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19 dicembre, 2021

Sant' Anastasio I

 Sant' Anastasio I


Nome: Sant' Anastasio I
Titolo: Papa
Nascita: IV secolo, Roma
Morte: 19 dicembre 401, Roma
Ricorrenza: 19 dicembre
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:TroiaCastel Sant'Elia


Papa S. Anastasio, romano, successe a papa S. Siricio (26 nov.) il 27 novembre del 399 e mori il 19 dicembre del 401, dopo un pontificato di soli due anni. Tra i suoi amici e ammiratori c'erano S. Girolamo (30 sett.), S. Agostino (28 ago.) e S. Paolino di Nola (22 giu.). S. Girolamo lo considerava molto santo, ricco nella sua povertà, e ne elogiava la vita irreprensibile e lo zelo apostolico. Anastasio sostenne il vecchio Girolamo nella sua controversia contro Rufino di Aquileia, storico e traduttore. Girolamo s'impegnò per diversi anni nella stesura di una versione esatta della Bibbia, basata sullo studio nelle lingue originali in cui fu scritta e sulle precedenti traduzioni. Fu profondamente offeso dalla traduzione fatta da Rufino d'Aquileia del De principiis di Origene, opera controversa dei primi anni del III secolo, che proponeva un'interpretazione allegorica piuttosto che letterale di molti brani biblici. Girolamo, che una volta aveva scritto di Rufino «egli è inseparabilmente legato a me da un amore fraterno», s'indignò in difesa della sua cultura.

La controversia tra i due, che conducevano entrambi una vita ascetica nei pressi di Gerusalemme, fu lunga e strenua. Girolamo accusava chi tentava di correggere o reinterpretare i testi biblici ostinatamente, e si recò dal papa per persuaderlo a condannare Rufino. Successivamente Anastasio scrisse a Simpliciano, vescovo di Milano (13 ago.) per ammonirlo che «il popolo di Dio delle diverse chiese, potrebbe imbattersi in concetti blasfemi, leggendo Origene» aggiungendo che «il presbitero Eusebio» (Girolamo) gli aveva mostrato «alcuni capitoli empi che mi fecero rabbrividire». Girolamo fu riconoscente per questo generoso sostegno e per l'incoraggiamento del pontefice a proseguire la sua opera e mostrò la sua gratitudine «all'illustre Anastasio»; scrisse che Roma non meritava di avere a lungo un papa simile: non era bene che il capo del mondo venisse reciso proprio quando era in carica un vescovo come lui.

Questa era un'allusione alla minaccia rappresentata da Alarico, capo dei goti, e dal suo esercito di barbari che alla fine conquistarono e saccheggiarono Roma nel 410, nove anni dopo la morte di Anastasio. Anastasio è inoltre ricordato per due istruzioni indirizzate ai vescovi: con la prima ordinava al clero di alzarsi in piedi durante la lettura del Vangelo nella Messa, in segno di rispetto, e con la seconda stabiliva che nessun ecclesiastico straniero sarebbe stato accolto nella giurisdizione romana senza un certificato firmato da cinque vescovi a testimonianza della sua ortodossia. Lo scopo era quello di escludere i sacerdoti appartenenti alle Chiese orientali, la cui fede era stata influenzata dall'arianesimo o dalle religioni dualiste come il manicheismo.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma nel cimitero di Ponziano sulla via Portuense, deposizione di sant’Anastasio I, papa, uomo ricco di povertà e di apostolica sollecitudine, che si oppose fermamente alle dottrine ereticali.

Pensiero del 19 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
L'incontro dell'Antico e del Nuovo, due donne segnano il passaggio dalla promessa al compimento.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,9-35

…si alzò e andò in fretta.

La lettura del profeta Michèa preannuncia un parto che darà una svolta alla storia di Israele. Gli scribi, sulla base di questo testo, si attendevano la nascita del Messia proprio a Betlemme. La Lettera agli Ebrei introduce nella liturgia odierna il tema teologico dell’incarnazione di Gesù come superamento del sacrificio secondo la legge antica. Ciò che lega questo brano al Natale è l’espressione “entrando nel mondo”, riferita a Gesù, e l’insistenza sul “corpo” di Gesù, che verrà offerto in sostituzione degli antichi olocausti e sacrifici per il peccato. Il brano della Visitazione è la risposta pronta e sollecita di Maria alle parole dell’Angelo. La Serva del Signore diventa subito la serva dei fratelli.

