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01 aprile, 2024

✝ Pensiero del 01 Aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, tanti Auguri a TE, che ci proteggi, tutto l'anno.

Barbara


Versetto del Giorno

Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!

Apocalisse 1:8


Lunedì dell’Angelo – Ottava di Pasqua 

Meditazione del Vangelo di Mt 28,8-15

Con timore e gioia grande.

Due scenari diversi, segnati da due incontri diversi. Il primo si apre nel segno del timore e di una grande gioia; lo stesso evento che spaventa e paralizza i soldati (Mt 28,4) ha sulle donne un effetto elettrizzante, che mette loro le ali ai piedi. In questo contesto avviene l’incontro con il Risorto, in cui s’intrecciano benedizione e adorazione. Il Maestro che ha debellato una volta per tutte il virus letale della morte ribadisce la promessa già annunciata nell’ultima cena (Mt 26,32) e ricordata dallo strano messaggero apparso alle donne (Mt 28,7): “Dite ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”. L’arrivo di Gesù in Galilea aveva inaugurato la sua missione in Israele (Mt 4,12), il ritorno del Risorto aprirà il nuovo scenario della evangelizzazione universale (Mt 28,18). La Galilea non è il luogo di un ritrovo intimo tra amici, per quanto umanamente sbalorditivo e festoso, dopo una vicenda traumatica. Nulla sarà più come prima: quando tutto sembrava finito, tutto ricomincia in un modo nuovo. Un compito straordinario di evangelizzazione sarà affidato a quel manipolo di persone smarrite e confuse, ma lui precederà tutti in Galilea. Come dire: quando ogni fedele discepolo del Maestro s’incammina verso il luogo da cui s’irradia il vangelo, non abbia timore, perché Lui è già là. Il secondo scenario è di segno completamente opposto. Anche qui un incontro, un annuncio, una promessa. Ma tutto suona terribilmente umano, troppo umano. Menzogne, bustarelle, meschinità, connivenze. Fino al limite dell’autogoal più clamoroso: la sentinella che dichiara di dormire in servizio e descrive un evento che non ha visto! Uno spaccato di un sottobosco politico-diplomatico-religioso, con un sottinteso ammiccante e disgustoso che continua a circolare in ogni epoca e sotto tutte le latitudini: l’ingiustizia si può sempre coprire e “aggiustare” con un po’ di complicità. Il contrasto tra la fede pulita delle donne, fondata sulla verità e pronta alla testimonianza, e l’incredulità spregiudicata dei capi, sicuri di poter umiliare con la menzogna la credulità dei semplici, non poteva essere più netto e provocatorio. Un bivio anche per la nostra vita.

In questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta con loro e per loro fino all'ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il significato della vita.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca, come oggi.
San Matteo parla di Maria di Magdala e dell'altra Maria, che incontrano un angelo al levarsi del giorno vicino alla tomba. Quando gli obbediscono e lasciano la tomba, il Cristo risuscitato va ad incontrarle. Conferma egli stesso la missione che li aspetta: «
Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».

Ed è anche presso la tomba vuota che si sviluppano la nuova opposizione - che contesta la risurrezione - e il rifiuto di credere. Mentre le due donne sono in cammino, le guardie si recano in città dai loro capi. Questi sanno che è inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza terrestre può resistere od opporsi all'opera di Dio. Pertanto, poiché non possono accettare la verità della Pasqua, danno al mondo una spiegazione. Spiegazione che può trarre in inganno solo coloro che si rifiutano di incontrare il Signore.

Lunedì 01 aprile 2024
Ottava di Pasqua [LUNEDI’ DELL’ANGELO]

S. Maria Egiziaca; S. Ugo di Grenoble
At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio

Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:

«Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

Alleluia.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».


Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli ínferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:

«Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

Alleluia.

31 marzo, 2024

Pasqua di Risurrezione del Signore

 Pasqua di Risurrezione del Signore

autore: Noël Coypel anno: 1700 titolo: La resurrezione di Cristo luogo: Museo delle Belle Arti, Francia

Nome: Domenica di Pasqua
Titolo: Risurrezione del Signore
Ricorrenza: 31 marzo
Tipologia: Solennità
Patrono di:
Cherasco


