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09 maggio, 2021

Aldo Moro e Peppino Impastato uccisi 43 anni fa: simboli della lotta per la libertà


Aldo Moro e Peppino Impastato uccisi 43 anni fa: simboli della lotta per la libertà
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Il 9 maggio 1978 la mafia uccideva a Cinisi, Giuseppe Impastato



Il 9 maggio 1978 la mafia uccideva a Cinisi, Giuseppe Impastato, meglio conosciuto come Peppino, che per anni ha denunciato le attività illecite di Cosa Nostra.
#ilpuntostorico #9maggio #accaddeoggi #peppinoimpastato
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ore 10:00 - Beatificazione Livatino - 09/05/2021

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Aldo Moro Terziario domenicano

Aldo Moro Terziario domenicano



Testimoni

Maglie, Lecce, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978

‘La Chiesa dovrebbe preoccuparsi della causa di beatificazione di Aldo Moro’. E’ stato questo uno dei passaggi dell’omelia vescovo di Caserta, mons. Raffaele Nogaro nella funzione della Domenica delle Palme 2008, che ha officiato in una Cattedrale particolarmente affollata per la solennita’ della ricorrenza. Nogaro ha ricordato l’anniversario del rapimento dello statista e l’uccisione dei cinque uomini della scorta. In proposito il Vescovo si e’ chiesto ‘perche’ la Chiesa, che si preoccupa di interessarsi di altre cause ugualmente sentite, non promuove la giusta causa di beatificazione di Aldo Moro’, definito ‘uno dei piu’ alti esempi di misericordia’. Il prelato, prossimo a lasciare per raggiunti limiti d’eta’ la Diocesi di Caserta, ha proseguito ricordando di aver conosciuto a Roma l’esponente della Democrazia Cristiana rapito e ucciso dalle Brigate Rosse e di essere rimasto ‘impressionato dal particolare che ogni suo gesto fosse improntato alla solidarieta’ e all’uguaglianza, alla santita”. Nei giorni della sua prigionia Moro, ha spiegato Nogaro, scriveva: ”Io perdono tutti’. Come Gesu’, uomo di misericordia assoluta’.

