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22 settembre, 2023

✝ Pensiero del 22 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, Dai un abbraccio immenso, a mia nonna Maria, che oggi, avrebbe compiuto gli anni ed anche a mio nonno, che ieri, è stato, un giorno importante, anche per noi, in famiglia. Grazie di cuore.

Barbara

Versetto del Giorno

Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo.

I Timoteo6:7-8



21 settembre, 2023

Memoria Nel 1990, in questo giorno come oggi, saliva al Cielo il Giudice Rosario Angelo Livatino

 IL TUO MARTIRIO

Il meriggio continuò a correre

nella grande valle dei tuoi sentimenti

e la foschia non percosse

il limpido cielo dei tuoi ideali.

Ma fu spargimento del tuo sangue innocente.

Un fiume di violenza lo sommerse

nessun argine riuscì a trattenerne la furia.

Fu buio.

Fu tempesta.

Fu uragano.

Il tuo corpo fu travolto

ma la tua anima s’alzò in volo.

Il sole trasformò il tuo sangue innocente

in papaveri rossi come il fuoco

e fece germogliare dal tuo cuore

candidi fiori di presagio.

Dalla tua terra si alzarono

parole di luce.

La tua gente depose

il tuo martirio

sulle strazianti ferite

delle madri.

L’aurora alitò il suo respiro

sul dolore.

Fu l’attesa di un nuovo giorno.

Giuseppina Mira


Nel 1990, in questo giorno come oggi, saliva al Cielo il Giudice Rosario Angelo Livatino


 


San Matteo

 San Matteo

autore: Caravaggio anno: 1602 titolo: San Matteo e l'angelo luogo: Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma
ome: San Matteo
Titolo: Apostolo ed evangelista
Nascita: I secolo a. C., Cafarnao (Galilea)
Morte: I secolo, Etiopia
Ricorrenza: 21 settembre
Tipologia: Festa
Luogo reliquie:Cattedrale di Salerno


S. Matteo, che prima si chiamava Levi, è l'autore del primo Vangelo, che scrisse in aramaico, ed è uno dei primi Apostoli che Gesù chiamò alla sua sequela.

Giudeo di nascita, figlio di Alfeo, secondo S. Marco egli esercitava il mestiere di gabelliere in Cafarnao. Quando il Maestro Divino gli disse di seguirlo, stava appunto seduto al banco delle gabelle sulle rive del lago. Ecco il tratto evangelico : « E Gesù tornò verso il mare; e tutto il popolo andava a lui e li ammaestrava. E nel passare vide Levi d'Alfeo, seduto al banco della gabella, e gli disse : Seguimi. Ed egli, alzatosi, lo segui ».

Mirabile generosità! Matteo aveva un ufficio che gli assicurava una certa agiatezza. Ma questa pronta rinuncia ai beni per seguire Gesù gli meritò una tale abbondanza di grazia da raggiungere le più alte cime della perfezione cristiana. S. Matteo ebbe in seguito la fortuna di ospitare in casa sua il Salvatore, onde i Farisei si scandalizzarono moltissimo, perché Gesù mangiava coi pubblicani e coi peccatori. Ma conosciamo la solenne risposta di Gesù: « Non son venuto per i sani, ma per i malati ».

Ricevuto lo Spirito Santo nella Pentecóste, predicò il Vangelo nella Giudea e nelle contrade vicine e poco dopo la dispersione degli Apostoli per il 'mondo, scrisse il Vangelo destinato ai Giudei.

S. Matteo, siccome scriveva per i suoi connazionali, volle dimostrare che Gesù Crocifisso era il Messia aspettato, il Redentore d'Israele profetato dalle Scritture. Ad ogni passo infatti si trova l'espressione: « Come è stato scritto da Isaia profeta, dai profeti », ecc. ecc.; e minuziosamente prova come le profezie e le promesse dell'Antico Testamento si siano compiute in Gesù Cristo.

Predicò poi il Vangelo nell'Africa, in Etiopia, e si sa per testimonianza di Clemente Alessandrino, che praticava l'esercizio della contemplazione e conduceva vita austerissima, non mangiando altro che erbe, radici e frutta selvatica.

