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11 ottobre, 2021

Pensiero del 11 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32

Il segno per credere.

Il Vangelo di oggi non è di immediata comprensione per chi non ha abbastanza familiarità con l’Antico Testamento. Il libro di Giona, che ci racconta la storia del profeta inviato ad annunciare la distruzione imminente della città di Ninive, prima scappa, poi viene inghiottito da un pesce e dopo tre giorni esce dal ventre del pesce per recarsi a Ninive a predicare. La gente si converte e Dio per compassione non distrugge la città. La regina di Saba (IRe 10,14) viene da lontano per vedere ed ascoltare Salomone.

Gesù è circondato dalla folla. La gente lo segue e pende dalle sue labbra. Guarisce i malati, dà da mangiare agli affamati, vede i miracoli. Gesù vuole che loro credano. E loro cosa chiedono? Un ulteriore segno! Preannuncia il “segno di Giona”, cioè la sua morte e la sua risurrezione al terzo giorno. Questo sarà il segno definitivo. Ma anche allora non crederanno. Il profeta Giona è stato creduto quando ha annunciato la distruzione di Ninive e quindi gli abitanti di Ninive potranno giudicare chi non crede a Gesù. Anche la regina di Saba era venuta, nonostante non avesse avuto dei segni particolari per sentire Salomone. I contemporanei di Gesù, invece, non credono, neanche dinnanzi ai segni più che evidenti. Ed ecco che Gesù usa parole forti. Perché non c’è altro da fare. I segni sono stati dati, ma la volontà evidentemente non c’è. San Paolo, pochi anni dopo, dirà ai Galati: «O stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso?» (Gal 3,1). Il problema evidentemente non era cambiato. Mancava la fede nonostante la morte e la risurrezione di Cristo. E il rimprovero diventa universale – rivolto anche a noi, a chi non crede. La generazione malvagia evidentemente non è finita. Rimane l’orgoglio, il cuore di fariseo, il non essere disponibili a cambiar vita.

11 Ottobre

Il Signore si è ricordato del suo amore.

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore si è ricordato del suo amore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94)

10 ottobre, 2021

Il martirio di san Massimiliano Kolbe nel braccio della morte di Auschwitz il 14 agosto 1941


Il martirio di san Massimiliano Kolbe nel braccio della morte di Auschwitz il 14 agosto 1941

Trentanove anni fa, la sua beatificazione, in San Pietro da Papa Giovanni Paolo II.

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : SCUOLA E TERRITORIO - DOMENICA 14/10 A TERRAZZANO ...

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : SCUOLA E TERRITORIO - DOMENICA 14/10 A TERRAZZANO ...: SANTE ZENNARO (Grignano Polesine, 24 ottobre 1933 – Terrazzano, 10 ottobre 1956) E' STATO UN OPERAIO ITALIANO, MEDAGLIA D' ORO AL VA...



San Daniele Comboni

 San Daniele Comboni



Nome: San Daniele Comboni
Titolo: Vescovo
Nascita: 15 marzo 1831, Limone sul Garda
Morte: 10 ottobre 1881, Khartum, Sudan
Ricorrenza: 10 ottobre
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:Gonnoscodina




Dopo anni di oblio, nell'Ottocento le terre africane sono percorse da esploratori, mercanti e agenti commerciali delle potenze europee. Con loro viaggiano spesso dei missionari desiderosi di portare l'annuncio di Cristo alle popolazioni indigene.

San Daniele, che fin da giovane scelse di diventare missionario in Africa, fu a sua volta un viaggiatore instancabile nel continente nero. Ordinato sacerdote nel 1854, tre anni dopo Daniele sbarca in Africa.

Il primo viaggio missionario finisce presto con un fallimento: l'inesperienza, il clima avverso, l'ostilità dei mercanti di schiavi lo costringono a tornare a Roma. Mentre alcuni suoi compagni si lasciano vincere dallo scoramento, egli progetta un piano globale di evangelizzazione dell'Africa. Mette poi in atto un'incisiva opera di sensibilizzazione a Roma e in Europa e fonda diversi istituti maschili e femminili oggi chiamati comboníani.

