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03 settembre, 2021

Pensiero 03 settembre 2021

 Gesù, è lo sposo: «È l'alleanza del Padre, con l'umanità». Lo sposo, ama la sposa d'Amore eterno, per questo con Lui, è arrivata la Festa, il vino nuovo dei tempi nuovi.

Meditazione sul Vangelo di Lc 5,33-39

La novità è Gesù, lo sposo.

La novità di Gesù costituisce un passaggio formidabile rispetto al passato. Non solo rispetto alle prescrizioni dell’Antico Testamento, ma anche rispetto alla pratica suggerita dall’ultimo profeta, Giovanni Battista. I farisei e gli scribi cercano un appiglio nel modo di vivere dei discepoli del Battista, fedeli anch’essi alle pratiche legali del digiuno e delle preghiere. La risposta di Gesù fa sobbalzare il cuore. Gesù definisce la sua presenza nel mondo come la festa dello sposo che si trova insieme con gli invitati. Spesso il Vangelo ci mostra Gesù a pranzo: dopo la chiamata di Matteo, in casa di un fariseo di nome Simone, o in casa di Pietro e poi di Marta e Maria. Gesù non rinnova semplicemente la pratica religiosa con l’impostazione di nuove regole, ma la sovverte: la nuova religione fiorisce nel rapporto personale con lui e nella gioia della sua presenza, come in una festa di nozze. Arriverà certamente il tempo della tristezza, determinato dall’assenza fisica di Gesù. La nuova religione non è un rattoppo nuovo sull’antica pratica, ma è un diverso modo di relazionarsi con Dio. Un Dio che non è più distante, ma fattosi vicino nella figura dell’uomo Gesù; non esige pratiche legalistiche, ma domanda una relazione d'amicizia e di familiarità. Amici dello sposo: «Questo sono chiamati ad essere i cristiani». Il cristianesimo, in definitiva, non è una “religione”, perché non si riduce a determinate pratiche legali, a particolari cerimonie, a delle regole morali, ma si esprime in un rapporto vivo con lo sposo, presente nella Chiesa; un rapporto che viene ferito nel male compiuto dai cristiani e dagli altri uomini. La gioia del cristiano è l’amicizia di Gesù. La tristezza viene dalla sua lontananza.

03 Settembre

Presentatevi al Signore con esultanza

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 99)
Rit: Presentatevi al Signore con esultanza.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome.

Buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)


1982: 03 settembre come oggi la mafia uccide il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa



🗓 Accadde Oggi
Il 3 settembre 1982 la mafia uccide Carlo Alberto Dalla Chiesa, con la moglie e l'agente di scorta.

ANNE FRANK: LA DEPORTAZIONE NEL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWIRZ BIRKENAU (SETTEMBRE 1944)

 ANNE FRANK: LA DEPORTAZIONE NEL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWIRZ BIRKENAU (SETTEMBRE 1944)