Fu trucidato da una squadra di feroci pagani, mentre celebrava il santo sacrificio. Le sue reliquie furono trasportate dopo trecento anni in Bretagna, e di qui nella sontuosissima cattedrale a lui dedicata nella città di Salerno.

Martirio di San Matteo
titolo Martirio di San Matteo
autore Caravaggio anno 1599-1600


Come gli altri Evangelisti, anche S. Matteo è figurato dai quattro misteriosi animali descritti dal profeta Ezechiele, e nell'Apocalisse da S. Giovanni. È comune sentenza dei Ss. Padri della Chiesa che l'animale che aveva la figura quasi d'uomo raffigura S. Matteo, il quale appunto comincia il Vangelo colla generazione temporale di Gesù.

PRATICA. Ad onore di S. Matteo leggiamo oggi un tratto di Vangelo.

PREGHIERA. Ci vengano in aiuto, o Signore, le preghiere del tuo beato apostolo ed evangelista Matteo, affinché ciò che non ottengono le nostre forze, ci sia donato per sua intercessione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l'ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell'Antico Testamento.

Il Cristo benedicente
titolo Il Cristo benedicente
autore Fernando Gallego anno 1492


IL TETRAMORFO

Il tetramorfo è una raffigurazione iconografica di “Quattro esseri viventi” citati nell’Apocalisse accanto al Trono dell’Altissimo e divenuti simbolo degli Evangelisti, derivano dalle creature dal quadruplice aspetto descritte dal profeta Ezechiele nel racconto della sua visione: “Avevano sembianza umana, ma ciascuno quattro volti e quattro ali. Le loro gambe erano diritte e i piedi simili agli zoccoli di un bue, lucenti come bronzo fuso. Di sotto le ali, ai lati apparivano mani d’uomo; tutti e quattro avevano lo stesso aspetto e identiche ali. Il loro aspetto era: davanti d’uomo, di leone a destra, di bue a sinistra e di aquila dietro.”

Sant'Ireneo di Lione fu il primo a collegare il quaternario con i Vangeli, specificando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa.

Fu invece san Girolamo ad associare gli “animali” agli Evangelisti:
  • il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione ed è simboleggiato dall'uomo simili ad un angelo, probabilmente perché egli insiste, con la genealogia, sull’umanità di Gesù;

  • Marco è raffigurato con un leone il suo racconto comincia con la figura del Battista, “Voce di uno che grida nel deserto”;

  • Luca è simboleggiato con un bue ovvero con un vitello, simbolo del sacrificio di Zaccaria che apre il vangelo;

  • Giovanni, infine viene raffigurato con un'aquila, compie con il suo Prologo al Vangelo con una visione maggiormente spirituale e teologica, rivolta verso l'Assoluto.


ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Matteo viene raffigurato come un uomo anziano e barbuto, mentre scrive il suo Vangelo, molto spesso chinato e appoggiato su un tavolo. Il suo attributo iconografico è sempre un angelo, che lo aiuta a scrivere il vangelo come nella magnifica tela di Vincenzo Campi artista cremonese del XVI sec.

San Matteo scrive il suo vangelo
titolo San Matteo scrive il suo vangelo
autore Vincenzo Campi anno 1588


Talvolta è raffigurato durante la sua attività di esattore come nell'opera del Guercino.

Vocazione di San Matteo
titolo Vocazione di San Matteo
autore Caravaggio anno 1600


San Matteo è anche spesso riprodotto durante il suo martirio come nella tela di Cloude Vignon o la tela del Caravaggio.

Martirio di San Matteo
titolo Martirio di San Matteo
autore Claude Vignon anno 1617




✝ Pensiero del 21 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, il TUO MARTIRIO, è anche il nostro. Ti amo, amore mio.

Barbara


Versetto del Giorno

Chi custodisce il comando custodisce se stesso, chi trascura la propria condotta morirà.

Proverbi 19:16


Memoria


Muore il GIUDICE LIVATINO, in un agguato.

Giovedì – 24.a Tempo Ordinario – Festa SAN MATTEO APOSTOLO EVANGELISTA

Meditazione del Vangelo – Mt 9,9-13

Egli si alzò e lo seguì.

