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07 agosto, 2021

Pensiero del 07 agosto 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 17,14-20

“Il giusto vivrà per la sua fede”.

Il miracolo dell’epilettico guarito segue l’evento della Trasfigurazione. Sul monte Dio aveva chiesto agli apostoli di ascoltare il Figlio, e a valle c’è la dimostrazione che, purtroppo, anche i discepoli, con la loro parziale sordità, rischiano d’essere parte integrante di quella generazione incredula e perversa che non meriterebbe la presenza dell’Emmanuele. Tuttavia, poiché nei discepoli c’è solo carenza di fede, è su quel “poco” che il Signore cerca di operare, in modo che come un “piccolo seme di senape”, essa cresca, così da “trasportare le montagne” dell’incredulità.


Secondo san Paolo, la fede nel Signore Gesù ci ottiene quella vita che i Giudei aspettavano dall’osservanza della Legge. Il credere, però, in quanto risposta umana alla proposta di Dio, non è cosa scontata. Lo vediamo negli stessi apostoli. Essi, pur vivendo con Gesù da tanto tempo, pur essendo stati testimoni di tanti miracoli, pur avendolo riconosciuto come il Messia, hanno ancora «poca fede», al punto che non riusciranno poi a superare lo scandalo della croce. Essi, quando furono inviati in missione, avevano ricevuto da Gesù il potere di “guarire gli infermi, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, scacciare i demoni”, eppure in quest’occasione – a causa della loro poca fede – non riescono ad esaudire un padre che chiede loro la salvezza del figlio, perciò deve intervenire direttamente il loro Maestro. Il potere di compiere miracoli nel suo nome Gesù non lo ha limitato ai Dodici, lo ha esteso alla Chiesa intera di ogni tempo. Sempre che si abbia fede! Questa virtù non mancò a santa Chiara la cui vita è costellata di miracoli, il più grande dei quali non fu quello d’aver liberato Assisi dall’assedio dei Saraceni, ma d’essersi rivestita, lei ricca e nobile, degli abiti di “madonna povertà”, permettendo così ad “un cammello di passare nella cruna di un ago”. Miracolo possibile a tutti noi quando, crescendo nella fede, ci stacchiamo dai nostri interessi egoistici per convertirci alla nostra vera ricchezza che è Cristo e il suo Vangelo. Allora faremo anche noi esperienza di una preghiera “miracolosa”, che otterrà d’essere esaudita non a misura dei nostri meriti o della nostra santità, ma di quella grazia sovrabbondante che Gesù dona a chiunque crede in lui.Meditazione sul Vangelo di Mt 17,14-20


“Il giusto vivrà per la sua fede”.


Il miracolo dell’epilettico guarito segue l’evento della Trasfigurazione. Sul monte Dio aveva chiesto agli apostoli di ascoltare il Figlio, e a valle c’è la dimostrazione che, purtroppo, anche i discepoli, con la loro parziale sordità, rischiano d’essere parte integrante di quella generazione incredula e perversa che non meriterebbe la presenza dell’Emmanuele. Tuttavia, poiché nei discepoli c’è solo carenza di fede, è su quel “poco” che il Signore cerca di operare, in modo che come un “piccolo seme di senape”, essa cresca, così da “trasportare le montagne” dell’incredulità.


