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10 giugno, 2020

1940: 10 giugno come oggi Annuncio dell'entrata dell'Italia a far parte della Seconda guerra Mondiale

 1940: 10 giugno, come oggi Annuncio dell'entrata dell'Italia a far parte della Seconda guerra Mondiale  



Benito Mussolini lunedì 10 giugno
1940




Ottant’anni fa, il dittatore annunciava l'ingresso del paese nel conflitto mondiale. Il regime consegnava al massacro una nazione impreparata e illusa dalla propaganda. Il patto di sangue tra la folla e il corpo del duce si scioglierà solo cinque anni dopo, e sarà la prima prova dell’Italia nuova



07 giugno, 2020

1921: 07 giugno come oggi nasceva Jacob Brilleslijper

 1921: 07 giugno come oggi nasceva Jacob Brilleslijper

Fratello minore di Lien ed Janny Brilleslijper 

La sua memoria sia una benedizione



03 giugno, 2020

3 giugno 1963 - 3 giugno 2020 Papa Giovanni XXIII

 3 giugno 1963 - 3 giugno 2020 Papa Giovanni XXIII

«Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria»
Oggi ricordiamo la nascita al cielo di Papa Giovanni, e lo facciamo come sanno fare i credenti: ringraziando Dio per avercelo donato e per averlo accanto a Sé dispensatore di grazie e promotore di speranza.



30 maggio, 2020

Auguri di cuore ad Janny Brandes-Brilleslijper, per il suo onomastico JANNY SIGNIFICATO DEL NOME

