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24 agosto, 2021

Pensiero del 24 agosto 2021

 Meditazione sul Vangelo di Gv 1,45-51

“Inviato a testimoniare”.
La visione mistico-apocalittica del tempio, in cui dodici pilastri sostengono le mura della città fatta di oro e di gioielli, è la visione del cielo. Nel Vangelo, Natanaèle, riceve l’invito di Filippo ad incontrare e riconoscere il Messia. L’iniziale diffidenza di Natanaèle, venata di ironia, viene presto dissipata e rimpiazzata da un atteggiamento di sincera e riverente ammirazione nei confronti del Maestro proveniente da Nazaret, che aveva dimostrato di saper leggere nel cuore del nuovo discepolo.
Le spoglie di san Bartolomeo sono conservate nella Basilica a lui dedicata sull’Isola Tiberina, a Roma, non molto distante dalla tomba di Pietro. Sull’isola sorge anche l’ospedale “Fatebenefratelli”. Lì, sulla sponda sinistra del Tevere, c’è la magnifica Sinagoga romana. I trafficatissimi “Lungotevere” scortano il fiume lungo il suo percorso, attraverso il cuore della Capitale. Appena un poco più a monte, si trova l’antichissimo Ponte Rotto. Se è vero che pochi sono i dati certi sulla vita di san Bartolomeo, queste “coordinate” possono forse aiutarci a conoscere l’apostolo di cui Gesù disse: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». L’ospedale: dopo l’incontro con Gesù, Bartolomeo diventò “medico di anime” e, come apostolo, dispensò la “medicina” che guarisce sempre, Cristo. La tradizione lo vorrebbe pellegrino fino in India: Bartolomeo guarì i ciechi offrendo la luce di Cristo. Anche noi siamo stati inviati da Cristo ad illuminare il nostro angolo di mondo con la verità del Vangelo. La sinagoga: rivela le sue origini ebraiche. Le nostre radici, le radici della nostra cultura europea, sono cristiane. Sapere da dove veniamo ci dice anche da che parte dobbiamo andare: veniamo da Cristo, siamo suoi seguaci e siamo in cammino verso il Cielo. In Cristo siamo nati mediante il battesimo e, se saremo fedeli a Cristo, nell’ultimo giorno saremo uniti a lui per l’eternità. Il “Lungotevere”: è una delle arterie più trafficate di Roma: un’inesauribile via vai di persone che hanno bisogno di Dio. Bartolomeo lasciò la sua terra e testimoniò Cristo lungo la via della sua missione: pellegrino instancabile, la tradizione dice che morì lontano dalla sua terra, in India. Il “Ponte Rotto”: sottolinea il distacco con cui dovremmo vivere. La coerenza di fede dovrebbe portarci a rompere tutti i ponti che ci collegano al nostro egoismo, alla nostra indifferenza di fronte alle sofferenze altrui.

24 Agosto

I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

23 agosto, 2021

Pensiero del 23 agosto 2021

 Stiamo attenti, all'ipocrisia. Dove vi è umiltà e semplicità, lì vi è sempre la Luce e la Pace di DIO.

Meditazione sul Vangelo di Mt 23,13-22

“Non perdere di vista l’essenziale”.

ln questo brano evangelico Gesù rimprovera severamente una pratica della Legge divina che si esaurisce in atteggiamenti esteriori ipocriti, che lasciano sfuggire l’anima profonda della pietà. In tal modo si impongono ai fratelli pesi insopportabili che, anziché favorire il cammino verso Dio e l’esercizio fattivo della carità, intralciano solamente. L’ipocrisia, nella religione, è sempre in agguato e occorre essere attenti a vivere in profondità e nelle opere la dedizione a Dio. L’avvertimento è sempre grave: il giudizio divino non si ferma a ciò che appare e che può tranquillamente ingannare gli uomini. Il nostro valore è basato unicamente sull’essere.

