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11 giugno, 2023

San Barnaba

San Barnaba


San Barnaba

San Barnaba
autore: Anonimo lombardo anno: XVIII sec titolo: San Barnaba, evangelizzatore di Milano luogo: Museo Diocesano "Carlo Maria Martini", Milano
Nome: San Barnaba
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo d. C., Cipro
Morte: 11 giugno 61, Salamina, Cipro
Ricorrenza: 11 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


S. Barnaba nacque da Giudei della tribù di Levi, rifugiatisi a Cipro allorchè Pompeo il Grande invase la Palestina. A 12 anni fu mandato a Gerusalemme ove frequentò la scuola di Gamaliele e strinse cordiale amicizia con due condiscepoli: Stefano e Saulo. Erano tutti e tre della stessa età e dovevano un giorno tutti e tre versare il loro sangue per Gesù Cristo e per la sua Chiesa nascente.

Il Salvatore intanto incominciava a riempire la Giudea dei suoi prodigi, ed una folla grandissima lo seguiva entusiasta. In una delle tante volte che Gesù si recò a Gerusalemme, andò alla piscina probatica, e quivi trovò un uomo da trentotto anni ammalato, e gli domandò: « Vuoi essere guarito? ». Quello rispose: « Signore, non ho nessuno che mi metta nell'acqua quando essa è agitata ». Allora il Signore, mosso a compassione, gli comandò: « Alzati, prendi il tuo letto e cammina ». E quegli si alzò e fu sano sull'istante. Barnaba presente a questo prodigio, credette in Gesù e ne divenne fedele discepolo.

Dopo la Pentecoste, quando gli Apostoli iniziarono la loro predicazione fra i pagani, Barnaba fu mandato ad Antiochia. Avendo ottenuto in questa città un numero considerevole di conversioni, e volendo ampliare il campo del suo apostolato, Barnaba pensò a Saulo, che dopo la sua conversione si era ritirato a Tarso. Vi andò, e trovatolo lo condusse ad Antiochia.

Dopo avere dimorato più di un anno in questa città, avvenne che lo Spirito Santo fece segregare i due apostoli Barnaba e Saulo per la missione alla quale li aveva assunti. Ricevettero allora la pienezza del sacerdozio, l'episcopato, dopodichè abbandonarono Antiochia e conducendo seco Giovanni Marco si recarono a Cipro, poi a Salamina e a Pafo ove il proconsole Sergio Paolo si convertì. Quivi Saulo mutò il suo nome in Paolo. Partiti poi da Pafo andarono a Perge in Panfilia mentre Giovanni Marco ritornava a Gerusalemme. Cacciati di là, raggiunsero Iconio; quivi il Signore diede loro una grande consolazione: la conversione della vergine Tecla. In seguito si recarono a Listri ed in molte altre città nelle quali operarono numerose conversioni.

Dopo il Concilio di Gerusalemme, essendosi Giovanni Marco riunito a Barnaba, Paolo si separò da essi, e preso Sila con sé, partì per l'Asia Minore, mentre Barnaba e Giovanni Marco fecero vela per Cipro. La tradizione ci dice che Barnaba percorse anche l'Egitto e l'Italia.

Ritornato a Cipro si stabilì a Salamina e convertì moltissimi isolani. Ma i Giudei, adirati per il bene che faceva, s'impadronirono dell'Apostolo, e dopo averlo fatto molto soffrire Io lapidarono (11 giugno del 60 ca.). Giovanni Marco ne seppellì le preziose reliquie in una caverna.

Nel 485 il santo Martire apparve ad Antemio vescovo di Salamina rivelandogli il luogo della sua sepoltura. Sul suo petto fu trovato un esemplare del Vangelo di S. Matteo, scritto in ebraico di sua propria mano.

PRATICA. Imitiamo S. Barnaba nell'amore al S. Vangelo, facendo oggi un piccolo sacrificio per la sua propagazione.

PREGHIERA. O Dio che ci allieti per i meriti e l'intercessione del tuo beato apostolo Barnaba, concedici propizio di conseguire per i suoi meriti la felicità eterna.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Salamina, in Cipro, il natale di san Barnaba Apostolo, il quale, di nazione Cipriota, ordinato dai discepoli Apostolo delle genti insieme a Pàolo, percorse con lui molte regioni, esercitando l'ufficio della predicazione evangelica a lui affidato; finalmente, andato a Cipro, vi onorò il suo Apostolato con un glorioso martirio. Il suo corpo, al tempo dell'Imperatore Zenone, fu ritrovato per rivelazione dello stesso Barnaba, insieme ad una copia del Vangelo di san Mattéo, trascritta di sua mano dallo stesso Barnaba

PROVERBIO. Se piove per San Barnabà l'uva bianca se ne va

Corpus Domini

 Corpus Domini

autore: Miguel Cabrera anno: 1705 titolo: Allegoria della Santa Eucaristia luogo: Museo Blaisten, Messico

Nome: Corpus Domini
Titolo: Solennità del corpo e sangue di Cristo
Ricorrenza: 11 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


« Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito ».

Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell'Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.

Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.

Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l'innocente Gesù soffrì per amor nostro.

Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».

Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?

Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte... dobbiamo toglierlo dal mondo... », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.

« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d'amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.

Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».

Ecco compiuta l'istituzione del Sacramento dell'amore, l'Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.

I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.

Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.

Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d'amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino.

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione.

ORIGINI DELLA FESTA



La ricorrenza deve le sue radici nell'ambiente della Gallia belgica grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne priora nel Monastero di Monte Cornelio a Liegi che nel 1208 vide durante un'estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l'ottava della Trinità.

Tuttavia nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l'antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263.

Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell'Eucarestia, nello spezzare l'ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico e alcune pietre dell'altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l'11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla "Transiturus" che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini i quali negavano il Sacramento dell'Eucaristia.

✝ Pensiero del 11 giugno 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, oggi, si rievoca il sacrificio di Gesù, ed il sacrificio di tutti gli Uomini di buona volontà.

Barbara


Versetto del Giorno

Poiché egli conosce la mia condotta, se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco.
Alle sue orme si è attaccato il mio piede, al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato.

Giobbe 23:10-11


Solennità del CORPUS DOMINI


Domenica - 10.a Tempo Ordinario – SOLENNITÁ DEL SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
Meditazione sul Vangelo di Gv 6,51-58
Colui che mangia vivrà per me.
La prima lettura, tratta dal Libro del Deuteronomio, invita il popolo che sta per entrare nella terra promessa a non dimenticare l’esperienza vissuta nei quarant’anni di deserto, in cui ha sperimentato la fame, la fatica, il limite, ma anche l’amore provvidente di Dio. Paolo, nella seconda lettura, ricorda che la partecipazione allo stesso pane ci rende un solo corpo. Infine, nel Vangelo, Gesù si presenta come il pane vivo, l’unico alimento capace di dare la vita.
Il brano evangelico di oggi riporta l’ultima parte del discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao incentrato sulla realtà del “pane di vita”. In essa si passa dalla necessità di credere a quella di “mangiare e bere” e il pane disceso dal cielo è identificato con la “carne e il sangue”, cioè con la persona di Gesù che si dona per la vita del mondo. In cosa consiste la “vita eterna” che la carne e il sangue sono capaci di dare lo si comprende confrontando le parole «chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna», con quelle successive «chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in e Io in lui. Avere la “vita eterna” significa che noi “rimaniamo” nel Figlio e lui in noi. Questo “rimanere” rispecchia la vita trinitaria in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito vivono “per l’altro”. Le parole di Gesù ci invitano a riflettere sul modo in cui la partecipazione all’Eucaristia modella la nostra vita. “Mangiare la carne” e “bere il sangue” significa accogliere il dono che Gesù fa della sua vita, riconoscere che quella vita “piena e abbondante” che ognuno di noi desidera e cerca non si trova come risultato finale dei nostri sforzi e del nostro impegno, ma possiamo solo accoglierla, perché ci viene donata. Una volta uscito dalla chiesa, questa vita che ho accolto chiede di potersi concretizzare in una esistenza quotidiana vissuta “per Lui”. Ma come fare questo? Il tema del “rimanere in Lui” riappare nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 15 attraverso l’immagine della vite e dei tralci. Questa volta, il “rimanere” è legato alla sua Parola e all’osservanza dei suoi comandamenti. Nel versetto 12, Gesù specifica: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Se, dunque, ricevendo l’Eucaristia sono inserito all’interno della dinamica trinitaria in cui Padre e Figlio vivono l’uno per l’altro, il mio quotidiano diventa il luogo in cui posso vivere “per Lui” amando l’altro di quello stesso amore di cui faccio esperienza mangiando la carne del Figlio, donata per la vita del mondo.
Oggi festeggiamo il sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtà corporale, del suo sacrificio sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi. Gesù ce ne parla in termini di corpo e di cibo. La realtà del dono del Padre alla nostra umanità si esprime, dall’inizio alla fine, sotto forma di corpo. Si tratta dapprima della realtà carnale del corpo fatto di carne e sangue, che soffre e muore sulla croce. È questo corpo ferito che risorge e che Gesù dà da vedere e da toccare agli apostoli. Ma Gesù non si ferma qui. Suo corpo è anche la Chiesa (Col 1,18), corpo mistico di cui Cristo è la testa. Ed è infine questo corpo sacramentale che nutre coloro che lo mangiano: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo!” (Mt 26,26).
Già i primi cristiani paragonarono il corpo spezzato di Cristo al grano, macinato in farina per diventare pane, dopo essere stato mischiato all’acqua della vita e passato nel fuoco dello Spirito.
Questo pane spirituale, fatto dal grano del campo che è Gesù (Gv 15,1), divenendo, come il vino dell’Eucaristia, nostro cibo, nutre in noi la vita divina, che è vita eterna. E Gesù, ancora una volta, afferma: “Io sono”. Qui dice: “Io sono il pane”. Gesù costituisce il solo nutrimento che possa dare la vita divina. Chi non mangia di questo pane non avrà la vita in lui (Gv 6,53). Ecco perché noi celebriamo oggi la realtà umana e divina del Verbo fatto carne e anche quella del corpo risorto; ed ecco perché ci dà davvero quanto promesso. Attraverso lui, siamo concretamente in comunione con il nostro Dio. Bisogna essere presenti alla sua presenza reale.