 JANNY SIGNIFICATO DEL NOME

Festa del nome Janny: 30 maggio
Etimologia e significato del primo nome Janny
Questo nome deriva dall'ebraico yo e tanan. Egli ha il significato di: Dio è misericordioso.
Significato ed etimologia del cognome JANNY
Origine: "Janny" è un cognome molto piccolo comune nella regione sud-orientale, che rappresenta un diminutivo di jeans, nome del battesimo di origine
biblica, derivato dall'ebraico Johanan, vale a dire che Dio concede, ha fatto la grazia.
Caratteristiche: Janny è una persona timida, fragile, buona; il suo più grande pregio è proprio la bontà: non si cura tanto di sé, quanto piuttosto degli altri per i quali farebbe di tutto per vederli felici. Non è amante delle distrazioni e del divertimento perché l'unica cosa che le sta a cuore è la famiglia.
Storia e carattere del nome Janny
Il nome Janny è uno dei nomi dati molto pochi in Francia negli ultimi anni. Dal 1900 al 1940, 191 Jannys furono registrati. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 789. Successivamente, dal 1940 al 1980, 339 bambini sono stati nominati Janny. La sua posizione media nella classifica dei nomi più popolari in questo periodo è 1490. Poi, dal 1980, il primo nome Janny è stato dato 16 volte. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 5910. La massima popolarità di Janny fu l'anno 1947 con 30 nascite. L'anno peggiore per il nome Janny è stato 2015 con 0 nascite.
Il dinamismo è una delle qualità di Janny. I Janny sono audaci, che le loro famiglie spesso apprezzano. Si dice spesso che la tenacia sia una delle qualità più apprezzate tra le persone di nome Janny.
Janny
Significa "Dio è grazia" ed è una variante del nostro Jenny/Giovanna/Gianna/Gianni.
Dalla biblica, derivato dall'ebraico Johanan, vale a dire che Dio concede, ha fatto la grazia.
15 agosto
Origine del nome:
ebraiche
Festa del nome Janny: 30 maggio
Etimologia e significato del primo nome Janny
Questo nome deriva dall'ebraico yo e tanan. Egli ha il significato di: Dio è misericordioso.
Significato ed etimologia del cognome JANNY
Origine: "Janny" è un cognome molto piccolo comune nella regione sud-orientale, che rappresenta un diminutivo di jeans, nome del battesimo di origine
biblica, derivato dall'ebraico Johanan, vale a dire che Dio concede, ha fatto la grazia.
Storia e carattere del nome Janny
Il nome Janny è uno dei nomi dati molto pochi in Francia negli ultimi anni. Dal 1900 al 1940, 191 Jannys furono registrati. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 789. Successivamente, dal 1940 al 1980, 339 bambini sono stati nominati Janny. La sua posizione media nella classifica dei nomi più popolari in questo periodo è 1490. Poi, dal 1980, il primo nome Janny è stato dato 16 volte. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 5910. La massima popolarità di Janny fu l'anno 1947 con 30 nascite. L'anno peggiore per il nome Janny è stato 2015 con 0 nascite.
Il dinamismo è una delle qualità di Janny. I Janny sono audaci, che le loro famiglie spesso apprezzano. Si dice spesso che la tenacia sia una delle qualità più apprezzate tra le persone di nome Janny.
JANNY SIGNIFICATO DEL NOME Festa del nome Janny: 30 maggio Etimologia e significato del primo nome Janny Questo nome deriva dall'ebraico yo e tanan. Egli ha il significato di: Dio è misericordioso. Significato ed etimologia del cognome JANNY Origine: "Janny" è un cognome molto piccolo comune nella regione sud-orientale, che rappresenta un diminutivo di jeans, nome del battesimo di origine biblica, derivato dall'ebraico Johanan, vale a dire che Dio concede, ha fatto la grazia. Caratteristiche: Janny è una persona timida, fragile, buona; il suo più grande pregio è proprio la bontà: non si cura tanto di sé, quanto piuttosto degli altri per i quali farebbe di tutto per vederli felici. Non è amante delle distrazioni e del divertimento perché l'unica cosa che le sta a cuore è la famiglia. Storia e carattere del nome Janny Il nome Janny è uno dei nomi dati molto pochi in Francia negli ultimi anni. Dal 1900 al 1940, 191 Jannys furono registrati. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 789. Successivamente, dal 1940 al 1980, 339 bambini sono stati nominati Janny. La sua posizione media nella classifica dei nomi più popolari in questo periodo è 1490. Poi, dal 1980, il primo nome Janny è stato dato 16 volte. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 5910. La massima popolarità di Janny fu l'anno 1947 con 30 nascite. L'anno peggiore per il nome Janny è stato 2015 con 0 nascite. Il dinamismo è una delle qualità di Janny. I Janny sono audaci, che le loro famiglie spesso apprezzano. Si dice spesso che la tenacia sia una delle qualità più apprezzate tra le persone di nome Janny. Janny Significa "Dio è grazia" ed è una variante del nostro Jenny/Giovanna/Gianna/Gianni. 15 agosto Origine del nome: ebraiche Festa del nome Janny: 30 maggio Etimologia e significato del primo nome Janny Questo nome deriva dall'ebraico yo e tanan. Egli ha il significato di: Dio è misericordioso. Significato ed etimologia del cognome JANNY Origine: "Janny" è un cognome molto piccolo comune nella regione sud-orientale, che rappresenta un diminutivo di jeans, nome del battesimo di origine biblica, derivato dall'ebraico Johanan, vale a dire che Dio concede, ha fatto la grazia. Storia e carattere del nome Janny Il nome Janny è uno dei nomi dati molto pochi in Francia negli ultimi anni. Dal 1900 al 1940, 191 Jannys furono registrati. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 789. Successivamente, dal 1940 al 1980, 339 bambini sono stati nominati Janny. La sua posizione media nella classifica dei nomi più popolari in questo periodo è 1490. Poi, dal 1980, il primo nome Janny è stato dato 16 volte. Il primo nome Janny occupa un rango medio nei nomi più popolari durante questo periodo di 5910. La massima popolarità di Janny fu l'anno 1947 con 30 nascite. L'anno peggiore per il nome Janny è stato 2015 con 0 nascite. Il dinamismo è una delle qualità di Janny. I Janny sono audaci, che le loro famiglie spesso apprezzano. Si dice spesso che la tenacia sia una delle qualità più apprezzate tra le persone di nome Janny.
Auguri di cuore, ad Janny Brandes-Brilleslijper, per il suo onomastico.