Gli scribi e i farisei vengono presentati come gente integralista, piaga questa da cui non è andata esente, spesso, neppure la Chiesa durante i secoli: l’altro o è come me, o deve essere emarginato. Siamo ben lontani dal modo di fare di Gesù, che predica con radicalità le esigenze del Regno, ma poi lascia l’uomo libero di fronte alla proposta di salvezza. Nei versetti del Vangelo di oggi, Gesù vede gli esperti della Legge come un ostacolo enorme all’annuncio del Regno, e li ravvisa responsabili della perdita di tanti. E tale è una delle accuse più gravi lanciate loro dal Signore! La legge, come si può ben vedere nel Discorso della Montagna (5,33-37), non comandava a nessuno di giurare, ma solo di mantenere i giuramenti fatti. Proprio tutti? “No!”, rispondeva la casistica, “ma solo quelli validi”! Così, secondo scribi e farisei, era valido il giuramento fatto per l’oro del tempio, o per l’offerta che c’era sull’altare, mentre non lo era se la formula si limitava a nominare il tempio o l’altare. Gesù li definisce “stolti e ciechi”. Con la loro casistica, essi non riescono più a capire che cosa è veramente essenziale! Punti fondamentali della legge sono quelle norme che si riferiscono all’amore del prossimo: la giustizia, che indica quel comportamento verso l’uomo comprendente tutto il campo del sociale, da cui scaturisce la misericordia, che a sua volta, rimanda alla fedeltà, intesa come vero compimento della volontà di Dio. Solo una volta che si è assicurata l’osservanza di questi comandamenti si può scendere alle minuzie! Gesù non le disprezza, non dice di trascurarle, ma non vuole che finiscano con l’ostacolare l’essenziale nell’azione pastorale. Egli ci aiuta ad andare a ciò che conta davvero: «Amare Dio e il prossimo!».

23 Agosto

Il Signore ama il suo popolo

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 149)
Rit: Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

22 agosto, 2021

Pensiero del 22 Agosto 2021

 Solo la Sapienza, che viene dall'alto ci dà la vita.

Meditazione sul Vangelo di Gv 6,60-69

“Noi abbiamo creduto”.

Il libro di Giosuè ci presenta oggi il momento della libera scelta di Dio salvatore da parte del suo popolo. Gli Israeliti hanno ricevuto da Lui tutto quello che hanno. Ora devono sceglierlo liberamente, devono stringere un patto. Nel Vangelo, anche Gesù mette i Dodici di fronte alla possibilità di scegliere se continuare a seguirlo o meno. Pietro, mosso dallo Spirito, dà espressione a ciò che sente nel suo cuore. In Cristo, Dio stesso ha sposato la Chiesa, amandola con tutto se stesso fino a dare la sua vita per essa. Con queste parole, che sono spirito e vita, Gesù ha sigillato con la sua vita.

«Concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia». Amare, desiderare, gioire: questo è quanto la Chiesa universale chiede a Dio per ogni cristiano nell’orazione colletta. Nel buddismo la liberazione dell’uomo deriva dal non amare, dal non desiderare, dal non gioire: se l’uomo riuscisse a sradicare il suo cuore da ogni desiderio, dovrebbe trovare la via più breve per la liberazione. Ma non è così. Nel cuore dell’ uomo c’è un profondo, triplice desiderio: il desiderio di amare, il desiderio di gioire e il desiderio di “desiderare” o, detto altrimenti, il desiderio di sperare. Amare: nel cuore di ogni uomo c’è l’insaziabile desiderio di amare ed essere amato. Senza amore tutto perde di senso. L’amore riconosce il bene ricevuto: perciò Giosuè decise di consacrare la sua famiglia al servizio di Dio, e non si sentì sminuito all’idea di servire il Signore. Perché chi ama serve con gioia. Gioire: tutti vogliamo gioire, e le gioie più grandi si vivono nella propria famiglia. Perciò san Paolo sottolinea che il marito deve amare la propria moglie «come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa». Sperare: questa è la grande virtù cristiana. La speranza apre il nostro cuore ad una realtà che va al di là del tangibile. La quotidianità e l’esperienza possono illuderci che non sia possibile cambiare. Ma se apriremo il cuore alla fede, percepiremo il sussurro di Dio: “Sì, è possibile, con la mia grazia tutto è possibile”. La nostra speranza, la speranza dei cristiani è ben radicata in quell’affermazione di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. E allora potremo dire con il salmista: «Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode».

