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21 maggio, 2023

✝ Pensiero del 21 maggio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, grazie di cuore, di costudirmi, nell’Amore di Cristo, e nell’amore della Vergine Maria.

Barbara


Versetto del Giorno

Lodate il Signore ed invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere.

Salmo 105:1

Memoria

Compleanno di Yara Gambirasio

Domenica – 7.a di Pasqua – ASCENSIONE
Con la solennità dell’Ascensione celebriamo il mistero di Cristo che, avendo assunto la natura umana con l’incarnazione, dopo la sua morte e risurrezione, fa ritorno nella gloria del Padre. Con l’ascesa al Cielo di Gesù termina la sua missione terrena ed ha inizio quella della Chiesa. La prima è durata solo pochi anni, inquadrati da due eventi: il battesimo di Gesù di Nazaret, nelle acque del Giordano e, appunto, la sua ascesa al Padre. La missione della Chiesa, invece, durerà fino al ritorno glorioso del Signore e fino alla costituzione del Regno di Dio, alla fine dei tempi. La scelta del giorno e dell’ora in cui tutto questo avverrà è riservata alla sovrana libertà del Padre. Gesù stesso lo ha detto chiaramente agli Apostoli (cfr. At 1,7). I fedeli cristiani devono vivere nel presente, impegnandosi a compiere la missione che il Signore ha lasciato a ciascuno di loro: lavorare all’avvento del Regno di Dio. Per quanto lunga sia l’attesa, la vita va avanti e, per realizzare il compito che il Signore ci ha affidato, il tempo è breve.
Meditazione sul Vangelo di Mt 28,16-20
Con Lui, in cielo.
Non ho mai vissuto con facilità i distacchi dalle persone. Separarmi fisicamente da qualcuno a cui voglio bene mi costa sofferenza. Immediatamente avverto la nostalgia del volto, della presenza, delle parole dell’altro. Il corpo, per quanto segnato dal limite, è un grande luogo di incontro. Così credo di comprendere lo smarrimento dei discepoli di fronte all’ascesa al cielo di Gesù, quei loro guardare in alto, disorientati, tristi. E penso a quanto nell’esperienza umana sia consolante recuperare la presenza di chi non è più con noi nei ricordi, nelle esperienze condivise, nel bene scambiato, sentire che l’altro continua a vivere in noi.
Gesù dona ai discepoli e a noi una grande speranza. Anche a noi tocca lo stesso destino di salire in cielo con Lui, cioè partecipare della stessa vita di Dio. In ciascuno di noi, infatti, il Signore continua a farsi carne, a risorgere, ad ascendere. Nella nostra vita, ci dice l’Ascensione, c’è una forza che viene dall’alto e sospinge in alto Gesù, noi, il mondo. «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». Alla vista di Gesù che scompare i discepoli già avvertono la nostalgia di Lui, del cielo, cioè di una vita piena in Dio. Anche noi, come i discepoli, non conosciamo i tempi e i luoghi del ritorno del Signore. Ma Egli ci invita ad attendere, a suscitare tra gli uomini il desiderio di Lui, a tener viva la speranza dentro le difficoltà quotidiane, a essere, con la nostra vita, profezia, prefigurazione di cieli nuovi e di terre nuove. Nell’Ascensione Cristo non è andato oltre le nubi o le stelle, ma è disceso in noi, perché l’uomo e il cielo di Dio, dandoci la forza di annunciarLo fino agli estremi confini della terra. La nostalgia di Dio non ci esonera dall’impegnarci già qui, oggi, a costruire e a realizzare il Regno. Il cielo non è la ricompensa di una vita giusta e buona, non è un alibi allo spendersi già su questa terra a diffondere il vangelo, ad accompagnare gli uomini e le donne che incontriamo lungo il nostro cammino all’ incontro con Lui. Nella debolezza del nostro andare ci rincuorano le parole di Gesù. Egli ci precede, egli è già oltre i nostri ristretti confini, oltre le nostre capacità, oltre le nostre paure. La Sua forza ci illumina, ci sostiene, ci solleva in alto.
Elisa Carrà
Il Signore risorto è ritornato nella Galilea pagana. È qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23). È qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). È ritornato sui luoghi dell’inizio, per dare loro la pienezza: il Risorto è la luce decisiva che rischiara tutti coloro che camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte.
Egli ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come all’inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua “ecclesia” (cf. Es 19). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli - e in loro, e con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).
Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo.