Di nuovo in Africa nel 1868, Daniele può finalmente dare avvio al suo piano. Con i sacerdoti e le suore che l'hanno seguito lotta contro la tratta degli schiavi, si dedica all'educazione della gente di colore e si impegna perché la fede cristiana metta radici profonde nella cultura africana.

San Daniele Combini


Spirito aperto e intraprendente, scrive numerose opere di animazione missionaria e fonda la rivista Nigrizia, attiva fino ad oggi. Negli anni 1877-78 Daniele visse insieme con i suoi missionari e missionarie a tragedia di una siccità e carestia senza precedenti. Era l'anticipazione della morte sopraggiunta nel 1881.

Nel 2003, nel giorno della canonizzazione, Giovanni Paolo II lo definì un «insigne evangelizzatore e protettore del continente nero». Se cristianesimo in Africa ha oggi un futuro di speranza, lo si deve in parte alla sua opera.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella città di Khar m in Sudan, san Daniele Comboni, vescovo, che fondò l’Istituto per le Missioni Africane e, nominato vescovo in Africa, si prodigò senza mai lesinare energie nel predicare il Vangelo in quelle regioni e nel prendersi in tutti i modi cura della dignità degli esseri umani.

Preghiera a San Daniele Comboni


Daniele fondò gli Istituti dei Missionari Comboniani


O Padre, San Daniele Comboni ha vissuto una mirabile e sconfinata fiducia in Te: «Dona anche a noi per sua intercessione una fede semplice e grande, che si abbandona fiduciosamente ogni giorno alla tua volontà».

O Padre, lo spirito di sacrificio e l’amore eroico alla Croce ardevano nel cuore di San Daniele Comboni: «Dona anche a noi un cuore generoso come il suo, che sa donarsi nel sacrificio senza stancarsi».

O Padre, San Daniele Comboni aveva un amore immenso per le anime dei più poveri ed abbandonati: «Fa che non abbiamo pace, come lui, se qualche fratello ancora non ti ha conosciuto; fa di noi missionari del Vangelo perché tanti ti possano incontrare».


Pensiero del 10 ottobre 2021

 Il giovane ricco, del Vangelo sta in regola, con i Comandamenti, ma è troppo attaccato ai beni materiali E noi? A che cosa siamo attaccati, alla sicurezza dei beni materiali. Ai nostri progetti, agli affetti.............Lasciamo che Dio, guidi la nostra vita, Lui sa cosa è bene per noi. Se solo sapessimo, cosa si guadagna a rinunciare a noi stessi!

Meditazione sul Vangelo di Mc 10,17-30

Sotto lo sguardo di Gesù.

Nel Vangelo di questa domenica incontriamo un uomo pieno di entusiasmo ma incapace di compiere una scelta radicale. Incontriamo anche i discepoli che si domandano quale premio ricevono loro che, invece, questa scelta l’hanno compiuta. Da quale parte ci poniamo noi? La Parola di Gesù ci illumina sull’unica scelta vera e bella: dobbiamo scegliere Lui, lasciarci attrarre da Lui, permettere che sia Lui il nostro premio. Rimanere sotto il Suo sguardo di amore, o restare ancorati alle nostre ben più meschine sicurezze è la sfida quotidiana che si impone a noi, e che può renderci liberi o “scuri in volto”.

