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03 agosto, 2022

✝ Pensiero del 03 agosto 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 15, 21-28

Richiesta insistente.
Dopo l’attraversata del lago di Genezareth Gesù si sposta in territorio pagano. Qui gli viene incontro una donna cananea la quale lo supplica insistentemente perché guarisca la figlia. Ma Gesù non risponde. I discepoli, sorpresi da questo comportamento, intercedono a favore della donna, più che altro per potersi liberare di lei e della sua grida insistenti. Gesù però rifiuta anche ai discepoli il suo intervento. La donna si avvicina ancor di più e continua a supplicare: “Signore, aiutami!”. Ancora una volta Gesù si rifiuta di intervenire presentando un’immagine di vita quotidiana, alla quale la donna, però, offre una conclusione che porta Gesù a riconoscere la sua fede e quindi ad intervenire in suo favore.
Se la preghiera è insistente si è esauditi: sembra essere questo l’insegnamento che emerge dall’episodio dell’incontro di Gesù con la donna cananea. Un po’ tutti facciamo esperienza – almeno qualche volta – dell’insistenza dei bambini, soprattutto chi è genitore: quando un bambino vuole ottenere qualcosa è davvero difficile resistere. C’è, infatti, una tenacia nelle loro richieste che è disarmante: talvolta bisogna cedere o, almeno, venire a patti. Allo stesso modo possiamo anche interpretare l’insistenza della donna cananea che ci viene descritta dal Vangelo. Essa sa che, essendo pagana, non meritava di essere esaudita da Gesù. Eppure insiste fino a trovare esaudimento. La sua insistenza rivela una fiducia incondizionata nella generosità del Signore, al punto che il suo grido di dolore per la figlia si trasforma in preghiera: non è più dunque il gemito di una disperata ma è la supplica di una credente. Proprio questa apertura di fede colpisce Gesù ed è esattamente questa fiducia tenace ed insistente che ottiene la guarigione richiesta. Sta forse qui il motivo di tanti nostri fallimenti: noi non crediamo più ai miracoli, intendendo per tali non tanto quei prodigi umanamente inspiegabili che attirano la curiosità delle folle, quanto piuttosto quei miracoli molto “ordinari” che sono disseminati nella nostra storia personale, e ai quali noi non crediamo più, rassegnati come siamo all’apparente banalità della vita di tutti i giorni. Eppure basterebbe perseverare nella fede – in quella fede che altre volte si è mostrata promettente – per aprire gli occhi sui miracoli di ogni giorno o, almeno, per non lasciarci spegnere dalla rassegnazione e dal fatalismo.

Mercoledì 3 Agosto 
S. Asprenato; S. Martino; B. Agostino Kazoti
18.a del Tempo Ordinario
Ger 31,1-7; Cant. Ger 31,10-13; Mt 15,21-28
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)

SALMO RESPONSORIALE (Geremia 31,10-13)
Rit: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.

(Luca 7,16)

02 agosto, 2022

✝ Pensiero del 02 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Oggi, la Chesa, celebra il PERDONO D'ASSISI.

Gesù, PERDONACI.

Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 22-36

Sulla barca degli apostoli.

Il Vangelo di oggi descrive la difficile e stancante traversata del mare di Galilea in una fragile barca, spinta da un vento contrario. La parte narrativa del vangelo di Matteo (cap. 14-17) mostra le reazioni a favore e contro Gesù provocate dalla presenza del Regno annunziato nelle parabole. Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù si congeda dalla folla e ordina ai discepoli di attraversare il lago.

