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17 aprile, 2024

✝ Pensiero del 17 aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, credibilità, sta giustizia, come l'amore, sta alla speranza.

Barbara

Versetto del Giorno

Temere il Signore è odiare il male: «Io, detesto, la superbia, l'arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa».

Proverbi 8:13



16 aprile, 2024

Santa Bernardette Soubirous

Santa Bernardette Soubirous





Nome: Santa Bernardette Soubirous
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Marie Bernarde Soubirous
Nascita: 7 gennaio 1844
Morte: 16 aprile 1879
Ricorrenza: 16 aprile
Tipologia: Commemorazione
Protettrice:
degli ammalati
Beatificazione:
14 giugno 1925, Roma, papa Pio XI
Canonizzazione:
8 dicembre 1933, Roma, papa Pio XI


Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d'un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell'11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c'era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furono mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d'acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l'amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell'acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d'asma, portava le calze. Pregò l'amica di prenderla sulle spalle, ma l'amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d'una nube d'oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s'inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l'Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s'univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d'oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L'apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddir mai nel descrivere la bella Signora. «vestita di bianco - diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: «Io sono l'Immacolata Concezione». «Questa risposta non ha significato», dissero coloro che ebbero il compito d'interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

«Ha detto così».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l'udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva di tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. «Son venuta qui per nascondermi», disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall'asma, respirava a fatica. «Tu soffri molto», le dicevano le consorelle. «Bisogna che sia così», rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

Morì all'età di 35 anni, il 16 aprile 1879

Bernadette fu beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata nel 1933 dallo stesso pontefice, non solo per essere stata testimone dell'apparizione mariana, ma anche per la semplicità e la santità della sua vita.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarde Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.





✝ Pensiero del 16 aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, nelle tue mani, affido il mio destino.

Barbara


Versetto del Giorno

Che diremo dunque? Continuiamo a restare nel peccato perché abbondi la grazia? È assurdo! Noi che già siamo morti al peccato, come potremo ancora vivere nel peccato?

Romani 6:1-2



15 aprile, 2024

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Campo di concentramento di Bergen-Belsen: Campo di concentramento di Bergen-Belsen Bergen-Belsen dopo la liberazione: Nel pomeriggio del 15 aprile 1945, le forze britanniche del 63º...

✝ Pensiero del 15 aprile 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, beato chi cammina, nelle vie del Signore, applicando la legge, con credibilità.

Barbara


Versetto del Giorno

Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.

Ebrei 9:22


Memoria

Nel 1912, 15 aprile, affondava, il Titanic, fu, un'immane tragedia.

Memoria

Ricorrenza del battesimo di madre Elena Aiello, era 15 aprile 1895, con i nomi Elena Emilia Santa

Memoria

Ricorrenza del funerale del funerale seminarista Rolando Maria Rivi, era 15 aprile 1945




14 aprile, 2024

Memoria di quando fu ritrovato il corpo di Rolando Maria Rivi

 Memoria

Il padre di Rolando, Roberto Rivi, accompagnato dal parroco Don Alberto Camellini, che aveva sostituito Don Olinto Marzocchini, dopo varie ricerche riuscirono a farsi dire dai partigiani dove era il corpo del ragazzo. Chi aveva premuto il grilletto dichiarò “È stato ucciso qui, l’ho ucciso io, ma sono perfettamente tranquillo”. Lo ritrovarono sotto un filo di terra; era la sera del 14 aprile 1945.



✝ Pensiero del 14 aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, proteggetemi e custoditemi, proteggetemi, e tenetemi lontano da ogni male. Grazie di cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Se contro di me, si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia.

Salmo 27:3


Memoria

Il padre di Rolando, Roberto Rivi, accompagnato dal parroco Don Alberto Camellini, che aveva sostituito Don Olinto Marzocchini, dopo varie ricerche riuscirono a farsi dire dai partigiani dove era il corpo del ragazzo. Chi aveva premuto il grilletto dichiarò “È stato ucciso qui, l’ho ucciso io, ma sono perfettamente tranquillo”. Lo ritrovarono sotto un filo di terra; era la sera del 14 aprile 1945.





13 aprile, 2024

Memoria In odio in FIDEI BEATO ROLANDO MARIA RIVI e l'abito talare

Memoria

In odio in FIDEI BEATO ROLANDO MARIA RIVI e l'abito talare

13 APRILE 1945 13 APRILE 2024


Ti ricordiamo, sempre, proteggici dal Cielo 

Barbara

Nel 2022, 13 aprile, saliva, in Cielo don Mario Galbiati sacerdote diocesano e fondatore di Radio Maria, 1988 Radio Mater 1994

 

Memoria

Nel 2022, 13 aprile, saliva, in Cielo don Mario Galbiati, sacerdote diocesano e fondatore di Radio Maria, 1988 Radio Mater 1994.



