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28 maggio, 2022

Nel 1941 il 28 maggio come oggi

 28 maggio 1941 | In serata arrivò ad #Auschwitz un trasporto di 304 polacchi inviati dai tedeschi da Varsavia. Tra loro c'erano 12 sacerdoti, tra cui il francescano Massimiliano Kolbe (n. 16670), morto il 29 luglio 1941 ha dato la vita per un prigioniero scelto di morire di fame.

Scopri di più sul destino della vita spirituale e religiosa cristiana ad Auschwitz nella nostra lezione online: http://lekcja.auschwitz.org/pl_19_duchowienstwo/

A page from the the list of newly arrived prisoners deported from Warsaw created in the Auschwitz camp on 29 May 1941. Father Maximilian Kolbe was registered as no. 16670)

Maximilian Maria Kolbe (born on 8 January 1894), a Franciscan of the Order of Friars Minor Conventual (OFM Conv), was arrested on 17 February 1941 in Niepokalanów, where he was the father superior, guardian. After a few months’ investigation in the Warsaw prison of Pawiak, he was transported to Auschwitz on 25 May 1941. Late in July, one of the inmates decided to escape from the camp. In retaliation, 10 inmates from the same block were sentenced to death by starvation. During the selection, one of the chosen, Franciszek Gajowniczek, asked to save his life as he had wife and children. Hearing these words, Father Kolbe stepped forward, and addressed the SS offering to stand in for the despairing fellow inmate. The commander of the selection, Karl Fritzsch, agreed and Father Kolbe joined the remaining inmates. They were then taken to the cellars of Block 11. Emptying of the cell was ordered two weeks later. Most inmates were already dead, yet some still showed signs of life, and Father Kolbe was one of them. Therefore, the SS staff decided to finish off the living inmates with injections of phenol. Father Kolbe was recognised a martyr by the Roman Catholic Church and announced a blessed by Paul VI in 1971. In 1982, Pope John Paul II canonized him.

✝ Pensiero del 28 maggio 2022

  

‎S. T. D. E DELLA B. V. M.‎‎ ‎

‎Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede‎

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,23b-28

ConoscerLo e amarLo.

Gesù ha parlato ai Suoi discepoli attraverso figure e similitudini. In questo particolare brano del Vangelo, preannuncia loro che, d’ora in avanti, non parlerà più del Padre attraverso similitudini, ma lo farà apertamente. Insiste, poi, sulla preghiera di domanda fatta nel suo nome. Il Padre che li ama sa che loro hanno amato il Figlio e hanno creduto alle sue parole e alla sua origine divina. Amare Gesù e credere in Lui sono le condizioni necessarie per una preghiera efficace.

«Voi mi avete amato, e avete creduto». C’è una relazione fondamentale tra credere ed amare. “Noi crediamo perché amiamo” (Card. John Henry Newman). Il fondamento della nostra fede non è un qualche particolare aspetto della dottrina o delle parole che diciamo nel Credo. La nostra fede è fondata nella persona di Gesù. “Conoscere Dio è amare Dio” ha detto san Tommaso d’Aquino. In altre parole, se davvero abbiamo incontrato personalmente il Signore, non possiamo fare a meno di amarlo. Altrove, san Tommaso d’Aquino ci insegna che il contrario della fede non è l’ateismo o il dubbio, ma la disobbedienza. Ciò implica che non possiamo limitarci a dire che crediamo in Cristo senza obbedire al suo insegnamento, perché non farlo significa dimostrare che non crediamo a quel che ci insegna. Questo atteggiamento rende inevitabilmente infondata qualsiasi nostra dichiarazione d’amore per il Signore. È In altre parole, più che un atto della mente, nostro Signore ci chiede un atto del cuore. Amarlo rende possibile a qualsiasi cosa egli ci ha rivelato e che la Sua Chiesa ci insegna. Egli ci ha già spiegato qual è la prova infallibile del nostro amore: «L’obbedienza ai Suoi comandamenti».

Sabato 28 Maggio 
S. Germano; S. Ubaldesca; S. Lodovico Pavoni; B. Maria B. Bagnesi
6.a di Pasqua
At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28
Dio è re di tutta la terra

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e vado al Padre.

(Giovanni 16,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

I capi dei popoli si sono raccolti
come popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:

«Egli è eccelso».

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e vado al Padre.

