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03 aprile, 2023

✝ Pensiero del 03 aprile 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, iniziamo la SETTIMANA SANTA, contemplando, le ultime ore di Gesù in vita insieme.

Barbara


Versetto del Giorno

Stilli come pioggia la mia dottrina, scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull'erba del prato, come spruzzo sugli steli di grano.

Deuteronomio 32:2


Buona settimana Santa a tutti.


LUNEDÍ DELLA SETTIMANA SANTA
Meditazione sul Vangelo di Gv 12,1-11
Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
«Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo». Di fronte a questo racconto il silenzio e l’adorazione del Signore sono la sola risposta possibile perché potremmo forse rovinare la bellezza di immagini così delicate, comunicative e dense di significato. E’ un racconto che mette da parte le parole perché parla il linguaggio dei gesti, delle carezze, del corpo: è il linguaggio dell’amore, dove non ci sono più spiegazioni ma profumi, colori, sentimenti, passione. Mancano sei giorni alla Pasqua di Gesù, è maturo il tempo di una nuova creazione, siamo nella pienezza, e questo episodio dà il colore e l’accento dei tempi nuovi che Gesù è venuto a portare al mondo. E’ il tempo della maturità, della relazione nuova con Dio, in cui Dio vuole trovare nell’uomo la risposta piena alla sua sete di amore e la vuole trovare nella restituzione dell’amore che ci ha donato: è una relazione d’amore in cui chi ama è riamato, chi abbraccia è abbracciato, come lo sposo con la sposa, e «Tutta la casa si riempì dell’aroma del profumo»: è il profumo di Cristo! Ma qual è il profumo di Cristo? È il profumo della vita che viene donata a tutti per amore! Il rimprovero di Giuda, che ci può sembrare realistico e di buon senso, rivela invece l’aridità e l’avidità del suo cuore. Solo chi come Gesù, ama gli altri nella gratuità diventa profumo di Cristo nel mondo.
Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto quello che succede durante questi “ultimi” giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli: all’inizio della settimana della Passione, Gesù è l’ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania. L’amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù.
Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini. Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell’epoca - come per la nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli. Onora Gesù nell’innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite: l’odore del profumo riempie tutta la casa.
La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo “sperpero”. Ma, in realtà si adombra dell’abbandono senza misura di questa donna. Giuda parla in nome degli scontenti. Egli vuole trasformare in molteplici piccole razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo.
Lunedì 03 Aprile          Settimana Santa S. Sisto I; S. Luigi ScrosoppiIs 42,1-7; Sal 26; Gv 12,1-11Il Signore è mia luce e mia salvezza

 Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Il Signore è mia luce e mia salvezza.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
«Di chi avrò timore?».

Il Signore è difesa della mia vita:
«Di chi avrò paura?».

Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
ad inciampare e cadere.

 Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».

Lode e onore a te, Signore Gesù!


Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
sì rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re: «Tu solo hai compassione di noi peccatori».
Lode e onore a te, Signore Gesù!

02 aprile, 2023

Giovanni Paolo II contro la mafia - Agrigento, 9 maggio 1993 02 aprile 2005 02 aprile 2023 Saliva alla CASA DEL PADRE SAN GIOVANNI PAOLO II_PAPA


02 aprile 2005 02 aprile 2023 Saliva alla CASA DEL PADRE SAN GIOVANNI PAOLO II_PAPA

Domenica delle Palme

 Domenica delle Palme

autore: Pedro Orrente anno: 1620 titolo: Entrata a Gerusalemme luogo: Museo di Stato dell'Ermitage, St. Petersburg


Nome: Domenica delle Palme
Titolo: Ingresso di Gesù a Gerusalemme
Ricorrenza: 2 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Nella Domenica delle Palme la liturgia ricorda l'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme a dorso di un asino mentre tutta la folla stendeva mantelli a terra ed agitava palme. Si tratta del giorno nel quale si dà inizio alla Settimana Santa che terminerà con la resurrezione di Gesù, commemorata nella Domenica successiva, la Domenica di Pasqua. Con la Domenica delle Palme non termina la Quaresima, la quale, invece, terminerà il giovedì santo, giorno nel quale prende avvio il Triduo pasquale. La Domenica delle Palme è conosciuta anche come seconda Domenica di Passione, poiché nella Messa Tridentina, la Domenica di Passione si celebra una settimana prima.