La luce che sprigiona il Seguimi rivolto a Matteo lascia a bocca aperta ogni volta che ci si accosta a questo celebre passo. La parola è semplice, l’immagine è radiosa. Gesù arriva, vede Matteo, lo chiama a Sé e lui, il pubblicano, si alza e lo segue. In pratica, fa esattamente quanto gli ha proposto Gesù, un gesto tanto semplice e rapido quanto rivoluzionario, per sé, la sua vita e chi gli sta intorno. È la vocazione, nel suo significato letterale di chiamata. Ma vale la pena di provare a cambiare per un attimo prospettiva, e soffermarsi anche sugli altri dettagli che compongono la scena. Fa pensare, ad esempio, il fatto non irrilevante che Gesù decida di chiamare con sé Matteo mentre quest’ultimo era seduto al banco delle imposte. Ecco la grandezza e l’anticonformismo radicale di Gesù, che non si accontenta di stringere accanto a sé un uomo considerato peccatore perché esattore delle tasse, ma decide di chiamarlo proprio mentre sta compiendo quello stesso lavoro che è fonte di peccato. La misericordia infinita di Gesù, specchio fedele di quella del Padre, e così grande da far sì che arrivi fin nell’abisso più profondo del peccato per riportare a galla e aprire verso l’alto anche chi si considera un peccatore senza speranza di redenzione. Il messaggio è chiaro: la possibilità di redenzione c’è, e Gesù stesso viene a mostrarla. Una pagina di coraggio, dunque, ma anche di grande speranza. Perché se Gesù ha teso la sua mano verso Matteo la tende a tutti, anche a noi. Ma qual è la reazione? È immediata e spontanea come quella di Matteo? Raramente, troppo raramente. Nel buio più cupo avvistiamo un raggio di luce, una possibilità di redenzione, però poi arrivano i timori, la paura di perdere poche certezze in cambio di chissà quali incognite. Eppure proprio le parole pronunciate da Gesù in questo stesso brano, un Gesù che prende le difese di Matteo e assicura che Misericordia io voglio, e non sacrificio, dovrebbero essere la garanzia migliore. Il rischio c’è, ma Gesù chiama e non tradisce dopo la chiamata; esiste forse assicurazione migliore?

Nel Vangelo odierno Matteo stesso racconta la propria chiamata da parte di Gesù. San Gerolamo osservava che soltanto lui, nel suo Vangelo, indica se stesso con il proprio nome: Matteo; gli altri evangelisti, raccontando lo stesso episodio, lo chiamano Levi, il suo secondo nome, probabilmente meno conosciuto, quasi per velare il suo nome di pubblicano. Matteo invece insiste in senso contrario: si riconosce come un pubblicano chiamato da Gesù, uno di quei pubblicani poco onesti e disprezzati come collaboratori dei Romani occupanti. I pubblicani, i peccatori chiamati da Gesù fanno scandalo.
Matteo presenta se stesso come un pubblicano perdonato e chiamato, e così ci fa capire in che cosa consiste la vocazione di Apostolo. È prima di tutto riconoscimento della misericordia del Signore.
Negli scritti dei Padri della Chiesa si parla sovente degli Apostoli come dei "principi"; Matteo non si presenta come un principe, ma come un peccatore perdonato. Ed è qui ripeto il fondamento dell'apostolato: aver ricevuto la misericordia del Signore, aver capito la propria povertà e pochezza, averla accettata come il "luogo" in cui si effonde l'immensa misericordia di Dio: "Misericordia io voglio; non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori".
Una persona che abbia un profondo sentimento della misericordia divina, non in astratto, ma per se stessa, è preparata per un autentico apostolato. Chi non lo possiede, anche se è chiamato, difficilmente può toccare le anime in profondità, perché non comunica l'amore di Dio, l'amore misericordioso di Dio. ~ vero Apostolo, come dice san Paolo, è pieno di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, avendo esperimentato per se stesso la pazienza, la mansuetudine e l'umiltà divina, se si può dire così: l'umiltà divina che si china sui peccatori, li chiama, li rialza pazientemente.
Domandiamo al Signore di avere questo profondo sentimento della nostra pochezza e della sua grande misericordia; siamo peccatori perdonati. Anche se non abbiamo mai commesso peccati gravi, dobbiamo dire come sant'Agostino che Dio ci ha perdonato in anticipo i peccati che per sua grazia non abbiamo commesso. Agostino lodava la misericordia di Dio che gli aveva perdonato i peccati che per sua colpa aveva commesso e quelli che per pura grazia del Signore aveva evitato. Tutti dunque possiamo ringraziare il Signore per la sua infinita misericordia e riconoscere la nostra povertà di peccatori perdonati, esultando di gioia per la bontà divina.