Il profeta Michèa ci annuncia che veramente Dio è in mezzo a noi, per impegnarci nei suoi progetti di vita, di pace. Siamo invitati a mettere a disposizione la nostra piccola esistenza nelle grandi mani di Dio perché, come Elisabetta o Maria, Egli ci chiama, nella nostra inadeguatezza, a servirlo nei modi più diversi. Il Vangelo di oggi vuole quasi metterci fretta nel preparare il nostro cuore alla nascita di Gesù. In effetti, il Vangelo mette sempre “fretta”, ossia spinge ciascuno di noi ad uscire dalle proprie abitudini, magari anche buone, ma solo nostre. Esorta a non fermarci alle preoccupazioni di sempre, ad uscire dal piccolo villaggio dei nostri orizzonti per affrettarci verso il giorno e il luogo della nascita di Gesù. Non è una scelta spontanea, soprattutto per noi che, a differenza di Maria, ci lasciamo spesso guidare dalla nostra pigrizia. Appena Elisabetta vide arrivare Maria a casa sua, gioì fin nelle viscere. È la gioia dei deboli e dei poveri quando sono visitati dalle “serve” e dai “servi” del Signore, da coloro cioè che “hanno creduto all’adempimento delle parole del Signore”. Dalla bocca dei poveri sgorga la benedizione per tutti coloro che si recano con amore presso di loro. ln quel momento si realizza una vera e propria epifania dello Spirito Santo. Il sorriso dei poveri, infatti, è l’icona dell’amore che i cristiani sono chiamati a donare al mondo di questo millennio. La seconda lettura ci propone oggi l’eccomi di Gesù: “vengo per fare la tua volontà”, ed è “mediante quella volontà che noi siamo stati santificati”. Cosa mi chiede questa Parola? Ho mai sperimentato la benedizione da qualche povero che ho servito?

19 Dicembre 

4.s d'Avvento (anno C)

Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi
Mi 5,1-4a; Sal 79; Eb 10,5-10; Lc 1,39-45

Ecco la serva del Signore: «Avvenga per me secondo la tua parola».

 (Luca 1,38)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 79)
Rit: Signore, fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Ecco la serva del Signore: «Avvenga per me secondo la tua parola».

 (Luca 1,38)

18 dicembre, 2021

Pensiero sul Giudice Rosario Angelo Livatino

 Il 09 maggio, di quest'anno, il Giudice Rosario Angelo Livatino, è diventato beato, perché Martire per la Giustizia ed in Odio alla Fede.

......Ma finché lo si appellerà come il "Giudice ragazzino" non faremo altro che sminuire il SUO SACRIFICIO, quindi per favore !!!!BASTA!!!! Il Beato ROSARIO ANGELO LIVATINO ERA UOMO ADULTO E GIUSTO
Beato Rosario Angelo Livatino, prega per noi, e perdonaci, perché siamo noi, dei "ragazzini" Aiutaci a Crescere...., Aiutataci a Crescere nella Fede, per essere degni della Tutela di Dio.



Pensiero del 18 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Dio, entra nel sogno di Giuseppe di Nazareth, e trasforma per il SI di lui e di Maria, il Suo Amore nella casa di tutti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 1,18-24

Il Signore a volte ci chiede di più.

In genere, nel Vangelo dell’Annunciazione, narrato da Luca, siamo abituati a porre l’attenzione sul “sì” di Maria all’angelo. Nel brano odierno, Matteo sembra solo accennare al consenso di Maria, dedicando al suo “sì” solo un versetto. Egli, invece, si sofferma su Giuseppe; anche lui, seppure quasi di nascosto, si dispone a compiere la volontà dell’Altissimo.