Si tratta di una festività ricca di simbolismo e condivisa da cattolici, protestanti e ortodossi: la palma da sempre indica l'anno solare poiché produce una foglia ogni mese. La palma è anche simbolo di risurrezione poiché rinasce dalle proprie ceneri e per questo in greco è conosciuta, come "phoinix", ovvero fenice mentre, nell'occidente cristiano, laddove non ci sono palme viene spesso sostituita dall'ulivo, simbolo dell'unzione di Gesù, o da rametti intrecciati con fiori, se non ci sono palme o ulivi, come nelle zone del nord Europa.

Momento introduttivo della liturgia della Domenica delle palme è la benedizione delle palme, o degli ulivi, e la successiva processione, che inizia fuori dalla chiesa e termina dentro la chiesa, a memoria, appunto, dell'ingresso glorioso di Gesù a Gerusalemme.

Nella liturgia cristiana il tono festoso della commemorazione rimane solamente per la processione introduttiva, mentre le Letture del giorno ripercorrono la passione di Gesù.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Giovan Santi di Tito anno 1570



Lettura (Gv 12, 12-16)

Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!».


Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d'asina.


I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

PREGHIERA. O Divino Gesù, o Dio che Ti facesti uomo per noi, soffristi, amasti e moristi, noi Ti adoriamo, e Ti veneriamo soffrendo con Te il ciclo della Tua agonia. Così sia.

PRATICA. È tradizione da millenni che i rametti di palma o di ulivo benedetti vengano conservati dai fedeli e portati a casa, per essere usati sia come dono con le persone più care che non hanno potuto presenziare alla benedizione e processione delle palme, sia per benedire la casa e la tavola del pranzo pasquale, da parte del capofamiglia, intingendo il rametto stesso nell'acqua benedetta durante la veglia di Pasqua.

MARTIROLOGIO ROMANO. Domenica delle Palme: Passione del Signore, in cui il Signore nostro Gesù Cristo, secondo la profezia di Zaccaria, seduto su di un puledro d’asina, entrò a Gerusalemme, mentre la folla gli veniva incontro con rami di palma nelle mani.




ICONOGRAFIA


Tradizionalmente l'iconografia della Domenica delle Palme rappresenta Gesù che entra a Gerusalemme la città santa in sella a un'asina, mentre la folla lo osanna, stende dei mantelli a terra, simbolo di incoronazione, e agita rami di palma appena tagliati dagli alberi.

L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
titolo L'ingresso di Cristo in Gerusalemme
autore Peter Paul Rubens anno 1632


Nell'immaginario collettivo gli animali degni di essere cavalcati da un re erano solamente i cavalli esenti dalle corse e dal lavoro nei campi. Gesù, invece, entrò a Gerusalemme sul dorso di un'asina. Come diceva il profeta Zaccaria: Gesù è un re diverso sceglie di essere trasportato dall'animale più umile e servizievole, che è sempre accanto alla gente che lavora; le sue insegne sono la pace e il perdono. Con questo ingresso trionfale nella Città Santa, tuttavia, Gesù mostra a tutti di essere il Figlio di Dio. L'asina, inoltre, può rappresentare anche l'elemento istintivo e terreno dell'uomo, che Gesù conduce verso la salvezza. Nel testo evangelico, infatti, gli animali sono sciolti da quegli stessi apostoli che poi porteranno agli uomini l'annuncio della Resurrezione.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Antoon van Dyck anno 1617


La palma è un forte elemento simbolico presente nella scena, è la pianta come detto che si rinnova ogni anno con una foglia, ma riporta anche all’immagine messianica di creazione un ponte tra il monte e la città, tra Dio e l’uomo. Fino al IV secolo, a Gerusalemme una tradizione locale indicava fisicamente la palma da cui erano stati staccati i rami con cui i fanciulli avevano inneggiato a Gesù. In Occidente la palma è stata sostituita dall’ulivo sia perchè simbolo di pace sia per le dimensioni ridotte e in assenza di esso vengono usati rametti di fiori intrecciati.