Caro don Mario, ci protegga, da lassù, ci manca.

Barbara

✝ Pensiero del 13 aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi, si fa memoria, del Martirio del beato Rolando Maria, in odio alla Fede ed Abito Talare, aiutateci, a non rinnegare mai, l'amore, verso Dio. Grazie di cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!

I Tessalonicesi 5:24


Memoria

In odio in FIDEI BEATO ROLANDO MARIA RIVI e l'abito talare

13 APRILE 1945 13 APRILE 2024


Memoria

Nel 2022, 13 aprile, saliva, in Cielo don Mario Galbiati sacerdote diocesano e fondatore di Radio Maria, 1988 Radio Mater 1994




12 aprile, 2024

San Giuseppe Moscati

 Nome: San Giuseppe Moscati





Titolo: Laico
Nome di battesimo: Giuseppe Moscati
Nascita: 25 luglio 1880, Benevento
Morte: 12 aprile 1927, Napoli
Ricorrenza: 12 aprile
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
16 novembre 1975, Roma, papa Paolo VI
Canonizzazione:
25 ottobre 1987, Roma, papa Giovanni Paolo II
Luogo reliquie:Chiesa del Gesù Nuovo

Settimo figlio di Francesco, magistrato, e di Rosa De Luca, Giuseppe nacque a Benevento il 25 luglio 1880. Ma era cresciuto a Napoli, dove la famiglia si era trasferita essendo il papà stato chiamato a svolgere la sua professione presso la Corte d'appello. Giuseppe era dotato di una vivace intelligenza ma anche di una intensa sensibilità religiosa e umana che lo portava a essere vicino a chi si trovava nel disagio e nella sofferenza.

Per fare qualcosa di concreto per loro, decise di fare il medico. Con i rimedi offerti dalla medicina avrebbe portato anche il conforto della fede. Studiò con impegno, tanto da riuscire a laurearsi a soli ventidue anni. E con il massimo dei voti. Partecipò ad alcuni importanti concorsi, che vinse, aprendosi la strada per una brillante e comoda carriera.

San Giuseppe Moscati con studenti
San Giuseppe Moscati con studenti


Ottenne l'abilitazione all'insegnamento universitario ed entrò nella prestigiosa Accademia partenopea di medicina e chirurgia. Ma poi mise tutte le sue doti di intelligenza e di cuore al servizio dei malati poveri scegliendo il posto di «medico ordinario» nell'Ospedale degli incurabili, il più antico della città. Ritenne quello il luogo ideale per poter svolgere la missione che s'era prefissato fin da ragazzino, così sintetizzata in un suo scritto: «Negli ospedali la missione dei medici è di collaborare all'infinita misericordia di Dio, aiutando, perdonando e sacrificandosi».

A questo programma ispirò la sua vita di medico, dedicandosi senza risparmio a lenire le sofferenze degli altri, sia nella quotidiana assistenza ai malati in ospedale o andandoli a visitare nei miseri tuguri dei quartieri più poveri della città, sia dedicandosi allo studio e alla ricerca per aggiornare le proprie conoscenze da porre al servizio dei malati.

Come diagnostico era bravissimo. In un tempo in cui gli strumenti di analisi e di ricerca erano quasi inesistenti, l'individuazione della malattia era affidata alla preparazione e all'intuizione del medico. E in questo la capacità di diagnosticare di Moscati sorprendeva gli stessi colleghi che vedevano nelle sue diagnosi qualcosa di miracoloso. Lui con molta umiltà rispondeva che aveva una fonte segreta cui attingeva a piene mani ed era l'eucaristia alla quale si accostava ogni giorno. Dio è l'artefice della vita, era solito dire, noi siamo suoi collaboratori, ma il più lo fa lui.

Una volta riuscì a diagnosticare l'esatta malattia di un operaio che i suoi colleghi avevano inesorabilmente dichiarato tisico: si trattava invece di un ascesso polmonare che con una cura apposita si risolse. L'operaio, felice per la salute ritrovata, volle a tutti i costi pagarlo. E Moscati: «Se proprio mi vuoi pagare, vatti a confessare perché è Dio che ti ha salvato».