(Giovanni 16,28)

27 maggio, 2022

✝ Pensiero del 27 maggio 2022

 

‎S. T. D. E DELLA B. V. M.‎‎ ‎

‎Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede‎

Portiamo già in noi, per il Battesimo, la novità del Regno che diventerà totalmente palese solo attraversando i dolori del tempo presente

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,20-23

Un lampo nel cielo dell’eternità.

Ieri abbiamo letto come Gesù parla della tristezza della croce e della gioia della risurrezione. Oggi il Signore mostra agli apostoli che, nel fondo, fra le due non c’è comparazione: la gioia è incomparabilmente più grande della tristezza. E per far arrivare quest’idea al cuore degli apostoli, che adesso sono tristi, usa l’immagine della donna che partorisce: i dolori del parto sono intensissimi, ma durano soltanto per un breve tempo. Il bambino che nasce è, invece, dono per sempre. In più, Gesù dice non solo che la donna, dopo il parto, ormai non soffre più, ma che addirittura “non si ricorda più dell’afflizione”, nel senso che i dolori del parto non sono più un ricordo angoscioso, ma quasi gioioso. Poiché dal suo sacrificio è scaturito un dono prezioso ed eterno, per il suo cuore, quelli sono dolori che valeva la pena patire. Lo stesso dirà più tardi san Paolo: “lo ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi”. Quando Gesù parla della gioia che “nessuno vi potrà togliere”, non parla più della gioia per la sua risurrezione, ma della vita eterna, del cielo. La vita è breve; a volte è colma di difficoltà e sofferenze, sì, ma è solo un lampo nel cielo dell’eternità. Trascorre fugace. Ciò che conta è l’eternità. E lì l’unica cosa che avrà importanza sarà quello che avremo fatto per Dio e per i nostri fratelli. Quanto più grande il sacrificio, tanto più grande la ricompensa. Da questa intima certezza origina la serenità che deve permeare la vita del cristiano fedele.

Venerdì 27 Maggio 
S. Agostino di Canterbury (mf); S. Restituo; S. Eutropio
6.a di Pasqua
At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a
Dio è re di tutta la terra

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

26 maggio, 2022

San Filippo Neri

 San Filippo Neri

autore: Mario Balassi anno: 1659 titolo: San Filippo Neri che adora la Madonna col Bambino luogo: Collezione privata

Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Filippo Romolo Neri
Nascita: 21 luglio 1515, Firenze
Morte: 26 maggio 1595, Roma
Ricorrenza: 26 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:giovani


Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato "Pippo il Buono".

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all'eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll'orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune.

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione.

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l'allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza.

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne!

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi!

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio.

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell'Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell'educazione della gioventù.

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni.

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio.

CITAZIONE. State buoni se potete.

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell'esempio delle sue virtù.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell'Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli.

✝ Pensiero del 26 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

State buoni se potete.

San Filippo Neri

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,16-20

Tristezza e gioia.
Dopo aver istruito i discepoli riguardo a tempi ancora lontani – quelli, cioè, che seguono l’Ascensione e la Pentecoste, quando lo Spirito Santo prenderà il posto di Gesù – il Signore torna adesso alla realtà del momento presente: la passione e morte che sta per affrontare, e la risurrezione. Ma, come parlare adesso, che i discepoli ormai non possono sopportare di più, del venerdì santo in tutta la sua crudeltà, e del miracolo della risurrezione?
Gesù decide di preannunciare questi fatti con un linguaggio velato, che possa in qualche modo attenuare l’impatto della cruda realtà, rivelando comunque l’essenziale del fatto: “Ancora un poco e non mi vedrete’ un po’ ancora e mi vedrete”. Subito gli apostoli, agitati, cominciano a bisbigliare fra loro: “Che cos’è mai questo ‘un poco’ di cui parla?”. Intuiscono che qualcosa di molto serio sta per accadere, e che avverrà presto. E Gesù si affretta a dire: “Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. La croce di Gesù getta la sua ombra su o ni cristiano e lo coinvolge; ma così anche la luce della risurrezione. “Se il chicco di grano non cade in terra e muore, resta solo. Se invece muore, porta molto frutto”. Ciononostante, “a ciascun giorno basta la sua pena”. Non bisogna oggi angosciarsi per le possibili croci del domani, basta accettare le difficoltà del giorno presente, con la certezza che anch’esse avranno la loro ‘piccola risurrezione’. “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. Signore, anche nei fatti dolorosi d’ogni giorno, Tu mi parli. Ed io voglio abbracciarti, e stringere la Tua mano soprattutto quando la vita mi ferisce, per lasciarmi sommergere non dall’amarezza, ma dal Tuo amore.
Giovedì 26 Maggio 
S. Filippo Neri (m); S. Lamberto di Vence; B. Andrea Franchi
6.a di Pasqua
At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia

Non vi lascerò orfani, dice il Signore; vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
 (Giovanni 14,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Oppure:
La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Non vi lascerò orfani, dice il Signore; vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
 (Giovanni 14,18)

25 maggio, 2022

✝ Pensiero del 25 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Lo Spirito, fa nuove tutte le cose, e lì dove viene accolto ritorna la vita, l'inizio di un nuovo cammino.