Entrata di Cristo a Gerusalemme
titolo Entrata di Cristo a Gerusalemme
autore Willem van Herp anno XVII sec


Entrata di Gesù a Gerusalemme
titolo Entrata di Gesù a Gerusalemme
autore Giotto anno 1304/1306


✝ Pensiero del 02 aprile 2023

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SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, dentro alla Passione di Gesù, c’è la Passione, per ogni UOMO e d’ogni UOMO, grazie di cuore, per il VOSTRO SACRIFICIO.


Barbara

Versetto del Giorno

Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».

Giovanni 11:25-26


BUONA DOMENICA Delle Palme a tutti detta anche DOMENICA DI PASSIONE DEL SIGNORE a tutti  


DOMENICA DELLE PALME: PASSIONE DEL SIGNORE DETTA ANCHE DOMENICA DI PASSIONE
Meditazione sul Vangelo di Mt 26,14 – 27,66
Cristo umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Con questa domenica entriamo nella Settimana Santa che avrà il suo culmine nel Triduo pasquale. La liturgia ci offre una grande ricchezza di testi, dato che in questa domenica la celebrazione si apre con il vangelo che presenta l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, segno profetico del re giusto e vittorioso, che viene «nel nome del Signore». Sull’asina, predetta dai profeti come cavalcatura del Messia, Gesù si lascia osannare non per ricercare un successo umano, ma per realizzare la volontà del Padre. Siamo dentro il mistero pasquale che coniuga passione e risurrezione, umiltà e vittoria, sacrificio e comunione. La liturgia della Parola si apre con uno squarcio profetico sul Servo del Signore, un personaggio misterioso presentato da Isaia in più parti del suo libro. La chiesa, fin dai suoi esordi, ha identificato con Gesù Cristo questo sofferente che non si sottrae al dolore, che affronta il dileggio e la tortura certo che Dio lo assiste. Il salmo responsoriale orienta il nostro sguardo al Crocifisso che non esita a rivolgersi al Padre anche fra gli spasmi della morte. Il canto risponde alla profezia di Isaia con le parole usate da Gesù sulla croce, così anche noi riconosciamo in quel servo sofferente il nostro Salvatore. La seconda lettura, con un antico inno cristologico, ci invita ad assumere gli stessi sentimenti di Gesù Cristo che si offre, che assume totalmente la nostra natura umana fino alla morte per giungere alla gloria della vittoria così che «ogni ginocchio si pieghi… e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore». Questo vuol dire che nella Passione di Gesù noi celebriamo già tutto il mistero pasquale. È importante non cadere nel pietismo, per cui oggi piangiamo per le ferite di Gesù e domenica prossima invece saremo felici! Ogni domenica celebriamo tutto il mistero pasquale. La narrazione della Passione di Cristo, il racconto più dettagliato di tutto il vangelo, è il nucleo del vangelo stesso, perché anche la Passione, in tutte le sue modalità, è parte del piano salvifico di Dio. Non siamo di fronte a un semplice resoconto dei fatti, ma a un annuncio di salvezza. Cristo non ha esitato ad abbracciare la morte, per passare egli stesso attraverso questo tunnel buio e portarci alla luce della risurrezione. Il discepolo è colui che può vivere con fede la stessa esperienza del suo maestro, assumerlo come modello per andare dove va il suo Signore. Ci accompagnino in questo tempo le parole dell’orazione di colletta: «O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente l’insegnamento della sua Passione, per partecipare alla gloria della sua risurrezione».
Elide Siviero
È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.
L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita... Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò... E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.


Domenica 02 Aprile 

DOMENICA DELLE PALME (anno A) [PASSIONE DEL SIGNORE]

S. Francesco da Paola; S. Abbondio

 [Ingr: Mt 21,1-11] Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14 – 27,66

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?


Gloria e lode a te, o Cristo!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, ed a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra d'ogni nome.

Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)


SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 21)

 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,

storcono le labbra, scuotono il capo:

"Si rivoga al Signore; lui lo liberi,

lo porti in salvo, se davvero lo ama!". 

 

Un branco di cani mi circonda,

mi accerchia una banda di malfattori;

hanno scavato le mie mani e i miei piedi.