Domenica 21 Maggio                                          

ASCENSIONE DEL SIGNORE (anno A)

Ss. Cristoforo Magallanes e c. (mf); S. Carlo Eugenio de Mazenod

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

Ascende il Signore tra canti di gloria

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

19 maggio, 2023

Memoria Riccardo Rampi

 Memoria


Nel 2015, in questo giorno, RICCANDO RAMPI, raggiungeva in cielo, il suo caro fratellino Alfredino.



18 maggio, 2023

Memoria compleanno del giudice Giovanni Salvatore Augusto Falcone

 Memoria compleanno del giudice Giovanni Salvatore Augusto Falcone auguri di cuore

18 maggio 1939 18 maggio 2023
Chi ricorda, fa vivere le persone in Eterno.




16 maggio, 2023

Memoria del compleanno della signora Rosalia Corbo

 Memoria del compleanno della signora Rosalia Corbo 

Salga a te o Dio, la nostra preghiera come augurio per una donna speciale come Rosalia Corbo.



Rosalia, insieme alla sua cara famiglia in cielo, ci protegga, perché ne abbiamo bisogno.  

AUGURI DI CUORE Grazie di cuore.

Sant'Ubaldo da Gubbio

 Sant' Ubaldo da Gubbio


Nome: Sant' Ubaldo di Gubbio
Titolo: Vescovo
Ricorrenza: 16 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Ubaldo nacque a Gubbio intorno al 1085. Orfano di entrambi i genitori, venne educato da uno zio molto religioso, il quale tuttavia ostacolò il suo progetto, manifestato quando aveva quindici anni, di ritirarsi a vita solitaria; gli consentì, però, di associarsi ai canonici di San Secondo.

Ordinato nel 1114 sacerdote dal vescovo Giovanni, Ubaldo intraprese r opera di riforma della chiesa ritirandosi, come già aveva fatto san Pier Damiani, nel monastero di Fonte Avellana. A Gubbio fece ritorno nel 1129 per reggere come vescovo la diocesi su preciso ordine dello stesso papa Onorio II.

Gubbio era allora una città piuttosto inquieta, divisa da feroci discordie che contrapponevano fazione a fazione, casato a casato. E sulle strade cittadine spesso correva il sangue. 11 vescovo Ubaldo si offrì a fare da paciere e un giorno mise a repentaglio la propria vita nel tentativo di sedare una delle tante violente sommosse. Si era gettato tra i contendenti supplicandoli di desistere, ma era stato travolto. Solo quando gli eugubini si accorsero d'averlo lasciato malconcio sul terreno, posero fine alla rissa, preoccupati della sorte del loro vescovo e pentiti della loro insensatezza. Da quel giorno gli animi si calmarono. Ubaldo, amato dal popolo perché era sempre pronto a difenderlo dall'arroganza dei potenti, resse la città per oltre trent'anni, salvandola dalla distruzione minacciata da Federico Barbarossa.

Come papa Leone aveva fatto con Attila, il vescovo Ubaldo andò incontro all'imperatore, armato solo della forza della fede e del prestigio della sua dignità episcopale. Barbaross, colpito da tanto coraggio, mutò proposito e risparmiò la città.

Ubaldo morì il 16 maggio 1160. Trent'anni dopo sull'onda della sincera venerazione tributata degli eugubini al loro santo vescovo eletto anche a patrono della città. Ubaldo venne incluso nell'albo dei santi.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Gubbio in Umbria, sant’Ubaldo, vescovo, che si adoperò per il rinnovamento della vita comunitaria del clero.