Meditazione sul Vangelo di Gv 16,12-15

V'insegnerà ogni cosa.
A questo punto del Vangelo, sentiamo nuovamente che il discorso si avvicina alla sua fine. Gesù dice: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Forse Gesù vedeva che gli apostoli, per stanchezza e tristezza, stavano perdendo il filo del discorso; e forse vedeva che loro stessi si angosciavano per questo: cercando di assimilare al massimo le ultime parole del Maestro, ma sopraffatti dalla quantità di concetti e dalle emozioni, sentivano nuovamente confusione e scoraggiamento. E il Signore taglia corto questo sentimento: non vi preoccupate se non capite tutto, se non rammentate tutto. “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” ed “egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv. 14,26). L’azione dello Spirito Santo nella storia, nella Chiesa, in ogni cristiano, è vasta e profonda. Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: “La missione di Cristo e dello Spirito Santo si compie nella Chiesa, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Questa missione congiunta associa ormai i seguaci di Cristo alla sua comunione con il Padre nello Spirito Santo: lo Spirito prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a Cristo. Manifesta loro il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro spirito all’intelligenza della sua morte e risurrezione. Rende loro presente il mistero di Cristo, soprattutto nell’Eucaristia, al fine di riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino “molto frutto”. In questo modo la missione della Chiesa non si aggiunge a quella di Cristo e dello Spirito Santo, ma ne è il sacramento: con tutto il suo essere e in tutte le sue membra essa è inviata ad annunziare e testimoniare, attualizzare e diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità. Poiché lo Spirito Santo è l’Unzione di Cristo, è Cristo, Capo del Corpo, a diffonderlo nelle sue membra per nutrirle, guarirle, organizzarle nelle loro mutue funzioni, vivificarle, inviarle per la testimonianza, associarle alla sua offerta al Padre e alla sua intercessione per il mondo intero. È per mezzo dei sacramenti della Chiesa che Cristo comunica alle membra del suo Corpo il suo Spirito Santo e santificatore» (cf. CCC nn.737-739). Bisogna dunque lasciar agire lo Spirito in noi, e riconoscere la sua azione nella Chiesa.

Mercoledì 25 Maggio
S. Beda (mf); S. Gregorio VII (mf); S. Maria M. de’ Pazzi (mf)
6.a di Pasqua
At 17,15.22 – 18,1; Sal 148; Gv 16,12-15
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre.
(Giovanni 14,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 148)
Rit: I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.
Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre.
(Giovanni 14,16)


25 maggio 1887 nasceva Padre Pio da Pietrelcina

 25 maggio 1887 nasceva Padre Pio da Pietrelcina

Auguri di cuore.



24 maggio, 2022

✝ Pensiero del 24 maggio 2022

S. T. D. E DELLA B. V. M.

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Meditazione sul Vangelo di Gv 16,5-11

Colui che è chiamato vicino.

