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07 dicembre, 2021

Sant'Ambrogio

 Sant'Ambrogio

autore: Pierre Subleyras anno: 1744 titolo: Sant'Ambrogio assolve Teodosio luogo: Galleria Nazionale dell’Umbria, Palazzo dei Priori, Perugia

Nome: Sant' Ambrogio
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 340, Treviri, Germania
Morte: 4 aprile 397, Milano
Ricorrenza: 7 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica
Protettore:degli apicoltori


Di nobile famiglia romana, nacque a Treviri nelle Gallie ove suo padre era prefetto e a pochi mesi di vita uno sciame di api portò alla sua bocca del miele. Ancora giovane, per la sua grande prudenza ed imparzialità, fu mandato governatore a Milano.

Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l'elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l'intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla, un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero l'elezione di Ambrogio.

Essendo egli solamente catecumeno, dovette prima ricevere il battesimo, poi il sacerdozio e finalmente malgrado la sua umile riluttanza, la consacrazione episcopale.

Eletto dunque vescovo, con cuore di padre governò le anime a lui affidate.

Amorevole con tutti, si mostrava nello stesso tempo severo ed intransigente verso i nemici ostinati della Chiesa.

Sant'Ambrogio a cavallo scaccia gli ariani
autore Ambrogio Figino anno 1590 circa titolo Sant'Ambrogio a cavallo scaccia gli ariani


Con la sua straordinaria perspicacia nella scelta dei pastori di anime, diede il colpo di grazia alla setta degli ariani. Questi eretici, riconoscendo Gesù Cristo solo come uomo, negavano recisamente la sua divinità.

Ma se potenti erano gli eretici, più potenti furono i difensori suscitati da Dio per la integrità della fede.

Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino
autore Luca Giordano anno XVII sec titolo Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino


Frutti insperati raccoglieva il Santo coi suoi sermoni: va ricordata in modo speciale la conversione di S. Agostino.

Stando una volta l'imperatore Teodosio nel presbiterio della chiesa, posto riservato unicamente ai sacerdoti, coraggiosamente mandò ad avvertirlo, ma con tale carità, che Teodosio ringraziò il santo vescovo di tale avvertimento.

Allorché lo stesso imperatore osò entrare in chiesa dopo la strage di Tessalonica, Ambrogio glielo impedì, e quando l'imperatore per scusarsi addusse l'esempio del re Davide, il santo Vescovo coraggiosamente rispose: Se avete imitato Davide nel peccato, imitatelo anche nella penitenza.

Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino
autore Camillo Procaccini anno XVII secolo titolo Sant'Ambrogio che ferma Teodosio



Finalmente, dopo molte lotte e sacrifici, andò a ricevere la corona delle sue fatiche in cielo, il 4 aprile dell'anno 397.

PRATICA. Facciamo penitenza dei nostri peccati finché siamo in vita, se non vogliamo farla in Purgatorio.

PREGHIERA. O Signore che nell'elezione e nella vita del vescovo Ambrogio hai dato al tuo popolo un esempio della tua immensa misericordia e provvidenza, fa che per i meriti di Gesù Cristo un giorno siamo compagni di colui che ora veneriamo in terra.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo ed istruì nella devozione il popolo con commentari ed inni per il canto.
Preghiera a sant'Ambrogio
O Signore che nell'elezione
e nella vita del vescovo Ambrogio
hai dato al tuo popolo un esempio
della tua immensa misericordia e provvidenza,
fa che per i meriti di Gesù Cristo
un giorno siamo compagni
di colui che ora veneriamo in terra.


Pensiero del 07 dicembre 2021

 Ognuno di noi, è la pecorella smarrita. Se restiamo, nel recinto è solo per la paziente Misericordia di Dio, che sempre viene a cercarci.

Meditazione sul Vangelo di Mt 18,12-14

Così è la volontà del Padre vostro.

Al popolo in esilio a Babilonia, che vive sentendosi abbandonato da Dio, il profeta annuncia la fine di ogni tribolazione, perché il Signore sta per agire in loro favore, come fa un pastore con il proprio gregge. Gesù ricorre, a sua volta, all’immagine del pastore per rivelare la volontà del Padre.

