Translate

05 agosto, 2022

✝ Pensiero del 05 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non sono stati i chiodi, a tenere Gesù, sulla Croce ma il Suo Amore, per noi.

Meditazione sul Vangelo di Mt 16, 24-28
Sapienza di Dio.
La lettura di oggi è tratta dal libro del profeta Nahum. Nella figura del malvagio che viene sconfitto è rappresentata l’immagine della violenza e della menzogna. Il profeta mostra la precarietà della potenza umana che si fonda sull’oppressione e sull’ingiustizia. È un canto di lode a Dio che ha liberato il suo popolo da una terribile minaccia e ha punito il malvagio mostrandosi quale Signore della storia.
Il vangelo di oggi ci presenta uno dei paradossi più ardui da comprendere e da vivere. Prendere la croce e seguire Gesù significa consumare se stessi nell’abnegazione e nel sacrificio. L’aspetto paradossale è costituito dal fatto che proprio nel perdere se stessi si incontra la vita autentica. Questo messaggio sembra privo di attrattive per il nostro mondo di oggi, dal momento che la maggior parte delle persone cercano esattamente il contrario. In una società in cui regnano edonismo e superficialità, la croce e l’abnegazione paiono quasi spregevoli, antiquati, idee buone solo per menti poco assennate. Si desidera ciò che è più facile, più comodo, che dà più piacere, e si pratica il culto del corpo. Questa è la “sapienza” del mondo. La “sapienza di Dio” è diversa; già san Paolo l’aveva detto. San Francesco d’Assisi era convinto che il mondo si può salvare solo attraverso la croce e l’abnegazione. Il suo compagno, Egidio, cercò di riassumere così l’insegnamento di Francesco: «Vuoi sentirci bene? Diventa sordo. Vuoi parlare bene? Sta’ in silenzio. Vuoi guadagnare? Impara a perdere. Vuoi arricchirti? Sii povero. Vuoi essere consolato? Piangi. Vuoi salire in alto? Umiliati». Vivere così è segno di grande sapienza, ma non è cosa da tutti. Sembra un elenco di paradossi, ma tutti servono a illustrare il mistero della croce: il guadagno nella privazione, la vita nella morte.

Venerdì 5 Agosto 
Dedic. Bas. S. Maria Maggiore (mf); S. Osvaldo; S. Emidio; S. Osvaldo
18.a del Tempo Ordinario
Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-36.39-41; Mt 16,24-28
Il Signore farà giustizia al suo popolo

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)

SALMO RESPONSORIALE (Deuteronomio 32,35-41)
Rit: Il Signore farà giustizia al suo popolo.

Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire.
Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione.

Ora vedete che io, io lo sono
e nessun altro è dio accanto a me.
Sono io che do la morte e faccio vivere;
io percuoto e io guarisco.

Quando avrò affilato la folgore della mia spada
e la mia mano inizierà il giudizio,
farò vendetta dei miei avversari,
ripagherò i miei nemici.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)



04 agosto, 2022

Era venerdì 04 agosto 1944 ore 14.30

 La famiglia Frank, ed i loro amici che erano con loro, nell'alloggio segreto, vengono arrestati dalla Gestapo e furono deportati, nei Campi di Concentramento.


