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03 giugno, 2021

Pensiero del 03 giugno 2021 SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI

 Signore sono qui davanti a Te per adorarTi. Nel Tuo nascondimento Tu dai Vita e Amore a me, così io nascondendomi in Te. Posso donare Vita e Amore agli altri.


Commento su Marco 14,12-16.22-26

...E dopo la Trinità, l'Eucaristia, il secondo grande mistero della nostra fede.
Evocando una nota legge aritmetica, potrei dire - e infatti lo dico! - che Eucaristia sta a Trinità come la tesi all'ipotesi, la dimostrazione al postulato, la manifestazione al dogma, la realizzazione storica alla promessa,...
Nella celebrazione del sacramento dell'altare, le tre Persone divine si fanno presenti, ciascuna con il ruolo che le è proprio: il Padre offre il Figlio, il Figlio obbediente si lascia donare, lo Spirito Santo consacra il dono e coloro che lo offrono al Padre, per la salvezza del mondo.
Naturalmente anche noi partecipiamo al mistero - cioè al sacramento - nella persona del ministro ordinato che ha ricevuto dall'Alto la potestas consecrandi e il popolo che con-celebra. Da questo, dal popolo, è stato scelto colui che sarebbe diventato sacerdote; e per il popolo, il sacerdote offre il sacrificio dell'altare.
È un copione articolato, l'Eucaristia, nel quale gli attori sono tanti, non uno soltanto, ciascuno con la sua parte da recitare, consapevole che la chiesa non è un palcoscenico, e che quivi si recita la vita, non una commedia drammatica.
Nessuna spettacolarità, nessun protagonismo, nessuna platea plaudente,...
Qui si fa sul serio! il pane non è più (solo) pane, ma diventa davvero carne di Cristo; il vino non è più (solo) vino, ma diventa davvero sangue di Cristo; ricevere quel pane, bere quel vino, significa partecipare davvero al corpo del Signore. Che cosa significa tutto questo? significa mangiare Lui per essere trasformati in Lui.
Questa fede nell'efficacia performante e trasformante dell'Eucaristia è testimoniata già dai primi scrittori sacri, i quali ci hanno lasciato dei trattati che sono vere e proprie storie di vita vissuta nella contemplazione e nella celebrazione del SS. Sacramento, non tanto e non solo in ginocchio davanti all'ostensorio,... ma soprattutto nel quotidiano della vita.
È un'esperienza, quella raccontata dai due discepoli di Emmaus, ma anche da san Leone Magno, Gaudenzio da Brescia, Tommaso d'Aquino, che può diventare la nostra. Difficile, di non immediata comprensione... Ma vi garantisco, leggere certe pagine sulla spiritualità eucaristica - spiritualità incarnata, sia ben chiaro! -, fa venir voglia di viverla questa esperienza, e di viverla regolarmente.
Entrando ora con l'immaginazione, pardon, con la fede, nel cenacolo, a tavola con Gesù e i Dodici, in punta di piedi, e il cellulare spento, assistiamo alla scena dell'Istituzione: mi raccomando, massima attenzione alle parole! nessun gesto (liturgico) sarebbe sacramentale, cioè efficace, se non fosse accompagnato dalle parole.
Lo so, è difficile liberare queste parole dalla prigione della tiritera nella quale i preti - non tutti, ma molti sì - le hanno condannate e rinchiuse...
Già, la liturgia può anche essere una prigione... A proposito, sapete come nell'800 chiamavano il SS. Sacramento custodito nel tabernacolo? no? "il Divin Prigioniero". Questa definizione, concepita da preti e religiose, certamente ispirati dalle migliori intenzioni - dicono che l'Inferno sia lastricato di buone intenzioni -, non ha reso un buon servizio al corpo di Cristo, al contrario.
È necessario precisare immediatamente che Gesù non ha concepito l'Eucaristia perché si adorasse, ma perché si mangiasse, per nutrire il corpo e lo spirito.
Detto questo, un po' di storia non fa male: nel II sec. san Giustino cita l'uso pastorale già consolidato di inviare ai fedeli assenti dalla Messa per motivi di lontananza dalla chiesa, o perché infermi, la particola consacrata, per potersi comunicare. Nelle parrocchie si conservava il SS. Sacramento in un luogo diverso dall'aula eucaristica.
Al tempo della Controriforma, si affermò l'uso del Tabernacolo, collocato nei pressi dell'altare, per sottolineare che la presenza reale non finisce con la fine della celebrazione, ma è irreversibile, una verità alla quale molte confessioni protestanti non credono tutt'oggi.
La pratica dell'adorazione eucaristica nacque formalmente l'11 settembre del 1226, ad Avignone, come segno di ringraziamento per la vittoria ottenuta contro i Catari e gli Albigesi; in quell'occasione il Re Luigi VII di Francia ordinò che le Sacræ Species fossero esposte in cattedrale. Tale fu il concorso di fedeli, che il Vescovo Pierre de Corbie continuò l'adorazione in modo perpetuo.
Grande impulso alla devozione eucaristica fu dato dal famoso miracolo di Torino. Nel luogo ove si era verificato venne edificata l'omonima chiesa del Corpus Domini, e Papa Clemente VIII, il 25 novembre del 1592, istituiva le Quarant'ore perpetue, usanza inizialmente solo romana, poi estesati in tutta la chiesa. Nel 1792 la pia devozione fu violentemente interrotta dal caos della Rivoluzione Francese, e venne ripristinata definitivamente trent'anni dopo.
Ripeto per l'ultima volta che altro è la liturgia eucaristica, altro la devozione al SS. Sacramento: ricordando sempre il motivo che ha portato nostro Signore a donarci l'Eucaristia, preghiamo e alimentiamo la speranza che i fedeli che partecipano al banchetto del Corpo e del Sangue di Cristo vivano poi coerentemente alla Comunione che hanno ricevuto, intessendo relazioni improntate ad autentica comunione vicendevole.
Preghiamo anche affinché vengano al più presto abbattute le barriere architettoniche - consentitemi l'espressione -, a causa delle quali non tutti i fedeli possono ricevere questo grande Sacramento, cibo indispensabile per la vita di ogni cristiano.
(fr. Massimo Rossi)

