorda la memoria il 21 ottobre, giorno del suo Battesimo.



Sant' Orsola e compagne

Sant' Orsola e compagne




 Nome: Sant' Orsola e compagne

Titolo: Martiri
Nascita: IV secolo, Gran Bretagna, Regno Unito
Morte: 21 ottobre 383, Colonia, Germania
Ricorrenza: 21 ottobre
Tipologia: Commemorazione




Lo stuolo glorioso delle vergini capitanate da S. Orsola si crede che fosse di undicimila; ma ancorchè non ci sia pervenuto il numero preciso, tuttavia è certissimo il fatto del martirio che esse subirono pel nome di Gesù Cristo, martirio che la Chiesa annualmente commemora e festeggia.

Queste eroiche figlie della Chiesa, raccolte in Bretagna per ordine dell'imperatore Massimo, erano destinate spose ai duci e ai soldati britanni incaricati di fondare una colonia dove l'impero era maggiormente esposto alle continue scorrerie e feroci devastazioni delle milizie barbariche.

Affidate perciò ad Orsola, nobile principessa, salirono sulle navi che dovevano trasportarle al luogo designato.

Ma Dio, negli altissimi ed arcani suoi disegni, aveva ben più nobili progetti sulle giovanette Durante la traversata, infatti, ecco levarsi d'improvviso una si furiosa tempesta, che minacciò di farle naufragare. Le navi, sbattute da ogni parte da minacciosi flutti, vennero infine sospinte, per divina disposizione, sulle coste della Germania, allora occupate dagli Unni, feroci pagani, odiatori del Cristianesimo. Quei barbari, quasi belve sitibonde di piacere e di sangue, si gettarono sulle giovani, ma vinti dall'avvenenza delle fanciulle, tentarono con lusinghe e poi con minacele di violare la loro verginità.

Vano però riuscì ogni tentativo. Quelle eroiche vergini resistettero con fortezza agli assalti dei nemici, e animate dal coraggioso esempio e dalle esortazioni di Orsola preferirono il martirio piuttosto che macchiare la loro onestà e perdere la fede.

Presi allora da satanico furore, i soldati si gettarono sulle inermi vittime, e dopo averle torturate coi più crudeli tormenti, le passarono a fil di spada. Ciò avvenne sulla fine del secolo 'v, nei pressi della città di Colonia, che ancor oggi gelosamente custodisce le gloriose reliquie di quelle eroine della fede e della castità.

Sul suolo bagnato dal sangue virgineo di Orsola e delle sue degne compagne venne poscia edificata una sontuosa basilica, che fu in ogni tempo mèta di devoti pellegrinaggi.

Fu S. Orsola che ispirò alla bresciana S. Angela Merici di istituire e donare alla Chiesa una nuova Congregazione religiosa (detta delle Orsoline, appunto perchè la fondatrice propose S. Orsola come modello e patrona delle sue figlie), per il difficile e sublime compito dell'educazione della gioventù femminile. Come infatti S. Orsola seppe guidare alla vittoria quella schiera eletta di sante vergini, così protegge ora l'odierna gioventù femminile, attorniata da mille pericoli, facendola strumento di bene nella famiglia e nella società.

PRATICA. Aiutiamo le opere per l'educazione della gioventù.

PREGHIERA. Concedici, te ne preghiamo, o Signore Dio nostro, di venerare con incessante devozione i trionfi delle tue sante vergini e martiri Orsola e compagne; e giacchè non possiamo onorarle degnamente, offriamo almeno frequentemente i nostri umili omaggi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Colònia il natale delle sante Orsola e sue Compagne, le quali, per la religione cristiana e per il costante amore alla verginità uccise dagli Unni, finirono la vita col martirio, e moltissimi corpi di loro furono sepolti a Colònia.

Pensiero del 21 Ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 12,49-53

Il fuoco e l’acqua.

L’Apostolo usa tre metafore per indicare il destino della persona che vive nel peccato, o in Cristo. Il contadino e il frutto, il viaggiatore e la strada, il lavoratore e il salario. Il peccato è una promessa di felicità non mantenuta. Il dono di Dio, invece, conduce a una pienezza al di là di ogni immaginazione. Il Vangelo ci ricorda che la via di Cristo non è facile: ci “immerge” (battesimo) nella divisione, nella battaglia, ma l’esito è un mondo animato dal “fuoco” dello Spirito.