✝ Pensiero del 16 maggio 2023

 ✝


SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, fai tanti auguri di cuore, tanti alla tua cara mamma Rosalia, per il suo compleanno dalle un bacio da parte mia, anche al tuo caro papà Vincenzo Grazie di cuore.


Barbara


Versetto del Giorno

Che dunque? Dobbiamo commettere peccati perché non siamo più sotto la legge, ma sotto la grazia? È assurdo!

Romani 6:15


Martedì – 6.a Tempo di Pasqua
Vangelo – Gv 16,5-11
Verrà a voi il Consolatore.
Gesù ha detto in modo chiaro ai suoi discepoli che Lui se ne sta andando, e la tristezza ha riempito il loro cuore. È una reazione che tutti conosciamo: quando siamo legati ad una persona, quando abbiamo immaginato che la nostra vita passa per la sua e il nostro futuro è legato al suo, siamo delusi e angosciati all’idea che ci abbandoni, interrompendo una storia su cui avevamo costruito un sogno. Restiamo senza parole, chiusi nella nostra solitudine in cui si mescolano senso di abbandono, paura e incertezza, delusione e risentimento. Gesù si fa carico dello stato d’animo dei suoi e dice loro: per il vostro bene! Così resto dentro di voi attraverso il Consolatore. Finché sono con voi, la mia vicinanza è legata al tempo e allo spazio. Ma quando il mio Spirito verrà, abiterà nel vostro cuore e Io sarò con voi sempre e ovunque: nel vostro lavoro, nella vostra famiglia, davanti ai tribunali e davanti a quelli che vi applaudiranno… così vi faccio diventare adulti”. La maturità, nella vita come nella fede, ha bisogno di distacchi, di responsabilità assunte in proprio, di capacità di dare le proprie ragioni. Così, ciò che abbiamo ricevuto diventa nostro: chi ci ha amato e aperto gli occhi è dentro di noi ed è vivo per sempre. Qualcosa di simile accade quando Gesù invia lo Spirito. Egli permetterà di capire del mistero di Gesù ciò che si può conoscere solo dall’interno, dal cuore, e che è incomprensibile fino a quando lo si guarda solo con occhi di carne. Con la luce dello Spirito, i discepoli potranno vedere il vero volto del mondo e contestarne il peccato radicale, che è nel non aver riconosciuto Gesù come Figlio di Dio. Potranno riconoscere che Gesù è il Giusto che si immerge nella volontà del Padre, che non lo abbandona; con la sapienza dello Spirito potranno capire e accogliere senza scandalo la croce e la persecuzione. Infine, la forza dello Spirito sosterrà i discepoli nel proclamare che il “principe di questo mondo”, il male, è stato sconfitto per sempre. Questa è la speranza di cui lo Spirito li rende testimoni nel mondo.

“Ci sono molti modi di essere presenti. Se due alberi si trovano l’uno vicino all’altro, sono presenti l’uno all’altro, ma in un senso del tutto esteriore ed imperfetto. Non sanno nulla l’uno dell’altro, non si preoccupano l’uno dell’altro e, nonostante la loro vicinanza, rimangono estranei l’uno all’altro.
La presenza nel vero senso della parola comincia solo nel momento in cui due esseri si conoscono spiritualmente e si mettono l’uno di fronte all’altro consapevolmente. Ciò permette loro di avere interiormente una sorta di immagine l’uno dell’altro, per cui l’altro ha, per così dire, una seconda esistenza in colui con il quale è in rapporto. E se una presenza di questo genere è mantenuta nella maggior parte delle persone che si incontrano, essa può diventare una realtà potente in chi ci conosce e ci ama. L’immagine dell’altro che ognuno porta in sé è, per così dire, carica di realtà. Anche la solitudine può essere piena della presenza dell’altro” (Balthasar).
Gesù risponde alla tristezza dei discepoli, provocata dal suo annuncio che presto se ne sarebbe andato, con la promessa dello Spirito: “È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”. Mandando loro il suo Spirito, Gesù sarà presente in loro. Ma la sua presenza non sarà puramente esteriore. Con la discesa dello Spirito, la sua assenza si trasformerà in una forma di presenza più profonda, più reale.
Questa nuova forma della presenza di Gesù nei suoi, tramite lo Spirito, porterà a compimento la sua vittoria definitiva sul mondo.
Nel corso della sua vita terrena, Gesù era stato respinto dagli Ebrei e stava per essere condannato a morte. Lo Spirito rivisiterà questo avvenimento, provando ai discepoli che il peccato è dalla parte del mondo (perché non ha creduto in lui), che la giustizia è dalla parte di Gesù (poiché la sua vita non termina nel sepolcro, ma ritorna al Padre) e che è il principe del mondo ad essere condannato. Testimoniando questa vittoria, lo Spirito Paraclito diventa un antidoto alla tristezza che attanaglia i cuori dei discepoli nel momento in cui Gesù se ne sta andando e, nello stesso tempo, alla persecuzione che si scatenerà contro di loro.