Mettiamoci nei panni di Giuseppe. Egli si ritrova in una situazione imprevista e spinosa: la sua promessa sposa è incinta, e lui sa di non essere responsabile della gravidanza. Giuseppe, che oltre ad essere un uomo retto, ha un cuore profondamente buono, decide di scioglierla dall’impegno senza dare risalto alla vicenda. Di per sé, già questo gesto, esemplare, è colmo di significato e denota un animo nobile e magnanimo, non vincolato al mero senso di giustizia ma aperto a comprendere la condizione altrui e pronto a slanci di generosità. È per questo forse che Dio chiede a Giuseppe “ancora di più”: accettare questo figlio, generato dallo Spirito Santo. Si trattava, dunque, di rinunciare a quel che aveva immaginato per il suo futuro, per avventurarsi su un sentiero di vita “differente”, al quale lui stesso non aveva pensato, e che includeva l’allevare un figlio che non aveva generato. Nel tratteggiare la figura dello “sposo di Maria”, Matteo non ci riporta neanche una parola pronunciata dalle labbra di Giuseppe. La sua resta così una figura caratterizzata non solo dalla disponibilità ad accogliere e realizzare i progetti di Dio, proprio come la giovane di Nazareth, ma anche da un atteggiamento particolarmente silenzioso e operoso. A volte anche a noi il Signore chiede di andare oltre, di superare in modo consistente quella misura che ai nostri occhi appare già più che giusta, addirittura abbondante. Ma forse la nostra risposta non è sempre altrettanto generosa e pronta come quella di Giuseppe. La sua figura, infatti, ci sprona a fare nostro un tipo di raccoglimento più intimo, al fine di realizzare con cura e con sollecitudine non solo ciò che umanamente appare già ammirevole ma, vincendo ogni comprensibile timore e confidando solo nell’aiuto del Signore, ad accogliere l’invito di Dio di andare “oltre”, confidando che “tutto è possibile a Dio”. Perché a renderci cristiani non è l’ammirazione del mondo, ma il fedele compimento della volontà del Signore.

18 Dicembre

3.s d'Avvento
Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace
Ger 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

O Signore, guida della casa d’Israele, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: «Vieni a liberarci con braccio potente».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 71)
Rit: Nei suoi giorni fioriranno giustizia e pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
ed i tuoi poveri secondo il diritto.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Benedetto il Signore, Dio d’Israele:

«Egli solo compie meraviglie».

E benedetto il suo nome glorioso per sempre: «Della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen».

O Signore, guida della casa d’Israele, che hai dato la Legge a Mosè sul monte Sinai: «Vieni a liberarci con braccio potente».


17 dicembre, 2021

Pensiero del 17 dicembre 2021

 Il lungo elenco della genealogia nel Vangelo di Matteo, in cui compaiono nomi di santi e di grandi peccatori, ci fa capire che Gesù di Dio, abbraccia tutta la storia umana, una storia ricca di eventi e persone straordinari, ma anche di eventi tragici e sconcertanti. La Sua Misericordia è per tutti.

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Mt 1,1-17
Si è fatto uno di noi.
Per il lettore non abituato a questo genere di testi biblici, leggere delle lunghe serie di nomi, con riferimenti a personaggi più o meno noti dell’Antico Testamento potrebbe risultare noioso. Le indicazioni dell’Evangelista, inoltre, secondo cui si possono individuare tre cicli di quattordici generazioni ciascuna nella genealogia di Gesù, a noi uomini del XXI secolo possono apparire poco comprensibili. Qual è il messaggio che possiamo ricevere da questo originale brano della Parola di Dio?
Gesù Cristo, cioè Dio fatto uomo, non è come un alieno spuntato dal nulla: «Nel Vangelo d'oggi, Matteo vuol chiaramente dimostrare che Gesù è figlio del suo popolo, è un membro d'Israele, un discendente del Re Davide. Per questo lo inserisce al termine d'una lunga lista di antenati. Gesù», il Figlio di Dio, è dunque Dio, ma si fa uomo in tutto e per tutto, eccetto il peccato. Non era però avvantaggiato in confronto a noi, e non era un bambino che compiva miracoli, come lo descrivono i vangeli apocrifi. Il Figlio di Dio è veramente uomo, ed è tale perché è attraverso di Lui che Dio ha voluto che si compisse la nostra salvezza. Così anche Gesù, come qualsiasi persona, ha avuto degli antenati, una famiglia inserita in un determinato contesto storico, sociale e culturale, e determinate caratteristiche fisiche. Verosimilmente, Gesù Cristo non era biondo con gli occhi azzurri, né moro con i capelli ricci, né aveva le sembianze tipiche degli asiatici. Si è fatto uomo, uno di noi, tra i suoi contemporanei: era un tipico palestinese di quei tempi, e ha sperimentato tutte le difficoltà di vivere in quell’epoca – dalle tasse all’occupazione romana, dalle ristrettezze economiche alle inefficienze e ingiustizie sociali, amministrative e giudiziarie – senza alcuna eccezione. Dio si è fatto uno di noi in tutto e per tutto, si è umiliato così tanto da accettare tutto il nostro essere, con la sola esclusione del peccato, affinché noi potessimo avvicinarci a lui. Egli desidera che noi lo amiamo e per questo lui per primo compie l’impensabile passo, abbassandosi per colmare la distanza che separa il Creatore dalle sue creature! Quando dubitiamo se fidarci di Lui, di questo Gesù, se affidargli la nostra vita, allora dovremmo riflettere su ciò che ha fatto per noi. La lunga lista di nomi del Vangelo d'oggi ci dice questo: «Cristo Gesù si è fatto realmente uomo, è stato ed è uno di noi, mosso da un infinito ed eterno Amore».