Il personaggio che troviamo in apertura di questo Vangelo, così carico di entusiasmo e pieno di slancio, corre incontro a Gesù con una richiesta ben precisa: «Vuole sapere cosa si deve fare per avere la vita eterna». Gesù gli risponde di osservare i comandamenti, e poi lo guarda con profondità chiedendogli di seguirlo, lasciando ogni sua ricchezza. In questo dialogo ci pare di toccare l’imbarazzo, la paura, il disorientamento di questo tale, che deve “rinunciare” a seguire il Maestro, avvolto nella tristezza per i suoi beni. In fondo, egli era desideroso non di seguire Gesù, ma di entrare nel regno. Egli desidera non stare con Gesù, ma  guadagnarsi un posto in cielo! Non si lascia afferrare dallo sguardo pieno di tenerezza di Gesù, ma a questo amore si contrappone il suo “volto scuro”. E un po’ ci pare di cogliere la titubanza degli apostoli! Neppure chi ha tanto slancio e conosce e osserva i comandamenti ha la garanzia di entrare nel regno dei cieli? L’insegnamento di Gesù è molto sottile: «Ciò che serve non è un fare, od un osservare puntualmente delle norme, e neppure un arido abbandonare tutto». Ciò che serve è semplicemente seguire Lui, fidarsi della Sua Parola, accogliere il Suo amore dato a noi gratuitamente. L’errore di quest’uomo è stato proprio quello di non aver saputo sollevare lo sguardo e incrociare quello di Gesù su di Lui. Questo amore avrebbe reso possibile ogni sequela, privandolo delle schiavitù delle sue certezze, del denaro, dei tanti beni a cui era attaccato. Questo amore rende possibile l’impossibile, come la figura del cammello che può attraversare la cruna dell’ago, perché questo amore è lo stesso Gesù.

10 Ottobre 

Saziaci, Signore, con il tuo amore: «Gioiremo per sempre»

Beati i poveri in spirito, perché d'essi è il regno dei cieli.

 (Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 89)
Rit: Saziaci, Signore, con il tuo amore: «Gioiremo per sempre».

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:

«Esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni».

Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
ed il tuo splendore ai loro figli.

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:

«Rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda».

Beati i poveri in spirito, perché d'essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

09 ottobre, 2021

Oskar Schindler

 ′′ Non potevo proprio stare a guardare le persone distrutte. Ho fatto quello che potevo, quello che dovevo fare, quello che la mia coscienza mi ha detto che dovevo fare..."-Oskar Schindler, giusto tra le nazioni.

Oskar Schindler era un industriale tedesco e un membro del Partito nazista che ha salvato la vita a 1,200 ebrei durante l'Olocausto utilizzandoli nelle sue fabbriche di smalto e munizioni vicino a Cracovia. Questi ebrei sono stati registrati su quella che è diventata nota come ′′ Lista di Schindler ".
Migliaia di discendenti degli ′′ ebrei di Schindler ′′ sono vivi oggi grazie alle sue coraggiose azioni.
Oskar Schindler morì #OTD il 9 ottobre 1974 in Germania, ed è sepolto a Gerusalemme. Prima della sua morte, un albero è stato piantato in onore di lui ed Emilie nel viale dei giusti di Yad Vashem. È fotografato sotto in piedi accanto al suo albero nel campus di Yad Vashem.
Oskar ed Emilie Schindler sono tra i 27,000 extra eroici non-ebrei riconosciuti da Yad Vashem come giusti tra le nazioni per aver rischiato la propria vita per salvare gli ebrei durante l'Olocausto. Leggi di più su Schindler qui >> https://bit.ly/3Bo2iPX



Don Camillo di Giovanni Guareschi

 Se, alla fine, voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete persa la fede in Dio. Ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio, sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni sua cosa.

(Don Camillo di Giovanni Guareschi)



1958: Oggi come sessantatré anni fa moriva Papa Pio XII Venerabile

 Oggi, come sessantatré anni fa, moriva Papa Pio XII Venerabile.

Papa Pio XII, credette, alla Apparizioni di Maria Regina della Famiglia, accadute, nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg).


«Se troverete nella famiglia figli irriverenti e, ribelli, se trovate litigi e rancori..... sappiate ch'è perché non si prega.
Dio, è estraneo, si fa a meno Lui e si calpestano, i suoi comandamenti.
Ivi purtroppo, non si prega, non si recita il Santo Rosario».
(Papa Pio XII)

Omaggio al Venerabile Pio XII.

