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02 aprile, 2021

Passato e Presente - Alessandro Barbero - Gli ultimi giorni di Gesù


Passato e Presente - Alessandro Barbero - Gli ultimi giorni di Gesù

Il Beato Rolando Maria Rivi scrisse nel Venerdì Santo del 1945

 Il Beato Rolando Maria Rivi scrisse nel Venerdì Santo del 1945

Il Venerdì, baciando il Crocifisso, ha ripetuto l’offerta al suo grande Amico: “Tutta la mia vita per Te, o Gesù, per amarti e farti amare”.



01 aprile, 2021

Messa Crismale

 Giovedì 1 aprile 2021, alle ore 9.30, dalla Cattedrale di Reggio Emilia il Vescovo Massimo Camisasca presiede la Messa Crismale.


Omelia della Messa in Coena Domini

Cattedrale di Reggio Emilia
01-04-2021

Cari fratelli e care sorelle,

la tradizione della Chiesa fa risalire al Giovedì Santo, e precisamente proprio a questo momento che stiamo vivendo, quello della cena del Signore arricchito dal preparativo della lavanda dei piedi, l’istituzione del sacerdozio ordinato e dell’Eucarestia.

Sorgono tante domande che vorrei qui soltanto accennare per poi rispondere.

Quando e perché Gesù ha voluto il sacerdozio ordinato? Il termine è naturalmente più recente, ma la sostanza è antica e, secondo la Chiesa, risale proprio a Gesù. E perché lo ha istituito? Non aveva detto Gesù stesso poche ore prima distruggerò il tempio?

E dunque, se non c’era più tempio non c’era più necessità di sacerdozio. Non aveva Gesù combattuto contro la classe sacerdotale accusandola di ipocrisia, di usurpazione del potere? Non aveva Gesù combattuto ciò che la classe sacerdotale faceva? I sacrifici, il culto mosaico? Non si sentiva in quei momenti un’atmosfera di fine del tempo?

Gli evangelisti stessi sembrano non presentare Gesù come sacerdote. Sarà la lettera agli Ebrei che esplicitamente dirà perché sia lecito, anzi necessario, attribuire a Gesù il titolo di sacerdote.

Per quanto riguarda l’Eucarestia: che bisogno c’è dell’Eucarestia? Gesù non aveva promesso il dono dello Spirito che avrebbe donato abbondantemente dopo la sua salita al cielo? Non basta lo Spirito a fare di noi una cosa sola? C’è qualcosa oltre la Trinità?

Sono domande che sono state poste durante la storia della Chiesa e a cui la Chiesa ha risposto. Vogliamo raccogliere questa sera alcune di queste risposte.

Innanzitutto: perché Gesù istituisce un nuovo sacerdozio e di quale sacerdozio si tratta?

Qui ci viene in aiuto la lettera agli Ebrei. Gesù non istituisce nessun sacerdozio oltre al suo. Con la sua incarnazione, passione, morte e resurrezione, il Verbo di Dio fatto carne, diventa l’unico mediatore salvifico fra Dio e gli uomini. Tutti i sacerdozi antichi – sia quelli pagani che, con altro valore, quello ebraico – sono destituiti di ogni efficacia.

Erano tutti nobilissimi tentativi dell’uomo, anche su indicazione del Dio pedagogo, di ingraziarsi il perdono di Dio. Ma, come dice chiaramente la lettera agli Ebrei, nessun sangue di buoi o di capri può cancellare i peccati dell’uomo.

Il sacerdozio che si inaugura con Gesù è dunque un sacerdozio completamente nuovo, come è nuova l’alleanza. Questo sacerdozio nasce dal sì di Gesù al Padre, è interno a questo si. Il Figlio di Dio ha detto al Padre: “Si, voglio obbedire e voglio farlo da uomo, con una voce di uomo, con una libertà di uomo, con un corpo di uomo, per cancellare, nella mia umanità, ogni disobbedienza degli uomini’’.

