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22 novembre, 2021

Santa Cecilia

 Santa Cecilia

autore: Simon Vouet anno: 1626 titolo: Santa Cecilia luogo: Museo di Arte Blanton, Austin

Nome: Santa Cecilia
Titolo: Vergine e martire
Nascita: II Secolo, Roma
Morte: 22 novembre 230, Roma
Ricorrenza: 22 novembre
Tipologia: Memoria liturgica
Luogo reliquie:Basilica di Santa Cecilia in Trastevere

Sotto l'impero di Alessandro Severo era stata proibita ogni persecuzione contro i cristiani e la Chiesa godette un periodo di tranquillità e di pace. Ma a turbare il mite gregge di Cristo sorse presto il tristo prefetto di Roma, Almachio.

Essendosi assentato l'imperatore dalla capitale, egli ne approfittò per sfogare il suo odio contro i cristiani scatenando contro di loro una terribile persecuzione.

Fra le sue vittime più illustri, va ricordata S. Cecilia, nobilissima vergine romana. Nacque ella da ricchissima famiglia alle falde del Gianicolo, e quivi fra agi e comodità fu educata dai più rinomati maestri di Roma.

Fattasi segretamente cristiana, andava ogni giorno più distaccando il suo cuore dalle cose terrene.

Estasi di Santa Cecilia
autore: Bernardo Cavallino anno: 1645
titolo: Estasi di Santa Cecilia


Costretta a sposarsi, durante le feste del matrimonio, mentre tutti l'attorniavano per festeggiarla e cantavano inni pagani, essa in cuor suo cantava un cantico di amore al suo mistico e vero sposo, Gesù Cristo. Quando fu sola con Valeriano gli disse: « Sappi che io sono cristiana e già da molto tempo ho consacrato a Gesù tutto il mio cuore... Egli solo è il mio sposo, e tu devi rispettare il mio corpo, perché io ho sempre vicino a me un Angelo del Signore che mi custodisce e mi difende ».

Valeriano rispose: « Io crederò a quanto mi dici e farò quello che tu desideri, se potrò vedere questo Angelo che ti custodisce ». E Cecilia: « Nessuno può vedere l'Angelo del Signore, se non è battezzato. Va' dunque dal santo vescovo Urbano, fatti istruire nella religione cristiana, fatti battezzare, e poi ritorna e vedrai quanto desideri ». Valeriano andò, si fece istruire ed il Vescovo, vedendo le sue buone disposizioni e la mirabile trasformazione che la grazia aveva operato in lui, lo battezzò.

Santi Cecilia e Valeriano
autore: Lelio Orsi anno XVI sec
titolo I Santi Cecilia e Valeriano


Ritornato presso la sua santa sposa, entrando nella stanza, vide un Angelo di bellissimo aspetto, che teneva in mano due corone intrecciate di rose e di gigli. A tale vista Valeriano comprese che una di quelle corone era preparata per lui se fosse rimasto sempre fedele a Gesù Cristo.

Quindi non solo promise di custodire intatta la purezza della sua castissima sposa, ma si fece ferventissimo cristiano ed istruì e fece battezzare anche suo fratello Tiburzio. Continuava intanto la persecuzione: Valeriano ed il fratello Tiburzio furono decapitati, mentre Cecilia fu condannata a morire asfissiata nella sua stessa camera da bagno.

I soldati eseguirono l'ordine, ma aperta la camera dopo un giorno e una notte trovarono la Santa sana e salva come se avesse respirata aria purissima. Comandò allora Almachio che un littore le troncasse il capo. Andò il littore, vibrò ben tre colpi, ma non riuscì a staccare completamente la testa dal busto, per cui terrorizzato si allontanò lasciando la Santa in una pozza di sangue.

Martirio di Santa Cecilia
autore: Orazio Riminaldi anno 1620-1625
titolo Martirio di Santa Cecilia


I fedeli accorsi, raccolsero con pannolini il sangue della Martire, come preziosa reliquia e soccorsero Cecilia che visse ancora tre giorni, pregando ed incoraggiando gli astanti ad essere forti nella fede.

Finalmente, consolata dal Papa Urbano a cui donò la propria casa affinchè fosse trasformata in chiesa, placidamente spirò, e andò a cantare eternamente le lodi al suo amato sposo Gesù.

PRATICA. Facciamo qualche atto di riparazione per le numerose bestemmie contro Dio.