Gesù è immerso nella preghiera, ha congedato la folla e ha dato ordine ai suoi di precederlo sull’altra riva del lago. È sera ed egli è ancora solo con Dio sul monte, mentre la barca è sballottata dalle onde. Quando il Signore è lontano da noi e tentiamo di spingere la barca della nostra esistenza soltanto con le nostre povere forze, le tempeste non mancano, e la violenza delle onde talvolta ci sgomenta. Sperimentiamo allora i nostri limiti, ci coglie la paura di affogare e di essere travolti dalle tempeste della vita. Il Signore non tarda a venire, e viene dicendo chiaramente che egli è in grado di dominare le leggi della natura, egli può tranquillamente camminare sulle acque che, mentre sono fonte di timori per gli spauriti discepoli, per lui sono come un comodo tappeto. Comprendiamo lo stupore degli apostoli, e le parole rassicuranti di Cristo che vogliono infondere coraggio e allontanare da loro la paura. Comprendiamo anche lo slancio di Pietro, che vorrebbe imitare il suo Maestro per avere la certezza della sua presenza. Per camminare sulle acque come Cristo occorre la fermezza della fede che fuga la paura, occorre credere alle parole del Signore e alle sue divine sollecitazioni anche quando le leggi della natura e la percezione immediata dei segni ci distolgono dai pensieri e dai progetti divini. Il Signore Gesù va ancora ripetendo a ciascuno di noi, specialmente nei momenti di tempesta: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Lo ripete alla sua Chiesa e a tutti i suoi fedeli. L’episodio di Pietro è una specie di catechesi sulla realtà del discepolo invitato ad affidarsi totalmente al suo Signore, anche nelle situazioni mettono in crisi la sua solida fede. Al centro di questo brano evangelico c’è dunque la fede, il cui banco di prova è l’impegno fattivo sul piano umano e storico (cfr. Mt 7,21-23; 22,35-45).

Martedì 2 Agosto 
S. Eusebio di Vercelli (mf); S. Pietro Giuliano Eymard (mf)
18.a del Tempo Ordinario
Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14,22-36 (A: Mt 15,1-3.10-14)
Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 101)
Rit: Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.
Perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
ed i regni per servire il Signore.

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

01 agosto, 2022

✝ Pensiero del 01 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Solo il Pane che viene dal cielo ha il potere di saziare la fame d'amore che è nell'uomo

Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 13-21

Pane moltiplicato.

L’episodio della moltiplicazione dei pani, che abbiamo ascoltato nella versione giovannea proprio ieri, è riportato ben sei volte nei Vangeli: due volte ciascuno nei Vangeli di Matteo e Marco ed una rispettivamente in quelli di Luca e Giovanni. Con cinque pani d’orzo e due pesci, Gesù sfama oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, attratti dai miracoli e convinti di aver trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione.

Cinque pani d’orzo e due pesci: tanto basta a Gesù per sfamare oltre cinquemila persone che lo avevano seguito, richiamati dai prodigi che egli compiva per confermare il suo insegnamento. Proprio questi segni avevano persuaso quella gente – come pecore senza un pastore – di aver infine trovato un uomo che poteva risolvere i problemi politici ed economici della nazione. Anche noi abbiamo seguito Gesù, e continuiamo a seguirlo. Ma possiamo e dobbiamo chiederci: come lo seguiamo? Gesù si manifestava, e si manifesta oggi a noi, come colui che è capace di saziare per sempre la fame del nostro cuore. Soprattutto in una società come la nostra, in cui tutto ha un prezzo, tutto si paga, tutto si misura, queste parole possono farci sorridere. Ma è proprio per questo che l’uomo ha fame: fame di verità, di giustizia, di amore, di pace, di bellezza; ma, soprattutto, fame di Dio. È Dio, infatti, che ci dà il vero pane: Cristo Gesù, che ancora oggi ci ripete: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi». Il pane di cui abbiamo bisogno è la Parola di Dio, perché, come dice lo stesso Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Dobbiamo metterci continuamente in ascolto attento della Parola di Dio per poi metterla in pratica assumendola come criterio del nostro modo di pensare e di agire. Ricordiamo le parole di Benedetto XVI, nel giorno di inizio del suo pontificato: «Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana… Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a Lui riceve il centuplo». Cerchiamo Colui che, solo, può soddisfare il nostro desiderio: cerchiamo Cristo! Camminiamo verso Cristo!

Lunedì 01 agosto 
S. Alfonso M. de’ Liguori (m); S. Pietro Favre; S. Severo
18.a del Tempo Ordinario
Ger 28,1-17; Sal 118; Mt 14,13-21 (Mt 14,22-36 anno A)
Insegnami, Signore, i tuoi decreti

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

 (Matteo 4,4)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Insegnami, Signore, i tuoi decreti.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.

Si volgano a me quelli che ti temono
e che conoscono i tuoi insegnamenti.
Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti,
perché non debba vergognarmi.

I malvagi sperano di rovinarmi;
io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.
Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu ad istruirmi.

Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

 (Matteo 4,4)

31 luglio, 2022

✝ Pensiero del 31 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M. Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede Giovanni, anticipa con la sua morte, quella di Gesù testimone, della Verità, muore per la Verità.

Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 13-21

La vera ricchezza non rende schiavi, ma santi.

