Trovata una foto inedita di Edith Stein
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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04 agosto, 2022
Trovata una foto inedita di Edith Stein
San Giovanni Maria Vianney
San Giovanni Maria Vianney
Quanta pietà aveva il nostro piccolo Vianney, nei suoi primi anni di età, e quale devozione alla Vergine! Lo dirà poi, quando sarà sacerdote e confessore: « Io non conoscevo il male, lo conobbi più tardi, dalle labbra dei penitenti ».
Dopo qualche anno Giovanni dovette recarsi a Ecully da sua zia. Anche qui era la Provvidenza che lo guidava: in questa casa, dalle mani di D. Balley, sfuggito alla terribile persecuzione, riceve la prima Comunione. Dopo sei anni sente nell'anima il desiderio ardente di farsi sacerdote; egli vorrebbe subito seguire la divina chiamata, ma per un pò ne è impedito dai lavori campestri. In questo tempo però egli si esercita nella grammatica latina sotto il buon Balley ed impara a recitare il Rosario: senonché la chiamata alle armi interrompe gli studi.
Dopo 14 lunghi mesi di perplessità e di fatiche, viene quasi miracolosamente rimandato a casa, e D. Balley si incarica di farlo accettare in seminario.
Quante difficoltà trova il povero Giovanni negli studi! Ma egli è costante, prega la 'SS. Vergine e per la sua pietà viene ammesso agli ordini sacri il 9 agosto del 1815.
Sacerdote, viene eletto come vicario di Ecully e poi mandato parroco ad Ars. Trovò quella parrocchia completamente abbandonata e subito si diede a risanarla dai corrotti costumi. Il suo zelo, la sua eroica penitenza, la sua profonda umiltà, la sua ardente carità, in poco tempo avevano cambiato quel popolo: la chiesa era frequentata, i fedeli si accostavano spesso ai Sacramenti ed i vizi lasciavano il posto alle virtù: in qualsiasi tempo i fedeli si recassero alla parrocchia, trovavano il loro Curato in chiesa. Il confessionale era il suo luogo ordinario di abitazione e non passarono molti anni che Ars divenne la mèta degli uomini più eminenti: persone di stato, letterati e vescovi, si recavano dal santo Curato per ricevere i suoi illuminati consigli.
Fu ammirabile nella devozione a Maria, al Rosario, all'Eucaristia: queste furono le sorgenti della sua efficacia sulle anime. Il demonio però non mancò di mettere a dura prova la virtù del Santo. Ma tutto ciò non fece che irrobustire il suo spirito.
Estenuato dalle fatiche, macerato dai digiuni e dalle penitenze, il 4 agosto 1859 terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Ma dal cielo il suo apostolato si perpetua coll'esempio della sua vita e delle sue virtù.
PRATICA. Facciamo oggi un atto di carità.
PREGHIERA. Onnipotente e misericordioso Iddio, che rendesti illustre per lo zelo apostolico il beato Giovanni Maria, concedici che a suo esempio ed intercessione possiamo guadagnare a Cristo le anime dei fedeli e raggiungere con essi la gloria dell'eternità.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.
✝ Pensiero del 04 agosto 2022
✝
Meditazione sul Vangelo di Mt 16, 13-23
Seguendo la linea di pensiero dei giorni passati, le letture dal libro di Geremia ci guidano alla conoscenza di una nuova alleanza, scritta, non su tavole di pietra ma nei cuori. A chi vive con questa fede Dio promette il perdono dei peccati e un’intima conoscenza di Lui. Con il salmo 51 preghiamo per il rinnovamento dei nostri cuori: «Crea in me, o Dio, un cuore puro». Ciò è indispensabile per essere degni di arrivare a conoscere chi è Gesù, perché questa è la domanda che Egli rivolge a ognuno di noi: “Tu chi dici che io sia?”. Solamente guidati dallo Spirito possiamo rispondere adeguatamente: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
Nostro Signore vuol stabilire un’alleanza nuova, non più come quella stipulata sul Sinai con le tavole di Mosè, ma scritta nel cuore. In qualche modo, le tavole di pietra su cui furono scritti i dieci comandamenti, mantenevano un triste riferimento alle vie dell’uomo vecchio. Ma Dio, anche nell’Antico Testamento ispirò profeti come Ezechiele, per invitare ogni uomo a rinnovare il proprio cuore, passando dalla pietra alla carne. Dio conosce i nostri cuori, lo spirito che è in noi, e vuole che lo adoriamo in spirito e in verità. Questa è l’essenza della domanda che Gesù pone oggi. Il Signore è un Dio che ama l’umiltà. Ce l’ha dimostrato più volte. La sua sola venuta come uomo è ben più che una prova sufficiente, se davvero comprendiamo che genere di umiliazione sia per Dio incarnarsi. E, comunque, non si è fermato a farsi uomo, ma è andato oltre soffrendo la Passione e morendo sulla croce. In questo modo Gesù ha dato inizio a quell’alleanza annunciata e sigillata con il suo Sangue per acquistarci la redenzione e per mostrarci il suo amore. Cosa desidera ardentemente il nostro cuore? Desideriamo ardentemente amore. L’uomo è un mistero d’amore. In questo mistero possiamo dire che siamo vera immagine di Dio.