PREGHIERA. O Dio, che ci allieti con l'annua solennità della tua beata Cecilia vergine e martire, fa' che, mentre la veneriamo, ne seguiamo anche i santi esempi.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere.

Approfondimento


Santa Cecilia è nota per essere la patrona della musica un'affiliazione che le è stata attribuita grazie ad un brano della Passio nel quale, descrivendo il suo matrimonio si dice: Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar che tradotto sarebbe: «Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa». Fu così che da questo canto le venne attribuito l'appellativo di patrona della musica.

Già nel celebre dipinto di Raffaello L'estasi di Santa Cecilia, posto nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, la vergine martire veniva raffigurata con un organo portativo in mano e con ai piedi «sparsi per terra instrumenti musici, che non sono dipinti, ma vivi e veri si conoscono».

Santa Cecilia
Preghiera a Santa Cecilia
"Aiutaci ad animare in modo degno la santa Liturgia, da cui sgorga la vita della Chiesa, consapevoli dell’importanza del nostro servizio" 🙏
Oggi si celebra la patrona dei musicisti
O Santa Cecilia,
che hai cantato con la tua vita e il tuo martirio,
le lodi del Signore e sei venerata nella Chiesa,
quale patrona della musica e del canto,
aiutaci a testimoniare,
con la nostra voce e con la voce dei nostri strumenti,
quella gioia del cuore
che viene dal fare sempre la volontà di Dio
e dal vivere con coerenza il nostro ideale cristiano.
Aiutaci ad animare in modo degno la santa Liturgia,
da cui sgorga la vita della Chiesa,
consapevoli dell’importanza del nostro servizio.
Ti doniamo le fatiche ed anche le gioie del nostro impegno,
perché tu le ponga nelle mani di Maria Santissima,
come canto armonioso di amore per Suo Figlio Gesù.
Amen.


Pensiero del 22 novembre 2021

Tutte le donazioni, anche le più grandi, non reggono a confronto d'un centesimo, dato con amore. Dio, vede e giudica il cuore.

Meditazione sul Vangelo di Lc 21,1-4

Dare tutto.

Gesù trascorre il periodo precedente alla Passione tra Gerusalemme e i suoi dintorni, e può dedicarsi all’orazione e alla predicazione nel Tempio. Conosce la gente del popolo, vede chi entra e chi esce, o semplicemente quelli che passano. La sua sensibilità lo porta a cogliere quello che gli altri a mala pena percepiscono. Non c’è situazione né persona che egli non conosca. La sua attenzione è rivolta specialmente verso i più poveri e più deboli, come la vedova povera che si avvicinò per depositare due monete nell’urna. Gesù percepisce e comprende le necessità e i problemi di ogni persona, in tutta la loro intensità, anche di quelle persone che intravvede per un solo istante senza averne una conoscenza personale.


Dare è proprio di chi è generoso. Ma ci sono molti modi di essere generosi. Alcuni danno pensando soprattutto a un “resto”, o al tempo “libero” che avanza. Questi pensano più a se stessi che a quel che vanno a fare, o a coloro che vorrebbero beneficiare. Altri danno senza star tanto a “misurare”, a far calcoli sulle conseguenze delle loro azioni. Lodando l’atteggiamento di chi dà il “tutto” di ciò che ha, e non quanto gli avanza, Gesù ci invita ad essere magnanimi nella nostra generosità. La logica e le ragioni del Vangelo non sono le stesse degli uomini. Il Maestro preferisce che la nostra carità vada a coloro che non possono ricambiarci il favore, piuttosto che a quelli che ce lo restituiranno. Dare senza aspettarsi di ricevere, dare senza pensare a se stessi, ma unicamente all’altro, e concentrarsi piuttosto su ciò che ancora resta da fare. È questa la generosità che Gesù desidera suscitare nel nostro cuore. È un dono di Dio arrivare, poco a poco, a far sì che il nostro cuore sia magnanimo, che cerchi sempre di dare con generosità.