22 Agosto 

Gustate e vedete com’è buono il Signore

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.

(Giovanni 6,63.68)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.

Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.

Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.

Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.

(Giovanni 6,63.68)

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Beata Maria Regina 22 agosto

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Beata Maria Regina 22 agosto:  Beata Maria Regina 22 agosto  Beata Vergine Maria, Regina dell'universo, conduci tutti noi con Te alle gioie del cielo.


PREGHIERA di PIO XII a MARIA REGINA
Dal profondo di questa terra di lacrime, ove la umanità dolorante penosamente si trascina; tra i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti delle passioni; eleviamo gli occhi a voi, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la vostra gloria, e per salutarvi Regina e Signora dei cieli e della terra, Regina e Signora nostra. Questa vostra regalità vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il vostro essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità, per conquista. Regnate, o Madre e Signora, mostrandoci il cammino della santità, dirigendoci e assistendoci, affinché non ce ne allontaniamo giammai.
Come nell'alto del cielo Voi esercitate il vostro primato sopra le schiere degli Angeli, che vi acclamano loro Sovrana; sopra le legioni dei Santi, che si dilettano nella contemplazione della vostra fulgida bellezza; così regnate sopra l'intero genere umano, soprattutto aprendo i sentieri della fede a quanti ancora non conoscono il vostro Figlio. Regnate sulla Chiesa, che professa e festeggia il vostro soave dominio e a voi ricorre come a sicuro rifugio in mezzo alle calamità dei nostri tempi. Ma specialmente regnate su quella porzione della Chiesa, che è perseguitata ed oppressa, dandole la fortezza per sopportare le avversità, la costanza per non piegarsi sotto le ingiuste pressioni, la luce per non cadere nelle insidie nemiche, la fermezza per resistere agli attacchi palesi, e in ogni momento la incrollabile fedeltà al vostro Regno.
Regnate sulle intelligenze, affinché cerchino soltanto il vero; sulle volontà, affinché seguano solamente il bene; sui cuori, affinché amino unicamente ciò che voi stessa amate. Regnate sugl'individui e sulle famiglie, come sulle società e le nazioni; sulle assemblee dei potenti, sui consigli dei savi, come sulle semplici aspirazioni degli umili. Regnate nelle vie e nelle piazze, nelle città e nei villaggi, nelle valli e nei monti, nell'aria, nella terra e nel mare; e accogliete la pia preghiera di quanti sanno che il vostro è regno di misericordia, ove ogni supplica trova ascolto, ogni dolore conforto, ogni sventura sollievo, ogni infermità salute, e dove, quasi al cenno delle vostre soavissime mani, dalla stessa morte risorge sorridente la vita. Otteneteci che coloro, i quali ora in tutte le parti del mondo vi acclamano e vi riconoscono Regina e Signora, possano un giorno nel cielo fruire della pienezza del vostro Regno, nella visione del vostro Figlio, il quale col Padre e con lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Così sia!
(Sua Santità PIO PP. XII, 1954)

21 agosto, 2021

Pensiero del 21 agosto 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 23,1-12

