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02 gennaio, 2022

Pensiero del 02 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

 Meditazione sul Vangelo di Gv 1,1-18

Accogliere o rifiutare la redenzione.

Quello di oggi è un brano dal prologo del Vangelo di san Giovanni. Qui è racchiuso il nucleo della nostra fede. La Trinità, la creazione, l’incarnazione… L’evangelista ha un’intuizione geniale nel considerare Cristo il Verbo, la Parola. Quella Parola attraverso la quale Dio ha creato ogni cosa per mezzo dello Spirito Santo, quando, raggiunta la pienezza dei tempi, si fa carne e abita con noi. Cristo è la Parola che ci rivela l’amore del Padre.

Cristo si presenta come la luce che viene a questo mondo per illuminare tutti gli uomini, e per eliminare le tenebre dal nostro cuore. Perciò Dio, per mezzo del suo Figlio, è venuto a visitarci. E non solo ci ha visitato, ma ha voluto anche fermarsi con noi. Ma, contro ogni aspettativa, i suoi non lo riconobbero. È il dramma della libertà umana e del peccato. Possiamo anche non accogliere Cristo. Egli viene come ospite, ma in realtà è lui il vero padrone di casa, che chiede solo di lasciargli un angolo della casa, la nostra anima, quando invece dovremmo consegnargliela tutta intera, poiché è il nostro Signore e Creatore. Ogni uomo ha la possibilità di accogliere o rifiutare questa redenzione. Quanto è grande la Misericordia divina! Betlemme non è un ricordo di duemila anni fa. Non è un film o una storia che ci hanno raccontato. Il mistero della Redenzione si rinnova in ogni persona oggi, così come ieri, e come domani. Da un lato, siamo oggetto di questa Redenzione, poiché Cristo ce la offre in ogni istante. Dall’altro lato, ne siamo anche protagonisti, perché possiamo far sì che altri conoscano e ricevano la Redenzione. Cristo viene ogni giorno nella nostra l’anima, nella nostra vita, a manifestarci l’amore del Padre. Trasmettiamolo agli altri.

02 Gennaio 

2.a dopo Natale
Ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno (m)
Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi
Sir 24,1-2.8-12 NV 24.1-4.12-16; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18

Gloria a te, o Cristo, annunciato a tutte le genti; gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.

(1 Timoteo 3,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 147)
Rit: Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti ed i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Gloria a te, o Cristo, annunciato a tutte le genti; gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.

(1 Timoteo 3,16)

2009 02 GENNAIO COME OGGI MORIVA VALENTINA GIOVAGNINI PER UN INCIDENTE AUTOMOBILISTICO TREDICI ANNI FA

 

A VALENTINA GIOVAGNINI


Una Voce Angelica tra gli Angeli


Una Voce Angelica,

Signore dona quest'Angelo con la voce Celeste che per Tua Volontà

hai voluto tra la Tua schiera degli Angeli.

Magnifica ed adoreremo in ogni Tempo.

Splenda quest'Angelo dalla Voce Mistica, la Luce Perpetua e

Riposi in Pace tra gli Angeli che sicuramente si commuoveranno ad averla accanto.

Per tutti i dei Secoli. Amen


Canzano Barbara




 2009 02 GENNAIO COME OGGI MORIVA VALENTINA GIOVAGNINI

PER UN INCIDENTE AUTOMOBILISTICO
TREDICI ANNI FA

01 gennaio, 2022

Maria Santissima Madre di Dio

 Maria Santissima Madre di Dio

autore: Sassoferrato anno: metà del XVII secolo titolo: Madonna col Bambino dormiente luogo: Pinacoteca Comunale di Cesena


Nome: Maria Santissima Madre di Dio
Titolo: Divina Maternità di Maria
Ricorrenza: 1 gennaio
Tipologia: Solennità


Questa festa fu istituita dal Sommo Pontefice Pio XI nel 1931, in occasione del XV Centenario del Concilio Efesino, coll'Enciclica Lux Veritatis

Gesù nacque da una Vergine senza concorso di padre terreno, perché tale nascita conveniva al futuro Salvatore degli uomini, il quale, benché avesse in se la natura umana, ne doveva però ignorare le condizioni. Ciò fu opera della potenza divina: una Vergine è diventata Madre rimanendo Vergine.