Etimologia: Aldo = vecchio, inteso come esperto, saggio, dal longobardo


Aldo Moro nacque a Maglie, in Puglia, nel 1916 e meglio di chiunque altro seppe condurre la propria attività politica all'insegna della moderazione, del dialogo e della ricerca del compromesso e dell'accordo tra le diverse parti politiche.
Fin dai tempi dell'Assemblea Costituente Moro applicò il dialogo e la ricerca di convergenza tra le parti in causa nella sua opera politica.
Alla Costituente rappresentò la Democrazia Cristiana di cui era stato eletto deputato e si fece promotore delle istanze più solidali del gruppo vicino alle posizioni di Giorgio La Pira e di Giuseppe Dossetti; era il "personalismo cattolico" per cui il ruolo e la funzione dello Stato erano da vedere nel rispetto della persona umana: lo Stato era in funzione dell'uomo e del cittadino e non viceversa.
L'opera del giovane Aldo Moro fu di straordinaria utilità per l'evoluzione e la buona riuscita dell'Assemblea Costituente.
Fin dalla fine degli anni '40 Moro ricopri importanti cariche pubbliche politiche e di governo: fu sottosegretario, ministro ed infine segretario generale organizzativo dello "scudo crociato" dopo la disfatta fanfaniana nel secondo decennio degli anni '50.
Dalla segreteria di Piazza del Gesù, Moro iniziò a tessere una sottile ragnatela di peculiari rapporti politici il cui compito principale era il contribuire, pur mantenendo inalterato il ruolo fondamentale della DC, allo sviluppo della democrazia italiana.
Moro, uomo di potere e di governo, capiva i limiti ed i disagi del sistema politico e sociale della Repubblica italiana, della salvezza e dello sviluppo dell'Italia repubblicana era sicuro a patto che esso avvenisse all'insegna del dialogo tra tutte le forze politiche democratiche e tutte le parti sociali ed economiche legittimate alla partecipazione a tale processo di convergenza democratica.
L'elemento cardine e lo spirito della politica morotea consistevano nel progressivo e lento "allargamento delle basi della democrazia" italiana coinvolgendo e legittimando tutte le forze politiche democratiche e figlie della Resistenza componenti "l'arco costituzionale".
Ciò doveva avvenire senza colpire o minare la centralità democristiana, che nell'ottica di Moro era vista come elemento base per la salvezza del sistema; la DC era "condannata a governare" per il bene del nostro Paese e della nostra Democrazia.
In nome di tale interesse supremo Moro cadde come un martire, martire della civiltà e delle proprie idee, alle quali fu fedele fino alla fine proprio come altri due famosi Martiri, questi però della fede, a cui sembra giusto affiancare lo statista pugliese: San Thomas Bechet e San Tommaso Moro (mai nessuna omonimia fu più appropriata!).La politica morotea diede i suoi primi frutti all'inizio degli anni '60 quando l'aliora segretario democristiano si fece portavoce, dopo l'esperienza tambroniana del 1959, della "apertura a sinistra", ossia del coinvolgimento dei socialisti del PSI di Pietro Nenni, che dopo i fatti d'Ungheria del 1956 si erano allontanati dai comunisti rompendo l'unità d'azione con il PCI ed imboccando la strada dell'autonomismo, prima, con i governi presieduti da Fanfani, nell'area della maggioranza di governo, poi, con i governi presieduti dallo stesso Moro, l'ingresso di ministri socialisti nell'esecutivo.
Moro diede al suo centro-sinistra un'impronta più moderata nel campo economico e sociale rispetto all'esperienza fanfaniana, ma fu all'avanguardia per quanto riguarda gli equilibri politici.
Il centro-sinistra subì un duro colpo dal tentativo di colpo di stato del generale Giovanni De Lorenzo (Piano Solo) che pose fine alla fase propulsiva di tale formula politica di governo.
Tappe fondamentali dell'incontro tra democristiani e socialisti furono i congressi dei due partiti, rispettivamente a Firenze ed a Napoli ed al teatro La Fenice di Venezia, l'incontro tra Nenni e Moro al residence della Camilluccia ed infine la convenzione degli economisti della sinistra democristiana di Pasquale Saraceno a San Pellegrino.
L'incontro tra Nenni e Moro doveva riprendere il filo interrotto di un dialogo mai nato tra don Sturzo e Turati, unica possibilità, nel 1922, di sbarrare il passo alle camicie nere di Benito Mussolini.
Finita la spinta propulsiva del governo con i socialisti vi fu la bufera del 1968 con la contestazione studentesca e l'autunno caldo del 1969 con le lotte operaie.
Aldo Moro fu uno dei pochi politici a capire la portata storica di quegli eventi che, forse, egli stesso aveva contribuito a provocare, avendo addormentato, dopo il 1964, il centro-sinistra convincendo i socialisti a rinviare le riforme strutturali del sistema, riforme che tanto stavano a cuore a Riccardo Lombardi ed ad Antonio Giolitti, "a data da destinarsi".
In risposta a tale ondata impetuosa di richieste di innovazione del sistema e della vita italiana, il moderatissimo Aldo Moro formulò una nuova teoria politica: il progressivo incontro con il Partito Comunista allora guidato da Enrico Berlinguer.
Ciò doveva avvenire in tre differenti e successive fasi: astensione di tutti i partiti dell'arco costituzionale, quindi compresi anche i comunisti, su di un governo monocolore democristiano; successivo voto favorevole dei sopracitati partiti nei confronti del medesimo governo ed infine la partecipazione diretta di esponenti di tutti i partiti dell'arco costituzionale ad un nuovo ed innovativo governo.
