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05 aprile, 2023

✝ Pensiero del 05 aprile 2023

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Rosario Angelo, aiutaci ad essere delle persone umili e non perfetti, perché un giorno tutti verremo giudicati, per l’amore che abbiamo donato.

Barbara

Quante volte, abbiamo già tradito Gesù, nel nostro cuore, ma ci presentiamo davanti a LUI, con l'ipocrisia di chi si crede "perfetto".

Versetto del Giorno
L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.
I Timoteo 6:10

MERCOLEDÍ DELLA SETTIMANA SANTA
Meditazione sul Vangelo di Mt 26,14-25
Il mio tempo è vicino, farò la Pasqua da te con i miei discepoli.
«Il mio tempo è vicino: farò la Pasqua da te con i miei discepoli». Noi sappiamo che il messaggio del vangelo è per noi: è come se l’autore si rivolgesse direttamente a chi legge e medita il testo. Ecco allora il grande annuncio: «Il tempo di Gesù è vicino ed Egli verrà a mangiare la Pasqua nella nostra casa». Meravigliosa affermazione che ci mette in guardia: il tempo del Signore è sempre vicino; stiamo attenti a non lasciar correre questa occasione imperdibile! Il lettore non deve infatti lasciarsi trarre in inganno dal ricorrente racconto del tradimento di Giuda (ieri nel vangelo di Giovanni, oggi in quello di Matteo). Il centro del messaggio non è tanto il gesto di Giuda, quanto l’annuncio che Gesù viene a mangiare la Pasqua da noi! Oggi poi la sottolineatura è ancora più precisa. Perché Giuda ha tradito il Signore? Sostanzialmente perché ha lasciato cadere l’occasione propizia della presenza del Signore nella sua vita e, non avendo compreso la grazia di quel momento, è diventato, forse inconsapevolmente, strumento di Satana. «Il mio tempo è vicino»: è il tempo in cui Gesù consegna se stesso per amore, il tempo in cui viene glorificato dal Padre; è il momento in cui il Signore indica all’uomo la strada di una vita spesa bene, fino in fondo, per te e dei fratelli. Impariamo da Lui!
Gesù, vedendo che la sua ora si avvicina, fa preparare la Pasqua. Durante la cena, annuncia il tradimento di Giuda. Il salmista aveva già previsto il tradimento dell’amico (Sal 041,10). Il popolo di Giuda condanna Gesù e lo consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i servitori, uccidono anche il figlio del padrone. “Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi” (Mi 6,3). Giuda vende Gesù per trenta monete d’argento. Il valore di un servo era di trenta sicli d’argento (Es 21,32). Si valutò con lo stesso valore il profeta che era decaduto (Zc 11,12s). Ed è ancora questa somma che il sinedrio dà per Gesù.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano. Tutto, da sempre, era presente agli occhi di Dio. L’azione dell’uomo era prevista, ma non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la responsabilità a colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La parola del Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre orecchie, affinché possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che celebrano con lui la Pasqua, come membra vive della sua Chiesa.

Mercoledì 05 aprile

Settimana Santa
S. Vincenzo Ferreri; S. Irene; S. Giuliana

Is50,4-9a; Sal 68; Mt 26,14-25
Oh Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.


Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: «Sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 68)
Rit: Oh Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.

Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento,
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: «Sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello».
Lode e onore a te, Signore Gesù!


04 aprile, 2023

Anniversario del MARTIRIO DELLA BEATA PIERINA MOROSINI


Oggi, 04 aprile, anniversario del MARTIRIO DELLA BEATA PIERINA MOROSINI

Santo Francesco Marto

 Beato Francesco Marto


Nome: Francesco Marto
Titolo: Veggente di Fatima
Nome di battesimo: Francisco de Jesus Marto
Nascita: 11 giugno 1908, Aljustrel, Portogallo
Morte: 04 aaprile 1919,  Povoação de Aljustrel
Ricorrenza: 4 aprile
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
13 maggio 2000, Fátima, Portogallo, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
13 maggio 2017, Fátima, Portogallo, papa Francesco