Giovedì 21 Settembre 

S. Matteo ap. ev. (f); S. Giona profeta; S. Maura

24.a del Tempo Ordinario

Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio


Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
ed ai confini del mondo il loro messaggio.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore; ti acclama il coro degli apostoli.


20 settembre, 2023

✝ Pensiero del 20 settembre 2023

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SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, non c’è fede, senza cedibilità e non c’è credibilità, senza fede.

Barbara


Versetto del Giorno

Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù, per le opere buone che Dio ha predisposto, perché noi le praticassimo.

Efesini 2:10


19 settembre, 2023

Nel 1939 in questo giorno, come oggi, viene arrestato dai tedeschi Massimiliano Maria Kolbe

 Nel 1939 in questo giorno, come oggi, viene arrestato dai tedeschi Massimiliano Maria Kolbe



Gli eventi in Europa però precipitarono. La Polonia venne occupata dai nazisti e Kolbe fu arrestato dalle truppe tedesche il 19 settembre 1939 insieme ad altri 37 confratelli.



✝ Pensiero del 19 settembre 2023

 ✝


SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, se non siamo persone, credibili, non saremo mai, neanche persone credenti.

Barbara


Versetto del Giorno

Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco.

Romani 1:16


Memoria

Oggi, viene arrestato dai tedeschi Massimiliano Maria Kolbe


Gli eventi in Europa però precipitarono. La Polonia venne occupata dai nazisti e Kolbe fu arrestato dalle truppe tedesche il 19 settembre 1939 insieme ad altri 37 confratelli

18 settembre, 2023

✝ Pensiero del 18 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, tienimi, con TE, SOTTO LA TUTELA DI DIO. Grazie di cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Ti loderò tra i popoli, Signore, a te canterò inni tra le genti.

Salmo 108:4


17 settembre, 2023

✝ Pensiero del 17 settembre 2023

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SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, nell’Amore umano, ci sempre dei limiti, ma TU, hai amato d’un amore, senza misura, vivendo, nella gratitudine, verso Dio, ogni giorno.

Barbara

Versetto del Giorno

Sarete santi per me, poiché io, il Signore, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli, perché siate miei.

Levitico 20:26


16 settembre, 2023

✝ Pensiero del 16 settembre 2023

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SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, TU, sei la luce, che illumina, ogni giorno, il mio cammino di vita.

Barbara

Versetto del Giorno

Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io.

Romani 1:11-12


15 settembre, 2023

Memoria del MARTIRIO DI DON GIUSEPPE PUGLISI, UCCISO DALLA MAFIA, A BRANCACCIO, NEL 1993.

 Memoria del MARTIRIO DI DON GIUSEPPE PUGLISI, UCCISO DALLA MAFIA, A BRANCACCIO, NEL 1993.



Hanno, ucciso il suo corpo, ma il sorriso, illumina ancora il sentiero di ognuno di noi e lo illuminerà, per sempre.   

✝ Pensiero del 15 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, dai un abbraccio immenso, a don Pino Puglisi, anche da parte mia. Grazie di cuore.

Barbara

Versetto del Giorno

Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri.

Proverbi 3:5-6


Memoria Liturgica, dei DOLORI DELLA VERGINE MARIA.


Memoria del MARTIRIO DI DON GIUSEPPE PUGLISI, UCCISO DALLA MAFIA, A BRANCACCIO, NEL 1993.



