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18 aprile, 2022

✝ Pensiero del 18 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Disse l'Angelo:

«Non cercate tra i morti, colui, che vive, perché Egli è risolto, come aveva detto».

Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Alleluia. 

(Romani 6,9)

Meditazione sul Vangelo di Mt 28,8-15

La luce, solo per i cuori che amano.

Un sano dinamismo ha movimentato la vita dei discepoli e presto contagerà tutta Gerusalemme. Le donne hanno procurato la “causa” della situazione, ma col passare delle ore, perfino le autorità ebraiche devono affrontare l’accaduto: Gesù il Nazareno non è più nel sepolcro. Le guardie riferiscono il fatto inspiegabile, che si tenta di dissimulare con qualche sotterfugio. Ma è tutto inutile. Nessuno potrà nascondere questa valanga di Luce che Gesù Cristo-Dio ha fatto scaturire dalla sua resurrezione, perché il suo epicentro è dentro, nel più intimo recesso del cuore di ogni uomo che ama il Signore e crede nella sua divinità.

È passata alla storia la confessione del centurione romano che, vedendo morire Cristo sulla croce, esclamò: “Davvero costui era Figlio di Dio”. Al di là delle diverse versioni evangeliche riguardo alla frase attribuita al soldato, ciò che è univoco è l’atteggiamento di fondo di quest’uomo sincero. Nel momento più oscuro, quando le tenebre avevano coperto il Golgota e l’intera Gerusalemme, davanti al dissolversi di ogni traccia della sua apparente dignità – per non dire “divinità” -, e davanti allo scherno di tante altolocate personalità, un pagano romano – evidentemente alieno a qualsiasi concezione religiosa monoteista -, scopre proprio lì ciò che tanti ebrei credenti non potevano concepire: quello che aveva visto morire era il Giusto. Dà da pensare questa confessione di fede, perché mostra come la luce che promana da Gesù Cristo non è di ordine naturale, non si diffonde esteriormente, bensì nel cuore umano, accettando o meno di accoglierla. Se la luce della sua Divinità non è stata spenta neppure dalla morte, come si può pensare di occultarla nella Risurrezione? Come impedire ora quel terremoto, quella valanga di felicità e di gioia che ci pervade, da questo Gesù glorificato, qualsiasi sia la nostra attuale situazione? Forse, esteriormente, siamo proprio “pasquali”, ma interiormente soffriamo un Calvario di malattia, solitudine, tristezza, o angoscia per incomprensioni e divisioni. In ogni momento, Gesù sarà l’unico nostro sostegno. L’unico requisito è aprire il cuore. Il dolore ci rende irritabili e diffidenti, ma l’atteggiamento sincero davanti a Dio è quello del centurione, e delle donne che si lasciano illuminare e consolare. Egli ha voluto sperimentare tutto il dolore, per poter essere il nostro medico, la nostra gioia e la vera pace d'ogni anima.

Lunedì 18 Aprile 
Lunedì dell’Angelo – Ottava di Pasqua – P

S. Galdino; S. Atanasia; B. Sabina Petrilli
Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».


Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

17 aprile, 2022

Pasqua di Risurrezione del Signore

 Pasqua di Risurrezione del Signore

autore: Noël Coypel anno: 1700 titolo: La resurrezione di Cristo luogo: Museo delle Belle Arti, Francia

Nome: Domenica di Pasqua
Titolo: Risurrezione del Signore
Ricorrenza: 17 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità
Patrono di:Cherasco


Alla sera del venerdì, appena Gesù aveva reso lo spirito un soldato per assicurarsi che era veramente morto gli aveva passato il cuore con una lancia. Giuseppe d'Arimatea, nobile decurione, e Nicodemo chiesero a Pilato il corpo adorabile di Gesù e, ottenutolo, lo avvolsero in una sindone con aromi e lo deposero in un sepolcro nuovo, scavato nel vivo sasso. Il giorno seguente i Principi dei Sacerdoti, ricordandosi che Gesù aveva detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato, domandarono a Pilato che ne facesse custodire il sepolcro per tre giorni, affinchè, dicevano essi, non vengano i suoi discepoli a rapirne il corpo, e poi dicano ch'è risorto. Pilato acconsentì, e furono posti i soldati a guardia del sepolcro, e venne suggellata la pietra. Al terzo giorno, di buon mattino, si sentì un gran terremoto; un Angelo sfolgoreggiante di luce discese dal cielo, rovesciò la pietra del sepolcro e vi sedette sopra. Gesù vincitore della morte e dell'inferno era risorto come aveva promesso. Le guardie sbigottite caddero come morte, ma poi riavutesi, corsero in città a dar l'avviso dell'accaduta ai Principi dei Sacerdoti. Questi però diedero loro del denaro, affinchè dicessero che mentre esse dormivano erano venuti i discepoli, e ne avevano portato via il corpo.