 
Francisco Marto, fratello di Jacinta e assieme a lei e alla cugina Lucia testimone delle apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917, nacque ad Aljustrel in Portogallo l'11 giugno 1908 ed era, come descritto dai genitori Manuel Pedro Marto e Olimpia de Jesus, un bambino “paziente, gentile e riservato, incline alla contemplazione”. Obbediente, tendeva a isolarsi e non cercava mai la lite, amava la natura e aveva un grande cuore. Durante la sua prima apparizione la Madonna gli predisse che sarebbe andato in cielo molto presto e fino ad allora avrebbe dovuto recitare molti rosari, cosa che puntualmente fece. A motivo delle sue esperienze mistiche subì molteplici umiliazioni da parte dei compagni e di un maestro che lo accusava di essere un “falso veggente”.

Si racconta che a chi gli chiedesse cosa avrebbe voluto fare da grande, egli rispondesse “voglio morire e andare in cielo!”.

Morì, come la sorella, di febbre spagnola il 4 aprile 1919 dopo aver preso, secondo suo grande desiderio, la sua prima e ultima Comunione. Beatificato assieme a Jacinta il 13 maggio 2000 da Giovanni Paolo II, è stato canonizzato da Papa Francesco il 13 maggio 2017. Il suo corpo riposa nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima.

Martedì Santo

 Martedì Santo



Nome: Martedì Santo
Titolo: Gesù tradito e rinnegato
Ricorrenza: 4 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Nel secondo giorno della Settimana Santa che precede la Pasqua si riflette sul brano del Vangelo che descrive l'annuncio del tradimento di Gesù, che Egli fa ai suoi discepoli.

“In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: -In verità, in verità vi dico, uno di voi mi tradirà.- I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.” Ovviamente sono tutti esterrefatti, increduli che uno di loro possa fare una cosa del genere, e lo stesso Giuda capisce che Gesù è a conoscenza delle sue intenzioni, ma non cambia idea e va avanti nel suo proposito.

Quando gli chiedono chi compirà questo orribile gesto, Gesù risponde “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui.”

Dove prima c'erano dubbi, calcoli, ragionamenti, adesso c'è il male, l'oscurità, la tenebra, è Satana che ha portato l'odio nel cuore del discepolo, che si allontana poi nella notte dopo l'esortazione “Quello che devi fare fallo al più presto”. E' tutto deciso, tutto va come dovrebbe, e allora il Figlio di Dio afferma “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.” La sua morte non è una sconfitta ma un trionfo, è appunto la sua glorificazione che porterà il ritorno al Padre. Dopodiché annuncia “Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma [...]dove vado io voi non potete venire” E alla protesta di Pietro “perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” la risposta “in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte” è in fondo l'annuncio di un ulteriore tradimento.


✝ Pensiero del 04 aprile 2023

 ✝


SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, fa che noi, non tradiamo mai, il Signore, accresci, la nostra fede in Lui.


Barbara


Versetto del Giorno

Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell'eternità. Amen!