17 Dicembre

3.s d'Avvento
Venga il tuo regno di giustizia e di pace
Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt 1,1-17
O Sapienza dell’Altissimo, che tutto disponi con forza e dolcezza: «Vieni ad insegnarci la via della saggezza».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 71)
Rit: Venga il tuo regno di giustizia e di pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E domini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

O Sapienza dell’Altissimo, che tutto disponi con forza e dolcezza: «Vieni ad insegnarci la via della saggezza».

16 dicembre, 2021

S. T. D.

 S. T. D. non erano le iniziali di potenziali nemici mafiosi, quelle lettere dell’alfabeto indicavano piuttosto un atto di affidamento a Dio, stavano per “Sub Tutela Dei” (“Sotto la tutela di Dio”). In tutte le agende del magistrato, dal 1978 al 1990 troviamo questa sigla, che suona come un programma. Livatino si mette sotto lo sguardo di Dio perché sa che per applicare la giustizia occorre una luce che illumini tutti gli aspetti della realtà e non faccia dimenticare mai che gli indagati, anche se colpevoli di gravi reati, sono sempre persone.

Rosario Livatino martire in odium fidei. Don Livatino: “Non era un giudice antimafia, viveva il suo servizio alla giustizia come donazione di sé a Dio”.



Tanti Auguri di cuore, ad Adelaide Roncalli, per il suo onomastico

 Tanti Auguri di cuore, ad Adelaide Roncalli, per il suo onomastico


Pensiero del 16 dicembre 2021

 Il più piccolo nel Regno dei cieli, si trova già a vivere, in pienezza la Vita nello Spirito, che Gesù, è venuto a donare.

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Lc 7,24-30
Giovanni ci indica la strada.
Nel Vangelo di ieri, la domanda degli inviati di Giovanni sembrava essere rivolta privatamente a Gesù. Nel brano odierno l’evangelista dice che Gesù si rivolge “alle folle”. È a queste folle – cioè a tutti gli uomini e, dunque, anche a ognuno di noi – che Gesù pone delle domande sul Battista, definendolo “più di un profeta” e riconoscendo la sua missione di precursore.
Tra pochi giorni è Natale. È ora di incontrare il Signore che si fa uomo per noi. Se “profeta” è colui che indica la via da seguire per giungere al Signore, il Battista è dunque il tramite attraverso il quale anche noi oggi possiamo andare incontro al Signore, così come accadde a coloro che erano suoi contemporanei. Essi andavano a cercarlo nel deserto che si trovava a pochi chilometri da Gerusalemme. Ma anche noi possiamo addentrarci nel “deserto”. Spesso, poco lontano da casa nostra c’è la possibilità di trovare – in una chiesetta, durante un ritiro organizzato, in una giornata all’aperto, ma anche in casa propria, spegnendo la TV, il computer e la radio – un “deserto” simile a quello in cui Giovanni predicava. Un posto in cui ritrovarsi in solitudine, nel silenzio, senza il luccichio delle vetrine e lo strepitio della città: un posto in cui possiamo rimanere da soli. Lì incontreremo “qualcuno”. Un “Giovanni” che non si piegherà ai nostri mille pretesti. Colui che lì incontreremo non passerà inosservato, non sarà simile ad una canna al vento. Da questo lo riconosceremo. E potrebbe non apparire subito un incontro confortevole, di quelli in cui ci si sente subito a proprio agio, come nell’indossare una “morbida veste”. Anzi: all’inizio, probabilmente, potremmo sentirci a disagio o perfino “spaventati”. Ma poi riconosceremo il nostro “Giovanni”: il suo aspetto non sarà forse dei più affascinanti, e i suoi modi non dei più seducenti, ma sapremo che si tratta di lui, perché la parola del “profeta” è piena di forza. Ci spingerà a seguire la strada giusta per cambiare vita e ci spronerà a percorrerla. Se non siamo troppo attaccati a noi stessi e alle nostre “vie”, il disegno di Dio si compirà anche per noi. Anche il più piccolo che ha percorso per intero questa strada, arrivando fino a Lui, nel Regno dei Cieli sarà “più grande” del Battista, che pure ai nostri occhi è già un gigante, per la grazia della fede che ha testimoniato coraggiosamente, fino al martirio.

