✝
S.
T. D. E DELLA B. V. M.
Beato
Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E
PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Tu
sei, l’Amore Universale, per rme.
Barbara
Gesù,
è il RE alla maniera di Dio: «Servendo».
Santa
Solennità
Domenica – NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
La regalità di Cristo è per noi oggetto di un atteggiamento di conoscenza, che implica fede, amore, fiducia e impegno quotino di coerenza. La sua maestà si realizza giorno per giorno, in modo misterioso, come in silenzio, attraverso la grazia che libera gli uomini e, attraverso loro, tutte le creature, dalla schiavitù del peccato, e le unisce a Lui in una libera e gioiosa obbedienza. L’origine della sua regalità è il sacrificio della croce. Concludendo l’anno liturgico con questa celebrazione, presentiamo a Cristo, come fosse un tributo accuratamente preparato, i frutti dell’anno che finisce, riconoscendo la sua presenza, il suo aiuto e la sua amicizia.
Meditazione sul Vangelo di Lc 23, 35-43
Gesù regna dalla croce.
La tragica scena di Gesù sulla croce e il dialogo con i due malfattori è una delle più emotive e più dolorose di tutta la Passione. La festa di Cristo Re ce la ripresenta con forza rinnovata, per rammentarci qual è la natura del trono dal quale regna Cristo. La croce è il luogo dove Gesù ci ha redenti. Sulla croce Dio è divenuto scandalo e silenzio. Egli, nei giorni della sua vita terrena, lasciò che gli uomini dicessero parole vane e senza senso. La risurrezione dimostrò a tutti che si sbagliavano e, tuttavia, per loro, che erano guidati dal maligno, Gesù rimaneva ancora un condannato, un fallito. “Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”.
Quanto è stridente il contrasto tra la provocazione “scendi dalla croce e crederemo”, e le parole del ladrone pentito crocifisso insieme a Gesù “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Per quelli, Gesù deve dimostrare quel che è, per il ladrone pentito, era sufficiente una parola per realizzare il desiderio più grande di tutta la sua vita. Sono frasi che rispecchiano due atteggiamenti di vita. Da una parte, quello di coloro che non credono e non pongono la loro fiducia in Dio. Quelli che si affidano soltanto alle certezze umane e vivono animati dal proprio egoismo e dal proprio orgoglio. Dall’altra parte, c’è l’atteggiamento di chi, umilmente, riconosce i propri errori. Chi sa di aver bisogno di Dio, impara da lui a soffrire, ad avere fede e ad amare nonostante i propri errori e peccati. Sappiamo che Gesù, risorgendo da morti, mantenne la sua parola: “oggi sarai con me nel paradiso”. Non è solo una frase detta per lenire l’angoscia nel momento di una morte tragica, e neppure una promessa nel delirio dell’agonia. Sono le parole di un vero Dio, che parla dal suo trono, manifestando la sua gloria e potenza. E come lui, anche tutti noi che ci accostiamo al Signore, con cuore umile e fiducioso, ripetendo le parole di colui che era stato un malfattore, “ricordati di me, Signore…”, abbiamo la speranza di risorgere ad una vita nuova e beata.
Domenica 20 Novembre
S. Teonesto; S. Edmondo; B. Maria Fortunata Viti
NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO (anno C)
2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43
Andremo con gioia alla casa del Signore
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, di nostro padre Davide!
(Marco 11,9.10)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, di nostro padre Davide!
(Marco 11,9.10)