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27 settembre, 2021

27 novembre 2020 - 27 settembre 2021 dieci mesi senza don Antonio Maffucci FSCB

  27 novembre 2020 - 27 settembre 2021 dieci mesi senza don Antonio Maffucci FSCB

La sua improvvisa morte, ha lasciato un grande smarrimento in quanti l'hanno amato; il suo ricordo sarà impresso nella nostra anima.

La sua essenza, ed il suo ricordo sopravviveranno nella memoria di quanti l'hanno conosciuto ed amato.


REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.

26 settembre, 2021

Beatificazione di don Giovanni Fornasini


Beatificazione di don Giovanni Fornasini

Christus vincit

 Christus vincit

Christus vincit, Christus regnat, Christus ímperat.

…o Summo Pontífici et universáli patri pax, vita et salus perpétua.

…o Reverendíssimo Epíscopo et univérso clero ac pópulo ei commísso pax, vita et salus perpétua.

Témpora bona véniant, pax Christi véniat, regnum Christi véniat.


Traduzione

Cristo vince Cristo regna, Cristo trionfa.

A … Sommo Pontefice e padre universale sia pace, vita e salute perenne.

A … Reverendissimo Vescovo e a tutto il clero e al popolo a lui affidato sia pace, vita e salute perenne.

Vengano tempi felici, venga la pace di Cristo, venga il regno di Cristo.