16 Dicembre

3.s d'Avvento
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
Is 54,1-10; Sal 29; Lc 7,24-30

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.

(Luca 3,4.6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 29)
Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.
(Luca 3,4.6)



15 dicembre, 2021

Buon compleanno piccola Antonietta Meo

 Oggi, sarebbe stato il compleanno, della piccola Antonietta Meo.

Auguri, tesoro mio.


Pensiero del 15 dicembre 2021

 Come il Battista, anche noi abbiamo bisogno, nel carcere della prova, d'ascoltarlo, mentre, ci apre gli occhi sulla sua identità Divina che traspare dalle opere che compie.

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Lc 7,19-23

Gesù guarì molti.

Nella prima lettura, il profeta si rivolge al popolo in esilio che ha perso la speranza e pensa che il suo Dio non sia in grado di fare più nulla per lui. Per ravvivare la fiducia, il profeta ricorda che il loro Dio è l’unico Dio, colui che ha creato e plasmato la terra in modo che potesse essere abitata: solo in lui ci può essere salvezza. Nel Vangelo, il Battista invia i suoi discepoli a Gesù, perché gli chiedano se davvero è lui il Messia che è venuto a compiere le aspettative del popolo. L’evangelista Luca riporta per due volte la domanda del Battista: perché questa accentuazione? Evidentemente la ritiene una domanda fondamentale con cui vale la pena confrontarsi.

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»: un interrogativo che ci riporta alle nostre ricerche, al nostro desiderio di trovare ciò che risponde alla nostra sete di felicità e di pienezza di vita. Una domanda che non è molto diversa da quella che si pongono due fidanzati che stanno cercando di scoprire se l’altro è veramente la persona con cui poter costruire insieme una famiglia, un cammino d’amore reciproco, o invece bisogna trovare qualcun altro. Né è diversa dalla domanda di chi sta cercando di capire se davvero l’amore di Dio è ciò che risponde al suo desiderio di vita o deve cercare altrove. Gesù non chiede ai suoi interlocutori di credere in lui, ma compie davanti ai loro occhi dei segni che testimoniano di lui: una testimonianza che non si impone con la forza ma “bussa alla porta della nostra libertà”. Sono gesti che realizzano le Scritture, le attese dei profeti, rivelando un Messia che sta dalla parte della vita, che sceglie di portare il suo lieto annunzio, fatto di gesti e parole, ai poveri, a coloro che la società mette ai margini. In questo modo Gesù si rivela come colui che risponde alle domande e alle attese degli uomini. Potremmo chiederci se noi, come comunità e come singoli, siamo sulla stessa linea. Come rispondiamo a coloro che ci chiedono “ragione della speranza che è in noi”, a coloro che ci chiedono se davvero la fede nel Dio di Gesù Cristo può riempire una vita? Tendiamo a convincere con le parole, o addirittura con la forza, o siamo invece capaci di compiere segni che testimoniano la nostra passione per la vita dell’uomo? Segni di solidarietà, di ascolto, di accoglienza verso tutti coloro che vengono posti ai margini, così come faceva Gesù.

15 Dicembre

3.s d'Avvento
Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto
Is 45,6b-8.18.21b-26; Sal 84; Lc 7,19-23

Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie; ecco, il Signore Dio viene con potenza.

 (Isaia 40,9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 84)
Rit: Stillate cieli dall’alto e le nubi facciano piovere il giusto.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie; ecco, il Signore Dio viene con potenza.

 (Isaia 40,9)

14 dicembre, 2021

Indagine ai confini del sacro - "Il giudice Rosario Angelo Livatino"


Indagine ai confini del sacro - "Il giudice  Rosario Angelo Livatino"

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : 1857: 14 dicembre si fondò l'Odine delle Suore Or...