Padre Pio vide Pio XII in Paradiso

Pendiero del 09 ottobre 2021

 editazione sul Vangelo di Lc 11,27-28

Ascoltare e osservare la Parola.

Mediante il battesimo tutti siamo diventati uno in Cristo Gesù: peccatori e senza meriti, abbiamo ricevuto quello che era stato promesso ad Abramo, il padre dei credenti. Nel battesimo abbiamo indossato Cristo, il quale deve essere ormai la nostra abitudine, il nostro stile di vita, segnato dalla fraternità di quanti sono figli di Dio. Il brano evangelico di oggi ci dice che la beatitudine vera non consiste nell’avere un vincolo di parentela fisica con Gesù, quale è quello della madre con il figlio, ma nell’ascoltare e nel mettere in pratica le parole di Dio. Solo in questo caso, infatti, si stabilisce un vero e valido legame con il Signore.

Il Vangelo di oggi parla anzitutto di Maria, la Madre di Gesù. La voce della donna che si fa sentire tra la folla è una delle tante che salgono dai secoli per lodare Maria: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48). Qui è l’opera di Gesù che porta alla lode di Maria, dichiarata beata nel suo essere sua Madre secondo la carne. Per questo solo lei è la donna eccelsa fra tutte. È vero che quella donna non raggiunge con la sua lode le altezze di Elisabetta, che l’aveva detta beata per la sua fede, ma è pur sempre una lode! E Gesù non la nega; quanto Egli qui dice non deve suonare come opposizione a ciò che quella donna ha detto. Anzi, Egli raddoppia la lode e dice Maria beata, in un senso ancora più eccelso. Dalla lettura del Vangelo di Luca emerge che Maria è colei che ha ascoltato, accolto, custodito, meditato e vissuto la Parola di Dio. Ha accolto con un gioioso “sì” l’annuncio dell’angelo e ha fatto sua quella Parola che in lei si è fatta carne. Ha osservato la legge del Signore e ha accolto la Parola di Gesù dodicenne, custodendola nel suo cuore, ovvero cercando di viverla. La beatitudine che qui Gesù pronuncia vale, dunque, in primo luogo per Maria, ma in ciò tutti, uomini e donne, possiamo partecipare della stessa beatitudine. Anzi, sono veri discepoli solo coloro che, come Maria, ascoltano e osservano la Parola di Dio, cioè la fanno fruttificare, costruiscono la propria vita su solide fondamenta, rendendosi prossimo degli altri, vivendo la mutua riconciliazione per essere davvero commensali gli uni degli altri e rivolgersi insieme a Dio, chiamandolo Padre. Per fare questo bisogna scegliere Gesù, opponendosi a un mondo che lo rifiuta. Ed eccoci di nuovo in piena lotta!

09 Ottobre

Gioite, giusti, nel Signore

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

 (Luca 11,28)

 SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)

Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

 (Luca 11,28)

08 ottobre, 2021

Santa Maria Goretti-Intervista a Mamma Assunta


Ricordando il 67° Anniversario della Morte di Assunta Goretti ( 1954 - 8 Ottobre - 2021)

8 ottobre 1940 | Franciszek Gajowniczek Un trasporto di 342 polacchi deportati dai tedeschi da Tarnów (312) e Cracovia (30) arrivò al campo di Auschwitz

 8 ottobre 1940 | Un trasporto di 342 polacchi deportati dai tedeschi da Tarnów (312) e Cracovia (30) arrivò al campo di Auschwitz.

Tra questi c'era Franciszek Gajowniczek (no. 5659), un soldato salvato nel luglio 1941 dalla morte di fame da Padre Massimiliano Kolbe.





Tanti Auguri don Antonio Maffucci FSCB d'un buon compleanno

 Dice il Signore:

«Chi vive in me, vivrà in Eterno!».
Tanti Auguri don Antonio Maffucci FSCB, d'un buon compleanno.
Ci protegga, da lassù!
Gli vogliamo tanto bene!



