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25 marzo, 2024

✝ Pensiero del 25 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Grazie a Dio, TU, sei la LUCE che dà forza alla mia vita. Grazie di cuore.

Barbara

Versetto del Giorno

Il Signore è la mia forza e il mio scudo, ho posto in lui la mia fiducia; mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore, con il mio canto gli rendo grazie.

Salmo 28:7



Lunedì della Settimana Santa

Meditazione sul Vangelo di  Gv 12,1-11

Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.

«Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo». Di fronte a questo racconto il silenzio e l’adorazione del Signore sono la sola risposta possibile perché potremmo forse rovinare la bellezza di immagini così delicate, comunicative e dense di significato. È un racconto che mette da parte le parole perché parla il linguaggio dei gesti, delle carezze, del corpo: è il linguaggio dell’amore, dove non ci sono più spiegazioni, ma profumi, colori, sentimenti, passione. Mancano sei giorni alla Pasqua di Gesù, è maturo il tempo di una nuova creazione, siamo nella pienezza, e questo episodio dà il colore e l’accento dei tempi nuovi che Gesù è venuto a portare al mondo. E il tempo della maturità, della relazione nuova con Dio, in cui Dio vuole trovare nell’uomo la risposta piena alla sua sete di amore e la vuole trovare nella restituzione dell’amore che ci ha donato: è una relazione d’amore in cui chi ama è riamato, chi abbraccia è abbracciato, come lo sposo con la sposa, e «Tutta la casa si riempì dell’aroma del profumo»: è il profumo di Cristo! Ma qual è il profumo di Cristo? È il profumo della vita che viene donata a tutti per amore! Il rimprovero di Giuda, che ci può sembrare realistico e di buon senso, rivela invece l’aridità e l’avidità del suo cuore. Solo chi come Gesù, ama gli altri nella gratuità diventa profumo di Cristo nel mondo.

Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto quello che succede durante questi ultimi giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli: all'inizio della settimana della Passione, Gesù è l'ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania. L'amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della vita e della morte quando si tratta di Gesù.
Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini. Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell'epoca - come per la nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli. Onora Gesù nell'innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite: l'odore del profumo riempie tutta la casa.
La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo sperpero. Ma, in realtà si adombra dell'abbandono senza misura di questa donna. Giuda parla in nome degli scontenti. Egli vuole trasformare in molteplici piccole razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo.

Lunedì 25 Marzo 
Settimana Santa

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (s); S. Lucia Filippini
Is 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11
Il Signore è mia luce e mia salvezza

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:

«Tu solo hai compassione di noi peccatori».

Lode e onore a te, Signore Gesù!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
«Di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?».


Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.

Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
sì, rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re:

«Tu solo hai compassione di noi peccatori».

Lode e onore a te, Signore Gesù!


24 marzo, 2024

Domenica delle Palme

 Domenica delle Palme

autore: Pedro Orrente anno: 1620 titolo: Entrata a Gerusalemme luogo: Museo di Stato dell'Ermitage, St. Petersburg

Nome: Domenica delle Palme
Titolo: Ingresso di Gesù a Gerusalemme
Ricorrenza: 24 marzo
Tipologia: Solennità


Nella Domenica delle Palme la liturgia ricorda l'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme a dorso di un asino mentre tutta la folla stendeva mantelli a terra ed agitava palme. Si tratta del giorno nel quale si dà inizio alla Settimana Santa che terminerà con la resurrezione di Gesù, commemorata nella domenica successiva, la Domenica di Pasqua. Con la Domenica delle Palme non termina la Quaresima, la quale, invece, terminerà il Giovedì Santo, giorno nel quale prende avvio il Triduo pasquale. La Domenica delle Palme è conosciuta anche come seconda Domenica di Passione, poiché nella Messa Tridentina, la Domenica di Passione si celebra una settimana prima.

Si tratta di una festività ricca di simbolismo e condivisa da cattolici, protestanti e ortodossi: la palma da sempre indica l'anno solare poiché produce una foglia ogni mese. La palma è anche simbolo di risurrezione poiché rinasce dalle proprie ceneri e per questo in greco è conosciuta, come "phoinix", ovvero fenice mentre, nell'occidente cristiano, laddove non ci sono palme viene spesso sostituita dall'ulivo, simbolo dell'unzione di Gesù, o da rametti intrecciati con fiori, se non ci sono palme o ulivi, come nelle zone del nord Europa.