In questo modo il sì di Cristo, corpo, anima e divinità diventa l’atto supremamente sacerdotale. Affinché questo atto sacerdotale potesse, dopo la salita al cielo di Gesù, comunicarsi a tutti gli spazi e a tutti i tempi della storia, Gesù ha scelto alcuni, chiamati poi apostoli, per comunicare a loro lo stesso compito di mediazione santificatrice che il Padre aveva concesso al Figlio. Il sacerdozio cristiano, dunque, nasce direttamente da Cristo, anzi dal Padre, è una sola cosa con il sacerdozio di Cristo. Non ci sono tanti sacerdoti, ce n’è uno solo, Cristo Gesù, ed Egli, per comunicare agli uomini, di tutti i tempi di tutti gli spazi, i doni del suo sacerdozio sceglie nel tempo taluni perché possano essere strada di comunicazione della sua grazia.

Il sacerdozio ordinato, dunque, è una decisione che nasce dal cuore del Padre, si manifesta nell’obbedienza del Figlio e si coagula in due parole che abbiamo ascoltato questa sera: Fate questo. L’abbiamo sentito due volte da Gesù quando spezza il pane: Questo è il mio corpo, fate questo e quando fa passare il calice, Fate questo.

Il sacerdozio nasce da lì e si raccoglie tutto lì perché tutto ciò che nasce da lì è spiegato soltanto da quella origine.

Il sacerdozio cristiano non ha certamente solo il compito di celebrare la liturgia, ma tutto ciò che nasce, nasce dalla liturgia. Così la vita diventa liturgia. La carità, l’annuncio della fede, la guida delle anime, il radunarsi del popolo, il suo influsso relativo e umanistico nella storia degli uomini: Fate questo.

Mi sono chiesto: che bisogno c’è dell’Eucarestia? Se Cristo aveva promesso lo Spirito, non bastava una Chiesa spirituale, cioè radunata dallo Spirito?

Evidentemente Gesù ha avvertito il grave pericolo che una Chiesa tutta spirituale potesse diventare una Chiesa spiritualista, evanescente, una Chiesa in cui dominasse l’arbitrio delle coscienze e dei pensieri degli uomini. Egli, invece, ha voluto una Chiesa in cui si perpetuasse la presenza del Suo corpo come punto di rifermento e di aggregazione della Chiesa stessa.

Se è vero che il Suo corpo è in cielo accanto al Padre, è altrettanto vero che il Suo corpo risorto è anche sulla terra. Ed è sulla terra in molti modi. Il modo sommo della presenza del Suo corpo sulla terra è la comunità cristiana. Ma in funzione della comunità cristiana, per il suo sorgere, per il suo perdurare, per la sua purificazione Gesù ha voluto l’Eucarestia e cioè la presenza della Sua carne, del Suo sangue sotto il velo del pane e del vino.

L’Eucarestia, perciò, ci fa comprendere che cosa sia la Chiesa e quale sia il metodo di Dio nella storia dell’uomo. Se noi la guardiamo soltanto con i nostri occhi di uomini e di donne possiamo anche non comprenderne niente, ma se noi siamo introdotti dalla fede allora si aprono davanti a noi orizzonti immensi e luminosi.

Il primo è l’orizzonte della carità. Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo figlio unigenito e il Figlio ha tanto amato il mondo da non lasciarlo solo. Salito al cielo alla destra del Padre ha lasciato i segni eucaristici del suo corpo e del suo sangue, è rimasto in mezzo a noi, è qui, è presente.

In secondo luogo l’Eucarestia ci insegna che la comunicazione d Cristo avviene nel silenzio, nel nascondimento. Prima di essere luce è adorazione. Prima di essere trasformazione esteriore della nostra mente e del nostro cuore, è offerta di sé.

Sacerdozio ed Eucarestia sono i doni imprevedibili e imprevisti di Gesù alla Sua Chiesa, sono l’asse portante della vita della Chiesa, affinché la Chiesa sia.