29 maggio, 2020

Beato Rolando Maria Rivi

 Beato Rolando Maria Rivi



Nome: Beato Rolando Maria Rivi
Titolo: Seminarista e martire
Nascita: 7 gennaio 1931, San Valentino, Castellarano Reggio Emilia
Morte: 13 aprile 1945, Piane di Monchio, Modena
Ricorrenza: 29 maggio
Tipologia: Commemorazione
Patrono: Piave San Valentino, Castellarano Reggio Emilia
Protettore: Seminaristi, Chierichetti, ed Amministranti dell'Eucaristia 

Rolando Rivi nasce il 7 gennaio 1931, nella Casa del Poggiolo, a San Valentino, nel Comune di Castellarano (Reggio Emilia). Il padre si chiama Roberto Rivi e la madre Albertina Canovi.

Fanciullo intelligente e vivace, intimamente amico di Gesù, chierichetto assiduo nel servizio all'altare, si sente presto chiamato da Dio a diventare sacerdote. Nell'ottobre del 1942, a undici anni, Rolando Rivi entra nel Seminario minore di Marola, nel Comune di Carpineti (Reggio Emilia), e veste l'abito talare. Qui si distingue per lo studio, l'amore al Signore Gesù, la preghiera intensa, la bontà verso gli altri.

Nell'estate del 1944 il Seminario viene chiuso per motivi di guerra. Rolando torna a casa, ma continua a fare vita da seminarista, indossando sempre l'abito talare e alimentando il suo desiderio di diventare sacerdote e missionario con la Confessione, la Comunione quotidiana e il Santo Rosario alla Madonna.

Venerdì 13 aprile 1945, nel clima di odio contro i sacerdoti diffusosi in quel periodo sul finire della seconda guerra mondiale, Rolando Rivi viene barbaramente ucciso da un gruppo di partigiani comunisti in località Piane di Monchio (Modena) per la sola colpa di indossare l'abito talare e testimoniare la sua fede cristiana. Il Comitato Amici di Rolando Rivi ha promosso la causa di beatificazione.

Il 21 settembre 2013 Papa Francesco ha firmato la Lettera Apostolica che proclama Rolando Beato per aver testimoniato la fede sino al martirio. La cerimonia di beatificazione si è svolta a Modena il 5 ottobre 2013.


28 maggio, 2020

1941: 28 Maggio come oggi Padre Massimiliano Maria Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz

 Il 28 maggio fu trasferito nel campo di sterminio ad Auschwitz. I suoi quattro confratelli l’avevano preceduto un mese prima; fu messo insieme agli ebrei perché sacerdote, con il numero 16670 e addetto ai lavori più umilianti come il trasporto dei cadaveri al crematorio.



21 maggio, 2020

21 MAGGIO 1945 CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BERGEN-BELSEN

 21 MAGGIO 1945 CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BERGEN-BELSEN

21 maggio 1945
Campo di concentramento di Bergen-Belsen
Le combattenti della resistenza ebraica-olandese Lien e Janny Brilleslijper, venuti qui via Westerbork ed Auschwitz, stanno pensando al loro viaggio di ritorno ed a una riunione dei loro cari e dei loro figli. Il giorno in cui il campo fu liberato, Janny, 28 e mezzo anni, crollò esausta e gravemente malata.
Per due settimane, è in bilico tra la vita e la morte. Doveva mangiare, ma non poteva: la sua bocca era piena di piaghe. Sua sorella Lien 32 e mezzo, masticava il cibo.
Ora, qualche settimana dopo, il tempo è un po' meglio e le sorelle sperano di tornare ad Amsterdam in aereo.



