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04 settembre, 2023

✝ Pensiero del 04 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, dai un abbraccio da parte mia, alla tua cara Mamma Rosalia, oggi, è il suo onomastico; dai un caro abbraccio anche al tuo caro papà Vincenzo.

Barbara



Versetto del Giorno

Il pungiglione della morte, è il peccato e la forza, del peccato è la legge.

I Corinzi 15:56


Memoria Liturgica di SANTA ROSALIA, protettrice della città di Palermo.



Memoria della BEATIFICAZIONE DI ALBINO LUCIANI, PAPA GIOVANNI PAOLO I.

Meditazione del Vangelo di Lc 4,16-30

Il profeta e la sua patria.

Gesù si presenta ufficialmente davanti ai suoi concittadini come il profeta inviato da Dio, applicando a sé le parole di Isaia 61,1-2. Egli sarà il liberatore del suo popolo e di quanti soffrono ingiustizie. A Nazaret la sua manifestazione è ostacolata dalla diffidenza e dall’ostilità degli ascoltatori. Gli abitanti del villaggio in cui ha vissuto quasi tutta la sua vita non lo riconoscono come l’inviato di Dio, mentre a Cafarnao anche i demoni lo proclamano “il Santo di Dio” (Lc 4,34). Il vangelo è destinato ai giudei, ma trova accoglienza, fin dall’inizio, anzitutto ai pagani.

Possiamo dire che la liberazione degli oppressi costituisce uno dei tratti più caratteristici di tutto il messaggio di Gesù. Per Isaia 56,8, il vero digiuno è dedicarsi al servizio del prossimo mediante opere di misericordia tra cui la liberazione dei prigionieri. I “poveri” ai quali è destinato il messaggio del vangelo non sono solo coloro che mancano dei beni materiali indispensabili per condurre un’esistenza dignitosa, ma ognuno di noi, povero con la sua umanità dinanzi alla grandezza incommensurabile di Dio. Il vangelo, infatti, annuncia la liberazione da ogni forma di schiavitù, fisica e morale, già in questa vita, prima ancora che nella vita eterna. Il Lieto Annuncio, il Vangelo, che Gesù propone ai suoi uditori non è una dottrina, ma è Lui stesso. Egli è la salvezza ed è anche la via per conseguirla. La grazia accordata da Dio agli uomini passa attraverso la sua Persona, anzi, è Lui stesso. Questa grazia e questa salvezza è destinata ad ogni uomo, prescindendo dalla terra d’origine, dalle condizioni sociali ed economiche. Con il proverbio «nessun profeta è bene accetto in patria», Gesù esplicita il suo destino di profeta inascoltato ed emarginato. Egli prevede fin d’ora l’indurimento del popolo d’Israele e l’elezione dei popoli pagani. Già la parte finale di questo brano presagisce alla sua violenta eliminazione, fuori dalla città, come il vangelo racconterà nel seguito. Il modo in cui Gesù ha scandalizzato i suoi concittadini di allora è identico a quello con cui scandalizza noi oggi. La tentazione di addomesticare Cristo è di tutti e di sempre, ma Gesù non si lascia intrappolare: o lo si accoglie nel modo giusto o Lui se ne va.

Nel Vangelo di Luca l'episodio della predica di Gesù nella sinagoga di Nazaret ha valore programmatico, perciò è tanto più importante capire con esattezza il suo significato. Spesso viene interpretato in modo erroneo, perché si cerca di imporre al testo di Luca la prospettiva del passo parallelo di Marco e Matteo, mentre l'orientamento di Luca è diverso.
Luca lo vediamo distingue chiaramente due tempi contrastanti in questa visita alla sinagoga di Nazaret. In un primo tempo Gesù legge una profezia di Isaia e la dichiara adempiuta, perché lui stesso sta predicando l'anno di grazia annunziato dall'oracolo profetico. La reazione della gente di Nazaret è quanto mai favorevole: "Tutti gli rendevano testimonianza scrive l'evangelista ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca". In un secondo tempo, però, Gesù riprende a parlare citando l'esempio del profeta Elia e del profeta Eliseo, entrambi autori di miracoli a profitto non di connazionali, bensì di stranieri: la vedova di Sarepta e il siro Naaman il lebbroso. Allora la reazione dei nazaretani si capovolge: "Tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno", al punto di voler perfino uccidere Gesù, precipitandolo in un precipizio.
Come si spiega questo completo voltafaccia? Per spiegarlo correttamente occorre capire i sentimenti dei compaesani di Gesù. Quando dicono, dopo il suo primo intervento: "Non è il figlio di Giuseppe?" non lo dicono con un senso di disprezzo, come negli altri sinottici, ma per sottolineare che Gesù, questo nuovo, ammirevole profeta, è un loro compaesano, quindi appartiene a loro. Il loro atteggiamento esprime una tendenza possessiva. Se Gesù ci appartiene, pensano, deve riservare a noi il primo posto nel suo ministero, deve fare per noi i miracoli! Gesù avverte questi loro pensieri e non li accetta, anzi li denuncia: "Di certo voi mi direte: Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui nella tua patria!". Ma Gesù ribatte: "Nessun profeta è "accoglibile" nella sua patria" ("accoglibile" è la traduzione precisa del termine usato qui da Luca). E Gesù lo spiega con gli esempi di Elia e di Eliseo. Gesù, cioè, si è opposto risolutamente alla tendenza possessiva dei suoi concittadini e ha richiesto loro una grande apertura di cuore, li ha invitati ad accettare che egli si dedicasse al servizio di altra gente, che andasse altrove a compiere i suoi miracoli. Contrastato, l'affetto possessivo si muta in odio violento (tanti drammi passionali si spiegano così; tanto più era forte l'affetto possessivo, tanto più violenta è la reazione contraria).
Se vogliamo essere veramente con lui, lo dobbiamo accompagnare quando va verso altra gente e quindi accogliere le grandi intenzioni missionarie della Chiesa. Soltanto così siamo veramente uniti al cuore di Gesù, altrimenti il nostro è un certo egoismo spirituale, che, per quanto spirituale, rimane egoismo, contrario alla carità di Cristo.

Lunedì 4 Settembre 

S. Mosè pr.; S. Rosalia; B. Caterina Mattei

22.a del Tempo Ordinario

1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30

Il Signore viene a giudicare la terra


Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Luca 4,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Il Signore viene a giudicare la terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

(Luca 4,18)

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