Sacerdozio ed Eucarestia sono destinati a terminare con il terminare del tempo. Nell’eterno non ci saranno sacerdozio ed Eucarestia, ma ci sarà il frutto dell’Eucarestia: la carità.

San Paolo dice che la carità, delle tre virtù, è quella che resterà. È vero, perché la fede sarà sostituita dalla visione e la speranza dalla realizzazione, ma la carità è il contenuto del Paradiso e l’anticipazione della carità è l’Eucarestia. E il sacerdozio ordinato è in funzione dell’Eucarestia: Fate questo.

Dovesse sparire il sacerdozio ordinato, sparirebbe la Chiesa. Là dove non c’è Eucarestia non c’è Chiesa.

Questo inizio del triduo santo deve essere un inno di ringraziamento a Dio per questi due grandi doni, deve essere un inno di supplica perché il popolo cristiano torni a comprendere il valore fondamentale per la propria vita del sacerdozio ordinato e dell’Eucarestia. Supplica perché innanzitutto i preti comprendano il valore del sacerdozio e dell’Eucarestia.

Si parla di evangelizzazione che è il compito supremo della Chiesa. L’Eucarestia è uno strumento privilegiato di evangelizzazione, è il silenzio luminoso di Cristo che attrae tutti a sé. Guai a chi contrappone evangelizzazione e sacramenti! Non c’è possibilità di entrare nella luce dei sacramenti se non c’è la fede e quindi se non c’è l’evangelizzazione. Ma da che cosa è sostenuta la fede? da cosa è sostenuta la carità se non dai sacramenti della Chiesa?

Perciò un inno di lode, di gratitudine e di supplica si deve levare da tutti noi questa sera al Signore, soprattutto di supplica per le vocazioni sacerdotali. Possiamo discutere all’infinito sulle cause della riduzione delle vocazioni sacerdotali, ma una è quella fondamentale: l’acerbità della fede delle nostre comunità. Là dove non c’è fede o la fede è piccola non si sente la necessità dell’Eucarestia e perciò del sacerdozio. Là dove c’è la fede il sacerdozio rifiorisce.

Chiediamo per la nostra Chiesa e per tutta la Chiesa che tutti tornino a meditare i grandi doni del sacerdozio e dell’Eucarestia dati da Cristo alla Chiesa.

 

Amen.

 

✝ Massimo Camisasca FSCB

Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla



Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Per Cristo, con Cristo ed in Cristo....."

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Per Cristo, con Cristo ed in Cristo.....":   Per Cristo, con Cristo ed in Cristo....." "Se la gente conoscesse il valore dell’Eucaristia, l’accesso alle chiese dovrebbe esse...





Il Beato Rolando Maria Rivi scrisse nel Giovedì Santo del 1945

 Il Beato Rolando Maria Rivi scrisse nel Giovedì Santo del 1945

Il Giovedì Santo del 1945 scrisse: “Grazie Gesù perché ci hai donato te stesso nell’Ostia Santa e rimani sempre con noi… Aiutami a ritornare presto in seminario e diventare sacerdote…”.


Agnus Dei

 Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.

Latino

«Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem».

Italiano

«Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace».








27 marzo, 2021

27 novembre 2020 27 marzo 2021 quattro mesi senza don Antonio Maffucci (FSCB)

 27 novembre 2020 27 marzo 2021 quattro mesi senza don Antonio Maffucci (FSCB)

DON ANTONIO MAFFUCCI (FSCB) NELLA LUCE DEL SIGNORE. CHI VIVE NEL SIGNORE, E NEL CUORE DI CHI CORSERVA LA MEMORIA, VIVE IN ETERNO.



REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.