03 Giugno

Alzerò il calice della salvezza ed invocherò il nome del Signore.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
(Giovanni 6:51)

Salmo responsoriale (salmo 115)
Alzerò il calice della salvezza ed invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
(Giovanni 6:51)

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Corpus 03 giugno 2021



Buona solennità del Corpus Domini - don Tonino Bello, Vescovo

 «Purtroppo, l’opulenza appariscente ci fa scorgere facilmente il corpo di Cristo nell’Eucarestia dei nostri altari. Ma ci impedisce di scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, del bisogno, della sofferenza, della solitudine. Credo che la festa del Corpo e Sangue di Cristo esiga la nostra conversione. Non l’altisonanza delle nostre parole. Né il fasto vuoto delle nostre liturgie».

(don Tonino Bello, Vescovo)
Buona solennità del Corpus Domini



02 giugno, 2021

Pensiero del 02 giugno 2021

Dio è fuori da ogni logica umana e conosce pienamente il segreto della vita perché è Lui la Vita. Nessuno è perduto, tutti saremo vivi in Lui.

Meditazione sul Vangelo di Mc 12,18-27

Non conoscete né le Scritture né la potenza di Dio.

Nel brano evangelico di oggi compaiono sulla scena i sadducei i quali interpretavano la Torah in modo letterale e ritenevano ispirati solo i primi cinque libri della Bibbia. In questo brano li vediamo presentare a Gesù un caso paradossale per mettere in ridicolo la fede nella risurrezione, che essi negavano dal momento che non se ne parla nel Pentateuco. Secondo loro il cognato (levìr, in latino) era tenuto a sposare la moglie del fratello morto senza figli per garantirgli una discendenza, dando alla prole il nome del defunto. In questo modo era garantita la trasmissione dell’eredità all’interno del medesimo gruppo familiare.