Al mattino presto (le donne) si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"».

È ancora buio e le donne si recano al sepolcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del suo corpo, con ciò che hanno, come solo loro sanno. Sono quelle donne che l'avevano seguito dalla Galilea, sostenendolo con i loro beni in ciò che era necessario. Con lui avevano assaporato la ricchezza del «più che necessario», giorni di libertà felice, germogli di un mondo nuovo. Sono quelle che stavano sotto la croce. L'avevano guardato morire. E nessuno a soccorrerlo. Ora vanno al sepolcro: ciò che le muove non è un atto di fede nella divinità di Gesù, non una speranza segreta, ma un atto d'amore. Lo amano ancora, semplicemente, ma è ciò che rimette in marcia la vita: «non è possibile amare la divinità di Cristo se non amando prima la sua umanità» (Heidewick di Anversa).

Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: «entrarono e non trovarono il corpo del Signore». Tutto si blocca, l'assenza del corpo di Gesù entra dolorosamente in loro come uno smarrimento, un vuoto pieno solo di domande. E alla desolazione si aggiunge paura: due uomini vestiti di lampi. Come è contrastata la fede di Pasqua! Quasi fossero doglie di parto. Si innesta su di una ferita, su di una assenza patita dolorosamente, su di una perdita.

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?


Voi state cercando il vostro tesoro perduto, avete fame di colui che vi ha riempito di senso le vite.

Perché cercate colui che è vivo?


Bellissimo nome di Gesù: Lui è il vivente. Non solo è vivo adesso, come uno che non è più un morto, ma è il vivente, colui che continuamente vive, cui appartiene il vivere, l'autore della vita: la sua missione, la sua azione è germinare vita, fiorire vita.

Non è qui, è risuscitato, si è alzato.


I Vangeli raccontano la risurrezione di Gesù con i due verbi del mattino dell'uomo, svegliarsi e alzarsi. Come se i nostri giorni fossero una piccola risurrezione quotidiana, e la Pasqua un giorno senza più tramonto. Ma la tomba vuota non basta, gli angeli non bastano perché la fede venga alla luce: Ricordatevi come vi parlò: bisogna che io sia crocifisso e risorga... ed esse ricordarono le sue parole.
Adesso tutto esplode. Le donne ricordano, credono perché ricordano, credono non per le parole degli angeli, ma per la parola di Gesù. Credono prima di vedere. Non sono le apparizioni che fanno credere, né le vesti sfolgoranti, ciò che fa credere è sempre la sua Parola, Vangelo custodito anche nei giorni della perdita e dell'assenza. Le donne hanno conservato quelle parole perché le amano, perché nell'uomo si imprime e persiste solo ciò che ci sta davvero a cuore. Principio di ogni incontro con il Vivente è, anche per noi, la custodia amorosa della sua Parola.

MASSIMA. Il nostro Agnello pasquale, Cristo, è stato immolato. Perciò facciam festa non col vecchia lievito della malizia, ma con gli azimi della parità e della verità. S. Paolo ai Corinti.

PRATICA. La solennità di tutte le solennità che la Provvidenza ha voluto assegnarvi in questo mese, sollevi al cielo il vostro spirito, la mente ed il cuore: tutto quello che non è pel cielo, è tutto perduto. O Adamo, felice il tuo peccato Che un sì gran Redentor ci ha meritato!

MARTIROLOGIO ROMANO. In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne.





ICONOGRAFIA


L'iconografia della Resurrezione di Cristo vanta di tantissime opere d'arte quasi sempre raffiguranti il Cristo che risorge dal sepolcro con una bandiera crociata simbolo della resurrezione, insieme a lui in basso quasi sempre troviamo i soldati che erano di guardia al sepolcro, in molte rappresentazioni sono presenti anche le tre Marie, la Vergine, Maria Maddalena e Maria di Cleofa. Una delle più celebri rappresentazioni della resurrezione è sicuramente quella di Raffaello che con i suoi meravigliosi colori esalta la forza e la bellezza della scena dove oltre ai tipici soggetti sono visibili anche due splendidi angeli che sono i primi testimoni e gli interpreti del Risorto e che aprono la strada all’annuncio di vittoria sulla morte e avranno un ruolo importante nell'incontro con le Tre Marie

Resurrezione di Crist
titolo Resurrezione di Crist
autore Raffaello anno 1501-1502


Anche la magnifica opera di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è una grande rappresentazione della scena con i soldati che sono addormentati.