Posso contare tutte le mie ossa. 

 

Si dividono le mie vesti,

sulla mia tunica gettano la sorte.

Ma tu, Signore, non stare lontano,

mia forza, vieni presto in mio aiuto. 

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,

ti loderò in mezzo all'assemblea.

Lodate il Signore, voi suoi fedeli,

gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,

lo tema tutta la discendenza d'Israele. 


Gloria e lode a te, o Cristo!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, ed a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra d'ogni nome.

Gloria e lode a te, o Cristo!

(Filippesi 2,8-9)

26 marzo, 2023

buon onomastico al Giudice Paolo Borsellino che di secondo nome fa Emanuele.

 Oggi, la chiesa celebra, sant'Emanuele, tanti auguri di cuore di buon onomastico al Giudice Paolo Borsellino che di secondo nome fa Emanuele.

Auguri di cuore.


25 marzo, 2023

Annunciazione del Signore

 Annunciazione del Signore

autore: Luca Giordano anno: tra il 1672 e il 167 titolo: Annunciazione luogo: New York, Metropolitan Museum of Art

Nome: Annunciazione del Signore
Titolo: L'annuncio del concepimento verginale
Ricorrenza: 25 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Il mistero che la S. Chiesa celebra oggi è l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele a Maria, che Ella era stata dal Signore scelta fra tutte le donne ad essere la Madre di Dio, e l'incarnazione del Verbo nel suo seno purissimo.

Anticamente la festa odierna era designata anche col nome di « Concezione di Cristo », « Annunciazione del Signore ». Ciò dimostra che era celebrata più come festa del Signore che della 'Madonna; solo col passare del tempo prese man mano spiccato carattere mariano. Oggi è considerata quasi esclusivamente come festa della SS. Vergine.

« Questo giorno, scrive il Guéranger, è grande negli annali dell'umanità; è grande agli occhi medesimi di Dio, perché celebra l'anniversario del più grande avvenimento che siasi compiuto nel tempo. Quest'oggi il Verbo divino, per mezzo del quale il Padre ha creato tutte le cose, s'è fatto carne nel seno d'una Vergine ed ha abitato in mezzo a noi ».

Questo mistero era già stato preannunciato fin dal Paradiso terrestre, indi più esplicitamente ripetuto e specificato dai Profeti. Isaia, quale segno della Redenzione, all'empio Acaz dice: « Ecco una Vergine concepirà e partorirà un figlio ed Emmanuele sarà il suo Nome ». Più innanzi dice ancora: « Dalla radice di Jesse germinerà una verga e un fiore spunterà da essa ».

Venuta poi la pienezza dei tempi, il tempo accettevole e propizio della Redenzione, mentre la purissima Vergine nazaretana innalza le sue più ferventi preci per accelerare la venuta del Messia, le appare uno dei più fulgidi Arcangeli del Paradiso, Gabriele, e con sommo rispetto e devozione la saluta: « Ave, piena di grazia, il 'Signore è teco, benedetta tu fra le donne ». Udendo queste cose Maria si turba e pensa che specie di saluto sia questo. L'Angelo per rassicurarla le dice: « Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio; ecco concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine ». E Maria, che già ha consacrato la sua verginità a Dio, non comprendendo ciò, dice all'Angelo: « Come avverrà questo se io non conosco uomo? ». Rispondendo l'Angelo le dice: « Lo Spirito Santo verrà in te e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà. E per questo quello che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato figlio dell'Altissimo... poiché nulla è impossibile a Dio ». E Maria dice: « Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola ». E l'Angelo si parte da lei.

In quel momento il Figlio di Dio scese in lei, prese carne e pur rimanendo vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo, per poi un giorno patire e morire, a fine di salvarci riaprendoci il Paradiso e meritandoci le grazie per bene operare.

Come ogni data relativa agli eventi dell'infanzia di Gesù, anche quella del 25 marzo per l'Annunciazione fu stabilita in riferimento a quella del Natale e viene rinviata se coincide con una domenica di Quaresima o altre solennità del tempo pasquale.

PRATICA. Credere sempre più nei privilegi mariani, particolarmente in quelli che formano l'aureola più fulgida di Maria, la sua perpetua Verginità e la divina Maternità.

