Il primo insegnamento di Gesù riguarda proprio il modo con cui leggere e interpretare la Scrittura. Gesù legge la Scrittura con la Scrittura, cercando in essa lo Spirito con cui è stata scritta. Ma la “chiave” che apre il testo sacro per noi è proprio Lui, Cristo, il Signore vivente: a partire dal Nuovo Testamento possiamo leggere e comprendere l’Antico Testamento, perché Gesù è il centro e il fine della Scrittura e della storia. Il secondo insegnamento entra nel merito della questione del sabato. Nel libro della Genesi si racconta che «Dio portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò» (Gen 1,29). Nel settimo giorno Egli dà senso al suo lavoro, rendendolo fecondo con la sua benedizione e, con il comando del libro dell’Esodo, invita l’uomo a entrare in esso, cioè a godere con Lui della benedizione che riposa sull’intera creazione, a mangiarne i frutti e a gioire della relazione con il suo Dio. L’uomo ritrova nella relazione con il suo Creatore il senso della sua vita, della sua fatica lavorativa e del tempo: anche gli altri sei giorni lavorativi acquistano il significato della condivisione, da parte dell’uomo, del ritmo di lavoro-riposo che abita la creazione perché abita Dio stesso, che riposa godendo nel creare e dare la vita fecondando. Ciò che conta dunque non è la legge, ma il riposo in Dio e la relazione con Lui: ora Dio è presente in Gesù e la legge che preparava a questo incontro, tutelando un tempo in cui si potesse sperimentarne l’anticipo, è compiuta, e l’uomo, per la presenza di Dio e il rapporto pieno e nuovo con lui, è nel “sabato”. Può godere della vita che gli viene da Dio sempre, nel lavoro settimanale come nel riposo sabbatico. Cade così ogni divisione legalistica e la frammentazione che segna la vita umana è ricondotta all’unificazione: l’uomo nel Figlio diventa signore della propria vita, del lavoro come del riposo. In questo modo i discepoli stanno vivendo il loro sabato: si nutrono dei frutti della terra che il loro Creatore e Signore sta dando loro in cibo e godono della sua presenza e della sua comunione.
16 Luglio
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
(Giovanni 10,27)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 115)
Rit: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
(Giovanni 10,27)