Questa Vergine è Maria SS. della stirpe regale di Davide: « Ecco che una Vergine concepirà nel suo seno e partorirà un Figlio a cui sarà posto il nome di Emanuele che significa: Dio con noi ».

La fede della Chiesa nel dogma della Divina Maternità di Maria SS. si conservò ininterrotta attraverso tutti i secoli.

Infatti fin dai primi tempi, allorché Nestorio osò opporsi a coloro che davano a Maria il titolo di Madre di Dio, il popolo ne fu così scandalizzato ed indignato, che nella chiesa stessa protestò contro quella falsa dottrina. E quando tre anni dopo il concilio radunato in Efeso condannò l'eresiarca, la folla immensa che attendeva ansiosa di vedere solennemente riconosciuto il proprio amore e la propria fede nella Beatissima Madre di Dio, acclamò con la gioia più viva le decisioni dei Padri del concilio, e li accompagnò trionfalmente alle loro dimore. E noi crediamo fermamente in questo dogma, non solo perché così ci insegna la S. Chiesa che è infallibile, ma anche per la testimonianza della Sacra Scrittura e di tutta la storia.

Il titolo di Madre di Dio è per Maria SS. il fondamento, la ragione e la sorgente delle le sue grandezze. « È Madre di Dio, dice Cornelio a Lapide: dunque essa è immensamente più eccelsa di tutti gli Angeli, anche dei Cherubini e dei Serafini; è Madre di Dio, e perciò è la più pura, la più santa; così che, dopo Dio, non si può immaginare purezza maggiore: è Madre di Dio, e perciò possiede in grado molto più elevato tutti i privilegi concessi a qualsiasi altro santo ».

Ma mentre è Madre di Dio, Maria è pure benignissima Madre nostra, perché Gesù ce la diede per Madre quando, inchiodato alla croce, disse a Giovanni ed in lui a ciascuno di noi: « Ecco tua Madre »; e perché Maria esercitò veramente gli uffici di Madre, dapprima verso gli Apostoli e poi verso tutta la Chiesa e verso ciascuno dei fedeli. E chi non sente di amare una Madre così buona e potente? In lei trovano la difesa più sicura le anime innocenti, in lei trovano il conforto gli afflitti, in lei riposano le speranze di chi, caduto in peccato, vuole risorgere e ritornare al Signore: per le sue mani passano tutte le grazie.

PRATICA. Ricordiamoci di dire ogni sera le tre Ave Maria.

PREGHIERA. O Dio, che volesti che il tuo Verbo, all'annunzio dell'Angelo, prendesse l'umanità nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi suoi devoti, che, come crediamo ch'ella è veramente la Madre di Dio, così veniamo aiutati dalla sua intercessione presso di Te.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nell'ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua Circoncisione, solennità della santa Madre di Dio, Maria: i Padri del Concilio di Efeso l'acclamarono Theotókos, perché da lei il Verbo prese la carne e il Figlio di Dio abitò in mezzo agli uomini, principe della pace, a cui fu dato il Nome che è al di sopra di ogni nome.


Pensiero del 01 gennaio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Dio, si manifesta ai pastori, considerati uomini peccatori perché non frequentavano il tempio.....messaggio di Misericordia e di Salvezza per tutti.

Santo inizio d'anno con Maria

Meditazione sul Vangelo di Lc 2,16-21

Essere costruttori di pace.

I pastori diventarono i primi testimoni della nascita del Salvatore. Il creatore dell’universo è venuto sulla terra e ha posto la sua dimora in mezzo a noi. I primi a cui volle dare la notizia furono dei semplici pastorelli che si trovavano in quella regione. Questa è una delle costanti del Vangelo: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. I pastori videro la scena e tornarono indietro glorificando e lodando Dio.