Resurrezione
titolo Resurrezione
autore Piero Della Francesca anno 1458-1474


Anche la celebre opera di Peter Paul Rubens conservata a Palazzo Pitti di Firenze rappresenta come Cristo si leva trionfante, reggendo il vessillo crociato, con un angelo che lo scopre e due putti che gli reggono la corona di spine.

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Pieter Paul Rubens anno 1616 circa


Di notevole fascino anche l'opera di Domenico Ghirlandaio artista del XV sec

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Domenico Ghirlandaio anno 1490-1498

✝ Pensiero del 17 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno.

Luca 24:6-7

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI I CRISTAINI CATTOLICI 

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,1-9

Andare incontro al Signore risorto.

Le vicissitudini che hanno sconvolto il gruppo degli apostoli, dopo la morte di Gesù li hanno terrorizzati. Rinchiusi fra quattro mura, non osano muoversi, né uscire. In queste circostanze, il coraggio delle donne è grande, e solo loro osano sfidare le guardie della città. Gli avvenimenti dell’alba, tuttavia, hanno mutato il panorama. Pietro e Giovanni, avvisati, corrono. Non si sa bene se per l’ansia di sapere cosa sia accaduto al corpo del Signore, o per la paura di essere scoperti. Il fatto è che correvano. Alla fine, uscivano dal loro nascondiglio, dalla casa in cui avevano trascorso le ultime ore cariche di paure, di lacrime e di tanto dolore. Indimenticabili ore di angoscia, che finalmente si aprono ad una speranza. Era necessario uscire! Rompere con gli impacci della paura, le catene dell’autocommiserazione e della tristezza. Se fossero rimasti lì, non avrebbero creduto nella resurrezione. In Pietro e in Giovanni, vediamo quegli uomini che non si rassegnano davanti all’evidenza, davanti alle mire umane e davanti alla tomba dei propri difetti e peccati. Era necessario il valore, il coraggio dell’amore che esce da se stesso per andare “all’avventura”, e fidarsi di ciò che non era logico, giungere ad una dimensione più alta: «Quella della fede. Quanto possiamo imparare oggi dal loro esempio, se lasciamo il nostro uomo “vecchio” nel cenacolo, rinchiuso nelle sue ragioni egoiste, e corriamo con gli apostoli a cercare un Gesù che incoraggia già le nostre anime! Perché è Lui che ci ispira ad andare a cercarlo, ed è Lui che presto o tardi si avvicinerà. Oggi, Gesù Cristo si manifesta in tutto il suo splendore divino-umano, per la gioia di tutti coloro che hanno condiviso la sua Passione. Ma non importa tanto, se siamo stati con Lui sulla Croce, o se l’abbiamo abbandonato per debolezza». Oggi, Lui si manifesta ugualmente, per tutti. Dalle sue piaghe gloriose, proviene il balsamo che guarisce i nostri cuori. Dal suo corpo rifulgente, viene la luce che dissipa le nostre paure ed insicurezze. Corriamo, dunque, all’incontro del Signore, con la certezza che Egli ci darà la più grande e unica vera gioia: «Gesù Cristo è risorto». Alleluia!

Con Migliori Auguri d'una Santa Pasqua di vera Risurrezione e di rinnovata Speranza!

Domenica 17 Aprile 2022
PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE – P

S. Simeone Bar S.; S. Acacio; S. Kateri Tekakwhita
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

 (I Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:

«Una meraviglia ai nostri occhi».

Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: «Facciamo festa nel Signore».

 (I Corinzi 5,7-8)

16 aprile, 2022

Santa Bernardetta Soubirous

 Santa Bernardetta Soubirous


Nome: Santa Bernardetta Soubirous
Titolo: Vergine
Nascita: 7 gennaio 1844
Morte: 16 aprile 1879
Ricorrenza: 16 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettrice:degli ammalati


Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d'un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell'11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c'era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d'acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l'amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell'acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d'asma, portava le calze. Pregò l'amica di prenderla sulle spalle, ma l'amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d'una nube d'oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s'inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l'Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s'univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d'oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L'apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco - diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l'Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d'interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

« Ha detto così ».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l'udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall'asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

Sabato Santo

 Sabato Santo

autore: Domenico Beccafumi anno: 1530-1535 titolo: Discesa di Cristo al Limbo luogo: Pinacoteca nazionale, Siena

Nome: Sabato Santo
Titolo: La discesa agli inferi
Ricorrenza: 16 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Il terzo giorno del Triduo Pasquale è il Sabato santo che commemora la discesa agli inferi di Nostro Signore Gesù. Gesù resta negli inferi per un breve tempo compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, liberando le anime dei buoni e giusti morti prima di lui apre loro le porte del Paradiso.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo fu il primo ad incontrare Gesù e percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ».

