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31 marzo, 2024

✝ Pensiero del 31 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, tutto ricomincia, facci essere delle persone credibili, come lo sei stato TU. Grazie di cuore

Barbara


Versetto del Giorno

Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Giovanni 20:8-9


PASQUA – RESURREZIONE DEL SIGNORE- Solennità 

Meditazione sul Vangelo di  Gv 20,1-9

È risorto come aveva detto.

Per i discepoli la fede nella risurrezione di Gesù si basava sull’incontro personale con Lui, che era morto eppure viveva. Ma la maggior parte dei membri della prima comunità cristiana non aveva avuto questa grazia. Dovevano fidarsi della testimonianza di coloro che avevano visto Gesù: coloro che avevano mangiato con Lui prima e dopo la risurrezione. Così è per noi oggi. Per quei primi cristiani, come per noi, la cosa più importante era l’incontro con Cristo nella fede. La prova del sepolcro vuoto rimaneva in secondo piano, benché vi siano elementi che dicono di un avvenimento straordinario: come avrebbero potuto dei ladri lasciare ogni cosa in ordine, mentre trafugavano il corpo di Gesù? La fede non è la conclusione di un ragionamento. Beati quelli che credono pur senza aver visto.

Una delle preghiere più belle è certamente la supplica che gli apostoli rivolsero a Gesù: «Aumenta la nostra fede!» (Lc 17,6). Durante la sua vita pubblica, le persone di fede furono per Gesù motivo di gioia e di ammirazione: «Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» (Lc 7,9), disse del centurione che gli chiedeva di guarire il suo servo; «Donna, davvero grande è la tua fede!» (Mt 15,28), disse alla donna cananea… Senza fede, ci dice san Paolo, è impossibile piacere a Dio. L’elogio che l’autore della Lettera agli Ebrei rivolge ai Patriarchi ha come motivo la fede. Il cristiano è l’uomo della fede. «Il vero ed autentico cattolico – dice san Vincenzo di Lerins – è quello che ama la verità di Dio e della Chiesa, Corpo di Cristo; colui che nulla antepone alla religione divina e alla fede cattolica: né l’autorità di un uomo, né l’amore, né il genio, né l’eloquenza, né la filosofia, ma, separando tutte queste cose e rimanendo saldamente fermo nella fede, è disposto ad ammettere e a credere solamente quello che la Chiesa sempre ed universalmente ha creduto». Ma la fede deve permeare tutta la vita. Non esistono suddivisioni di sorta nella vita di fede. Non si crede solamente quando si sta in chiesa. La fede è un impegno che abbraccia tutta la vita. La fede deve essere professata anche esteriormente. Essa può essere testimoniata attraverso le buone opere. Si nega Cristo non solo quando si nega la sua esistenza, ma anche quando non si vive da cristiani.

 Cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure, era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.


Domenica 31 Marzo 

PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE
S. Beniamino; S. Balbina; B. Bonaventura da Forlì
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

(i Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
«Una meraviglia ai nostri occhi».

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

(i Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

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