II Pietro 3:18


MARTEDÍ DELLA SETTIMANA SANTA
Meditazione sul Vangelo di Gv 13,21-33.36-38
Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui.
«Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui». Dopo aver offerto il boccone a Giuda, Gesù pronuncia queste parole sorprendenti, a cui l’evangelista Giovanni fa seguire un’annotazione: «Era notte». È il momento delle tenebre, del male, l’ora in cui il mondo cade sotto il dominio dell’oscurità e dell’angoscia. Per questo l’osservazione di Gesù – Ora il Figlio dell’Uomo è stato glorificato – risulta sorprendente. Ma come? Le tenebre e il tradimento si stanno impadronendo di Gesù e proprio in quel momento egli afferma: «Il Figlio dell’Uomo è stato glorificato»? Qui matura la decisione di Giuda di tradire Gesù, qui inizia la passione, e proprio qui l’impotenza di Dio, di fronte alla libertà dell’uomo, raggiunge il massimo della sua debolezza. Perché questo è il momento della gloria? Siamo sconcertati, senza parole. L’insegnamento è grande ed è il punto più alto del messaggio di Gesù ai suoi discepoli. Il momento dell’oscurità è il tempo in cui l’amore si consegna, non si tira indietro, ma si dona facendoci comprendere che, sia pure nel turbamento, è sempre Gesù a guidare la propria vita. L’arresto sarà un evento tragico, ma non inatteso. Preludio alla morte di croce, il Signore trasformerà l’arresto in una consegna della propria vita, insegnandoci che chi si dona, spendendo nel bene la vita, si salva e chi conserva la vita rifiutandosi al dono, la perde. Nell’oscurità la luce dell’amore già squarcia le tenebre!
Il tradimento di Gesù, per opera di Giuda, è l’esempio per eccellenza della cattiveria umana. Nel corso della storia, molti uomini hanno tradito i loro amici, coniugi, genitori, figli, concittadini o altri uomini fratelli. Questi uomini hanno stimato cosa da poco la solidarietà e la comunione umana. Ora, nella persona di Giuda, quest’ondata di indifferenza e di cattiveria si alza e si rovescia contro Gesù stesso, che in quanto Logos - Verbo - è il fondamento di ogni relazione positiva.
Durante la Settimana Santa, la sorte terrena del mediatore sarà decisa dal bacio del traditore. Ma il tradimento e la consegna di Gesù ai suoi nemici sarebbero impossibili senza l’azione, ad un livello più profondo, del Padre eterno che, attraverso le circostanze dell’Ultima Cena e della preghiera al Getsemani, si consegna lui stesso nella persona del Figlio. Compie così, nel tempo, il dono totale di sé che, nell’eternità, egli compie con la discesa dello Spirito Santo, il cui essere è Amore. La Passione di Gesù esprime nel tempo ciò che il Padre è nell’eternità. Così il tradimento di Giuda, colmo com’era della perversità del peccato, diventa il mezzo attraverso cui lo Spirito d’amore viene mandato in questo mondo, per salvarlo.

Martedì 04 Aprile      

Settimana Santa

S. Isidoro; B. Francesco Marto

Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38

La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza


Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: «Sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:

«Davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!

Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio».

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza, che io non so misurare.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
ed oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre: «Sei stato condotto alla croce, come agnello mansueto al macello».
Lode e onore a te, Signore Gesù!


03 aprile, 2023

Il SABATO SANTO, del 03 aprile, del 2010, saliva al Cielo PIETRO MOLLA.


 Il SABATO SANTO, del 03 aprile, del 2010, saliva al Cielo PIETRO MOLLA.

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.
L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.

Lunedì Santo

 Lunedì Santo

Nome: Lunedì Santo
Titolo: Maria unge i piedi di Gesù
Ricorrenza: 3 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Il Lunedì Santo è il primo giorno della Settimana Santa, e dà inizio ad una serie di celebrazioni che culminano con la  Pasqua.

Durante questo primo giorno si analizza il brano del Vangelo in cui si racconta di Gesù che, dopo aver resuscitato il suo amico Lazzaro, si trova ora nella sua città, Betania, nonostante i sommi sacerdoti abbiano deciso di ucciderlo.

E' con i suoi  discepoli, e gli viene offerto un banchetto dove servono  Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, che pure è un commensale. “Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.”

L'azione compiuta dalla donna lascia tutti interdetti: ella in assoluto silenzio, nel compiere il gesto, si scioglie i capelli, cosa concessa alle donne solo in presenza del marito. Il suo è un dono di gratitudine e di devozione totale.

L'olio usato per l'unzione è molto costoso, e uno degli apostoli, Giuda, osserva che è un vero spreco, perché si sarebbe potuto vendere e donare il ricavato ai poveri: in realtà vorrebbe rubare il denaro dalla cassa comune, come è solito fare. E' come se stesse dando un valore monetario ad un gesto di generosità, di amore, ma l'amore non ha prezzo.

E Gesù gli risponde prontamente “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me” come a dire che il ricordo di quel gesto lo accompagnerà fino alla morte, dato che i condannati a morte,
all'epoca, non ricevevano sepoltura e quindi non potevano essere unti di olio profumato, come da usanza. E' come se Maria abbia già capito e accettato che Gesù è il Messia, anche se sarà crocifisso e così umiliato.