Il fuoco evoca lo Spirito (Lc 3,16). La missione di Gesù consiste nell’inondare l’umanità con un oceano di Spirito Santo, nell’“immergerla” (“battesimo” = “immersione”) nell’Amore stesso di Dio, che è lo Spirito. Questo si realizzerà con la Pentecoste (At 2,1-13). Lo Spirito è fuoco perché trascende le nostre categorie, ci muta nell’intimo, ci fa essere cibo per il mondo, pane spezzato, lampade che ardono e risplendono (Gv 5,35) nelle tenebre della storia. Grazie a lui siamo elaboratori di senso, focolari, dimore per ospitare gli uomini, donatori di fecondità, indicatori verso ciò che veramente conta. Egli ci rende forgiatori di uomini, maniscalchi dell’educazione, fabbri della maieutica; purificatori e disboscatori, incaricati di rammentare all’umanità l’essenziale. Solo in lui, fuoco che arde nei nostri cuori e nelle nostre ossa, possiamo parlare le innumerevoli lingue degli uomini, che si esprimono nelle culture, nelle religioni, nei sistemi di pensiero, nelle organizzazioni del vivere civile. Lo Spirito è il fuoco che prepara l’alba di un mondo nuovo. Il fuoco che Gesù viene a gettare si compie solo mediante la croce. Il “battesimo” indica l’“immersione” nell’abisso di sofferenza della croce. Se possiamo aspirare a vivere nella dimensione dello Spirito, è solo in virtù della croce di Cristo. E la sua croce è anche la nostra. Siamo misteriosamente associati alle sue sofferenze. Allora nessuna sofferenza del cristiano è priva di senso, nessuna lacrima è orfana di significato profondo e salvifico. Tutto quello che viviamo è inserito nell’orizzonte di Cristo. Le potenzialità di salvezza della sua croce sono disponibili per noi, e le ritroviamo nelle nostre esistenze. Il credente, così, non solo è consapevole che alla fine è destinato a un avvenire di pienezza, ma anche che il dolore del suo presente, il suo apparente non-senso, è gravido di una ricchezza inimmaginabile di significati.

21 Ottobre

Beato l’uomo che confida nel Signore

Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 1)
Rit: Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)

20 ottobre, 2021

auguri di cuore Mother Dolores Hart O. S. B.

 Mother Dolores Hart O. S. B. auguri di cuore, oggi, è il suo compleanno.




Pensiero del 20 ottobre 2021

 Il servo fannullone, è in ciascuno di noi, quando aspettiamo che siano gli altri a fare il bene, ma in noi c'è anche il servo fedele, che attende di crescere nell'amore. A noi scegliere quale servo far crescere e quale far diminuire.

Meditazione sul Vangelo di Lc 12,39-48

Se non ora, quando?

Siamo liberi in Cristo, ma non per peccare, bensì per vivere in Dio. E chi vive in Dio non può più lasciarsi attrarre dal peccato. Si inserisce qui il paradosso cristiano: l’uomo trova la propria libertà solo diventando “schiavo” (doulos) di Cristo. La parola che fa da nesso tra la prima lettura e il brano del Vangelo è, appunto, doulos (“schiavo, servo”). L’uomo non può fare a meno di servire qualcuno o qualcosa: la vera liberazione consiste nel servire Dio in Cristo.

L’insegnamento fondamentale del brano evangelico è la necessità di tenersi pronti in ogni momento per la venuta di Cristo. La sua venuta è l’evento centrale. Tutto converge verso questo punto, e tutto da lì riparte. Se la sua duplice venuta è il centro e il culmine della storia, significa che ne rappresenta il fine. Egli è lo scopo, l’obiettivo, la direzione della storia delle società e di ogni singolo. Pensiamo a come cambierebbe la nostra vita se fosse tutta focalizzata verso il punto centrale della venuta di Cri sto. Fare tutto per lui, tutto in vista dell’incontro definitivo con lui. Cristo vuole diventare il tuo Signore da adesso, per poterlo essere per sempre. Perché è così necessario tenersi pronti? Perché alcune cose si possono fare prima e non dopo. La sua venuta rappresenta uno spartiacque, un limite di non ritorno. Essa segnerà il momento conclusivo del periodo della preparazione, e ci immetterà nel tempo definitivo. La nostra vita attuale non è finalizzata a se stessa, non è racchiusa nel cerchio della ripetitività, o nell’orizzonte ristretto dell’immanenza, ma è chiamata a espandersi verso un’esistenza segnata dal compimento totale e definitivo della persona, dovuto alla pienezza della relazione con Dio. L’immissione nel tempo definitivo può avvenire in qualsiasi istante! Da qui la necessità di vivere intensamente il presente. Il presente è l’unico momento in cui mi è concesso di decidere quale significato dare alla mia vita. Sarò “pronto” nella misura in cui avrò imparato a condividere i miei “beni”: conoscenze, esperienze e abilità. Posso rendere gli altri partecipi della mia fede, della mia speranza, della mia visione del mondo. Mentre l’egoismo è ripetitivo fino alla noia, il dono di sé trova un’infinità di modi per esprimersi. Lasciamoci sorprendere dalla fantasia dello Spirito, e lasciamoci sorprendere ora!