E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli »


Compiuta tale missione, l'anima di Gesù si ricongiunge al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della risurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Questo giorno è dunque incentrato sull'attesa dell'annuncio della risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale. Viene professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte.

Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell'Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa.

La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l'astinenza dalla carne anche per tutto il sabato santo, tuttavia non ne fa un obbligo per i fedeli.

✝ Pensiero del 16 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Sul Calvario GESÚ disse al ladrone: "Oggi, sarai con Me in Paradiso". " Oggi" e non fra cento anni I calcoli appartengono alla Terra e non al cielo e non alla gratuità dell'Amore Divino.
Buon Sabato Santo

La Chiesa oggi si astiene dal celebrare il sacrificio dell’altare, per raccogliersi presso il sepolcro. L’altare resta spoglio e il tabernacolo vuoto.

Dato che la liturgia non ci offre un Vangelo, prenderemo per la nostra meditazione l’immagine di Gesù tra le braccia di Maria, conosciuta come “la Pietà” di Michelangelo.

Dapprima fissiamo il nostro sguardo sulla figura di Cristo. È già un corpo senza vita, un cadavere steso tra le braccia di sua Madre, con lo sguardo perso nel cielo, le ferite nei piedi, nelle mani e nel fianco. Alcune ore prima, questo corpo agonizzava, vittima della tortura più crudele. Ora riposa in pace. Il suo epitaffio potrebbe benissimo essere: “missione compiuta”. Guardando Cristo, chiediamo anche noi a Dio la grazia di compiere la nostra missione fino alla fine, senza discussioni, senza calcoli né misure. Dio ci chiede di impegnarci con tutto noi stessi nell’operare sempre il bene, per non dover provare il rimpianto di aver perduto tali occasioni. Guardiamo anche Maria. Chi ha avuto l’esperienza di perdere un figlio può capire, in qualche modo, quel che dovette significare per il suo cuore di Madre, assistere alla morte di Cristo sulla Croce. Anche se il tormento della crocifissione è finito, Maria continua a vedere le sue carni martoriate, la sua fronte coronata di spine, la sua agonia sulla croce. Il Santo Simeone aveva profetizzato: “…e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). Ora si compie questa profezia. Guardando Maria, impariamo anche noi a soffrire. Ella non trovò alcuna spiegazione umana al dramma che viveva, ma seppe soffrire con Cristo, unirsi alle sue sofferenze e offrirle al Padre. Non capiva, ma non si ribellava. Accettava tutto come venuto dalla mano di Dio. Ripeteva in silenzio: fiat, “avvenga a me quello che hai detto", "sia fatta la tua volontà”. Il volto di Maria, oltre al dolore, evoca la speranza. Sapeva bene che Dio è buono e misericordioso. Ripeteva dentro di sé ciò che scrive l’autore del Libro del Siracide: “Chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi ha invocato ed è stato da lui trascurato?” (Sir 2,10).

Nell’ora della tribolazione, invochiamo Maria affinché ci riempia di SPERANZA.

Sabato 16 Aprile 
SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE

S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre

Alleluia, alleluia, alleluia
Rm 6,3-11; Sal 117; A: Mt 28,1-10; B: Mc 16,1-7; C: Lc 24,1-12

Il Sabato Santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore,
meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il
sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino
alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora
lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae
per cinquanta giorni.
In questo giorno si può dare la santa comunione soltanto sotto forma di
Viatico.

Salmo responsoriale Salmo 103

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
«Non potrà mai vacillare».
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.