Gesù risponde, anche in questo caso, alla maniera dei rabbini del tempo, con una controdomanda che rimprovera ai suoi interlocutori di non conoscere le Scritture di cui si fanno autorevoli interpreti e, perciò, di non conoscere neppure la potenza di Dio che esse rivelano. I sadducei dicono di credere in Dio, ma dimostrano di non conoscerlo e nemmeno di conoscere chi sono loro agli occhi di Dio. Il loro sguardo è “basso”, totalmente chiuso nella sfera materiale delle cose che si vedono e si possiedono (la donna è qualcosa che “appartiene” all’uomo), incapaci di aprirsi alla potenza di Dio che li oltrepassa. La legge del levirato a cui si appellano rientra in questa prospettiva: e un tentativo umano di realizzare il desiderio di vita senza fine, oltre la morte, che l’uomo porta in sé, attraverso la generazione di figli e la sopravvivenza del proprio nome. Quello che l’uomo desidera ma non può darsi da sé gli è rivelato e donato dall’alto: Gesù apre uno squarcio nel loro e nostro piccolo e angusto orizzonte e con la sua parola prima e la sua stessa persona il mattino di Pasqua, ci annuncia che la vita da risorti, a cui aneliamo, c’è e comporta una trasformazione completa dell’uomo, della sua corporeità («saranno come angeli») e perciò anche dei rapporti che ha vissuto. E’ una nuova creazione che solo Dio può operare. A fondamento del proprio discorso pone proprio la Torah, citando il passo dell’Esodo (3,6) che narra l’episodio di Mosè e il roveto: «Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe». Si tratta di una teofania in cui Dio si rivela a Mosè come il “Dio dei padri”: a loro appartiene e loro appartengono a lui. Come può il Vivente legarsi per sempre a uomini che non sono più? Non farà piuttosto vivere per sempre coloro ai quali per sempre si è legato in alleanza?

02 Giugno 

A te, Signore, io mi rivolgo, in te confido

Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore;

chiunque crede in me non morirà in eterno.

(Giovanni 11:25)


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 24)
Rit: A te, Signore, elevo l'anima mia.

Mio Dio, in te confido:
che io non resti deluso!
Non trionfino su di me i miei nemici!
Chiunque in te spera non resti deluso.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.


Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù.

(Marco 15,43)

01 giugno, 2021

Pensiero del 01 giugno 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mc 12,13-17

Rendete a Dio ciò che è di Dio.
I farisei e gli erodiani si odiano. I primi, zelanti per la legge, non sopportano la presenza romana e mal si adattano al pagamento del tributo all’imperatore. Gli erodiani, invece, riconoscono il diritto dell’imperatore a riscuotere le tasse. Per la seconda volta nel suo Vangelo Marco li presenta uniti. Già all’inizio del suo racconto, dopo la guarigione dell’uomo dalla mano inaridita in giorno di sabato nella sinagoga di Cafarnao, ci dice che «i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire» (Mc 3, 6). Nel testo di oggi compare di nuovo questa alleanza tra nemici che si uniscono contro Gesù.
L’evangelista ci avvisa che quella posta a Gesù è una domanda trabocchetto. Gesù conosce la doppiezza dei suoi interlocutori e li smaschera con una risposta che non solo dirime la questione, mettendo ordine fra la sfera politica e quella religiosa, ma soprattutto dice qualcosa di fondamentale sull’uomo in relazione a Dio: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». Gesù usa la parola eikon, icona, immagine: l’immagine sulla moneta romana, il denàrion, è di Cesare; a lui appartiene e dunque a lui va restituita. Ma cosa è di Dio? Cosa o chi porta in sé l’immagine di Dio cosicché a lui debba essere restituito? Gesù non risponde direttamente, lascia aperta la questione. San Lorenzo da Brindisi (sacerdote vissuto tra il 1559 e il 1619) in un’omelia su questo Vangelo dice: «A Cesare dobbiamo dare la moneta che porta l’immagine e l’iscrizione di lui, a Dio invece ciò su cui è impressa l’immagine e la somiglianza divina. Noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio. Tu, o cristiano, sei uomo: sei dunque moneta del tesoro divino, sei denaro che porta impressa l’immagine e l’iscrizione del re divino. Con Cristo io ti chiedo: “Di chi è questa immagine e l’iscrizione?”. Tu dici: di Dio. Osservo: e perché non dai a Dio ciò che è suo? Se vogliamo essere immagine di Dio, dobbiamo essere simili a Cristo, perché egli è l’immagine della bontà di Dio. Chi pertanto nella vita, nei costumi e nelle virtù è simile e conforme a Cristo, manifesta davvero l’immagine di Dio, e il pieno splendore di questa divina immagine consiste in una perfetta giustizia: “Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”: a ciascuno il suo».