“Chi si abbasserà sarà innalzato”.
In questo brano evangelico Gesù rimprovera gli scribi ed i farisei, i capi e i maestri del popolo. Non per quello che dicono, che deve essere accolto, ma per la loro incoerenza, infedeltà, ipocrisia e per la loro volontà d'apparire perfetti senza esserlo. Essi amano primeggiare e sono esigenti e rigidi nei riguardi degli altri, ma estremamente accondiscendenti con se stessi. La verità della vita non è affidata all’esteriorità, o a un’osservanza formalistica. È più esigente e più essenziale, ed è l’intimo del cuore che deve essere puro e non, invece, pieno di ogni sorta di sozzura. Si è poi veramente mondi se si pratica la carità.
Gesù contesta coloro che al momento, nella comunità, siedono sulla cattedra di Mosè e non fanno ciò che insegnano. Un giorno Egli ha detto dei falsi profeti, che si presentano in vesti di pecore, cioè come dei veri discepoli: “Li riconoscerete dai loro frutti…” (Mt 7,16); qui raccomanda di considerare quello che essi in realtà desiderano e fanno: mettono in pratica il messaggio, o cercano piuttosto soltanto d'apparire, d'avere i primi posti, d'essere salutati e riconosciuti come veri maestri? A volte anche il modo di vestire è significativo: qui è segno che essi vogliono imporsi, e che non sono veri pastori del gregge. Di qui il comando di Gesù a tutta la comunità, fedeli e soprattutto pastori, di non farsi chiamare, maestri, o guide, o padri, seguito dall’affermazione: “Voi siete tutti fratelli”. Ciò che conta nella comunità è questo: sentirsi tutti fratelli. L’essere fratelli riunisce tutti, sia chi ascolta, sia chi deve predicare o insegnare, nel mutuo ascolto e nell’obbedienza a quanto ha detto l’unico Maestro, l’unica Guida, inviato dall’unico Padre. Fare forza su quello che ci unisce, costruisce comunione; mentre, invece, si sottolinea quello che ci distingue: l’essere maestri, guide, padri: ciò causa divisione. Il ministero ha senso se visto come servizio: “Il più grande tra voi, sia vostro servo”. Così l’ha inteso san Paolo quando dice ai Corinzi: “Che cosa è Apollo? Che cosa è Paolo? Servi, mediante i quali siete venuti alla fede e ciascuno come il Signore gli ha concesso” (ICor 3,5). Questo significa capire la parola di Gesù. Chi, invece, fa della propria autorità un motivo di onore o di privilegio, sarà umiliato da Dio. Nulla può essere paragonato all’umiltà, perché tale virtù è troppo importante per il bene della comunità.

21 Agosto

Benedetto l’uomo che teme il Signore

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 9,23)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Benedetto l’uomo che teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 9,23)



20 agosto, 2021

Pensiero del 20 agosto 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 22,34-40

“Chi ama compie tutta la legge”.

Il brano evangelico odierno ci ricorda che il cristiano fondamentalmente è un uomo libero. Nel senso che non lo impaccia nessun giogo che non sia quello liberante dell’amore. E proprio l’amore costituisce la sintesi della S. Scrittura e della Rivelazione. In esso vi si risolvono tutti gli altri comandamenti. L’amore a Dio, anzitutto. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. Ma l’amore al prossimo ne deriva e vi si assimila. E non importa tanto definire chi è il nostro prossimo, conta invece comportarsi da prossimo; e si comporta come tale chi lo introduce nel corso della sua vita, e se ne fa carico con intimo e operoso amore.

Il primo e più importante comandamento è amare il Signore Dio con tutto il cuore, e amarlo così significa tendere alla perfezione del Padre che è nei cieli; e vi è un solo criterio per sapere se c’è in noi questa tensione: l’amore al prossimo. Ora, “prossimo” è anche il nemico. Gesù conclude dicendo: “Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti”. Sono due comandamenti inseparabili, non c’è la pratica dell’uno senza quella dell’altro. Anzi, il secondo è l’unico criterio per sapere se osserviamo il primo. Lo dice San Paolo che in questo comandamento sono contenuti tutti gli altri: “Chi ama compie tutta la legge” (Rm 13,40). Ma il commento più bello a questo brano evangelico l’ha fatto sant’Agostino, quando cerca di spiegare la frase del Signore che dice: “Il mio carico è leggero” (Mt 11,30). Egli paragona questo carico alle ali e dice: “Un’ala è: amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. Ma non rimanere attaccato a una sola ala, poiché se credi di averne una, non hai neppure quella. Amerai il prossimo tuo come te stesso. Poiché se non ami tuo fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi? (lGv 4,20). Aggiungi anche un’altra ala; in tal modo potrai volare, così estirperai la cupidigia delle cose terrene e potrai porre stabilmente la carità nei beni celesti. In quanto ti appoggerai a queste due ali, frattanto avrai il tuo cuore in alto, affinché il cuore, tenuto alto, a suo tempo trascini in alto anche il tuo corpo. Non devi nemmeno credere che avere tutte le penne ti sia difficile: di questo amore veramente si possono cercare nelle Scritture molteplici precetti che potranno essere meditati da chi legge e da chi ascolta, ma tutta la Legge e i Profeti si compendiano in essi” (Discorso 68).