Secondo san Paolo, la fede nel Signore Gesù ci ottiene quella vita che i Giudei aspettavano dall’osservanza della Legge. Il credere, però, in quanto risposta umana alla proposta di Dio, non è cosa scontata. Lo vediamo negli stessi apostoli. Essi, pur vivendo con Gesù da tanto tempo, pur essendo stati testimoni di tanti miracoli, pur avendolo riconosciuto come il Messia, hanno ancora «poca fede», al punto che non riusciranno poi a superare lo scandalo della croce. Essi, quando furono inviati in missione, avevano ricevuto da Gesù il potere di “guarire gli infermi, risuscitare i morti, purificare i lebbrosi, scacciare i demoni”, eppure in quest’occasione – a causa della loro poca fede – non riescono ad esaudire un padre che chiede loro la salvezza del figlio, perciò deve intervenire direttamente il loro Maestro. Il potere di compiere miracoli nel suo nome Gesù non lo ha limitato ai Dodici, lo ha esteso alla Chiesa intera di ogni tempo. Sempre che si abbia fede! Questa virtù non mancò a santa Chiara la cui vita è costellata di miracoli, il più grande dei quali non fu quello d’aver liberato Assisi dall’assedio dei Saraceni, ma d’essersi rivestita, lei ricca e nobile, degli abiti di “madonna povertà”, permettendo così ad “un cammello di passare nella cruna di un ago”. Miracolo possibile a tutti noi quando, crescendo nella fede, ci stacchiamo dai nostri interessi egoistici per convertirci alla nostra vera ricchezza che è Cristo e il suo Vangelo. Allora faremo anche noi esperienza di una preghiera “miracolosa”, che otterrà d’essere esaudita non a misura dei nostri meriti o della nostra santità, ma di quella grazia sovrabbondante che Gesù dona a chiunque crede in lui.

07 Agosto 

Ti amo, Signore, mia forza

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

(II Timoteo 1,10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 17)
Rit: Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.


Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

(II Timoteo 1,10)


06 agosto, 2021

L’AUGURIO DELLA DIOCESI PER I 70 ANNI DEL VESCOVO FRANCESCO

 Auguri al nostro vescovo Francesco

di buon compleanno
Auguri di vero cuore


Dio, lo benedica!




Tanti auguri Vescovo Francesco! Buon 70mo compleanno!

Se è vero, come disse l’attrice statunitense Helen Hayes, che “gli anni più difficili nella vita sono quelli tra i dieci e i settanta”, allora adesso viene il bello! Qualcuno forse vedrebbe meglio la citazione del più serio aforisma del filosofo Arthur Schopenhauer: “I primi quarant’anni della nostra vita forniscono il testo, i trenta seguenti il commento, per poi comprendere rettamente il vero significato e la coerenza del testo con ogni finezza del medesimo”.

Come spesso succede che tra i due litiganti il terzo gode, vogliamo allora raccogliere i sentimenti di affetto e di gratitudine di tutta Bergamo nelle parole che il compianto Cardinale Dionigi Tettamanzi le rivolse nel solenne momento di ingresso nella nostra Cattedrale come nuovo Vescovo, il 15 marzo 2009: “Confida nella parola del Signore, cerca la via della santità, porta Cristo nel mondo. Questa è la vera testimonianza che la tua gente si attende, con la coraggiosa e serena apertura al soffio dello Spirito che fu di Papa Giovanni XXIII, figlio di questa terra, e con la profetica ispirazione della via maestra della missione che indicò il Papa bresciano Paolo VI”.

L’augurio le giunga oggi dalla comunità ecclesiale e dalla società civile. Nel suo primo giorno come nostro Vescovo lei disse che era convinto che “la Chiesa non esaurisce l’intera società bergamasca, ma deve concorrere con tutti alla costruzione di una società a misura d’uomo, attraverso la vitalità della comunità cristiana e le sue molteplici iniziative, attraverso l’istanza profetica e l’intelligenza delle cose che le deriva dalla sua fedeltà al Vangelo, attraverso le mediazioni culturali, sociali, economiche, politiche e l’assunzione di responsabilità da parte di laici ispirati dalla fede, con un contributo dialogante con altri, comprese le altre religioni, in vista del perseguimento della qualità umana della vita della città”. Lei tracciò così un orizzonte di apertura e dialogo che in questi 12 anni le abbiamo visto percorrere giorno dopo giorno, e che oggi si concretizza significativamente nel Pellegrinaggio Pastorale che toccherà ogni incrocio della nostra terra bergamasca.

Giunto all’importante soglia dei 70 anni, che è linea di traguardo e insieme di nuova partenza, di cuore le auguriamo: “buona vita!”. Quella vita buona che lei ci invita a servire, dove la vita accade, insegnandoci con il suo magistero e con il suo esempio quella sobrietà e essenzialità, stigmatizzate in modo simpatico nel vederla girare per la città con la e-bike o arrivare nelle parrocchie con la sua “pandina”, spingendo tutti al passaggio da una interpretazione statica a una dinamica, da una struttura organizzativa a una relazionale dentro le terre esistenziali.