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : 1857: 14 dicembre si fondò l'Odine delle Suore Or...:   Aiutata da un Padre Somasco, stende la bozza delle Regole attingendo a quelle delle Orsoline di Milano e le presenta al Vescovo di Bergamo...



Pensiero del 14 dicembre 2021

 Le scelte di bene, che avremo fatto durante la nostra vita, saranno quelle che ci porteranno, all'incontro con Dio.

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Mt 21,28-32

Poi si pentì e vi andò.

Il profeta Sofonia svela al popolo come ritornare al Signore, come convertirsi: diventare umili e poveri, rinunciando ad orgoglio e superbia. Ma questo non è semplicemente il risultato di un nostro sforzo ma dell’opera di Dio in noi. Anche Gesù, E nel Vangelo, svela che la conversione nasce dall’incontro di due “desideri”: quello del Padre e quello dell’uomo.

L’esempio riportato da Gesù ha per protagonista positivo un ragazzo che dice “no” e come protagonista negativo uno che dice “ sì”, perché chi ha detto “no, non ne ho voglia”, va; chi ha detto “Sì, signore”, non va. Evidentemente, non basta dire “sì”, ma è necessario che a questa risposta faccia seguito il  comportamento corrispondente. Piuttosto che dare prima la propria disponibilità, e poi non operare di conseguenza, è meglio dire “no”, tant’è che la differenza che intercorre tra il pronunciare in tutta onestà un “no” piuttosto che un “sì” falso è che nel primo caso non tutto è perduto, anzi vi è una possibilità di cambiamento, che invece sarebbe esclusa nel secondo caso. Così è avvenuto per i pubblicani e le prostitute, considerati pubblici peccatori, che, davanti alle parole del Battista, si sono pentiti tramutando il loro apparente “no” in un “sì”. Mentre, sacerdoti e anziani del popolo, pur avendo visto, non si sono pentiti e non hanno creduto: il loro “sì” a Dio appare così in tutta la sua fragilità e ambiguità. La domanda che Gesù pone ai suoi uditori, «Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?», richiama altre sue parole: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). Per questo i peccatori, che si pentono e credono, nel Regno di Dio passano avanti ad anziani e sacerdoti: perché ciò che conta non è quello che si è all’apparenza, ma il “fare la volontà del Padre”. Il messaggio è chiaro: chi sceglie di inoltrarsi in questo cammino del “fare”, anche se parte da una situazione negativa, vedrà la sua vita cambiare e porsi lentamente in sintonia con i desideri del Padre; chi sceglie di chiudersi alla volontà del Signore si ritroverà lontano da lui anche se continua a compiere gesti che apparentemente parlano della sua vicinanza a Dio. I peccatori che, ascoltando il Battista si pentono e si convertono, entrano a far parte di quel popolo di umili e poveri che confida nel nome del Signore di cui parla il profeta Sofonia.

14 Dicembre 

3.s d'Avvento
Il povero grida e il Signore lo ascolta
Sof 3,1-2.9-13; Sal 33; Mt 21,28-32

Vieni, Signore, non tardare: «Perdona i peccati del tuo popolo».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Vieni, Signore, non tardare: «Perdona i peccati del tuo popolo».


13 dicembre, 2021

Nel 1912 in questo giorno nasceva Lien Brilleslijper LIN JALDATI

 Nel 1912 in questo giorno nasceva Lien Brilleslijper LIN JALDATI

💞
Auguri di cuore, di buon compleanno.


Auguri di buon onomastico a LUCIA ASCIONE

Auguri di buon onomastico a LUCIA ASCIONE.

Santa Lucia, insieme al Signore ed alla Vergine Maria illumini sempre il cammino e la sua salute.❤️



Santa Lucia

 Santa Lucia



Nome: Santa Lucia
Titolo: Vergine e martire
Nascita: 281, Siracusa
Morte: 13 dicembre 304, Siracusa
Ricorrenza: 13 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica


Lucia nacque a Siracusa nell'anno 281 da nobilissima e ricchissima famiglia. Rimasta orfana di padre all'età di cinque anni venne educata nella religione cristiana dalla pia e saggia Eutichia, sua madre.

Fatta grandicella e accesa di puro amore di Dio, decise all'insaputa della madre di mantenere perpetua verginità. Ignorando questo segreto la buona Eutichia, come allora usavasi universalmente, non tardò d'interessarsi per trovare alla figliuola uno sposo che convenisse. Era questi un giovane nobile, ricco e di buone qualità, però non cristiano. Lucia si turbò: ma non volendo manifestare il suo segreto alla madre, cercò pretesti per tramandare le nozze; ed intanto confidava nella preghiera e nella grazia.

