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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede
Tu sei la LUCE che mi accompagna insieme a Cristo ed alla Vergine Maria.
Meditazione sul Vangelo di Mt 19, 23-30
Il centuplo è “Gesù Cristo”.
Le ricchezze possono divenire, umanamente parlando, un ostacolo alla salvezza. Solo Dio con la sua grazia può farci superare tale impedimento. Di questa grazia sono testimoni Pietro e gli altri discepoli che hanno lasciato tutto per seguire Gesù. Essi, perciò, confrontandosi con chi non ha accolto l’invito alla sequela, domandano al Signore con che ricompensa sarà premiata la loro generosità. Gesù assicura che loro – e tutti quelli che li avranno imitati -, “avranno in eredità la vita eterna” e “il centuplo” di tutto quello che hanno lasciato per Cristo.
Lo sgomento che prende i discepoli, all’ascoltare le osservazioni di Gesù sulla ricchezza – sgomento espresso nella domanda: «Allora, chi può essere salvato?» -, mostra quanto essi siano consapevoli della presenza di piccole “ricchezze” che tutti ci portiamo appresso, anche quando abbiamo accettato di seguire il Signore. Guardando la comunità dei Dodici notiamo, infatti, che essi, malgrado tutti gli insegnamenti e gli esempi che hanno ricevuto da Gesù, rimangono spesso invischiati nei loro egoismi, da cui derivano le gelosie e le invidie che li dividono gli uni dagli altri. Tuttavia, la risposta di Gesù, che sa guardare oltre l’immediato, apre i loro – e i nostri – cuori alla fiducia, perché “ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”. Tant’è che dopo la discesa dello Spirito Santo, gli Undici saranno finalmente capaci di lasciare veramente tutto: interessi personali, famiglia, patria e la vita stessa, per seguire Cristo e divenire, come lui e con lui, fondamento della Chiesa. Questo ci rincuora e ci dà speranza, convinti che anche ai nostri giorni lo Spirito Santo darà a molti uomini e donne, a molti ragazzi e ragazze, il coraggio di lasciare letteralmente «case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi», per accogliere la vocazione missionaria, religiosa o sacerdotale e gustare così quel “centuplo” che è Gesù stesso, amato in un rapporto unico e profondo. “Centuplo” dal quale non sono esclusi i cristiani sposati, i quali – anche se non lasciano materialmente case e parenti – devono, però amare tutto e tutti sempre dopo Cristo e in Cristo, perché, dice Gesù ad ogni suo discepolo: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me» (Mt 10,37). Dunque, solo l’amore di Cristo sa farci mettere al giusto posto ogni altro amore.
Martedì 16 Agosto
S. Stefano di Ungheria (mf); S. Rocco; S. Teodoro
20.a del Tempo Ordinario
Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-28.30.35b-36a; Mt 19,23-30
Il Signore farà giustizia al suo popolo
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
(II Corinzi 8,9)
SALMO RESPONSORIALE (Deuteronomio 2,26-30.35-36)
Rit: Il Signore farà giustizia al suo popolo.
«Io ho detto: Li voglio disperdere,
cancellarne tra gli uomini il ricordo,
se non temessi l’arroganza del nemico.
Non si ingannino i loro avversari.
Non dicano: La nostra mano ha vinto,
non è il Signore che ha operato tutto questo!
Sono un popolo insensato
e in essi non c’è intelligenza.
Come può un uomo solo inseguirne mille
o due soli metterne in fuga diecimila?
Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti,
il Signore li ha consegnati?
Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire».
Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
(II Corinzi 8,9)