20 Agosto 

Loda il Signore, anima mia

Insegnami, Signore, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)

SALMO RESPONSORIALE (Samo 145)
Rit: Loda il Signore, anima mia.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene.

Egli rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

Insegnami, Signore, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)

19 agosto, 2021

Rosario Livatino

 «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere, quanto siamo stati credenti, ma credibili».

(Rosario Livatino)

1980: 19 agosto come oggi moriva Otto Frank padre di Margot Sarah Betti ed Annelies Marie detta ANNE FRANK

1980: 19 agosto come oggi moriva Otto Frank padre di Margot Sarah Betti ed Annelies Marie detta ANNE FRANK


In questo giorno, nel 1980, Otto Frank morì a Basilea all'età di 91. anni. La notizia della sua morte è stata nota in tutto il mondo. Senza di lui, il diario di sua figlia Anna non sarebbe stato pubblicato, e senza di lui, non ci sarebbe stata una Anna Frank House.
Poco prima della morte, disse in un'intervista: ′′ Ho quasi novanta anni e la mia forza sta lentamente svanendo. Ma la missione che Anne ha trasmesso, continua a darmi nuova forza, per lottare per la riconciliazione e per i diritti umani in tutto il mondo. '




Buon compleanno di Suor Maria Valsecchi

 Oggi, sarebbe stato il compleanno di sr. Maria Valsecchi.

Io non muoio entro nella vita
Santa Théresé di Lisieux
Auguri di vero cuore



Pensiero del 19 agosto 2021

Solo in Paradiso, capiremo la pienezza di gioia e beatitudine, che DIO ha riservato a coloro che lo amano. Nel frattempo, prepariamo, con la nostra vita il vestito di nozze.

Meditazione sul Vangelo di Mt 22,1-14

“Molti sono chiamati, ma pochi gli eletti”.

In questo brano evangelico il Signore parla di un re che ha preparato un banchetto di nozze per il figlio. Tale è il banchetto messianico, ossia il banchetto della comunione di grazia, dell’amicizia con Dio, dell’eliminazione della morte, della fine della sofferenza: ecco l’oggetto della promessa e, quindi, della speranza! Ciò, però, vale per coloro che si affidano a Dio. La parabola evidenzia che non tutti sono disponibili: l’una o l’altra scusa serve a sottrarsi dall’accogliere l’invito. Comunque, è certo che coloro che vi prenderanno parte dovranno indossare l‘“abito nuziale”, che equivale alla preparazione, alla fedeltà e alla coerenza di una vita cristiana.

Nel racconto Gesù dice che la festa messianica ha avuto inizio, e che Lui è il Figlio del re (Dio), lo sposo. È logico che, essendo Lui stato inviato anzitutto alle pecore sperdute della casa d’Israele, il suo invito sia rivolto principalmente a loro. Ed ecco che gli invitati, tutto il popolo d’Israele, vengono chiamati a parteciparvi. Ma nel testo risuona il “non vollero venire”; tale appare come un rifiuto volontario, meditato, ben calcolato. Non vogliono entrare nella sala del banchetto perché non riconoscono lo sposo come il Messia inviato da Dio, non riconoscono che questo invito prepara alla partecipazione al banchetto che un giorno avverrà nel Regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe. A questo punto scoppia la collera del re, che non causa solo l’esclusione dal banchetto, ma anche la guerra: egli manda infatti le sue truppe e fa perire quegli assassini, parola quest’ultima, che sembra riferirsi all’uccisione, non solo dei servi loro inviati, ma anche del figlio. Malgrado l’uccisione dei servi inviati e malgrado il loro rifiuto, le nozze messianiche si celebrano lo stesso. Nella sala del banchetto entrano altri, essa si riempie di buoni e cattivi; ciò indica che ci troviamo nel tempo dell’attesa, tempo nel quale già si celebrano le nozze messianiche ma anche tempo di preparazione alla festa delle nozze eterne, e tempo fatto per prepararsi l’abito di nozze. Chi quel giorno, infatti, non l’avrà, non parteciperà al banchetto con i Patriarchi. L’esistenza dell’inferno è reale, ma non è voluta da Dio, bensì da colui che non si converte e che volontariamente rifiuta l’abito di nozze. In tal senso va inteso l’epilogo: “molti infatti sono chiamati ma pochi eletti”. Si tratta di un avvertimento. E per quanto ciò possa urtare, c’è la possibilità di rimanere fuori!