Domenica 11 Giugno      

CORPO E SANGUE DI CRISTO (s) (anno A) 

S. BARNABA AP. (m); S. Paola Frassinetti; B. Maria Schininà

Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

Loda il Signore, Gerusalemme

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 147)
Rit: Loda il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
«La sua parola corre veloce».


Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti ed i suoi giudizi ad Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)


30 maggio, 2023

Memoria BUON ONOMASTICO AD JANNY BRANDES-BRILLESLIJPER

 Memoria

BUON ONOMASTICO AD JANNY BRANDES-BRILLESLIJPER

Janny Brandes-Brilleslijper Appartenente alla Resistenza Ebraica Olandese insieme a sua sorella Rebekka Lintje Lien Lin Jaldati Rebling



29 maggio, 2023

BEATO ROLANDO MARIA RIVI “Io sono di Gesù”

 BEATO ROLANDO MARIA RIVI

Io sono di Gesù”
Onore e Gloria, a te mio dolcissimo Amico, Rolando, grazie, per la tua fedeltà e coerenza a Cristo.
Aiutaci ad essere fedeli e coerenti come lo sei stato tu, fino al battesimo di sangue per testimoniare, la tua Grande Fede in Cristo Nostro Signore. Il tuo esempio, sia Luce, per il nostro cammino e per cuore, inaridito da tante cose astratte e non da cose concrete.
Il tuo esempio, sia Speranza, per essere persone migliori, per credere a ciò che vogliamo essere.
Comunque, vada il nostro destino, insegnaci a camminare, mano nella mano con Gesù, amarlo ed onorarlo senza vergognarci mai, come hai fatto tu dicendo: “Io sono di Gesù.” Amen.
Rolando Maria, Tu, fosti spento, dagli uomini, che provano dell'odio verso Dio, la Veste Talare che t'identificava, e Dio t'illuminò al suo cospetto divino.
Tu, ora celebri, con Dio, l'Amore Eterno del Signore, e della Vergine Maria.
Ora Tu, sei luce, illumina questo mondo ed i cuori di quanti ancora non credono alla sua parola.
Con Cristo….Per Cristo…..ed in Cristo.



Memoria Liturgica diocesana dell’Emilia Romagna, del Beato Rolando Maria Rivi

 Memoria Liturgica diocesana dell’Emilia Romagna, del Beato Rolando Maria Rivi

Protettore dei Chierichetti e dei Ministri dell’eucaristia
(Il Corpicino di Rolando, fu rimpatriato il 29 maggio del 1945).



28 maggio, 2023

Memoria Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz

Memoria 

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz, dove venne immatricolato con il numero 16670 e addetto a lavori umilianti come il trasporto dei cadaveri. Venne più volte bastonato, ma non rinunciò a dimostrarsi solidale nei confronti dei compagni di prigionia. Nonostante fosse vietato, Kolbe in segreto celebrò due volte una messa e continuò il suo impegno come presbitero.



