Jacob Brilleslijper la tua memoria sia benedetta
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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30 settembre, 2023
HO SETE D'AMORE
HO SETE D'AMORE
Signore Gesù,
tu hai dato la vita per me: io voglio donare la mia a te. Signore Gesù,
tu hai detto: «Amore più grande
non c'è che dare la vita per gli amici». Il mio supremo amore sei tu.
È sera.
Il giorno ormai declina. Resta con me Signore.
Voglio seguirti portando la mia croce. Signore, vieni in mio aiuto
e guidami nel cammino. La tua voce, Signore,
ha un'eco profonda nel mio cuore. Gesù, mio Signore e mio Dio, voglio diventare in tutto simile a te, voglio soffrire e morire con te,
per raggiungere con te
la gioia della risurrezione. Tu, quel gran Dio
che l'universo adora, vivi in me giorno e notte.
E sempre la tua voce mi implora e mi ripete: «Ho sete, ho sete di amore»! Anch'io voglio ripetere
la tua divina preghiera: ho sete d'amore.
Io ho sete d'amore! Sazia la mia speranza, accresci in me, o Signore, il tuo ardore divino.
Ho sete d'amore!
Quale sofferenza, mio Dio, e come grande!
Come vorrei volare da te! Il tuo amore, o Gesù,
è il mio solo martirio; perché più brucia d'amore, più desidera amarti l'anima mia. Gesù, fa che io
muoia d'amore per te!
✝ Pensiero del 30 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, Beato l'uomo, che custodisce, la Parola di Dio, come un tesoro.
Barbara
Versetto del Giorno
Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo.
Salmo 119:165
29 settembre, 2023
✝ Pensiero del 29 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, oggi, nella memoria, dell'eccidio di Marzabotto Reggio Emilia.
Requiem in eterna.
Barbara
Versetto del Giorno
Ed ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta.
I Giovanni 2:28
28 settembre, 2023
✝ Pensiero del 28 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, dai un abbraccio a mio nonno Angelo e Papa Giovanni Paolo I, anche da parte mia. Grazie di cuore.
Barbara
Versetto del Giorno
Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.
MEMORIA
Nel 1978, in questo giorno, saliva, alla Casa del Padre Celeste, Papa Giovanni Paolo I.
27 settembre, 2023
Memoria del compleanno del GENERALE CARLO ALBERTO DELLA CHIESA
Memoria del compleanno del GENERALE CARLO ALBERTO DELLA CHIESA
Ricordare sempre, dimenticare mai!Auguri di cuore, GENERALE!
✝ Pensiero del 27 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, dai un abbraccio al Generale Dalla Chiesa, in memoria del suo compleanno Grazie di cuore.
Beato l'uomo, cammina, nella legge del Signore.
Barbara
Versetto del Giorno
I tuoi occhi guardino diritto, e le tue pupille mirino diritto davanti a te.
Proverbi 4:25
Memoria del compleanno del GENERALE CARLO ALBERTO DELLA CHIESA
26 settembre, 2023
✝ Pensiero del 26 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, chi seminerà Amore, nella fede, raccoglierà giustizia, e vivrà nella vita eterna, nella gioia del Signore.
Barbara
Versetto del Giorno
Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna.
Galati 6:8
Memoria
Nel 1968, in questo giorno, si celebrava, il funerale di Padre Pio da Pietrelcina.
25 settembre, 2023
Memoria Nel 1988, in questo giorno, salivano, al Cielo, il GIUDICE ANTONIO e suo figlio STEFANO SAETTA
Memoria
Nel 1988, in questo giorno, salivano, al Cielo, il GIUDICE ANTONIO e suo figlio STEFANO SAETTA
La loro, Memoria, sia una benedizione, pr tutti noi.
✝ Pensiero del 25 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, TU, hai portato, molti frutti, in Dio, Fede, Carità, Amore e Giustizia.
Dai, un abbraccio anche da parte mia, ad Antonio Saetta ed a suo figlio Stefano. Grazie di cuore.