Era venerdì 04 agosto 1944
ore 14.30



Trovata una foto inedita di Edith Stein

 Trovata una foto inedita di Edith Stein

Uno storico polacco appassionato di cartoline antiche ha realizzato una scoperta sorprendente durante un'asta online a giugno: una foto del tutto inedita di Edith Stein, la santa canonizzata nel 1998 da Giovanni Paolo II
Nella fotografia, formato 10×15 e datata 1915, si vede un gruppo d'infermiere che circonda sette medici della località ceca di Hranice, situata a 300 chilometri a est di Praga. È stato un caso che in un’asta online Dariusz Giemza, storico e grande collezionista di cartoline antiche, abbia deciso di acquistarla per poi fare una scoperta sorprendente: nel gruppo figura anche Edith Stein.
Quando, nel giugno scorso, Giemza ha consultato la pagina web di un negozio di antichità, ha scoperto che era all’asta una cartolina in bianco e nero di Hranice, in Moravia. All’inizio gli interessava come reperto storico, ma guardandolo meglio un volto gli ha detto qualcosa…
“Ho guardo quel volto con attenzione e ho sospettato che si trattasse di Edith Stein. Quando ho visto la data sul retro, 6 maggio 1915, e il luogo, Hranice, in Moravia, ero quasi del tutto convinto”, ha confessato. “Conoscevo i dettagli della biografia di Edith Stein. Sapevo che era stata nell’ospedale da campo di Hranice per sei mesi, dall’aprile al settembre 1915. Tutto coincideva: il volto, le date, il luogo”.
Edith infermiera
L’ospedale di Hranice venne inaugurato all’inizio dell’ottobre 1914. Quando la futura santa vi arrivò nell’aprile 1915, 150 suore si occupavano dei feriti polacchi, ungheresi, sloveni, rumeni, italiani e turchi. Edith, che aveva ricevuto la sua formazione da infermiera all’ospedale Toussaint di Breslavia, si unì a loro per un duro servizio medico di sei mesi nella sala della febbre tifoide.
Nel suo libro Storia di una famiglia ebrea, Edith Stein dedica un intero capitolo a questi sei mesi, descrivendo in modo dettagliato le sue funzioni e le difficoltà che aveva affrontato. “Sappiamo che è andata da Breslavia a Hranice; ha iniziato il suo viaggio alle sei del mattino, poi ha ricevuto una targa smaltata da infermiera e una cintura nera con una croce rossa su sfondo bianco. È scesa a Hranice a mezzogiorno. Sappiamo anche che Edith viaggiava con altri due volontari”, continua lo storico. La Stein spiega che l’ospedale era lontano dalla città, e che dovettero affittare un carretto. Rende anche noto che all’ospedale vennero scattate fotografie di stanze e camerate. In seguito, i feriti potevano inviarle come cartoline ai propri cari.
Un “occhietto” della santa
Non appena Dariusz Giemza ha ricevuto la cartolina, ha deciso di farla autenticare. “Ho inviato l’immagine a tre luoghi, tra cui Roma e Breslavia, a persone che sapevano tutto di Edith per essere del tutto sicuro”, ha indicato. “Le risposte sono arrivate rapidamente e sono state unanimi: era lei! Le informazioni scritte in tedesco sul retro, ovvero l’indirizzo a cui era stata inviata la cartolina, la data e il timbro postale, dovevano permettere di compiere altri passi. “Può essere possibile unire la famiglia della persona che ha ricevuto la cartolina alla santa, patrona d’Europa”, dice il ricercatore.
Come spiegare che la cartolina sia stata trovata in questo modo? Per lo storico è un “occhietto” della santa.
“Credo che sia un regalo di Santa Edith alla città di Duszniki-Zdrój”, dice. “Ha certamente apprezzato il fatto che Dusznik abbia reso il 2022 anno dedicato a Edith Stein in memoria dell’80° anniversario del suo martirio ad Auschwitz”.






San Giovanni Maria Vianney

 San Giovanni Maria Vianney 


Nome: San Giovanni Maria Vianney
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Jean-Marie Baptiste Vianney
Nascita: 8 maggio 1786, Dardilly, Francia
Morte: 4 agosto 1859, Ars-sur-Formans, Francia
Ricorrenza: 4 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:parrocisacerdoti


Dardilly, piccolo paesello della diocesi di Lione, fu la patria del santo Curato. La sua famiglia si dedicava ai lavori agricoli, e Giovanni medesimo quando fu giunto all'età di sette anni dovette, aiutare il fratello maggiore nei campi. Ma in quella buona casa regnava l'amor di Dio e del prossimo.

Quanta pietà aveva il nostro piccolo Vianney, nei suoi primi anni di età, e quale devozione alla Vergine! Lo dirà poi, quando sarà sacerdote e confessore: « Io non conoscevo il male, lo conobbi più tardi, dalle labbra dei penitenti ».

Dopo qualche anno Giovanni dovette recarsi a Ecully da sua zia. Anche qui era la Provvidenza che lo guidava: in questa casa, dalle mani di D. Balley, sfuggito alla terribile persecuzione, riceve la prima Comunione. Dopo sei anni sente nell'anima il desiderio ardente di farsi sacerdote; egli vorrebbe subito seguire la divina chiamata, ma per un pò ne è impedito dai lavori campestri. In questo tempo però egli si esercita nella grammatica latina sotto il buon Balley ed impara a recitare il Rosario: senonché la chiamata alle armi interrompe gli studi.