Nessuno può dirsi completamente esente dal fascino del denaro, dal senso di sicurezza e di forza che trasmette. Esso fa parte della nostra vita: conosciamo la fatica del guadagnarlo e il timore di perderlo. Esso, però, può essere un veleno che ci intossica lentamente e in diversi modi. C’è chi si vanta di esserne distaccato e fa altisonanti manifestazioni di povertà, riempiendosi il cuore dell’orgoglio di sentirsi migliore degli altri. C’è chi si dice libero dalla sua influenza, però usa sempre i soldi degli altri o, ad esempio, non partecipa alle spese della famiglia. C’è chi non conosce il valore del denaro perché qualcuno gli ha sempre riempito la borsa. C’è chi si arricchisce utilizzando purtroppo, anche il nome di Dio. C’è chi fa quello che fa, qualunque cosa sia, solo per i soldi. C’è chi tiene tutto per sé. Sono tante le modalità attraverso cui il denaro può soffocarci e in ognuno di noi c’è una fragilità più o meno esposta. Si tratta, dunque, di tenere veramente al centro del nostro sguardo, dei nostri interessi, della nostra preghiera, Cristo, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Se diventiamo realmente convinti che è Lui la nostra ricchezza, che la nostra vita sta non tanto nei beni ma in Colui che li dona, allora possiamo sfuggire dalla morsa del denaro. Non solo. Si tratta anche di compiere, nella pratica, scelte di sobrietà, per noi e la nostra famiglia. Spesso non ci si rende conto che l’attaccamento al denaro viene istillato nei bambini già molto presto: con troppi regali, troppe cose, con i parenti che, dando loro dei soldi, li invitano a tenerli da parte ma non a condividerli, a donarne una parte. Dobbiamo allora alzare lo sguardo, consapevoli che, quando si sperimenta la libertà interiore donata da Dio, ogni cosa che ci impedisce di viverla, come l’avidità, diventa insopportabile.

Domenica 31 Luglio 
S. Ignazio di Loyola (m); S. Fabio; S. Calimero
18.a del Tempo Ordinario (anno C)
Qo 1,2; 2,21-23; Sal 89; Col 3,1-5,9-11; Lc 12,13-21
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno d'ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
«Sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca».


Insegnaci a contare i nostri giorni
ed acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: «Fino a quando?

Abbi pietà dei tuoi servi!».

Saziaci al mattino con il tuo amore:
«Esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni».

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
«Rendi salda per noi, l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda».

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

29 luglio, 2022

Santa Maria di Betania

 Santa Maria di Betania


Nome: Santa Maria di Betania
Titolo: Sorella di Lazzaro e Marta
Nascita: I secolo , Betania
Morte: I secolo, Betania
Ricorrenza: 29 luglio
Tipologia: Commemorazione


Maria sorella di Marta e Lazzaro secondo il Vangelo di Giovanni, unse i piedi di Gesù e li asciugò con i capelli in una casa a Betania. Ora anche Luca descrive un'unzione (Le 7, 36-50) non dice il nome della donna, ma afferma che è una peccatrice e che cosparge i piedi del Maestro di olio asciugandoli poi con i capelli, mentre il Signore sta cenando con un certo Simone. Sia Marco che Matteo la citano, affermando che era presente a Betania, nella casa di Simone, come Luca, ma non dicono il nome della donna (Mt 26, 6-13; Mc 14, 3-9). Maria di Betania sedeva ascoltando il Signore, che era amata da lui, e che mostrava di ricambiare il suo amore ungendogli i piedi e asciugandoli con i capelli. Secondo il racconto occidentale, si recò in Provenza con Marta e Lazzaro; secondo le tradizioni orientali, andò con loro a Cipro. Come si è visto, in Gv 11, 1-44 vi è un racconto completo della risurrezione di Lazzaro da parte di Gesù.

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Lazzaro, fratello di santa Marta, che il Signore pianse morto e risuscitò, e di Maria, sua sorella, che, mentre Marta era indaffarata nei suoi molteplici servizi, seduta ai piedi del Signore ascoltava la sua parola.

Santa Marta di Betania

 Santa Marta di Betania




Nome: Santa Marta di Betania

Titolo: Vergine
Nascita: I Secolo, Israele
Morte: 29 luglio 84, Marsiglia, Francia
Ricorrenza: 29 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:VarisellaTalana


Era sorella di Lazzaro e di Maria. Era questa una famiglia molto distinta e caritatevole che Gesù molto amava e sovente onorava con la sua presenza.