Nella vita capitano quei momenti in cui ci sentiamo abbandonati da Dio e ci sembra di non essere più preziosi ai suoi occhi. Questa esperienza è stata vissuta in modo esemplare dal popolo di Israele che, chiuso nel proprio peccato, ha visto venir meno tutti i segni che testimoniavano la sollecitudine di Dio – il tempio, la terra, il re, la capitale – ed è stato condotto in esilio. Ma proprio nel momento in cui ha toccato il fondo, Israele ha ricominciato a gridare al suo Dio scoprendo che non l’aveva abbandonato, che sarebbe nuovamente intervenuto in suo favore. Durante l’Avvento risuona forte nella liturgia l’invito a perseverare nella speranza, a non chiuderci nella rassegnazione, certi che Dio è fedele al suo amore per noi. Un invito che si fonda su una certezza: il Padre desidera che nessuno vada perduto. Nel Vangelo, il Signore è paragonato ad un pastore sollecito che va in cerca della pecora che si è smarrita. Ad uno sguardo inesperto, cento pecore si assomigliano tutte e sembra incredibile che qualcuno riesca a distinguerle una dall’altra. Ma non è così per il pastore, che conosce le sue pecore una per una, e per questo non può restare indifferente se una si perde, consolandosi con il fatto che ci sono ancora le altre novantanove. In questo modo si comporta Dio. Lui ci conosce uno per uno, sa che siamo tutti pezzi unici, ciascuno irrepetibile, e non si dà pace se qualcuno si perde o non si realizza in pienezza. Ma la sua sollecitudine non è sufficiente. L’evangelista sembra esserne cosciente quando scrive “se riesce a trovarla”. Quel “se” rivela che il risultato non è scontato, perché c’è qualcosa davanti a cui anche Dio si ferma: la libertà delle sue creature.

07 Dicembre

2.s d'Avvento

Ecco, il nostro Dio viene con potenza
Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Esultino davanti al Signore che viene:

«Sì, egli viene a giudicare la terra;

giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli».

Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».


06 dicembre, 2021

La Pace verrà

La Pace verrà

Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,

se tu credi alla forza di una mano tesa,
se tu credi che ciò che unisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora….
LA PACE VERRA’.

Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…
LA PACE VERRA’.

Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
se tu credi che la pace è possibile, allora…
LA PACE VERRA’.

Charles de Foucauld

PREGHIERA PER GLI INNAMORATI

 PREGHIERA PER GLI INNAMORATI

"Insegnami che l'amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo, che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza" 🙏

Nel mio cuore, Signore,
si è acceso l'amore
per una creatura che tu conosci ed ami
Fa che io non sciupi questa ricchezza
che tu mi hai messo nel cuore
Insegnami che l'amore
è un dono e non può mescolarsi
con nessun egoismo,
che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza;
che l'amore è fecondo e deve, fin da oggi,
produrre un nuovo modo di vivere in me e in chi mi ha scelto.

San Nicola di Bari

 San Nicola di Bari


Nome: San Nicola di Bari
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo , Pàtara, Turchia
Morte: IV secolo, Licia, Turchia
Ricorrenza: 6 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica
Luogo reliquie:Basilica di San Nicola


San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.

Mirabili furono quivi i suoi slanci d'amore al Signore ed il progresso quotidiano nella virtù. Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.

Morte e ascensione di san Nicola
autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola lancia tre palline d'oro nella stanza di tre povere ragazze


Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l'innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.

La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza.

Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.

Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario.

Morte e ascensione di san Nicola
autore Beato Angelico anno 1437 titolo Morte e ascensione di san Nicola


Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l'anno 342.

Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica del suo nome.

PRATICA. Perdoniamo le offese e preghiamo per coloro che ci fanno soffrire.

PREGHIERA. O Signore, che hai voluto onorare il tuo vescovo Nicola con insigni miracoli, fa' che per la sua intercessione siamo liberati dalle pene del fuoco eterno.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Nicola, vescovo di Mira in Licia nell'odierna Turchia, celebre per la sua santità e la sua intercessione presso il trono della grazia divina.