PREGHIERA. Dio, che hai voluto che il tuo Verbo all'annuncio dell'Angelo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi tuoi devoti che mentre la crediamo veramente Madre di Dio, siamo aiutati dalla sua intercessione presso di te.

MARTIROLOGIO ROMANO. Annunciazione della beatissima Vergine Maria, Madre di Dio.

PROVERBIO. Per l'Annunziata la rondine è ritornata.

ICONOGRAFIA


Il tema dell'Annunciazione Mariana è stato molto sfruttato nella Storia dell'Arte; tante sono infatti le rappresentazioni che possiamo oggi ammirare e che risalgono a diverse epoche e stili.
Ma gli elementi presenti in ognuna di esse e comuni ad ognuna sono la figura di Maria e quella dell'Angelo, affiancati talvolta alla Colomba, ovvero lo Spirito Santo.

LE DIVERSE OPERE


La prima rappresentazione di questo momento tanto importante riportato nei vangeli risale al III secolo ed è un affresco in una catacomba romana che vede la donna seduta e l'angelo dinanzi a lei.
Nell'iconografia che è seguita negli anni la seduta è diventata via via un trono, uno scranno o un baldacchino; quest'ultimo nell'arte bizantina del Medioevo ha di fatto inserito, con la sua maestosità, Maria in una dimensione divina.

Dal VI secolo poi spesso è rappresentata in piedi a parlare con il messaggero divino in segno di rispetto per averne saggiamente compreso l'importanza.

Allo stesso tempo la raffigurazione di una tenda in molte opere ha un significato non solo decorativo ma può essere di rivelazione, nei templi le immagini sacre erano infatti celate da un drappo fino alla rivelazione ai fedeli. O anche può sottolineare l'autorità di Maria richiamando l'iconografia imperiale romana in cui i drappi erano posti alle spalle dei sovrani.

Persino la posizione delle mani della Madonna assume un significato diverso. Al mento come segno di riflessione, con il palmo verso l'esterno a suggerire un'iniziale riserva, con il dorso sul petto a indicare il suo consenso o la sua fiduciosa accoglienza.

L'ANGELO


L'angelo Gabriele, raffigurato in piedi o in ginocchio, reca spesso tra le mani un giglio, emblema di purezza e simbolo per eccellenza della maternità virginale della Madonna come nell'olio su tela di Tiziano risalente al 1535, o uno scettro, simbolo del bastone di comando che Dio, imperatore celeste, affida al suo speciale ambasciatore.


Annunciazione
titolo Annunciazione
autore Tiziano Vecellio anno 1539



In alcune opere l'angelo Gabriele non è da solo, ma in compagnia di altri angeli, soprattutto dalla seconda metà del 1500. Saltuariamente si aggiungono la figura di Dio che osserva dall'alto, la quale assieme alla colomba, quindi allo Spirito Santo, sta a sottolineare l’intervento della Trinità nel momento del concepimento.

Ne vediamo un bellissimo esempio nell'Annunciazione del Pinturicchio, del 1500, che racchiude tutti i simboli ripresi dagli altri artisti, compreso un piccolo Gesù Bambino che plana verso il grembo materno.


Annunciazione
titolo Annunciazione
autore Pinturicchio anno 1500



IL LEGGIO


Altro elemento che si aggiunge all'iconografia dell'Annunciazione è il leggio, o comunque un libro, per riprendere il racconto dei Vangeli che vuole Maria intenta a leggere il salterio, ovvero il libro dei Salmi, nel momento in cui riceve il messaggero. Questo elemento viene introdotto sotto l'influsso della spiritualità francescana che sottolinea la pietà di Maria piuttosto che la sua regalità ed è un riferimento alla sua preghiera e al raccoglimento preparatori alla venuta di Dio.

LA COLOMBA


Infine ecco la colomba che rappresenta come detto lo Spirito Santo, raffigurata soprattutto, dal XII secolo, mentre si dirige verso Maria attraverso un raggio di luce. Questa figura la troviamo nella Bibbia solo nel racconto del Battesimo di Cristo, ma dal Concilio di Nicea sarà riconosciuta come rappresentazione valida dello Spirito Santo.