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

 (Matteo 24,44)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 123)
Rit: Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi
– lo dica Israele –,
se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Sia benedetto il Signore,
che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato
e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

 (Matteo 24,44)

19 ottobre, 2021

Preghiera per chiedere l'intercessione di Papa Luciani

 Preghiera per chiedere l'intercessione di Papa Luciani

" Signore Gesù,
tu che ci hai dato la grande gioia
di venerare Papa Giovanni Paolo I come Tuo Vicario
sulla terra, e quindi nei Tuoi inscrutabili disegni
ci hai fatto provare l'immenso dolore della sua inattesa
scomparsa, concedici le grazie che Ti chiediamo, affinché,
sicuri della sua intercessione presso di Te,
possiamo un giorno venerarlo sugli altari :
allora la sua bontà e umiltà, proposte ad esempio dei fedeli
saranno un perenne invito a tradurre nella vita
il suo insegnamento e a diffondere serenità ed amore.
Amen".
Imprimatur
+ Mons. Maffeo Ducoli
Vescovo di Belluno-Feltre



Pensiero del 19 ottobre 2021

 Gesù, sta preparando, per ognuno di noi una beatitudine eterna...........Noi, saremo presenti, o ci perderemo, per l'eternità il definitivo incontro con Lui?

Meditazione sul Vangelo di Lc 12,35-38

Sempre pronti.

Un giorno eravamo senza Cristo, esclusi dalla storia della salvezza, estranei all’alleanza. Adesso grazie al Suo sangue, la lontananza e l’estraneità sono state superate. Le apparenze non riescono a rendere visibile tutto il mistero che vive nell’intimo di ogni anima cristiana. Il brano evangelico di oggi ci parla dei discepoli del Signore che vivono nell’operosa attesa del Suo ritorno. Si deve sempre essere nell’atteggiamento pasquale di chi aspetta il passaggio di Dio per la liberazione. Non ci si deve assopire neppure per un attimo, con calcoli e rimandi estremamente imprudenti e che potrebbero risultare fatali.

Non è la prima volta che il discepolo è invitato a guardare oltre il concreto oggi e il concreto domani. Di qui nasce un atteggiamento di fondo del discepolo: se vuole “assicurarsi sulla vita”, se vuole dare uno sbocco sicuro e positivo alla sua esistenza ed essere davvero beato, cioè salvo, deve vivere nell’attesa ed essere pronto, con la cintura ai fianchi (come gli antichi ebrei che si apprestavano a lasciare l’Egitto in Es 12,1 1), per andare incontro al Signore che viene. L’allusione al libro dell’Esodo è significativa: quando verrà il Signore andremo con Lui altrove, là dove è il nostro tesoro (12,34), nella casa del Padre, nei cieli. Comunque, Luca non insiste su questo e preferisce mettere l’accento sul fatto che il Signore viene e che osserva l’attesa del discepolo, il modo in cui egli accoglie il suo Signore. Le immagini del testo vanno in questo senso e se ne spiegano i motivi. Le lampade devono stare accese; i servi svegli e pronti al servizio, perché non sanno quando il loro padrone ritornerà: può essere presto, o a mezzanotte, anche più tardi. Certo è, però, che non ci sarà tempo per prepararsi: perché non sappiamo a che ora verrà, così come quando viene il ladro. Può non piacere l’analogia “ladro – Figlio dell’uomo” (Gesù), ma la durezza dell’immagine imprime meglio la verità “non sapete a che ora verrà”. Anche l’immagine “servi-padrone” appare urtante: è l’eco di un tipo di società che oggi vorremmo superata. Gesù però l’addolcisce. Egli non si sente un padrone come gli altri, anzi, quel mettersi il grembiule per servire dice che Gesù non si è comportato con loro da padrone, ma da servo (12,37). Noi, quindi, aspettiamo il Signore che si è fatto nostro servo, per essere da Lui riconosciuti davanti agli angeli di Dio.

19 Ottobre 

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà

Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.