Giovedì 4 Agosto
San Giovanni Maria Vianney, S. Asprenato; S. Martino; B. Agostino Kazoti
18.a del Tempo Ordinario
Ger 31,31-34; Sal 50; Mt 16,13-23
Crea in me, o Dio, un cuore puro
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
(Matteo 16,18)
I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi (T.P. Alleluia). (Cf. Sal 131,9)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Crea in me, o Dio, un cuore puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
(Matteo 16,18)
I tuoi sacerdoti, o Signore, si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi santi (T.P. Alleluia). (Cf. Sal 131,9)
03 agosto, 2022
✝ Pensiero del 03 agosto 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Meditazione sul Vangelo di Mt 15, 21-28
S. Asprenato; S. Martino; B. Agostino Kazoti
18.a del Tempo Ordinario
Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge
SALMO RESPONSORIALE (Geremia 31,10-13)
Rit: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».
Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.
La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
02 agosto, 2022
✝ Pensiero del 02 agosto 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Oggi, la Chesa, celebra il PERDONO D'ASSISI.
Gesù, PERDONACI.
Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 22-36
Il Vangelo di oggi descrive la difficile e stancante traversata del mare di Galilea in una fragile barca, spinta da un vento contrario. La parte narrativa del vangelo di Matteo (cap. 14-17) mostra le reazioni a favore e contro Gesù provocate dalla presenza del Regno annunziato nelle parabole. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si congeda dalla folla e ordina ai discepoli di attraversare il lago.
Gesù è immerso nella preghiera, ha congedato la folla e ha dato ordine ai suoi di precederlo sull’altra riva del lago. È sera ed egli è ancora solo con Dio sul monte, mentre la barca è sballottata dalle onde. Quando il Signore è lontano da noi e tentiamo di spingere la barca della nostra esistenza soltanto con le nostre povere forze, le tempeste non mancano, e la violenza delle onde talvolta ci sgomenta. Sperimentiamo allora i nostri limiti, ci coglie la paura di affogare e di essere travolti dalle tempeste della vita. Il Signore non tarda a venire, e viene dicendo chiaramente che egli è in grado di dominare le leggi della natura, egli può tranquillamente camminare sulle acque che, mentre sono fonte di timori per gli spauriti discepoli, per lui sono come un comodo tappeto. Comprendiamo lo stupore degli apostoli, e le parole rassicuranti di Cristo che vogliono infondere coraggio e allontanare da loro la paura. Comprendiamo anche lo slancio di Pietro, che vorrebbe imitare il suo Maestro per avere la certezza della sua presenza. Per camminare sulle acque come Cristo occorre la fermezza della fede che fuga la paura, occorre credere alle parole del Signore e alle sue divine sollecitazioni anche quando le leggi della natura e la percezione immediata dei segni ci distolgono dai pensieri e dai progetti divini. Il Signore Gesù va ancora ripetendo a ciascuno di noi, specialmente nei momenti di tempesta: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Lo ripete alla sua Chiesa e a tutti i suoi fedeli. L’episodio di Pietro è una specie di catechesi sulla realtà del discepolo invitato ad affidarsi totalmente al suo Signore, anche nelle situazioni mettono in crisi la sua solida fede. Al centro di questo brano evangelico c’è dunque la fede, il cui banco di prova è l’impegno fattivo sul piano umano e storico (cfr. Mt 7,21-23; 22,35-45).
Martedì 2 Agosto
S. Eusebio di Vercelli (mf); S. Pietro Giuliano Eymard (mf)
18.a del Tempo Ordinario
Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36 (A: Mt 15,1-3.10-14)
Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore
Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!
(Giovanni 1,49)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 101)
Rit: Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.
Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.
Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.
I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.
Perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
ed i regni per servire il Signore.
Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!