Stabat Mater dolorósa

 Latino

Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.
Cuius ánimam geméntem,
contristátam et doléntem
pertransívit gládius.
O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigéniti!
Quae moerébat et dolébat,
Pia Mater dum videbat
nati poenas íncliti.
Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si vidéret
in tanto supplício?
Quis non posset contristári,
Christi Matrem contemplári
doléntem cum Filio?
Pro peccátis suae gentis
vidit Jesum in torméntis
et flagéllis sùbditum.
Vidit suum dulcem natum
moriéndo desolátum,
dum emísit spíritum.
Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.
Fac, ut árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam.
Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.
Tui Nati vulneráti,
tam dignáti pro me pati,
poenas mecum dívide.
Fac me tecum pìe flere [Fac me vere tecum flere],
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.
Iuxta crucem tecum stare,
Et me tibi sociáre [te libenter sociare]
in planctu desídero.
Virgo vírginum praeclára,
mihi iam non sis amára,
fac me tecum plángere.
Fac, ut portem Christi mortem,
passiónis fac consòrtem
et plagas recólere.
Fac me plagis vulnerári,
cruce hac inebriári
et cruòre Fílii.
Flammis ne urar succènsus [Inflammatus et accensus],
per te, Virgo, sim defénsus
in die iudícii.
Fac me cruce custodíri
morte Christi praemuníri,
confovéri grátia.
Quando corpus moriétur,
fac, ut ánimae donétur
paradísi glória.
Amen.
Italiano (traduzione letterale)
La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce
mentre pendeva il Figlio.
E il suo animo gemente,
contristato e dolente
era trafitto da una spada.
Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell'Unigenito!
Come si rattristava, si doleva
la Pia Madre vedendo
le pene del celebre Figlio!
Chi non piangerebbe
al vedere la Madre di Cristo
in tanto supplizio?
Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio?
A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.
Vide il suo dolce Figlio
che moriva abbandonato
mentre esalava lo spirito.
Oh, Madre, fonte d'amore,
fammi provare lo stesso dolore
perché possa piangere con te.
Fa che il mio cuore arda
nell'amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.
Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.
Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.
Fammi piangere intensamente con te,
condividendo il dolore del Crocifisso,
finché io vivrò.
Accanto alla Croce desidero stare con te,
in tua compagnia,
nel compianto.
O Vergine gloriosa fra le vergini
non essere aspra con me,
fammi piangere con te.
Fa che io porti la morte di Cristo,
fammi avere parte alla sua passione
e fammi ricordare delle sue piaghe.
Fa che sia ferito delle sue ferite,
che mi inebri della Croce
e del sangue del tuo Figlio.
Fa che io non sia bruciato dalle fiamme,
che io sia, o Vergine, da te difeso
nel giorno del giudizio.
Fa che io sia protetto dalla Croce,
che io sia fortificato dalla morte di Cristo,
consolato dalla grazia.
E quando il mio corpo morirà
fa che all'anima sia data
la gloria del Paradiso.
Amen.
Italiano (traduzione liturgica)
Addolorata, in pianto
la Madre sta presso la Croce
da cui pende il Figlio.
Immersa in angoscia mortale
geme nell’intimo dei cuore
trafitto da spada.
Quanto grande è il dolore
della benedetta fra le donne,
Madre dell'Unigenito!
Piange la Madre pietosa
contemplando le piaghe
del divino suo Figlio.
Chi può trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?
Chi può non provare dolore
davanti alla Madre
che porta la morte del Figlio?
Per i peccati del popolo suo
ella vede Gesù nei tormenti
del duro supplizio.
Per noi ella vede morire
il dolce suo Figlio,
solo, nell'ultima ora.
O Madre, sorgente di amore,
fa ch'io viva il tuo martirio,
fa ch’io pianga le tue lacrime.
Fa che arda il mio cuore
nell’amare il Cristo-Dio,
per essergli gradito.
Ti prego, Madre santa:
siano impresse nel mio cuore
le piaghe del tuo Figlio.
Uniscimi al tuo dolore
per il Figlio tuo divino
che per me ha voluto patire.
Con te lascia ch'io pianga
il Cristo crocifisso
finché avrò vita.
Restarti sempre vicino
piangendo sotto la croce:
questo desidero.
O Vergine santa tra le vergini,
non respingere la mia preghiera,
e accogli il mio pianto di figlio.
Fammi portare la morte di Cristo,
partecipare ai suoi patimenti,
adorare le sue piaghe sante.
Ferisci il mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce,
inèbriami del suo sangue.
Nel suo ritorno glorioso
rimani, o Madre, al mio fianco,
salvami dall’eterno abbandono.
O Cristo, nell'ora del mio passaggio
fa che, per mano a tua Madre,
io giunga alla mèta gloriosa.
Quando la morte dissolve il mio corpo
aprimi, Signore, le porte del cielo,
accoglimi nel tuo regno di gloria.
Amen.
Italiano (traduzione che preserva la metrica originale)
Sta la Madre dolorosa
presso il legno lacrimosa
mentre pende il Figlio;
e quell'anima gemente,
contristata e insiem dolente,
una spada penetra.
Quanto triste e al duol soggetta
mai quella benedetta
Madre all'Unigenito!
E piangeva e si doleva
Madre pia, mentre vedeva
del Figliuol gli spasimi.
Chi n'avrebbe il ciglio asciutto
se vedesse in tanto lutto
quella Madre tenera?
Chi non resta contristato
contemplando col suo Nato
spasimar la Vergine?
Pel fallir delle sue genti
Gesù vide fra tormenti,
dai flagelli lacero.
Ella vide il Figlio amato
negli estremi desolato
esalar lo spirito.
Madre, orsù, fonte d'amore,
fa ch'io senta il tuo dolore,
fammi teco piangere.
Fa che avvampi il cuore mio
nell'amor di Cristo Dio.
affinché io piacciagli.
Santa Madre, deh! m'appaga
di Gesù l'acerba piaga
forte in cuore infiggimi.
Del tuo Figlio sì piagato
ch'ha per me tanto penato
il dolor dividimi.
Fa che teco, o Madre, io pianga
e il trafitto Dio compianga
finché duri il vivere.
Presso il Legno con te starmi
ed a Te, Madre, associarmi
nel pianto desidero.
Tra le vergini preclara,
non volermi essere amara
fammi teco piangere.
Fa ch'io pensi a la sua morte,
del suo duolo sia consorte,
le sue piaghe io veneri.
Fa ch'io sia con Lui piagato,
della Croce sia inebriato,
del suo sangue vivido.
Perché sia dal fuoco illeso
per Te, Vergin, sia difeso
nel dì del giudizio.
Giunto, o Cristo, al mio partire
Per tua Madre, deh venire
Fammi alla vittoria.
Quando il corpo morto fia,
fa che all'alma data sia
la celeste gloria!
Amen.
La penultima terzina Fac me cruce custodíri/ morte Christi praemuníri, / confovéri grátia. può essere sostituita dai versi Christe, cum sit hinc exìre, / Da per Matrem te venìre / Ad palmam victòriae.
Alla recita dello Stabat mater è attribuita l'indulgenza di 100 giorni ogni volta. Tra parentesi quadre sono riportate le poche differenze del testo latino rispetto al Manuale di Filotea di Riva
Traduzione e preghiera adattata
La traduzione seguente è proposta nel 1860. Il 1º settembre 1681, il beato Papa Innocenzo XI concesse l'indulgenza di 100 giorni, cui può essere associata l'ulteriore indulgenza per la preghiera a San Giuseppe.
Stava Maria dolente
Senza respiro e voce
Mentre pendeva in croce
Del mondo il redentor.
E nel fatale istante
Crudo materno affetto
La trafiggeva il petto
Le lacerava il cor.
Qual di quell'anima bella
Fosse lo strazio indegno
No che l'umano ingegno
Immaginar no ' l può.
Veder un Figlio... un Dio...
Che palpita, che muore...
Sì barbaro dolore
Qual madre mai provò?
Alla luttuosa scena
Chi tiene il pianto a freno,
Ha un cor di pietra in seno,
O amore in core non ne ha.
Chi può non mirare in tanto
dole una madre pia col Figlio,
E non sentire pietà?
Per cancellar le colpe
D'un popol empio, ingrato,
Vide Gesù piagato
Languire e spasimar.
Vide sul maligno monte infame
Il Figlio suo diletto
Chinar la fronte al petto
E l'anima esalar.
O dolce Madre, o pura
Fonte di Santo Amore
Parte del tuo dolore
Fa che a me possa arrivar.
Fa ch'ogni altro ardor profano
Sdegnosamente io sprezzi,
Che a compiacer m'avvezzi
Sol nel divin amor.
Santa Madre, le barbare ferite,
Prezzo del mio delitto,
Dal Figlio tuo trafitto,
Passino in me.
A me dovuti son, gli strazi
ch'Ei per me soffrio
fa ch' almen io possa
pianger anche qui con te.
Teco si strugga in lagrime
Quest'anima gemente
E se ella non fu innocente,
Terga le di Lui piaghe almen.
Teco alla giusta croce accanto
Stare, Santa Madre, io voglio
Compagno del cordoglio,
Che ti divora il sen.
A tu che delle vergini
Reina in ciel t'assidi,
A tu propizia arridi
Ai voti del mio cor.
Del buon Gesù spirante
Sul fero legno esangue
La croce, le piaghe, il sangue
Fa ch'io rammenti ognor.
Del Salvator rinnova
In me lo scempio atroce:
Il sangue, il fiel, la croce
Per amor del Figlio, provar mi fa.
Ma Infiammato di te e d'amor acceso,
Nell'estremo giorno,
Rendalo a me placato,
Maria, la tua pietà.
Cristo che nulla neghi,
A chi Tua madre implora,
Del mio morir nell'ora,
Grazia dalla croce mi ristori.
E quando fia disciolto
Dal suo corporeo velo,
Fa che la mia alma in cielo
Voli a regnar con Te.