01 Giugno 2021

Saldo è il cuore del giusto che confida nel Signore

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.

(Efesini 1:17,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 111)
Rit: Saldo è il cuore del giusto che confida nel Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.

 La loro difesa li ha abbandonati, mentre il Signore è con noi. Non ne abbiate paura.

(Numeri 14,9)

31 maggio, 2021

Visitazione della Beata Vergine Maria

 Visitazione della Beata Vergine Maria

autore Frans Francken II anno 1618 titolo La visita di Maria ad Elisabetta

Nome: Visitazione della Beata Vergine Maria
Titolo: Visita di Maria a Elisabetta
Ricorrenza: 31 maggio
Tipologia: Festa




Quando la Vergine seppe dall'Arcangelo Gabriele che era prossima a divenire madre del Precursore, fu stimolata interiormente dallo Spirito Santo a recarsi alla casa di sua cugina S. Elisabetta, in dolce attesa del Giovanni Battista, per apportarvi i primi frutti della redenzione. Il viaggio da Nazareth, dove abitava la SS. Vergine, fino alla città di Ebron dove stava Elisabetta era di 69 miglia circa. Le montagne e la cattiva stagione rendevano più incomodo tale percorso. Tuttavia la B. Vergine si pose in cammino con sollecitudine, come nota il Vangelo, spinta da quella grande carità che ardeva nel suo cuore. Ella incominciava allora la sua missione di dispensiera di tutte le grazie.

Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla cugina, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: « Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell'Ufficio divino.


L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.continua >>



Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell'avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo.

Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla cugina tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere.

Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l'anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l'amore a Maria vi è ogni bene, perchè Ella porta con sè Gesù, vera pace dell'anima.

PRATICA. Sull'esempio di Maria proponiamo di essere umili e caritatevoli verso il prossimo.

PREGHIERA. — Deh! Signore, accorda ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinchè come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità della sua Visitazione aumenti la loro pace.

MARTIROLOGIO ROMANO. Visitazione della beata Vergine Maria ad Elisabétta.





Pensiero del 31 maggio 2021

Maria è la Donna del cammino. Anche oggi, viene a visitare le nostre vite, le nostre famiglie, per portare a noi il Figlio, causa della nostra gioia.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,39-56
Canta e cammina.
Si chiude un mese. La fine di un periodo cronologico richiama alla mente in maniera più o meno forte la fine della nostra stessa esistenza. È ciò che la Chiesa ci rammenta ogni sera nella celebrazione della compieta. Il mese di maggio si chiude con una festa che, tra gli altri significati, contiene anche quello escatologico. Nella pienezza dei tempi avviene l’incontro tra chi rappresenta il popolo che attende, Elisabetta, con il figlio che porta in grembo, e Colui che è atteso e portato da Colei che è la nuova arca dell’alleanza.
É stato detto che nel Vangelo secondo Luca si canta e si viaggia molto. Zaccaria, Maria, Simeone ci consegnano i tre cantici che, da secoli, punteggiano la Liturgia delle Ore; gli angeli tengono un noto concerto di mezzanotte; musica e danze caratterizzano il ritorno del figlio prodigo e l’arrivo di Gesù a Gerusalemme è accompagnato dalle acclamazioni della folla dei discepoli. Per ciò che riguarda il viaggiare, poi, il Vangelo di Luca inizia proprio con Zaccaria che si reca a Gerusalemme per il servizio sacerdotale e che torna muto a casa sua; Maria non farà in tempo a tornare dalla casa di Elisabetta che dovrà incamminarsi con Giuseppe alla volta di Betlemme. La predicazione di Gesù sarà tutta itinerante: un lungo viaggio verso la Città Santa, durante il quale altri percorsi, narrati o reali, si incroceranno con il suo. Infine, un ultimo viaggio chiude la narrazione lucana: quello dei due discepoli sconsolati che si allontanano da Gerusalemme la sera di quel giorno dopo il sabato. Il tema del viaggio è caratteristico di Luca che presenta il discepolato come un cammino in compagnia di Gesù verso Gerusalemme. Anche in questa dimensione Maria ci è modello e guida affidabile perché pure lei ha vissuto la fede come un cammino. La vediamo percorrere in fretta i monti della Palestina in compagnia di Gesù. Lo custodisce nel suo grembo e la sentiamo vicina a noi, che per le strade della vita custodiamo il Signore che ha preso dimora in noi. La sua meta è la casa di Elisabetta, dove c’è necessità di aiuto e di conforto. Noi ci muoviamo celeri dove ci sono un fratello e una sorella bisognosi. Sappiamo che in essi dimora il Signore, più che nella città santa. Muoviamo veloci i nostri passi, fino a quando non si fermeranno sulla soglia della Gerusalemme celeste, meta del nostro cammino.