21 marzo, 2021

Oggi, nel vero transito celeste di san Benedetto da Norcia, SALIVA AL CIELO Madre Anna Maria Canopi (OSB) DI DUE ANNI FA

 Oggi, nel vero transito celeste di san Benedetto da Norcia, SALIVA AL CIELO Madre Anna Maria Canopi (OSB) DI DUE ANNI FA

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.
L’ETERNO RIPOSO
L’eterno riposo dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace. Amen.




Oggi 21 marzo è la giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale

 L' 11 aprile 1944 Anne Frank scriveva: ′′ Ci è stato ricordato fortemente il fatto che siamo ebrei in catene, incatenati in un punto, senza alcun diritto, ma con mille obblighi. Dobbiamo mettere da parte i nostri sentimenti, dobbiamo essere coraggiosi e forti, sopportare disagi senza lamentarci, fare tutto ciò che è in nostro potere e avere fiducia in Dio. Un giorno questa terribile guerra sarà finita. Arriverà il momento in cui torneremo ad essere persone e non solo ebrei! '





Ogni discriminazione - qualunque forma essa prenda - è malvagia e il mondo può andare a pezzi per questo motivo.
Janny Brandes-Brilleslijper



18 marzo, 2021

Oggi, 18 Marzo, NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID - 2

 Oggi, 18 Marzo, NELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID - 2

IO RICORDO TUTTI I PRETI, SUORE E VESCOVI, DI TUTTE DIOCESI D'ITALIA E NEL MONDO, MORTI NELLA PANDEMIA.

REQUIEM AETERNAM

Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,

et lux perpétua lúceat eis.

Requiéscant in pace. Amen.

L’ETERNO RIPOSO

L’eterno riposo dona loro, o Signore,

e splenda ad essi la luce perpetua.

Riposino in pace. Amen.

La preghiera per la Giornata nazionale istituita per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia di coronavirus Covid-2


𝘚𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳𝘦 𝘗𝘢𝘥𝘳𝘦 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘰 𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪𝘰𝘴𝘰,

𝘢𝘴𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘵𝘶𝘦 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘵𝘶𝘰𝘪 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪

𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘰𝘴𝘤𝘶𝘳𝘢𝘵𝘰

𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦.

𝘓𝘢 𝘗𝘢𝘴𝘲𝘶𝘢 𝘥𝘪 𝘊𝘳𝘪𝘴𝘵𝘰, 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘪,

𝘪𝘭𝘭𝘶𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦.

𝘋𝘰𝘯𝘢𝘤𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪, 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦

𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦, 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘦;

𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘤𝘪 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪, 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪,

𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘢𝘪 𝘨𝘦𝘯𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘦 𝘤𝘶𝘴𝘵𝘰𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘯𝘪.

𝘋𝘰𝘯𝘢 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘪𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘮𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘪, 𝘱𝘢𝘤𝘦 𝘦𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢 𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘮𝘶𝘰𝘳𝘦.

𝘐𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢 𝘢𝘪 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘴𝘢𝘨𝘨𝘦

𝘦 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘰𝘳𝘢.

𝘋𝘰𝘯𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘢𝘪 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪, 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘦𝘳𝘮𝘪𝘦𝘳𝘪,

𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪,

𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢,

𝘢𝘧𝘧𝘪𝘯𝘤𝘩𝘦́ 𝘴𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘰𝘴𝘪, 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪 𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘦𝘷𝘦𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪.

𝘐𝘭𝘭𝘶𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪,

𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘶𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦𝘥 𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘪 𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦.

𝘓𝘰 𝘚𝘱𝘪𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘪𝘴𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘨𝘢 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢.

𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘈𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘰 𝘗𝘢𝘥𝘳𝘦,

𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘢𝘴𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘨𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢,

𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘤𝘦, 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀.

𝘋𝘰𝘯𝘢𝘤𝘪 𝘪𝘭 𝘨𝘶𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦, 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦,

𝘦d 𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘶𝘮𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢

𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘝𝘢𝘯𝘨𝘦𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘪𝘢,

𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘤𝘪 𝘪𝘯𝘵𝘳𝘰𝘥𝘶𝘳𝘳𝘢𝘪,

𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘢𝘵𝘢 𝘝𝘦𝘳𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢, 𝘴𝘢𝘯 𝘎𝘪𝘶𝘴𝘦𝘱𝘱𝘦 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘵𝘪,

𝘢𝘭 𝘣𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘦𝘵𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘦𝘨𝘯𝘰.