(Giovanni 1,49)
01 agosto, 2022
✝ Pensiero del 01 agosto 2022
✝
Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 13-21
L’episodio della moltiplicazione dei pani, che abbiamo ascoltato nella versione giovannea proprio ieri, è riportato ben sei volte nei Vangeli: due volte ciascuno nei Vangeli di Matteo e Marco ed una rispettivamente in quelli di Luca e Giovanni. Con cinque pani d’orzo e due pesci, Gesù sfama oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, attratti dai miracoli e convinti di aver trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione.
Cinque pani d’orzo e due pesci: tanto basta a Gesù per sfamare oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, richiamati dai prodigi che egli compiva per confermare il suo insegnamento. Proprio questi segni avevano persuaso quella gente – come pecore senza un pastore – di aver infine trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione. Anche noi abbiamo seguito Gesù, e continuiamo a seguirlo. Ma possiamo e dobbiamo chiederci: come lo seguiamo? Gesù si manifestava, e si manifesta oggi a noi, come colui che è capace di saziare per sempre la fame del nostro cuore. Soprattutto in una società come la nostra, in cui tutto ha un prezzo, tutto si paga, tutto si misura, queste parole possono farci sorridere. Ma è proprio per questo che l’uomo ha fame: fame di verità, di giustizia, di amore, di pace, di bellezza; ma, soprattutto, fame di Dio. È Dio, infatti, che ci dà il vero pane: Cristo Gesù, che ancora oggi ci ripete: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». Il pane di cui abbiamo bisogno è la Parola di Dio, perché, come dice lo stesso Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Dobbiamo metterci continuamente in ascolto attento della Parola di Dio per poi metterla in pratica assumendola come criterio del nostro modo di pensare e di agire. Ricordiamo le parole di Benedetto XVI, nel giorno di inizio del suo pontificato: «Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana… Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a Lui riceve il centuplo». Cerchiamo Colui che, solo, può soddisfare il nostro desiderio: cerchiamo Cristo! Camminiamo verso Cristo!
Lunedì 01 agostoS. Alfonso M. de’ Liguori (m); S. Pietro Favre; S. Severo
18.a del Tempo Ordinario
Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21 (Mt 14,22-36 anno A)
Insegnami, Signore, i tuoi decreti
Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
(Matteo 4,4)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Insegnami, Signore, i tuoi decreti.
Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
Si volgano a me quelli che ti temono
e che conoscono i tuoi insegnamenti.
Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti,
perché non debba vergognarmi.
I malvagi sperano di rovinarmi;
io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.
Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.
Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
(Matteo 4,4)
31 luglio, 2022
✝ Pensiero del 31 luglio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M. Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede Giovanni, anticipa con la sua morte, quella di Gesù testimone, della Verità, muore per la Verità.Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 13-21
La vera ricchezza non rende schiavi, ma santi.
Nessuno può dirsi completamente esente dal fascino del denaro, dal senso di sicurezza e di forza che trasmette. Esso fa parte della nostra vita: conosciamo la fatica del guadagnarlo e il timore di perderlo. Esso, però, può essere un veleno che ci intossica lentamente e in diversi modi. C’è chi si vanta di esserne distaccato e fa altisonanti manifestazioni di povertà, riempiendosi il cuore dell’orgoglio di sentirsi migliore degli altri. C’è chi si dice libero dalla sua influenza, però usa sempre i soldi degli altri o, ad esempio, non partecipa alle spese della famiglia. C’è chi non conosce il valore del denaro perché qualcuno gli ha sempre riempito la borsa. C’è chi si arricchisce utilizzando purtroppo, anche il nome di Dio. C’è chi fa quello che fa, qualunque cosa sia, solo per i soldi. C’è chi tiene tutto per sé. Sono tante le modalità attraverso cui il denaro può soffocarci e in ognuno di noi c’è una fragilità più o meno esposta. Si tratta, dunque, di tenere veramente al centro del nostro sguardo, dei nostri interessi, della nostra preghiera, Cristo, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Se diventiamo realmente convinti che è Lui la nostra ricchezza, che la nostra vita sta non tanto nei beni ma in Colui che li dona, allora possiamo sfuggire dalla morsa del denaro. Non solo. Si tratta anche di compiere, nella pratica, scelte di sobrietà, per noi e la nostra famiglia. Spesso non ci si rende conto che l’attaccamento al denaro viene istillato nei bambini già molto presto: con troppi regali, troppe cose, con i parenti che, dando loro dei soldi, li invitano a tenerli da parte ma non a condividerli, a donarne una parte. Dobbiamo allora alzare lo sguardo, consapevoli che, quando si sperimenta la libertà interiore donata da Dio, ogni cosa che ci impedisce di viverla, come l’avidità, diventa insopportabile.
Domenica 31 Luglio
S. Ignazio di Loyola (m); S. Fabio; S. Calimero
18.a del Tempo Ordinario (anno C)
Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5,9-11; Lc 12,13-21
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,3)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno d'ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li sommergi:
«Sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca».