✝ Pensiero del 03 aprile 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, iniziamo la SETTIMANA SANTA, contemplando, le ultime ore di Gesù in vita insieme.

Barbara


Versetto del Giorno

Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano.

Deuteronomio 32:2


Buona settimana Santa a tutti.


LUNEDÍ DELLA SETTIMANA SANTA
Meditazione sul Vangelo di Gv 12,1-11
Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
«Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo». Di fronte a questo racconto il silenzio e l’adorazione del Signore sono la sola risposta possibile perché potremmo forse rovinare la bellezza di immagini così delicate, comunicative e dense di significato. E’ un racconto che mette da parte le parole perché parla il linguaggio dei gesti, delle carezze, del corpo: è il linguaggio dell’amore, dove non ci sono più spiegazioni ma profumi, colori, sentimenti, passione. Mancano sei giorni alla Pasqua di Gesù, è maturo il tempo di una nuova creazione, siamo nella pienezza, e questo episodio dà il colore e l’accento dei tempi nuovi che Gesù è venuto a portare al mondo. E’ il tempo della maturità, della relazione nuova con Dio, in cui Dio vuole trovare nell’uomo la risposta piena alla sua sete di amore e la vuole trovare nella restituzione dell’amore che ci ha donato: è una relazione d’amore in cui chi ama è riamato, chi abbraccia è abbracciato, come lo sposo con la sposa, e «Tutta la casa si riempì dell’aroma del profumo»: è il profumo di Cristo! Ma qual è il profumo di Cristo? È il profumo della vita che viene donata a tutti per amore! Il rimprovero di Giuda, che ci può sembrare realistico e di buon senso, rivela invece l’aridità e l’avidità del suo cuore. Solo chi come Gesù, ama gli altri nella gratuità diventa profumo di Cristo nel mondo.
Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto quello che succede durante questi “ultimi” giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli: all’inizio della settimana della Passione, Gesù è l’ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania. L’amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù.
Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini. Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell’epoca - come per la nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli. Onora Gesù nell’innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite: l’odore del profumo riempie tutta la casa.
La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo “sperpero”. Ma, in realtà si adombra dell’abbandono senza misura di questa donna. Giuda parla in nome degli scontenti. Egli vuole trasformare in molteplici piccole razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo.
Lunedì 03 Aprile          Settimana Santa S. Sisto I; S. Luigi ScrosoppiIs 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11Il Signore è mia luce e mia salvezza

 Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
«Di chi avrò timore?».

Il Signore è difesa della mia vita:
«Di chi avrò paura?».

Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
ad inciampare e cadere.

 Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».

Lode e onore a te, Signore Gesù!


Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
sì rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

02 aprile, 2023

Giovanni Paolo II contro la mafia - Agrigento, 9 maggio 1993 02 aprile 2005 02 aprile 2023 Saliva alla CASA DEL PADRE SAN GIOVANNI PAOLO II_PAPA


02 aprile 2005 02 aprile 2023 Saliva alla CASA DEL PADRE SAN GIOVANNI PAOLO II_PAPA

Domenica delle Palme

 Domenica delle Palme

autore: Pedro Orrente anno: 1620 titolo: Entrata a Gerusalemme luogo: Museo di Stato dell'Ermitage, St. Petersburg


Nome: Domenica delle Palme
Titolo: Ingresso di Gesù a Gerusalemme
Ricorrenza: 2 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Nella Domenica delle Palme la liturgia ricorda l'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme a dorso di un asino mentre tutta la folla stendeva mantelli a terra ed agitava palme. Si tratta del giorno nel quale si dà inizio alla Settimana Santa che terminerà con la resurrezione di Gesù, commemorata nella Domenica successiva, la Domenica di Pasqua. Con la Domenica delle Palme non termina la Quaresima, la quale, invece, terminerà il giovedì santo, giorno nel quale prende avvio il Triduo pasquale. La Domenica delle Palme è conosciuta anche come seconda Domenica di Passione, poiché nella Messa Tridentina, la Domenica di Passione si celebra una settimana prima.

Si tratta di una festività ricca di simbolismo e condivisa da cattolici, protestanti e ortodossi: la palma da sempre indica l'anno solare poiché produce una foglia ogni mese. La palma è anche simbolo di risurrezione poiché rinasce dalle proprie ceneri e per questo in greco è conosciuta, come "phoinix", ovvero fenice mentre, nell'occidente cristiano, laddove non ci sono palme viene spesso sostituita dall'ulivo, simbolo dell'unzione di Gesù, o da rametti intrecciati con fiori, se non ci sono palme o ulivi, come nelle zone del nord Europa.

Momento introduttivo della liturgia della Domenica delle palme è la benedizione delle palme, o degli ulivi, e la successiva processione, che inizia fuori dalla chiesa e termina dentro la chiesa, a memoria, appunto, dell'ingresso glorioso di Gesù a Gerusalemme.

Nella liturgia cristiana il tono festoso della commemorazione rimane solamente per la processione introduttiva, mentre le Letture del giorno ripercorrono la passione di Gesù.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Giovan Santi di Tito anno 1570



Lettura (Gv 12, 12-16)

Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!».


Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d'asina.


I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

PREGHIERA. O Divino Gesù, o Dio che Ti facesti uomo per noi, soffristi, amasti e moristi, noi Ti adoriamo, e Ti veneriamo soffrendo con Te il ciclo della Tua agonia. Così sia.

PRATICA. È tradizione da millenni che i rametti di palma o di ulivo benedetti vengano conservati dai fedeli e portati a casa, per essere usati sia come dono con le persone più care che non hanno potuto presenziare alla benedizione e processione delle palme, sia per benedire la casa e la tavola del pranzo pasquale, da parte del capofamiglia, intingendo il rametto stesso nell'acqua benedetta durante la veglia di Pasqua.

MARTIROLOGIO ROMANO. Domenica delle Palme: Passione del Signore, in cui il Signore nostro Gesù Cristo, secondo la profezia di Zaccaria, seduto su di un puledro d’asina, entrò a Gerusalemme, mentre la folla gli veniva incontro con rami di palma nelle mani.




ICONOGRAFIA


Tradizionalmente l'iconografia della Domenica delle Palme rappresenta Gesù che entra a Gerusalemme la città santa in sella a un'asina, mentre la folla lo osanna, stende dei mantelli a terra, simbolo di incoronazione, e agita rami di palma appena tagliati dagli alberi.

L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
titolo L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
autore Peter Paul Rubens anno 1632


Nell'immaginario collettivo gli animali degni di essere cavalcati da un re erano solamente i cavalli esenti dalle corse e dal lavoro nei campi. Gesù, invece, entrò a Gerusalemme sul dorso di un'asina. Come diceva il profeta Zaccaria: Gesù è un re diverso sceglie di essere trasportato dall'animale più umile e servizievole, che è sempre accanto alla gente che lavora; le sue insegne sono la pace e il perdono. Con questo ingresso trionfale nella Città Santa, tuttavia, Gesù mostra a tutti di essere il Figlio di Dio. L'asina, inoltre, può rappresentare anche l'elemento istintivo e terreno dell'uomo, che Gesù conduce verso la salvezza. Nel testo evangelico, infatti, gli animali sono sciolti da quegli stessi apostoli che poi porteranno agli uomini l'annuncio della Resurrezione.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Antoon van Dyck anno 1617


La palma è un forte elemento simbolico presente nella scena, è la pianta come detto che si rinnova ogni anno con una foglia, ma riporta anche all’immagine messianica di creazione un ponte tra il monte e la città, tra Dio e l’uomo. Fino al IV secolo, a Gerusalemme una tradizione locale indicava fisicamente la palma da cui erano stati staccati i rami con cui i fanciulli avevano inneggiato a Gesù. In Occidente la palma è stata sostituita dall’ulivo sia perchè simbolo di pace sia per le dimensioni ridotte e in assenza di esso vengono usati rametti di fiori intrecciati.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Willem van Herp anno XVII sec


Entrata di Gesù a Gerusalemme
titolo Entrata di Gesù a Gerusalemme
autore Giotto anno 1304/1306


✝ Pensiero del 02 aprile 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, dentro alla Passione di Gesù, c’è la Passione, per ogni UOMO e d’ogni UOMO, grazie di cuore, per il VOSTRO SACRIFICIO.