Alla sera del venerdì, appena Gesù aveva reso lo spirito un soldato per assicurarsi che era veramente morto gli aveva passato il cuore con una lancia. Giuseppe d'Arimatea, nobile decurione, e Nicodemo chiesero a Pilato il corpo adorabile di Gesù e, ottenutolo, lo avvolsero in una sindone con aromi e lo deposero in un sepolcro nuovo, scavato nel vivo sasso. Il giorno seguente i Principi dei Sacerdoti, ricordandosi che Gesù aveva detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato, domandarono a Pilato che ne facesse custodire il sepolcro per tre giorni, affinché, dicevano essi, non vengano i suoi discepoli a rapirne il corpo, e poi dicano ch'è risorto. Pilato acconsentì, e furono posti i soldati a guardia del sepolcro, e venne suggellata la pietra. Al terzo giorno, di buon mattino, si sentì un gran terremoto; un Angelo sfolgoreggiante di luce discese dal cielo, rovesciò la pietra del sepolcro e vi sedette sopra. Gesù vincitore della morte e dell'inferno era risorto come aveva promesso. Le guardie sbigottite caddero come morte, ma poi riavutesi, corsero in città a dar l'avviso dell'accaduta ai Principi dei Sacerdoti. Questi però diedero loro del denaro, affinché dicessero che mentre esse dormivano erano venuti i discepoli, e ne avevano portato via il corpo.

Al mattino presto (le donne) si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"».

È ancora buio e le donne si recano al sepolcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del suo corpo, con ciò che hanno, come solo loro sanno. Sono quelle donne che l'avevano seguito dalla Galilea, sostenendolo con i loro beni in ciò che era necessario. Con lui avevano assaporato la ricchezza del «più che necessario», giorni di libertà felice, germogli di un mondo nuovo. Sono quelle che stavano sotto la croce. L'avevano guardato morire. E nessuno a soccorrerlo. Ora vanno al sepolcro: ciò che le muove non è un atto di fede nella divinità di Gesù, non una speranza segreta, ma un atto d'amore. Lo amano ancora, semplicemente, ma è ciò che rimette in marcia la vita: «non è possibile amare la divinità di Cristo se non amando prima la sua umanità» (Heidewick di Anversa).

Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: «entrarono e non trovarono il corpo del Signore». Tutto si blocca, l'assenza del corpo di Gesù entra dolorosamente in loro come uno smarrimento, un vuoto pieno solo di domande. E alla desolazione si aggiunge paura: due uomini vestiti di lampi. Come è contrastata la fede di Pasqua! Quasi fossero doglie di parto. Si innesta su di una ferita, su di una assenza patita dolorosamente, su di una perdita.

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?


Voi state cercando il vostro tesoro perduto, avete fame di colui che vi ha riempito di senso le vite.

Perché cercate colui che è vivo?


Bellissimo nome di Gesù: Lui è il vivente. Non solo è vivo adesso, come uno che non è più un morto, ma è il vivente, colui che continuamente vive, cui appartiene il vivere, l'autore della vita: la sua missione, la sua azione è germinare vita, fiorire vita.

Non è qui, è risuscitato, si è alzato.


I Vangeli raccontano la risurrezione di Gesù con i due verbi del mattino dell'uomo, svegliarsi e alzarsi. Come se i nostri giorni fossero una piccola risurrezione quotidiana, e la Pasqua un giorno senza più tramonto. Ma la tomba vuota non basta, gli angeli non bastano perché la fede venga alla luce: Ricordatevi come vi parlò: bisogna che io sia crocifisso e risorga... ed esse ricordarono le sue parole.
Adesso tutto esplode. Le donne ricordano, credono perché ricordano, credono non per le parole degli angeli, ma per la parola di Gesù. Credono prima di vedere. Non sono le apparizioni che fanno credere, né le vesti sfolgoranti, ciò che fa credere è sempre la sua Parola, Vangelo custodito anche nei giorni della perdita e dell'assenza. Le donne hanno conservato quelle parole perché le amano, perché nell'uomo si imprime e persiste solo ciò che ci sta davvero a cuore. Principio di ogni incontro con il Vivente è, anche per noi, la custodia amorosa della sua Parola.

MASSIMA. Il nostro Agnello pasquale, Cristo, è stato immolato. Perciò facciam festa non col vecchio lievito della malizia, ma con gli azimi della parità e della verità. S. Paolo ai Corinti.

PRATICA. La solennità di tutte le solennità che la Provvidenza ha voluto assegnarvi in questo mese, sollevi al cielo il vostro spirito, la mente ed il cuore: tutto quello che non è per il cielo, è tutto perduto. O Adamo, felice il tuo peccato Che un sì gran Redentor ci ha meritato!

MARTIROLOGIO ROMANO. In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne.