𝘈𝘮𝘦𝘯.




17 marzo, 2021

Covid-19, la memoria e la speranza


Lo speciale ‘Covid 19, la memoria e la speranza’, condotto da Paola Saluzzi. Tra gli ospiti in studio: il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei; il giornalista Ferruccio De Bortoli; lo scrittore e giornalista Gigi Riva; prof. Massimo Antonelli, il direttore del Dipartimento di Emergenza, Anestesiologia e Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma. Servizi e approfondimenti a cura della redazione del Tg2000. Collegamenti con Codogno per tornare lì dove tutto è cominciato un anno fa, con il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi e il vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero.

07 marzo, 2021

Ritiro di Quaresima guidato dal Vescovo Massimo Camisasca

 A partire dalle ore 15.30 di domenica 7 marzo, dalla chiesa di San Francesco a Reggio Emilia, il Centro Comunicazioni sociali della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla trasmette il ritiro di Quaresima guidato dal Vescovo Massimo Camisasca per la fraternità di Comunione e Liberazione di Reggio Emilia. Il tema del ritiro è "Convertirsi cioè recuperare continuamente la fede". Il pomeriggio prevede la meditazione del Vescovo e si concluderà con la celebrazione della S. Messa presieduta dallo stesso monsignor Camisasca.  



04 marzo, 2021

Pandemia, campagna di preghiera lanciata da Camisasca: il testo dell’orazione

 Pandemia, campagna di preghiera lanciata da Camisasca: il testo dell’orazione


 

Ai preti, diaconi, religiosi, laici della nostra Chiesa

A tutti gli uomini e le donne di buona volontà

Cari fratelli e sorelle,

cari amici,

    da più di un anno ormai siamo attraversati da una terribile pandemia, che assume volti sempre nuovi e misteriosi. Essa scuote le nostre esistenze, ci segna con la malattia e la morte, spesso lontana e isolata, di molti nostri famigliari e amici. Ci allontana gli uni dagli altri. Ha obbligato la chiusura di tante nostre imprese. Ha allontanato i nostri ragazzi dalla scuola e dai loro amici. Ha provocato nuove, gravi povertà. Ha creato disagi psichici di gravissima portata che necessiteranno di lungo tempo per poter essere curati. Soprattutto ha indebolito la nostra speranza. Per molti, purtroppo, tutto ciò ha rappresentato una ragione sufficiente per allontanarsi dalla vita quotidiana della Chiesa, dalla catechesi, dalla celebrazione eucaristica.

                Non sappiamo quando questa pandemia terminerà. Ora sta passando di mutazione in mutazione. Speriamo che le vaccinazioni, che hanno subito rallentamenti, possano in futuro essere decisive.

Durante questi mesi abbiamo assistito al lavoro intenso e talvolta eroico di moltissimi medici e operatori sanitari, all’assistenza di tanti famigliari. Abbiamo goduto della preghiera di molta parte del popolo cristiano, in primo luogo del Papa, che ci ha spinti a confidare in Dio.

Accanto a tutto questo, si è insinuata nelle nostre menti una forma subdola di materialismo ateo che ci ha fatto rivolgere alla scienza come all’unico approccio possibile per l’affronto del male. Mentre rinnoviamo il nostro grazie agli scienziati e ai ricercatori e li invitiamo a continuare nella loro opera, siamo assieme consapevoli che la scienza non detiene le chiavi ultime della vita: esse stanno in Dio, nostro Padre, che segue, guida e corregge la nostra esistenza. Benché Egli non sia l’origine del male, in questo mondo imperfetto, segnato dal peccato e dalla morte, Dio si serve del male per la nostra conversione, per richiamarci a ciò che è essenziale, a ciò che resta, alla vita che non finisce.