Momento introduttivo della liturgia della Domenica delle palme è la benedizione delle palme, o degli ulivi, e la successiva processione, che inizia fuori dalla chiesa e termina dentro la chiesa, a memoria, appunto, dell'ingresso glorioso di Gesù a Gerusalemme.

Nella liturgia cristiana il tono festoso della commemorazione rimane solamente per la processione introduttiva, mentre le Letture del giorno ripercorrono la passione di Gesù.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Giovan Santi di Tito anno 1570



Lettura (Gv 12, 12-16)

Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!».


Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d'asina.


I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

PREGHIERA. O Divino Gesù, o Dio che Ti facesti uomo per noi, soffristi, amasti e moristi, noi Ti adoriamo, e Ti veneriamo soffrendo con Te il ciclo della Tua agonia. Così sia.

PRATICA. È tradizione da millenni che i rametti di palma o di ulivo benedetti vengano conservati dai fedeli e portati a casa, per essere usati sia come dono con le persone più care che non hanno potuto presenziare alla benedizione e processione delle palme, sia per benedire la casa e la tavola del pranzo pasquale, da parte del capofamiglia, intingendo il rametto stesso nell'acqua benedetta durante la veglia di Pasqua.

MARTIROLOGIO ROMANO. Domenica delle Palme: Passione del Signore, in cui il Signore nostro Gesù Cristo, secondo la profezia di Zaccaria, seduto su di un puledro d’asina, entrò a Gerusalemme, mentre la folla gli veniva incontro con rami di palma nelle mani.




ICONOGRAFIA


Tradizionalmente l'iconografia della Domenica delle Palme rappresenta Gesù che entra a Gerusalemme la città santa in sella a un'asina, mentre la folla lo osanna, stende dei mantelli a terra, simbolo di incoronazione, e agita rami di palma appena tagliati dagli alberi.

L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
titolo L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
autore Peter Paul Rubens anno 1632


Nell'immaginario collettivo gli animali degni di essere cavalcati da un re erano solamente i cavalli esenti dalle corse e dal lavoro nei campi. Gesù, invece, entrò a Gerusalemme sul dorso di un'asina. Come diceva il profeta Zaccaria: Gesù è un re diverso sceglie di essere trasportato dall'animale più umile e servizievole, che è sempre accanto alla gente che lavora; le sue insegne sono la pace e il perdono. Con questo ingresso trionfale nella Città Santa, tuttavia, Gesù mostra a tutti di essere il Figlio di Dio. L'asina, inoltre, può rappresentare anche l'elemento istintivo e terreno dell'uomo, che Gesù conduce verso la salvezza. Nel testo evangelico, infatti, gli animali sono sciolti da quegli stessi apostoli che poi porteranno agli uomini l'annuncio della Resurrezione.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Antoon van Dyck anno 1617


La palma è un forte elemento simbolico presente nella scena, è la pianta come detto che si rinnova ogni anno con una foglia, ma riporta anche all’immagine messianica di creazione un ponte tra il monte e la città, tra Dio e l’uomo. Fino al IV secolo, a Gerusalemme una tradizione locale indicava fisicamente la palma da cui erano stati staccati i rami con cui i fanciulli avevano inneggiato a Gesù. In Occidente la palma è stata sostituita dall’ulivo sia perchè simbolo di pace sia per le dimensioni ridotte e in assenza di esso vengono usati rametti di fiori intrecciati.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Willem van Herp anno XVII sec


Entrata di Gesù a Gerusalemme
titolo Entrata di Gesù a Gerusalemme
autore Giotto anno 1304/1306

✝ Pensiero del 24 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU, hai avuto due passioni, quella per Dio, e per la Giustizia.

Barbara

Versetto del Giorno

Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina.

Zaccaria 9:9


DOMENICA DELLE PALME: PASSIONE DEL SIGNORE SOLENNITÁ

Meditazione sul Vangelo di Mc 14,1 – 15,47

Un silenzio che parla.

Il vangelo della passione secondo Marco si apre con l’immagine di una mensa familiare a Betania dove l’unzione di Maria preannuncia la morte e la sepoltura di Gesù. In qualche modo la donna avverte ed accetta quanto sta per accadere. Gli Apostoli, al contrario, appaiono ancora disarmati, e si trovano così in balia degli eventi che sembrano fuori controllo. Solo Gesù, nonostante l’angoscia che prova, si mostra padrone della situazione. Lo è perché ne conosce il senso e il frutto e perché vive tutto con amore e nell’amore.


Più si avvicina il momento della morte più le parole di Gesù si fanno rarefatte. Sono come contate, nessuna è sprecata e tutte hanno una particolare densità. Durante la sosta a Betania e l’ultima cena esse accompagnano dei gesti e ne rivelano il significato. Poi nel Getsemani diventano una preghiera quanto mai umana, grido di un’anima che «è triste fino alla morte». E sono anche parole di misericordia davanti alla fragilità degli Apostoli che probabilmente non stanno capendo nulla, avvertono un’atmosfera di tensione, di preparazione a qualcosa di grande, ma ne sono sopraffatti come una barca in mezzo alla tempesta. Gesù li guarda con la benevolenza di chi sa di non poter chiedere di più. Ma è entrando nel vivo del processo che Gesù diventa ancora più parco di parole, proprio quando secondo la nostra logica, avrebbe dovuto tirar fuori tutte le sue doti dialettiche. Si esprime per frasi incisive ma brevi, non si difende, non attacca. Viene invece circondato e schiacciato da altre parole: quelle dei falsi testimoni, del sommo sacerdote, di Pilato, quelle beffarde dei soldati e degli scribi, della gente che con una sola parola (e capita ancora oggi) condanna una vita – “Crocifiggilo!”. In mezzo a tutto, il Maestro tace perché sta entrando nell’abisso della morte e la morte elimina ciò che non serve. A Gesù restano le parole di un’ultima preghiera che paradossalmente lo lega ancora di più al Padre, in ogni caso l’unico punto fermo: «Dio mio perché mi hai abbandonato?». E al centurione rimangono sulle labbra le parole che “raccolgono da terra” tutta la vita di Gesù: «Veramente quest’uomo era figlio di Dio». Queste sono le parole che siamo chiamati a custodire nella settimana che viene: quelle della preghiera così come le troviamo nel cuore, con le sue domande, i suoi dubbi o con la paura di essere abbandonati. Quelle dello stupore davanti all’amore che si lascia crocifiggere. E le parole del silenzio, perché anche il silenzio parla. Il nostro tacere permette a Dio di nutrirci nel modo migliore, e di dare spessore ai nostri gesti. In mezzo a tanta gente che urla, mio Signore, fa di me un silenzio che parla.

È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.
L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.

Domenica 24 Marzo 
[PASSIONE DEL SIGNORE] – DOMENICA DELLE PALME (anno B)
S. Caterina di Svezia; B. Giovanni dal Bastone; B. Maria Karlowska
Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1 – 15,47
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Gloria e lode a te, o Cristo!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 21)
Rit: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

Gloria e lode a te, o Cristo!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)

23 marzo, 2024

✝ Pensiero del 23 Marzo 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, tienimi, stretta a te! Grazie di cuore, infinita dolcezza.

Barbara

Versetto del Giorno

Il Signore stesso cammina davanti a te; egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non ti perdere d'animo!

Deuteronomio 31:8



22 marzo, 2024

✝ Pensiero del 22 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, siamo in cammino verso la settimana santa, tenetemi per mano. Grazie di cuore

Barbara

Versetto del Giorno

Il Signore è buono; è un rifugio nel giorno dell’angoscia e conosce quelli che confidano in lui.

Nahum 1:7



21 marzo, 2024

BUON COMPLEANNO A LUIGI TENCO AUGURI DI CUORE 21 MARZO 1938 - 21 MARZO 2024

 Testo


Quando la sera me ne torno a casa
Non ho neanche voglia di parlare
Tu non guardarmi con quella tenerezza
Come fossi un bambino che ritorna deluso
Sì, lo so che questa non è certo la vita
Che ho sognato un giorno per noi
Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà
Vedrai, vedrai
Non son finito, sai
Non so dirti come e quando
Ma vedrai che cambierà
Preferirei sapere che piangi
Che mi rimproveri di averti delusa
E non vederti sempre così dolce
Accettare da me tutto quello che viene
Mi fa disperare il pensiero di te
E di me che non so darti di più
Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà
Vedrai, vedrai
No, non son finito, sai
Non so dirti come e quando
Ma un bel giorno cambierà.

Vedrai, vedrai
Brano di Luigi Tenco

BUON COMPLEANNO A LUIGI TENCO
AUGURI DI CUORE
21 MARZO 1938 - 21 MARZO 2024





✝ Pensiero del 21 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Memoria delle Vittime della Mafia, Grazie di cuore, per il vostro sacrificio, Vi Amo. Io, vi ricordo 365 giorni l'anno.