15 aprile, 2022

Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Bergen-Belsen dopo la liberazione: Nel pomeriggio del 15 aprile 1945, le forze britanniche del 63º reggimento anticarro al comando del colonnello Taylor raggiunsero il campo di concentramento completamente sovraffollato e trascurato nel Südheide. I detenuti liberati erano troppo deboli e malati per applaudire. Circa 52.000 persone morirono nel campo di concentramento. Quando gli inglesi arrivarono a Bergen-Belsen, scoprirono circa 13.000 corpi in vari stadi di decadimento. "Quel giorno a Belsen è stato il più terribile della mia vita", ha detto il reporter di guerra britannico Richard Dimbleby. Mentre le sorelle Brilleslijper sopravvissero al campo di concentramento, Anne e Margot morirono a Bergen-Belsen all'inizio del 1945.


Le combattenti della resistenza ebraica-olandese Lien e Janny Brilleslijper, venuti qui via Westerbork ed Auschwitz, stanno pensando al loro viaggio di ritorno ed a una riunione dei loro cari e dei loro figli. Il giorno in cui il campo fu liberato, Janny, 28 e mezzo anni, crollò esausta e gravemente malata.

Per due settimane, è in bilico tra la vita e la morte. Doveva mangiare, ma non poteva: la sua bocca era piena di piaghe. Sua sorella Lien 32 e mezzo, masticava il cibo. 


Curato fino alla morte: Janny e Lien Brilleslijper sono stati al fianco degli adolescenti Frank (foto) fino alla fine. Si raccontavano storie da Amsterdam, si scambiavano battute e ricordi, immaginavano il futuro dopo la liberazione del campo. Disperatamente, i Brilleslipjpers cercarono di far uscire Margot e Anne dalla caserma malata, ma le ragazze erano troppo deboli - Anne morì poco dopo Margot. Janny e Lien avvolsero i loro corpi emaciati in coperte e li lasciarono scivolare in un obitorio.


  


Venerdì Santo

 Venerdì Santo

autore: Pieter Paul Rubens anno: 1620 titolo: Gesù in croce tra i due ladroni luogo: Museo reale di belle arti, Anversa

Nome: Venerdì Santo
Titolo: La passione del Signore
Ricorrenza: 15 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


La Chiesa con la meditazione della passione dei Cristo e con l'adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l'Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all'altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all'altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell'uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.

La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell'adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica.

La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.

Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell'amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l'alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell'Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.

la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l'uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall'albero della croce.

l'Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell'attenzione: non è semplicemente un'immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e velata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un'esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi

La Via Crucis


Versione tradizionale


















Versione del 1991 di Giovanni Paolo II


GESÙ NEL GETSEMANI


Prima Stazione Gesù nel campo degli ulivi


* dal vangelo secondo Luca. 22, 39-46
Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

GESÙ TRADITO DA GIUDA


Seconda Stazione Gesù tradito da Giuda

* dal Vangelo secondo Luca. 22, 47-53
Mentre Gesù ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a lui per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì . Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».

GESÙ È CONDANNATO DAL SINEDRIO


Terza Stazione Gesù è condannato dal sinedrio

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 66-71
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

GESÙ RINNEGATO DA PIETRO


Quarta Stazione Gesù rinnegato da Pietro

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 54-62
Dopo averlo preso, condussero via Gesù e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito, pianse amaramente.

GESÙ È GIUDICATO DA PILATO


Quinta Stazione Gesù è giudicato da Ponzio Pilato

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 13-25
Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà.

GESÙ È FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE


Sesta Stazione Gesù flagellato e coronato di spine

Dal Vangelo secondo Luca. 22, 63-65
Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». E molti altri insulti dicevano contro di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 2-3
I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.

GESÙ È CARICATO DELLA CROCE


Settima Stazione Gesù è incaricato della croce

Dal Vangelo secondo Marco. 15, 20
Dopo averlo schernito, spogliarono Gesù della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

GESÙ È AIUTATO DAL CIRENEO A PORTARE LA CROCE


Ottava Stazione è aiutato dal cireneo a portare la croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 26
Mentre conducevano via Gesù, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME


Nona Stazione Gesù incontra le donne di Gerusalemme

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

GESÙ È CROCIFISSO


Decima Stazione Gesù è crocifisso

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 33-38
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

GESÙ PROMETTE IL SUO REGNO AL BUON LADRONE


Undicesima Stazione Gesù promette il suo regno al buon ladrone

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 39-43
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: « In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

GESÙ IN CROCE, LA MADRE E IL DISCEPOLO


Dodicesima Stazione Gesù in croce, la madre e il discepolo

Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

GESÙ MUORE SULLA CROCE


Tredicesima Stazione Gesù muore sulla croce

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 44-47
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto».

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO


Quattordicesima Stazione Gesù è deposto nel sepolcro

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 50-54
C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato.