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16 giugno, 2023

Memoria Prima Comunione 16 giugno 1938 BEATO ROLANDO RIVI


NEL 1938 IL 16 GIUGNO, NELLA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI, ALL'ETÀ DI SETTE, IL PICCOLO ROLANDO MARIA RIVI, RICEVETTE, LA SUA PRIMA COMUNIONE DA DON OLINTO MARZOCCHINI.




Memoria Prima Comunione 16 giugno 1901

Memoria

Prima Comunione

16 giugno 1901

Nella solennità Corpus Domini

SANTA MARIA GORETTI





Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù


Nome: Sacro Cuore di Gesù
Titolo: L'adorazione del cuore di Cristo
Ricorrenza: 16 giugno
Tipologia: Solennità


Nella città di Paray-le-Monial, in un monastero della Visitazione, verso l'anno 1670, trovandosi in un giorno dell'ottava del Corpus Domini, Santa Margherita Maria Alacoque, prostrata innanzi al Santissimo Sacramento esposto alla pubblica adorazione, le apparve Gesù, e le diede a vedere il suo SS. Cuore.

Era questo tutto investito da fiamme, circondato da una corona di spine, squarciato da una ferita, e con una croce piantatavi sopra. « Vedi, disse Gesù alla sua adoratrice, vedi questo Cuore che si strugge d'amore per gli uomini, ciò nonostante non riceve che ingratitudine e oltraggi. Questo Cuore è sempre disposto a versare grazie e benedizioni sopra di tutti; ma gli oltraggi continui che mi fanno, ne impediscono la diffusione.

Sacro Cuore di Gesù e Santa Margherita Maria Alacoque


Pensa tu adunque a riparare un sì lagrimevole disordine, e fa che il venerdì successivo all'ottava consacrata all'onore del mio Divin Corpo, sia specialmente consacrato all'onore del mio Divin Cuore, riparando con onorevole ammenda e devota comunione le offese che ricevo nella divina Eucaristia. Io spargerò abbondanti benedizioni su quanti mi presteranno questo culto; e a te affido l'incarico di far conoscere ed eseguire il mio volere ». Margherita, si accinse all'adempimento della volontà di Gesù.

La grande devozione di Santa Margherita al Sacro Cuore è testimoniata fedelmente nelle sue lettere tramandate negli anni: “«Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore”

Il Pontefice Clemente X approvò solennemente la devozione al Sacro Cuore e l'arricchì di molte indulgenze. Pio IX ne estese la festa a tutta la Chiesa e Pio XI innalzò la festa a rito doppio di prima classe con ottava.

MASSIMA. Imparate da me che sano mansueto umile di Cuore.

PRATICA. Rinnovate la vostra consacrazione al Sacro Cuore di Gesù.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il quale, mite e umile di cuore, esaltato sulla croce, è divenuto fonte di vita e di amore, a cui tutti i popoli attingeranno.


✝ Pensiero del 16 giugno 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, il TUO SGUARDO, per me, è come una carezza, che sfiora il mio cuore.


Barbara


Versetto del Giorno

Carissimo, faccio voti che tutto vada bene e che tu sia in buona salute, come va bene per la tua anima.

III Giovanni 1:2


SOLENNITÁ DEL SACRO CUORE


Giornata dedicata alla preghiera ai sacerdoti.