Di cuore le auguriamo: “móla mia!”. È una parola che è risuonata in mille modi in questa pandemia in cui lei ha voluto in modo particolare far sentire la sua vicinanza a tutti i bergamaschi, con uno stile fraterno, ospitale, prossimo. Lo stesso che sta indicando a tutte le parrocchie.

Di cuore le auguriamo, nella preghiera: “vai avanti!”, nel senso che suggerisce l’antica invocazione latina: “Oremus pro antistite nostro…”, preghiamo per il “colui che sta davanti a noi”: ci stia segnando percorsi e aprendo il cammino e il suo passo sia saldo, pascendo il popolo nella tua fortezza, Signore, illuminato dalla sublimità del tuo nome”.

Auguri di buon compleanno, Vescovo Francesco!



Trasfigurazione del Signore

 Trasfigurazione del Signore

autore Raffaello Sanzio anno 1520 titolo Trasfigurazione

Nome: Trasfigurazione del Signore
Titolo: Gesù rivela ai tre discepoli diletti il Corpo del Vero Uomo
Ricorrenza: 6 agosto
Tipologia: Festa




Il Divin Redentore Gesù aveva già predicato per due anni il Vangelo dell'amore per tutta la Palestina, e si era già scelti i dodici Apostoli, ma la Buona Novella non era ancora stata compresa che in piccola parte: i suoi discepoli medesimi restavano ancora dubbiosi e tiepidi.

Per confermare nella fede almeno i più amati fra gli Apostoli, prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni, li condusse sulla cima del Tabor ed innanzi ad essi si trasfigurò. Il suo viso divenne risplendente come il sole e le sue vesti candide come la neve. Ed apparvero Mosè ed Elia che conversavano con lui. Pietro allora prese la parola e disse a Gesù: « È bene per noi lo star qui; se vuoi facciamo qui tre tende: una per Te, una per Mosè ed una per Elia ». Mentre ancora parlava una lucida nuvola li avvolse e da essa si udì una voce che diceva: « Questo è il mio Figliuolo diletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo ». Udendo tale voce i discepoli caddero bocconi a terra e furon presi da gran timore, ma Gesù, accostatosi a loro, li toccò dicendo : « Levatevi e non temete »; ed essi alzati gli occhi non videro che Gesù. Egli poi nello scendere dal monte ordinò di non parlare a nessuno di quella visione, prima che il Figliuol dell'Uomo fosse risuscitato dai morti.

Questo bellissimo tratto del Santo Vangelo è preso da S. Matteo, ma lo si trova pure in S. Luca ed in S. Marco. Gesù prende con sè, e vuole testimoni della sua gloria: Pietro, il discepolo dal cuore ardente e generoso fino all'eroismo; colui che pochi giorni prima era stato costituito capo della Chiesa. Giacomo, il fratello di Giovanni, impetuoso e fedele che voleva sedere alla destra di Gesù, per cui si disse disposto a bere lo stesso calice amaro della passione. Giovanni, prediletto perchè il più giovane ed il più innocente. Tutti e tre li vedremo in seguito seguire il Maestro nell'Orto degli Ulivi, recarsi per primi al sepolcro, predicare con zelo ardente la fede, e dare la vita per il loro Maestra.

PRATICA. Il Padre sul Tabor ha proclamato: «Questo è il mio Figlio diletto, lui ascoltate ». Ascoltiamo questo Maestro Divino quando ci parla per mezzo della Chiesa o dei suoi ministri.

PREGHIERA. Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del tuo Unigenito hai confermato i misteri della fede con la testimonianza dei padri e, con voce partita da nube luminosa, hai meravigliosamente proclamata la perfetta adorazione dei figli, concedici, propizio, di poter divenire coeredi del Re della gloria e partecipi della sua medesima gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo.

Pensiero del 06 agosto 2021

 Per venire incontro anche alla nostra fede, così misera, il Signore anticipa la Sua Gloria agli occhi dei tre apostoli perché ricordino, a Pasqua avvenuta. Il Tabor, dove si è rivelato come il compimento di tutta la storia sacra.

Meditazione sul Vangelo di Mc 9,2-10

Ascoltiamo il Figlio di Dio.

Dopo essere stato riconosciuto da Pietro come il Cristo che avrebbe salvato Israele, Gesù delude tutte le attese di coloro che lo aspettavano come un Messia trionfante, annunciando, invece, la sua futura morte e risurrezione, e suscitando così la reazione scandalizzata del primo tra gli Apostoli. Perciò, onde aiutare i discepoli almeno ad accogliere nella fede il mistero della croce, Gesù porta con sé, “su un alto monte”, Pietro, Giacomo e Giovanni e fa loro vivere l’esperienza della sua trasfigurazione, anticipando così la sua gloriosa risurrezione. Gli Apostoli sono invitati ad ascoltare Gesù che Dio rivela essere il suo Figlio amato.

Pietro, che sul Tabor, preso dallo spavento, se ne uscì con una frase certamente inadeguata, decenni dopo, nella lettera a lui attribuita, mostra d’aver capito che la cosa più importante dell’evento della Trasfigurazione non è ciò che egli ha visto, ma ciò che ha udito: la voce di Dio Padre che parlava al Figlio e ha chiesto ai discepoli di ascoltarlo. L’insegnamento del primo Papa è valido anche oggi, per tutti noi, ogni qualvolta nella preghiera incontriamo il Signore. Perciò, nella santa Messa non dobbiamo fermare tutta la nostra attenzione sull’aspetto esterno della celebrazione eucaristica, quanto piuttosto sul mistero che si celebra in essa. Così, quando preghiamo da soli, dovremmo essere più attenti a ciò che vorrebbe e potrebbe dirci Dio manifestandoci la sua volontà, piuttosto che a tutto ciò che gli diciamo noi per chiedergli, arrogantemente, di fare lui la nostra volontà. Per non rifare anche noi lo sbaglio di Pietro che voleva bloccare l’evento della Trasfigurazione alla sola esperienza estetica, ricordiamoci che l’unica tenda o capanna capace di “trattenere” Dio è il nostro cuore, se esso è umile come quello di Maria santissima, capace di “custodire e meditare tutte le parole” di salvezza che Dio continua a proporci nella Chiesa. Allora, anche per noi – come per l’apostolo Pietro – la Trasfigurazione, da momento straordinario ed unico, diventerà l’esperienza quotidiana della voce del Padre divino che, invitandoci ad ascoltare il Figlio, ci indica come e da chi troveremo il coraggio e la forza di portare ogni giorno la nostra croce dietro Gesù, certi, come Lui, della futura nostra risurrezione. Poi, “scendendo a valle”, saremo capaci di scorgere il volto glorioso del Figlio anche nei nostri fratelli sfigurati dal male e dalla sofferenza.

06 Agosto

Il Signore regna, il Dio di tutta la terra

Questi è il Figlio mio, l’amato: «In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!».

(Matteo 17,5)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Questi è il Figlio mio, l’amato: «In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!».

(Matteo 17,5)

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Janusz Korczack dal Diario del Ghetto 6 agosto 1942

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Janusz Korczack dal Diario del Ghetto 6 agosto 1942: Janusz Korczack dal Diario del Ghetto 6 agosto 1942 Annaffio i fiori. La mia calvizie alla finestra: che buon obbiettivo! Ha un fucile. Per...



05 agosto, 2021

Pensiero del 05 agosto 2021

La rivelazione del Padre, e il pensiero umano non vanno nella stessa direzione. Il nostro dramma, consiste proprio, in questo voler insegnare a DIO a fare DIO.

Meditazione sul Vangelo di Mt 16,13-23

Su questa pietra edificherò la  mia Chiesa!

Pietro, grazie all’illuminazione spirituale ricevuta dal Padre, riconosce Gesù come Messia, “il Figlio del Dio vivente”. Su di lui, sulla sua fede, come su di una pietra, Cristo stabilisce la propria comunità, la Chiesa, contro la quale non riuscirà a prevalere nessun avverso potere del male. Pietro sarà il responsabile, e avrà il potere di decidere con efficacia. Questa prospettiva, però, apre all’itinerario della passione, dell’uccisione e, poi, della risurrezione. Alla reazione di Pietro, Gesù risponde con una fermezza che sconcerta: eletto “prima pietra della Chiesa”, ora egli appare nelle vesti di Satana. Satana è colui che si oppone alla croce, perché con la croce si realizza il disegno di Dio.

In questione è quel personaggio o quella figura messianica che doveva venire alla fine dei tempi per restaurare l’armonia in mezzo al popolo. Dalle risposte dei discepoli risulta, però, che nessuno identificava Gesù nel Figlio dell’uomo, nessuno riconosceva che in Lui erano iniziati gli ultimi tempi, cioè il momento decisivo dell’agire di Dio nella storia. Non così, però, la pensano i discepoli: per loro è chiaro che parlare del Figlio dell’uomo e parlare di Gesù è la stessa cosa. Perciò è normale che alla domanda di Gesù: “Voi chi dite che io sia?”, essi rispondano con un atto di fede messianica, ed è Pietro che confessa Gesù dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Meglio di così non si può dire! Il peso della confessione di Pietro cade, dunque, sulla messianicità di Gesù. L’ambito in cui risuona l’atto di fede, non è quello della gente, ma quello dei discepoli, si tratta cioè, di quel contesto in cui vi è la possibilità di ascoltare e capire, non con le proprie forze, ma con l’aiuto di Gesù Maestro e con l’aiuto del Padre che si rivela ai piccoli. Le parole che Simone, figlio di Giona, ha espresso con la sua lingua, con profonda e sentita convinzione, non trovano in lui la loro fonte: queste sono parole di fede! E la fede è un dono del Padre. Pietro, quindi, diviene fondamento dell’edificio costruito da Gesù, la Chiesa, proprio nella confessione della fede che si manifesta in lui come dono del Padre. E a lui è affidata una missione che serve alla solidità e alla sicurezza della Chiesa. Pietro, tuttavia, mantiene sempre nei confronti di Gesù – che è all’origine della sua missione e della missione della Chiesa – una relazione di servo, nel senso biblico della parola. Il Capo della Chiesa, infatti, non è lui, ma Gesù (Ef 1,22).

05 Agosto

Ascoltate oggi la voce del Signore: «Non indurite il vostro cuore»

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

(Matteo 16,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 94)
Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore: «Non indurite il vostro cuore».

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

(Matteo 16,18)

04 agosto, 2021

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Santo Curato d'Ars

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Santo Curato d'Ars:   Un sacerdote, bersaglio di calunnie e persecuzioni, chiese consiglio al Santo Curato d'Ars. «Amico mio – egli rispose – fate come fac...

1944: 04 agosto come oggi avveniva l'arresto della famiglia Frank

 4 agosto 1944 | La famiglia di Anne Frank, insieme alle altre quattro persone nascoste nell'annesso segreto di Prinsengracht ad Amsterdam, sono state arrestate insieme ai loro aiutanti Johannes Kleiman e Victor Kugler. La famiglia Frank è stata deportata ad Auschwitz il 3 settembre 1944.



San Giovanni Maria Vianney

 San Giovanni Maria Vianney

Nome: San Giovanni Maria Vianney
Titolo: Sacerdote
Nascita: 8 maggio 1786, Dardilly, Francia
Morte: 4 agosto 1859, Ars-sur-Formans, Francia
Ricorrenza: 4 agosto
Tipologia: Commemorazione
Protettore:parrocisacerdoti




Dardilly, piccolo paesello della diocesi di Lione, fu la patria del santo Curato. La sua famiglia si dedicava ai lavori agricoli, e Giovanni medesimo quando fu giunto all'età di sette anni dovette, aiutare il fratello maggiore nei campi. Ma in quella buona casa regnava l'amor di Dio e del prossimo.