22 Novembre

A te la lode e la gloria nei secoli

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo da Daniele 3)

Rit: A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42)

21 novembre, 2021

Oggi si celebra LA PRESENTAZIONE DI MARIA BAMBINA AL TEMPIO FESTA DELLE SUORE DI CLAUSURA

 Oggi, si celebra, LA PRESENTAZIONE DI MARIA BAMBINA AL TEMPIO. FESTA DELLE SUORE DI CLAUSURA



La storia dell'Abbey of Regina Laudis

Giornata dedicata alle vittime stradale

Giornata dedicata alle vittime stradale



Il vostro ricordo è indelebile nelle nostre menti

Ciao Luca e Metto


TU SEI IL MIO RE

 TU SEI IL MIO RE


Christus vincit

Christus vincit, Christus regnat,
Christus, Christus imperat!
Laudate Dominum omnes gentes;
laudate eum omnes populi.
Quoniam confirmata est
super nos misericordia eius,
et veritas Domini manet in aeternum.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto,
sicut erat in principio, et nunc, et semper
et in saecula saeculorum. Amen.
Cristus vincit, Christus regnat,
Christus imperat!
Con strofe in italiano:

Christus vincit! Christus regnat!
Christus, Christus imperat!
A te, N.N., successore di Pietro
e pastore di tutto il gregge di Dio,
pace, vita e salvezza
in questo giorno e per sempre!
A te, N.N., vescovo di questa Chiesa,
a tutti i ministri e a tutto il popolo dei credenti
pace, vita e salvezza
in questo giorno e per sempre.
Venga la gioia di Cristo!
Venga la pace di Cristo!
Venga il regno di Cristo!

Io vedo il Re

Presentazione della Beata Vergine Maria

 Presentazione della Beata Vergine Maria

autore: Sirani Giovanni Andrea anno: 1643 circa titolo: Presentazione della Vergine al Tempio luogo: Pinacoteca Nazionale, Bologna

Nome: Presentazione della Beata Vergine Maria
Titolo: Dedicazione di Maria al Signore
Ricorrenza: 21 novembre
Tipologia: Memoria liturgica
Patrona di:MonfalconeFarra di SoligoSan Canzian d'IsonzoFogliano RedipugliaCavaso del TombaMoggio UdineseForni di SopraLasnigoFraconalto
Maria aveva raggiunta l'età di tre anni, ed i suoi genitori, secondo la promessa fatta, la portarono al tempio onde consacrarla al Signore.

Possiamo immaginare il loro dolore nel doversi separare da Colei che per tanto tempo avevano aspettato, per cui tanto avevano sospirato e pregato, e che formava l'unica consolazione e l'unico conforto della loro vecchiaia. Ma la fedeltà al voto doveva trionfare sull'amor naturale, ed essi si disposero al grande sacrifizio.

Maria invece, sebbene piccolina, appena seppe che doveva recarsi al tempio, ben volentieri acconsentì, per consacrarsi interamente al Signore e dimorare in mezzo alle vergini votate al ministero del tempio.

Consolata da questo pensiero, Maria insisté presso i genitori, affinché venisse sollecitata la partenza verso il monte santo, su cui si ergeva superbo e magnifico il tempio di Gerusalemme. E l'ora giunse: Maria si avviò verso la grande città.

Appena scorse da lontano il luogo della sua dimora innalzò i suoi occhi al cielo, ed adorò Colui che doveva incarnarsi nel suo seno.

Il Sommo Sacerdote all'apparire di quella fanciulla rimase estasiato. Quel volto più divino che umano, quegli occhi limpidi e affascinanti, quelle labbra socchiuse ad un sorriso, davano alla fanciulla un'espressione angelica. Il Sacerdote quasi non osava toccarla e solo alle preghiere dei genitori si decise a prendere la fanciulla e ad offrirla al Signore, Dio d'Israele.

E così Maria, docile alla voce celeste, dimentica del popolo e della casa paterna, offrì al suo Divino Sposo il sacrificio più puro, più gradito e più perfetto che abbia mai ricevuto la Divina Maestà dopo il sacrificio della croce.

Intanto la Vergine, ritirata fra quelle mura, dava esempi sublimi di umiltà e modestia: sempre sorridente e gentile con le sue compagne, non faceva mai nulla che le potesse disgustare. La sua anima, sempre assorta in Dio, si intratteneva in lunghe orazioni e veglie, e non sapeva distaccarsi dalla contemplazione del suo Diletto.

Studiava molto le Sacre Scritture, imparò a tessere la seta e le altre stoffe per preparare gli abiti ai sacerdoti e gli, indumenti per il tempio.

E così Maria, qual viola nascosta, trascorse circa undici anni nel ritiro.

PRATICA. Impariamo da Maria a consacrare le nostre forze al Signore e a servirlo con la massima fedeltà.