Le prime due fasi (astensione e voto favorevole) di tale programma politico si realizzarono realmente e Moro le diresse in qualità di Presidente della DC, la terza fase, invece, non si ebbe mai: per impedirla menti e braccia crudeli la soffocarono nel sangue dello stesso Moro, che la avrebbe dovuta guidare dal Quirinale, essendo il candidato naturale dei partiti democratici alla successione del Presidente della Repubblica, che proprio nel 1978 vedeva scadere il proprio mandato, Giovanni Leone nell'oneroso ed onorato compito di ricoprire la Somma Magistratura dello Stato.
Ancora oggi nella vita politica italiana c'è il ricordo di quella immane tragedia; mai la vita pubblica repubblicana fu così duramente scossa: aleggia tuttora il fantasma.
In una calda primavera di vent'anni fa si consumò l'evento più tragico della storia della Repubblica italiana: un gruppo di terroristi composto da brigatisti rossi, dopo averne trucidato la scorta, rapi Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, e, dopo più di un mese di prigionia, lo uccise causando una ferita nel tessuto democratico del Paese che non è stata più sanata.
Non è intenzione delle seguenti pagine analizzare la vicenda Moro dal punto di vista giudiziario e non si vuole nemmeno formulare giudizi morali sul comportamento dei differenti attori della vicenda.
Le righe che seguiranno hanno come obiettivo una breve e sintetica analisi storica-politica degli eventi precedenti all'omicidio del leader DC e delle conseguenze che tale atto ebbe nella vita del Paese.
Le elezioni del 1976 avevano visto l'affermazione del PCI di Enrico Berlinguer che era giunto a sfiorare il sorpasso sullo storico avversario, la DC in quel momento guidata dal moroteo Benigno Zaccagnini: furono le elezioni dei due vincitori.
I comunisti si facevano portavoce di richieste di rinnovamento della politica nazionale e furono i primi ad affrontare la denuncia della "questione morale", ossia della disinvoltura con cui molti politici agivano.
All'inizio degli anni '70, a seguito del colpo di stato reazionario effettuato in Cile dal generale Pinochet, Berlinguer si era fatto promotore di un accordo di sistema tra le grandi culture politiche di massa: comunisti, cattolici e socialisti; il "compromesso storico".
I principali interlocutori del leader comunista furono Moro ed il leader repubblicano Ugo La Malfa, entrambi sostenitori di un forte rinnovamento del sistema politico italiano.
II "compromesso storico" doveva servire alla legittimazione del PCI potendo rendere possibile un'alternanza ed una alternativa anche nella vita politica italiana.
Si prospettava una soluzione di tipo tedesco: negli anni '60 in Germania(RFT) vi era stata una "grande coalizione" tra democristiani e socialdemocratici la cui conclusione fu una serie di governi a guida socialdemocratica.
I governi Andreotti (DC) che si formarono dopo le elezioni del 1976 ebbero, in un primo momento l'astensione di tutti i partiti dell'arco costituzionale (DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI] che successivamente, tranne i liberali che si espressero contro, tramutarono tale voto in voto favorevole.
A tale esperimento si opposero numerose forze, sia palesi, sia occulte, tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale.
La morte di Moro comportò la fine dell'esperienza della solidarietà nazionale e si assistette alla trasformazione dello scenario politico italiano.
II ruolo riformatore dei comunisti italiani venne di molto ridimensionatoci PCI venne rimandato all'opposizione) e si affacciò nel panorama politico italiano l'on. Bettino Craxi il cui ruolo di "ago della bilancia" fruttò per tutti gli anni '80 una notevole rendita di posizione.
Durante i cinquantacinque giorni del sequestro ci fu il dibattito e lo scontro tra la linea della fermezza eia linea favorevole alla trattativa: fu giusto non trattare, fare altrimenti sarebbe stato come legittimare, rinforzandole, le Brigate Rosse; ciò che è da condannare furono i ritardi e le omissioni che avrebbero potuto portare alla salvezza del Presidente democristiano.
Ancora oggi attorno al caso Moro esistono numerosi ed irrisolti misteri.
Non si sa neppure e non sembra, quindi, giusto esprimersi al riguardo nulla di preciso a riguardo della veridicità delle lettere inviate da Moro durante la prigionia.
Probabilmente ha ragione Alessandro Natta, anche se ciò può apparire di un grado di cinismo molto elevato, quando dice che la grande sfortuna di Moro, la cui sorte era ormai stata decisa al momento del rapimento, fu quella di non essere rimasto ucciso in via Fani, seguendo, cosi, il truce e tragico destino del maresciallo Oreste Leonardi e degli altri agenti della scorta.
Chi scrive, anche per ragioni anagrafiche, non può essere iscritto tra i nostalgici del compromesso storico ed è ben conscio dell'impossibilità e della difficoltà di avanzare ipotesi storiche postume, ma è altrettanto convinto che se la sorte dello statista DC, non avesse il dialogo tra i cattolici ed i social-comunisti, all'Italia ed agli italiani si sarebbero risparmiati i rampanti anni '80, gli anni del craxismo imperante, della "governabilità craxiana" e del "successo senza moralismi", alla fine dei quali gli Italiani si sono trovati pieni di debiti e con forti lacerazioni nel rapporto fiduciario tra cittadini ed istituzioni.
Sarebbe ora di poter trovare la verità conclusiva del caso Moro, appurando la verità e trovando tutti i responsabili di tale efferato atto di barbarie.
Aldo Moro e le altre vittime hanno il diritto di poter riposare in pace e gli italiani di conoscere la verità: lo sviluppo democratico dell'Italia non può avvenire mantenendo tali scheletri negli armadi.
Di Aldo Moro resta, come lo defini Papa Paolo VI, il ricordo di "un uomo mite e buono", il cui pensiero politico è ora più che mai attuale ed utile all'Italia democratica e repubblicana.


DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI PER L'UCCISIONE DELL'ON. ALDO MORO

Mercoledì, 10 maggio 1978

Ragazzi carissimi!
Come certamente voi tutti sapete, ieri è stato compiuto, qui a Roma, un fatto tristissimo, un delitto orribile. È stato ucciso vilmente l'onorevole Aldo Moro, e abbandonato in un'automobile nel centro della città. Era una persona di grande autorità, un uomo politico di molta importanza e di carattere buono e tranquillo. La sua uccisione premeditata, calcolata, compiuta di nascosto e senza pietà ha fatto inorridire la città, tutta l'Italia e ha commosso di sdegno e di pietà il mondo intero. Noi lo abbiamo conosciuto fino dagli anni della sua giovinezza, fino a quando era Studente all'Università. Era uomo buono e savio, incapace di fare male ad alcuno; professore molto bravo e uomo di politica e di governo, persona di grande valore, padre di famiglia esemplare, e ciò che più conta era un uomo di ottimi sentimenti religiosi, sociali ed umani. Questo delitto ha scosso tutto il mondo delle persone oneste, tutta la società; è come una macchia di sangue, che disonora il nostro Paese; tutti ne parlano, tutti ne sono indignati; e anche voi, giovani e fanciulli riuniti in questa Basilica, provate orrore e dolore per questo avvenimento.
Ebbene, Figli carissimi, e voi Insegnanti e Parenti che siete qui con loro per un momento comune di preghiera serena e solenne, in occasione specialmente della santa Comunione di questa fanciullezza col Signore Gesù, sollevate il vostro pensiero con noi, e recitate, ora, all'inizio della nostra breve cerimonia, una preghiera per Aldo Moro, per la sua desolata Famiglia e per tutta la Nazione.

Successivamente alle 11,30, nell'Aula delle udienze, ai numerosissimi visitatori provenienti da ogni parte del mondo, Paolo VI ricorda ancora il tristissimo evento con le seguenti parole, che premette al discorso sulla Pentecoste.

Figli carissimi e Fedeli e Visitatori tutti presenti!
Sembrerebbe a noi una mancanza di sincerità e di pietà, se prima di rivolgere a voi le brevi parole spirituali preparate per questa Udienza, noi non associassimo voi tutti al dolore che ha colpito il nostro cuore per la barbara morte dell'onorevole Aldo Moro, della quale voi pure dalla pubblicità che ne è fatta dovete essere informati. Noi ora vi diremo soltanto che questo fatto omicida è grave in se stesso e per le ripercussioni morali e sociali che esso può avere. Noi vorremmo invece che la stessa riflessione su tale avvenimento richiamasse tutti a pensieri molto seri e pratici circa la nostra partecipazione, privata o pubblica che sia, alla vita sociale del nostro tempo, la quale deve farci sentire non solo partecipi, ma in parte responsabili del suo svolgimento, nel senso che dobbiamo tutti procurare che la nostra mentalità ed il nostro costume siano guidati da una forte coscienza morale.
Bisogna che la bontà delle idee e delle opere di tutti sia più presente e più operante nel nostro mondo, affinché gli sia risparmiata la degenerazione di cui la ingiusta e tragica fine d'un uomo di Stato, buono, sereno, colto e pio come fu Aldo Moro è un segno che fa paura e rossore. Noi desideriamo a tal fine pregare per lui, per i suoi familiari e per tutta questa società, che ci circonda e per la quale noi abbiamo, tanto di più quanto più tristi si prospettano i tempi, il nostro pastorale interesse e la nostra paterna affezione. Pregate, soffrite ed amate anche voi.



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Sant'Isaia

 Sant'Isaia

Nome: Sant'Isaia
Titolo: Profeta
Nascita: 765 a. C., Regno di Giuda
Morte: 700 a. C., Regno di Giuda
Ricorrenza: 9 maggio
Tipologia: Commemorazione




Isaia, profeta ebreo, nacque attorno all’anno 765 a.c dal padre Amoz e visse in un periodo di forti tensioni dal punto di vista sociale e politico, sotto minaccia di un’invasione assira in Israele.

Nel 740 a.C., anno in cui morì il re Ozio, Isaia ebbe nel tempio di Gerusalemme una visione nella quale il Signore lo inviava ad annunciare al popolo la rovina di Israele. Sacerdote della tribù di Levi, Isaia è uno dei cinque più importanti profeti di cui si parla nella Bibbia. Ciò che di importante si può dire circa la vita del profeta Isaia è che, differentemente da quanto accada per altri profeti, in Isaia prevale l’aspetto poetico, politico e visionario dell’essere un profeta.

Il suo peso politico, in maniera particolare, fece sì da renderlo un personaggio molto noto al suo tempo grazie soprattutto ai suoi continui e costanti tentativi di impedire alleanze militari, dietro il sostegno dell’unica strada possibile: la fiducia in Dio. La sua attività profetica, invece, fu quella di costante impegno nel denunziare il degrado morale diffuso tra il popolo a causa della prosperità del paese.

Del profeta Isaia si perde ogni traccia attorno al 700 a.C. e secondo quanto detto dalla tradizione ebraica fu molto probabilmente arrestato e successivamente condannato a morte sotto Manasse. I vangeli apocrifi, diversamente, ritengono che venne torturato e che il suo corpo venne squarciato in due parti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Isaia, profeta, che, nei giorni di Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, fu mandato a rivelare al popolo infedele e peccatore la fedeltà e la salvezza del Signore a compimento della promessa fatta da Dio a Davide. Presso i Giudei si tramanda che sia morto martire sotto il re Manasse.
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Pensiero del 09 maggio 2021

 Amare non è solo un sentimento, ma un cammino che dura tutta una vita Amare è riconoscere l'altro, rispettarlo, essere paziente...........Lasciamoci riempire da DIO con il Suo Amore, con il Dono del Suo Spirito e scopriremo cos'è l'Amore vero. Impareremo ad amare come ama Gesù.