Quanta pietà aveva il nostro piccolo Vianney, nei suoi primi anni di età, e quale devozione alla Vergine! Lo dirà poi, quando sarà sacerdote e confessore: « Io non conoscevo il male, lo conobbi più tardi, dalle labbra dei penitenti ».

Dopo qualche anno Giovanni dovette recarsi a Ecully da sua zia. Anche qui era la Provvidenza che lo guidava: in questa casa, dalle mani di D. Balley, sfuggito alla terribile persecuzione, riceve la prima Comunione. Dopo sei anni sente nell'anima il desiderio ardente di farsi sacerdote; egli vorrebbe subito seguire la divina chiamata, ma per un pò ne è impedito dai lavori campestri. In questo tempo però egli si esercita nella grammatica latina sotto il buon Balley ed impara a recitare il Rosario: senonché la chiamata alle armi interrompe gli studi.

Dopo 14 lunghi mesi di perplessità e di fatiche, viene quasi miracolosamente rimandato a casa, e D. Balley si incarica di farlo accettare in seminario.

Quante difficoltà trova il povero Giovanni negli studi! Ma egli è costante, prega la 'SS. Vergine e per la sua pietà viene ammesso agli ordini sacri il 9 agosto del 1815.

Sacerdote, viene eletto come vicario di Ecully e poi mandato parroco ad Ars. Trovò quella parrocchia completamente abbandonata e subito si diede a risanarla dai corrotti costumi. Il suo zelo, la sua eroica penitenza, la sua profonda umiltà, la sua ardente carità, in poco tempo avevano cambiato quel popolo: la chiesa era frequentata, i fedeli si accostavano spesso ai Sacramenti ed i vizi lasciavano il posto alle virtù: in qualsiasi tempo i fedeli si recassero alla parrocchia, trovavano il loro Curato in chiesa. Il confessionale era il suo luogo ordinario di abitazione e non passarono molti anni che Ars divenne la mèta degli uomini più eminenti: persone di stato, letterati e vescovi, si recavano dal santo Curato per ricevere i suoi illuminati consigli.

Fu ammirabile nella devozione a Maria, al Rosario, all'Eucaristia: queste furono le sorgenti della sua efficacia sulle anime. Il demonio però non mancò di mettere a dura prova la virtù del Santo. Ma tutto ciò non fece che irrobustire il suo spirito.

Estenuato dalle fatiche, macerato dai digiuni e dalle penitenze, il 4 agosto 1859 terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Ma dal cielo il suo apostolato si perpetua coll'esempio della sua vita e delle sue virtù.

PRATICA. Facciamo oggi un atto di carità.

PREGHIERA. Onnipotente e misericordioso Iddio, che rendesti illustre per lo zelo apostolico il beato Giovanni Maria, concedici che a suo esempio ed intercessione possiamo guadagnare a Cristo le anime dei fedeli e raggiungere con essi la gloria dell'eternità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.


Preghiera al Santo Curato D’Ars

Santo Curato d’Ars, tu hai fatto della tua vita un’offerta totale a Dio per il servizio degli uomini. Che lo Spirito Santo, per la tua intercessione, ci conduca a rispondere oggi, senza debolezza, alla nostra vocazione personale.

Tu sei stato un assiduo adoratore di Cristo nel Tabernacolo.

Insegnaci ad avvicinarci con fede e rispetto all’Eucaristia, a gustare la presenza silenziosa di Gesù nel Santissimo Sacramento.

Tu sei stato l’amico dei peccatori. Tu dicevi loro: “Le vostre colpe sono come un granello di sabbia rispetto alla grande montagna della misericordia di Dio”.

Sciogli i legami della paura che talvolta ci tengono lontani dal perdono di Dio.

Aumenta in noi il pentimento per le nostre colpe. Mostraci il vero volto del Padre che attende instancabilmente il ritorno del figliol prodigo.

Tu sei stato il sostegno dei poveri: “Il mio segreto è molto semplice: dare tutto senza conservare niente”. Insegnaci a condividere con quelli che sono nel bisogno, rendici liberi riguardo al denaro e a tutte le false ricchezze.