(Luca 21,36)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Esultino e gioiscano in te
quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Il Signore è grande!»
quelli che amano la tua salvezza.

Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.

(Luca 21,36)

18 ottobre, 2021

Inno AL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO

 Inno AL GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO




L'Angelo di Alfredino Rampi è volato in Cielo

 Ciao Angelo.

Oggi è un giorno di lutto, grande commozione e memoria per tutti noi del Centro Alfredo Rampi.
Nel dare la triste notizia della morte di Angelo Licheri, ricordiamo il valore, il coraggio, la tenacia e anche la simpatia del piccolo grande eroe, prototipo del #volontario disposto ad andare “più in là”, cercando di superare ogni ostacolo per salvare una vita, “con il solo vessillo del proprio cuore”.
Non sono frasi retoriche – non si addirebbero alla schiettezza ed umiltà di Angelo – ma nascono dalla conoscenza dell'uomo e dalla profonda #gratitudine nei suoi confronti.

Fonte: Centro Alfredo Rampi Onlus


San Luca Evangelista

 San Luca Evangelista

Nome: San Luca
Titolo: Evangelista
Nascita: I secolo, Antiochia di Siria
Morte: 18 ottobre 93, Tebe
Ricorrenza: 18 ottobre
Tipologia: Festa




L'Evangelista S. Luca nacque in Antiochia di Siria, dà genitori pagani. Imparò la scienza medica e, allo scopo di perfezionare le sue cognizioni, intraprese diversi viaggi nella Grecia e nell'Egitto. Si portò poi a Troade per esercitarvi la sua professione: ma qui il Signore l'attendeva per un'altra missione più grande. Essendo passato di là l'apostolo Paolo a predicare il S. Vangelo, Luca, conquistato dalla verità, volle seguirlo nel sacro ministero e gli fu compagno fedelissimo fino alla morte.

Verso il 60, mentre S. Paolo si trovava prigioniero a Cesarea, Luca scrisse, per divina ispirazione, il terzo Vangelo in lingua greca, che si distingue per la sua chiarezza ed eleganza.

Questo Vangelo è dedicato a Teofilo, che era un famoso cristiano di Antiochia, ma nello stesso tempo è indirizzato a tutti i Cristiani e a tutti quelli che vogliono salvarsi, siano essi ebrei o pagani: il regno di Dio è aperto a tutti. Egli voleva dimostrare la bontà e la misericordia di Dio, e perciò racconta gli episodi e le parabole più commoventi.

Eloquentissime sono le parabole del buon samaritano, della pecorella smarrita, del fariseo e del pubblicano, di Zaccheo e del figliuol prodigo, che ci manifestano l'infinita misericordia di un Dio morto per noi sulla croce e che perdona agli stessi suoi crocifissori: « Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno ».

Il santo evangelista si diede anche alla predicazione ed evangelizzò la Macedonia, la Dalmazia, l'Italia e la Gallia. Durante la prigionia di S. Paolo in Roma scrisse gli « Atti degli Apostoli » in cui narra la storia dei primi anni della Chiesa e particolarmente i viaggi di S. Paolo. Ma la tradizione ci dice che S. Luca, oltre che medico, era pure pittore. Devotissimo della Madonna, è tra gli Evangelisti quello che ne parla più diffusamente. Non può non averla vista, non averle parlato: lo dimostrano anche le belle immagini della Vergine che ci furono tramandate sotto il suo nome.

Mori nella Bitinia, all'età di 84 anni. Le sue venerate spoglie vennero deposte nella città di Costantinopoli, assieme a quelle di S. Andrea, nella basilica dedicata ai dodici Apostoli. Giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina.

S. Paolo lo chiama « medico carissimo » e « fratello, la cui Mele è nel Vangelo ».

Il suo simbolo è un toro alato, perché il primo personaggio che introduce nel suo Vangelo è il padre di Giovanni Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio e responsabile del sacrificio di tori.

PRATICA Il Vangelo sia la regola della nostra vita.

PREGHIERA. Deh! Signore, interceda per noi il tuo evangelista S. Luca, il quale ad onor del tuo nome portò continuamente nel suo corpo la mortificazione della croce.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.

Parabola del figlio prodigo


Parabola del figlio prodigo


Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Parabola del buon samaritano


Parabola del buon samaritano



Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai». 29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa lo stesso».