A Marta era affidata la cura delle faccende domestiche. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, e S. Luca narra che una volta, vedendo che la sorella Maria non l'aiutava nelle sue faccende, si lamentò dolcemente col Maestro Divino dicendo:

« Signore, non t'importa che la mia sorella mi lasci sola a servire? ». Ma Gesù, pur non biasimando la sua sollecitudine, le disse: « Marta, Marta, tu ti affanni e t'inquieti di troppe cose. Una sola cosa è necessaria ».

Cristo nella casa di Marta e Maria
autore Alessandro Allori anno 1605 titolo Cristo nella casa di Marta e Maria


Alla morte del fratello Lazzaro le due sorelle rimasero molto contristate e non c'era chi potesse consolarle nel loro dolore. Fosse almeno stato presente Gesù! Egli, avvisato, non era ancora ritornato. Ma quattro giorni dopo, ecco arrivare il Maestro. « Marta, narra l'evangelista S. Giovanni, appena seppe della venuta di Gesù, gli andò incontro, mentre Maria se ne stava in casa a piangere. Disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Ma anche ora so che tutto quello che domanderai a Dio, te lo concederà. Gesù le disse: Tuo fratello risorgerà. Rispose Marta: Lo so che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno. E Gesù: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto vivrà e chi vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo? Ella rispose: Si, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il figliuolo di Dio vivo, che sei venuto in questo mondo ».

Gesù, per rinfrancare la fede di Marta e di Maria e per mostrare ai Giudei ch'egli era veramente padrone della vita e della morte, giunto al sepolcro, disse ai circostanti: « Togliete la pietra ». E a Marta che gli osservava: « Signore, già puzza, perchè da quattro giorni è lì ». Gesù rispose: « Non ti ho detto che se credi. vedrai la gloria di Dio? ». Gesù richiamò in vita Lazzaro, e « molti Giudei, conchiude l'Evangelista, venuti da Maria e da Marta, avendo visto quanto aveva fatto Gesù, credettero in Lui ». Non si può certo descrivere la gioia delle due sorelle nel riavere vivo il loro amato fratello che tanto avevano pianto. Esse per tutta la vita serbarono al Redentore la più viva gratitudine.

Molto probabilmente Marta fu presente al Calvario con sua sorella Maria, e con lei vide il Salvatore risorto. Dopo l'Ascensione di Gesù al cielo, Marta, con la sorella Maria ed il fratello Lazzaro, fu dai Giudei gettata in mare, perchè venisse sommersa dalle onde; ma la nave miracolosamente protetta e guidata giunse incolume nel golfo di Marsiglia. In questa città S. Marta fondò una comunità di vergini che governò santamente, finchè ricca di meriti, il 29 luglio dell'84, passò al gaudio sempiterno. Le sue reliquie si venerano a Tarascona, sul Rodano.

Marta fu anche nota per aver sconfitto un drago, la Tarasca, che aveva terrorizzato gli abitanti di Tarascona. Metà bestia e metà pesce, il mostro era intento a divorare un uomo, quando fu annientato da Marta, armata di aspersorio e acquasantiera.

PRATICA. Il rimprovero del Maestro fatto a Marta ci porti ad attendere con maggior cura alle cose spirituali.

PREGHIERA. Esaudiscici, Dio nostro Salvatore, affinchè, come ci rallegriamo della festa della tua beata vergine Marta, così veniamo ammaestrati nella vera devozione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Marta, che a Betania vicino a Gerusalemme accolse nella sua casa il Signore Gesù e, alla morte del fratello, professò: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

ICONOGRAFIA


Nell’ iconografia tradizionale Santa Marta è ritratta quasi sempre in veste monacale con il famoso drago Tarasca ai suoi piedi, il secchiello e l'aspersorio nelle mani. Secondo la leggenda, la Santa ammansì la Tarasca mostrandole la Croce e irrorandola, mediante l'aspersorio, con l'acqua benedetta contenuta nel secchiello; il drago ammansito, seguì poi docilmente S. Marta che, tenendolo legato alla propria cintura, lo condusse in città dove gli abitanti lo fecero a pezzi.