Pensiero del 26 settembre 2021

 L'amore di Dio, non lascia fuori nessuno, neppure quando scegliamo strade, lontane da Lui. Mai siamo lasciati fuori dal Suo Cuore.

Meditazione sul Vangelo di Mc 9,38-43.45.47-48

In te ho sempre sperato.

Nel Vangelo di oggi distinguiamo due parti. Nella prima Giovanni si preoccupa del fatto che un tale compie un gesto che secondo lui poteva compiere solo Gesù o qualcuno incaricato da Lui. Gesù lo invita a non temere perché tutto ciò non può nuocere alla causa del Vangelo. Nella seconda il linguaggio diventa duro da ascoltare: si tratta di un modo tipico della mentalità ebraica di sottolineare ciò che è veramente importante: entrare nella vita, nella vita vera, nel Regno di Dio.

La prima lettura di oggi ci introduce al tema della prima parte del vangelo, dove Gesù esorta i suoi discepoli a non preoccuparsi della manifestazione profetica di persone che non entrano nel gruppo scelto dei suoi seguaci. Così Mosè auspica che molti più profeti siano presenti in mezzo al popolo. Chi parla animato dallo Spirito di Dio è solo un operatore del bene, non può procurare il male a Gesù e a coloro che lo seguono. Se uno non “opera contro” certamente è animato dallo Spirito di Gesù che lo conduce a compiere il bene. Nella seconda parte del vangelo Gesù ci invita a guardare cosa è veramente importante per la nostra vita di credenti: tutto quello che noi siamo, ciò che facciamo, tutti i nostri affetti, interessi, intenzioni, deve essere rapportato al Valore della vita eterna, del Regno di Dio. Se qualcosa o qualcuno ci ostacola o impedisce di far parte già oggi, nel momento presente, del Regno di Dio dobbiamo fare in modo di togliere questo impedimento dalla nostra vita. Tutto ciò che entra a far parte della nostra vita dobbiamo metterlo in relazione di importanza al Regno di Dio, alla vita con Dio. Solo allora ogni cosa non potrà impedirci di vivere la beatitudine promessa a coloro che credono in Gesù Cristo.

26 Settembre

I precetti del Signore fanno gioire il cuore

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Anche il tuo servo ne è illuminato,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi dai peccati nascosti.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro da grave peccato.

La tua parola, Signore, è verità; consacraci nella verità.

(Giovanni 17,17)

25 settembre, 2021

Pensiero del 25 settembre 2021

 Ovunque tu sia, chiunque tu sia, quantunque tu soffra...prega!

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,43-45

Impara a vivere.

Tutta la liturgia, sia la prima lettura del profeta Zaccaria, che il brano del Vangelo di Luca, ci consegna una chiave per entrare sempre di più nella nostra storia, per imparare a vivere. Zaccaria ci mostra un uomo pronto a prendere le misure di Gerusalemme, come un bravo architetto; ma “Dio sarà una gloria in mezzo ad essa” (Zc 2,9) e come si può calcolare lo spazio abitato da Dio? Nel Vangelo troviamo la stessa verità: la Chiesa, la nostra vita, la storia universale, l’intera realtà, tutto è spazio abitato da Dio.

Il Vangelo inizia con un quadro di ammirazione della folla nei confronti di Gesù per tutte le opere che compie. Si apre con questa pennellata di serenità! Ebbene, a questo stupore fa seguito il monito, dal tono decisamente severo, che Gesù lascia ai suoi discepoli, quasi una risposta sconcertante e inopportuna: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. L’atto estremo di donazione di Gesù, nel suo amare l’uomo sino alla fine; questo deve riempirci di meraviglia! Ma come i discepoli, anche noi spesso non comprendiamo il senso di ciò che accade; di fronte alla sofferenza preferiamo non parlarne, di fronte a una realtà dura preferiamo non farci coinvolgere, o ancora di fronte ad un impegno troppo gravoso preferiamo “deresponsabilizzarci”. Troppe volte quel Gesù che noi diciamo di seguire è un ideale, estraneo alla nostra realtà, capace di compiere miracoli e operare guarigioni. Egli si rivela invece gradatamente ai suoi discepoli, nel suo essere l’inviato del Padre, venuto a riscattare l’umanità dalla schiavitù del peccato, attraverso la sua morte e resurrezione. Il Figlio di Dio che accetta la derisione, la tortura, la morte di croce, oltrepassa il buon senso dell’uomo che fatica ad accettare un amore così esagerato. Egli si è fatto pienamente coinvolgere dalla nostra umanità! Gesù ci insegna la saggezza del vivere quotidiano in queste righe, ci invita ad accettare un presente spesso in contrasto con le nostre vie, ma nella fiducia di essere guidati dall’amore del Padre, ci incoraggia a guardare la sofferenza e il male, a interrogarci sul senso di ciò che ci circonda, senza rimanere schiavi della nostra paura. Gesù ha vissuto così i suoi anni in Palestina, e desidera che anche noi lo imitiamo in questa possibilità di dimorare nella nostra storia, perché è già una storia abitata da Dio.

25 Settembre

Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

 (II Timoteo 1,10)

SALMO RESPONSORIALE (Geremia 31)
Rit: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

 (II Timoteo 1,10)

24 settembre, 2021

C'era una volta...

 C'era una volta...

Prima d'iniziare lezioni, ci si faceva il segno della Santa Croce, e ci si affidava al Singore, con tutto il nostro cuore e la giornata cominciava.
Bei tempi queti, che non toneranno più, purtroppo!



Dopo 31 anni l’auto del giudice Livatino è tornata in strada


Dopo 31 anni l’auto del giudice Livatino è tornata in strada
Per la prima volta, dopo 31 anni, dal giorno dell’omicidio (era il 21 settembre del 1990), la Ford Fiesta rossa del giudice-beato Rosario Angelo Livatino è tornata per le strade di Canicattì. L’auto, dichiarata bene d’interesse culturale nel 2017, è stata affidata ai carabinieri della Compagnia di Canicattì dall’anziano a cui è stata lasciata in eredità dal papà del giudice. Un canicattinese, molto vicino alla famiglia Livatino, che l’ha parzialmente restaurata e l’ha tenuta fino ad ora gelosamente custodita in un garage, che in origine era proprio dei Livatino, che si trova alle spalle della casa del giudice-beato.
💞💞💞💞💞💞💞💞💞💞😥

Pensiero del 24 settembre 2021

 Oggi, il Signore, si rivolge a noi, con la domanda: «Voi, chi dite che io sia?». Chiediamocelo, nel profondo del nostro cuore.