Dal campo di transito di Westerbork partono regolarmente treni diretti verso i campi di concentramento dell’est. domenica 2 settembre 1944 i soldati leggono i nomi dei prigionieri che dovranno partire il giorno dopo. Tra i 1019 nomi elencati, ci sono anche quelli degli ex inquilini dell’Alloggio segreto.
La mattina del giorno seguente ad aspettare i deportarti stavolta non vi è un treno passeggeri, ma un treno merci. I prigionieri sono costretti a salire e in ogni carro vengono stipate oltre 70 persone.
Si tratta di bambini, donne, uomini, fratelli, sorelle, anziani, giovani, vecchi, malati…
I Frank riescono a rimanere insieme. Il viaggio dura tre lunghi giorni e più le ore passano più la stanchezza diventa pesante. In ogni carro c’è un secchio che funge da WC e in breve tempo il tanfo è fortissimo.
Molti prigionieri cominciarono a morire, qualcuno sviene e i bambini non riescono a smettere di piangere.
I prigionieri si appoggiano l’uno all’altro e Anne e Margot dormono appoggiate al padre o alla madre.
Per sfuggire al forte tanfo qualche deportato si avvicina a delle grandi fessure o a due griglie a maglie fitte presenti nel carro. Lentamente però i prigionieri cominciano ad ammalarsi.
Il treno merci non si ferma, facendo oscillare il carro. Delle volte avanza rapidamente sui binari, altre volte lentamente.
La terza notte il treno si ferma improvvisamente. Sono le due, e siamo nel cuore della notte.
“Aussteigen, schnell, schneller!” (scendete, veloci, più veloci), urlano degli uomini vestiti con delle casacche a righe. Questi uomini sono degli internati e hanno il compito di prelevare dai treni i nuovi arrivati.
I deportati sono costretti a scendere dal treno merci e a lasciarvi sopra i loro bagagli.
Il binario è illuminato da fortissimi riflettori e i prigionieri si ritrovano raggruppati su una banchina. Davanti a loro delle SS camminano avanti e indietro, tenendo in mano delle fruste e portando al guinzaglio dei cani inferociti.
La tensione sale e i prigionieri si guardano intorno con aria spersa e impaurita. Sono arrivati al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, ma durante la Seconda Guerra Mondiale Auschwitz non aveva il terribile significato che ha oggi.
Le SS decidono quali detenuti vanno uccisi immediatamente e quali no.
Ordinano agli uomini di raggrupparsi da un lato e alle donne di raggrupparsi dall’altro.
Questa è l’ultima volta che Otto vede sua moglie e le figlie.
“Non dimenticherò mai lo sguardo terrorizzato di Margot.” Ha raccontato Otto anni dopo.
I medici delle SS selezionano i detenuti.
I bambini, i vecchi e i malati vengono mandati nelle camera a gas.
Gli altri alle baracche.
Gli 8 ex clandestini vengono mandati alle baracche, luoghi piccoli e sporchi, nei quali dormiranno su dei pagliericci. Gli uomini vengono portati nel campo principale Auschwitz I, situato 1 km e mezzo dopo, mentre le donne vengono internate ad Auschwitz – Birkenau (Auschwitz II).
La brutalità delle SS è disumana e Anne, Margot, Edith e Auguste, insieme ad altre prigioniere, sono costrette a separarsi da ogni loro avere, inclusi i vestiti. Vengono rasate e poi sono costrette a indossare una casacca a strisce. Poco dopo un numero di riconoscimento viene tatuato sul loro braccio.
"La famiglia Frank, la madre e le due figlie, e anche la signora Van Pels, erano un'unità, erano automaticamente un gruppo. Questo non significa solo che avevano una cura dell'altra, ma anche che soffrivano insieme." (Lenie de Jong - Van Naarden.)
Edith e le figlie sono assegnate alla stessa baracca, la numero 29, mentre Auguste van Pels finisce in un’altra sezione del campo, separandosi da loro.
"Eravamo tutte e cinque nella baracca: mia figlia Judy ed io, la signora Frank e le due figlie." Ha raccontato anni dopo la signora de Wiek "Anne non sapeva più ridere, ma rimase vivace e cara sinché la portarono via. Non poteva dirsi bella, no: e chi lo era? Ci avevano tagliati i capelli a zero, ne avevano bisogno per le guarnizioni dei tubi, dicevano; e non avevamo altri abiti che un sacco grigio. Ma un giorno Anne arrivò con le gambe coperte da lunghe mutande di lana, da uomo; sa il cielo dove le avesse trovate; ed era tanto buffa e cara. Sapeva cavarsela, nel campo. Avevamo sempre tanta sete, una sete orrenda, tanto che quando c'era l'appello e pioveva o nevicava tenevamo la lingua protesa per bagnarla: ebbene, Anne riusciva ogni tanto a procurarsi una tazza d'acqua; e la condivideva tutta con noi. E continuava a guardarsi intorno, a interessarsi di quanto accadeva, quando a noi, ormai, tutto riusciva indifferente. Quando ci passò davanti una torma di zingare nude, avviate al crematorio, che cosa ce ne importava?, pure Anne trovò la forza di piangere. E quando, di ritorno dal lavoro, passammo accanto ai bambini ungheresi che aspettavano sotto la pioggia il loro turno per andare a morire nelle camere a gas, Anne mi toccò e mi disse: "Guarda, guarda i loro occhi". Piangeva. E da tanto tempo noi avevamo finito le lacrime..."
Otto, Fritz, Hermann e Peter riescono a rimanere tutti insieme. Quest’ultimo è il più fortunato fra tutti, perché viene assegnato all’ufficio postale. Il suo lavoro gli permette di racimolare delle volte qualcosa in più da mangiare. Otto, Fritz e Hermann invece sono obbligati a compiere un duro lavoro; scavare fossati.
Il freddo ad Auschwitz/Auschwitz - Birkenau è in grado di tagliare la pelle e lentamente i prigionieri cominciano a sentirsi sempre più stanchi e ad ammalarsi. Sono costretti a lavorare quasi tutto il giorno ( ad esempio trasportando pesanti pietre), a rimanere in piedi, fermi, durante i lunghi appelli, circondati da un lungo reticolato di filo spinato. Il cibo che viene loro consegnato è insufficiente e la rabbia delle SS si fa sempre più pesante. Molti prigionieri vengono mandati alle camere a gas.
Nessuno di loro sa che cosa aspettarsi dal domani. Se ci sarà, un domani.
"La signora Frank, nel periodo in cui eravamo ad Auschwitz, fece del suo meglio per tenere in vita le sue figlie, per rimanere con loro e proteggerle. Naturalmente ci siamo parlate, ma non potevi fare proprio niente, soltanto dire: se vanno alla latrina accompagnale. Perché persino sulla strada che portava dalla baracca alla latrina poteva succedere qualcosa." (Lenie de Jong - Van Nardeen).
Poi, un giorno, Anne prende la scabbia. Poco tempo dopo anche Margot si ammala.
"Sì, le ragazze Frank avevano un brutto aspetto, con le macchie e le vescicole della scabbia, naturalmente, dappertutto, sulle mani e sulla pelle, e lì sopra ci mettevano un po' di pomata, ma per il resto si poteva fare ben poco." Ha testimoniato Ronnie Goldstein - Van Cleef.
A causa del loro stato di salute, Anne e Margot vengono trasferite al Kratzeblok (blocco riservato agli scabbiosi). Edith riesce ad andare con loro.
Nell’inverno del 1944 L'Armata Rossa si avvicina, annunciando l'imminente fine del dominio nazista. Il 2 novembre Himmler comunica in un telegramma l'ordine di sospendere le esecuzioni nelle camere a gas e di cancellare le tracce del genocidio. I nazisti decidono di deportare in altri campi di concentramento gli internati che sono ancora abili al lavoro. Comincia così una nuova selezione, alla quale sono costrette a presenziare anche Anne, Margot, Edith e Auguste.
Edith ed Auguste non passano la selezione e devono rimanere ad Auschwitz – Birkenau.
Poi è il turno di Anne e Margot.
“ Infine arrivò il turno delle due ragazze…” ha raccontato in una testimonianza Rosa de Winter-Levy “ Eccole là in piedi per un attimo, nude e rasate a zero. Anne ci guardò dritto negli occhi con il suo viso puro e poi scomparvero. Non potemmo vedere ciò che avveniva dietro i riflettori. La signora Frank gridò: “Le mie bambine! Dio mio…”.
Anne e Margot superano la selezione e vengono stipate su un treno affollatissimo.
Saranno deportate nel campo di concentramento di Bergen – Belsen.