Preghiera a San Luca evangelista
Luca è l’autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli
Glorioso San Luca che, per estendere a tutto il mondo sino alla fine dei secoli, a scienza divina della salute, registraste in apposito libro non solo gli insegnamenti e le gesta del nostro Signore Gesù Cristo, ma ancora i fatti più meravigliosi dei suoi Apostoli per la fondazione della Chiesa; ottenete a noi tutti la grazia di conformar sempre la nostra vita a quei santissimi documenti che per impulso particolare dello Spirito Santo, e sotto la sua dettatura, avete dato a tutti i popoli nei vostri libri divini.
Glorioso San Luca, che per la verginità di cui faceste costantemente professione, meritaste d’avere una speciale famigliarità colla regina delle vergini, Maria Santissima, che vi erudì personalmente, non solo in ciò che riguarda la sua divina elezione in Vera Madre di Dio, ma ancora in tutti i misteri dell’incarnazione del Verbo, dei suoi primi passi nel mondo, e della privata sua vita; ottenete a noi tutti la grazia di amar anche noi costantemente la bella virtù della purità, per meritarci noi pure quei favori che agli imitatori fedeli delle sue virtù dispensa sempre generosissima la comune avvocata e madre nostra Maria.
Gloria al Padre

Pensiero del 18 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 10,1-9

Operai del Vangelo.

San Luca ci racconta dei settantadue discepoli inviati a predicare. Gli operai sono pochi, e solo la preghiera può aumentarne il numero. L’evangelista ci racconta poi il destino degli operai del Signore. Saranno agnelli in mezzo ai lupi: senza alcuna sicurezza se non quella del Signore, dovranno rischiare e non avranno compenso, se non il necessario per vivere.

Nell’Europa cristiana mancano i sacerdoti, i religiosi e le suore. I conventi chiudono, le parrocchie non hanno più un proprio parroco ma lo hanno in comune ad altre parrocchie. Il Signore aveva detto di pregare per avere gli operai. Forse lo facciamo poco perché preferiamo organizzarci da soli. Come è possibile incoraggiare qualcuno a scegliere di essere come “un agnello in mezzo ai lupi”? Come incoraggiare un giovane a farsi sacerdote, se è una vita di rinunce e di povertà, aggredito da tutto e da tutti? Ma come possiamo noi laici – uomini e donne – essere nel nostro piccolo i discepoli che portano la buona novella, se il prezzo minimo da pagare è quello di essere derisi, oppure tacciati di essere poco moderni? Quando si offende Dio, la fede, la Chiesa o il Papa non amiamo prendere le difese di quanto ci sta a cuore, se prima non siamo sicuri di non rimanere soli, esclusi dal gruppo che non la pensa come noi. Dunque il Signore ci chiede di lavorare per lui. Senza soldi, né potere, né ammirazione. Non chiacchierando e perdendo tempo e non convincendo la gente a forza di parole, ma portando la pace di Cristo. Chi ha conosciuto il Signore non potrà fare finta di niente, perché sa che Lui dà a ciascuno qualche lavoro per l’edificazione del suo Regno. Ci sarà il missionario in terre lontane, e ci sarà chi, costretto in un letto di ospedale, saprà donare un sorriso a chi lo cura e, alla domanda se non soffre e come faccia a sorridere, potrà dire: “perché ho conosciuto l’amore del Signore. Lui è vicino e il suo regno di pace e giustizia è vicino – a me e a tutti quelli che lo vogliono!”.

18 Ottobre

I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

 (Giovanni 15,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

 (Giovanni 15,16)


Oggi è san Luca Evangelista buon onomastico a Luca Carissimi

 Oggi, è san Luca Evangelista, buon onomastico a Luca Carissimi.

Tanti auguri di cuore, e dai un bacio a Matteo!
Proteggeteci dal Cielo, ne abbiamo bisogno.



17 ottobre, 2021

Apertura del cammino sinodale diocesano - ✝ Massimo Camisasca FSCB Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla


Apertura del cammino sinodale diocesano

✝ Massimo Camisasca FSCB

Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla



Tanti auguri di cuore a Papa Giovanni Paolo I per il suo compleanno

 PREGHIERA AD ALBINO LUCIANI

PAPA GIOVANNI PAOLO I
Il Papa del Sorriso e della Gioia
La gioia, d’un sorriso,
che illumina i nostri cuori,
donandoci la forza di credere ancora nella speranza.
La gioia, di riscoprire, la voglia di pregare, perché la preghiera
è l'unica sorgente d'acqua pura che può arricchire l'anima d’ogni di noi.
Il Papa della Gioia, è come Dio,
un Padre Fedele e Provvedente
che insieme alla Divina Madre ci protegge da ogni ostacolo.
Tanti auguri di cuore, a Papa Giovanni Paolo I, per il suo compleanno!