31 Maggio

Grande in mezzo a te è il Santo d’Israele

Beata sei tu, o Vergine Maria, che hai creduto:
in te si è adempiuta la parola del Signore.

(Giovanni 1:45)

SALMO RESPONSORIALE (Isaia 12)

Rit: Grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.


Non sia turbato il vostro cuore.

(Giovanni 14,1)

30 maggio, 2021

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Santissima Trinità

Santissima Trinità

Nome: Santissima Trinità
Titolo: Il Padre il Figlio e lo Spirito Santo
Ricorrenza: 30 maggio
Tipologia: Solennità




La Chiesa, dopo aver stabilite diverse feste che onorano le singole Persone della Santissima Trinità, ne fissò pure una in onore delle Tre Persone.

Questa festa fu istituita nei primi secoli del Medio Evo per opera specialmente dei monaci che cominciarono a celebrarla nei loro monasteri. Di qui si estese man mano alle singole diocesi e finalmente all'intera Chiesa Romana per opera di Papa Giovanni XXII che nel 1314 la dichiarava festa universale, fissandola la prima domenica dopo Pentecoste.

« Abbiamo visto, dice il Guéranger, gli Apostoli il di della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo, e fedeli all'ordine del loro Divino Maestro, mettersi in viaggio per andare ad ammaestrare le nazioni nel nome della Santissima Trinità. Era dunque conveniente che la festa di Dio Uno e Trino seguisse immediatamente la Pentecoste cui si connette con misterioso vincolo ».

La festa della Trinità è una festa cara e gradita a tutti i cristiani perché ricorda il più grande mistero della nostra religione: « Un Dio solo in tre persone uguali e distinte »; questo dogma che è il grande oggetto della nostra adorazione in vita, sarà poi la nostra eterna felicità in cielo.

La Messa ed il Breviario sono un continuo sueccedersi di invocazioni alla Santissima Trinità.

Così tutti i Sacramenti portano la medesima invocazione. L'intenzione quindi della Chiesa nell'avere tutta impregnata la Sacra Liturgia del nome della Santissima Trinità è di far vivere nelle menti dei fedeli questo mistero e di far rinnovare in essi i sentimenti di una profonda adorazione, di una umile riconoscenza verso le Tre Persone.

Verso il Padre, come principio di tutto ciò che è, Padre di un Figlio eterno e con sostanziale a Lui, Padre che col Figlio è principio dello Spirito Santo.

Verso il Figlio, generato ab aeterno dal Padre, incarnatosi, morto sulla croce per la salvezza degli uomini.

Verso lo Spirito Santo, come amore eterno e sostanziale del Padre e del Figlio dai quali procede, e da Essi dato alla Chiesa, che santifica, vivifica, mediante la carità che si diffonde nei nostri cuori.

Nessun altro mistero è tanto ricordato nella Liturgia come questo. Nei Sacramenti che sono i principali mezzi della grazia si fa menzione della Santissima Trinità.

Nel Battesimo, il bambino viene battezzato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nella Cresima si ha la formula: « Ti segno col segno della croce, ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo ».

Dopo la distribuzione della Santissima Eucarestia il sacerdote benedice nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Al confessionale il sacerdote comincia colla benedizione e dà l'assoluzione nel nome della Santissima Trinità.