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,18- 22

Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

Voci diverse e contrastanti parlano di Gesù: la voce stonata di Erode, le dicerie e le chiacchiere della gente, le false insinuazioni degli scribi e dei farisei, nemici dichiarati del Cristo. In un momento di intimità e di preghiera, in un luogo appartato, lontano dalle voci e dai rumori del mondi, lo stesso Signore rivolge ai suoi la domanda: “Chi sono Io secondo la gente?” Egli aveva

detto loro: “A voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli” (Mt 13,11), si attende perciò una risposta diversa, sicura e difatti l’ottiene per bocca di Pietro, che prendendo la parola risponde: ” Il Cristo di Dio”. Gesù a sua volta dirà: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. Comprendere la piena verità di Cristo non è frutto del sangue e della carne, ma dono di Dio mediante la fede. Tale dono dovremmo chiedere incessantemente anche per noi. 

24 Settembre 

Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.

(Matteo 10,45)

SALMO RESPONSORIALE (Samol 42)
Rit: Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio.

Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall’uomo perfido e perverso.

Tu sei il Dio della mia difesa:
perché mi respingi?
Perché triste me ne vado,
oppresso dal nemico?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.

(Matteo 10,45)

23 settembre, 2021

Festa del nome Rebekka

 Festa del nome Rebekka

Buon onomastico a Lin Jaldati
Un bacio che arrivi fin lassù ed una carezza


Auguri di cuore

Santi Zaccaria ed Elisabetta

 Santi Zaccaria ed Elisabetta


Nome: Santi Zaccaria ed Elisabetta
Titolo: Genitori di San Giovanni Battista
Ricorrenza: 23 settembre
Tipologia: Commemorazione




I Santi Elisabetta e Zaccaria furono, dopo Maria e Giuseppe, genitori protetti dalla grazia. Elisabetta, discendente di Aronne e Zaccaria, della classe di Abìa, ebbero in figlio Giovanni Battista.

I due coniugi osservavano attentamente ogni legge di Dio e quotidianamente dimostravano in lui una immensa fiducia. Nonostante i numerosissimi tentativi non riuscirono a concepire un bambino e ormai in età avanzata persero in parte le speranze di poter avere un figlio.

Un giorno mentre Zaccaria lavorava al Tempio di Gerusalemme gli apparve innanzi l’Arcangelo Gabriele che gli annunciò la nascita di un figlio, così dicendo: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore”.

Inizialmente Zaccaria non gli credette ma Gabriele duramente rispose lui “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio” e poi aggiunse che gli avrebbe fatto perdere la parola fino al momento in cui il suo primogenito non fosse stato concepito.

Nel corso del sesto mese di gravidanza di Elisabetta, Maria che era sua parente si recò personalmente presso la sua dimora per farle visita siccome aveva avuto notizia dall’Arcangelo Gabriele di questa tanto attesa gravidanza. Entrambe erano consapevoli di portare in grembo la salvezza per gli uomini.

Durante questo episodio, conosciuto come la Visitazione, Elisabetta riconobbe Maria come la madre del Salvatore e la salutò con la famosa espressione “benedetta tra le donne”, Maria rispose con l’inno del Magnificat.

PRATICA. Impegniamoci quotidianamente alla perseveranza che, se unita alla preghiera ed alle fede nel nostro Signore che ci porterà nella sua gloria.

PREGHIERA. O Dio che hai donato tanta pazienza ad Elisabetta e Zaccaria fa che anche noi possiamo essere capaci di attendere con gioia quanto la vita ha in serbo per noi

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Zaccaria ed Elisabetta, genitori di san Giovanni Battista, Precursore del Signore. Elisabetta, accogliendo in casa sua Maria, sua parente, piena di Spirito Santo, salutò la Madre del Signore benedetta tra le donne; Zaccaria, sacerdote, pieno di spirito profetico, alla nascita del figlio, lodò Dio redentore e predisse il prossimo avvento di Cristo, che verrà dall’alto come sole che sorge.