Dopo 14 lunghi mesi di perplessità e di fatiche, viene quasi miracolosamente rimandato a casa, e D. Balley si incarica di farlo accettare in seminario.

Quante difficoltà trova il povero Giovanni negli studi! Ma egli è costante, prega la 'SS. Vergine e per la sua pietà viene ammesso agli ordini sacri il 9 agosto del 1815.

Sacerdote, viene eletto come vicario di Ecully e poi mandato parroco ad Ars. Trovò quella parrocchia completamente abbandonata e subito si diede a risanarla dai corrotti costumi. Il suo zelo, la sua eroica penitenza, la sua profonda umiltà, la sua ardente carità, in poco tempo avevano cambiato quel popolo: la chiesa era frequentata, i fedeli si accostavano spesso ai Sacramenti ed i vizi lasciavano il posto alle virtù: in qualsiasi tempo i fedeli si recassero alla parrocchia, trovavano il loro Curato in chiesa. Il confessionale era il suo luogo ordinario di abitazione e non passarono molti anni che Ars divenne la mèta degli uomini più eminenti: persone di stato, letterati e vescovi, si recavano dal santo Curato per ricevere i suoi illuminati consigli.

Fu ammirabile nella devozione a Maria, al Rosario, all'Eucaristia: queste furono le sorgenti della sua efficacia sulle anime. Il demonio però non mancò di mettere a dura prova la virtù del Santo. Ma tutto ciò non fece che irrobustire il suo spirito.

Estenuato dalle fatiche, macerato dai digiuni e dalle penitenze, il 4 agosto 1859 terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Ma dal cielo il suo apostolato si perpetua coll'esempio della sua vita e delle sue virtù.

PRATICA. Facciamo oggi un atto di carità.

PREGHIERA. Onnipotente e misericordioso Iddio, che rendesti illustre per lo zelo apostolico il beato Giovanni Maria, concedici che a suo esempio ed intercessione possiamo guadagnare a Cristo le anime dei fedeli e raggiungere con essi la gloria dell'eternità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.

✝ Pensiero del 04 agosto 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Tre anni senza Luca Carissimi e Matteo Ferrari

Il tempo, passa, ma VOI resterete indelebili, nella nostra memoria, vi amiamo immensamente, proteggeteci da lassù, dando conforto e sostegno a noi, ma soprattutto alle vostre famiglie.

PADRE NOSTRO, AVE MARIA, ETERNO RIPOSO

Meditazione sul Vangelo di Mt 16, 13-23

La nuova Alleanza.

Seguendo la linea di pensiero dei giorni passati, le letture dal libro di Geremia ci guidano alla conoscenza di una nuova alleanza, scritta, non su tavole di pietra ma nei cuori. A chi vive con questa fede Dio promette il perdono dei peccati e un’intima conoscenza di Lui. Con il salmo 51 preghiamo per il rinnovamento dei nostri cuori: «Crea in me, o Dio, un cuore puro». Ciò è indispensabile per essere degni di arrivare a conoscere chi è Gesù, perché questa è la domanda che Egli rivolge a ognuno di noi: “Tu chi dici che io sia?”. Solamente guidati dallo Spirito possiamo rispondere adeguatamente: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Nostro Signore vuol stabilire un’alleanza nuova, non più come quella stipulata sul Sinai con le tavole di Mosè, ma scritta nel cuore. In qualche modo, le tavole di pietra su cui furono scritti i dieci comandamenti, mantenevano un triste riferimento alle vie dell’uomo vecchio. Ma Dio, anche nell’Antico Testamento ispirò profeti come Ezechiele, per invitare ogni uomo a rinnovare il proprio cuore, passando dalla pietra alla carne. Dio conosce i nostri cuori, lo spirito che è in noi, e vuole che lo adoriamo in spirito e in verità. Questa è l’essenza della domanda che Gesù pone oggi. Il Signore è un Dio che ama l’umiltà. Ce l’ha dimostrato più volte. La sua sola venuta come uomo è ben più che una prova sufficiente, se davvero comprendiamo che genere di umiliazione sia per Dio incarnarsi. E, comunque, non si è fermato a farsi uomo, ma è andato oltre soffrendo la Passione e morendo sulla croce. In questo modo Gesù ha dato inizio a quell’alleanza annunciata e sigillata con il suo Sangue per acquistarci la redenzione e per mostrarci il suo amore. Cosa desidera ardentemente il nostro cuore? Desideriamo ardentemente amore. L’uomo è un mistero d’amore. In questo mistero possiamo dire che siamo vera immagine di Dio. 