Pentecoste

 Pentecoste

Nome: Pentecoste
Titolo: L'effusione dello Spirito Santo
Ricorrenza: 28 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


« ...Vi dico la verità, è meglio per voi che me ne vada, perché se io non vado, non verrà a voi il Consolatore; quando sarò andato, ve lo manderò e venendo, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio ». Così aveva detto Gesù agli Apostoli poco tempo prima di salire al cielo.

Come nella creazione dell'uomo cooperarono tutte le tre Persone della SS. Trinità, così pure nella redenzione doveva cooperare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Già aveva cooperato il Padre con la preparazione remota e col mandare il suo unico Figlio; aveva cooperato Gesù Cristo con la sua passione e morte: ora doveva cooperare lo Spirito Santo, col vivificare, sostenere e santificare le anime.

Asceso Gesù al cielo, gli Apostoli si radunarono nel cenacolo e con Maria Vergine si prepararono a ricevere il Consolatore promesso.

All'alba del decimo giorno un forte rumore scosse la casa, e in un attimo tutte le 120 persone che si trovavano radunate nell'ampia sala attorno a Maria, si inginocchiarono tremanti ed ecco che sopra le loro teste comparve un globo di fuoco dividendosi in tante fiammelle che andarono a posarsi su ciascuno, mentre una candida colomba aleggiava sul capo di Maria. « Repleti sunt omnes Spiritu Sancto, et coeperunt loqui variis linguis ». « Furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare diverse lingue ».

Ammirabile discesa d'amore, meravigliosa opera dello Spirito: quale cambiamento, quale rigenerazione produsse!

Gli Apostoli, che ancora pensavano a un regno temporale del Messia, son diventati spirituali; da deboli e timidi pieni di forza e coraggio, poichè la grazia dello Spirito Santo li ha resi giusti, fedeli, umili, vincitori del mondo.

E mentre prima si erano nascosti ed avevano abbandonato il Maestro nella passione, ora si dividono il mondo, predicano a tutti Gesù risorto, rinfacciano a tutti i loro peccati e i vizi e non risparmiano neppure gli stessi crudeli imperatori, e anche nei più atroci tormenti non cessano di predicare Gesù.

S. Pietro, che pur costituito da Gesù capo della Chiesa, era stato vinto da una semplice servetta ed aveva rinnegato Gesù, ora dà inizio alla predicazione e converte subito 3.000 Giudei. Da quel giorno lo zelo degli Apostoli non conobbe confini.

E quella Chiesa fondata da Gesù, che sembrava essere travolta dalla bufera che accompagnò la sua morte, colla venuta dello Spirito Santo si rianima, si fortifica, esce da quelle mura, cominciando a far proseliti e stendendo le sue tende dall'uno all'altro mare.

Persecuzioni di ogni genere, calunnie, eresie, scismi, si scatenarono in ogni tempo contro la Chiesa, contro il Papa, ma essa assistita, confortata e aiutata dallo Spirito Santo, ha resistito impavidamente.

Morirono i persecutori, i malvagi ministri di Satana, si spensero le diverse sette antireligiose, ma la Chiesa, opera di Dio, rimase, come « torre ferma che non crolla mai ».

PRATICA. Invochiamo in questa giornata i doni dello Spirito Santo.

PREGHIERA. O Signore, che quest'oggi con l'illustrazione dello Spirito Santo hai ammaestrato i cuori dei fedeli, dà a noi di gustare per mezzo dello Spirito ciò che è bene e di godere sempre della Sua consolazione

OFFERTA. Sulla via dolorosa che conduce al Calvario io Ti chiedo, o Gesù, di divenirti compagno. Insegnami come si abbraccia la Croce e come quando si cade sotto il suo peso, ci si possa rialzare. Aiutami Tu, o Gesù Crocifisso, a vedere nel dolore un disegno d'amore e Tu che hai lasciato il Cielo per salvare la Terra ricordami sempre che sulla Terra io sono in attesa del Cielo!

Che io impari da Te come si ama per ben soffrire e come si soffre per ben amare.

Dammi l'Amore che rende fecondo il dolore e fà che il dolore alimenti ed accresca l'Amore! Nutrimi di Te perchè io vivo con Te nel tempo e nell'eternità!

Ma Tu che hai voluto cibarti della Volontà del Padre, fà che anch'io mi alimenti di essa in ogni attimo della mia giornata.

Con Te al Padre, sulla medesmi Croce, offro la mia sofferenza per quanti non lo conoscono ancora ed imploro alla messa copiosa gli operai necessari.