Barbara


Versetto del Giorno

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Matteo 5:6


Versetto del Giorno

Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.

Romani 14:13

Memoria

Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie".

Memoria

Giornata internazionale sulla Discriminazione

20 marzo, 2024

✝ Pensiero del 20 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, cos'è la felicità? Ricordare d'essere contenti d'avere quello che si ha.

Avere, la TUA dolce Memoria nel cuore e nella mia mente.

Barbara


Versetto del Giorno

A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome.

Giovanni 1:12

19 marzo, 2024

San Giuseppe di Nazareth

San Giuseppe di Nazareth


autore: Guido Reni anno: 1635 titolo: San Giuseppe col bambino luogo: Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo

Nome: San Giuseppe
Titolo: Sposo della Beata Vergine Maria
Nascita: I sec. a.C., Betlemme
Morte: I sec. d.C., Nazareth
Ricorrenza: 19 marzo e 20 marzo
Tipologia: Solennità


S. Giuseppe, il più grande dei Santi che la Chiesa veneri dopo la SS. Vergine, era di stirpe reale, ma decaduta. La sua vita sublime rimase nascosta e sconosciuta: nessuno storico scrisse le sue memorie, ma della santità di lui abbiamo le più belle testimonianze nella Sacra Scrittura.

Iddio nei suoi arcani disegni aveva destinato Giuseppe ad essere il Nutrizio del Salvatore Gesù Cristo, e sposo e custode della Vergine Madre.

Maria trovò in Giuseppe il compagno fedele che l'assistette, la consolò, la difese.

Il Vangelo ci fa vedere come da S. Giuseppe fosse ignorato il grande prodigio che lo Spirito S. aveva operato in Maria. Di fronte a questo fatto si trovò fortemente angustiato. E poiché tanta era la carità e la venerazione che egli nutriva per la sua santa sposa, aveva divisato in cuor suo di rimandarla occultamente. E già stava per eseguire il suo proposito, quando al Signore piacque rivelare per mezzo di un Angelo al suo servo fedele il grande mistero della Incarnazione.

E quando il desiderato delle genti, il figlio di Dio venne ad abitare fra gli uomini, S. Giuseppe, con la SS. Vergine, fu il primo ad adorarlo.

Quando il triste re di Giudea, Erode, ordinò che tutti i bambini del territorio di Betlemme al di sotto dei due anni fossero uccisi senza eccezione, Giuseppe, avvertito dall'Angelo in sogno, sorse prontamente, e presi Maria e il Bambino, fuggì in Egitto.

Morto Erode, S. Giuseppe fu avvertito nuovamente dall'Angelo di far ritorno, ed egli, premuroso, rimpatriò. Temendo però di Archelao, succeduto nel trono al padre Erode, fu da Dio avvertito di stabilirsi in Galilea. Si ritirò a Nazaret, dove ricco di meriti, si spense fra le braccia di Gesù e di Maria. Per questo S. Giuseppe è il grande protettore dei moribondi e dei padri.

PRATICA. Impariamo da S. Giuseppe la fedeltà a Dio.

PREGHIERA. Dio, che con ineffabile provvidenza, ti sei degnato eleggere il beato Giuseppe a sposo della tua Santissima Madre, fa' che venerandolo in terra qual nostro protettore meritiamo di averlo intercessore in cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Giudea il Natale di san Giuseppe, Sposo della beatissima Vergine Maria, Confessore, il quale dal Sommo Pontefice Pio nono, secondo i voti e le preghiere di tutto le Orbe cattolico, fu dichiarato Patrono della Chiesa universale.

* Negli anni in cui la solennità cade nella domenica di Quaresima la festa viene spostata il 20 marzo

✝ Pensiero del 19 Marzo 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, beato l'uomo, che per volontà di Dio, è Padre!

Barbara

Versetto del Giorno

Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato.