Approfondimento


I protestanti, come si sa, non ammettono il culto dei santi. Tuttavia, c'è un santo che è popolare anche e soprattutto nei paesi protestanti, benché non tutti sian capaci di riconoscere, sotto le fattezze e l'abbigliamento del bonario Babbo Natale, uno dei santi più celebri della Chiesa cattolica: San Nicola.

San Francesco

Ma non c'è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale, non è altro che la mitria del barbuto vescovo orientale. Infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus, e il 6 dicembre è festa grande per i ragazzi. Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l'Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato " Santa Claus", re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo.

E dall'America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l'hanno riconosciuto per San Nicola. San Nicola da Bari, il secolare amico degli scolaretti e di tutti i bambini.

Questo non è l'unico segno della popolarità di San Nicola, uno dei santi più venerati in Oriente e in Occidente. Per tutto l'alto medioevo, egli è stato, per la sua delicata carità, qualcosa di simile a ciò che San Francesco è stato ed è ancora per l'evo moderno. E spesso appare vicino a San Francesco nelle pitture delle chiese francescane.

Per la storia, San Nicola fu vescovo di Mira, nella Licia, ai tempi di Costantino. A Mira le sue reliquie furono venerate finché non sopraggiunse l'invasione turca. Allora vennero poste in salvo da 62 soldati, devoti corsari della città di Bari. E il 9 maggio del 1087, con immensi onori, furono poste nella celebre, vetusta cattedrale del grande porto pugliese, e Bari, dopo una vivace contesa con Benevento, divenne il centro del culto di San Nicola, patrono, tra l'altro, della Russia.

Numerose leggende narrano i particolari della sua vita: "Niccolaio trasse il suo nascimento da ricche e sante persone. Il primo die che fue bagnato, stette per se medesimo ritto nel bacino, e due dì della settimana, cioè il mercoledì e il venerdì, solamente una volta per die prendeva il latte. E. fatto giovane, schifava le dissoluzioni e le vanità e usava la chiesa maggiormente". Non seguì però la carriera ecclesiastica. Salì alla cattedra vescovile per soprannaturale ispirazione dei vescovi riuniti in Concilio, che decisero di eleggere il primo che entrasse in chiesa e avesse il nome di Nicola. Fu presto noto per i suoi prodigi: "Uno die, alquanti marinai pericolavano nel mare. Feciono questa orazione con lacrime: `Niccolaio, servo di Dio, se vere sono le cose le quali udiamo di te, piacciati che noi ora le proviamo'. Incontanente apparve e disse: 'Ecco, io sono presente', e cessò la tempesta".

Perciò i marinai lo considerano loro protettore, ma soprattutto è patrono degli scolari. Tra le molte leggende è infatti celebre quella dei tre scolaretti che un feroce macellaio di Mira aveva sgozzato e messo in salamoia, come porcellotti. Il Santo compì la strepitosa resurrezione dei tre fanciulli, convertendo, per giunta, anche il macellaio.

L'episodio ha dato origine a canti popolari, poco noti ma spesso suggestivi, dei quali citiamo quello raccolto e riportato da Gerard de Nerval nelle Figlie del fuoco

I tre bambini resuscitati



San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia
autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia (Storie di S. Nicola di Bari)




C'erano una volta tre bambini
che andavano a spigolare in un campo.

Arrivano una sera da un macellaio
"Macellaio, potresti ospitarci?"
"Entrate, entrate, piccoli,
c'è posto senz'altro."

Erano appena entrati,
che il macellaio li ha ammazzati,
li ha fatti a pezzettini,
li ha messi a salare come maialini.

San Nicola dopo sette anni,
San Nicola arrivò in quel campo.
Se ne andò dal macellaio
"Macellaio, potresti ospitarmi?"

"Entrate, entrate, San Nicola,
posto ce n'è, non ne manca davvero"
Era appena entrato,
che chiese da cena.


San Nicola e i tre bambini



"Volete un pezzo di prosciutto?"
"Non ne voglio, mi sembra brutto"
"Volete un pezzo di vitello?"
Non ne voglio, non è bello!

Voglio proprio il salamino,
che sta a salare da sette anni!
Quando il macellaio lo senti,
fuori dalla porta se ne fuggi.