14 settembre, 2023

L'Esaltazione della Santa Croce

L'Esaltazione della Santa Croce
autore: Lázaro Pardo Lagos anno: 1640/1660 titolo: Esaltazione della Croce luogo: Museo Pedro de Osma, Lima
Nome: Esaltazione della Santa Croce
Titolo: Trofeo della vittoria pasquale
Ricorrenza: 14 settembre
Tipologia: Festa


La festa dell'Esaltazione della S. Croce si celebrava in memoria delle parole profetiche del Divin Maestro: « Quando sarò innalzato da terra, trarrò tutto a me » e « quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo allora conoscerete chi sono io ». Questa festa, secondo molti autori, era già fissata il 14 settembre e celebrata con gran solennità, prima ancora che l'imperatore Eraclio riportasse il Santo Legno nel luogo da dove Cosroe, quattordici anni prima, lo aveva asportato.

Cosroe II, re dei Persiani, nel 614, approfittando della dissoluzione dell'impero, mosse guerra ai Romani, col futile pretesto di vendicare l'imperatore Maurizio ed i suoi figli, che Foca aveva barbaramente trucidati. La condotta però ch'egli tenne ben presto diede a conoscere che egli non bramava altro che di saziare la sua ambizione e sfogare il suo odio contro i cristiani. Depredò la Mesopotamia, occupò successivamente le città di Edessa, Cesarea, Damasco e Gerusalemme e dopo aver fatto il solito bottino, abbandonò la Città Santa al saccheggio. Tra i tesori rapiti si trovava quello della Croce del Redentore che S. Elena aveva lasciata come pegno prezioso nella basilica del S. Sepolcro.

Eraclio, successore di Foca, alla vista delle gravi calamità provocate dalla guerra, propose a Cosroe la pace che venne respinta. Eraclio allora con digiuni e preghiere implorò l'aiuto di Dio e radunato l'esercito ingaggiò battaglia campale contro i Persiani che rimasero definitivamente sconfitti presso le rovine di Ninive. Cosroe fuggì ed associò al trono il figliuolo Medarse. Ciò spiacque immensamente al figlio maggiore di Cosroe, Siro, a cui per diritto di primogenitura toccava il regno. Sdegnato dell'affronto, giurò vendetta, e al passaggio del Tigri barbaramente uccise il padre ed il fratello. Eraclio, che come condizione di pace aveva posto la restituzione della Croce, tornò a Gerusalemme, ringraziando la Provvidenza della vittoria riportata.

L'imperatore stesso con vesti imperiali volle portare a spalle la preziosa reliquia alla chiesa di S. Croce sul Calvario, ma una mano invisibile lo arrestò presso la porta che conduceva al colle. Preso da timore, Eraclio si volse al patriarca Zaccaria e questi gli disse: « Guarda, imperatore, che con questi ornamenti di trionfo non imiti la povertà e l'umiltà con cui Gesù Cristo portò il pesante legno nella sua passione ». L'imperatore comprese, e indossato un umile vestimento, riprese la Croce, proseguendo speditamente il cammino. Nella Chiesa, la santa reliquia fu esposta alla pubblica adorazione: la cerimonia fu accompagnata da strepitosi miracoli.

Questa solennità fu poi celebrata ogni anno, premettendo alla festa quattro giorni di preparazione, e numerose turbe accorrevano a Gerusalemme in tale circostanza. Un anno vi si recò anche Maria Egiziaca, che ebbe la grazia della conversione, principio della sua santità.

« Attesa l'importanza religiosa della santa città, scrive il card. Schuster, questa festa si diffuse presto nel mondo cristiano, soprattutto orientale, tanto più che delle particelle della vera Croce fin dal quarto secolo venivano trasportate da Gerusalemme in molte altre chiese di Oriente e d'Occidente; e ci si teneva a riprodurre nelle principali città le cerimonie solenni del culto gerosolimitano verso la S. Croce, il vessillo trionfale della salute cristiana ».

PRATICA. Fermiamoci un istante a considerare í dolori di Gesù sulla Croce, e per amor suo abbracciamo volentieri la nostra croce.

PREGHIERA. O Dio, che in questo giorno ci rallegri colla solennità dell'Esaltazione della S. Croce, fa, te ne preghiamo, che possiamo godere in cielo dei frutti di quella redenzione del cui mistero avemmo conoscenza in terra.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della esaltazione della Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale e segno che apparirà in cielo ad annunciare a tutti la seconda venuta del Signore.