Pensiero del 07 ottobre 2021

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,15-26

Scelta di campo.

Il brano di Luca di oggi introduce una nuova parte del Vangelo. La spiegazione della preghiera è terminata, ora Gesù incontra varie persone. Scaccia un demone e risponde all’accusa di cacciare i demoni in nome di Satana. Risponderà alla questione del “segno dal cielo” solo nel brano evangelico che sentiremo tra qualche giorno. Anche in questo testo troviamo due brevissime parabole. E l’affermazione forte: “chi non è con Gesù è contro di lui”. Non esistono “vie di mezzo”.

Mettiamoci nei panni dell’indemoniato. Ha appena conosciuto la liberazione dal male che lo opprimeva da molto tempo. Molto probabilmente, non ha avuto un grande ruolo nell’avvicinare Gesù. I suoi parenti o amici lo avranno accompagnato e lui si è fidato. Qualsiasi cosa per stare meglio! E poi, appena scacciato il demone, i suoi concittadini accusano Gesù di essere uno di quegli spiriti maligni che lo hanno perseguitato per tanto tempo. Deve essere difficile per lui. Avrà avuto quello stesso dubbio che capita a noi quando, dopo aver incontrato il Signore nella preghiera, nella liturgia, in un buon colloquio, qualcuno o qualcosa ci suggerisce: non c’è Dio, è tutto solo un inganno psicologico, un vago sentimentalismo. Ci sono persone che ci ripetono che la fede non serve e che la Chiesa non è certo raccomandabile. A volte, come l’indemoniato guarito, stiamo a vedere cosa ci succede. Sappiamo quanto abbiamo avuto da Gesù, l’indemoniato è stato guarito e noi siamo salvi, grazie al Battesimo, in Cristo. Ci è stata donata la fede, una comunità che ci accoglie, l’Eucaristia, il perdono… Ed ora siamo lì ad attendere, ad osservare quanto succede. Non prendiamo subito posizione. Gesù risponde alle accuse. La domanda di Gesù «i vostri discepoli a nome di chi li scacciano?» è davvero pungente. Cosa mettiamo al posto di Dio, della fede, della Chiesa se li accusiamo di essere “male”? Chi o cosa governa la nostra vita, se non è Dio a farlo? Gesù è molto chiaro. Non esiste una neutralità in questo campo. Esiste solo: “chi non è con me, è contro di me”. Quindi bisogna decidere, come forse avrà fatto l’indemoniato guarito. Dobbiamo fare una scelta di campo, chiara e forte, senza lasciare spazi vuoti che, se non sono riempiti dal Signore, saranno riempiti da chi lo combatte, dal suo nemico. Non esiste una neutralità. Non possiamo starcene in disparte per evitare gli attacchi.

08 Ottobre 

Il Signore governerà il mondo con giustizia

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 9)
Rit: Il Signore governerà il mondo con giustizia.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.

Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.

Ma il Signore siede in eterno,
stabilisce il suo trono per il giudizio:
governerà il mondo con giustizia,
giudicherà i popoli con rettitudine.

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

Muore la mamma di Santa Maria Goretti Assunta Carlini in Goretti

 L'8 Ottobre 1954 alle 04:00 del mattino, dopo aver ricevuto la Benedizione Apostolica trasmessagli dal sommo Pontefice, si spegneva serenamente nella pace del Signore MAMMA ASSUNTA, circondata dall'affetto di tutta Corinaldo. Il suo corpo fu ricomposto con l’abito nero e lo scialle del medesimo colore che la ricopre fino ai piedi. Sulle mani incrociate un Crocifisso, il Rosario e un’immagine di sua figlia Santa.

Nella storica foto da sx A. Serenelli, E. Goretti e P. Mauro dell’Immacolata.
Oggi Mamma Assunta riposa nel Santuario di Corinaldo.