PREGHIERA. O Dio, che hai voluto che la Beata Maria sempre Vergine, abitacolo dello Spirito Santo, quest'oggi fosse presentata al tempio, deh! fa' che noi per sua intercessione meritiamo di essere presenti nel tempio della sua gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall'infanzia colei che, sotto l'azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.

Solennità di Cristo Re

 Solennità di Cristo Re


Nome: Solennità di Cristo Re
Ricorrenza: 21 novembre
Tipologia: Solennità
Patrono di:ValdericeValledoriaNumanaAymavilles
Il Papa Pio XI, istituendo nell'anno Giubilare 1925 la nuova solennità di Cristo Re, pubblicava la sapientissima enciclica « Quas primas ». Ne riportiamo i punti principali.

« Avendo concorso quest'Anno Santo non in uno ma in più modi, ad illustrare il regno di Cristo, ci sembra che faremo cosa quanto mai consentanea al Nostro apostolico ufficio, se, assecondando le preghiere di moltissimi Cardinali, Vescovi e fedeli fatte a Noi, sia da soli, sia collettivamente, chiuderemo questo stesso Anno coll'introdurre nella sacra Liturgia una festa speciale di Gesù Cristo Re. Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re, per il sommo grado di eccellenza che ha in modo sovraeminenie fra tutte le cose create. In tal modo infatti, si dice che Egli regna nelle menti degli uomini, non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché Egli è la Verità, ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da lui la verità. Similmente Egli regna nelle volontà degli uomini sia perché in Lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perchè con le sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra, in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto Re dei cuori, per quella sua carità che sorpassa ogni comprensione umana e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità ».

La regalità di Gesù Cristo « consta di una triplice potestà: la prima è la potestà legislativa. È dogma di fede che Gesù Cristo è stato dato agli uomini quale Redentore in cui essi debbono riporre la loro fiducia e nel tempo stesso come Legislatore, a cui debbono ubbidire. In secondo luogo egli ebbe dal padre la potestà di giudicare il cielo e la terra, non solo come Dio, ma ancora come uomo. Infine diciamo che Gesù Cristo ha pure il diritto di premiare o punire gli uomini anche durante la loro vita ».

Dove si trova il regno di N. S. Gesù Cristo? Di quali caratteri particolari è dotato? Come si acquista? Il regno di N. S. Gesù Cristo « ha principalmente carattere soprannaturale e attinente alle cose spirituali. Infatti quando i Giudei e gli stessi Apostoli credevano per errore che il Messia avrebbe reso la libertà al popolo ed avrebbe ripristinato il regno di Israele, Egli cercò di togliere loro dal capo queste vane attese, e questa speranza ». Così pure quando la folla, presa da ammirazione per gli strepitosi prodigi da lui operati, voleva acclamarlo re, egli miracolosamente si sottrasse ai loro sguardi e si nascose: ed a Pilato che l'aveva interrogato sul suo regno rispose: « Il mio regno non è di questo mondo ». L'ingresso in questo regno soprannaturale, si attua mediante la penitenza e la fede, e richiede nei sudditi il distacco dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e la sete di giustizia ed inoltre il rinnegamento di se stessi per portare la croce dietro al Signore. Ecco il programma di ogni cristiano che vuole essere vero suddito di Gesù Cristo Re!

MASSIMA. Al regno di Cristo tutti gli uomini sono invitati a entrare mediante la penitenza; questo regno è opposto al regno di Satana e richiede che i suoi sudditi tengano l'animo distaccato dalle ricchezze terrene, e che prendano la loro croce per seguire Gesù Cristo Re. Pio XI.

PRATICA. Consacratevi con tutto il cuore alla sequela di Gesù Cristo, eleggetelo per re della vostra mente, del vostro cuore e della vostra vita.

O Gesù, regna nelle menti e nei cuor E il mondo formi il tuo regno d'amor.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità di nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo: a Lui solo il potere, la gloria e la maestà negli infiniti secoli dei secoli.

Pensiero del 21 novembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Gv 18,33-37

Signore sei Re.