Gesù annuncia agli apostoli qualcosa di molto importante, di trascendente, di portata cosmica e storica. Qualcosa che, tuttavia, nella vita del cristiano rischia di passare quasi inosservato: la venuta dello Spirito. Lo Spirito Santo è spesso il “grande sconosciuto”. E tuttavia, è lui la persona che viene a sostituire Gesù, che prende in un certo senso il posto di Gesù come nostro compagno. E Gesù stesso fa ogni sforzo per suscitare nei discepoli la massima considerazione per lui. Con grande umiltà, Gesù invita gli apostoli a rallegrarsi per questa ‘sostituzione’: “È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore”. Gesù chiama lo Spirito Santo il “Consolatore”. La parola greca è “paraclitòs” in latino “advocatus” che significa letteralmente “colui che è chiamato vicino” (cfr. CCC 692). Cioè, la missione dello Spirito è quella di starci vicino. Ma lo Spirito Santo è un amico silenzioso: che ci sta sempre accanto e ci aiuta, ma spesso non ce ne rendiamo conto. Lo Spirito è colui che conosce i segreti di Dio e ce li rivela, ma non manifesta se stesso (cfr. CCC 687). È, per usare un’altra parola del Catechismo, un compagno molto “discreto”. Il nostro atteggiamento verso di lui, però, dev’essere di riconoscenza e gratitudine, e di apertura piena alle sue ispirazioni, giacché lui c’illumina e suscita in noi tutti i buoni propositi. Ed ancor più perché ci sostiene con la grazia dei suoi doni, veri fermenti di vita cristiana, a completa disposizione di chi, camminando sulla via della fede, sente il bisogno di ricevere conforto, forza, consiglio. Tutto ciò che solo un amico vero può donare, perché ci conosce intimamente e ci ama sinceramente, come solo Dio può essere in grado di fare, dato che è lui che ha creato ognuno di noi, e conosce ogni nostro pensiero, così come il numero dei nostri capelli. E se si cura amorevolmente d'ogni giglio del campo, e d'ogni uccello del cielo, cosa non farà per noi?

Martedì 24 Maggio 
B.V. Maria Ausiliatrice; S. Vincenzo di Lerins; S. Servulo
6.a di Pasqua
At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11
La tua destra mi salva, Signore

Manderò a voi lo Spirito della verità, dice il Signore; egli vi guiderà a tutta la verità.

(Giovanni 16,7.13)

SALMO RESPONSORIALE (Salmi 137)
Rit: La tua destra mi salva, Signore.

Oppure:
Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:

«Hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza».


La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Manderò a voi lo Spirito della verità, dice il Signore; egli vi guiderà a tutta la verità.

(Giovanni 16,7.13)

23 maggio, 2022

Memoria Capaci TRENT'ANNI DOPO

 In memoria di chi 30 anni fa ha sacrificato la propria vita in nome del dovere e della legalità, impegniamoci ogni giorno ad educare i nostri figli a vivere con i valori e il coraggio degli onesti.


La strage di Capaci alle ore 17.58 Il giudice Falcone sua moglie Francesca Morvillo e la loro scorta.

✝ Pensiero del 23 maggio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Abbiamo bisogno, della Verità, per vivere, e la Verità è l'Amore.

Meditazione sul Vangelo di Gv 15,26-16,4

Dio cerca testimoni.

In questa scena, durante l’Ultima Cena, Gesù fa ancora una volta esplicito riferimento alla Trinità: Egli, il Figlio, ci invierà lo Spirito Santo che procede dal Padre. Questo Spirito di verità – e Dio è la Verità – verrà agli apostoli come a noi, così che possiamo vivere nella Verità e la Verità in noi.

Viviamo in una società che, sempre più frequentemente, rifiuta Gesù e il Suo messaggio. Ogni giorno che passa c’è sempre meno spazio per il Signore, come per i Suoi seguaci. “Vi scacceranno dalle sinagoghe, anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me”. Anche se i “tolleranti” hanno spesso poca tolleranza per il messaggio di salvezza di Cristo, proprio questo è il messaggio che Egli ci affida. Il nostro compito di battezzati – è sempre bene ricordarlo è dare testimonianza, portare e diffondere fedelmente il suo messaggio, perché Lui così ce l’ha consegnato: esso non appartiene a noi, non ci è stato dato per conservarlo per noi, né per alterarlo o deformarlo. Gesù ci manda lo Spirito di Verità, così che possiamo rendere testimonianza alla verità. “Martire”, in greco, significa “testimone”. Il Signore ha bisogno di “martiri” della verità. Egli si aspetta che gli rendiamo testimonianza con i nostri pensieri, con le nostre parole e le nostre azioni, non importa come viene accolto il Suo messaggio. Un cristiano che tiene fede alla dignità della sua vocazione può aspettarsi numerosi “piccoli martirii”: derisione, rifiuto, incomprensione o anche peggio. Ma non c’è da preoccuparsi: Dio si prende cura dei Suoi testimoni. Egli benedirà il loro operato e riempirà delle sue grazie chi Lo segue con cuore sincero, che custodisce nel cuore la Sua Parola e con generosità la mette in pratica.

Lunedì 23 Maggio 
S. Desiderio; S. Onorato; S. Giovanni B. de Rossi
6.a di Pasqua (anno C)
At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4
Il Signore ama il suo popolo

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, ed anche voi date testimonianza.

 (Giovanni 15,26.27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 149)
Rit: Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, ed anche voi date testimonianza.

 (Giovanni 15,26.27)