Barbara
Versetto del Giorno
Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Giovanni 15:1-2
Memoria
Nel 1988, in questo giorno, salivano, al Cielo, il GIUDICE ANTONIO e suo figlio STEFANO SAETTA
24 settembre, 2023
✝ Pensiero del 24 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, beato l'uomo, che cammina, al suo fianco ed affida la sua vita, sotto la sua tutela, beato l'uomo, che ha timore di Dio.
Barbara
Versetto del Giorno
Alleluia. Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore.
23 settembre, 2023
Oggi, si festeggia e si ricorda, il nome di Rebekka Rebling-Brilleslijper, in arte Lin Jaldati
Oggi, si festeggia e si ricorda, il nome di Rebekka Rebling-Brilleslijper, in arte Lin Jaldati
MEMORIA DI SALVO D'ACQUISTO APPARTENENTE ALL'ARMA DEI CARABINIERI
RICORDIAMO SALVO D'ACQUISTO, uomo simbolo dell'Arma dei Carabinieri ed eroe nazionale, si offrì in cambio della vita di 22 civili rastrellati dai nazisti per rappresaglia.
San Pio da Pietrelcina
San Pio da Pietrelcina
2 maggio 2000, Roma, papa Giovanni Paolo II
16 giugno 2002, Roma, papa Giovanni Paolo II
Ma poi, in concreto, per lui la vita fu un lungo calvario che egli visse unendosi a Cristo per la salvezza delle anime, fedele a un programma di vita, che egli aveva così espresso nell'immagine ricordo della sua prima messa: «Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d'amore, con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta».
Francesco Forgione (così si chiamava padre Pio prima di indossare il saio francescano) nacque il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, piccolo paese di contadini e pastori della provincia di Benevento. I genitori, ambedue analfabeti, pur sudando sui campi, non riuscivano a sfamare la copiosa nidiata che avevano messo al mondo (sette figli). Tanto che papà Orazio un giorno si imbarcò per l'America sperando in una sorte migliore. Gli andò bene, lavoratore instancabile e avveduto, riuscì a mettere insieme una discreta fortuna.
Alla famiglia intanto badò mamma Maria Giuseppa. Forte e ricca di fede, aveva una predilezione per il piccolo Francesco, perché era il più gracile, spesso in preda a misteriose e violente febbri, e dotato di una fine sensibilità religiosa che lo portava a ricercare luoghi solitari per dedicarsi alla preghiera. E si chiedeva, mamma Maria, che cosa avrebbe potuto fare da grande quel suo figliolo così gracile. Risolse lui stesso il problema. Indicando con la mano il frate cappuccino venuto per la questua, disse: «Voglio farmi frate, come fra Camillo».
Nel 1903, indossando il saio francescano nel convento dei cappuccini di Morone, iniziava il cammino di preparazione alla vita religiosa e sacerdotale che si concluse il 10 agosto 1910. E non fu un cammino facile: le misteriose malattie che lo avevano tormentato a casa, continuarono con assalti di una virulenza tale da far temere che non sarebbe mai giunto vivo all'ordinazione, tant'è vero che, non appena ebbe l'età minima richiesta dal diritto canonico, fu consacrato sacerdote.
Con gli sgargianti paramenti sacri addosso pareva ancora più debole ed emaciato, tanto che i superiori ebbero compassione di lui e, anziché inserirlo subito nell'attività pastorale, lo mandarono a Pietrelcina, sperando che l'aria di casa gli avrebbe fatto tornare un po' di forze; qui invece il giovane frate imboccava dritto la strada di quel calvario che percorrerà per tutta la vita.