Il tema dominante di questa domenica è naturalmente la regalità di Gesù Cristo. Ma cosa significa parlare di Cristo “Re”? Il profeta Daniele anticipa riguardo a lui: «Gli diede potere, gloria e regno… non sarà mai distrutto». Ascoltando il Vangelo abbiamo sentito affermare questa regalità in modo diretto. Alla domanda di Pilato: «Tu sei re?» Gesù risponde: «Sì, tu lo dici, io sono re». Ma nella concezione di regalità di Pilato e in quella di Gesù esistono caratteristiche opposte: secondo Pilato la regalità è espressione di forza e potenza che si impone sugli altri, rappresentata dall’imperatore o, al massimo, da Erode. Quando Gesù si autodefinisce re, non si allinea a questa idea terrena, ma rivolge il suo sguardo oltre questo mondo, orientandosi totalmente nella dimensione di Dio.

I profeti annunciarono l’avvento del regno messianico di Cristo. Esso si configura come il compimento delle promesse di Dio in Cristo, il Figlio dell’Uomo a cui Dio dà il potere, la gloria e il regno eterno. Questo regno è presente in questo mondo, ma non gli appartiene. Non lo si vede perché è regno dello Spirito, e perciò risiede nei cuori di coloro che, con fede, accolgono la Parola di Gesù mettendola in pratica ogni giorno. In quanto accolto nei cuori, Cristo Re partecipa la sua regalità a tutti i discepoli che vivono nella verità, cioè in sintonia con lui. Coloro che hanno conosciuto il Gesù terreno aspettavano l’instaurazione di un Regno politico, che si sarebbe avvicendato al dominio dei Romani con forza e violenza. Forse anche oggi tra i suoi discepoli c’è chi spera in un simile intervento risolutore, da parte di Dio, nei confronti di tutti i mali e dolori che affliggono questo nostro mondo. Ma abbiamo visto e crediamo che il Regno di Dio è tale, se ogni uomo è capace di accogliere liberamente e far dimorare stabilmente in sé la verità, praticandola ogni giorno, secondo gli insegnamenti evangelici. Il battesimo ci conferisce anche il dono della regalità, che è presente in noi in maniera latente, e che si dispiega con tutta la sua magnificenza solo accogliendo e praticando il comandamento dell’amore.

21 Novembre 

Il Signore regna, si riveste di splendore

Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

 (Marco 11,9.10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

 (Marco 11,9.10)

20 novembre, 2021

Servo di Dio don Jan Macha (1914-1942), sacerdote diocesano

 

Servo di Dio don Jan Macha (1914-1942), sacerdote diocesano

È nato il 18 gennaio 1914 a Chorzów come il figlio maggiore di Paweł e Anna cognome di nascita Cofałka. La scuola elementare e il ginnasio li ha finiti nella città familiare. Subito dopo l’esame di maturità cercava di essere ammesso al Seminario Ecclesiastico della Slesia di Cracovia. Però, visto che c’era un grande numero delle applicazioni non è stato ammesso. Durante un anno ha studiato alla Facoltà di Legge e Amministrazione dell’Università Jaggiellonica. Nel 1934 ha cominciato gli studi al seminario ecclesiastico. Già come clerico si distingueva per una profonda religiosità e per una particolare sensibilità verso gli altri.
Il 25 giugno 1939 nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Katowice è stato ordinato sacerdote dal vescovo Stanisław Adamski. Ha celebrato la sua prima Messa nella chiesa della parrocchia di Santa Maria Maddalena di Chorzów Stary. Sul suo santino ci ha messo la scritta “Signore mio e Dio mio”.
Dopo le sostituzioni di vacanza nella sua parrocchia familiare, a partire dal 1 settembre 1939, ha cominciato il servizio di vicario nella parrocchia di San Giuseppe di Ruda Śląska. Le prediche conservate di quel periodo rivelano un profondo legame con Dio e impegno nella formazione spirituale dei fedeli. Durante la benedizione delle case all’occasione del Natale ha riconosciuto la situazione delle famiglie polacche i cui mariti, padri e figli sono stati arrestati, fucilati o trasportati ai campi di concentramento e gli è venuto in mente di organizzare un aiuto materiale e spirituale a quelle famiglie: trovava i mezzi materiali, amministrava il sacramento di matrimonio nella lingua polacca, insegnava la religione, consolava gli abbattuti, portava la speranza, ridava forza con la Parola di Dio. Si è impegnato nell’attività degli studenti e degli scout legata all’organizzazione clandestina. La formazione era attiva sul campo: spionistico, propagandistico, caritatevole e di soccorso. La gestione della cosiddetta Assistenza Sociale era per don Jan Macha la questione di maggior importanza.
Il 5 settembre 1941 è stato arrestato dalla Gestapo. È stato messo in prigione di polizia di Mysłowice. Durante i numerosi interrogatori è stato sottoposto ai raffinati metodi d’umiliazione. Non si è abbattuto. Consolava i colleghi, pregava tanto, chiedeva a Dio perdono verso i carnefici, sosteneva i compagni di cella. Nelle lettere alla famiglia chiedeva spesso la preghiera perché gli dava la forza di sopravvivere. Aveva con sé il breviario e ha fatto il rosario dagli spaghi.
Nel giugno del 1942 è stato trasportato in prigione di Katowice in via Mikołowska. Il 17 luglio 1942 è stato condannato a morte. Quel giorno dentro il breviario ci ha messo un foglietto di carta: “Macha Johann zum Tode verurteilt den 17 VII 42” insieme alla preghiera d'amore a Cristo in cui ha scritto “Mi dedico a Lui con tutta la mia personalità”.
La notizia della condanna a morte emessa al giovane sacerdote ha commosso non solo la sua famiglia e la sua parrocchia di Ruda Śląska. Don Franz Wosnitza, il vicario generale della diocesi di Katowice di quel tempo, cercava di far donargli la vita. La sera antecedente l’esecuzione, don Jan si è accostato alla confessione e ha scritto una lettera d’addio alla famiglia. Ha recitato il breviario e dentro ci ha messo un foglietto di carta: “Don Jan Macha giu- straziato il 2 XII 1942”. È restato calmo fino alla fine. L’esecuzione ha avuto luogo un quarto d’ora dopo la mezzanotte, ossia già il 3 XII 1942. È stato ghigliottinato. Non si sa dove è stato sepolto il suo corpo. Probabilmente è stato bruciato in un forno crematorio di Auschwitz. Ha lasciato un ricordo di un prete zelante che amabilmente legava il servizio del sacerdote con l’attività di beneficienza nello spirito di amore di Dio e della Patria.
È stato beatificato, oggi, in Polonia.