Insegnaci a contare i nostri giorni
ed acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: «Fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!».
Saziaci al mattino con il tuo amore:
«Esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni».
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
«Rendi salda per noi, l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda».
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,3)
29 luglio, 2022
Santa Maria di Betania
Santa Maria di Betania
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Lazzaro, fratello di santa Marta, che il Signore pianse morto e risuscitò, e di Maria, sua sorella, che, mentre Marta era indaffarata nei suoi molteplici servizi, seduta ai piedi del Signore ascoltava la sua parola.
Santa Marta di Betania
Santa Marta di Betania
Nome: Santa Marta di Betania
A Marta era affidata la cura delle faccende domestiche. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, e S. Luca narra che una volta, vedendo che la sorella Maria non l'aiutava nelle sue faccende, si lamentò dolcemente col Maestro Divino dicendo:
« Signore, non t'importa che la mia sorella mi lasci sola a servire? ». Ma Gesù, pur non biasimando la sua sollecitudine, le disse: « Marta, Marta, tu ti affanni e t'inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria ».
Alla morte del fratello Lazzaro le due sorelle rimasero molto contristate e non c'era chi potesse consolarle nel loro dolore. Fosse almeno stato presente Gesù! Egli, avvisato, non era ancora ritornato. Ma quattro giorni dopo, ecco arrivare il Maestro. « Marta, narra l'evangelista S. Giovanni, appena seppe della venuta di Gesù, gli andò incontro, mentre Maria se ne stava in casa a piangere. Disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma anche ora so che tutto quello che domanderai a Dio, te lo concederà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Rispose Marta: Lo so che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno. E Gesù: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto vivrà e chi vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Ella rispose: Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il figliuolo di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo ».
Gesù, per rinfrancare la fede di Marta e di Maria e per mostrare ai Giudei ch'egli era veramente padrone della vita e della morte, giunto al sepolcro, disse ai circostanti: « Togliete la pietra ». E a Marta che gli osservava: « Signore, già puzza, perchè da quattro giorni è lì ». Gesù rispose: « Non ti ho detto che se credi. vedrai la gloria di Dio? ». Gesù richiamò in vita Lazzaro, e « molti Giudei, conchiude l'Evangelista, venuti da Maria e da Marta, avendo visto quanto aveva fatto Gesù, credettero in Lui ». Non si può certo descrivere la gioia delle due sorelle nel riavere vivo il loro amato fratello che tanto avevano pianto. Esse per tutta la vita serbarono al Redentore la più viva gratitudine.
Molto probabilmente Marta fu presente al Calvario con sua sorella Maria, e con lei vide il Salvatore risorto. Dopo l'Ascensione di Gesù al cielo, Marta, con la sorella Maria ed il fratello Lazzaro, fu dai Giudei gettata in mare, perchè venisse sommersa dalle onde; ma la nave miracolosamente protetta e guidata giunse incolume nel golfo di Marsiglia. In questa città S. Marta fondò una comunità di vergini che governò santamente, finchè ricca di meriti, il 29 luglio dell'84, passò al gaudio sempiterno. Le sue reliquie si venerano a Tarascona, sul Rodano.
Marta fu anche nota per aver sconfitto un drago, la Tarasca, che aveva terrorizzato gli abitanti di Tarascona. Metà bestia e metà pesce, il mostro era intento a divorare un uomo, quando fu annientato da Marta, armata di aspersorio e acquasantiera.
PRATICA. Il rimprovero del Maestro fatto a Marta ci porti ad attendere con maggior cura alle cose spirituali.
PREGHIERA. Esaudiscici, Dio nostro Salvatore, affinchè, come ci rallegriamo della festa della tua beata vergine Marta, così veniamo ammaestrati nella vera devozione.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Marta, che a Betania vicino a Gerusalemme accolse nella sua casa il Signore Gesù e, alla morte del fratello, professò: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
ICONOGRAFIA
Nell’ iconografia tradizionale Santa Marta è ritratta quasi sempre in veste monacale con il famoso drago Tarasca ai suoi piedi, il secchiello e l'aspersorio nelle mani. Secondo la leggenda, la Santa ammansì la Tarasca mostrandole la Croce e irrorandola, mediante l'aspersorio, con l'acqua benedetta contenuta nel secchiello; il drago ammansito, seguì poi docilmente S. Marta che, tenendolo legato alla propria cintura, lo condusse in città dove gli abitanti lo fecero a pezzi.
autore Carlo Mercurio anno secolo XVII
autore Ambito lombardo anno Secolo XVII