 Santa Marta
titolo Santa Marta
autore Carlo Mercurio anno secolo XVII


Santa Marta
titolo Santa Marta
autore Ambito lombardo anno Secolo XVII

San Lazzaro di Betania

 San Lazzaro di Betania

autore: Juan de Flandes anno: 1510 titolo: Resurrezione di Lazzaro luogo: Museo del Prado, Madrid

Nome: San Lazzaro di Betania
Titolo: Fratello di Marta e Maria
Nascita: I secolo circa, Giudea
Morte: I secolo circa, Marsiglia
Ricorrenza: 29 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Lazzaro, fratello di Marta e di Maria, che diede ospitalità a Gesù, era di stirpe regale. Suo padre fu governatore della Siria e delle città poste sulle rive del Mediterraneo. Quando Gesù passava facendo del bene e curando ogni malattia, Lazzaro si era ritirato a Betania con le sue sorelle e qui fu preso da una grave malattia. Le sorelle, sapendo che Gesù era vicino, mandarono a dirgli che Lazzaro era ammalato. Ma Gesù rispose: « Questa non è infermità da morirne, ma è a gloria di Dio, affinché per essa il Figlio di Dio sia glorificato ». Siccome Gesù voleva bene a Marta, a Maria sua sorella ed a Lazzaro, quand'ebbe udito che questi era infermo, si recò in Giudea, ma dovette trattenersi ancora due giorni in quel luogo.

Quindi andò a Betania. Marta, sentendo che Gesù veniva, gli andò incontro; mentre Maria stava seduta in casa. E Marta disse a Gesù: « Signore, se tu eri qui, mio fratello non sarebbe morto ». Gli andò incontro pure Maria, la quale si gettò ai piedi di Gesù e gli disse: « Signore, se tu fossi stato qui, non sarebbe morto mio fratello ».

Gesù disse: « Dove l'avete posto? ». Gli risposero: « Vieni e vedi ». Allora Gesù, di nuovo fremendo in se stesso, giunse al sepolcro... e disse: « Togliete la pietra ». Gli disse Marta, la sorella del morto: « Signore, già puzza, perchè è di quattro giorni ». E Gesù a lei: « Non t'ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio? ». Levarono dunque la pietra. E Gesù dopo aver ringraziato il Padre, a gran voce gridò: « Lazzaro, vieni fuori ». E Lazzaro usci dal sepolcro. A causa di questo fatto molti credettero in Gesù.

Lazzaro poi assistette alla dolorosa passione di Gesù, e dopo l'Ascensione del Signore, quando i discepoli si dispersero, con le sorelle Marta e Maria ed un certo Massimo fu imbarcato su una nave senza vele, senza timone e senza remi : guidati però dal Signore giunsero a Marsiglia. Qui Lazzaro convertì e battezzò molti pagani e resse, quale vescovo, la chiesa di quella città. Morì in età molto avanzata ricco di meriti e di virtù.

PRATICA. - Accresciamo la nostra speranza nel Paradiso, nostra vera ed eterna patria.

PREGHIERA. - Sii propizio, o Signore, alle nostre suppliche, e per intercessione del tuo beato Lazzaro, usaci perpetua misericordia.

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione dei santi Lazzaro, fratello di santa Marta, che il Signore pianse morto e risuscitò, e di Maria, sua sorella, che, mentre Marta era indaffarata nei suoi molteplici servizi, seduta ai piedi del Signore ascoltava la sua parola.

✝ Pensiero del 29 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
 
Marta....Marta ti affanni per molte cose, Maria, ha scelto la parte migliore di contemplare la mia Parola, che non le sarà tolta.

Meditazione sul Vangelo di Gv 11, 19-27

Marta e Maria.

Gesù arriva a casa di Marta e Maria. Marta si affanna per servire il Maestro, mentre Maria resta ai suoi piedi ad ascoltarlo. Ad un certo punto Marta si rivolge a Gesù e gli manifesta il suo disagio: «Perché Maria non mi aiuta?». È nota la risposta di Gesù. «Marta tu ti affanni per molte cose, ma una sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Marta è la sorella di Lazzaro e di Maria. La sua casa di Betania era l’oasi preferita di Gesù per riposare dopo le fatiche della missione apostolica. Gran parte del merito occorre attribuirlo a Marta. Era proprio lei che, col suo lavoro, gli sforzi e i sacrifici faceva della sua casa un posto accogliente. Per questo motivo ci sembra normale che abbia chiesto aiuto anche a Maria, in un momento di speciale premura É bella la risposta del Signore. Gesù non condanna nessuno dei due atteggiamenti, ma li distingue e mostra la loro complementarietà. Presa da sola, nessuna delle due è sufficiente a manifestare l’importanza di servire bene l’ospite. Sono le sue attenzioni e il suo lavoro a rendere possibile e gradevole il soggiorno di Gesù. Senza ciò nulla sarebbe uguale. Gesù, però, le fa notare che, se entrambe si occupano della casa, chi starà con lui? Con chi potrà conversare il Maestro? A chi potrà aprire il suo cuore? Perciò: contemplazione e azione non si escludono, ma si completano. Lo stesso capita nella nostra vita. Sono molte le preoccupazioni e le cose che occorre fare. Ed è giusto che le realizziamo e ci applichiamo ad esse con dedizione. Ma è altrettanto necessario lasciare del tempo alla preghiera per dare il vero senso al nostro operare.