"Macellaio, macellaio, non fuggire,
pentiti, Dio ti perdonerà."
San Nicola posò tre dita
sull'orlo del salatoio.

Il primo disse: "Ho dormito bene!"
Il secondo disse: "lo pure!"
Rispose il terzo: "Credevo d'esser già in paradiso!"



san Nicola


Ancor più suggestivi sono gli innumerevoli episodi di carità del Santo. "Un suo vicino" narra la Legenda Aurea "pervenuto a grandissima povertà, tre sue figliole vergini ordinò di mettere al peccato, acciò che di quella vituperosa mercatantia potesse nutricare sé e le sue figliuole. Per la qual cosa, sentendo il Santo Niccolaio così scellerata intenzione, mosso da zelo di pietade, tolse una massa d'oro, e così legata in un panno, di notte tempo gittolla segretamente per la finestra, e partissi di celato".

L'uomo poté così maritare la prima figlia, e il misterioso dono si ripete finché tutte e tre le ragazze furono onestamente accasate. Solo allora, il padre, appostatosi, poté riconoscere in San Nicola lo sconosciuto benefattore. In tempo di carestia, ottiene dai marinai delle navi frumentarie dell'imperatore una parte del carico, e distribuisce il grano ai bisognosi, senza che poi gli esattori possano riscontrare nessuna mancanza. Appare in sogno a Costantino e impedisce l'esecuzione di tre ufficiali ingiustamente condannati. Ma più spesso, San Nicola è il protettore dei bambini, sempre pronto ad esaudire le preghiere dei genitori a lui devoti.

Doni preziosi; episodi di carità: fanciulli beneficiati. Ecco ciò che spiega l'universale popolarità di San Nicola, e perché lo si ritrovi oggi con le sembianze di Babbo Natale: per ricordare, oltre tutte le apparenze superficiali, il dovere delle carità e il comandamento dell'amore, quell'Amore che nel Natale la sua espressione più alta.

Pensiero del 06 dicembre 2021

 Il perdono, infinito della Misericordia di Dio, sa far rialzare persone paralizzate, nella vita spirituale ed umana per dargli un nuovo cammino.

Meditazione sul Vangelo di Lc 5,17-26

Preparate la via al Signore!

Il profeta Isaia invita alla gioia, perché Dio si prende cura dei ciechi, dei sordi, degli zoppi e dei muti, mentre il Vangelo di Luca ci presenta Gesù che guarisce un paralitico e, soprattutto, gli ridona la relazione con Dio attraverso il perdono dei peccati.

Il comportamento di Gesù davanti al paralitico, che con tanta fatica alcuni uomini hanno posto davanti a lui, può in un primo momento apparire inatteso. Egli ha notato immediatamente la fede di quegli uomini, eppure non guarisce subito il malato: perché? Una possibile risposta si affaccia se pensiamo a quelle persone malate, ma che vivono la propria situazione sentendosi accompagnate e amate dal Signore. Queste persone testimoniano che c’è qualcosa che vale più della salute fisica: la relazione con Dio. Ed è di questo che Gesù si preoccupa: dona a quel malato la certezza che i suoi peccati sono perdonati e, che nulla si frappone tra lui e l’amore divino. Ed è il peccato la “malattia” più grave che Gesù è venuto a sanare, assicurando che il Padre è sempre pronto a perdonare i peccati. La guarigione è legata alla fede, che viene qui presentata in modo molto dinamico. Gli amici del paralitico fanno di tutto per portarlo davanti a Gesù, perché possa avere l’occasione di ricevere il dono della guarigione: questo agire rivela la loro fede. Una fede che testimonia come il perdono e la guarigione non vadano meritati, ma desiderati. Nascono dall’incontro di due desideri: «Quello del Signore, di donarci una vita piena e abbondante, e quello nostro, che riconosciamo il nostro bisogno d'essere guariti e facciamo di tutto per aprirci a ricevere il dono che il Signore vuole farci». Le persone che vivono la malattia nella fede fanno proprio questa scoperta: «Vivere davanti a Dio tenendo le mani aperte, disponibili e pronte a ricevere il dono che lui desidera fare. Forse non ci sarà la guarigione fisica, ma sicuramente il Signore non priverà alcun uomo del suo amore e del suo sostegno».