Con i poveri si comportava sempre così, non accettava compensi. Caso mai, era lui a dare loro qualche soldo. Non faceva il medico per la carriera, e tanto meno per arricchirsi. Come Francesco d'Assisi aveva preso sul serio la povertà evangelica, a essa conformava la propria vita. Viveva da povero e con i poveri spartiva quello che aveva. Assisteva, ad esempio, un anziano signore che viveva in uno dei miserevoli tuguri della città, e non potendo andare a trovarlo ogni giorno, lo aveva invitato a recarsi tutte le mattine a fare colazione (avrebbe pagato lui) al bar di fronte all'entrata dell'ospedale. «Andando al lavoro gli aveva detto darò un'occhiata all'interno del caffè, se vi vedo vuol dire che tutto va bene, altrimenti verrò a farvi visita a casa».

La carità gli moltiplicava le forze, lo rendeva disponibile ai suoi malati, ai suoi poveri in qualsiasi ora del giorno e della notte e sempre in prima fila, quando calamità e tragedie colpivano la povera gente. Nel 1906 ci fu un'eruzione del Vesuvio particolarmente violenta. Molti i danni e le vittime. A Torre del Greco, uno dei paesi più colpiti, l'ospedale dove erano ricoverati gli anziani minacciava di crollare sotto il peso di quintali di cenere: bisognava sgomberare in tutta fretta i reparti. Moscati, allora giovane medico, si associò ai soccorritori lavorando duramente per trasferire malati e quant'altro era ritenuto utile: venti ore di lavoro, sotto la minaccia della lava che continuava ad avanzare lungo le pendici del vulcano. Trasferirono l'ultimo degente quando l'ospedale rovinava fragorosamente sui letti ormai vuoti.

Eruzione del Vesuvio del 1906
Eruzione del Vesuvio del 1906


Ma anche quando, nel 1911, Napoli fu colpita da una terribile epidemia di colera, il medico Moscati non risparmiò tempo ed energie: molti poveri se la cavarono, grazie alle sue cure, e altri morirono con il conforto della fede che lui aveva loro portato.

Moscati, medico buono e santo che aveva posto la sua intelligenza e il suo cuore al servizio dei poveri e dei sofferenti, morì in età ancora giovane, a soli quarantasette anni, il pomeriggio del 12 aprile 1927. La mattina si recò come al solito all'ospedale a visitare i malati. Avrebbe dovuto proseguire le visite il pomeriggio, ma i suoi pazienti lo attesero invano. Verso le quindici avvertì un intenso malore. Ritiratosi nella camera, si accasciò sulla poltrona. «Sto male», disse ai fratelli che lo avevano visto impallidire. Furono le ultime parole. Un istante dopo tornò alla Casa del Padre.

I poveri di Napoli accolsero la notizia con dolore e costernazione. Perdendo lui, perdevano un amico, un fratello. Ma guadagnavano un santo in cielo. E tale lo ritennero da subito.

Paolo VI confermò la loro certezza elevandolo nel 1975 all'onore degli altari con il titolo di beato. Fu proclamato santo nel 1987 da Giovanni Paolo Il, al termine del sinodo dei vescovi «Sulla vocazione e missione dei laici nella chiesa».

MARTIROLOGIO ROMANO. A Napoli, san Giuseppe Moscati, che, medico, mai venne meno al suo servizio di quotidiana e infaticabile opera di assistenza ai malati, per la quale non chiedeva alcun compenso ai più poveri, e nel prendersi cura dei corpi accudiva al tempo stesso con grande amore anche le anime.

✝ Pensiero del 12 aprile 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, beato l'uomo, credibile, perché agli occhi di Dio, sarà un uomo credente.

Barbara


Versetto del Giorno

Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene.

II Corinzi 9:8


Memoria

Nel 1927, 12 aprile, saliva al cielo, a causa d'un infarto, Giuseppe Moscati, il medico napoletano, che aiutava i bisognosi.



11 aprile, 2024

Nel 1975, l'11 aprile, nasceva, il piccolo Alfredino Rampi

 Nel 1975, l'11 aprile, nasceva, il piccolo Alfredino Rampi

TANTI AUGURI DI CUORE, Alfredino ti vogliamo tanto bene, sei sempre vivo nella nostra memoria.
Proteggici, insieme a tuo fratello Riccardo.
Auguri bella gioia.