Salmo 32:1

Memoria

Ricorrenza dell'uccisione di don Giuseppe Diana


19 marzo 1994 - 19 marzo 2024



18 marzo, 2024

La preghiera per la Giornata nazionale istituita per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia di coronavirus Covid-2

 La preghiera per la Giornata nazionale istituita per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia di coronavirus Covid-2

𝘚𝘪𝘨𝘯𝘰𝘳𝘦 𝘗𝘢𝘥𝘳𝘦 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘰 𝘦 𝘮𝘪𝘴𝘦𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘪𝘰𝘴𝘰,
𝘢𝘴𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘨𝘩𝘪𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘵𝘶𝘦 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘵𝘶𝘰𝘪 𝘧𝘪𝘨𝘭𝘪
𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰 𝘰𝘴𝘤𝘶𝘳𝘢𝘵𝘰
𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦.
𝘓𝘢 𝘗𝘢𝘴𝘲𝘶𝘢 𝘥𝘪 𝘊𝘳𝘪𝘴𝘵𝘰, 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘯𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘪,
𝘪𝘭𝘭𝘶𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘪𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦.
𝘋𝘰𝘯𝘢𝘤𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪, 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘤𝘶𝘰𝘳𝘦
𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘧𝘢𝘮𝘪𝘨𝘭𝘪𝘦, 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢𝘵𝘦;
𝘱𝘦𝘳 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘤𝘪 𝘤𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘪, 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘪,
𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘢𝘪 𝘨𝘦𝘯𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘦 𝘤𝘶𝘴𝘵𝘰𝘥𝘪𝘳𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘯𝘻𝘪𝘢𝘯𝘪.
𝘋𝘰𝘯𝘢 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘪𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘮𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘪, 𝘱𝘢𝘤𝘦 𝘦𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢 𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘮𝘶𝘰𝘳𝘦.
𝘐𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢 𝘢𝘪 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘢 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘦𝘤𝘪𝘴𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘴𝘢𝘨𝘨𝘦
𝘦d 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢𝘵𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘰𝘳𝘢.
𝘋𝘰𝘯𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘢𝘪 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪, 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘪𝘯𝘧𝘦𝘳𝘮𝘪𝘦𝘳𝘪,
𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪,
𝘢 𝘤𝘩𝘪 𝘴𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘰𝘳𝘥𝘪𝘯𝘦 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢,
𝘢𝘧𝘧𝘪𝘯𝘤𝘩𝘦́ 𝘴𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘰𝘴𝘪, 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪 𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘦𝘷𝘦𝘳𝘢𝘯𝘵𝘪.
𝘐𝘭𝘭𝘶𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘪,
𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘶𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘦𝘥 𝘦𝘧𝘧𝘪𝘤𝘢𝘤𝘪 𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘳𝘪𝘤𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦.
𝘓𝘰 𝘚𝘱𝘪𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘪𝘴𝘰𝘳𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘨𝘢 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘢 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘯𝘻𝘢.
𝘗𝘦𝘳 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘈𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘰 𝘗𝘢𝘥𝘳𝘦,
𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘢𝘴𝘤𝘶𝘯𝘰 𝘢𝘳𝘵𝘪𝘨𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘪𝘻𝘪𝘢,
𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘥𝘢𝘳𝘪𝘦𝘵𝘢̀ 𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘤𝘦, 𝘦𝘴𝘱𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘥'𝘶𝘮𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀.
𝘋𝘰𝘯𝘢𝘤𝘪 𝘪𝘭 𝘨𝘶𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘦𝘴𝘴𝘦𝘯𝘻𝘪𝘢𝘭𝘦, 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘣𝘦𝘯𝘦,
𝘦d 𝘪 𝘨𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘶𝘮𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘧𝘳𝘢𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢
𝘱𝘦𝘳 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘪𝘮𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭 𝘝𝘢𝘯𝘨𝘦𝘭𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘪𝘢,
𝘧𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘤'𝘪𝘯𝘵𝘳𝘰𝘥𝘶𝘳𝘳𝘢𝘪,
𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘣𝘦𝘢𝘵𝘢 𝘝𝘦𝘳𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢, 𝘴𝘢𝘯 𝘎𝘪𝘶𝘴𝘦𝘱𝘱𝘦 𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘴𝘢𝘯𝘵𝘪,
𝘢𝘭 𝘣𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘦𝘵𝘦𝘳𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘙𝘦𝘨𝘯𝘰.
𝘈𝘮𝘦𝘯.



✝ Pensiero del 18 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi, nella memoria, c'è una giornata, molto brutta, abbraccia tutte le persone che sono morte a causa del covid-2. GRAZIE DI CUORE.

Barbara


Versetto del Giorno

Sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.

Colossesi 3:13

17 marzo, 2024

✝ Pensiero del 17 Marzo 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, la TUA VITA, è stata un dono, nel dono. Grazie di vero cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Nessuno ha un amore più grande di questo: «Dare la vita per i propri amici».

Giovanni 15:13