È appena incominciato il nuovo anno e la Chiesa prega per la pace e ci insegna il solo modo per cercare di avere la vera pace: è prima di tutto dentro di noi che dobbiamo cercarla, e potremo gustarla solo se, prima, saremo capaci di contemplare Cristo nel nostro cuore. Questo è il messaggio di Betlemme. La pace vive in Cristo che nasce e vuole rimanere nei nostri cuori. La guerra, l’odio, le invidie, invece, scaturiscono dall’egoismo, non solo quello degli altri, ma anche dal nostro. La Chiesa affida la pace del mondo, e dei nostri cuori, a Maria, madre nostra. È lei che ci mostra come ottenere la pace: il Vangelo ci dice che Maria meditava tutto nel suo cuore. Anche noi avremo pace nella nostra vita se mediteremo nel cuore le parole e  gli insegnamenti di Gesù. Quante cose ci insegna Gesù a Betlemme! Amore, umiltà, semplicità, perdono, povertà…virtù, queste, che devono tutte penetrare a fondo nella nostra anima e nella nostra vita. La pace che ogni cristiano deve coltivare in sé si irradierà, così, nel mondo intero. Dobbiamo essere come Giovanni XXIII, il cui ideale di vita fu sempre di essere “costruttore di pace”. Anche i pastori furono costruttori di pace: dopo aver contemplato e adorato Cristo, andarono a portare agli altri la propria esperienza di Cristo. È proprio questo il modo migliore di essere costruttori di pace.

01 gennaio

MARIA SS. MADRE DI DIO – P
S. Fulgenzio
Dio abbia pietà di noi e ci benedica
Nm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti; ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

(Ebrei 1,1.2)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 66)
Rit: Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti; ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

(Ebrei 1,1.2)

L’inno “Sub Tutela Dei” composto per l’occasione della beatificazione di Rosario Angelo Livatino da don Giovanni Gattuso con testo di Raimondo La Valle e di G. Gattuso

L’inno “Sub Tutela Dei” composto per l’occasione della beatificazione di Rosario Angelo Livatino da don Giovanni Gattuso con testo di Raimondo La Valle e di G. Gattuso



1) Beati voi operatori di pace
sarete chiamati figli di Dio
E voi, perseguitati per la giustizia
possiederete il regno dei cieli
Rit. Sub tutela Dei, per la verità.
Forte del Vangelo, Testimone credibile.
Polifonia Amore e verità s'incontreranno,
Giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia s'affaccerà dal cielo.
2) Splendi nelle tenebre luce per i giusti,
Confidando in Dio unica certezza.
Col tuo grande zelo, dando la tua vita,
come una lampada illumini i credenti.
3) Squarci con la luce la notte del male,
seguendo l'esempio di Cristo Salvatore.
Martire della giustizia, favilla inestinguibile,
segni nel mondo la via della pace.
4) Tu Abele novello ucciso dai fratelli,
rifulgi di gloria davanti al Signore.
Perché la legge sia giusta, la fede sia vera,
dal cielo veglia su questa nostra terra.
Sub tutela Dei

31 dicembre, 2021

31 dicembre, il canto del Te Deum, l’inno di ringraziamento

 

31 dicembre, il canto del Te Deum, l’inno di ringraziamento

La tradizione del canto del Te Deum il 31 dicembre.




Così nella versione in Latino

Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *

tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *

incessábili voce proclamant:


Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.

Te gloriósus * Apostolórum chorus,

te prophetárum * laudábilis númerus,

te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;

venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.


Tu rex glóriæ, * Christe.

Tu Patris * sempitérnus es Filius.

Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *

non horruísti Virginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *

aperuísti credéntibus regna cælórum.

Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *

quos pretióso sánguine redemísti.

ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
 
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *

et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *

sine peccáto nos custodíre.

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *

non confúndar in ætérnum.

Così nella versione tradotta in italiano

Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo  Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
 
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
 
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
 
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
 
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
 
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
 
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.
 
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
 
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
 
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

Verso la fine di questo canto possiamo leggere strofe di grande attualità. Riflettendo, capiamo come noi, pellegrini su questa terra, siamo alla ricerca di una protezione e di una guida, oggi più che mai. Traslato ai nostri giorni, il Te Deum vuol darci la forza per camminare nel nuovo anno. Non perdiamo mai la speranza.

A tutti voi l’augurio di un sereno 2022!