09 Maggio

Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria.

(Salmo 49,17-18)

«Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani».

(Isaia 49:15-16)


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08 maggio, 2021

Pensiero del 08 maggio 2021

 Se il mondo ci odia è perché apparteniamo a Gesù ed allora non dobbiamo preoccuparci. L'odio che deve intimorirci sono le tenebre del peccato quando prendono sopravvento in noi. Scegliamo l'alleanza con Gesù, diventiamo suoi servitori e nulla temeremo. 

08 Maggio 

Acclamate il Signore, voi tutti della terra

Se siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù,
dove è Cristo, seduto alla destra di Dio.

(Colossesi 3,1)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 99)
Rit: Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

 Non temere la sentenza della morte, ricordati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà.

(Siracide 41,3)




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07 maggio, 2021

7 MAGGIO 1945: FINISCE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

 7 MAGGIO 1945: FINISCE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il Generale tedesco Alfred Jodl firma la resa incondizionata a Reims, in Francia, ponendo fine alla partecipazione tedesca alla guerra. Il documento entrerà in vigore il giorno seguente.
Terminerà così in Europa la Seconda Guerra Mondiale.



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Pensiero del 07 maggio 2021

 La vita cristiana è scuola d'Amore vero e Gesù è il Maestro e l'Amico vero da cui imparare. Se vogliamo vivere relazioni vere chiediamo a LUI che ci guarirà, ci consolerà e c'aiuterà ad amare gli altri ogni giorno sempre di più. Così rimarremmo nella Suo Amicizia.

07 Maggio 

Ti loderò fra i popoli, Signore

Vi ho chiamato amici, dice il Signore,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio
l’ho fatto conoscere a voi.

(Giovann 15,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 56)
Rit: Ti loderò fra i popoli, Signore.

Saldo è il mio cuore, o Dio,
saldo è il mio cuore.
Voglio cantare, voglio inneggiare:
svégliati, mio cuore,
svegliatevi, arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora.

Ti loderò fra i popoli, Signore,
a te canterò inni fra le nazioni:
grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.

 Per questo mi affatico e lotto, con la forza che mi viene da lui e che agisce in me con potenza.

(Colossesi 1,29)

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06 maggio, 2021

Messa e Vespri di giovedi 6 maggio 2021 BEATA PIERINA MOROSINI

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Sulla sua tomba fu collocata un’epigrafe in latino - composta da don Antonio Ubiali

Sulla sua tomba fu collocata un’epigrafe in latino - composta da don Antonio Ubiali - «A memoria senza fine di Caterina Cittadini, Fondatrice del Monastero delle Orsoline in Somasca: stupenda per pietà, integrità ed austerità di vita e per saggezza. Alla Croce di Gesù affissa col cuore e vivendo per Lui, continuò, instancabile ad educare le compagne e le ragazze a virtù benché consumata dalla lunga malattia. Morì nel bacio del Signore, il 5 maggio 1857, all'età di 56 anni, lasciando una grande di sé».

In ricordo delle virtù di Caterina, la sua dedizione alla Croce del Signore, l’impegno nel formare a virtù compagne e fanciulle e il rimpianto lasciato.
Ciò che Caterina aveva tanto desiderato avvenne dopo la sua morte: il 14 dicembre dello stesso anno il Vescovo di Bergamo Mons. Pietro Luigi Speranza emette il Decreto di erezione canonica dell’Istituto. È un giorno, questo, in cui Caterina fu protagonista perché il suo spirito viveva nelle donne che avevano condiviso la sua vocazione. Così è il destino dei Santi: gustare nell’al di là, nella luce di Dio, il premio delle loro fatiche.



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Pensiero del 06 maggio 2021

 Rimanere per essere nella gioia piena. Ma la Gioia piena è nella Croce gloriosa, in quel restare nonostante, perché l'amore che si radica in Cristo nella fedeltà alle scelte fatte resta per sempre.

06 Maggio

Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Godolia giurò a loro ed ai loro uomini e disse loro: “Non temere gli ufficiali dei Caldei; rimanete nella terra e servite il re di Babilonia e vi troverete bene”.