19 Agosto

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94,8)

18 agosto, 2021

Buon onomastico alla Beata Elena Aiello

 Buon onomastico alla Beata Elena Aiello

A SUOR ELENA EMILIA SANTA AIELLO
Impronta del Signore
Madre Elena la luce di Cristo nei tuoi occhi sofferenti,
nelle tue membra doloranti, nei tuoi sguardi gioiosi,
nei tuoi discorsi carichi di fede e di profonda gioia
nel vederti contornata dai tuoi bambini e dalle tue consorelle.
Il tuo parlare della morte,
con la serenità che tutti noi vorremmo avere,
il pensare in che momento della giornata,
sarebbe venuta a farti visita.
La grande dignità con cui hai sopportato gli atroci dolori della Santa Croce porta con se.
La tua bontà nel pensare sempre agli altri,
nonostante la grande sofferenza che provavi nel tuo fisico.
La forza con cui sopportavi nel silenzio.
La nostra gioia quando Gesù è venuto fisicamente a farti visita,
donando Se Stesso a Te, come fece tanti anni fa sul Calvario per tutti noi.
Grazie alla tua Amica fedelissima Madre Luigina Mazza che ha veramente condiviso con te il Calvario facendosi la buona Cirenea, impegnandosi a tempo pieno nella tua cura e assistenza.
Grazie Gesù per questi due grandi doni, Madre Elena
e Madre Luigina Mazza.
Tu Gesù fattoti presente a noi nelle persone di Madre Elena
e Madre Luigina Mazza,
esempi d'amore e d'amicizia. Grazie Gesù.

Buon onomastico a Madre Angelica Defendi

Cara Madre ANGELICA, LEI di nome battesimale, si chiama ELENA, nella consacrazione perpetua, al Signore ha acquisito, il nome di ANGELICA, è stato il nome più adatto e più bello, che la sua Madre Generale, le potesse donare, la Madre, secondo me, l'aveva, intuito immediatamente, che LEI, era un Angelo vivente, sulla Terra, adesso lo è diventata definitivamente, risorgendo in Cristo. Interceda, presso l'Onnipotente pregando, per tutti noi! Le voglio tanto bene.
Buon onomastico a Madre Angelica Defendi



Buon compleanno a Mons. Ubaldo Nava

 Oggi, il mio pensiero va, a mons. Ubaldo Nava, per il suo compleanno.

Un sacerdote veramente unico
Auguri ed ancora auguri... che sia per lei un Compleanno meraviglioso!

Sant'Elena Imperatrice

 Sant'Elena Imperatrice


Nome: Sant'Elena Imperatrice
Titolo: Madre di Costantino
Nascita: 250, Roma
Morte: 329, Roma
Ricorrenza: 18 agosto
Tipologia: Commemorazione




È impossibile parlare dei primi secoli del Cristianesimo senza ricordare con particolare affetto il nome di S. Elena, della quale si rinvengono notizie contrastanti presso gli storici. Nata in Roma da genitori pagani verso il 250, dimostrò subito eccellentissime doti di ingegno e di bontà d'animo. Divenuta grandicella, per la sua delicatezza e per la sua modestia, piacque al giovane ufficiale Costanzo Cloro, che la volle in sposa, e la condusse seco in Dardania, dove egli era nato e possedeva delle terre. Altri studiosi vogliono sia nata a Drepanum in Bitinia nel golfo di Nicomedia (attuale Turchia); città rinominata in seguito Helenopolis ("città di Elena") in suo onore, dal futuro figlio Costantino, il che ha causato anche l'incerta e successiva interpretazione dell' indicazione di Drepanum come luogo di nascita di Elena stessa.