Il 5 agosto 1918 gli apparve un misterioso personaggio che gli trafisse il cuore con un dardo infuocato, mentre il 20 settembre riceveva le stimmate, inizialmente invisibili. «Ero in coro "ha raccontato lui stesso" dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso da un riposo simile a un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni nonché le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. Vi subentrò subito una grande pace. E mentre tutto questo si andava operando, vidi innanzi un misterioso Personaggio, simile a quello visto il 5 agosto, che si differenziava solamente in questo: aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista mi atterrì. Mi sentii morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sbalzare dal petto. Il Personaggio si ritirò e io mi avvidi che mani, piedi e costato erano trasformati e grondavano sangue».
Un fatto mistico accompagnato da dolore fisico acuto e lacerante. Ma sopportabile. Più profondo e più lacerante fu il dolore provocato invece dai giudizi, dai sospetti e dalle condanne che gli vennero da istituzioni ecclesiastiche, da confratelli e da ambienti scientifici per i quali le ferite del frate del Gargano erano frutto di isterismo.
Scienziati di ogni tipo, inviati da organismi religiosi e dallo stesso Vaticano, si accanirono per dimostrare che i fenomeni attribuitigli non avevano alcuna origine soprannaturale. E riuscirono a convincere il Sant'Uffizio, promotore di una delle inchieste più clamorose durante il pontificato di Pio XI, che si trattava di fenomeni isterici. E gli arcigni monsignori del Vaticano nel 1923, con un apposito decreto, vietavano al frate di Pietrelcina di dire la messa in pubblico e di confessare i fedeli. Un'atroce tortura, durata una decina d'anni, che padre Pio visse in silenzio, senza protestare, rifugiandosi nella preghiera e nella penitenza.
La gente, che non aveva mai messo in dubbio l'origine soprannaturale di quelle misteriose piaghe, quando cessò l'ostracismo, riprese a salire la mulattiera che conduceva al convento per ascoltare la messa celebrata dal frate delle stimmate.
Padre Pio definiva la messa «il mistero tremendo». Ed era per lui un momento di grande emozione spirituale: il volto trasfigurato, gli occhi luminosissimi, il corpo rapito oltre il tempo e lo spazio. Ma anche per quanti la seguivano era un momento di rara tensione e, dopo la messa, facevano la coda davanti al suo confessionale per accedere al sacramento del perdono e per chiedergli di intercedere per loro presso Dio. E c'era chi se ne andava deluso o irritato, e chi interiormente trasformato. Molte le conversioni anche di personaggi notissimi al grande _pubblico che verso il frate stigmatizzato nutrirono sempre profonda riconoscenza e devozione. Padre Pio, uomo di grande carità e umiltà, aveva anche il dono di leggere nei cuori, «sentiva» se chi lo avvicinava era sincero o ambiguo; per qucsto con alcuni era buono e con altri spicciativo o addirittura burbero. Invitava tutti comunque a pregare sempre, a essere in continuo contatto con il Signore.
Nel 1940, mentre il mondo era alle prese con il terribile dramma della guerra, nascevano su suo invito i «Gruppi di preghiera», un'istituzione che presto si diffuse proficuamente in tutto il mondo. «La preghiera "aveva detto ai suoi confratelli" è la chiave dei tesori di Dio, è l'arma del combattimento e della vittoria in ogni lotta per il bene e contro il male».
Nel medesimo anno, spinto da un grande amore per il prossimo, soprattutto per quanti erano afflitti dalla malattia, metteva in moto un movimento di carità e di solidarietà per poter realizzare una struttura ospedaliera a servizio dei malati poveri. L'idea si concretizzava nel 1956 con l'inaugurazione della Casa sollievo della sofferenza, destinata a diventare uno degli ospedali meglio attrezzati del Meridione, nel quale lavorano luminari della medicina e dove tutti sono invitati a vedere nel malato e nel povero il volto stesso di Gesù.
Tra i tanti doni di cui era dotato, padre Pio ebbe anche quello di prevedere il tempo della sua morte. Un giorno, ed eravamo nel 1918 quando aveva appena ricevute le stimmate, disse a uno che frequentava il convento: «Coraggio: abbiamo ancora cinquant'anni davanti». E cinquant'anni dopo, 1968, mentre con i devoti si accingeva a commemorare il mezzo secolo dall'evento, padre Pio avvicinò quel fedele e con un filo di voce gli sussurrò: «Cinquant'anni sono passati».