Barbara

Versetto del Giorno

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».

Giovanni 11:25-26


BUONA DOMENICA Delle Palme a tutti detta anche DOMENICA DI PASSIONE DEL SIGNORE a tutti  


DOMENICA DELLE PALME: PASSIONE DEL SIGNORE DETTA ANCHE DOMENICA DI PASSIONE
Meditazione sul Vangelo di Mt 26,14 – 27,66
Cristo umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Con questa domenica entriamo nella Settimana Santa che avrà il suo culmine nel Triduo pasquale. La liturgia ci offre una grande ricchezza di testi, dato che in questa domenica la celebrazione si apre con il vangelo che presenta l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, segno profetico del re giusto e vittorioso, che viene «nel nome del Signore». Sull’asina, predetta dai profeti come cavalcatura del Messia, Gesù si lascia osannare non per ricercare un successo umano, ma per realizzare la volontà del Padre. Siamo dentro il mistero pasquale che coniuga passione e risurrezione, umiltà e vittoria, sacrificio e comunione. La liturgia della Parola si apre con uno squarcio profetico sul Servo del Signore, un personaggio misterioso presentato da Isaia in più parti del suo libro. La chiesa, fin dai suoi esordi, ha identificato con Gesù Cristo questo sofferente che non si sottrae al dolore, che affronta il dileggio e la tortura certo che Dio lo assiste. Il salmo responsoriale orienta il nostro sguardo al Crocifisso che non esita a rivolgersi al Padre anche fra gli spasmi della morte. Il canto risponde alla profezia di Isaia con le parole usate da Gesù sulla croce, così anche noi riconosciamo in quel servo sofferente il nostro Salvatore. La seconda lettura, con un antico inno cristologico, ci invita ad assumere gli stessi sentimenti di Gesù Cristo che si offre, che assume totalmente la nostra natura umana fino alla morte per giungere alla gloria della vittoria così che «ogni ginocchio si pieghi… e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore». Questo vuol dire che nella Passione di Gesù noi celebriamo già tutto il mistero pasquale. È importante non cadere nel pietismo, per cui oggi piangiamo per le ferite di Gesù e domenica prossima invece saremo felici! Ogni domenica celebriamo tutto il mistero pasquale. La narrazione della Passione di Cristo, il racconto più dettagliato di tutto il vangelo, è il nucleo del vangelo stesso, perché anche la Passione, in tutte le sue modalità, è parte del piano salvifico di Dio. Non siamo di fronte a un semplice resoconto dei fatti, ma a un annuncio di salvezza. Cristo non ha esitato ad abbracciare la morte, per passare egli stesso attraverso questo tunnel buio e portarci alla luce della risurrezione. Il discepolo è colui che può vivere con fede la stessa esperienza del suo maestro, assumerlo come modello per andare dove va il suo Signore. Ci accompagnino in questo tempo le parole dell’orazione di colletta: «O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua Passione, per partecipare alla gloria della sua risurrezione».
Elide Siviero
È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.
L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.


Domenica 02 Aprile 

DOMENICA DELLE PALME (anno A) [PASSIONE DEL SIGNORE]

S. Francesco da Paola; S. Abbondio

 [Ingr: Mt 21,1-11] Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 – 27,66

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?


Gloria e lode a te, o Cristo!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, ed a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra d'ogni nome.

Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)


SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 21)

 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,

storcono le labbra, scuotono il capo:

"Si rivoga al Signore; lui lo liberi,

lo porti in salvo, se davvero lo ama!". 

 

Un branco di cani mi circonda,

mi accerchia una banda di malfattori;

hanno scavato le mie mani e i miei piedi.

Posso contare tutte le mie ossa. 

 

Si dividono le mie vesti,

sulla mia tunica gettano la sorte.

Ma tu, Signore, non stare lontano,

mia forza, vieni presto in mio aiuto. 

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,

ti loderò in mezzo all'assemblea.

Lodate il Signore, voi suoi fedeli,

gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,

lo tema tutta la discendenza d'Israele. 


Gloria e lode a te, o Cristo!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, ed a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra d'ogni nome.

Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)