Valga la mia piccola offerta unita alla Tua a rendere valida la loro fatica, perchè venga presto il Tuo Regno. Signore, su tutta la Terra!


MARTIROLOGIO ROMANO. Giorno di Pentecoste, in cui si conclude il tempo sacro dei cinquanta giorni di Pasqua e, con l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, si fa memoria dei primordi della Chiesa e dell’inizio della missione degli Apostoli fra tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia della Pentecoste Cristo è assente nonostante fosse il mandatario dello Spirito Santo e lo accompagna con la sua luce, nella scena gli apostoli sono riuniti attorno alla Vergine che sostituisce Gesù.

Pentecoste del Chiostro di Santo Domingo de los Silos
Pentecoste del Chiostro di Santo Domingo de los Silos


I raggi o le lingue di fuoco generalmente provengono da una colomba, simbolo dello Spirito Santo e talvolta assumono la forma di nastri o funi che si fermano su ciascun apostolo; raramente la colomba è sostituita dalla mano di Dio, ma a volte i due simboli possono essere riuniti, come nel chiostro di Santo Domingo de los Silos, dove la colomba, affiancata da due angeli e sormontata dalla mano divina, emerge dalle nubi raffigurate da linee sinuose.

Tela della Pentescoste a Santa Maria del Suffragio a L'Aquila
Tela della Pentescoste a Santa Maria del Suffragio a L'Aquila


Bellissima la tela di autore ignoto nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio a L'Aquila, l'artista nel rappresentare la classica scena ha aggiunto delle fiammelle sopra ogni apostolo e la Vergine a significato di aver ricevuto lo Spirito Santo.

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Lanfranco Giovanni anno XVII sec


Degna di ammirazione anche la tela di Lanfranco Giovanni, artista parmigiano vissuto a Roma e allievo di Guido Reni. Nell'opera oltre ai classici soggetti sono presenti anche altri seguaci di Cristo e gli angeli tra le nuvole che accompagnano lo Spirito Santo.

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Giotto anno 1303-1305


Diversamente Giotto l'affresco facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova si caratterizza per l’originale impianto architettonico-spaziale, per lo Spirito che si manifesta sotto forma di raggi luminosi e per l’assenza di Maria. Infatti talvolta i Dodici sono riuniti nella stanza alta, ma tra loro non c’è la Vergine

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Juan Bautista Maíno anno 1615-20


Nella splendida tela di Juan Bautista Maíno, pittore spagnolo del XVII sec, l'artista ha implementato un modo innovativo di disporre i personaggi, oltre alla Vergine compare un'altra donna la Maddalena come descritto negli Atti degli apostopli: “erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù”. Le due figure più sorprendenti e importanti sono San Pietro con le chiavi del paradiso e San Luca mentre scrive uno dei suoi testi biblici.

✝ Pensiero del 28 maggio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, discenda su tutti noi, tutti i doni dello Spirito Santo, ma soprattutto, il dono di Credibilità, quando saremo davanti a Colui ch’è vero Amore.