L’Esaltazione della Santa Croce
titolo L’Esaltazione della Santa Croce
autore Giovan Battista Gaulli anno XVI sec





✝ Pensiero del 14 settembre 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro ROSARIO ANGELO, oh, mio dolce cireneo, aiutami, insieme al Signore, alla Vergine Maria a portare la mia Croce. Grazie di cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua elevazione e il ricco della sua umiliazione, perché passerà come fiore d'erba.

Giacomo 1:9-10


Festa dell’ESALTAZIONE DELLA CROCE


Giovedì – 23.a Tempo Ordinario FESTA DELL' ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Meditazione del Vangelo di Gv 3,13-17
Collocazione provvisoria.
La croce è posta in alto ma non alla fine del percorso. Ci sono ancora nel duomo vecchio di Molfetta il crocifisso e il cartello con la scritta “collocazione provvisoria”. Il vescovo Tonino da questo occasionale e singolare accostamento aveva tratto uno spunto di riflessione per dire che davvero la collocazione della croce è provvisoria fin quando non è dentro la vita. Dentro il cuore. Per lui, questa, non è stata solo una riflessione poetica. E neppure per noi può esserlo. Un’altra immagine aiuta a riflettere sulla esaltazione della croce. Lo stemma del vescovo Tonino rappresentava e rappresenta una croce sorretta da due ali. Aveva spiegato il motivo ricordando che questo era un segno distintivo del suo paese di origine. L’aveva forse scelto per dire che questo terribile strumento di tortura e di morte può essere trasformato dalla fede in un peso leggero? No, perché un cristiano, non può tradire Colui che ha vibrato di dolore per le frustate, gli sputi, le martellate, i chiodi, gli strappi, gli insulti. La croce è pesante, molto pesante. Come il Crocifisso il cristiano non rimuove l’esperienza lacerante del dolore, della sofferenza, della morte. Egli sa che il Crocifisso è il dolce peso, non la croce. Esaltare la croce significa collocarla in alto ma non alla fine del percorso. Non é la meta ma la quota altimetrica, indicata nella cartina topografica dell’anima, da raggiungere per arrivare poi alla cima piena di sole della montagna. È un passaggio in roccia, più del sesto grado superiore, che nessuno al mondo ha mai affrontato e può affrontare da solo. Neppure quel giorno sul Calvario il Crocifisso lo ha affrontato da solo. C’era una Presenza, c’è una Presenza. La croce si sarebbe ridotta allora e si ridurrebbe oggi a prova umanamente insopportabile, a momento di disperazione senza questa Presenza. La croce non è per incutere paura ma per far nascere e crescere la speranza. Esaltare la croce è dire che il Padre, con le lacrime agli occhi, aspetta, oggi come ieri, l’arrivo del figlio alla casa comune. Per un abbraccio eterno nella gioia.
NOTA: Quando questa festa ricorre in domenica, si proclamano le tre letture qui indicate; se la festa ricorre in settimana, si sceglie come prima lettura una delle due che precedono il Vangelo; il Salmo responsoriale è sempre lo stesso.
L’esaltazione della santa Croce ci fa conoscere un aspetto del suo cuore che solo Dio stesso poteva rivelarci: la ferita provocata dal peccato e dall’ingratitudine dell’uomo diventa fonte, non solo di una sovrabbondanza d’amore, ma anche di una nuova creazione nella gloria. Attraverso la follia della Croce, lo scandalo della sofferenza può diventare sapienza, e la gloria promessa a Gesù può essere condivisa da tutti coloro che desideravano seguirlo. La morte, la malattia, le molteplici ferite che l’uomo riceve nella carne e nel cuore, tutto questo diventa, per la piccola creatura, un’occasione per lasciarsi prendere più intensamente dalla vita stessa di Dio.
Con questa festa la Chiesa ci invita a ricevere questa sapienza divina, che Maria ha vissuto pienamente presso la Croce: la sofferenza del mondo, follia e scandalo, diventa, nel sangue di Cristo, grido d’amore e seme di gloria per ciascuno di noi.

Giovedì 14 Settembre    

Esaltazione della Santa Croce (f); S. Gabriele T.D.

23.a del Tempo Ordinario

Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17

Non dimenticate le opere del Signore!


Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.

 SALMO RESPONSORIALE (Salmo 77)

Rit: Non dimenticate le opere del Signore!

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.