La domenica 20 settembre si fece gran festa, padre Pio celebrò messa e poi si affacciò a benedire i pellegrini che erano accorsi in gran numero. Fu l'ultima volta che lo videro vivo, perché la notte del 23, dopo aver recitato per intero il rosario, moriva.
La gente lo venerò come un santo, prima ancora che la chiesa si esprimesse in tal senso. Il convento e la chiesa dove celebrava messa sono diventati ben presto meta di incessanti pellegrinaggi e luogo di preghiera, di carità e di conversione. Il cammino verso gli altari, però, fu più tortuoso. Coloro che lo avevano avversato in vita, anche per motivi poco nobili (leggi: l'uso delle tante offerte che la gente inviava per le sue iniziative di carità), misero molti pali tra le ruote.
Ma alla fine la verità sulla sua santità ha avuto il sopravvento. Padre Pio, che definiva se stesso «un frate che prega», è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, che nutriva per lui grande devozione, il 2 maggio del 2000, e due anni dopo, il 16 giugno 2002 lo stesso Pontefice in piazza San Pietro, lo proclamò Santo e ne stabilì la memoria liturgica per il 23 settembre, "giorno della sua nascita al cielo".
Il luglio 2004 fu inaugurata la nuova grande chiesa a S. Giovanni Rotondo progettata dal celebre architetto Renzo Piano.
PRATICA. Riflettiamo sulle parole di San Pio, (ASN, 15): "La vita non è che una perpetua reazione contro se stessi e non si schiude in bellezza, che a prezzo del dolore. Tenete sempre compagnia a Gesù nel Getsemani ed egli saprà confortarvi nelle ore angosciose che verranno".
PREGHIERA. O Dio, per la tua misericordia e per i meriti di questo tuo grande santo, concedi anche a noi una fede capace di scorgere nei poveri e nei sofferenti il volto di Gesù. Insegna anche a noi l'umiltà del cuore, perché in tuo nome, scopriamo la gioia di perdonare i nostri nemici.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Pio da Pietrelcina (Francesco) Forgione, sacerdote dellOrdine dei Frati Minori Cappuccini, che nel convento di San Giovanni Rotondo in Puglia si impegnò molto nella direzione spirituale dei fedeli e nella riconciliazione dei penitenti ed ebbe tanta provvidente cura verso i bisognosi e i poveri da concludere in questo giorno il suo pellegrinaggio terreno pienamente configurato a Cristo crocifisso.
✝ Pensiero del 23 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, TU, sei un faro di luce, nel mio sentiero.
Barbara
Versetto del Giorno
Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio.
MEMORIA DI SALVO D'ACQUISTO APPARTENENTE ALL' ARMA DEI CARABINIERI
22 settembre, 2023
✝ Pensiero del 22 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, Dai un abbraccio immenso, a mia nonna Maria, che oggi, avrebbe compiuto gli anni ed anche a mio nonno, che ieri, è stato, un giorno importante, anche per noi, in famiglia. Grazie di cuore.
Barbara
Versetto del Giorno
Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo.
I Timoteo6:7-8
21 settembre, 2023
Memoria Nel 1990, in questo giorno come oggi, saliva al Cielo il Giudice Rosario Angelo Livatino
IL TUO MARTIRIO
Il meriggio continuò a correre
nella grande valle dei tuoi sentimenti
e la foschia non percosse
il limpido cielo dei tuoi ideali.
Ma fu spargimento del tuo sangue innocente.
Un fiume di violenza lo sommerse
nessun argine riuscì a trattenerne la furia.
Fu buio.
Fu tempesta.
Fu uragano.
Il tuo corpo fu travolto
ma la tua anima s’alzò in volo.