A solis ortus - gregorian hymn for Christmas - inno gregoriano di Natale


HYMNUS AD LAUDES
(Tempore Nativitatis)
A solis ortus cárdine
Ad usque terræ límitem,
Christum canámus Príncipem,
Natum María Vírgine.
Beátus auctor sǽculi
Servíle corpus índuit:
Ut carne carnem líberans,
Ne pérderet quos cóndidit.
Castæ (1) Paréntis víscera
Cæléstis intrat grátia:
Venter Puéllæ bájulat
Secréta, quæ non nóverat.
Domus pudíci péctoris
Templum repénte fit Dei:
Intácta nésciens virum,
Concépit alvo Fílium (2).
Enítitur (3) puérpera,
Quem Gábriel prædíxerat,
Quem ventre Matris géstiens,
Baptísta clausum sénserat (4).
Fœno jacére pértulit:
Præsépe non abhórruit:
Et lacte módico pastus est (5),
Per quem nec ales ésurit.
Gaudet chorus cæléstium,
Et Angeli canunt Deo;
Palámque fit pastóribus
Pastor, Creátor ómnium.
Jesu, tibi sit glória,
Qui natus es de Vírgine,
Cum Patre, et almo Spíritu,
In sempitérna sæcula. Amen.
* Espressioni del testo originale sostituite da Papa Urbano VIII nel 1632 nel Breviario Romano:
(1) Clausae
(2) verbo concepit Filium.
(3) Enixa est
(4) quem matris alvo gestiens / clausus Ioannes senserat.
(5) parvoque lacte pastus est
Dai confini dell'oriente
fino all' estremo occidente,
cantiamo Cristo Principe
nato da Maria Vergine.
Il beato autore dei secoli
in servil corpo si ascose,
per liberare, uomo, l'uomo,
e per non perdere quelli che ha creato.
Nel seno di casta Madre
entra la grazia celeste:
ed il seno d'una Vergine
porta segreti ch'ella non conosceva.
La dimora d'un seno purissimo
all'istante diviene tempio di Dio:
intatta, senza conoscere uomo,
concepì nel seno un figlio.
La giovane madre dà alla luce
colui che Gabriel avea predetto:
colui che, ancor chiuso nel sen della Madre,
il Battista con giubilo avea sentito.
Soffrì giacere su fieno,
non abborrì il presepio:
di poco latte si nutrì
lui che sazia ancor gli uccelli.
Gioisce il coro dei celesti,
e gli Angeli cantano a Dio;
e si rivela ai pastori, lui.
Pastore e Creatore di tutti.
O Gesù, sia gloria a te,
che sei nato dalla Vergine,
insiem col Padre e collo Spirito Santo,
per i secoli eterni. Amen.

Santa Caterina Labouré

 Santa Caterina Labouré


Nome: Santa Caterina Labouré
Titolo: Veggente
Nascita: 2 maggio 1806, Fain-les-Moutiers, Borgogna
Morte: 31 dicembre 1876, Parigi, Francia
Ricorrenza: 31 dicembre
Tipologia: Commemorazione


Zoe Labouré nacque a Fain-les-Moutiers in Borgogna. Era una ricca contadina bretone, non molto istruita, e si prese cura della sua casa e dei suoi dieci fratelli fin dall'infanzia a causa della morte di sua madre. Si trasferì a Châtillon-sur-Seine, per acquisire alcune istruzioni sulla casa di riposo che gestiva una sua cugina Lì un prete lo aiutò a discernere la sua vocazione. Nel 1828, a 22 anni, voleva entrare tra le Figlie della Carità. Suo padre si trasferì a Parigi per distrarsi e la mise a lavorare come domestica e cameriera nel caffè di uno dei suoi figli. Alla fine, due anni dopo, con il permesso di suo padre, entrò come postulante a Châtillon-sur Seiney nel 1830, nel noviziato di Parigi, e nel 1831 emise i voti e prese il nome di Caterina. Nel periodo successivo ebbe le apparizioni del cuore di San Vincenzo de Paoli.