11 maggio, 2020

Con Rolando riprendiamo le ragioni profonde della vita


Con Rolando riprendiamo le ragioni profonde della vita

Riflessione, di don Antonio Maffucci (FSCB)

CHIESA DEI SANTI ELEUCADIO E VALENTINO MARTIRI

Castellarano San Vanentino (Re)


Preghiera per chiedere Grazie con l’intercessione del beato Rolando Rivi

O Dio, Padre misericordioso,
che scegli i piccoli
per confondere i potenti del mondo,

Ti ringrazio per averci donato,
nel seminarista Rolando Rivi,
una testimonianza di amore totale
al Tuo Figlio Gesù e alla sua Chiesa,
fino al sacrificio della vita.

Illuminato da questo esempio
e per intercessione di Rolando,
Ti chiedo di darmi la forza
di essere sempre segno vivo
del Tuo amore nel mondo

e Ti supplico di volermi concedere la grazia…
che ardentemente desidero.

Gloria

Gloria al Padre
e al Figlio
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio,
ora e sempre, nei secoli dei secoli.  Amen.








26 aprile, 2020

Sacerdoti uccisi dal fascismo

 Durante il fascismo, i sacerdoti non ebbero vita facile nel rapporto con il regime. Così come la follia ideologica comunista non risparmiò i tanti ministri di Dio di cui ho parlato ieri. I nazifascisti e i comunisti sono stati accesi dallo stesso odio nei confronti della fede Cristiana e dei Preti che non si sono piegati alle loro perverse ideologie.


Vorrei citare per tutti don Minzoni, parroco di Argenta, comune in provincia di Ferrara. Il parroco giocava coi ragazzi a calcio, andava al bar in bicicletta (allora proibita). Diede vita anche un centro giovanile, un oratorio, una compagnia filo-drammatica per le ragazze e un circolo per adulti aperto tutte le sere fino a mezzanotte, volutamente lasciato gestire a laici. Don Minzoni ricevette più volte minacce per il suo impegno sacerdotale, ma non era il tipo da lasciarsi spaventare, tanto che la sera del 23 agosto 1923 mentre rientrava a casa dopo avere bevuto una birra al circolo ricreativo, fu colpito mortalmente in testa con una bastonata.

Sono tanti i sacerdoti uccisi dai nazisti, dai fascisti o dai loro alleati in Europa. In Germania furono ammazzati 164 preti diocesani e 60 religiosi, molti dei quali morti nei campi di sterminio. Ci furono preti uccisi anche nella Francia di Petain e nell’Italia fascista, nell’Olanda e nel Belgio occupati dai tedeschi e in tanti altri Paesi europei. In Polonia il loro numero fu particolarmente alto: tra il 1939 e il 1945 morirono qui circa 3.000 preti, di cui 1.992 nei campi di concentramento e in particolare 787 in quello di Dachau (tra di loro vi fu il vescovo Michal Kozal). 

(Don Salvatore Lazzara)



25 aprile, 2020

Strage Emilia Romagna tra 8 settembre 1943 ed il 18 giugno 1956

 Oggi nella festa liturgica di San Marco, vogliamo ricordare i 130 sacerdoti, frati e seminaristi uccisi tra l'otto settembre 1943 ed il 18 giugno 1956 con atti di violenza inauditi e con odio diabolico. Il loro sangue versato sia segno di riconciliazione, di giustizia e di verità. 

(Don Salvatore Lazzara)

Foto di Giuseppe Federici


15 aprile, 2020

BERGEN BELSEN LA LIBERAZIONE 15 aprile 1945

 BERGEN BELSEN LA LIBERAZIONE 15 aprile 1945

Il mese di febbraio mese dalla morte di Anne Frank e di sua sorella Margot.
Di seguito riportiamo la toccante e preziosa testimonianza di Lien Brilleslijper, internata a sua volta nel campo di concentramento di Bergen – Belsen, che racconta le ultime settimane di vita delle sorelle Frank.