Il sole trasformò il tuo sangue innocente
in papaveri rossi come il fuoco
e fece germogliare dal tuo cuore
candidi fiori di presagio.
Dalla tua terra si alzarono
parole di luce.
La tua gente depose
il tuo martirio
sulle strazianti ferite
delle madri.
L’aurora alitò il suo respiro
sul dolore.
Fu l’attesa di un nuovo giorno.
Giuseppina Mira
Nel 1990, in questo giorno come oggi, saliva al Cielo il Giudice Rosario Angelo Livatino
San Matteo
San Matteo
autore: Caravaggio anno: 1602 titolo: San Matteo e l'angelo luogo: Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma |
Salerno, Nichelino, Mirano, Molinella, Riese Pio X, Fabrica di Roma, Montenero di Bisaccia, Albanella, Asiago, Gattatico >>> altri comuni
Giudeo di nascita, figlio di Alfeo, secondo S. Marco egli esercitava il mestiere di gabelliere in Cafarnao. Quando il Maestro Divino gli disse di seguirlo, stava appunto seduto al banco delle gabelle sulle rive del lago. Ecco il tratto evangelico : « E Gesù tornò verso il mare; e tutto il popolo andava a lui e li ammaestrava. E nel passare vide Levi d'Alfeo, seduto al banco della gabella, e gli disse : Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo segui ».
Mirabile generosità! Matteo aveva un ufficio che gli assicurava una certa agiatezza. Ma questa pronta rinuncia ai beni per seguire Gesù gli meritò una tale abbondanza di grazia da raggiungere le più alte cime della perfezione cristiana. S. Matteo ebbe in seguito la fortuna di ospitare in casa sua il Salvatore, onde i Farisei si scandalizzarono moltissimo, perché Gesù mangiava coi pubblicani e coi peccatori. Ma conosciamo la solenne risposta di Gesù: « Non son venuto per i sani, ma per i malati ».
Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecóste, predicò il Vangelo nella Giudea e nelle contrade vicine e poco dopo la dispersione degli Apostoli per il 'mondo, scrisse il Vangelo destinato ai Giudei.
S. Matteo, siccome scriveva per i suoi connazionali, volle dimostrare che Gesù Crocifisso era il Messia aspettato, il Redentore d'Israele profetato dalle Scritture. Ad ogni passo infatti si trova l'espressione: « Come è stato scritto da Isaia profeta, dai profeti », ecc. ecc.; e minuziosamente prova come le profezie e le promesse dell'Antico Testamento si siano compiute in Gesù Cristo.
Predicò poi il Vangelo nell'Africa, in Etiopia, e si sa per testimonianza di Clemente Alessandrino, che praticava l'esercizio della contemplazione e conduceva vita austerissima, non mangiando altro che erbe, radici e frutta selvatica.
Fu trucidato da una squadra di feroci pagani, mentre celebrava il santo sacrificio. Le sue reliquie furono trasportate dopo trecento anni in Bretagna, e di qui nella sontuosissima cattedrale a lui dedicata nella città di Salerno.
autore Caravaggio anno 1599-1600
Come gli altri Evangelisti, anche S. Matteo è figurato dai quattro misteriosi animali descritti dal profeta Ezechiele, e nell'Apocalisse da S. Giovanni. È comune sentenza dei Ss. Padri della Chiesa che l'animale che aveva la figura quasi d'uomo raffigura S. Matteo, il quale appunto comincia il Vangelo colla generazione temporale di Gesù.
PRATICA. Ad onore di S. Matteo leggiamo oggi un tratto di Vangelo.
PREGHIERA. Ci vengano in aiuto, o Signore, le preghiere del tuo beato apostolo ed evangelista Matteo, affinché ciò che non ottengono le nostre forze, ci sia donato per sua intercessione.
MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l'ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell'Antico Testamento.
autore Fernando Gallego anno 1492
IL TETRAMORFO
Il tetramorfo è una raffigurazione iconografica di “Quattro esseri viventi” citati nell’Apocalisse accanto al Trono dell’Altissimo e divenuti simbolo degli Evangelisti, derivano dalle creature dal quadruplice aspetto descritte dal profeta Ezechiele nel racconto della sua visione: “Avevano sembianza umana, ma ciascuno quattro volti e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e i piedi simili agli zoccoli di un bue, lucenti come bronzo fuso. Di sotto le ali, ai lati apparivano mani d’uomo; tutti e quattro avevano lo stesso aspetto e identiche ali. Il loro aspetto era: davanti d’uomo, di leone a destra, di bue a sinistra e di aquila dietro.”Sant'Ireneo di Lione fu il primo a collegare il quaternario con i Vangeli, specificando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa.
Fu invece san Girolamo ad associare gli “animali” agli Evangelisti:
- il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione ed è simboleggiato dall'uomo simili ad un angelo, probabilmente perché egli insiste, con la genealogia, sull’umanità di Gesù;
- Marco è raffigurato con un leone il suo racconto comincia con la figura del Battista, “Voce di uno che grida nel deserto”;
- Luca è simboleggiato con un bue ovvero con un vitello, simbolo del sacrificio di Zaccaria che apre il vangelo;
- Giovanni, infine viene raffigurato con un'aquila, compie con il suo Prologo al Vangelo con una visione maggiormente spirituale e teologica, rivolta verso l'Assoluto.
ICONOGRAFIA
Nell'iconografia San Matteo viene raffigurato come un uomo anziano e barbuto, mentre scrive il suo Vangelo, molto spesso chinato e appoggiato su un tavolo. Il suo attributo iconografico è sempre un angelo, che lo aiuta a scrivere il vangelo come nella magnifica tela di Vincenzo Campi artista cremonese del XVI sec.
autore Vincenzo Campi anno 1588
Talvolta è raffigurato durante la sua attività di esattore come nell'opera del Guercino.
autore Caravaggio anno 1600
San Matteo è anche spesso riprodotto durante il suo martirio come nella tela di Cloude Vignon o la tela del Caravaggio.
autore Claude Vignon anno 1617
✝ Pensiero del 21 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, il TUO MARTIRIO, è anche il nostro. Ti amo, amore mio.
Barbara
Versetto del Giorno
Chi custodisce il comando custodisce se stesso, chi trascura la propria condotta morirà.
Proverbi 19:16
Memoria
Muore il GIUDICE LIVATINO, in un agguato.
Giovedì – 24.a Tempo Ordinario – Festa SAN MATTEO APOSTOLO EVANGELISTA
Meditazione del Vangelo – Mt 9,9-13
La luce che sprigiona il Seguimi rivolto a Matteo lascia a bocca aperta ogni volta che ci si accosta a questo celebre passo. La parola è semplice, l’immagine è radiosa. Gesù arriva, vede Matteo, lo chiama a Sé e lui, il pubblicano, si alza e lo segue. In pratica, fa esattamente quanto gli ha proposto Gesù, un gesto tanto semplice e rapido quanto rivoluzionario, per sé, la sua vita e chi gli sta intorno. È la vocazione, nel suo significato letterale di chiamata. Ma vale la pena di provare a cambiare per un attimo prospettiva, e soffermarsi anche sugli altri dettagli che compongono la scena. Fa pensare, ad esempio, il fatto non irrilevante che Gesù decida di chiamare con sé Matteo mentre quest’ultimo era seduto al banco delle imposte. Ecco la grandezza e l’anticonformismo radicale di Gesù, che non si accontenta di stringere accanto a sé un uomo considerato peccatore perché esattore delle tasse, ma decide di chiamarlo proprio mentre sta compiendo quello stesso lavoro che è fonte di peccato. La misericordia infinita di Gesù, specchio fedele di quella del Padre, e così grande da far sì che arrivi fin nell’abisso più profondo del peccato per riportare a galla e aprire verso l’alto anche chi si considera un peccatore senza speranza di redenzione. Il messaggio è chiaro: la possibilità di redenzione c’è, e Gesù stesso viene a mostrarla. Una pagina di coraggio, dunque, ma anche di grande speranza. Perché se Gesù ha teso la sua mano verso Matteo la tende a tutti, anche a noi. Ma qual è la reazione? È immediata e spontanea come quella di Matteo? Raramente, troppo raramente. Nel buio più cupo avvistiamo un raggio di luce, una possibilità di redenzione, però poi arrivano i timori, la paura di perdere poche certezze in cambio di chissà quali incognite. Eppure proprio le parole pronunciate da Gesù in questo stesso brano, un Gesù che prende le difese di Matteo e assicura che Misericordia io voglio, e non sacrificio, dovrebbero essere la garanzia migliore. Il rischio c’è, ma Gesù chiama e non tradisce dopo la chiamata; esiste forse assicurazione migliore?