Giovedì 4 Agosto 
San Giovanni Maria Vianney, S. Asprenato; S. Martino; B. Agostino Kazoti
18.a del Tempo Ordinario
Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23
Crea in me, o Dio, un cuore puro

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

(Matteo 16,18)

I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi (T.P. Alleluia). (Cf. Sal 131,9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

(Matteo 16,18)

I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi (T.P. Alleluia). (Cf. Sal 131,9)

03 agosto, 2022

✝ Pensiero del 03 agosto 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 15, 21-28

Richiesta insistente.
Dopo l’attraversata del lago di Genezareth Gesù si sposta in territorio pagano. Qui gli viene incontro una donna cananea la quale lo supplica insistentemente perché guarisca la figlia. Ma Gesù non risponde. I discepoli, sorpresi da questo comportamento, intercedono a favore della donna, più che altro per potersi liberare di lei e della sua grida insistenti. Gesù però rifiuta anche ai discepoli il suo intervento. La donna si avvicina ancor di più e continua a supplicare: “Signore, aiutami!”. Ancora una volta Gesù si rifiuta di intervenire presentando un’immagine di vita quotidiana, alla quale la donna, però, offre una conclusione che porta Gesù a riconoscere la sua fede e quindi ad intervenire in suo favore.
Se la preghiera è insistente si è esauditi: sembra essere questo l’insegnamento che emerge dall’episodio dell’incontro di Gesù con la donna cananea. Un po’ tutti facciamo esperienza – almeno qualche volta – dell’insistenza dei bambini, soprattutto chi è genitore: quando un bambino vuole ottenere qualcosa è davvero difficile resistere. C’è, infatti, una tenacia nelle loro richieste che è disarmante: talvolta bisogna cedere o, almeno, venire a patti. Allo stesso modo possiamo anche interpretare l’insistenza della donna cananea che ci viene descritta dal Vangelo. Essa sa che, essendo pagana, non meritava di essere esaudita da Gesù. Eppure insiste fino a trovare esaudimento. La sua insistenza rivela una fiducia incondizionata nella generosità del Signore, al punto che il suo grido di dolore per la figlia si trasforma in preghiera: non è più dunque il gemito di una disperata ma è la supplica di una credente. Proprio questa apertura di fede colpisce Gesù ed è esattamente questa fiducia tenace ed insistente che ottiene la guarigione richiesta. Sta forse qui il motivo di tanti nostri fallimenti: noi non crediamo più ai miracoli, intendendo per tali non tanto quei prodigi umanamente inspiegabili che attirano la curiosità delle folle, quanto piuttosto quei miracoli molto “ordinari” che sono disseminati nella nostra storia personale, e ai quali noi non crediamo più, rassegnati come siamo all’apparente banalità della vita di tutti i giorni. Eppure basterebbe perseverare nella fede – in quella fede che altre volte si è mostrata promettente – per aprire gli occhi sui miracoli di ogni giorno o, almeno, per non lasciarci spegnere dalla rassegnazione e dal fatalismo.

Mercoledì 3 Agosto 
S. Asprenato; S. Martino; B. Agostino Kazoti
18.a del Tempo Ordinario
Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)

SALMO RESPONSORIALE (Geremia 31,10-13)
Rit: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

02 agosto, 2022

✝ Pensiero del 02 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Oggi, la Chesa, celebra il PERDONO D'ASSISI.

Gesù, PERDONACI.

Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 22-36

Sulla barca degli apostoli.

Il Vangelo di oggi descrive la difficile e stancante traversata del mare di Galilea in una fragile barca, spinta da un vento contrario. La parte narrativa del vangelo di Matteo (cap. 14-17) mostra le reazioni a favore e contro Gesù provocate dalla presenza del Regno annunziato nelle parabole. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si congeda dalla folla e ordina ai discepoli di attraversare il lago.