Tu sei stato un figlio affettuoso della Vergine Maria, “il tuo più vecchio amore”. Insegnaci a pregarla con la semplicità e la fiducia di un bambino.

Tu sei diventato il testimone esemplare dei Parroci dell’universo. Che la tua carità pastorale conduca i pastori a ricercare la vicinanza con tutti, senza preferenze.
Ottieni loro l’amore per la Chiesa, lo slancio apostolico, la solidità nelle prove.

Ispira ai giovani la grandezza del ministero sacerdotale e la gioia di rispondere alla chiamata del buon Pastore.

Santo Curato d’Ars, sii tu il nostro intercessore presso Dio. Amen.

Preghiera per la gioia eterna al terziario San Giovanni Maria Vianney

PREGHIERA
Dio onnipotente e misericordioso,
che in san Giovanni Maria Vianney
ci hai offerto un mirabile pastore,
pienamente consacrato al servizio del tuo popolo,
per la sua intercessione e il suo esempio
fa che dedichiamo la nostra vita
per guadagnare a Cristo i fratelli
e godere insieme con loro la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Amen

Pensiero del 04 Agosto 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 15,21-28

Donna, davvero grande è la tua fede!

Anche se è vero che è stato mandato solo alle pecore perdute della casa di Israele, tuttavia Gesù non è insensibile alla fede di una donna cananea, che si riconosce meschina ma non cessa di avere una grande fede. Non sono la forza umana e l’affidamento ad essa che portano alla salvezza. La fede ha sostenuto i grandi protagonisti dell’antica storia della salvezza: essa ha donato loro la forza di resistere e di non venir meno nella speranza, pur in mezzo alle più atroci persecuzioni e prove. Perché è sempre e solo la fede che vince anche le potenze più avverse del mondo ed è capace di ottenere, come la cananea, una guarigione.

Dobbiamo volgere l’attenzione a questa donna che si pone di fronte a Gesù. Davanti a noi c’è una mamma immersa nella sofferenza, che dice a ogni mamma che cosa significhi vivere con autenticità e fino all’eroismo la propria maternità. La cananea proclama Gesù “figlio di Davide”, cioè lo riconosce come il Messia promesso a Israele; ancor più, essa vede in Gesù il Salvatore e lo proclama “Signore”. Gesù però, non le rivolge neppure una parola; anzi, ai suoi, che lo sollecitano, replica di essere stato mandato solo alle pecore sperdute della casa d’Israele. Tuttavia, egli non allontana la donna e questa, che non ha perso una sola battuta del dialogo, si aggrappa al fatto di non essere stata respinta e, con audacia, si fa avanti e gli si prostra dinanzi, dicendo semplicemente: “Aiutami!”. Ormai è un tutt’uno con la figlia; si è totalmente immedesimata nel suo dolore e nel suo tormento. E’ una vera mamma; la figlia per lei è un’altra se stessa e nella sua preghiera vi è la certezza che Gesù può salvarla e vi è la decisa volontà di strappargli la grazia, il miracolo. E Gesù ora risponde, ma con parole che sembrano fatte apposta per distruggere ogni speranza. La prova della fede è al suo culmine e decisamente ce n’era a sufficienza per scappare via. Ma la cananea non scappa! Il suo amore di mamma spera contro ogni speranza, forse perché ha saputo cogliere nelle parole di Gesù, una nota di bontà. E vince! Con la sua fede autentica, sincera e umile, animata dalla carità e dal coraggio. Non si può esigere di più! Essa è più che degna di far parte del popolo di Dio. E Gesù le dice: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come vuoi”. E la sua parola si fa subito evento. Non c’è alcun bisogno di andare a controllare: è sempre così!

04 Agosto 

Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.


(Luca 7,16)

SALMO RESPONSORIALE (Samol 105)
Rit: Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.

Presto dimenticarono le sue opere,
non ebbero fiducia del suo progetto,
arsero di desiderio nel deserto
e tentarono Dio nella steppa.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.



Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.


(Luca 7,16)


04 Agosto nel 2019 salivano al cielo Luca carissimi e Matteo Ferrari

04 Agosto nel 2019 salivano al cielo Luca carissimi e Matteo Ferrari



 REQUIEM AETERNAM

Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L’ETERNO RIPOSO
L’eterno riposo dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace. Amen.