✝ Pensiero del 25 marzo 2023

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SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, TU hai fatto la VOLONTÁ DI DIO, fino alla fine, aiutaci ad essere fedeli alla sua volontà come ha fatto la Vergine Maria.


Barbara

Versetto del Giorno

Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra e la mia vita, che tu hai riscattato.

Salmo 71:23


Eccomi, si faccia di me, ciò, che Dio desideri.


Sabato – 4.a Quaresima – ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
La Chiesa ha sottolineato con la liturgia attuale il carattere mariano di questa festa, che negli antichi libri liturgici romani si celebrava come solennità del Signore. Possiamo senz’altro ritenere che essa sia antica quanto il culto e la devozione alla Santa Vergine. Il contenuto dell’Annunciazione riguarda il Messia e, al tempo stesso, l’intimo rapporto tra Madre e Figlio. È a motivo di questo intimo rapporto che Maria verrà chiamata “Madre di Dio”. «Nel momento dell’Annunciazione, Maria è la più alta espressione dell’attesa di Dio e del Messia nell’Antico Testamento, è la sintesi e il punto culminante dell’attesa messianica ebraica. È così che la vede san Luca nel “Magnificat”. A causa della grazia della sua nascita senza macchia e della sua consacrazione verginale a Dio, Maria è stata, nei confronti della luce della fede, d’una ricettività eccezionalmente squisita e delicata. Grazie a ciò, ella ha indicato, nella sua persona, l’apertura fondamentale e sempre più precisa in cui doveva sbocciare l’attesa dell’Antico Testamento per Jahvè-Salvatore» (E. Schillebeeckx).
Meditazione sul Vangelo di Lc 1,26-38
Maria disse: “Ecco, sono la serva del Signore”.
Carlo aveva auto una storia difficile: aveva dovuto arrangiarsi per crescere, senza padre, senza il sostegno familiare. Studiò, diventò educatore in una comunità per disabili, scoprì la fede, si sposò. E, d’accordo con la moglie, accolse degli handicappati in casa. Bella storia? Certo, ma Carlo portava i segni di un’infanzia difficile e cercava di nascondere, dietro a un “fare” sicuro, quelle vecchie ferite che gli rendevano difficili le relazioni. Che cosa gli è mancato? Forse quella fiducia che ha portato Maria a dire di sì all’angelo. «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». In disponibilità di Maria è assoluta. Rischiava la lapidazione inflitta alle donne incinte fuori dal matrimonio, ma si era sempre fidata di Dio. Forse aveva attraversato difficoltà, come tutti, ma ne aveva cercato la soluzione nella Parola. Più volte il vangelo insiste sul fatto che lei «meditava gli eventi nel cuore», confrontava le cose e le parole con la parola di Dio. Forse assomigliamo a Carlo: ci siamo arrangiati per diventare persone decenti, ma non sappiamo rendere felici le persone attorno a noi perché non siamo sereni. Cerchiamo la bella figura piuttosto che la fiducia nella Vita. Eppure siamo chiamati come Maria a lasciare che la Parola si incarni nella nostra carne.

Sabato 25 Marzo
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (s); S. Lucia Filippini
4.a di Quaresima
Is 7,10-14; 8,10c; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà

Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria.

Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.
(Giovanni 1,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 39)
Rit: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Non ho nascosto la tua giustizia
dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza
ho proclamato.

Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria.

Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.
(Giovanni 1,14)


21 marzo, 2023

Un ricordo, anche per Luigi Tenco, che oggi, avrebbe compiuto gli anni.

 Un ricordo, anche per Luigi Tenco, che oggi, avrebbe compiuto gli anni.



21 marzo Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie".

 Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie".




Ricordiamoci, di ricordare, tutte le Vittime della Mafia.

365 giorni all'anno

21 marzo Giornata internazionale sulla Discriminazione

 21 marzo

Giornata internazionale sulla Discriminazione
«All discrimination - whatever form it takes - is evil and that the world can go to pieces because of it».
«Tutte le discriminazioni - qualunque forma assuma - sono il male e il mondo può andare a pezzi per questo».
(Janny Brandes-Brilleslijper)



19 marzo, 2023