(II Re 25,24)



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05 maggio, 2021

BEATA CATERINA CITTADINI

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Liberazione dell'Olanda - Paesi Bassi dall'occupazione nazista Liberation of the Netherlands - may 1945




Liberation of the Netherlands - may 1945



Janny Brandes-Brilleslijper, diventò una comunista attiva. Odiava qualsiasi romanticismo sulla guerra ed era appassionata della verità raccontata sull'Olocausto. Decisa a non dimenticare mai, ogni anno organizzava una grande festa il 5 maggio, per commemorare il giorno in cui l'Olanda fu finalmente liberata dall'occupazione nazista.







Liberazione dell'Olanda - Paesi Bassi dall'occupazione nazista.

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Pesiero del 05 maggio 2021

 La nostra vocazione, consiste nel portare frutto ed il frutto è la santità, ch'è sempre la fede, che opera per mezzo della carità, e nella carità porta frutti di vita per il mondo.

05 Maggio

Andremo con gioia alla casa del Signore

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore;
chi rimane in me porta molto frutto.

(Giovanni 15,4.5)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano.


Allora Oloferne le disse: “Sta tranquilla, o donna, non temere in cuor tuo, perché io non ho mai fatto male a nessuno che abbia accettato di servire Nabuchodònosor, re di tutta la terra”

(Giuditta 11,1)



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5 MAGGIO 1945 - LIBERAZIONE DI MAUTHAUSEN E GUSEN!

 5 MAGGIO 1945 - LIBERAZIONE DI MAUTHAUSEN E GUSEN!

Per non dimenticare. Mai.


L’8 agosto 1938, cinque mesi dopo la cosiddetta “annessione“ (“Anschluss”) dell’Austria al Reich, arrivarono a Mauthausen i primi prigionieri provenienti dal Campo di concentramento di Dachau. La ragione decisiva della scelta di costruire il Lager in quel luogo fu la stessa che indusse successivamente alla costruzione del vicino sotto-Campo di Gusen nel 1940: la presenza di cave di granito. Inizialmente i prigionieri furono impiegati nell’edificazione stessa del Lager e nel lavoro forzato presso la “Deutsche Erd- und Steinwerke GmbH”, una ditta di proprietà delle SS che produceva materiale da impiegare per la costruzione degli edifici monumentali e di prestigio della Germania nazista.


Fino al 1943, la funzione prevalente del Lager fu la persecuzione e la reclusione definitiva degli oppositori politici ed ideologici, fossero essi realmente tali o anche solo presunti. Per un certo tempo Mauthausen e Gusen furono gli unici Lager classificati di Categoria III, previsti per “detenuti difficili da recuperare”, il che significava che in quei luoghi le condizioni di reclusione erano durissime. La mortalità era fra le più alte tra tutti i Lager del sistema concentrazionario nazista.


Tra il 1942 e il 1943, come in tutti gli altri Campi di concentramento, i prigionieri vennero in numero sempre maggiore utilizzati nell’industria bellica, e per gestire la quantità di prigionieri, che aumentò notevolmente, nacque l’esigenza di fondare numerosi Campi-satellite. Alla fine del 1942 nei Campi di Mauthausen, di Gusen e nei pochi Campi-satellite si trovavano 14.000 prigionieri, mentre nel marzo del 1945 il numero delle persone detenute a Mauthausen e nei suoi Campi-satellite, che erano aumentati di numero, ammontava ad oltre 84.000.


Dopo la seconda metà del 1944 furono trasportati a Mauthausen migliaia di deportati provenienti soprattutto dai Campi di concentramento ubicati più ad est. Nella primavera del 1945 furono smantellati i Campi-satellite situati ad est di Mauthausen, come anche i Campi per gli ebrei ungheresi costretti al lavoro forzato. Tutti i prigionieri furono convogliati verso Mauthausen/Gusen per mezzo di vere e proprie marce della morte, finendo per provocare uno spaventoso sovraffollamento, nel Campo principale, come anche negli altri sotto-Campi ancora esistenti: Ebensee, Steyr e Gunskirchen. A seguito del sovraffollamento, la fame e le malattie fecero aumentare di colpo la mortalità.


La maggior parte dei deportati presenti a Mauthausen proveniva dalla Polonia, seguiti da cittadini sovietici e ungheresi, ma c’erano anche numerosi gruppi di tedeschi, austriaci, francesi, italiani, jugoslavi e spagnoli. Complessivamente, l’amministrazione delle SS del Lager registrò uomini, donne e bambini provenienti da più di 40 Nazioni. A partire dal Maggio del 1944 arrivò anche un gran numero di ebrei ungheresi e polacchi; per loro, le possibilità di sopravvivere erano le più scarse.


In totale, durante il periodo tra la costruzione del Lager nell’agosto del 1938 e la sua liberazione da parte dell’Esercito americano nel maggio del 1945, a Mauthausen furono deportate quasi 190.000 persone.