Nel Vangelo odierno Matteo stesso racconta la propria chiamata da parte di Gesù. San Gerolamo osservava che soltanto lui, nel suo Vangelo, indica se stesso con il proprio nome: Matteo; gli altri evangelisti, raccontando lo stesso episodio, lo chiamano Levi, il suo secondo nome, probabilmente meno conosciuto, quasi per velare il suo nome di pubblicano. Matteo invece insiste in senso contrario: si riconosce come un pubblicano chiamato da Gesù, uno di quei pubblicani poco onesti e disprezzati come collaboratori dei Romani occupanti. I pubblicani, i peccatori chiamati da Gesù fanno scandalo.
Matteo presenta se stesso come un pubblicano perdonato e chiamato, e così ci fa capire in che cosa consiste la vocazione di Apostolo. È prima di tutto riconoscimento della misericordia del Signore.
Negli scritti dei Padri della Chiesa si parla sovente degli Apostoli come dei "principi"; Matteo non si presenta come un principe, ma come un peccatore perdonato. Ed è qui ripeto il fondamento dell'apostolato: aver ricevuto la misericordia del Signore, aver capito la propria povertà e pochezza, averla accettata come il "luogo" in cui si effonde l'immensa misericordia di Dio: "Misericordia io voglio; non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori".
Una persona che abbia un profondo sentimento della misericordia divina, non in astratto, ma per se stessa, è preparata per un autentico apostolato. Chi non lo possiede, anche se è chiamato, difficilmente può toccare le anime in profondità, perché non comunica l'amore di Dio, l'amore misericordioso di Dio. ~ vero Apostolo, come dice san Paolo, è pieno di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, avendo esperimentato per se stesso la pazienza, la mansuetudine e l'umiltà divina, se si può dire così: l'umiltà divina che si china sui peccatori, li chiama, li rialza pazientemente.
Domandiamo al Signore di avere questo profondo sentimento della nostra pochezza e della sua grande misericordia; siamo peccatori perdonati. Anche se non abbiamo mai commesso peccati gravi, dobbiamo dire come sant'Agostino che Dio ci ha perdonato in anticipo i peccati che per sua grazia non abbiamo commesso. Agostino lodava la misericordia di Dio che gli aveva perdonato i peccati che per sua colpa aveva commesso e quelli che per pura grazia del Signore aveva evitato. Tutti dunque possiamo ringraziare il Signore per la sua infinita misericordia e riconoscere la nostra povertà di peccatori perdonati, esultando di gioia per la bontà divina.
Giovedì 21 Settembre
S. Matteo ap. ev. (f); S. Giona profeta; S. Maura
24.a del Tempo Ordinario
Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13
Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
ed ai confini del mondo il loro messaggio.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.
20 settembre, 2023
✝ Pensiero del 20 settembre 2023
✝
SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro ROSARIO ANGELO, non c’è fede, senza cedibilità e non c’è credibilità, senza fede.
Barbara
Versetto del Giorno
Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù, per le opere buone che Dio ha predisposto, perché noi le praticassimo.
Efesini 2:10