Santa Gemma Galgani

 Santa Gemma Galgani


Nome: Santa Gemma Galgani
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Gemma Umberta Maria Galgani
Nascita: 12 marzo 1878, Camigliano di Lucca
Morte: 11 aprile 1903, Lucca
Ricorrenza: 11 aprile
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
14 maggio 1933, Roma, papa Pio XI
Canonizzazione:
2 maggio 1940, Roma, papa Pio XII


Gemma Galgani nacque a Camigliano di Lucca il 12 marzo 1878 da Enrico Galgani e da Aurelia Landi, ambedue ferventi cristiani. La buona madre sembrava che presentisse la sua vicina morte e perciò quando poteva stare con la cara bimba, le spiegava le verità della fede, i pregi dell'anima, la bruttezza del peccato, e la vanità delle cose del mondo. Più spesso, mostrandole il Crocifisso, le diceva: «Vedi, Gemma, questo caro Gesù è morto per noi in croce». A quella vista la fanciullina profondamente commossa piangeva. Questo piissimo sentimento di amore verso Gesù appassionato fu la caratteristica della sua vita: vita di amore e di sacrificio.

I Gentori di Santa Gemma
I Gentori di Santa Gemma


Gesù difatti l'aveva prescelta e la voleva santificare attraverso vie straordinarie, facendola partecipe dei suoi dolori ed attirandola a sè mediante vincoli di amore ineffabili.

Il 17 giugno 1887, festa del Sacro Cuore di Gesù, fece la sua prima Comunione con angelico fervore, contando nove anni di età.

Non entrò in religione quantunque lo desiderasse ma guidata prodigiosamente dalla Provvidenza Divina, dopo dolorosissime prove fu ricevuta dalla famiglia Giannini nella città di Lucca, e quivi visse fino alla morte.

Non è possibile dire in poche righe tutte le meraviglie che il Signore operò in lei: Soffrire per Gesù, con Gesù, amare soltanto Gesù, era il suo altissimo ideale. «Vada, diceva, vada chi vuole sul Monte Tabor, io me ne voglio stare con Gesù sul Calvario». E sul Calvario Gemma sbocciò come mistico fiore.

In preparazione alla comunione si recò presso le Suore Oblate dello Spirito Santo di suor Elena Guerra dove successivamente cominciò una frequentazione costante. Lì stabilì un legame profondo con la religiosa Giulia Sestini. Giulia incoraggiò Gemma ad approfondire la meditazione dei dolori di Cristo durante la sua Passione e le impartì precetti per migliorare nell'umiltà e compiere piccole penitenze. Anche dopo che Gemma lasciò l'Istituto, il loro legame rimase saldo, nonostante si vedessero raramente. Prima di morire, Gemma chiese di Giulia, dimostrando l'importanza e la profondità del legame che le univa.

Già fin dalla fanciullezza ebbe a soffrire: la malattia e la morte della madre; una dolorosissima operazione ad un piede; lo spogliamento di tutti gli averi della famiglia Galgani per cui si trovò nell'estrema miseria, ed un'altra penosissima malattia, da cui fu miracolosamente guarita. Per tanta eroica rassegnazione, Gesù le apparve e le disse: «Figlia, alla grazia che ti ho fatta stamattina (cioè la guarigione), ne seguiranno ancora molte altre maggiori. Io sarò sempre con te, io ti farò da padre, e la mamma tua sarà l'Addolorata».

A Lucca cominciò così la lunga serie delle grazie. Gesù non si lasciò vincere in generosità. Tutti i venerdì Gemma soffriva i dolori della passione del Signore, e nel 1899, due anni dopo la sua offerta col voto di perpetua verginità, fu favorita del dono delle stimmate. Con questo, resa più partecipe dei dolori di Gesù, raggiunse in breve il più alto grado della mistica. Diceva con S. Paolo: « Oggi non sono più in me, sono col mio Dio, tutta per lui ed egli è tutto in me e per me ».

Durante un periodo di malattia, Gemma sarebbe entrata in contatto con lo spirito del passionista San Gabriele dell'Addolorata, il cui influsso avrebbe plasmato il corso della sua vita. La maestra Giulia Sestini la guidò in questo percorso, incoraggiandola a chiedere immagini e reliquie del santo. Inizialmente riluttante a leggere la biografia di Gabriele, a causa dei persistenti mal di testa, Gemma alla fine la abbracciò e ne ammirò le virtù ed esempi. Secondo le sue lettere e relazioni, Gemma avrebbe avuto molte visioni di Gabriele, durante le quali avrebbe avvertito la sua presenza corporea, il calore delle sue mani e persino il suo respiro sul viso.

Godette anche la confidenza del suo Angelo Custode, il quale la liberò da molte tentazioni e portò perfino la sua corrispondenza al padre Germano, suo direttore spirituale.