Nella città di Naisso, nacque da Elena nell'anno 272 Costantino, il grande imperatore che avrebbe data la libertà al Cristianesimo. Quando Cloro venne dal Senato creato Cesare assieme a Galerio per ordine degli imperatori Diocleziano 'e Massimiano, dovette legalmente ripudiare la sua sposa Elena nel 293 per volere di Diocleziano e sposare Teodora, la figliastra dell'imperatore Massimiano, allo scopo di cementare con un matrimonio dinastico l'elevazione di Costanzo a Cesare di Massimiano all'interno della Tetrarchia. Di fatto Elena fu lasciata libera di vivere tranquillamente col figlio Costantino nella quiete della loro villa nell'Illiria.

Quantunque ammirabili e singolari fossero le virtù di Elena durante il governo dell'imperatore suo marito, tuttavia non erano che virtù umane, non essendo ancor cristiana. La grazia però del battesimo non era più lontana. Infatti Costantino suo figlio, proclamato imperatore nel 306, dopo la morte di Costanzo, la chiamò subito presso di sé, conferendole il titolo prestigioso di Augusta, e facendole conoscere il vero Dio. È impossibile dire con quanto fervore Elena si mise a far opere di pietà, quantunque fosse in età di circa sessant'anni; cercò in ogni modo di ricuperare il tempo perduto, edificando coi suoi esempi la chiesa di Dio, che suo figlio cercava di dilatare colla sua autorità.

Avendo Elena largamente a sua disposizione i tesori dell'impero, se ne servì per fare abbondanti elemosine, e per arricchire di vasi e arredi sacri le chiese della cristianità. Dopo il Concilio di Nicea, l'imperatore Costantino si diede con grandissimo slancio a far costruire templi e basiliche al vero Dio, specialmente in Terra Santa. La piissima Elena si assunse l'incarico di curare le costruzioni di Palestina a nome del figlio, recandosi essa stessa sul luogo. Partì per Gerusalemme l'anno 326: e quel viaggio non fu che una continua effusione di elemosine ch'essa andava spargendo a larghe mani ovunque passava e a chiunque ricorreva a lei. Giunta a Gerusalemme, fece tosto gettare a terra il tempio di Venere che era stato edificato sul Calvario dai pagani, che avevano così voluto profanare il luogo della morte e della risurrezione di Gesù. Ivi essa scoprì e ritrovò il S. Sepolcro ed il legno della S. Croce. In processione, col Vescovo di Gerusalemme, la Croce su cui Gesù era morto fu portata nella cattedrale della città.

Dopo questo, Elena si trattenne ancor un po' a Gerusalemme per vedere iniziata la sontuosa basilica fatta da lei erigere sul S. Sepolcro; indi, ordinate le costruzioni di altre chiese sul luogo della nascita e della Crocifissione di Gesù, si preparò per il ritorno. Prima di partire da Gerusalemme volle servire a tavola ella stessa le Vergini che erano ricoverate nel monastero da lei fatto costruire. Ritornata a Roma, il Signore la chiamò a godere il premio delle sue fatiche e delle sue elette virtù. Spirò tra le braccia del figlio Costantino l'anno 329.

Gli storici non sono sempre concordi nel riferire la vita di Elena e i particolari della sua conversione alla religione ortodossa. Alcuni ne additano la causa ai motivi politici che avrebbero indotto lo stesso Costantino a spingerla a ciò, per riconquistare il favore da lui perso presso i popoli orientali dell'Impero.

PRATICA. Facciamo elemosine per soccorrere poveri e promuovere il culto di Dio.

PREGHIERA. Concedi, o Signore, che ad imitazione della tua serva Elena disprezziamo i beni della terra, e ci dedichiamo tutti al tuo santo servizio e a procurare la tua gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma sulla via Labicana, santa Elena, madre dell’imperatore Costantino, che si adoperò con singolare impegno nell’assistenza ai poveri; piamente entrava in chiesa mescolandosi alle folle e in un pellegrinaggio a Gerusalemme alla ricerca dei luoghi della Natività, della Passione e della Risurrezione di Cristo onorò il presepe e la croce del Signore costruendo venerande basiliche