Visione di Santa Caterina Labouré


Il 27 novembre 1830, durante una preghiera con la comunità nella cappella del convento di Parigi e mentre era intenta a contemplare la SS. Vergine quest’ultima abbassò gli occhi verso la suora e una voce si fece intendere con queste parole:

"Questo globo che vedi rappresenta il mondo intero; in particolare la Francia e ogni singola persona"

Caterina non seppe se ridire ciò che provò e ciò che vide, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! E la Vergine aggiunse:

"I raggi sono il simbolo delle grazie che Io spargo sulle persone che me le domandano"

Facendo così comprendere alla Suora quanto è dolce pregare la SS. Vergine e quanto Ella è generosa verso le persone che la pregano, quante grazie Ella accorda alle persone che gliele domandano e quale gioia Ella prova nel concederle. Ed ecco formarsi attorno alla figura della SS. Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla mano sinistra di Maria, si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro:

"O MARIA, CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE."

A questo punto della visione il globo che la Madonna aveva offerto a Dio scomparve; le sue mani, cariche di grazie, si piegano verso il globo sul quale Ella poggiava i piedi, calpestando il capo di un serpente verdastro con chiazze gialle. Improvvisamente il quadro si volta e alla Veggente si presentava il "rovescio della medaglia", cioè il monogramma di Maria sormontato dalla Croce; nel piano inferiore dell'ovale, separati da una sbarra, due Cuori: quello di Gesù coronato di spine, quello di Maria trafitto dalla spada. Attorno, come cornice, una regale corona di 12 stelle. La Veggente, allora, udì una voce che le disse:

"Fa' coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno benedetta, specialmente al collo, e reciteranno la breve preghiera, godranno di una specialissima protezione della Madre di Dio e riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno abbondanti per chi la porterà con fiducia".

Poi tutto disparve come qualcosa che si spegne, e la suora rimase ripiena di gioia e di consolazione. Nel dicembre del 1830 suor Caterina rivide la stessa visione, cioè il disegno della Medaglia dal dritto e dal rovescio, e le fu ripetuto l'ordine di far coniare la Medaglia. La visione si ripeté almeno due volte nel 1831. Al termine, la Vergine prese congedo dalla sua figlia prediletta dicendo:

"Figlia mia, d'ora innanzi non mi vedrai più, ma sentirai la mia voce nelle tue orazioni".

Nel 1832, padre Aladel, suo confessore (che inizialmente era molto duro e severo con lei) visitò monsignor Quelen, arcivescovo di Parigi, e ottenne il permesso di coniare la medaglia, come aveva detto la Vergine a Caterina. Lo stesso arcivescovo di Parigi fu in grado di controllare più volte i frutti spirituali della medaglia. La medaglia si diffuse molto rapidamente.

La gente definiva la medaglia miracolosa per i molti prodigi. La più famosa fu la conversione dell'ebreo Alfonso de Regensburg che accettò una medaglia della Vergine Miracolosa con la raccomandazione della preghiera quotidiana di "Memorare" di San Bernardo. Costui visitò la chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma e si avvicinò alla cappella di Maria che gli apparve mentre era incisa sulla medaglia. Si inginocchiò e si convertì. Fu battezzato, ordinato sacerdote e convertì molti ebrei fondando l’istituto le Suore di Sion.
Nel frattempo, Catherine viveva in umiltà e anonimato. Si trasferì nel 1835 all'Hospice Enghien di Reuilly, a 5 km da Parigi. Frequentava gli anziani, lavorava in cucina, nel pollaio, in infermeria, in portineria. Soffriva in silenzio la mancanza di comprensione del nuovo confessore. Riuscì ad erigere una statua sull'altare che perpetuava le apparizioni nella cappella dove aveva ricevuto le confidenze di Maria. Caterina morì a Parigi, il 31 dicembre, 46 anni dopo l'apparizione e fino alla sua morte non fu mai rivelato che era stata la veggente di questo grande fatto. Fu canonizzata nel 1947 da Pio XII.

MARTIROLOGIO ROMANO. Parigi in Francia, santa Caterina Labouré, vergine delle Figlie della Carità, che venerò in modo speciale la Madre di Dio Immacolata e rifulse per semplicità, carità e pazienza.