Gemma Galgani si avvicinò ai padri Passionisti durante il Giubileo del 1900 dove conobbe l'anziana Cecilia Giannini, diventando parte della sua famiglia. Sotto la guida del padre Germano Ruoppolo, iniziò a scrivere la sua autobiografia. Gemma lottò contro le forze del male e ricevette da Gesù l'indicazione di fondare un convento Passionista a Lucca, desiderio che si realizzò dopo la sua morte.

Il demonio la perseguitò sotto svariatissime forme, persino apparendole nella persona di Gesù appassionato. La grazia però di cui era favorita, le fece sempre discernere i moti del maligno da quelli dello spirito buono. Consumata più dalle fiamme del divino amore che dalla malattia, se ne volava al suo celeste Sposo l'11 Aprile 1903, vigilia di Pasqua.

PRATICA. Non stiamo mai in peccato mortale, ma purifichiamo prontamente la nostra anima.

PREGHIERA. O Signore Gesù che nella vita della tua serva Gemma, hai mostrato come prediligi i semplici e gli umili, fa' che imitandola possiamo attirare anche su di noi le tue benedizioni.

PREGHIERA A S. GEMMA PER CHIEDERE GRAZIE
O cara santa Gemma, che ti sei lasciata plasmare da Cristo crocifisso, ricevendone nel tuo corpo verginale i segni della sua gloriosa Passione, per la salvezza di tutti, ottienici di vivere con generosa dedizione il nostro impegno battesimale e intercedi per noi presso il Signore affinché ci conceda le grazie desiderate.

Amen

Santa Gemma Galgani, prega per noi.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria


MARTIROLOGIO ROMANO. A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza.


ICONOGRAFIA


Nell'iconografia tradizionale, Santa Gemma Galgani è rappresentata sempre in abiti da suora passionista, spesso con un giglio in mano o intoro a se, chiaro segno della sua purezza, e soprattutto con i segni del volere di Dio sulle mani.

Santa Gemma Galgani


Altre immagini la raffigurano con un crocifisso e con un angelo che le pone la corona di spine di Cristo e sempre accompagnata da fiori di gigli.

Santa Gemma Galgani


Oppure viene raffigurata spesso come si presenta in una sua foto reale in preghiera probabilmente davanti ad un crocifisso o figura della Vergine.

Santa Gemma Galgani Foto

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✝ Pensiero del 11 aprile 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, dai un bacio, al piccolo Alfredino Rampi, anche da parte mia, oggi si fa memoria, del suo compleanno. Grazie di cuore

Barbara

Versetto del Giorno

Poiché il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro legislatore, il Signore è nostro re; egli ci salverà.

Isaia 33:22


Memoria

Nel 1975, l'11 aprile, nasceva, il piccolo Alfredino Rampi

10 aprile, 2024

Rolando Rivi

Memoria NEL 1945, VIENE RAPITO ROLANDO MARIA RIVI DAI PARTIGIANI IN ODIO ALLA FEDE

  10 aprile 1945, durante le ultime fasi della guerra di liberazione, fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo quattordicenne a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto "Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani".

Memoria NEL 1945, VIENE RAPITO ROLANDO MARIA RIVI DAI PARTIGIANI IN ODIO ALLA FEDE

✝ Pensiero del 10 aprile 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, grazie di cuore, mia dolce speranza.

Barbara


Versetto del Giorno

Il Signore sarà con voi, se voi sarete con lui; se lo ricercherete, si lascerà trovare da voi, ma se lo abbandonerete, vi abbandonerà.

II Cronache 15:2

Memoria

Nel 1895, 10 aprile, veniva, alla luce Elena Emilia Santa Aiello

NEL 1945, VIENE RAPITO ROLANDO MARIA RIVI DAI PARTIGIANI IN ODIO ALLA FEDE



09 aprile, 2024

La canzone del beato Rolando Rivi, seminarista martire


Una canzone per raccontare la breve vita terrena del beato Rolando Rivi, seminarista martire a quattordici anni (1931-1945): "Io sono di Gesù", titolo del brano, è la frase che più esprimeva la fede di questo ragazzo vivace, amante della musica e della liturgia. La canzone si piò ascoltare per intero su Spotify (https://open.spotify.com/int.../track/27YVfEAIrYadnjlptL3R6f) e su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=Lsngmfs5uX8) #iosonodigesù #beatorolandorivi #martire #chiesadireggioemiliaguastalla #musicaefede #christianmusic #compagnidiviaggio #danielesemprini

Memoria Nel 1957, il 09 aprile, si svolsero i funerali di Pierina Eugenia Morosini

 



Memoria

Nel 1957, il 09 aprile, si svolsero i funerali di Pierina Eugenia Morosini