Memoria


Prime Comunioni

16 giugno 1901


SANTA MARIA GORETTI


16 giugno 1938


BEATO ROLANDO RIVI


16 giugno 1998


BEATO CARLO ACUTIS

Venerdì – 10a Tempo Ordinario –SOLENNITÁ DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ
Meditazione sul Vangelo di Mt 11,25-30
Gesù mite ed umile di cuore.
Dopo aver condannato le città della Galilea che, nonostante la Sua predicazione e i miracoli, non avevano accettato il Vangelo, Gesù loda il Padre per tutti quei “piccoli” che lo hanno accolto. È il Padre dei Cieli che ha voluto e fatto questo, e i piccoli sono stati docili alla sua volontà. Per contrapposizione, i detentori del potere religioso, rifiutando Gesù, si sono autoesclusi dalla conoscenza, che è dono gratuito di Dio. Gesù invita quei “piccoli”, incapaci di sopportare il peso della Legge mosaica, così com’era stata deteriorata dalle tradizioni umane, ad andare a Dio attraverso Lui che, come loro, è un piccolo, un povero di “Jhwh”, e come tale è veramente umile e mite, secondo le beatitudini. Ascoltiamo con gioia la descrizione che Gesù stesso fa del suo Cuore, definendolo “mite ed umile”. Un cuore, cioè secondo le beatitudini che egli proclamò sulla Montagna.
Non abbiamo motivo, dunque, di aver paura di accostarci a Lui; dobbiamo anzi accettare il suo appello e credere che Egli possa rendere lievi quei pesi che attualmente rischiano di schiacciarci. Per esempio, se siamo Sacerdoti o Religiosi, e attraversiamo un momento di crisi, che ci fa star male con noi stessi e con gli altri, aggrappiamoci più intensamente alla preghiera, facciamo esperienza personale dell’amore di Dio, ed allora troveremo ancora motivazioni sufficienti per riprendere con generosità il nostro servizio per il Regno. Se siamo coniugati e il nostro matrimonio ha poco di quella testimonianza cristiana alla quale ci eravamo impegnati il giorno in cui abbiamo celebrato le nozze, riandiamo, con la preghiera e con la memoria, alle parole di Gesù e da Lui “impariamo” ad essere gli uni verso gli altri più miti ed umili, per riacquisire quella capacità d’attendere l’altro con pazienza, rispetto e stima immutata, anche quando questi avesse sbagliato. La mitezza che imitiamo da Gesù è anche capacità infinita di perdono. Senza questo atteggiamento, non è possibile vivere il matrimonio in modo cristiano. Se siamo persone anziane, ammalate o sole, non facciamoci prendere dall’amarezza, ma diamo credito alle parole di Gesù: siamo noi quei “piccoli” a cui il Padre vuole rivelare pienamente il suo mistero d’amore. Uniamoci, dunque, a Gesù, e con Lui portiamola nostra croce, allora Egli si farà nostro Cireneo ed ogni sofferenza ci peserà di meno. I malanni resteranno, ma faremo pesare di meno sugli altri lamenti e recriminazioni e, certamente, gli altri saranno portati a volerci più bene.
Nella festività del Sacro Cuore, ricordiamo quanto nostro Signore sia “cordiale”: il suo cuore dolce e umile è sensibile alle nostre difficoltà e alle nostre fatiche, alle nostre angosce e alle nostre paure.
Una tale compassione da parte d'un altro essere umano ci dà conforto, ma noi abbiamo bisogno di qualcosa di più. Abbiamo bisogno della redenzione, della guarigione, cioè, dalle nostre sofferenze e della trasformazione delle nostre volontà, che rimangono, come del resto le nostre risorse, molto al di qua delle esigenze poste dalla nostra esistenza.
Ecco che il Vangelo ci libera, perché il cuore di Gesù, il cuore di colui che è Dio, è “sacro”. Gesù, così mite e umile, afferma che la sua conoscenza del Padre è unica e che la sovranità conferitagli dal Padre è totale. Il Pantokrator, il Signore di ogni cosa, ha un cuore: è l’amore che governa il sole e gli astri.
In questo senso, la festività d'oggi realizza i sogni di molte culture e le speranze istintive di molte anime. Offre infatti la promessa che tutto andrà bene e che ogni cosa sarà ben governata. L’intelligenza onnipotente che creò il mondo ha la forza di un cuore che ama questo mondo.

Venerdì 16 Giugno

SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ (s) (anno A)  

Ss. Quirico e Giulitta; S. Aureliano; B. Maria Teresa Scherer

Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

L’amore del Signore è per sempre


Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, ed imparate da me, che sono mite ed umile di cuore.


(Matteo 11,29)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: L’amore del Signore è per sempre.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, ed imparate da me, che sono mite ed umile di cuore.

(Matteo 11,29)




14 giugno, 2023

Memoria Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940

 Memoria

Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940


Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.”


LILIANA SEGRE


Solo quando a tutti gli esseri sarà riconosciuta la dignità, ci sarà memoria.”


RINALDO SIDOLI


 

"...eri ad Auschwitz, sapevi delle camere a gas come non lo so ma noi, sapevamo d'aver visto quella grande fiamma nera che abbiamo vissuto la mia bandiera fumo "profumato" che non puoi dimenticare...."