''In una mattina d'estate, molto tranquilla molto bello, bel tempo il sole spendente, la luce era ancora sopra cresta della notte; è ancora nella città che noi, sono passata da a Amstelveenseweg, il tram alla stazione centrale, qui siamo sul lato della stazione centrale, entrammo nella stazione, oltre i sassolini per capire perché allo stesso tempo arrivò un gruppo di altre persone e c'era la famiglia Frank, allora non ci siamo parlati......ci mettevano l'uno l'altro sulla piattaforma, tutti abbiamo le cure ovviamente ho trovato mia sorella troppo tardi, i miei genitori, mio fratello e lei la natura offre sufficiente attenzione intorno a noi........guardare sì una tale famiglia con due figli che giorno siamo tutti classificati nella "S" (Strafbarak) anche la famiglia Frank .........a Westerbork non è stata la prima famiglia''.
❤Janny Brandes-Brilleslijper❤

La loro memoria, sia una benedizione, per tutti noi.

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : ❤Janny Brandes-Brilleslijper❤ 03 settembre 1944 0...

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : ❤Janny Brandes-Brilleslijper❤ 03 settembre 1944 0...:   ''In una mattina d'estate, molto tranquilla molto bello, bel tempo il sole spendente, la luce era ancora sopra cresta della no...



02 settembre, 2021

Pensiero del 02 settembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 5,1-11

Sulla scena del mondo.