Chiediamo perciò a Lui, con animo filiale e insistente, la conversione dei nostri cuori e delle nostre giornate per ottenere dalla sua misericordia la fine della pandemia. Preghiamo al mattino e alla sera, in ogni famiglia e comunità, attraverso l’intercessione di Maria Santissima e di san Giuseppe, affinché cessi questo male e sia rinnovato il bene nella nostra terra e nelle nostre vite.

Suggerisco una preghiera che, per la sua brevità ed essenzialità, può essere recitata da soli o assieme a famigliari ed amici, appena alzati, prima di dormire o all’inizio del pranzo e della cena.

 

PER LA LIBERAZIONE DALLA PANDEMIA NELLA CONVERSIONE DEI CUORI

                                                                                                                             

A Te, Signore Onnipotente e Misericordioso,

rivolgiamo la nostra supplica:

allontana da noi il peccato

che ha fatto entrare la morte nel mondo.

Conduci a te i nostri cuori

e liberaci dalla pandemia che affligge le nostre esistenze

e quelle di tanti nostri fratelli e sorelle.

Ridonaci la gioia dell’incontro,

la fatica del lavoro,

la certezza della vita che non finisce.

Riaccendi in noi la sete e la gioia per i sacramenti

della Riconciliazione e dell’Eucarestia.

Aiutaci ad essere vicini a chi soffre.

Guarisci i nostri malati,

assisti in modo particolare i nostri ragazzi e le loro famiglie.

Dona a tutti la conoscenza di Te, Padre Creatore,

del tuo Figlio Salvatore

e dello Spirito Santo Consolatore.

Per l’intercessione di Maria Santissima

e di san Giuseppe, patrono della Chiesa,

ottienici presto questa grazia

che ti chiediamo con animo fiducioso e filiale.

Gloria al Padre… (3 volte)

Reggio Emilia, 4 marzo 2021

 Massimo Camisasca FSCB

Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla


 


27 febbraio, 2021

27 novembre 2020 27 febbraio 2021 tre mesi senza don Antonio Maffucci (FSCB)

  27 novembre 2020 27 febbraio 2021 tre mesi senza don Antonio Maffucci (FSCB)


Signore,

Ti ringraziamo di averci dato un uomo,
non un Angelo come Pastore delle nostre anime.
Illuminalo con la Tua luce,
assistilo con la Tua grazia,
sostienilo con la Tua forza.
Fa che l'insuccesso non lo avvilisca
e il successo non lo renda superbo.
Rendici docili alla sua voce.
Fa che sia per noi un amico,

maestro, medico, padre.
Dagli idee chiare, concrete, possibili;
a lui la forza di attuarle, a noi la generosità
nella collaborazione.
Fa che ci guidi con l'amore, con l'esempio,
con la parola, con le opere.
Fa che in lui vediamo,
stimiamo ed amiamo Te.
Che non si perda nessuna delle anime 

che gli hai affidato.
Salvaci insieme con lui a capo della processione

dei suoi fedeli verso il cielo. Amen.

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.


10 febbraio, 2021

Rosario Livatino beato, la comunità ecclesiale: "Il coraggio d'essere cristiani"

 Rosario Livatino beato, la comunità ecclesiale: "Il coraggio d'essere cristiani"

Ecco la lunga lettera

"Il riconoscimento del martirio del nostro concittadino - dice in una nota l'Arcidiocesi - giunge come benedizione abbondante ed efficace durante il mandato episcopale del vescovo Francesco Montenegro, nostro pastore. L’Angelo della Chiesa” che è in Agrigento trovi consolazione nel sacrificio dell’annuncio del Vangelo e nel servizio alla chiesa universale, sapendo che la fatica non è vana nel Signore (cfr 1 Cor 15,58). E ancora! La Grazia in questa stagione straordinaria è sovrabbondante, perché il cammino della Chiesa diocesana è sostenuto dal Vescovo coadiutore Alessandro. La inedita presenza dei due Vescovi ci rammenta la fraternità, lo sforzo di unità nella diversità, la via della sinodalità e della corresponsabilità, il “noi” plurale ecclesiale e sociale, la autorità episcopale che guida il popolo. Seguendo il Concilio, che ci invita a leggere i segni dei tempi, la Chiesa di Agrigento è chiamata a far risuonare in “coro” e con rinnovata forza il Vangelo, che si propaga per la presenza dello Spirito Santo che suscita i santi.