07 ottobre, 2021

Il papà di Padre Pio -07 OTTOBRE 1946


Pensiero del 07 ottobre 2021

 Chiediamo senza stancarci, chiediamo con fiducia, chiediamo il dono più grande: «Lo Spirito Santo».

Santa festa con Maria
Buona festa della Madonna del Rosario

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,5-13

Non sempre è bene ciò che desidero.

Il Vangelo di oggi segue direttamente quello di ieri, nel quale Gesù aveva insegnato ai discepoli il Padre nostro. Ora Gesù si sofferma sulla preghiera di domanda. Sono inserite nel testo due parabole – una all’inizio ed una alla fine – che fanno da cornice alle tre affermazioni su quanto ottiene chi prega: “ gli sarà dato”, “troverà” e “gli sarà aperto”. Mentre la parabola iniziale è positiva, quella conclusiva mostra per paradosso il negativo.

Oggi pochi aprirebbero ad un amico che bussasse a notte fonda, chiedendo qualcosa da mangiare per altri suoi amici, rientrati affamati da un viaggio. Magari ci ritroveremmo a considerare se non sia giunto il momento di rompere una tale amicizia! I fatti di cronaca, poi, non sembrano dare ragione a Gesù neanche riguardo alla parabola finale. “Caro Gesù – ci verrebbe da dire -, oggi sentiamo attraverso i giornali delle cose terribili, e non ci sembra così scontato che noi, che siamo cattivi, diamo comunque cose buone ai nostri figli. Anzi…!”. C’è certamente da ridire sulla frase: «Chiedete e vi sarà dato». Caro Gesù, avremmo da dire anche in questo caso, non ci sembra proprio, che tu ci stia a sentire – neanche quando chiediamo cose che, tutto sommato, sono più che ragionevoli. Quante volte, infatti, ci chiediamo perché tu non fai nulla, nonostante tutte le nostre preghiere! Forse, però, dobbiamo comprendere meglio queste parabole. Se il figlio chiede un pesce, non gli daremo una serpe. Ma cosa gli diamo noi? Tutto quello che vuole? No, se siamo genitori ragionevoli, non gli daremo ciò che gli fa male. Anche se ce lo chiede con insistenza. A volte, dietro a un “bene” si cela un pericolo. Ma i figli spesso non riescono a vedere dietro le apparenze. Loro chiedono e i genitori responsabili, che li amano e si preoccupano realmente di loro, si assumono anche l’onere di dire “no”. Ma anche ai genitori fa piacere quando i figli chiedono qualcosa. “Papà, posso prendere la tua macchina?”.  È bello se chiedono. Mostrano rispetto per il ruolo dei genitori e per le cose che non sono loro. Sanno che il padre, se potrà, dirà “sì”, perché li ama. Forse Gesù vuol dirci che anche a Dio piace se chiediamo. Se ci rendiamo conto che dobbiamo tutto a lui e che è giusto ricordarlo a noi stessi, domandandogli anche le cose quotidiane – perfino il pane necessario per la nostra vita. E quando poi dice “no”, dobbiamo aspettare e cercare di comprendere. Egli ci ama e non fa nulla che sia male per noi. Anche se noi non sempre riusciamo a comprendere cosa è veramente “bene” per noi. I padri “terreni” possono sbagliare, ma il Padre celeste no. È  bello sapere che abbiamo un Padre che, quando sa che è il caso e noi glielo chiediamo, ci darà tutto, anche se stesso.

07 Ottobre

Beato l’uomo che confida nel Signore

Apri, Signore, il nostro cuore, ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

 (Atti degli Apostoli 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 1)
Rit: Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Apri, Signore, il nostro cuore, ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

 (Atti degli Apostoli 16,14)

06 ottobre, 2021

Ottobe in rosa prevenzione al seno

 Fare prevenzione è volersi bene

💓
Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. Non dimenticare di fare il tuo bene!