Migliaia di prigionieri furono fucilati, o uccisi con iniezioni letali, altri fatti morire di botte, altri ancora di freddo. Almeno 10.200 prigionieri furono assassinati per asfissia, la maggior parte nella Camera a gas nel Campo centrale, altri nel castello di Hartheim, uno dei centri di sterminio del ”Progetto eutanasia”, oppure nel Campo di Gusen, rinchiusi in baracche sigillate o in un autobus che faceva la spola fra Mauthausen e Gusen, nel quale veniva immesso gas velenoso. La maggioranza dei prigionieri dei Lager però, non sopravvisse allo sfruttamento spietato della manodopera, accompagnato da maltrattamenti, denutrizione, mancanza di vestiti adeguati e di cure mediche. In totale, a Mauthausen, Gusen e negli altri Campi-satellite, morirono almeno 90.000 prigionieri, dei quali quasi la metà perì durante i quattro mesi precedenti la liberazione.


I Campi satellite

Google maps con i campi satellite (in inglese)

Google maps con i campi satellite (in inglese)

In mancanza di manodopera locale, necessaria per aumentare la produzione di armamenti, il Reich nazista destinò un numero sempre maggiore di prigionieri ai Campi di concentramento. Mentre i primi Campi satellite servivano solo alle imprese economiche delle SS, dal 1942 furono costruiti all’incirca 40 sotto-Campi soprattutto per trasferirvi le industrie d’armi. Il primo sotto-Campo, allestito per conto della Steyr-Daimler-Puch AG, fu quello di Steyr-Münichholz.


Degli oltre 84.000 prigionieri detenuti nel Sistema concentrazionario di Mauthausen nel marzo del 1945, più di 65.000 si trovavano nei Campi-satellite. Furono impiegati come lavoratori forzati da imprese edilizie per la costruzione degli impianti produttivi, ma anche per la produzione stessa, soprattutto dalle industrie come la Steyr-Daimler-Puch AG, la Reichswerke Hermann Göring (una fabbrica d’armi statale), l’Heinkel-Werke e la Messerschmitt (aerei da guerra).


A partire dalla fine del 1943, i prigionieri furono costretti a costruire fabbriche al riparo dalle incursioni aeree. Per questo motivo si implementò soprattutto il lager di Gusen e i grandi Campi-satellite di Ebensee e Melk. La costruzione di queste gallerie fu effettuata senza riguardo per la salute e la vita dei prigionieri e causò una notevole quantità di vittime.


A metà della guerra, il Campo principale di Mauthausen fungeva quindi, sempre di più, come centrale amministrativa dalla quale venivano “smistati” i prigionieri ritenuti abili al lavoro verso i Campi-satellite; allo stesso tempo, qui venivano riportati i prigionieri malati e non più idonei al lavoro, che venivano lasciati morire. Oggi si possono visitare allestimenti museali negli ex Campi-satellite di Gusen, Ebensee, Melk e Steyr.







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Settantasei anni fa come oggi veniva liberato il famigerato campo di concentramento di Mauthausen


 Settantasei anni fa come oggi veniva liberato il famigerato campo di concentramento di Mauthausen in Austria è stato uno degli ultimi ad essere liberato. Tra le sue mura di granito proibite e vicino alla morte si trovano tre giovani mamme ed i loro bambini di 3 libbre, come raccontato nel mio libro Born Survivors. Ecco un estratto di quel giorno: ′′ La prima Priska sapeva dell'arrivo degli americani a Mauthausen era il suono di qualcosa che non sentiva da anni - risate, ′′ una cosa più bella." Da qualche parte in lontananza pensava di poter farcela sentire anche musica che viene suonata. Alzata senza sosta dal suo vuoto di paglia sporca, si è sbirciata fuori dalla sua finestra, strizzando gli occhi sotto il sole di mezzogiorno e ha visto tre veicoli militari sconosciuti con stelle bianche che trasportavano giovani soldati dall'aspetto, nessuno dei quali indossava uniformi tedeschi. Ecco come erano gli americani. Dopo aver sognato così a lungo i loro liberatori alleati, la vista di tali esseri in carne ed ossa sembrava un'illusione. Tutto di loro era diverso, dalle loro uniformi ai caschi, anche al modo in cui camminavano, parlavano e annusavano. Mentre molti dei prigionieri erano estasiati, piangendo: ′′ Pace! Benvenuti!" o ′′ Siamo liberi!" in una Babele di lingue, altri semplicemente accasciati dove si trovano, apatici e indifferenti. Altri si sono seduti sopraffatti, lacrime che scendono sui loro volti, pregando che gli uomini sorridenti in uniforme non fossero un'allucinazione crudele. Alcune delle donne più giovani, che avevano sognato di incontrare GI per tutta la vita, si sono improvvisamente prese coscienza di sé. Ripulsi dal proprio odore, si sono pizzicati le guance o hanno cercato invano di lisciare i capelli brulicando di creature e rigidi di sporcizia. '