E la comunità ecclesiale di Canicattì – tralcio della Vigna del Signore -, memore e forte della tradizione umana e cristiana della città, dalla propria identità evangelica e culturale, è chiamata per prima ad essere testimone del futuro beato nella vita della Chiesa e nella società civile. Mentre il giudice Livatino è un beato con la palma del martirio, suppliziato nella persecuzione mafiosa che infuria in Sicilia, tutti noi, rimasti in vita, siamo chiamati a rendere pubblica ed evidente la testimonianza evangelica. La nostra comunità, nel vantarsi di essere la culla delle fede di Rosario Livatino, deve assumere il “dolce peso” di essere martyrium, segno della vita e del sacrificio del beato Magistrato. La regola laicale del Giudice Livatino deve essere la scelta quotidiana di ognuno, di una radicale sequela di Cristo. Saranno testimoni le nostre comunità parrocchiali, chiamate a dare ragione della speranza e della carità; lo saranno i presbiteri, le religiose e i religiosi, i diaconi, i gruppi, i movimenti, gli educatori, i catechisti, che sono la ricchezza dello Spirito Santo; testimoni saranno le famiglie, i singoli che risplendono della luce di Cristo con tutta la loro personalità; testimoni lo saranno le donne e gli uomini di buona volontà che, riconoscendo in Rosario Livatino l’uomo dalle virtù eroiche, ne imitano il modello esistenziale.

Oggi più che mai, come credenti, siamo chiamati a dare sempre di più un carattere pubblico e testimoniale alla nostra esperienza di fede: nel senso che l’esperienza di fede non può essere relegata nel privato, come un accadimento personale ed intimistico. Questo atteggiamento sembra essere una forma di compromesso della modernità, dell’individualismo imperante. Con Giuseppe Lazzati tutti e ciascuno dovremmo chiederci: “Che devono, dunque, fare i cristiani nella polis, oggi?” Una polis preda della mafia, che corrompe, che condiziona e soffoca l’economia, che altera e prevalica le relazioni. È cronaca recentissima come la nostra città è ancora assalita e preda della mafia; una polis in balia del malcostume, della droga, del gioco di azzardo, di cronici deficit. Una polis che è luogo dell’umano e, quindi, luogo teologico. In questa polis siamo chiamati alla diaconia politica. In questa missione invochiamo la intercessione del novello beato Rosario Angelo Livatino, coltivando l’idea e il proposito di poterlo invocare come co-protettore della città.

Con gli omicidi del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano, del giudice Livatino, e con tutte le stragi e con tutto il sangue versato (anche quello degli stessi mafiosi) si è avuta l’impressione che il mondo sia in balia dei forti e dei potenti, ma la “buona notizia” del Vangelo sta nel far vedere come, nonostante la prepotenza e la violenza dei dominatori terreni, Dio trovi sempre il modo per realizzare il suo piano di salvezza. Anche la nostra vita a volte sembra in balia dei poteri forti, ma il Vangelo ci dice che ciò che conta, Dio riesce sempre a salvarlo, a condizione che usiamo lo stesso coraggio creativo del carpentiere di Nazaret, il quale sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza. Se certe volte Dio sembra non aiutarci, ciò non significa che ci abbia abbandonati, ma che si fida di noi, di quello che possiamo progettare, inventare, trovare. (Patris Corde, n. 5).