Soventissimo invocato, nel Sacramento dell'Ordine.

Nel matrimonio il sacerdote congiunge gli sposi nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

In tutti gli inni, in tutti i salmi, in tutte le preghiere della Messa son ricordate le Tre Persone: è una lode perenne che si dà alla Santissima Trinità.

PRATICA. Facciamo sovente il segno della santa croce, recitiamo bene il Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.

PREGHIERA. Ci giovi alla salvezza dell'anima e del corpo, o Signore Dio nostro, la comunione di questo sacramento, la confessione della sempiterna e santa Trinità e della stessa individua unità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità della santissima e indivisa Trinità, in cui professiamo e veneriamo Dio uno e trino e la Trinità nell’unità.

Pensiero del 30 maggio 2021

La Trinità è Comunione dove ciascuno rimanendo se stesso è pienamente nell'altro e non può essere se stesso se non per l'altro. Ed ogni scintilla di dono ed accoglimento, ed è impronta della Trinità.

30 Maggio

Beato il popolo scelto dal Signore

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.

(Apocalisse 1,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)

Rit: Beato il popolo scelto dal Signore.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così possiamo dire con fiducia: il Signore è il mio aiuto, non avrò paura. Che cosa può farmi l’uomo?».

(Ebrei 13,5-6)



29 maggio, 2021

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FESTA del Beato Rolando - 29 Maggio 2021

I Misteri Gaudiosi - Santo Rosario

Appartengo al Signore e ne vado fiero

 "Ma.....Che male faccio a portarla? Non ho voglia di togliermela. Io studio da prete e la veste è il segno che io sono di Gesù".


(Beato Rolando Maria Rivi)



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Pensiero del 29 maggio 2021

 I capi del popolo di Gerusalemme fanno domande a Gesù per diminuire la Sua Autorità, non cercano la Verità ma il proprio vantaggio Dio si fa trovare da chi lo cerca con umiltà, fede e amore. Molte cose le capiremo solo in cielo, ma l'umile sperimenta già sulla terra una Luce che lo aiuta in tutto ciò che vive.

29 Maggio

I precetti del Signore fanno gioire il cuore

La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza;
tutto fate rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.

 (Colossesi 3,16.17)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Un giorno, mentre era in seminario, Rolando Maria, aveva scritto questa frase: “Non so se morirò da giovane o da vecchio, l’importante è andare in Paradiso da Gesù”.

28 maggio, 2021

1941: 28 Maggio come oggi Padre Massimiliano Maria Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz

1941: Il 28 maggio fu trasferito nel campo di sterminio ad Auschwitz. I suoi quattro confratelli l’avevano preceduto un mese prima; fu messo insieme agli ebrei perché sacerdote, con il numero 16670 e addetto ai lavori più umilianti come il trasporto dei cadaveri al crematorio.

Ottant'anni fa



Pensiero del 28 maggio 2021

 Tanti cristiani in apparenza vicini alla Chiesa, sono come alberi sterili senza frutti. Ma se preghiamo e rimaniamo vicino a DIO e operiamo il bene anche l'albero più secco potrà riprendere vita, germogliare e portare frutti.

28 Maggio

Il Signore ama il suo popolo

Io ho scelto voi, dice il Signore,
perché andiate e portiate frutto
ed il vostro frutto rimanga.

(Giovanni 15,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 149)
Rit: Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.


 Chi ascolta me vivrà in pace e sarà sicuro senza temere alcun male.

(Proverbi 1,33)

27 maggio, 2021

Pensiero del 27 maggio 2021

 Siamo tutti mendicanti, sulla strada della vita, ciechi in merito alla Verità, bisognosi di salvezza. Come Bartimeo possiamo gridare al Signore che cammina lungo le nostre strade e ci viene, incontro per liberarci dalle nostre miserie. 

27 Maggio

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli

Io sono la luce del mondo, dice il Signore:

«Chi segue me avrà la luce della vita».

(Giovanni 8,12)


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

Non temete, animali selvatici, perché i pascoli della steppa hanno germogliato, perché gli alberi producono i frutti, la vite e il fico danno le loro ricchezze.

(Gioele 2,22)