03 agosto, 2021

Pensiero del 03 Agosto 2021

 Il Signore, è venuto a ritessere il nostro cuore, la sede degli affetti e della volontà.

Meditazione sul Vangelo di Mt 14,22-36

Fede che salva.

Gesù, dopo aver sfamato le folle «in un luogo deserto» (Mt 14,13; chiaro riferimen: alla manna), cammina sulle acque del Lago, mostrando così che Egli, come il Padre celeste, ha lo stesso potere sul mare. Egli è «Io Sono, JHWH». Il ruolo che sulle sponde del Mar Rosso fu di Mosè, ora è svolto da Pietro che, a differenza dell’antico condottiero d’Israele, è un uomo “dubbioso” e “di poca fede”, per questo affonda nelle acque su cui camminava, fino a quando Gesù «tese la mano» (altro riferimento all’Esodo) per salvarlo. Giunti a riva, la potenza salvifica del Cristo guarisce tutti i malati che, con fede, riescono a toccarlo.

I particolari con i quali Matteo descrive l’episodio avvenuto sul lago di Tiberiade ci rimandano al mistero della Chiesa che continua il suo Esodo nella storia contemporanea. La barca “agitata” a causa di un vento (lo spirito) contrario, fotografa bene tutte le difficoltà, interne ed esterne, che la comunità cristiana non ha mai cessato d’incontrare nel suo cammino bimillenario. Pietro rappresenta il cristiano che vive un momento di prova. Egli si ritiene migliore dei discepoli impauriti che ha lasciato sulla barca, perciò, con arroganza, a riprova della vera identità di “Colui che cammina sul mare”, gli chiede di poter fare altrettanto. Quando, tutto ripiegato su se stesso, cessa di tenere fisso lo sguardo su Gesù che dà origine alla fede e la porta a compimento, sprofonda nell’acqua e percepisce, finalmente, la propria miseria. Solo allora grida, da vero discepolo: «Signore, salvami!», dando modo a Gesù di mostrargli la sua potenza salvifica. La Chiesa ha saputo trovare insegnamenti preziosi anche in quegli episodi nei quali il suo primo Papa non fa davvero una bella figura. Non a caso il grido che ottiene all’apostolo Pietro d’essere salvato dalle acque è entrato nella liturgia del Venerdì santo. Ciò che fa la Chiesa come comunità, facciamolo noi come singoli credenti. Realisticamente, dobbiamo sapere che il Signore non ci esenterà dalla tentazione e dalla prova – questo, anche per mantenerci nell’umiltà – ma ci darà la forza di non soccombere ad esse, anzi di glorificarlo proprio in quei terribili momenti, testimoniando a tutti che Gesù, come dice il suo stesso nome, è veramente Dio che salva.

03 Agosto 

Perdonaci, Signore: «Abbiamo peccato».

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

02 agosto, 2021

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02 AGOSTO 2008

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PREGHIERA PER IL PERDONO D'ASSISI

02 AGOSTO

PREGHIERA PER IL PERDONO D'ASSISI
Signore mio Gesù Cristo, vi adoro presente nel Santissimo Sacramento e,
pentito delle mie colpe, vi prego di concedermi la santa Indulgenza
del Perdono di Assisi, che applico a beneficio dell'anima mia
ed a suffragio delle anime sante del Purgatorio.
Vi prego secondo l'intenzione del Sommo Pontefice per l'esaltazione
della Santa Chiesa e per la conversione dei poveri peccatori.
Cinque Pater, Ave e Gloria, secondo l'intenzione del S. Pontefice, per i bisogni di S. Chiesa.
Un Pater, Ave e Gloria per l'acquisto delle SS. Indulgenze.

PREGHIERA DEL PERDONO DI ASSISI
O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre
del cuore mio.
Dammi una fede retta,
speranza certa,
carità perfetta
e umiltà profonda.
Dammi, Signore,
senno e discernimento
per compiere la tua vera
e santa volontà.
Amen.

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