#tumorealseno#prevenzione#amoena_italia#ottobrerosa#mammografia#visitasenologica



San Bruno di Colonia

 San Bruno di Colonia





S. Brunone nacque da nobile famiglia verso l'anno 1035 nella città di Colonia. Frequentò la scuola presso la chiesa di S. Cuniberto, facendo rapidi progressi nella scienza e nella pietà, tanto che S. Annone, vescovo della città, lo elesse canonico della sua chiesa.

Terminò poi gli studi a Reims, dove ebbe fama di ottimo poeta, eccellentissimo filosofo e teologo, per cui i suoi contemporanei lo riguardavano come uno dei più illustri allievi della scuola di Reims. Quivi rimase molto tempo come insegnante e dimostrò la sua grande santità e il suo straordinario sapere. Non pochi dei suoi discepoli si resero celebri, fra i quali il Papa Urbano II.

Verso il 1067 morì l'Arcivescovo di Reims, di cui egli era il più valido sostegno, ma gli successe a furia di subdoli maneggi Manasse I, il quale tenne un governo non buono, tanto che la S. Sede fu costretta a dimetterlo dalla cattedra episcopale. S. Brunone, suo cancelliere, non poteva soffrire gli abusi di cui. era testimonio e fu costretto ad essere uno dei principali accusatori. Il Legato Pontificio che depose Manasse fu così tocco dalla saggezza e virtù di Brunone, che ne fece un bell'elogio in una lettera al Papa, e lo proponeva come il più degno della prelatura.

Mentre i superiori gli stavano preparando la carica, egli si ritirò in una casa di campagna, ove decise di abbandonare il mondo. Avendo poi comunicati i suoi desideri ad alcuni amici, stabilirono tutti assieme di abbandonare i beni transitori di questa vita e di abbracciare lo stato religioso. Si presentarono pertanto ad Ugo, vescovo di Grenoble, il quale li accolse affettuosamente, e dopo averne elogiato il desiderio, assegnò loro il deserto della Certosa, ove S. Brunone fondò l'ordine dei Certosini.

Passati appena sei anni dacché S. Brunone governava quella comunità, il Pontefice Urbano II, già suo discepolo a Reims, l'obbligava a portarsi a Roma.

L'umile religioso non era mai stato sottoposto a tanta prova; il dover lasciar la solitudine era per lui il più penoso di tutti i sacrifici. Egli non trovò nella corte di Roma quelle dolcezze che aveva gustato nella solitudine, e di più temeva quelle distrazioni mondane, D'altronde il Papa gli era cosi affezionato che non poteva rimanere senza di lui, e lo incitava al accettare l'Arcivescovado di Reggio Calabria. Finalmente le istanze di Brunone furono così vive che il sommo pontefice gli permise di ritirarsi in un deserto della Calabria, confermando Landuino priore della Certosa. Il Santo, raccolti discepoli italiani, si ritirò in un deserto della diocesi di Squillace, riprendendo gli esercizi della vita solitaria con maggior gioia e fervore. In quella solitudine fu scoperto dal conte Ruggero che lo aiutò a costruire la nuova Certosa.

S. Brunone ci lasciò, oltre alle lettere, i commenti sopra il Salterio, sopra le Epistole di S. Paolo ed una elegia in 14 versi sul disprezzo del mondo. Nel settembre del 1101 se ne volò al cielo per ricevere la ricompensa delle sue virtù e delle sue fatiche.

PRATICA. « Provate e vedrete quanto sia dolce servire il Signore con tutto l'affetto dell'anima » (S. Brunone).

PREGHIERA. O Signore, per intercessione di San Brunone confessore, concedici il perdono dei nostri peccati, e liberaci dai mali presenti e futuri.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Bruno, sacerdote, che, originario di Colonia in Lotaringia, nel territorio dell’odierna Germania, dopo avere insegnato la teologia in Francia, desideroso di condurre vita solitaria, fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria. Chiamato a Roma dal papa beato Urbano II, perché lo aiutasse nelle necessità della Chiesa, riuscì tuttavia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo vicino al monastero di La Torre in Calabria.