JANNY BRANDES BRILLESLIJPER





13 giugno, 2023

Memoria 46 ANNI FA MUORE LA MAMMA DI LUIGI TENCO

Memoria 46 ANNI FA MUORE LA MAMMA DI LUIGI TENCO 




Nel 1977, in questo giorno moriva, la mamma di Luigi Tenco Teresa....







Oggi, la chiesa, celebra, SANT'ANTONIO DA PADOVA, Buon onomastico a

 Oggi, la chiesa, celebra, SANT'ANTONIO DA PADOVA,

Buon onomastico a
LA PICOLA venerabile ANTONIETTA MEO DI GESÚ
Il Vescovo Antonio Bello venerabile
Padre Antonio Maffucci









Tutte le re

Memoria 42 ANNI FA MUORE ALFREDINO RAMPI

Memoria 42 ANNI FA MUORE ALFREDINO RAMPI


 Nel 1981, in questo giorno, le speranze, di salvarlo svanisco, e muore il piccolo Alfredino Rampi.

✝ Pensiero del 13 giugno 2023

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S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU, nutrivi Amore, Speranza, a tutte le persone incontravi, ma anche a quelle persone, che non ti conoscevano e t’intravedevano in tv.

Barbara

Versetto del Giorno
Voi siete da Dio, figlioli, ed avete vinto questi falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.
I Giovanni 4:4

Memoria
Nel 1981, in questo giorno, le speranze, di salvarlo svanisco, e muore il piccolo Alfredino Rampi.

Martedì – 10.a Tempo Ordinario – SANT’ANTONIO DI PADOVA
Sant’Antonio nacque a Lisbona da una nobile famiglia, intorno al 1195, e fu battezzato con il nome di Fernando. Entrò fra i Canonici che seguivano la regola monastica di sant’Agostino, dapprima nel monastero di San Vincenzo a Lisbona e, successivamente, in quello della Santa Croce a Coimbra, rinomato centro culturale del Portogallo. Si dedicò con interesse e sollecitudine allo studio della Bibbia e dei Padri della Chiesa, acquisendo quella scienza teologica che mise a frutto nell’attività di insegnamento e di predicazione. A Coimbra avvenne l’episodio che impresse una svolta decisiva nella sua vita: qui, nel 1220 furono esposte le reliquie dei primi cinque missionari francescani, che si erano recati in Marocco, dove avevano incontrato il martirio. La loro vicenda fece nascere nel giovane Fernando il desiderio di imitarli e di avanzare nel cammino della perfezione cristiana: egli chiese allora di lasciare i Canonici agostiniani e di diventare Frate Minore. La sua domanda fu accolta e, preso il nome di Antonio, anch’egli partì per il Marocco, ma la Provvidenza divina dispose altrimenti. In seguito a una malattia, fu costretto a rientrare in Italia e, nel 1221, partecipò al famoso “Capitolo delle stuoie” ad Assisi, dove incontrò anche san Francesco. Successivamente, visse per qualche tempo nel totale nascondimento in un convento presso Forlì, nel nord dell’Italia, dove il Signore lo chiamò a un’altra missione. Invitato, per circostanze del tutto casuali, a predicare in occasione di un’ordinazione sacerdotale, mostrò di essere dotato di tale scienza ed eloquenza, che i Superiori lo destinarono alla predicazione. Iniziò così in Italia e in Francia un’attività apostolica tanto intensa ed efficace da indurre non poche persone che si erano staccate dalla Chiesa a ritornare sui propri passi. Antonio fu anche tra i primi maestri di teologia dei Frati Minori, se non proprio il primo. Iniziò il suo insegnamento a Bologna con la benedizione di san Francesco, il quale, riconoscendo le virtù di Antonio, gli inviò una breve lettera, che si apriva con queste parole: “Mi piace che insegni teologia ai frati”. Antonio pose le basi della teologia francescana che, coltivata da altre insigni figure di pensatori, avrebbe conosciuto il suo apice con san Bonaventura da Bagnoregio e il beato Duns Scoto. Diventato Superiore provinciale dei Frati Minori dell’Italia settentrionale, continuò il ministero della predicazione, alternandolo con le mansioni di governo. Concluso l’incarico di Provinciale, si ritirò vicino a Padova, dove già altre volte si era recato. Dopo appena un anno, morì alle porte della Città, il 13 giugno 1231.

