†
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro
Rosario Angelo, TU, SEI STATO, LA COLONNA PORTANTE, PER TUTTA LA TUA
CARA FAMIGLIA.
Ti ringrazio di cuore, d'aver salvato, mio fratello, quel giorno, di tanti anni, fa che poteva essere mortale.
Barbara
Versetto del Giorno
E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Efesini 4:30
Sabato – 12.a Tempo Ordinario – Ss. PIETRO E PAOLO APOSTOLI – solennità
Meditazione del Vangelo di Mt 16,13-19
Le colonne della Chiesa.
È una sorta di sondaggio di opinione quello che Gesù conduce nella regione di Cesarea di Filippo, all’estremo nord della Palestina, ai piedi dell’Ermon, nel punto più lontano da Gerusalemme, quindi in zona pagana. Gesù interroga i suoi discepoli: è Lui, infatti, che deve mettere in questione noi, non noi Lui.
Questa è la fede: lasciarci interrogare da Gesù e risponderGli secondo lo Spirito. La gente scambia il Messia con un profeta: è come scambiare un re col suo ambasciatore. Certamente Giovanni Battista, Elia o Geremia sono figure grandi, ma ormai appartengono al passato. Come si può scambiare Gesù con un morto, sia pure grande? Gesù incalza: “Ma voi chi dite che io sia?”. Da sottolineare il ma; Gesù si aspetta una risposta alta ed altra, non come quella della gente. Pietro risponde: Tu sei il Cristo, cioè il Messia. Gesù è l’unico Messia e il Figlio unico del Padre. Il cristianesimo non è una formula, né una teoria: è una Persona. Da notare che Pietro è l’unica persona in tutto il primo vangelo ad essere dichiarato “beato”. Simone non ha scoperto questa verità con forze umane (carne e sangue) ma per rivelazione dall’alto. Su di lui, come su di una roccia, Gesù fonderà la sua Chiesa, la nuova comunità che Gesù sta per costruire e di cui Pietro sarà la pietra di fondamento. Il regno della morte (gli inferi) non potrà trattenere in suo potere i membri della comunità messianica radunata da Gesù. Le chiavi sono l’immagine dell’autorità conferita a Pietro; è l’autorità di legare o di sciogliere, che significa: proibire o permettere, o anche ammettere ed escludere dalla comunità. Gesù è il Cristo, ha riconosciuto giustamente Pietro. Come lui, Paolo ne porta la notizia “fino agli estremi confini”, allargando gli orizzonti del vangelo al mondo e quelli del mondo alla salvezza rivelata da Gesù. Anche al termine della sua missione, quando sente di essere vicino alla fine, la sua professione di fede raggiunge i discepoli che lo avevano seguito: “Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza… mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno” (Tm 4, 17-18). La testimonianza di Pietro e Paolo, “colonne” della Chiesa, ci fa prendere coscienza dell’universalità della Chiesa e della sua unità in ogni luogo e tempo. Chiamati in modi diversi all’apostolato, i due santi hanno condiviso la stessa grazia e la stessa passione. “L’uno è stato il primo a confessare la fede, ma l’altro si è distinto nella sua difesa e nella sua spiegazione. Ispirato dall’alto, l’uno ha proclamato il Cristo Figlio del Dio vivente, ma l’altro è stato scelto per riconoscere in questo stesso Verbo la sapienza e la potenza di Dio. L’uno ha riunito la prima comunità fra gli ebrei, l’altro è diventato l’apostolo e il dottore delle genti. Così, essi hanno riunito l’unica famiglia di Cristo e una stessa festa ed una stessa gloria li associa per sempre” (Sacramentario di Verona, VI secolo).
Per
capire l’azione e insieme la bellezza della narrazione del Vangelo,
bisogna considerare il suo sfondo geografico. Cesarea di Filippo si
estendeva ai piedi del monte Ermon. Una delle grotte era dedicata al
dio Pan e alle ninfe. Sulla sommità di una rupe, Erode aveva fatto
costruire un tempio in onore di Cesare Augusto, mentre Filippo, suo
figlio, aveva ingrandito questa località dandole il nome di Cesarea.
Venerare un idolo e un uomo dagli Ebrei era considerato un’opera
satanica, e perciò la grotta era considerata l’ingresso del regno
di Satana: l’inferno. Ci si aspettava che, un giorno o l’altro,
gli abissi infernali scuotessero questa rupe e inghiottissero il
tempio sacrilego. In questo luogo spaventoso, si svolse un dialogo
fra Gesù, il Figlio del Dio vivente, e Simone, il figlio di Giona.
Gesù parla di un’altra pietra sulla quale edificherà un altro
tempio, la Chiesa di Dio. Nessuna potenza infernale potrà mai
prevalere su di essa. Simone, in quanto responsabile e guardiano, ne
riceve le chiavi, e così il potere di legare e di sciogliere, cioè
l’autorità dell’insegnamento e il governo della Chiesa. Grazie a
ciò, Simone ne è diventato la pietra visibile, che assicura alla
Chiesa ordine, unità e forza. La Chiesa non potrà essere vinta né
da Satana né dalla morte, poiché Cristo vive ed opera in essa. Ogni
Papa è il Pietro della propria epoca.
Sabato 29 Giugno
SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (s); B. Raimondo Lullo; S. Siro
12.a del Tempo Ordinario
At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Matteo 16,18
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Matteo 16,18
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