Barbara


Versetto del Giorno

Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

Atti degli Apostoli 2:3-4

Memoria

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz


Domenica – PENTECOSTE
Solennità d'origine ebraica, la Pentecoste veniva celebrata sette settimane dopo Pasqua, come festa di ringraziamento. Il cristianesimo a Pentecoste celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo, momento in cui ha inizio la vita della Chiesa nella Nuova Alleanza. A Pasqua abbiamo celebrato la Risurrezione del Signore, dono di speranza; adesso a Pentecoste, celebriamo il Dono di Grazia, che rinforza le virtù teologali nel cuore e nello spirito degli uomini. Al centro di questa importante solennità vi è il mistero di Dio, che ha riscattato il mondo nel Figlio suo, e il mistero della Chiesa, Corpo di Cristo. La Pentecoste non rievoca semplicemente un avvenimento passato, per quanto importante, ma celebra Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che si manifesta giorno dopo giorno sulla terra e che si rivelerà pienamente quando ritornerà il Figlio dell’uomo. La Pentecoste avviene ogni giorno per coloro che, nel nome del Signore, pregano il Padre di concedere loro lo Spirito promesso dal Figlio.
Meditazione sul Vangelo di Gv 20,19-23
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Come il Verbo si è fatto carne, così lo Spirito di Dio si fa parola che giunge al cuore di ogni uomo. La Babele antica aveva separato i popoli, ora le genti si ritrovano insieme e, anche se i discepoli parlano galileo, ogni popolo, ogni persona li sente esprimersi nella propria lingua.
Dio nel Figlio si è fatto uomo, ma nello Spirito si fa ogni uomo e ogni donna. In ogni tempo. Così ciascuno ha la ricchezza e l ’incarico di realizzare un dono dello Spirito di Dio per il bene degli altri e della comunità. Questo è il carisma: un dono che riceviamo per il bene degli altri, mentre la grazia è un dono che santifica la persona. Comprendiamo, allora, che la nostra storia con i suoi pregi, ma anche le sue ferite, non è mai trascurabile, perché in essa trova concretezza quotidiana la potenza vitale dello Spirito. ln questo senso come nel corpo ogni membro ha la sua particolarità attraverso la quale costruisce, sostiene e vitalizza l’intero organismo, così lo Spirito Santo qualifica ogni persona con un dono. A qualcuno (catechista, genitore, insegnante…) dà quello della parola che porta la sua luce, ad altri la capacità di animare e guidare la comunità cristiana e civile (vescovo, preti, animatori, educatori, amministratori e ogni lavoro casalingo e professionale. . .), ad altri la sollecitudine al servizio della carità (diaconi, volontari Caritas, operatori sociali e sanitari. . .). Così lo Spirito ha bisogno della disponibilità di tutti per costruire quella storia, umana e della salvezza, a cui Egli presiede. Gesù. nel giorno della Pasqua, compiuta la Sua opera, sembra ritirarsi. Gesù alita lo spirito nella debolezza dei suoi discepoli. «Gesù alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo». Da questo momento in poi lo Spirito rende presente Cristo risorto e la Sua potenza in ogni persona, in ogni luogo, in ogni tempo. È lo stesso Spirito che realizza la presenza di Cristo ispirando il vangelo e il suo ascolto, trasformando il pane e il vino in Eucaristia, radunando la comunità. E nella carità si fa presente Gesù in ogni povero e sofferente che si accosta a noi. Così sperimentiamo “quanto è bello e soave che i fratelli vivano insieme”. Dio mandando il suo Spirito crea la storia, rinnova la faccia della terra e la sua gloria resta sempre con noi.
Sara Melchiori
IL DONO DELL’INTELLETTO E DELLA SCIENZA
Al dono dell’intelletto è connesso quello della scienza: mentre il primo ci fa comprendere la verità che viene da Dio, il secondo ci aiuta a vedere in lui l’insieme del mondo e della vita. La scienza spirituale è la visione della realtà che consegue all’incontro col Signore che cambia il cuore e la vita. L’intelligenza intende la verità nel suo offrirsi, la scienza abbraccia sotto la luce della verità l’orizzonte vitale di ciascuno e della comunità. Grazie al dono della scienza sono nate le grandi sistemazioni teologiche della storia della fede, e il cristianesimo è capace di contribuire alla ricerca del significato ultimo e delle urgenze penultime di fronte alle questioni e alle sfide culturali ed etiche più diverse. Grazie alla scienza della fede è possibile cogliere i segni dei tempi ed i fermenti evangelici presenti dappertutto, anche nelle situazioni apparentemente più chiuse alla luce della verità rivelata.
IL DONO DEL CONSIGLIO

Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo ed è la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilità di imitare Cristo, dando Cristo al mondo e facendolo vivere in noi.
Nell’insegnamento e nell’opera di Cristo, nulla è più essenziale del perdono. Egli ha proclamato il regno futuro del Padre come regno dell’amore misericordioso. Sulla croce, col suo sacrificio perfetto, ha espiato i nostri peccati, facendo così trionfare la misericordia e l’amore mediante - e non contro - la giustizia e l’ordine. Nella sua vittoria pasquale, egli ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Nella Chiesa degli apostoli il perdono viene offerto attraverso i sacramenti del battesimo e della riconciliazione e nei gesti della vita cristiana.
Dio ha conferito al suo popolo una grande autorità stabilendo che la salvezza fosse concessa agli uomini per mezzo della Chiesa!
Ma questa autorità, per essere conforme al senso della Pentecoste, deve sempre essere esercitata con misericordia e con gioia, che sono le caratteristiche di Cristo, che ha sofferto ed è risorto, e che esulta eternamente nello Spirito Santo.

Domenica 28 Maggio                                       

PENTECOSTE (anno A) (s)

S. Germano; S. Ubaldesca; S. Lodovico Pavoni; B. Maria B. Bagnesi

 At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra

Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 103)
Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore.

27 maggio, 2023

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