San Silvestro I

 San Silvestro I

autore: Giovanni Maria Viani anno: secolo XVII titolo: San Silvestro papa luogo: Chiesa di San Silvestro, Crevalcore

Nome: San Silvestro I
Titolo: Papa
Nascita: III secolo , Roma
Morte: 31 dicembre 335, Roma
Ricorrenza: 31 dicembre
Tipologia: Commemorazione
Protettore:muratoritagliapietre


San Silvestro nacque a Roma da Rufino e Giusta.

Morto il padre, Giusta si prese una cura speciale della sua educazione, ponendolo sotto la guida di Canzio, prete romano, affinchè lo formasse lla pietà e alle scienze.
Finiti gli studi, fu dal Papa San Marcellino ordinato sarcerdote e fu salda colonna nella Chiesa e faro luminoso per quei tempi di superstizioni e di pratiche ancora pagane.

Nel giro di pochi anni morirono i Papi S. Marcellino, S. Marcello, S. Eusebio e S. Melchiade, a cui Silvestro succedette. La Sede Romana aveva bisogno di un Papa di salda tempra e di grandi vedute per usufruire di quella pace che Costantino il Grande aveva dato alla Chiesa.

Sotto il suo pontificato furono combattute le due grandi eresie dei Donatisti col concilio di Arles e degli Ariani col concilio di Nicea.

Silvestro avrebbe ardentemente desiderato recarvisi personalmente, ma data la vecchiaia e le infermità dovette mandarvi i suoi legati. Provvide ai bisogni di tutto l'orbe cattolico, ma Roma era la città che attirava in special modo le sue cure. La cristianità, uscita allora dalle Catacombe, abbisognava di chiese pei Divini Misteri, e Silvestro fece edificare otto basiliche.

Stabilì regolamenti per le ordinazioni dei chierici, per l'amministrazione dei Sacramenti e per il soccorso ai poveri.

Viveva parcamente per avere di che dotare le chiese ed aprire ricoveri di beneficenza.

Tra le opere di questo grande Papa è celebre l'appello che indirizzò agli Ebrei: « Ebrei, il tempo delle figure è passato ed è subentrato quello della realtà. Il Messia da voi atteso è venuto; il suo regno è stato costituito, si dilata, s'innalza e si sostiene. Negate ora se volete la luce del sole; ma certo non negherete la verità di questi fatti che splendono come il sole e che ogni giorno giganteggiano sempre più ».

Esausto di forze per le continue infermità, dopo 22 anni di glorioso pontificato passò all'eterno riposo il 31 dicembre dell'anno 335.

PRATICA. Ringraziamo Dio del tempo datoci, chiediamogli perdono dei peccati commessi e proponiamo una vita migliore.

PREGHIERA. Fa', te ne preghiamo, Dio onnipotente, che la solennità del tuo beato confessore e Pontefice Silvestro ci aumenti la devozione e ci assicuri la salvezza.

MARTIROLOGIO ROMANO. ARoma il natale di san Silvèstro primo. Papa e Confessore, il quale battezzò l'Imperatore Costantino Magno, e confermò il Concilio di Nicèa, e dopo molte altre santissime opere si riposò in pace.

Approfondimento


Tradizionalmente la sera di San Silvestro per ringraziare il Signore dell'anno appena trascorso viene recitato il Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, "Dio ti lodiamo") un inno cristiano per ringraziare dell'anno appena trascorso durante i primi vespri della solennità di Maria Ss. Madre di Dio.

Te Deum



Noi ti lodiamo, Dio *
Ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra Ti adora.

A Te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
con i Cherubini e con i Serafini
non cessano di dire:

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il glorioso coro degli Apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la Santa Chiesa, ovunque proclama la tua gloria:
Padre di infinita maestà;

O Cristo, Re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
Tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei Cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Crediamo che

(Il seguente versetto si canta in ginocchio)

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei Santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno Ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Abbi pietà di noi, Signore, *
abbi pietà.

Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

V) Benediciamo il Padre, e il Figlio con lo Spirito Santo.
R) Lodiamolo e glorifichiamolo nei secoli.
V) Benedetto sei, o Signore, nel firmamento dei cieli.
R) Lodevole e glorioso e sommamente esaltato nei secoli.