Questi primi capitoli del Vangelo di Luca sono emozionanti perché raccontano i primi tratti della vita pubblica e dell’azione di Gesù. La scena di questa pagina è un grande spettacolo che si svolge sulla riva del lago: i pescatori lavano le reti, Gesù sale sulla barca e da lì – come da un pulpito – parla alla gente sull’anfiteatro della spiaggia. Poi la pesca miracolosa, la dichiarazione di indegnità espressa da Pietro, e la chiamata alla missione. Gesù è sulla scena del mondo.

Improvvisamente, la vita e la missione di Gesù si spalancano sulle rive del lago. L’azione di Gesù e la sua parola si aprono alla folla nello spazio più grande possibile; dalla barca di Pietro la voce del Signore rimbalza sulle onde del mare della vita, amplificandosi e raggiungendo tutti. Nello stesso tempo, l’attenzione di Gesù viene a concentrarsi su una persona, Simon Pietro. E’ il passaggio fondamentale e decisivo della sua vita: Gesù gli conquista il cuore. Dopo una notta di lavoro senza alcun risultato, Gesù invita Pietro a prendere il largo e a gettare nuovamente le reti. Anche se questo gli sembra assurdo, Pietro si fida del Maestro e subito dopo può verificare il miracolo dell’abbondanza dei pesci. E’ sbigottito e ammirato, e non può che riconoscere la grandezza di Gesù e la sua propria indegnità. Cade in ginocchio davanti al Signore, ammette il proprio nulla e attesta la grandezza del Maestro. Si apre una strada dentro il suo cuore, che è ormai predisposto ad accogliere la nuova chiamata. Gesù rivolge l’invito solo a Simone: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Ma a seguire il Signore è tutto l’equipaggio della barca: Giacomo e Giovanni, ed evidentemente anche Andrea. Uno risponde, gli altri seguono, attratti dallo stesso invito e trascinati dalla risposta del primo. Questo è già un segno dell’autorevolezza che Pietro esercita verso i suoi compagni di lavoro e che continuerà ad esercitare nel gruppo dei Dodici e poi nella comunità della Chiesa. Dalla pesca nel lago, si apre l’orizzonte alla chiamata a seguire Gesù e a collaborare con lui nella grande missione della Chiesa per la salvezza degli uomini.

02 Settembre 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza

Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini.

(Matteo 4,19)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini.

(Matteo 4,19)

01 settembre, 2021

Nel 1944 i tedeschi requisiscono il seminario di Marola I Genitori di Rolando

Nel 1944 i tedeschi requisiscono il seminario di Marola

 I Genitori di Rolando: «Togliti l'Abito Talare! Adesso che sei ritornato dal Seminario».

Rolando: «Io, l'Abito Talare! Io tengo, non faccio del male, a nessuno, e poi IO SONO DI GESÚ!».
(Beato Rolando Maria Rivi)




Pensiero del 01 settembre 2021

 Gesù, è DIO che si fa vicino, si china su di noi, per condurci alla salvezza ch'è guarigione totale. Nella suocera di Simone, è rappresentato ciascuno di noi.

Meditazione sul Vangelo di Lc 4,38-44

Un giorno normale.

Per la prima volta vediamo Gesù entrare nella casa di Pietro, rifugio ospitale durante la sua lunga permanenza a Cafàrnao. Qui egli compie il primo miracolo di guarigione fisica, semplice come la sparizione della febbre che tiene a letto la suocera di Pietro. Non è nemmeno necessario che Gesù tocchi la donna, basta il suo comando autorevole per operare la guarigione, così come era avvenuto per la liberazione dell’indemoniato.