Pensiero del 20 Novembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 20,27-40

Dio dei vivi.

I sadducei erano la setta ebraica che si opponeva a quella dei farisei, nell’interpretazione di alcuni aspetti della legge mosaica. La risurrezione era uno dei temi dibattuti tra queste fazioni, poiché i sadducei la negavano, e ora cercano di coinvolgere Gesù nelle loro discussioni per rendergli un tranello e poterlo così accusare di non rispettare i canoni religiosi d’Israele. Il problema presentato, scelto nella casistica più complessa, sembrava irrisolvibile per un credente nella risurrezione… Tuttavia, Gesù lo risolverà illuminando il loro misero concetto di vita eterna. La sua risposta va molto oltre quel che loro avevano immaginato. Non potevano più replicare, solo riconoscere: «Maestro, hai parlato bene».

I veri maestri non sono solo capaci di risolvere questioni complesse, ma anche di dare soluzioni coerenti e praticabili a problemi difficili. In svariate occasioni Gesù ha dimostrato agli scribi questa virtù. La sua spiegazione riguardo alla risurrezione offre anche a noi, oggi, la possibilità di farci un’idea, seppur vaga, del mondo celeste e della vita eterna. Un mondo dove le realtà materiali e fisiche cambieranno la loro consistenza, e dove Dio sarà per coloro che resusciteranno, fonte di eterna felicità. Siamo forse poco abituati a porci complicate questioni come i filosofi, ma nulla ci impedisce di prestare attenzione a Gesù e ascoltarlo parlare della risurrezione come fa qui. Chi, dopo averlo ascoltato, non desidera seguire questo cammino? La fede nella risurrezione dovrebbe essere un motore e un incentivo nella nostra vita. Credere in essa non può lasciarci indifferenti. Si tratta del futuro eterno cui Dio, nella sua bontà, ci ha destinati. Non si tratta più di misurare il tempo in giorni, mesi o anni. È in gioco la vita che ora non possiamo conoscere, ma che sarà, appunto, eterna.

20 Novembre 

Esulterò, Signore, per la tua salvezza

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte, e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

 (II Timoteo 1,10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 9)
Rit: Esulterò, Signore, per la tua salvezza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.

Mentre i miei nemici tornano indietro,
davanti a te inciampano e scompaiono.
Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.

Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
Perché il misero non sarà mai dimenticato,
la speranza dei poveri non sarà mai delusa.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte, e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

 (II Timoteo 1,10)

19 novembre, 2021

19 novembre 1942, dal diario di Anna Frank

19 novembre 1942, dal diario di Anna Frank

Cara Kitty,

come avevamo immaginato Dussel è d'accordo di dividere la stanza con me.