Anne e Margot sono morte di tifo nel campo di concentramento di Bergen – Belsen, liberato dalle truppe inglesi. Le truppe trovarono all’interno del campo circa 60.000 prigionieri. Più di 13.000 tra coloro che furono liberati morirono nei giorni immediatamente successivi a causa della debolezza e delle malattie. Dopo l’evacuazione di Bergen-Belsen, gli Inglesi bruciarono l’intero campo per prevenire il diffondersi del tifo.




Janny e Lien, hanno avvolto i loro corpi in in coperta, oramai smagriti, li hanno fatti scivolare pian piano in obitorio di Bergen-Belsen.

13 aprile, 2020

Pensiero di don Salvatore Lazzara sul Beato Rolando Maria Rivi Seminarista e Martire

 «Domani un prete di meno». Era il 13 Aprile 1945, quando con questa motivazione i partigiani comunisti, decisero il martirio del 14enne seminarista Rolando Rivi. Venne barbaramente trucidato solo perché voleva essere di Gesù e di nessun altro. Meditiamo.

(Don Salvatore Lazzara)

09 aprile, 2020

Per Cristo, con Cristo ed in Cristo....."

 Per Cristo, con Cristo ed in Cristo....."

"Se la gente conoscesse il valore dell’Eucaristia, l’accesso alle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica."
(Santa Thérése di Liseux)

Corpus Domini
Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: «Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in memoria di me»...





28 marzo, 2020

Preghiera a Sant'Ubaldo nella dura prova della Pandemia di Coronavius

 Una preghiera a sant'Ubaldo per invocare la cura e l'intercessione del Patrono di fronte alla dura prova della pandemia da Coronavirus. L'ha scritta il vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini che in questi giorni, insieme ai Canonici regolari lateranensi e ad altri sacerdoti diocesani, sta celebrando quotidianamente la Santa Messa proprio nella Basilica sulla cima del monte Ingino. E' l'atto di affidamento di una comunità intera - quella della diocesi di Gubbio - al suo amato protettore.

 
Preghiera a Sant'Ubaldo
nella dura prova della Pandemia di Coronavius

Nostro Padre Ubaldo,
tu che hai sofferto il timore,
il turbamento e l'umiliazione della malattia
proprio nel tempo della quaresima,
prega per noi e aiutaci a pregare con fiducia il Signore.
 
Custodisci le famiglie, i piccoli e gli anziani.
Riscalda i cuori di chi è solo in casa.
Proteggi i più fragili e deboli tra noi.
Difendi gli ammalati e i contagiati.
Sostieni i sanitari che lottano per curare tutti.
Incoraggia chi ha responsabilità per il nostro bene.
Consola chi ha subito la perdita di una persona cara.
Rafforza lo spirito di chi prega con fede.
Benedici ogni atto di amore che ci doniamo.
Aiutaci a credere nella forza della Pasqua!
 
Custode santo della nostra terra,
veglia su tutti i tuoi figli
ed abbi cura di noi. Amen.
 



10 marzo, 2020

Martedì 10 marzo: Camus e l’amicizia


Da questa sera, martedì 10 marzo 2020, il vescovo Massimo condivide con noi il suo pensiero serale. Ecco il primo.

08 marzo, 2020

Le sorelle Brilleslijper Janny e Lien Le Donne della Resistenza Ebraica Olandese buona festa della donna

 Le sorelle Brilleslijper Janny e Lien Le Donne della Resistenza Ebraica Olandese

Il tuo nome JANNY, significa Dio, è grazia, dall'ebraico e tu sei stata una grazia una luce, insieme a tua sorella Lien nel buio fitto dell'inferno che l'umanità potesse conoscere sulla Terra.
Continuate, a proteggere chi vi ha amato, vi ama e, continua ad amarvi nel ricordo.
Cara Janny, e Lien, vi giungano i miei più affettuosi e, sinceri auguri di cuore, fin lassù in quel cielo, dove un giorno, ci abbracceremo.
Baci da Barbara buona festa della donna



17 febbraio, 2020

LA DEPORTAZIONE, LA LIBERTÀ E LA NUOVA CATTURA

 Ma ormai la Seconda Guerra Mondiale era alle porte e padre Kolbe, presagiva la sua fine e quella della sua Opera, preparando per questo i suoi confratelli; infatti dopo l’invasione del 1° settembre 1939, i nazisti ordinarono lo scioglimento di Niepokalanow; a tutti i religiosi che partivano spargendosi per il mondo, egli raccomandava “Non dimenticate l’amore”, rimasero circa 40 frati, che trasformarono la ‘Città’ in un luogo di accoglienza per feriti, ammalati e profughi. Il 19 settembre 1939, i tedeschi prelevarono padre Kolbe e gli altri frati, portandoli in un campo di concentramento, da dove furono inaspettatamente liberati l’8 dicembre; ritornati a Niepokalanow, ripresero la loro attività di assistenza per circa 3500 rifugiati di cui 1500 erano ebrei, ma durò solo qualche mese, poi i rifugiati furono dispersi o catturati e lo stesso Kolbe, dopo un rifiuto di prendere la cittadinanza tedesca per salvarsi, visto l’origine del suo cognome, il 17 febbraio 1941 insieme a quattro frati, venne imprigionato. Dopo aver subito maltrattamenti dalle guardie del carcere, indossò un abito civile, perché il saio francescano li adirava moltissimo.



07 febbraio, 2020

Lutto per la Diocesi di Reggio e Guastalla: morto don Raimondo Zanelli

 Lutto per la Diocesi di Reggio e Guastalla: morto don Raimondo Zanelli


Aveva 90 anni. Era parroco emerito di Cavola di Toano, Corneto e Cerrè Marabino. 

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Lutto in montagna per la morte, questa mattina a quasi 91 anni (li avrebbe compiuti l’8 aprile) di don Raimondo Zanelli, parroco emerito di Cavola di Toano, Corneto e Cerrè Marabino, ritiratosi da alcuni anni presso Villa Paola a Castelnovo Monti. Era ricoverato da ieri all’ospedale “Sant’Anna” per un aggravamento improvviso delle sue condizioni di salute.

Nato a Palareto di Felina l’8 aprile 1929 da famiglia numerosa e tradizionalmente molto attaccata alla parrocchia, dopo gli studi seminaristici a Marola e Albinea, aveva ricevuto la consacrazione sacerdotale nella chiesa di Felina per le mani del vescovo compaesano monsignor Sergio Pignedoli il 4 luglio 1954.
Ancora seminarista, fu testimone dell’uccisione del suo “cappellanino” don Giuseppe Iemmi, il 19 aprile 1945. Sulla salma insanguinata del giovane sacerdote aveva chiesto alla Madonna la grazia di poter prendere il suo posto, di diventare anche lui sacerdote con quell’ardore missionario, quella serenità di spirito, quella capacità di apertura e di servizio che aveva caratterizzato il breve sacerdozio di don Iemmi. Dopo l’ordinazione don Raimondo fu subito parroco a Succiso (1954-1962) e vicario economo a Miscoso (1957-1962). Nel 1962 divenne parroco di Cavola, poi anche di Cerrè Marabino e di Corneto: parrocchie che il presbitero ha voluto continuare a curare anche quando le energie fisiche si sono rarefatte.

Nelle comunità che ha servito don Zanelli ha mostrato l’innato desiderio della fraternità sacerdotale e un legame fortissimo con il suo popolo: era infatti capace di stare vicino alla gente con grande umanità. A Cavola sono soprattutto i giovani di allora e di adesso a ricordarlo. Già dai primi anni entrava nelle classi elementari per le lezioni integrative di religione e gli alunni pendevano dalle sue labbra. Dirette e vivaci erano anche la sua predicazione e le sue relazioni con i parrocchiani. Un sacerdote umile, servizievole, capace di parlare con tutti, con linguaggio semplice, ma, nel medesimo tempo, preciso nel dogma e nella morale. La sua ultima malattia lo ha visto costantemente circondato da parrocchiani. Sempre sereno, sorridente e con quella scherzosità che ha caratterizzato la sua vita donando al prossimo tanto buon umore.

Nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio la salma di don Raimondo viene trasferita nella chiesa di Cavola, dove si reciterà il santo Rosario sia venerdì che sabato alle ore 20.30. Il funerale sarà celebrato domenica 9 febbraio alle ore 14.30 nella palestra del “CavolaForum”, in via Santa Maria a Cavola di Toano; presiederà la Messa il Vicario generale monsignor Alberto Nicelli. Il vescovo Massimo Camisasca, impegnato nella visita pastorale, celebrerà la Messa di suffragio in una successiva occasione.
Dopo le esequie la salma di don Zanelli verrà sepolta nel cimitero di Cavola.







PROFILO DI UN SACERDOTE AMICO

60° di Parocato



Raccontare di Don Raimondo Zanelli da Pallareto di Felina, è come iniziare una favolosa “soap opera” a capitoli per poi collocare il titolo alla fine, come nei libri arabi, perché si conosce il tutto solo dopo.



Altri attiveranno la cronologia della sua azione pastorale che io non intendo scandire per non dare la impressione di scrivere un epitaffio, un memoriale, e più marcatamente una commemorazione.

Come amico intendo solo evidenziare alcuni aspetti della sua poliedrica personalità.



In primo luogo si deve sottolineare la gara che i confratelli ingaggiano per assicurarsi la sua compagnia in occasione di gite, incontri, simposi, cene, pranzi …



Il suo arguto e fine umorismo è in grado di insaporire anche i cibi più scialbi e le gite più sciatte.



Con lui ogni piccolo evento diventa “un girotondo” di gioia e di allegria.



Quando giungerà alla casa del Padre, fra molti anni, il Signore lo affiderà a San Filippo Neri o a Trilussa se già si trova lì.



Ha inoltre un modo di esporre le fede che è lontano anni luce dal linguaggio dei politici: il suo è un incedere lineare e comprensibile.





Quando ci si pone in ascolto delle sue omelie o catechesi, è come entrare nella Cappella degli Scrovegni a Padova, dove i colori, le figure, la luce ti prendono e sono di immediata comprensione.



Il segreti del suo fascino? E’ una persona rassicurante, è un uomo paziente, è un parroco paterno, non entra in competizione con nessuno.



La sua bellezza somatica non intimorisce le persone che incontra, perché non è eccessiva, non ti tramortisce! La cordialità e la simpatia sono in Don Raimondo ridondanti, inversamente proporzionali al suo incedere dinoccolato!



La sua bellezza è “pura astrazione” stride con lo splendore della Venere di Milo, attraverso la quale, tuttavia, come in uno specchio appannato si intravede una grande ricchezza e bellezza dello Spirito.



Il segmento maggiore della sua vita sacerdotale si innesta nel corsivo del grazioso paese di Cavola.

Non si può immaginare Cavola disgiunto dell’amabile presenza del parroco Don Raimondo Zanelli.

Cavola rimane il suo anello nuziale.



Io “in primis” come fraterno amico, e assieme a me molti sacerdoti e fedeli di Cavola, rivolgiamo un sincero ringraziamento a Don Raimondo per i molti anni trascorsi in questa parrocchia, da lui profondamente amata.

Ci uniamo a tutti, per un augurio di lungo percorso.



Don Achille Lumetti

e amici Sacerdoti.


Addio a don Raimondo Zanelli, parroco della montagna

La montagna piange il suo parroco, don Raimondo Zanelli. Si è spento nella mattinata di oggi dopo un brevissimo ricovero dalla giornata di ieri.

Il 90enne religioso era nato a Felina l’8 aprile 1929 ed era sicuramente conosciuto per essere stato per oltre mezzo secolo parroco di Cavola –  parrocchia dove entrava il 5 agosto 1962, cui presto si sarebbero aggiunte Corneto e Cerrè Marabino -. Però era assai apprezzato ben oltre i confini montanari.