Nella giornata di Gesù descritta dall’evangelista Luca, sono segnati quattro tempi: la preghiera e la parola nella sinagoga; la permanenza nella casa di Pietro con la guarigione della suocera e l’accenno al pranzo che segue; la gente che fa ressa alla porta al calar del sole, quando finisce il giorno di sabato; infine, dopo il riposo della notte, Gesù esce di casa e va a pregare e viene nuovamente raggiunto dalle folle. Un giorno normale, che ci fa intravvedere Gesù all’opera su tutti i fronti e in tutte le modalità. Lo scopo della vita di Gesù è evidentemente la missione. In tutte le dimensioni della sua vita e in tutti i luoghi Gesù è consapevole di un compito da svolgere. Egli dice espressamente: «Per questo sono stato mandato». La coscienza di essere mandato e il suo permanente rapporto con il Padre segnano tutte le ore e le azioni della sua giornata. Di fronte a Lui le persone non rimangono indifferenti o passive, ma esprimono di volta in volta meraviglia, come nella sinagoga; domandano, come per la guarigione della suocera, e arrivano fino a pressarlo alla porta di casa, tentando anche di trattenerlo. Alla missione di Gesù corrisponde l’attesa dell’uomo che si apre a lui. Si raggiunge un punto di incontro vivacissimo. Sembra che tutto il mondo possa accorrere qui dove Dio è venuto a salvare. Finalmente gli uomini possono riconoscere colui che li salva e al quale si possono affidare. In questo piccolo borgo sulla riva del lago, si inaugura un cardine decisivo della storia di Dio con l’uomo. Questo permette anche di sciogliere l’ambiguità che si era insinuata nella comunità cristiana dei Corinti: «È Dio stesso a salvarci, e nessun altro, e a Lui stesso dobbiamo decisamente riferirci».

01 Settembre

Confido nella fedeltà di Dio, in eterno e per sempre

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.

(Luca 4,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 51)
Rit: Confido nella fedeltà di Dio, in eterno e per sempre.

Come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre.

Voglio renderti grazie in eterno
per quanto hai operato;
spero nel tuo nome, perché è buono,
davanti ai tuoi fedeli.

Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione.

(Luca 4,18)


1939: 01 settembre come oggi inizio della Seconda Guerra Mondiale

 1939: 01 settembre come oggi inizio della Seconda Guerra Mondiale


Data1 set 1939 – 2 set 1945
EsitoVittoria finale degli Alleati

1 settembre 1939 | L ' esercito tedesco invase la Polonia senza alcuna dichiarazione di guerra. L ' attacco iniziò la seconda guerra mondiale.
9 mesi e 14 giorni dopo i primi polacchi divennero prigionieri di un nuovo campo di concentramento creato nei territori polacchi occupati annessi al Terzo Reich: Auschwitz.
Guarda la nostra lezione online sulla storia del campo: http://lekcja.auschwitz.org/en_1/
&
Ascolta il nostro podcast sui dettagli del processo decisionale che ha portato alla creazione del campo Auschwitz: https://anchor.fm/.../On-Auschwitz-1-The.../a-a5k4gp7






31 agosto, 2021

Trentatré anni, senza ❤ Rebekka Lientje Rebling-Brilleslijper Lin Jaldati ❤ Lin Jaldati --- 13 dicembre 1912 31 agosto 1988

 Il tuo ricordo, è indelebile nella nostre menti. Ciao cara Lin

Riposa in pace!
trentatré anni, senza Rebekka Lintje Lien Lin Jaldati Rebling

❤ Rebekka Lientje Rebling-Brilleslijper Lin Jaldati ❤
Lin Jaldati --- 13 dicembre 1912 31 agosto 1988

Ventiquattro anni, senza LADY DIANA SPANCER L'UNICA VERA PRICIPESSA

 Ventiquattro anni, senza LADY DIANA SPANCER L'UNICA VERA PRICIPESSA




A me, piace ricordarla così, abbracciata ai suoi figli

Pensiero del 31 agosto 2021

 Anche in noi sorge la domanda: «Chi sei Tu Gesù?». La fede della Chiesa ci sostiene: «Tu sei il Signore, il Figlio di DIO venuto a salvarci».

Meditazione sul Vangelo di Lc 4,31-37

“Taci, esci da costui”.

Gesù è venuto a “rovinare” il demonio immondo. E la sua parola e la sua opera rappresentano l’annuncio gioioso della salvezza: sono cioè il segno che in Lui si avvera la figura del Messia e la vittoria sul male, a cominciare da chi lo personifica più concretamente: satana. Il vertice di questa vittoria sarà raggiunto sulla croce e nella risurrezione. Siamo anche noi, a cominciare dal battesimo, inseriti nella vittoria di Gesù. Purtroppo, però, possiamo acconsentire ancora alla presenza dello spirito del male; vuol dire che ci sottraiamo alla vittoria pasquale di Cristo. Ogni peccato è come un richiamare e fare spazio al demonio.