06 Dicembre 

2.s d'Avvento 
Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci
Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

Ecco verrà il Signore strapperà via il giogo della nostra schiavitù.

(Luca 3,4.6) 

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 84)
Rit: Ecco il nostro Dio, egli viene a salvarci.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Ecco verrà il Signore strapperà via il giogo della nostra schiavitù

(Luca 3,4.6) 


05 dicembre, 2021

Pensiero del 05 dicembre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 3,1-6

Preparate la via al Signore!
Dopo la sua caduta, il genere umano non è stato lasciato a se stesso, nella propria miseria: l’amore del Padre gli ha ridonato la vita divina. La festa del Natale rinnova la memoria di quel dono. In Cristo, Dio ci riconduce alla luce della sua gloria, poiché Lui è la manifestazione dello splendore del Padre. Il Vangelo di oggi ci parla della figura austera di Giovanni Battista, che ci invita alla penitenza, cioè a una vita rinnovata. Dobbiamo far rivivere la Grazia e quindi gli impegni del nostro battesimo, in tal modo prepariamo veramente la strada al Signore che viene, convertendoci, cioè cambiando vita.
«La Parola di Dio fu su Giovanni, figlio di Zaccaria». Luca non poteva dirci con maggior chiarezza che Giovanni si presenta come un profeta. Per questo non sente più il bisogno, come fanno invece Marco e Matteo, di descriverlo nel suo modo di vestire e mangiare, per assimilarlo a Elia. È già chiaro che lui è portatore della Parola di Dio. Si tratta solo di precisare in che situazione la reca al mondo. Ma anche qui Luca si rifà alla Sacra Scrittura che, di molti profeti dice in quale tempo e nel periodo di quale re hanno profetizzato: tutto avviene ai tempi di Tiberio Cesare; anzi, ha inizio l’anno quindicesimo del suo impero. E Luca ci informa pure sulle “pedine” di Cesare nel governo della suddivisa Palestina! In Giudea governa Ponzio Pilato, in Galilea Erode Antipa; in Iturea e Traconitide Filippo; sull’Abilene Lisania. Ebbene, in questo quadro storico mondiale, là nel deserto di Giuda, «la Parola di Dio fu su Giovanni». Egli è solo voce; chi parla attraverso quella voce è Colui che è la Parola. La voce si farà sentire finché Colui che è Parola si renderà visibile, poi scomparirà. Indubbiamente il linguaggio profetico sa di immaginoso, ma tutti sentono che sono i sentieri dell’uomo che devono essere appianati; cioè, è ogni uomo che deve aprirsi a Dio e accogliere la Parola. Commenta Origene: «Quale strada dobbiamo noi preparare al Signore? Si tratta di una strada materiale? La Parola di Dio può forse seguire una simile strada? O non bisogna invece preparare al Signore una via interiore e disporre nel nostro cuore delle strade dritte e spianate? Ed è attraverso questa via che è entrato il Verbo di Dio, che prende il Suo posto nel cuore umano capace di accoglierlo».

05 Dicembre
2.s d'Avvento 
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
(Luca 3,4.6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 125)
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
(Luca 3,4.6)

04 dicembre, 2021

Auguri di cuore d'un buon compleanno

 Accade oggi 04 dicembre nel 1911

Auguri di cuore d'un buon compleanno
a
Eberhard Rebling


Santa Barbara

Santa Barbara

Nome: Santa Barbara
Titolo: Martire
Nascita: III Secolo, Nicomedia,Turchia
Morte: III Secolo-IV Secolo, Nicomedia,Turchia
Ricorrenza: 4 dicembre
Tipologia: Memoria facoltativa


Santa Barbara nacque in Nicomedia attuale İzmit in Turchia ed ebbe a padre Dioscoro, crudelissimo persecutore dei cristiani. Essendo educata nelle lettere, conobbe la sublima storia dei misteri cristiani, e con tutto l'amor del verginal suo cuore ricevette la grazia del battesimo. Per tener presente l'augusto mistero della SS. Trinità, fece aprire una terza finestra nella torre del suo castello per elevarsi meglio a Dio, e ne provava tutta la dolcezza. Il padre accortosi di ciò, chiese spiegazione, e Barbara non esitò a spiegargli il mistero della Croce.