ICONOGRAFIA


L'iconografia della Resurrezione di Cristo vanta di tantissime opere d'arte quasi sempre raffiguranti il Cristo che risorge dal sepolcro con una bandiera crociata simbolo della resurrezione, insieme a lui in basso quasi sempre troviamo i soldati che erano di guardia al sepolcro, in molte rappresentazioni sono presenti anche le donne che portarono gli aromi sulla tomba del Signore, Maria Maddalena, Maria di Cleofa e Giovanna la Mirofora o Maria Solome. Una delle più celebri rappresentazioni della resurrezione è sicuramente quella di Raffaello che con i suoi meravigliosi colori esalta la forza e la bellezza della scena dove oltre ai tipici soggetti sono visibili anche due splendidi angeli che sono i primi testimoni e gli interpreti del Risorto e che aprono la strada all’annuncio di vittoria sulla morte e avranno un ruolo importante nell'incontro con le Tre Marie

Resurrezione di Crist
titolo Resurrezione di Crist
autore Raffaello anno 1501-1502


Anche la magnifica opera di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è una grande rappresentazione della scena con i soldati che sono addormentati.

Resurrezione
titolo Resurrezione
autore Piero Della Francesca anno 1458-1474


Anche la celebre opera di Peter Paul Rubens conservata a Palazzo Pitti di Firenze rappresenta come Cristo si leva trionfante, reggendo il vessillo crociato, con un angelo che lo scopre e due putti che gli reggono la corona di spine.

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Pieter Paul Rubens anno 1616 circa


Di notevole fascino anche l'opera di Domenico Ghirlandaio artista del XV sec

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Domenico Ghirlandaio anno 1490-1498

✝ Pensiero del 31 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, tutto ricomincia, facci essere delle persone credibili, come lo sei stato TU. Grazie di cuore

Barbara


Versetto del Giorno

Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

Giovanni 20:8-9


PASQUA – RESURREZIONE DEL SIGNORE- Solennità 

Meditazione sul Vangelo di  Gv 20,1-9

È risorto come aveva detto.

Per i discepoli la fede nella risurrezione di Gesù si basava sull’incontro personale con Lui, che era morto eppure viveva. Ma la maggior parte dei membri della prima comunità cristiana non aveva avuto questa grazia. Dovevano fidarsi della testimonianza di coloro che avevano visto Gesù: coloro che avevano mangiato con Lui prima e dopo la risurrezione. Così è per noi oggi. Per quei primi cristiani, come per noi, la cosa più importante era l’incontro con Cristo nella fede. La prova del sepolcro vuoto rimaneva in secondo piano, benché vi siano elementi che dicono di un avvenimento straordinario: come avrebbero potuto dei ladri lasciare ogni cosa in ordine, mentre trafugavano il corpo di Gesù? La fede non è la conclusione di un ragionamento. Beati quelli che credono pur senza aver visto.

Una delle preghiere più belle è certamente la supplica che gli apostoli rivolsero a Gesù: «Aumenta la nostra fede!» (Lc 17,6). Durante la sua vita pubblica, le persone di fede furono per Gesù motivo di gioia e di ammirazione: «Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» (Lc 7,9), disse del centurione che gli chiedeva di guarire il suo servo; «Donna, davvero grande è la tua fede!» (Mt 15,28), disse alla donna cananea… Senza fede, ci dice san Paolo, è impossibile piacere a Dio. L’elogio che l’autore della Lettera agli Ebrei rivolge ai Patriarchi ha come motivo la fede. Il cristiano è l’uomo della fede. «Il vero ed autentico cattolico – dice san Vincenzo di Lerins – è quello che ama la verità di Dio e della Chiesa, Corpo di Cristo; colui che nulla antepone alla religione divina e alla fede cattolica: né l’autorità di un uomo, né l’amore, né il genio, né l’eloquenza, né la filosofia, ma, separando tutte queste cose e rimanendo saldamente fermo nella fede, è disposto ad ammettere e a credere solamente quello che la Chiesa sempre ed universalmente ha creduto». Ma la fede deve permeare tutta la vita. Non esistono suddivisioni di sorta nella vita di fede. Non si crede solamente quando si sta in chiesa. La fede è un impegno che abbraccia tutta la vita. La fede deve essere professata anche esteriormente. Essa può essere testimoniata attraverso le buone opere. Si nega Cristo non solo quando si nega la sua esistenza, ma anche quando non si vive da cristiani.

 Cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure, era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.


Domenica 31 Marzo 

PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE
S. Beniamino; S. Balbina; B. Bonaventura da Forlì
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

(i Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
«Una meraviglia ai nostri occhi».