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,13-16
Luce che si nutre con la Parola.
San Matteo espone in maniera semplice e diretta la sorprendente immagine che Gesù usa per indicare qual è la missione dei suoi discepoli nel mondo: essere la luce e il sale della terra. Noi cristiani siamo uomini e donne come gli altri esseri umani che popolano il pianeta, con professioni, gusti e problemi come gli altri, ma per il fatto che siamo battezzati e che ci professiamo seguaci di Gesù, qualcosa di importante deve distinguerci e qualificarci: la fede in Cristo Salvatore ed una vita di carità evangelica verso il prossimo, concretizzata in pensieri, parole ed opere.
Abbiamo ricevuto la luce della verità da Gesù stesso ed abbiamo la missione di essere luce per illuminare il cammino degli altri verso Cristo, osservando una retta condotta di vita personale. Il Signore, inoltre, ci chiede di essere come il sale che dà sapore agli alimenti, sale evangelico che conserva i valori umani dalla corruzione mondana e dal relativismo regnante. Il Signore è molto chiaro: non ha detto ai suoi discepoli che dovevano essere lo “zucchero” nel mondo, per “sciogliersi dolcemente” e vivere felici e contenti con tutti. Non comandò loro di essere zucchero, ma sale, che non deve perdere il suo sapore forte, né la sua qualità, per conservare quel che conta: i perenni principi morali e cristiani, addirittura remando contro corrente, in un mondo facile al consenso sociale e ai patti di maggioranza, che possono danneggiare la coscienza, allontanandola dalla verità. Il sale “denaturato” non serve a conservare gli alimenti, e perde tutto il suo valore.
È un grande privilegio per un Apostolo del Signore poter applicare a sé il magnifico testo di Isaia che Gesù a Nazaret ha applicato a se stesso: "Lo Spirito del Signore è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri...".
Veramente lo Spirito era su Antonio di Padova, che ha portato il lieto annuncio, il Vangelo, ai poveri con un successo straordinario. E ha fasciato le piaghe dei cuori spezzati, ha annunciato la liberazione dei prigionieri, in modo così luminoso, così straordinario, che è stato canonizzato dopo un solo anno dalla sua morte. È una cosa che oggi sarebbe impossibile, ma che dice bene quanto profonda fosse la venerazione del popolo cristiano.
In questo testo di Isaia, in cui vediamo chiaramente l'azione dello Spirito consolatore che fascia le piaghe del cuore, che consola gli afflitti, vorrei sottolineare l'annuncio di libertà, che ci fa vedere lo Spirito all'opera come creatore, così come lo invoca l'inno di Pentecoste.
Tutti siamo prigionieri di tanti condizionamenti, provenienti dal nostro temperamento, dalle circostanze, dallo stato di salute, dai rapporti interpersonali che non sempre sono armoniosi... E cerchiamo la liberazione.
Ma la vera liberazione viene in modo inatteso, in modo paradossale dallo Spirito di Dio, che non risolve i problemi, ma li supera, portandoci a vivere più in alto.
Nella vita di sant'Antonio possiamo constatare questa liberazione operata dallo Spirito. Antonio avrebbe potuto essere grandemente deluso, depresso, perché tutti i suoi progetti sono stati scombussolati. Voleva essere missionario, voleva perfino morire martire e proprio per questo si era imbarcato per andare fra i musulmani. Ma il suo viaggio non raggiunse la meta: invece di sbarcare nei paesi arabi fu sbarcato fra i cristiani, in Sicilia e poi rimase in Italia. Avrebbe potuto passare il resto della sua vita a compiangere se stesso: "Non posso realizzare la mia vocazione!". E invece fiorì dove il Signore lo aveva inaspettatamente piantato: cominciò subito a predicare, a fare il bene che poteva, e acquistò una fama straordinaria.

Martedì 13 Giugno  

S. Antonio di Padova (m); S. Cetéo o Pellegrino

10.a del Tempo Ordinario

2Cor 1,18-22; Sal 118; Mt 5,13-16

Risplenda su di noi la luce del tuo volto, Signore


Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro.

 (Matteo 5,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Risplenda su di noi la luce del tuo volto, Signore.

Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici.

Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
Volgiti a me e abbi pietà,
con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome.

Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa
e non permettere che mi domini alcun male.
Fa risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro.

 (Matteo 5,16)