Terzultimo di nove fratelli, nacque dai genitori Maria Ganapini ed Enrico, che morì quando Raimondo aveva solo 13 anni.  Bambino ubbidiente, disciplinato e studioso, su insistenza di don Anastasio Corsi, a dieci anni il piccolo Zanelli varcò il portone del seminario di Marola, rischiando anche lui – Rolando Rivi, il seminarista ucciso pochi giorni prima della liberazione, fu compagno di banco – l'occupazione per mano di partigiani rossi. Venne ordinato sacerdote nella chiesa di Felina il 4 luglio 1954 dal vescovo Sergio Pignedoli. L’8 dicembre dello stesso anno, a Roma, diventava prete anche il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei e Vicario di Roma. Fu parroco a Succiso, dal 1952 al 1962, vice economo a Miscoso dal 1957 al 1962, quindi a Toano dal 1977 al 1978. Divenne parroco di Cavola il 5 agosto del 1962, giorno del santo patrono, la Madonna della Neve. Poi prese servizio anche a Cerrè Marabino, nel 1970, e a Corneto, nel 1995. È stato anche professore alle scuole superiori. A Don Raimondo si devono la restaurazione del santuario della Madonna della Neve, della chiesa di S. Michele Arcangelo e della torre campanaria, distrutta nel terremoto del 1920, in cui si trovano cinque antiche campane dedicate alla Madonna, ai Santi e ai defunti. Nel 2002, in occasione dei festeggiamenti dei quarant’anni di presenza di don Raimondo a Cavola, è stato pubblicato un opuscolo sulla vita del sacerdote, a cura di Ivo Rondanini, che ha delineato una figura di prete “calamitante”, dalla personalità poliedrica. e, quindi, parroco di Cavola, Cerrè Marabino, Corneto sino al momento del ritiro. Dopo la rottura del femore e un lungo ricovero, era da due anni ospite a Villa Paola di Castelnovo Monti.

Chi lo ha conosciuto personalmente sa che era un parroco alla vecchia maniera di quelli che, potevi starne certo, avevano un dialogo diretto con Dio, forse alla don Camillo. E, certo, con le sue parole, degne della nota figura di Guareschi, riusciva a esprimersi alquanto bene nelle prediche, nel dialogo con le persone, nell’accudire e visitare gli ammalati. Un profilo che emerge anche da alcune sue interviste negli anni a Redacon.

E proprio in tal senso ne parla ricorda don Giancarlo Bertolini, parroco dell’Unità Pastorale Santa Maria in Castello di Toano: “Umanamente lo ricordo come un parroco zelante, un vero uomo di Dio che ha seminato la sua parola con gioia e col sorriso sulle labbra. Si è preso cura delle persone, dai piccoli ai vecchi. Ma sapeva anche scherzare. Aveva il grande dono di sapere comunicare facilmente e stava volentieri tra le persone. Lo ricordo per il suo essersi speso, in tutti questi anni, anni per le sue comunità”.

Negli ultimi anni don Raimondo Zanelli era balzato agli onori della cronaca per avere alzato il dito sul tema della discarica di Poiatica, promuovendo silenziose fiaccolate a fianco dei comitati. E, forse, non avrebbe immaginato di riuscire portare a termine questa lotta così come poi è accaduto lo scorso anno.


02 febbraio, 2020

Festa della Candelora festa della luce e della vita consacrata

Festa della Candelora festa della luce e della vita consacrata 

02 febbraio 2020


Don Antonio Maffucci FSCB

 ✝ Massimo Camisasca FSCB

Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla


Sacerdoti della diocesi Bergamo



 ✝ Vescovo della diocesi di Bergamo  Mons. Francesco Beschi

 



Don Pino Puglisi



Don Giuseppe Diana















































.....E TUTTI I SACEDOTI E SUORE CHE IN OGNI TEMPO TI FURONO GRADITI/TE