Martedì 16 Maggio 

S. Ubaldo; S. Luigi Orione; S. Onorato; B. Simone Stock

6.a di Pasqua

At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11

La tua destra mi salva, Signore


Manderò a voi lo Spirito della verità, dice il Signore; egli vi guiderà a tutta la verità.

(Giovanni 16,7.13)


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 137)
Rit: La tua destra mi salva, Signore.

Oppure:
Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
«Hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo».


Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
«Hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza».


La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
«Non abbandonare l’opera delle tue mani».


Manderò a voi lo Spirito della verità, dice il Signore; egli vi guiderà a tutta la verità.

(Giovanni 16,7.13)


















15 maggio, 2023

Memoria della santa Cresima di Antonietta Meo.

 Memoria della santa Cresima di Antonietta Meo.

Antonietta, nel giorno della sua Santa Cresima sabato 15 maggio 1937. Vigilia di Pentecoste, fu l'ultima foto che fece.



14 maggio, 2023

Auguri a tutte le mamme che aiutano i propri figli a crescere e che crescono con loro. Buona festa della mamma!

 AUGURI A TUTTE LE MAMME!

I nostri più cari auguri vanno alle mamme di tutto il mondo.
Di ieri, oggi e domani.
A tutte quelle mamme che ogni giorno si sacrificano per i propri figli, a chi sogna di diventare mamma, a chi ha perso il proprio figlio ma rimarrà sempre una mamma.
Auguri alle mamme biologiche, adottive, affidatarie…a tutte le mamme.
A chi ogni giorno con amore e coraggio mette una gamba davanti all’altra per i propri figli. A chi lotta per arrivare a fine mese, a chi non mette niente sotto ai denti pur di dare da mangiare ai propri bambini. A chi scappa dalla guerra portandosi il proprio figlio in braccio, alle mamme che conoscono meglio gli ospedali pediatrici delle loro case. Alle mamme che nascondono le lacrime dietro un sorriso, che vanno a dormire stanche ma appagate sapendo che il loro figlio dorme sereno.
Auguri a tutte le mamme che aiutano i propri figli a crescere e che crescono con loro.
Buona festa della mamma! Con amore.
Un ponte per Anne Frank
FOTO Anne Frank, Edith Frank e Margot Frank
© legittimi proprietari



Buona festa della mamma, alla mamma di Cristo la mamma di tutta l'Umanità intera.

 Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Vergine felice, che hai generato il Signore; beata Madre della Chiesa che fai ardere in noi lo Spirito del tuo Figlio Gesù Cristo.
MADRE DI CRISTO E MADRE DELLA CHIESA, PREGA PER NOI E CON NOI.
Buona festa della mamma, alla mamma di Cristo la mamma di tutta l'Umanità intera.