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

(i Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

30 marzo, 2024

Sabato Santo

 Sabato Santo



autore: Domenico Beccafumi anno: 1530-1535 titolo: Discesa di Cristo al Limbo luogo: Pinacoteca nazionale, Siena


Il terzo giorno del Triduo Pasquale è il Sabato Santo che commemora la discesa agli inferi di Nostro Signore Gesù. Gesù resta negli inferi per un breve tempo compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, liberando le anime dei buoni e giusti morti prima di lui apre loro le porte del Paradiso.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo fu il primo ad incontrare Gesù e percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito».

E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti, non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che, come servi, ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli»


Compiuta tale missione, l'anima di Gesù si ricongiunge al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della risurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Questo giorno è dunque incentrato sull'attesa dell'annuncio della risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale. Viene professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte.

Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell'Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa.

La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l'astinenza dalla carne anche per tutto il Sabato Santo; tuttavia, non ne fa un obbligo per i fedeli.



✝ Pensiero del 30 Marzo 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi giornata di silenzio, d'attesa e di speranza.

Barbara


Versetto del Giorno

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Matteo 5:4

Sabato della Settimana Santa 

Oggi è il tempo di sperare.

Era buio su tutta la terra,

il mondo era immerso nella tragedia

più grande della storia.

Era buio, e la violenza aveva scatenato

l’odio e l’indifferenza.

Era buio e molti avevano paura:

che avverrà?

Era buio e una donna

era là, in piedi, ad occhi aperti.

Stava presso la croce”.

Non era fuggita,

Non s’era rifugiata nel pianto.

Non era precipitata nella disperazione.

Era la Madre di un Figlio trentenne.

Era la Madre del Figlio di Dio.

Era la Madre.

La fede illuminava i suoi occhi aperti.

Vedeva il sangue,

vedeva l’odio,

vedeva la morte.

Stava in piedi, in attesa.

Fede che aspetta, Fede che spera,

Fede abbandonata in Dio.

A Dio niente è impossibile”.

La vita è possibile.

La morte sarà vinta.

Oggi è il tempo

di “stare in piedi”,

oggi è il tempo di sperare, credendo.

All’interno del triduo sacro, il sabato è giorno di silenzio, di attesa, del non detto. Sabato Santo, giorno dopo la morte, tempo in cui davanti ai discepoli c’era solo la fine della speranza, l’insopportabile dolore, la lacerazione di una separazione definitiva. «Dov’è Dio?»: è questa la muta domanda del Sabato Santo. Un giorno intero passa e non c’è intervento di Dio… Eppure, Dio non ha abbandonato Gesù: se l’abbandono appare l’amara verità per i discepoli, Dio in realtà ha già chiamato a sé Gesù, anzi, lo ha già risuscitato nel suo Spirito Santo e Gesù vivente è agli inferi ad annunciare anche là la liberazione. «Discese agli inferi» confessiamo nel Credo. Ecco ciò che nel nascondimento avviene al Sabato Santo: giorno vuoto, silenzioso per i discepoli e per gli uomini, ma giorno in cui il Padre attraverso di Lui porta negli inferi la salvezza. Cristo scende nel cuore della terra, nelle zone infernali che abitano ogni uomo. Il cristiano oggi non dovrebbe dimenticare questo mistero del grande santo sabato, vero preludio alla Pasqua, ma anche lettura della discesa di Cristo nelle regioni infernali che abitano ogni cristiano, nonostante il suo desiderio di sequela di Gesù. Chi non riconosce in sé la presenza di questi inferi? Regioni non evangelizzate, territori di incredulità, luoghi dove Dio non c’è e nei quali ognuno di noi nulla può se non invocare la discesa di Cristo perché le evangelizzi, le illumini, le trasformi da regioni di morte assoggettate alla potenza del demonio, in humus capace di germinare vita in forza della grazia. Così il Sabato Santo è come il tempo della gravidanza, è un crescere del tempo verso il parto, verso il trionfo della vita nuova: il suo silenzio non è mutismo, ma tempo carico di energie e di vita.

Sabato 30 Marzo 

SABATO SANTO [VEGLIA PASQUALE]

S. Secondo; S. Leonardo Murialdo; B. Amedeo IX
Rm 6,3-11; Sal 117; A: Mt 28,1-10; B: Mc 16,1-7; C: Lc 24,1-12
Alleluia, alleluia, alleluia

Salmo responsoriale (Salmo 117)

Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
«Una meraviglia ai nostri occhi».

Alleluia, alleluia, alleluia.