Venerdì 29 Luglio 
S. Maria e Lazzaro (m); S. Olaf
S. Marta (m) – P
1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42
Gustate e vedete com’è buono il Signore

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me, avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:

«Nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene».

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me, avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)

27 luglio, 2022

Sei vivo nella mia MEMORIA

 Sei vivo, nella mia MEMORIA, più d'ieri.

Sei quel NOME, che invoco, ogni giorno.
Sei quel BACIO, che vola via con il vento.
Sei quella VOCE, che risuona nell'aria.
Sei quella LACRIMA, che bagna il volto.
Sei la PREGHIERA QUOTIDINA, sulle labbra.
Sei una FERITA, SEMPRE APERTA PERCHÉ DENTRO, CI VIVI TU!
Canzano Barbara



20 luglio, 2022

✝ Pensiero del 20 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Mi avete fatto cadere, sulla Terra ed io sono sbocciato in Cielo, per seminare, nel cuore della gente.

Meditazione sul Vangelo di Mt 13, 1-9
Il seminatore uscì a seminare.
Gesù è circondato da una moltitudine che desidera ascoltare la sua predicazione. Sale su una barca e da lì narra alla folla una parabola. Il seminatore andò nei campi e, nel seminare, parte dei semi cadde lungo la strada e fu mangiata dagli uccelli, parte cadde tra i sassi e presto si seccò per via del sole, parte tra le spine che la soffocarono, e parte sulla terra buona dove diede frutto. La parabola inizia così: “il seminatore uscì a seminare”. Sono due le azioni che il seminatore compie: uscire e seminare. Vediamole nell’ordine. Il primo elemento che Gesù pone in rilievo è che il seminatore uscì. Cosa significa “uscì”? Da dove uscì? Dalla sua casa, dal suo focolare, dalla pace e dalla tranquillità che viveva coi suoi in cielo. E venne nelle intemperie della terra. È il mistero dell’Incarnazione. Gesù che si fa uomo per soffrire insieme agli uomini. Nel rivolgerci a Lui nei momenti di dolore e difficoltà, noi avremmo potuto pensare che Dio non fosse in grado di comprenderci davvero, se Lui non si fosse fatto uomo. Un Dio impassibile che non soffre, non può essere altro che un Dio distante, che non conosce l’uomo, che è incapace di commuoversi davanti al suo dolore. Per questo motivo ha voluto sperimentare cosa si prova a vivere in carne e ossa. Per apprezzare così, su di sé, il povero amore umano, tanto lontano da quello divino, ma non per questo privo di ogni valore. Abbiamo visto che il verbo “uscire” significa, riferito a Dio, incarnarsi. Ma cosa significa “seminare”? Seminare è donare. Il seminatore dona gratuitamente alla terra la semente, nella speranza che sia accolta. Cosa ci dona Gesù? Qui la parabola ci va stretta, perché il suo dono non è “qualcosa”, come il seme, ma “Qualcuno”, cioè una Persona. Perciò la domanda dovrebbe essere: Chi ci viene donato? Egli dona se stesso sulla croce e nell’Eucaristia: sulla croce, perché ci ama e vuol pagare il prezzo dei nostri peccati; nell’Eucaristia, perché l’amore che ha per noi non gli permette di lasciarci soli.

Mercoledì 20 Luglio 
S. Aurelio; S. Apollinare (mf); S. Elia pr.
16.a del Tempo Ordinario
Ger 1,1.4-10; Sal 70; Mt 13,1-9
La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
«Chiunque trova lui, ha la vita eterna
».

(Matteo 13)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
ed oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
«Chiunque trova lui, ha la vita eterna
».

(Matteo 13)