Un pensiero di suffragio per i genitori di Rosario Livatino, che hanno patito ai piedi della Croce di Cristo per la morte dell’adorato, unico figlio; per mons. Vincenzo Restivo, don Pietro Li Calzi, per Ida Abate e Giuseppe Carlino. Attendiamo nella preghiera, impegnandoci in un fioretto, il giorno della beatificazione, annunciato dai Vescovi per il 9 maggio prossimo venturo, in occasione della felice memoria della presenza di Giovanni Paolo II tra noi, che sarà celebrata nella venerabile e gloriosa Cattedrale di Agrigento. Vero e proprio talamo per la sposa e lo Sposo, la basilica Cattedrale è il luogo dove il Vescovo solennemente incontra il popolo, dove il Pastore consuma il sacrifico e lo offre al Padre, ubi Episcopus, ibi Ecclesia. San Gerlando, la cui festa sarà il 25 febbraio prossimo, ci ricorda che dobbiamo riconvertirci, dobbiamo ritornare a Cristo, seguendo la via dei santi. Affidiamo questa attesa a Maria Immacolata, mettiamo la nostra vita e quella della comunità Sub Tutela Dei".

09 febbraio, 2021

Comunità in festa per i 90 anni di monsignor Vezzosi

 Comunità in festa per i 90 anni di monsignor Vezzosi


Il sacerdote è l'amato parroco di Villa Aiola, ora anche cappellano della Casa di carità

MONTECCHIO. Nei giorni scorsi la comunità di Montecchio ha festeggiato il compleanno di un cittadino speciale: i 90 anni di monsignor Antenore Vezzosi, sacerdote della chiesa reggiano-guastallese e amato parroco di Villa Aiola. Anche il Comune di Montecchio gli ha dedicato un messaggio: «Auguri, don Antenore. Dio le conceda la salute e quella gioiosa speranza che a 90 anni riesce ancora ad infondere nella vita di tante persone».

Tanti i ruoli che il monsignore ha ricoperto nel suo percorso. È nato a Pantano di Carpineti l’8 febbraio 1931. Da giovane ha frequentato le scuole medie a Castelnovo Monti nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, dove più volte ha rischiato le pallottole tedesche, dovendo camminare attraverso i boschi con lo zaino in spalla, come erano soliti fare i partigiani. Dopo gli studi svolti al seminario di Marola, nel 1948 si è trasferito nel seminario di Albinea per completare il ciclo del liceo. È stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1954 nel santuario della Ghiara, a Reggio Emilia, e il giorno 11 dello stesso mese ha celebrato la prima messa solenne a Pantano di Carpineti.


Diversi i ruoli importanti che ha ricoperto anche nella sua amata Montecchio: insegnante di religione alle scuole medie, responsabile dell’oratorio, segretario della Capolo e responsabile della zona di Villa Aiola non ancora parrocchia. Solo il 20 di ottobre 1963 è diventato ufficialmente parroco della comunità di Villa Aiola.

Un momento importante per la sua carriera è stato il 18 agosto 1998, quando il Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato monsignore. Domenica scorsa, mentre don Vezzosi celebrava messa ad Aiola, tutta la comunità (presente anche il sindaco Fausto Torelli) ha fatto gli auguri, con gratitudine e riconoscenza, al suo pastore, che non ha mai smesso di guardare con fiducia al futuro.

Per l’occasione dei suoi 90 anni, un caro amico e confratello ha scritto al sacerdote un augurio speciale: «Don Antenore è un inguaribile ottimista, così ottimista da vedere i confini di ogni cosa sempre un poco più larghi; così sensibile alla giovinezza della vita da non accorgersi di invecchiare; così aperto al dialogo da apparire sempre un fiume in piena». Attualmente monsignor Vezzosi alloggia alla Casa di carità di Montecchio, dove vive e svolge il ruolo di cappellano con molta premura, portando in questi momenti difficili l’affetto della parola di Dio agli ospiti della Casa.