Gesù è immerso nella preghiera, ha congedato la folla e ha dato ordine ai suoi di precederlo sull’altra riva del lago. È sera ed egli è ancora solo con Dio sul monte, mentre la barca è sballottata dalle onde. Quando il Signore è lontano da noi e tentiamo di spingere la barca della nostra esistenza soltanto con le nostre povere forze, le tempeste non mancano, e la violenza delle onde talvolta ci sgomenta. Sperimentiamo allora i nostri limiti, ci coglie la paura di affogare e di essere travolti dalle tempeste della vita. Il Signore non tarda a venire, e viene dicendo chiaramente che egli è in grado di dominare le leggi della natura, egli può tranquillamente camminare sulle acque che, mentre sono fonte di timori per gli spauriti discepoli, per lui sono come un comodo tappeto. Comprendiamo lo stupore degli apostoli, e le parole rassicuranti di Cristo che vogliono infondere coraggio e allontanare da loro la paura. Comprendiamo anche lo slancio di Pietro, che vorrebbe imitare il suo Maestro per avere la certezza della sua presenza. Per camminare sulle acque come Cristo occorre la fermezza della fede che fuga la paura, occorre credere alle parole del Signore e alle sue divine sollecitazioni anche quando le leggi della natura e la percezione immediata dei segni ci distolgono dai pensieri e dai progetti divini. Il Signore Gesù va ancora ripetendo a ciascuno di noi, specialmente nei momenti di tempesta: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Lo ripete alla sua Chiesa e a tutti i suoi fedeli. L’episodio di Pietro è una specie di catechesi sulla realtà del discepolo invitato ad affidarsi totalmente al suo Signore, anche nelle situazioni mettono in crisi la sua solida fede. Al centro di questo brano evangelico c’è dunque la fede, il cui banco di prova è l’impegno fattivo sul piano umano e storico (cfr. Mt 7,21-23; 22,35-45).

Martedì 2 Agosto 
S. Eusebio di Vercelli (mf); S. Pietro Giuliano Eymard (mf)
18.a del Tempo Ordinario
Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36 (A: Mt 15,1-3.10-14)
Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 101)
Rit: Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.
Perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
ed i regni per servire il Signore.

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

01 agosto, 2022

✝ Pensiero del 01 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Solo il Pane che viene dal cielo ha il potere di saziare la fame d'amore che è nell'uomo

Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 13-21

Pane moltiplicato.

L’episodio della moltiplicazione dei pani, che abbiamo ascoltato nella versione giovannea proprio ieri, è riportato ben sei volte nei Vangeli: due volte ciascuno nei Vangeli di Matteo e Marco ed una rispettivamente in quelli di Luca e Giovanni. Con cinque pani d’orzo e due pesci, Gesù sfama oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, attratti dai miracoli e convinti di aver trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione.

Cinque pani d’orzo e due pesci: tanto basta a Gesù per sfamare oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, richiamati dai prodigi che egli compiva per confermare il suo insegnamento. Proprio questi segni avevano persuaso quella gente – come pecore senza un pastore – di aver infine trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione. Anche noi abbiamo seguito Gesù, e continuiamo a seguirlo. Ma possiamo e dobbiamo chiederci: come lo seguiamo? Gesù si manifestava, e si manifesta oggi a noi, come colui che è capace di saziare per sempre la fame del nostro cuore. Soprattutto in una società come la nostra, in cui tutto ha un prezzo, tutto si paga, tutto si misura, queste parole possono farci sorridere. Ma è proprio per questo che l’uomo ha fame: fame di verità, di giustizia, di amore, di pace, di bellezza; ma, soprattutto, fame di Dio. È Dio, infatti, che ci dà il vero pane: Cristo Gesù, che ancora oggi ci ripete: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». Il pane di cui abbiamo bisogno è la Parola di Dio, perché, come dice lo stesso Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Dobbiamo metterci continuamente in ascolto attento della Parola di Dio per poi metterla in pratica assumendola come criterio del nostro modo di pensare e di agire. Ricordiamo le parole di Benedetto XVI, nel giorno di inizio del suo pontificato: «Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana… Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a Lui riceve il centuplo». Cerchiamo Colui che, solo, può soddisfare il nostro desiderio: cerchiamo Cristo! Camminiamo verso Cristo!

Lunedì 01 agosto 
S. Alfonso M. de’ Liguori (m); S. Pietro Favre; S. Severo
18.a del Tempo Ordinario
Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21 (Mt 14,22-36 anno A)
Insegnami, Signore, i tuoi decreti

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

 (Matteo 4,4)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Insegnami, Signore, i tuoi decreti.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.

Si volgano a me quelli che ti temono
e che conoscono i tuoi insegnamenti.
Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti,
perché non debba vergognarmi.

I malvagi sperano di rovinarmi;
io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.
Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

 (Matteo 4,4)