San Mattia

 San Mattia

autore: Guercino anno: 1630 ca titolo: San Mattia Apostolo luogo: Collezione privata
Nome: San Mattia
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo , Gerusalemme
Morte: I secolo, Sebastopoli
Ricorrenza: 14 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


S. Mattia fu uno dei settantadue discepoli di Gesù Cristo, cresciuto alla sua scuola, e testimone dei suoi prodigi.

Salito Gesù al cielo. Mattia rimase nel cenacolo in unione di preghiere con gli Apostoli, in attesa dello Spirito Santo. Dovendosi eleggere un altro apostolo al posto di Giuda prevaricatore, furono presentati agli Apostoli due discepoli: Giuseppe soprannominato il Giusto, e Mattia. Da tutta l'assemblea si pregò dicendo: « Tu, o Signore, che vedi il cuore di tutti, mostra quale dei due tu abbia eletto a prendere, in questo ministero, il posto del prevaricatore Giuda ». Quindi si venne alla sorte, e questa cadde appunto su Mattia, che perciò fu aggregato agli altri undici Apostoli. Fu questa la prima elezione a dignità ecclesiastica.

Mattia accettò quella carica di somma responsabilità con rendimento di grazie a Dio. Rimase quindi nel cenacolo in compagnia degli altri Apostoli fino a quel giorno fortunato in cui il Divin Paraclito scese dal cielo a portare i suoi doni.

Nella divisione del mondo da evangelizzare, S. Mattia ebbe come campo di apostolato l'Etiopia. Da quel momento egli consacrò l'intera vita alla predicazione della dottrina della salute eterna. Copiosissimi furono i frutti riportati. Nelle sue istruzioni insisteva massimamente sulla necessità di mortificare la carne reprimendo i desideri della sensualità, come aveva imparato da Gesù Cristo e come egli stesso praticava.

Per quanti anni abbia predicato, non lo sappiamo con precisione; ma è certo che fu fedele al suo apostolato, e che coronò le sue virtù ed il suo zelo col martirio. Fu ucciso a Sebastopoli dopo essere stato decapitato, e le sue reliquie, molto venerate, si conservano, parte a Treviri nella Germania e parte in Santa Maria Maggiore a Roma.

PRATICA. Il sacerdote è il ministro di Dio, il maestro ed il padre delle anime nostre. Che rispetto ne abbiamo?

PREGHIERA. Dio, che aggregasti il beato Mattia al collegio dei tuoi Apostoli, deh! concedi, per sua intercessione, che sempre sentiamo in noi gli effetti della tua misericordia

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Mattia, apostolo, che seguì il Signore Gesù dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui Cristo fu assunto in cielo; per questo, dopo l’Ascensione del Signore, fu chiamato dagli Apostoli al posto di Giuda il traditore, perché, associato fra i Dodici, divenisse anche lui testimone della resurrezione.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Mattia viene rappresentato come un uomo anziano che indossa la tunica caratteristica degli apostoli. I principali attributi sono l'alabarda o ascia che allude al martirio e quasi sempre regge in mano un libro, simbolo della predicazione del vangelo. Nell'opera di scuola lombarda sono ben visibili tutti i simboli principali.

San Mattia apostolo
titolo an Mattia apostolo
autore Ambito Lombardo anno sec. XVII


Anche l'opera di notevole pregio di Rubens rappresenta fedelmente l'apostolo.

San Mattia
titolo San Mattia
autore Pieter Paul Rubens anno 1611


L'opera di Orazio Fidani invece rappresenta l'apostolo che regge con una mano un grande libro con la scritta remissionem peccatorum e con l'altra mano una daga, una piccola spada.

San Mattia
titolo San Mattia
autore Orazio Fidani anno 1640-56



✝ Pensiero del 14 maggio 2023

   


SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Oggi si festeggia la della mamma. Auguri a tutte le mamma vive e defunte, Auguri anche alla tua mamma Rosalia.

