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25 gennaio, 2024

✝ Pensiero del 25 Gennaio 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi, si celebra, la conversione di San Paolo Apostolo, aiutateci ad essere Cristiani credibili.

Barbara


Versetto del Giorno

Grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare.

Salmo 145:3


Giovedì – 3.a Tempo Ordinario – CONVERSIONE SAN PAOLO APOSTOLO – FESTA
Meditazione sul Vangelo di Mc 16,15-18
Andate… e predicate il Vangelo.
Nella prima lettura viene narrato l’incontro tra Saulo, persecutore dei cristiani, e il Signore, incontro che farà dell’appassionato giudeo il testimone privilegiato, davanti a tutti gli uomini del Crocifisso risorto. Nel Vangelo, Gesù manifesta il suo desiderio che l’annuncio evangelico raggiunga ogni creatura, perché tutti abbiano la possibilità di divenire suoi discepoli.
Quando Paolo, nelle Lettere, fa riferimento alla sua conversione, sottolinea come, prima d'incontrare Cristo, egli fosse stato un appassionato difensore della tradizione e fosse poi divenuto quindi persecutore dei cristiani (cfr. Fil 3,4-6). Anche il testo degli Atti degli Apostoli conferma questa notizia, mostrando come Saulo avesse intuito da tempo che quel gruppo che annunciava Cristo morto e risorto rappresentava una minaccia, un pericolo per le autorità giudaiche. Ed era proprio il riferimento a Cristo l’elemento minaccioso: i cristiani, infatti, invece di cercare di osservare la Legge per essere giusti agli occhi di Dio, si affidavano a quell’uomo che annunciavano essere morto e risorto, desideravano lasciarsi plasmare dalla fede in Lui. Parlare della conversione di Paolo, dunque, significa far memoria del momento in cui Saulo incontrò Cristo o, meglio, del momento in cui il Crocifisso Risorto lo afferrò. Sulla via di Damasco, Saulo scopre che la sua persecuzione non si rivolge semplicemente contro i cristiani, ma contro Gesù di Nazareth, scopre di essere stato scelto personalmente, di essere uno strumento eletto, di non essere lui il protagonista principale della sua vita, ma Dio; e a questo Dio egli si affida facendosi battezzare. La conversione si concretizza in una missione: annunciare Gesù, Figlio di Dio, e fare in modo che la fede nel Risorto plasmi i diversi aspetti della vita al punto da poter affermare: “Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). La vita di Paolo, come quella di ogni cristiano, continua ad essere una “vita nella carne”, non esente da ambiguità, da limiti, ma illuminata dalla fede: una vita che non si chiude in se stessa, ma si apre alla relazione con Cristo, che diviene il suo unico punto di riferimento.
Oggi vediamo la potenza di Dio in san Paolo, divenuto da persecutore Apostolo che ha accolto la fede in Cristo e l'ha diffusa, con una fecondità apostolica straordinaria, che non è ancora cessata.
Ma poiché siamo ancora nella settimana dell'unità, riflettiamo su alcuni aspetti della conversione di Paolo che si possono mettere in relazione con l'unità.
San Paolo si preoccupava al massimo dell'unità del popolo di Dio. Fu proprio questo il motivo che lo spingeva a perseguitare i cristiani: egli non tollerava neppure il pensiero che degli uomini del suo popolo si staccassero dalla tradizione antica, lui che era stato educato, come egli stesso dice, alla esatta osservanza della Legge dei Padri ed era pieno di zelo per Dio. Ai Giudei che lo ascoltano dopo il suo arresto egli paragona appunto il suo zelo al loro: "... pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi".
E dunque possibile essere pieni di zelo per Dio, ma in modo sbagliato. San Paolo stesso lo dice nella lettera ai Romani: "Essi hanno molto zelo, ma non è uno zelo secondo Dio", è uno zelo per Dio, ma concepito secondo gli uomini (cfr. Rm 10,2).
Ora, mentre Paolo, pieno di zelo per Dio, usava tutti i mezzi e in particolare quelli violenti per mantenere l'unità del popolo di Dio, Dio lo ha completamente "convertito", rivolgendogli quelle parole che rivelano chiaramente quale sia la vera unità. "Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". Nelle tre narrazioni della conversione di Paolo molti dettagli cambiano: alcuni vengono aggiunti, altri scompaiono, ma queste parole si trovano sempre, perché sono veramente centrali. Paolo evidentemente non aveva coscienza di perseguitare Gesù, caricando di catene i cristiani, ma il Signore in questo momento gli rivela l'unità profonda esistente fra lui e i suoi discepoli: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". Forse proprio allora Paolo ebbe la prima rivelazione del corpo di Cristo, del quale ha parlato poi nelle sue lettere. Tutti siamo membra di Cristo per la fede in lui: in questo consiste la nostra unità.
Gesù stesso fonda la sua Chiesa visibile. "Che devo fare, Signore" chiede Paolo, e il Signore non gli risponde direttamente: "Prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia". Lo manda dunque alla Chiesa, non vuole per il suo Apostolo una conversione individualistica, senza alcun rapporto con gli altri discepoli. Egli deve inserirsi nella Chiesa, Corpo di Cristo, al quale deve aderire per vivere nella vera fede.

Giovedì 25 Gennaio 
CONVERSIONE DI SAN PAOLO AP. (f); S. Anania; B. Antonio Migliorati
3.a del Tempo Ordinario
At 22,3-16 opp. At 9,1-22; Sal 116; Mc 16,15-18
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga.
(Giovanni 15,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto ed il vostro frutto rimanga.
(Giovanni 15,16)

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