Santa Barbara
autore Giovanni Battista Salvi anno sec. XVII titolo Santa Barbara


La torre però divenne ben presto la sua prigione a causa di un padre oscuramente geloso della sua bellezza.

Si racconta a questo proposito che, durante una lunga assenza del padre, la ragazza sia riuscita a fuggire fortunosamente dalla prigione, e a farsi battezzare presso uno stagno. Girovagando nel bosco, trovò poi rifugio nella capanna di un pastore ma, tradita, venne consegnata nelle crudeli mani del padre, il quale, per punirla, la denunciò come cristiana alle autorità e la fece imprigionare, assistendo con inaudita impassibilità, si dice, anche alle torture cui venne sottoposta.

Un padre davvero snaturato. Il giudice che la processò infierì sulla sua rara grazia condannandola ad attraversare il paese completamente ignuda; nel giorno fissato però, una nube densa e nera, mandata miracolosamente dal cielo, avvolse il suo corpo proteggendola da sguardi indiscreti. Quando venne mandata a morte, fu il padre stesso a farle da carnefice: con un colpo di spada vibrato con insana ferocia, il reprobo genitore decapitò la figlia. Ma quando la testa di Barbara cadde sanguinolenta al suolo, un fulmine a ciel sereno si abbatté sull'uomo, incenerendolo all'istante. La morte improvvisa, inviata come punizione dal cielo, fece giustizia dell'atroce delitto "cosi narra la tradizione", mandando sicuramente all'inferno l'anima del padre crudele, prima che avesse il tempo di pentirsene.

Martirio di Santa Barbara
autore Jacopo da Empoli anno circa 1603 titolo Martirio di Santa Barbara


Da allora la vergine Barbara, martirizzata per la fede e la purezza nel secolo III, è invocata dai cristiani contro i pericoli dei fulmini, delle armi e delle «male morti», le morti improvvise, senza il perdono di Dio.

Barbara è la protettrice dei lavoratori che hanno a che fare con il fuoco e le armi da fuoco: pompieri, artiglieri e pirotecnici, lavoratori che rischiano la vita, con la possibilità di morire improvvisamente, senza il conforto dei sacramenti. È entrato nel linguaggio comune il termine «santabarbara» per indicare il deposito di munizioni nelle caserme o sulle navi. La torre chiusa e squadrata, che viene rappresentata per antica tradizione accanto all'effigie della santa, assomiglierebbe infatti, per alcuni, a una polveriera.

Il suo nome è stato incluso nel ristretto gruppo dei quattordici «santi ausiliatori», cosi detti perché i fedeli sono soliti invoca-re in particolare la loro intercessione. Gli altri tredici, in ordine alfabetico, sono: Acacio, Biagio, Caterina, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone e Vito.

PRATICA. - Dobbiamo ricevere con rassegnazione le cose avverse, perché tutte ci vengono da Dio per nostro bene.

PREGHIERA. - Soffrite per amor di Dio le persecuzioni dei famigliari.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Nicomèdia la passione di santa Barbara, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione di Massimino, dopo orribili torture nel carcere, dopo il bruciamento colle fiaccole, il taglio delle mammelle ed altri tormenti, compì il martirio percossa colla spada.
Preghiera a Santa Barbara
"Un giorno senza rischio non è vissuto, poiché per noi credenti la morte è vita" 🙏
Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti, perpetua,
la fiamma del sacrificio.
Fa più ardente della fiamma
il sangue che scorre nelle vene,
vermiglio come un canto di vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città,
ascolta il palpito dei nostri cuori
votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile
verso Te saliamo,
ci sorregga la Tua mano piagata.
Quando l'incendio, irresistibile avvampa,
bruci il male che si annida nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.
Signore, siamo i portatori della Tua croce,
ed il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio non è vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli,
nel furore delle acque,
nell'inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco,
la nostra fede è Dio
Per Santa Barbara Martire.