Ed ecco quanto avvenne: Eutichia fu presa da una grave malattia, per cui non bastando né medici nè medicine, per consiglio di Lucia, mamma e figlia decisero di portarsi in pellegrinaggio a Catania, alla tomba di S. Agata, per ottenere la guarigione.

Elemosina di Santa Lucia
autore Giovanni di Bartolomeo Cristiani anno 1370-1380 titolo Santa Lucia e sua madre al santuario di Sant'Agata


Giunte a Catania, e prostratesi in preghiera presso quelle sacre reliquie, Agata fece intendere a Lucia di rimanere fedele al voto fatto e di contenere, se necessario, anche il martirio per amor di Gesù. La madre ottenne la guarigione, ma una grazia maggiore ebbe Lucia: il suo avvenire era irrevocabilmente deciso.

Tornate a Siracusa, Lucia si confidò con la madre ed ottenne che la lasciasse libera nella scelta del suo stato. Così lucia con una lampada fissata sul capo, percorse gli angusti cunicoli delle catacombe per distribuire ai bisognosi il denaro ricavato dalla vendita della sue ricchezze.

Elemosina di Santa Lucia
autore Pasqualino Rossi anno XVII secolo titolo Elemosina di Santa Lucia


Il pretendente deluso, montò subito sulle furie e giurò vendetta, appena seppe che il rifiuto di Lucia proveniva dal fatto di essere cristiana. Si presentò quindi al proconsole romano Pascasio e accusò la giovane come seguace della religione cristiana e perciò ribelle agli dèi ed a Cesare.

Santa Lucia davanti al giudice
autore Lorenzo Lotti anno 1532 titolo Santa Lucia davanti al giudice


Tradotta davanti al proconsole, si svolse un dialogo drammatico, nel quale rifulsero la fermezza e costanza della martire. Neppur la forza valse a smuoverla, poiché Gesù rese impotenti i suoi nemici.

Santa Lucia trainata dai buoi
autore Leandro Bassano anno 1596 titolo Santa Lucia trainata dai buoi


Fu martirizzata il 13 dicembre del 304. Lucia fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono. Fu infine messa in ginocchio e finita con la spada per decapitazione. La festa cade in prossimità del solstizio d'inverno (da cui il detto "santa Lucia il giorno più corto che ci sia").

Pascasio ordina il rogo di Santa Lucia
autore ambito veneto anno 1667 titolo Pascasio ordina il rogo di Santa Lucia



Martirio di Santa Lucia
autore Mario Minniti anno XVII sec titolo Martirio di Santa Lucia


La salma fu posta nelle Catacombe, dove sei anni dopo sorse un maestoso tempio a lei dedicato.

Sepoltura di Santa Lucia
autore Caravaggio anno 1608 titolo Sepoltura di Santa Lucia


Si dice che a S. Lucia venissero cavati gli occhi poiché “portatrice di luce”, ossia di speranza, di spirituale visibilità e cambiamento e che le fossero immediatamente restituiti dal Signore. Per questa ragione e per lo stesso suo nome che significa Luce, essa è invocata come protettrice degli occhi.

PRATICA. Recitiamo un atto di dolore per i nostri peccati.

PREGHIERA. Esaudiscici, o Dio, nostro Salvatore, affinché, come ci rallegriamo per la festa della tua beata Lucia vergine e martire, così siamo ammaestrati nell'affetto della pia devozione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.
"O Santa, che dalla luce hai nome, a te pieni di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore" 🙏

Preghiera a Santa Lucia

O Santa, che dalla luce hai nome, a te pieni di fiducia ricorriamo affinché ne impetri una luce sacra, che ci renda santi, per non camminare nelle vie del peccato e per non rimanere avvolti nelle tenebre dell'errore. Imploriamo altresì, per tua intercessione, il mantenimento della luce negli occhi con una grazia abbondante per usarli sempre secondo il divino beneplacito, senza alcun detrimento dell'anima. Fa, o Santa Lucia, che dopo averti venerata e ringraziata, per il tuo efficace patrocinio su questa terra, arriviamo finalmente a godere con te in Paradiso della luce eterna del divino Agnello, il tuo sposo Gesù. Amen.