Barbara

Versetto del Giorno
C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi d’approfondire le sue convinzioni personali.
Romani 14:5

Domenica – 6.a di Pasqua
Meditazione sul Vangelo di Gv 14,15-21
Il Padre vi darà un altro consolatore.
Dice Gesù: “Il Padre vi darà un altro consolatore”; la traduzione precisa è: Vi darà un avvocato (Paraclito in greco vuol dire avvocato), cioè vi difenderà, sosterrà la vostra causa. Lo Spirito del Signore è dentro di voi e vi farà vivere quella vita profonda e piena in Dio che il mondo cerca di soffocare (ma non potrà soffocarla).
“Se uno mi ama, il Padre mio ed io verremo in lui e porremo in Lui la nostra dimora”. Ecco, allora, lo Spirito Santo dimora in noi, è in noi. Lo Spirito Santo compie la grande opera che è quella di manifestare a noi Cristo. Si manifesta a noi perché Egli è nel Padre; poi il Padre e il Figlio verranno in noi e dimoreranno in noi. È il fatto più grande! Tutto il nostro essere è fatto per trasformarsi, vivere e dimorare in Cristo, vivere in Lui, con Lui e per Lui ed ogni uomo ha bisogno di saperlo!
D. Oreste Benzi
L’uomo vive d’amore dal suo primo respiro fino all’ultimo. Amato, si sente protetto ed accettato. Amando, sente di appartenere e trova un senso ad offrirsi. Poiché l’amore non può restare chiuso nel suo cuore; esso pervade il quotidiano. L’amore che si porta all’uomo spinge ad impegnarsi. L’amore che si porta a Dio si manifesta nella considerazione che si ha dei suoi comandamenti. Si manifesta anche nella giustizia, nel rispetto della vita, nell’azione per la riconciliazione dei popoli e per la pace. Le conseguenze dell’amore che si porta a Dio possono prendere l’aspetto di un lavoro, perfino di una lotta.
Lavoro e lotta sembrano spesso esigere troppo dall’uomo e superare le sue forze. Egli vede le sue debolezze ed ha voglia di rinunciare, ma quando lavoro e lotta sono le conseguenze dell’amore, conferiscono all’esistenza un respiro profondo, mettono la vita in un contesto più vasto e la rendono importante tanto sulla terra quanto in cielo.
Cose apparentemente infime acquistano un significato quando sono il risultato dell’amore per Dio. Ogni buona azione, anche quella che facciamo senza pensare a Dio, è in relazione all’amore che gli portiamo.
Ogni atto di amore, anche quando sembra minimo - come quando si porge un bicchiere d’acqua a qualcuno che ha sete - assume un significato per l’eternità.
Noi ci chiediamo spesso: che cosa rimarrà del nostro mondo?
È vero che crediamo di poter vivere e risuscitare grazie all’amore di Dio, con tutto ciò che è esistito grazie a questo amore che non si è accontentato di restare sentimento: contatti, relazioni, avvenimenti, cose. Quando risusciteremo, tutto un mondo risusciterà con noi, un mondo fatto di amore responsabile. Sarà magnifico: una “terra nuova”, che abbiamo il diritto di chiamare anche un “cielo nuovo”.

Domenica 14 Maggio                                         

S. MATTIA AP. (f); S. Maria Domenica Mazzarello

6.a di Pasqua (anno A)

At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21

Acclamate Dio, voi tutti della terra

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

 (Giovanni 14,23)

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 65)

 Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,

cantate la gloria del suo nome,

dategli gloria con la lode.

Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere! 

A te si prostri tutta la terra,

a te canti inni, canti al tuo nome».

Venite e vedete le opere di Dio,

terribile nel suo agire sugli uomini. 


Egli cambiò il mare in terraferma,

passarono a piedi il fiume;

per questo in lui esultiamo di gioia.

Con la sua forza domina in eterno. 


Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,

e narrerò quanto per me ha fatto.

Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera,

 non mi ha negato la sua misericordia. 

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

 (Giovanni 14,23)

Auguri alla signora Rosalia Corbo, mamma del GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO

 Auguri alla signora Rosalia Corbo, mamma del GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO 




13 maggio, 2023

Memoria dell’Apparizione della Vergine Maria

 Memoria dell’Apparizione della Vergine Maria a Fatima il 13 maggio 1917, ai tre pastorelli ed a Ghiaie di Bonate (Bg), alla piccola Adelaide Roncalli, nel 1944.