L’evangelista Luca presenta Gesù quale maestro e, insieme, annota l’enorme impressione che egli suscita nella gente. L’evangelista dice che essi erano stupiti del suo insegnamento: “perché la Sua parola era pronunciata con autorità” e alla fine, evidenzia ancora il suo interesse per la Parola, facendo dire alla gente: “Che parola è mai questa? Con autorità e potenza comanda agli spiriti impuri e questi escono”, meglio sarebbe dire: fuggono! In Luca non si distingue tra insegnamento e cacciata dello spirito impuro, le due attività, infatti, si intrecciano e, con evidenza, appare come la parola di Gesù si faccia evento, ed evento di salvezza, perché è liberazione dalla radicalità del male, anzi, da colui che detiene il potere del male, il demonio. La liberazione che Gesù porta è veramente perfetta. C’era, infatti, un uomo nella sinagoga, che aveva lo spirito di un demonio impuro, il quale reagisce con violenza alla parola di Gesù: “Che abbiamo a che fare con te Gesù nazareno? Sei venuto a rovinarci? So chi sei: il Santo di Dio”. Si dà subito per vinto. A Gesù, infatti, basta un comando in tono di minaccia per dominarlo, gli dice: “Taci ed esci da costui!”. Quanto segue rivela la potenza liberatrice di Gesù. Il demonio getta quell’uomo in mezzo all’assemblea e se ne esce “senza fargli alcun male”. Dove c’è Gesù non ci può essere il demonio e dove non c’è il demonio non ci può essere alcun male: tutto è salvezza. E questo, non perché Gesù si sia presentato in qualità di esorcista, ma unicamente perché è il Santo di Dio, che allontana da sé tutto quanto è impuro, nel senso più vasto del termine, cioè quanto non dice relazione a Dio. L’insegnamento è chiaro: chi accoglie la Parola di Gesù è una persona libera e salva.

31 Agosto

Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi

Un grande profeta è sorto tra noi, Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Un grande profeta è sorto tra noi, Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

30 agosto, 2021

Pensiero del 30 agosto 2021

 Non si può piacere a tutti, lo dice Gesù che un profeta non è ben accetto nella sua patria. Quindi, impariamo ad offrire a DIO le contrarietà della vita, abbandonandoci alla Sua Volontà.

Meditazione sul Vangelo di Lc 4,16-30

“Oggi si è adempiuta questa Scrittura”.

Il brano paolino ci parla oggi della “parusia”, della resurrezione dei morti, del cielo. In quel terribile momento ci troveremo tutti faccia a faccia, i vivi e i morti, tutti. Il dominio del Signore, che in quel giorno si manifesterà in pienezza, si rivela però già nella semplicità della sua predicazione nella sinagoga: Gesù parla apertamente, insegna con autorità e non arretra di un passo, nemmeno quando i suoi compaesani vogliono gettarlo dal precipizio: «ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò».

Com’è strano: mentre ai tempi dell’apostolo delle genti riempiva di consolazione il cuore dei cristiani – «confortatevi a vicenda con queste parole», scrive Paolo -, oggi la “parusia”, la seconda venuta del Signore, suscita più che altro panico. Sembra quasi che il nostro povero cuore, sovraccarico della zavorra che lo trattiene ancorato sulla terra, non voglia librarsi verso il cielo. Eppure, sarebbe tanto facile sollevarsi! Basterebbe sciogliere gli “ormeggi”, lasciare cader le sacche dei beni terreni cui siamo affezionati, e il nostro cuore inizierebbe la sua dolce ascensione verso il Signore. Ma c’è la zavorra del denaro, quella dell’egoismo, quella della sensualità… e una lunga serie di lacci. Quale di queste ci trattiene di più? In effetti, non è questo ciò che importa, perché occorre che ci liberiamo di tutti quanti questi impedimenti per poterci librare leggeri verso il Signore. Spesso esitiamo, fatichiamo a gettare queste zavorre, perché le consideriamo le nostre sicurezze. Ci pare preferibile la sicurezza del nostro angusto fazzoletto di terra rispetto all’ignota immensità del cielo sconfinato. Ma la nostra fede ci rivela che non saremo liberi fino a che non troveremo il coraggio di spiccare il volo verso il Signore. Forse, possiamo cominciare, abituandoci a guardare più spesso verso il cielo, a considerare di più questa terza dimensione della nostra esistenza, troppo frequentemente solo bidimensionale. Gesù, il magistero della Chiesa, i santi ci dicono che il cielo non è qualcosa di etereo, ma è concreto: significa stare con Dio. Gesù oggi dice chiaramente che il Padre celeste lo ha consacrato per liberarci e donare a noi la sua grazia e il suo amore misericordioso. In effetti, Dio è già sceso dal cielo, ed è venuto a darci il modo da salire lassù per stare in sua compagnia per l’eternità!