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PADRE PIO AI MEDICI: “PORTATE DIO AI MALATI; VARRÀ PIÙ DI QUALSIASI ALTRA CURA”

 PADRE PIO AI MEDICI: “PORTATE DIO AI MALATI; VARRÀ PIÙ DI QUALSIASI ALTRA CURA”

Inagurazione della Casa Sollievo della Sofferenza. Era il 5 maggio 1956


Il 5 maggio 1956 venne inaugurata la “Casa Sollievo della Sofferenza. Alla Messa, presieduta da Padre Pio, parteciparono quindicimila persone, tra cui numerose autorità religiose, civili e militari. La Chiesa era rappresentata dall’arcivescovo di Bologna, il cardinale Giacomo Lercaro. Padre Benigno da Sant’Ilario., ministro generale dei Frati Cappuccini, lesse il telegramma della Santa Sede con la benedizione apostolica del Papa, Pio XII. Per lo Stato italiano sono presenti il presidente del Senato, Cesare Merzagora, e il ministro delle Poste.


Dopo l’intervento del cardinale Lercaro improntato sulla carità come segno della presenza di Dio, padre Pio tenne un discorso memorabile in cui si tracciò le linee guida dell’«opera della Provvidenza»:


«È stato deposto nella terra un seme che Egli scalderà coi suoi raggi d’amore. Non ci private del vostro aiuto, collaborate a questo apostolato di sollievo della sofferenza umana. Una tappa del cammino da compiere è stata fatta. Non arrestiamo il passo, rispondiamo solleciti alla chiamata di Dio per la causa del bene, ciascuno adempiendo il proprio dovere. Io, in incessante preghiera di servo inutile del Signore nostro Gesù Cristo, voi col desiderio struggente di stringere al cuore tutta l’umanità sofferente per presentarla con me alla misericordia del Padre celeste».


Dopo il rituale taglio del nastro da parte del fondatore e del porporato, nella nuova struttura s’inaugurò un simposio di cardiochirurgia di livello mondiale sulle patologie delle coronarie, presieduto dal prof. Pietro Valdoni. Vi parteciparono illustri clinici giunti da vari Paesi d’Europa e dalle Americhe. Il giorno seguente i relatori passarono a salutare padre Pio che, con la sua naturale semplicità, ricorda loro: «Voi avete la missione di curare il malato; ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano molto. Portate Dio ai malati; varrà più di qualsiasi altra cura».




05 maggio 1956

     


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Beata Caterina Orsola Cittadini

 Beata Caterina Orsola Cittadini



Nome: Beata Caterina Orsola Cittadini

Titolo: Vergine
Nascita: 28 settembre 1801, Bergamo
Morte: 5 maggio 1857, Somasca
Ricorrenza: 5 maggio
Tipologia: Commemorazione




Caterina Cittadini nacque a Bergamo il 28 settembre 1801. Dopo aver conseguito il diploma di maestra elementare venne assunta come maestra nella scuola femminile di Somasca, e maturò il desiderio di entrare in una congregazione religiosa: scelse di accompagnarsi a quella dei somaschi di S. Gerolamo Emiliani.

Partecipò attivamente alla vita parrocchiale: maestra di dottrina cristiana, aprì la propria casa alla gioventù femminile, per animarla secondo lo stile oratoriano. L'attenzione ai poveri la condusse a porre attenzione alle orfane e alle ragazze impossibilitate a frequentare le scuole cittadine.

Morì il 5 maggio 1857, dopo un giorno di agonia. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 29 aprile 2001.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Somasca vicino a Bergamo, beata Caterina Cittadini, vergine, che, rimasta orfana fin da piccola, fu educatrice umile e sapiente; si dedicò con impegno nel curare l’istruzione delle ragazze povere e l’insegnamento della dottrina cristiana, fondando per questo l’Istituto delle Suore Orsoline di Somasca.
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04 maggio, 2021

Pensiero del 04 maggio 2021

 Gesù prima d'affrontare la Sua Passione tranquilizza i discepoli, dona la Sua Pace per affrontare le difficoltà. La Pace di Gesù si accoglie come dono, ma la si custodisce con la fede, l'umiltà la preghiera, la carità, il perdono. L'unica cosa che si perde, con il peccato e l'orgoglio. La Pace di Gesù è Gesù stesso nella nostra vita...non sia turbato il nostro cuore.....Dio è Pace.

04 Maggio

I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno

Cristo doveva patire e risorgere dai morti,
ed entrare così nella sua gloria.

 (Luca 24,46.26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.

[Che c’è, Ester?] Io sono tuo fratello; coraggio, tu non morirai, perché il nostro decreto è solo per la gente comune. Avvicinati!

Ester 5,1


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