(...) Dussel ci ha raccontato molte cose del mondo di fuori, da cui ormai manchiamo da tempo.

Sa cose molto tristi.

Innumerevoli amici e conoscenti sono andati verso un destino terribile.

Le automobili militari verdi o grige vanno avanti e indietro di continuo. Suonano a tutte le porte e chiedono se ci sono ebrei. Se sì, si portano via tutta la famiglia, se no vanno via. Nessuno può sottrarsi a quel destino se non si nasconde.

Di sera al buio di frequente vedo camminare quelle file di buona gente innocente, con bambini che piangono, sempre a piedi, comandati da un paio di quei ceffi, picchiati e torturati fino a crollare a terra.

Non si salva nessuno, vecchi, bambini, neonati, donne incinte, malati, tutti, tutti camminano verso la morte.

Come stiamo bene noi, qui belli tranquilli. Non dobbiamo neanche curarci di tutta questa miseria se non fossimo tanto preoccupati per tutti quelli che ci sono cari e che non possiamo più aiutare.

Mi sento male a pensare che mentre io dormo in un letto caldo le mie più care amiche sono state buttate per terra o sono crollate da qualche parte.

Io stessa ho paura se penso a tutti quelli cui mi sentivo così intimamente legata e che adesso sono in mano ai più crudeli carnefici mai esistiti.

E tutto questo perché sono ebrei.

Tua Anne

Foto: Anne Frank House, via Associazione Figli della Shoah




Pensiero del 19 Novembre 2021

 È il Corpo, glorioso del Signore risorto, la casa di preghiera, per tutte le genti.

Meditazione sul Vangelo di Lc 19,45-48

L’amore vince il timore.

I gesti simbolici erano comuni tra i profeti, e Giovanni, profeta del Nuovo Testamento, rispetta la tradizione. Il messaggio è dolce, ma il suo contenuto è amaro. Non è facile conformarsi ad una missione per la quale ci si dovrà rivolgere ad orecchi sordi, che potrebbe essere causa di persecuzione o, perfino, della morte del profeta. Per incoraggiare gli ascoltatori, ma anche colui che deve annunciare la Parola di Dio, il salmo di oggi esalta tutto ciò che Dio comanda, ed esprime il desiderio del fedele di realizzarlo. Il Vangelo è quasi un esempio concreto delle parole “sgradevoli” proclamate da Gesù, che risultano inaccettabili per i rappresentanti ufficiali del tempio. Quelle parole erano dolci per i semplici e per coloro che avevano un cuore aperto, ma provocarono l’amarezza che alla fine portò alla caduta del “Profeta di Nazareth”.

Il salmista recita: “Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto…”. Dio ama tutto ciò che ha creato. Nel primo capitolo della Genesi la frase “Dio vide che era cosa buona” compare sette volte, sottolineando così che il male e tutto ciò che gli è associato non sono stati creati da Dio. Egli, infatti, ci accetta nonostante tutte le nostre imperfezioni e la nostra occasionale mancanza di coerenza, purificandoci da tutto ciò che è incompatibile con la sua bontà. Egli è bontà perfetta, santità assoluta e perfetta, è giustizia. San Giovanni afferma: “Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore” (1Gv 4,18). Dovrebbero esserci paura e timore reverenziale, perché senza di questi l’amore trova un suolo non preparato. Il sentimento che dovrebbe dimorare nel nostro cuore è la paura di allontanarci da Dio, dal suo amore, riponendo ogni nostra fiducia esclusivamente in Lui che solo può essere fedele sempre e non ci abbandona mai, neanche quando, dimentichi del suo amore, lo offendiamo con i nostri peccati.

19 Novembre

Lodiamo il tuo nome glorioso, Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

 (Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (I Cronache 29)
Rit: Lodiamo il tuo nome glorioso, Signore.

Benedetto sei tu, Signore,
Dio d’Israele, nostro padre,
ora e per sempre.

Tua, Signore, è la grandezza, la potenza,
lo splendore, la gloria e la maestà:
perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo.

Tuo è il regno, Signore:
ti innalzi sovrano sopra ogni cosa.
Da te provengono la ricchezza e la gloria.

Tu domini tutto;
nella tua mano c’è forza e potenza,
con la tua mano dai a tutti ricchezza e potere.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

 (Giovanni 10,27)