30 Agosto

Il Signore viene a giudicare la terra

Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Luca 4,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Il Signore viene a giudicare la terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Luca 4,18)

29 agosto, 2021

È morto Ed Asner: aveva interpretato Papa Giovanni XXIII nell’omonima serie tv

 

È morto Ed Asner: aveva interpretato Papa Giovanni XXIII nell’omonima serie tv

Nel 2002 è stato protagonista della miniserie tv «Papa Giovanni», diretta da Giorgio Capitani, in cui ha interpretato papa Giovanni XXIII da anziano.




Riposi in pace!

Oggi, sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson.


Oggi, sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson.

Michael Jackson - Dirty Diana | Oggi sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson


Michael Jackson - Dirty Diana
Oggi, sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson.
Un grande ballerino del Pop

Martirio di San Giovanni Battista

 Martirio di San Giovanni Battista

autore Fausto Raineri anno XIX sec. titolo Decollazione del Battista

Nome: Martirio di San Giovanni Battista
Titolo: La richiesta di Salome
Ricorrenza: 29 agosto
Tipologia: Memoria liturgica




Nell'anno xv del regno di Tiberio Cesare, Giovanni Battista dal deserto venne alle rive del Giordano, nelle vicinanze di Gerico, per predicarvi il battesimo di penitenza, in preparazione alla venuta del Messia. Tutta Gerusalemme e i paesi circonvicini andavano in massa ad ascoltarlo e molti si convertivano alle sue parole, confessando i loro peccati e ricevendo il battesimo di penitenza.

Un giorno che Giovanni, come d'uso, battezzava ed istruiva i peccatori, anche Gesù di Nazareth venne alle rive del Giordano. Il Battista, alla vista di Gesù, interiormente illuminato, riconobbe in lui il Messia aspettato, onde non voleva battezzarlo, stimandosi indegno anche di sciogliergli i legacci dei calzari. Tuttavia Gesù insistè e Giovanni dovette accondiscendere. In quel tempo Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello. Giovanni, all'udire tale mostruosità, riprese il re di quella colpa, dicendogli francamente che non gli era lecito vivere con la moglie di suo fratello. Erode, sdegnato e istigato da Erodiade, lo fece rinchiudere in una tetra prigione del castello di Macheronte. Non contenta Erodiade di vederlo in prigione, voleva anche farlo morire. Erode però si opponeva, temendo una sommossa, perché Giovanni era venerato dal popolo come un profeta.

Qualche tempo dopo, tuttavia, Erodiade ebbe l'occasione tanto desiderata e propizia per soddisfare il suo odio contro il Precursore di Cristo. Mentre Erode celebrava il suo compleanno e teneva un banchetto a tutta la corte, Salome, figliola di Erodiade e nipote di Erode, si presentò nella sala del convito e si pose a danzare. Ciò piacque a tutti, tanto che Erode le promise di concederle qualunque cosa avesse domandato, fosse anche la metà del regno. Salome a queste parole, non sapendo cosa domandare, corse da sua madre e questa le ordinò di chiedere la testa di Giovanni. Salome ritornò in fretta dal re e lo pregò di farle portare subito in un bacile la testa del santo Precursore. Erode, benché sorpreso ed afflitto da questa domanda, ordinò di accontentarla. La fanciulla come ebbe tra le mani quel sacrosanto capo, lo portò a sua madre, la quale, a tal vista, esultò di gioia e si dice che per vendicarsi della libertà con cui il Santo aveva disapprovato i suoi disordini, trafisse con un ago quella sacra lingua.

La morte del Battista avvenne tra la fine dell'anno 31 e il principio del 32 dopo la nascita di Gesù Cristo.

PRATICA. La castità trasforma gli uomini in angeli: e chi è casto, è un angelo ín carne (S. Ambrogio).

PREGHIERA. Nella veneranda festività del tuo santo Precursore e martire Giovanni Battista, deh! Signore, facci sentire gli effetti della tua misericordia.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell'odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità.