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22 maggio, 2021

FRANCO BATTIATO - LE NOSTRE ANIME Ep.1

Santa Rita da Cascia

Santa Rita da Cascia

Nome: Santa Rita da Cascia
Titolo: Vedova e religiosa
Nascita: 23 Ottobre 1381, Roccaporena
Morte: 27 gennaio 147-1457, Cascia
Ricorrenza: 22 maggio
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:CasciaBorgocarbonara
Sito ufficiale:Santa Rita da Cascia




Nacque Rita a Rocca Porena, paesello nei pressi di Cascia nell'Umbria, l'anno 1381.

Sotto la vigile cura dei genitori la bimba cresceva giudiziosa e pia, come un fiore di serra, con particolar tendenza alla solitudine ed alla preghiera.

Era suo vivo desiderio di consacrare a Dio la sua verginità, ma i genitori vollero che si sposasse. Lo sposo era burbero e collerico, ma Rita, armata di pazienza, tutto seppe sopportare, ricambiando bene per male, senza che in diciott'anni di matrimonio la concordia venisse infranta in quella casa.

Uomini pessimi le trucidarono il 'consorte. Ella, anzichè pensare a farne vendetta, pregava Dio per quegli infelici, non solo, ma si studiava di istillare nei suoi due figliuoli l'eroismo del perdono cristiano. Scorgendo che crescevano tuttavia bramosi della vendetta pregò istantemente il Signore che li volesse prendere in cielo prima che avessero tempo a macchiarsi di sangue. Dio l'esaudì.

Libera da ogni cura di famiglia, pregò di essere accolta nel monastero delle Agostiniane. Per ben due volte ricevette un brusco diniego, finché il Signore volle appagare il suo desiderio con un prodigio.

Stando nel cuore della notte in orazione, le comparvero S. Giovanni Battista, S. Agostino e S. Nicola da Tolentino, che le rivolsero parole di conforto, la invitarono a seguirli e miracolosamente la introdussero nel monastero. Quelle vergini, ammirate e commosse, non esitarono più a riceverla per loro consorella.

Non tardò molto la buona vedova a divenire lo specchio di ogni virtù. Ubbidiva colla semplicità di una fanciulla; la Superiora le ordinò un giorno di innaffiare un legno secco ed ella non esitò un istante a farlo.

Rita era l'innamorata del Crocifisso. La passione di Gesù era la sua meditazione prediletta e ne rimaneva così infiammata da versar abbondanti lacrime.

Un giorno, mentre pregava con più intenso fervore e supplicava l'amato Gesù ad associarla alla sua passione, un raggio di luce partì dal Crocifisso, si riflettè sul capo di Rita, poi una spina si staccò dal capo adorabile di Gesù e venne a trafiggere la sua fronte; vi produsse una profonda ferita seguita da un'insanabile piaga, che rimase fino alla morte; piaga che oltre ad acuti dolori esalava un grande fetore, per cui ella per non infastidire le sorelle amava restare solitaria e conversare con Dio.

Gesù la faceva davvero patire a sua imitazione. L'ultima sua malattia durò quattro anni: anni di acuto e lento martirio, che fornirono la misura della sua eroica pazienza e insaziabile brama di patire. Gesù, con un miracolo, mostrò quanto gli fosse caro il suo patire.

Era un rigidissimo inverno; il gelo e la neve erano abbondanti. Rita pregò una donna di Rocca Porena che andasse al suo antico orto e le portasse ciò che v'era di maturo e di fiorito. Si credette scherzasse: però, passando di là, quella signora scorse due freschi fichi ed una bella ed olezzante rosa era un regalo del suo Gesù.

Vicina a morire udì Gesù e la sua santa Madre che la invitavano alla celeste dimora, alla quale volò il 22 maggio del 1439.

I fedeli la chiamano la « Santa degli impossibili ».

PRATICA. Gesù comanda ad ogni cristiano di perdonare e pregare per i propri nemici: ecco il vero eroismo!

PREGHIERA. O Signore, che ti sei degnato di conferire a Rita tanta grazia da amare i suoi nemici e da portare nel cuore e in fronte i segni della tua carità e della tua passione, deh! concedici per l'intercessione e i meriti di lei di amare i nostri nemici e contemplare dolori della tua santa passione, così che conseguiamo il premio promesso agli amanti.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Cascia, in Umbria, santa Rita Vedova, Monaca dell'Ordine degli Eremiti di sant'Agostino, la quale, dopo le nozze del secolo, amò unicamente l'eterno sposo Cristo.





Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O' eccelsa Taumaturga del mondo cattolico, o' gloriosa S. Rita da Cascia, come sale bel la a te, dal nostro cuore, la preghiera in questo giorno, dedicato dalla Chiesa, alla tua solennità.

In quest'ora solenne in cui, mille e mille cuori, a te si rivolgono fidenti e pieni di santa speranza nella tua celeste protezione, anch'io unisco la mia umile preghiera perché dal Cuore Sacratissimo di Gesù, per i meriti della sua Madre Immacolata, mi ottenga le grazie di cui ho bisogno.

O gran Santa della Chiesa di Dio, non sarà possibile che la mia fiducia, nel tuo patrocinio, resti delusa! Non sei tu che i popoli chiamano la Santa degli impossibili, l'Avvocata dei casi disperati? Ed io appunto mi trovo in tante infelici condizioni per le mie colpe! Tu non vorrai allontanare da me il tuo sguardo: non sarà per me chiuso il tuo cuore; che anzi sono certo che sperimenterò la tua potente intercessione. Capisco, che ne sono indegno per i miei peccati; ebbene si rifulgerà la tua celeste carità, il tuo grande amore, ottienimi la salvezza dell'anima mia.

È questa la grazia che principalmente domando a Dio, per la tua intercessione in questo giorno sacro al tuo Natale in Paradiso; e con questa le altre grazie necessarie al mio stato.

O buona Santa Rita, appaga i miei voti, ascolta i miei gemiti, asciuga le mie lacrime, ed anche io proclamerò al mondo, che chi vuol grazia e la domanda a Dio, per mezzo di Santa Rita da Cascia, sicuramente sarà esaudito.

In questo giorno di gloria, in cui maggiore e più viva si ridesta la comune fiducia nel tuo patrocinio, ti prego di ottenere da Dio la benedizione, che imploro su me, sui presenti, sul Vicario di Gesù Cristo, sul cattolico Episcopato e Sacerdozio, sui tuoi Religiosi Confratelli e Consorelle, che formano l’eletta figliolanza del grande Sant'Agostino, sui benefattori del tuo Monastero di Cascia, sui promotori del tuo culto, sugli infermi, sui poveri, sui derelitti, sui peccatori, su tutti ed anche sulle Anime sante del Purgatorio.

O Santa Rita, Sposa amabilissima di Gesù Crocifisso, dal quale avesti in dono una delle spine della sua sacratissima corona, in questo giorno del tuo trionfo, aiutami e la tua protezione non mi venga mai meno nella vita e nel punto della mia morte. Amen.

Tre Padre nostro, Ave e Gloria.
D) Segnasti o Signore, la Tua serva Rita.
R) Col suggello della tua carità e della tua passione.


Orazione

O Dio, che Ti degnasti elargire a Santa Rita tanta grazia da amare i nemici, e da portare in cuore e in fronte i segni della Tua carità e passione, per l'intercessione ed i meriti di lei, Ti preghiamo concedici di perdonare i nostri nemici, e di meditare i dolori della Tua passione così che noi otteniamo il premio promesso ai miti e piangenti. Amen.


Pensiero del 22 maggio 2021

Seguimi..........lo dice a Pietro, a Giovanni, a Rita, a ciascuno di noi. Stare con Lui per diventare come Lui, ascoltando la Sua Parola, nutrendoci del Suo Corpo ed accogliendo la Sua Misericordia.

22 Maggio

Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto

Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore;
egli vi guiderà a tutta la verità.

(Giovanni 16,7.13)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 10)
Rit: Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto.

Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo.

Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto.

Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.

(Isaia 40,30-31)




21 maggio, 2021

Oggi sarebbe stato il compleanno di Yara Gambirasio

 Oggi sarebbe stato il compleanno di Yara Gambirasio

Auguri di cuore!

Per i suoi Amici Signore, prepara un bicchiere di latte caldo con molto zucchero perché l'amarezza può rapire ed uccidere la speranza.

Per chi resta Signore, prepara un pane caldo e nutriente perché alzarsi ogni mattino sarà più faticoso.

Per la sua mamma, per il suo papà, per i suoi fratelli, per la sua  famiglia scolastica (Le Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca di Bergamo) ed a gli Amici che neppure sapeva d'avere,

 pronuncia una parola come solo Tu sai donare.

Per me, non chiedo nulla Signore perché ho Te ho la Madonna ho tutto.

Canzano Barbara



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Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : 21 MAGGIO 1945 CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BERGEN-B...:   21 MAGGIO 1945 CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BERGEN-BELSEN 21 maggio 1945 Campo di concentramento di Bergen-Belsen Le combattenti della resis...



Pensiero del 21 maggio 2021

 Per tre volte Gesù, chiede a Pietro se Lo ama come a riscattare il triplice tradimento. Verrebbe da dire ch'è LUI che si è adeguato a Pietro piuttosto che Pietro a Gesù. Ma è proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo che conosciuta la sua infedeltà, avrà la fiducia della sequela al Maestro, fino alla fine.

21 Maggio

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli

Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa;
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.


 Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile.

(Ebrei 11,27)



20 maggio, 2021

Salve Regina (Al Bano Carrisi, La Mía Opera 2009)


    A U G U R I DI C U O R E D'UN  B U O N   C O M P L E AN NO

AD A L B A NO

Pensiero del 20 maggio 2021

 Com'è bello, sapere che Gesù ha pregato per i suoi discepoli, ma anche per tutti coloro che crederanno in Lui. Siamo stati creati, per sperimentare l'Amore di DIO e, donarlo agli altri perché il desiderio di Gesù è che l'umanità sia una cosa sola con Lu nell'Amore.

20 Maggio

 Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Prego anche per quelli che crederanno alla loro parola.

19 maggio, 2021

Sergio Rivi, cugino del beato Rolando Maria

 Sergio Rivi, cugino del Beato Rolando Rivi Martire e Vicepresidente del Comitato Amici di Rolando Rivi.

Sergio Rivi è stato un protagonista coraggioso e instancabile del cammino di fede e di grazia che ha portato al riconoscimento del martirio e alla Beatificazione, il 5 ottobre 2013 nel Palazzetto dello Sport di Modena, gremito di oltre seimila persone.

Nato a Castellarano il 25 febbraio 1939, Sergio, nella sua infanzia, aveva conosciuto personalmente Rolando, di otto anni più grande, poiché le loro famiglie, contadini mezzadri, vivevano insieme, con la nonna Anna, nella grande casa del Poggiolo, non lontano dalla Pieve di San Valentino. Di quel periodo Sergio ricordava sempre i divertentissimi giochi che Rolando, cui era legato da profondo affetto, organizzava per gli amici, come, in inverno, le gare di discesa sulla neve, usando come slitta una scala a pioli o come sci le doghe di una vecchia botte. “Rolando scendeva con in dosso la veste talare e sembrava che volasse”.

È stato Sergio Rivi, nel giorno della Beatificazione, a portare all’altare il prezioso reliquiario con una ciocca di capelli del Beato bagnata dal sangue del martirio. È stato lui, il 9 settembre 2014 in Piazza San Pietro a Roma, a consegnare a Papa Francesco, a nome di tutti gli amici di Rolando, un altro prezioso reliquiario in occasione del pellegrinaggio di ringraziamento per l’avvenuta Beatificazione. Gli amici che erano al suo fianco, mentre stringeva la mano di Papa Francesco, ricordano la sua commozione e il suo sorriso, coronamento della dedizione e dell’attesa di tutta una vita.

Informato della morte di Sergio Rivi, Monsignor Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ha detto che il lavoro di Sergio, insieme a quello del Comitato Amici di Rolando Rivi, con il riconoscimento del martirio di Rolando e la sua Beatificazione è stato un “tesoro prezioso, non solo per la nostra Chiesa, ma anche per la Chiesa universale”. “Ora – ha proseguito Camisasca – gli chiediamo di continuare a lavorare dal cielo per la nostra conversione e per il compimento del processo di Canonizzazione di Rolando”.

Monsignor Luigi negri, Arcivescovo Emerito di Ferrara Comacchio e Presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi, ha detto che “Sergio Rivi riempie il nostro cuore di un vuoto che sarà difficile colmare per la forza della sua testimonianza, per la capacità di tradurre in bene ogni circostanza della vita, per la semplice e profonda lealtà con cui ha vissuto”.

Commosso il dolore dei membri del Comitato Amici di Rolando Rivi per il distacco terreno dal caro amico, con cui hanno condiviso tanti momenti di impegno intenso per il riconoscimento della verità e perché la testimonianza di Rolando e il suo amore all’ideale possano brillare come esempio per tutti e in particolare per i giovani.

(Nella foto Sergio Rivi, a destra, stringe la mano di Papa Francesco in occasione del pellegrinaggio a Roma in ringraziamento per la Beatificazione).















Pensiero del 19 maggio 2021

 La salvezza non è una fuga dal mondo, consiste invece nella presa in carico di tutto ciò ch'è umano e condurlo alla piena fioritura in una esperienza di comunione che sconfessa la logica del peccato.

19 Maggio

Regni della terra, cantate a Dio

La tua parola, Signore, è verità:
consacraci nella verità.

 (Giovanni 17,17)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 67)
Rit: Regni della terra, cantate a Dio.

Oppure:
Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo.

Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!

 Dico a voi, amici miei: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla».

(Luca 12,4)


18 maggio, 2021

ACCADE OGGI - 18 MAGGIO 1991

 📆 ACCADE OGGI - 18 MAGGIO 1991 ⏱

Il Beato Carlo Acutis il 18 maggio del 1991 riceve il Sacramento del Battesimo alla presenza dei nonni paterni e materni, della zia Adriana e della bisnonna Adriana (la signora in foto) nella Chiesa “Our Lady of Dolours” a Londra.



Il 18 maggio nel 1920 nasceva Karol Józef Wojtyła


Il 18 maggio nel 1920, nasceva Karol Józef Wojtyła, futuro papa della chiesa Cattolica , eletto 16 ottobre 1978, con il nome Giovanni Paolo II, (in latino Ioannes Paulus PP. II; in polacco Jan Paweł II).

San Giovanni Paolo II è stato il 264º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 6° sovrano dello Stato della Città del Vaticano.

Il 18 Maggio nel 1939 nasceva Giovanni Falcone all'anagrafe Giovanni Salvatore Augusto Falcone



Il 18 Maggio nel1939 nasceva a Palermo il futuro magistrato, assassinato poi dalla mafia, Giovanni Falcone, all'anagrafe Giovanni Salvatore Augusto Falcone.

Franco Battiato la cura nuova versione



Tu, che hai saputo emozionarci, per quarant'anni, e passa con la tua musica di tutti i generi, possa accoglierti il Signore nel Paradiso, possa concederti la gioia eterna a te che ci hai canto: " Ti proteggerò, perché sei un essere speciale, ed io avrò cura di te, io si che avrò cura di teeeeeee!"

Ora, Dio, la Vergine Maria, proteggeranno ed avranno cura di te, perché sei un essere speciale!


Buon viaggio, caro maestro!



Il 18 maggio 2021 Franco Spadaro, direttore di “La civiltà cattolica”, ha annunciato la sua morte, citando, inevitabilmente, i versi di “La cura”: “E guarirai da tutte le malattie/ perché sei un essere speciale/ ed io, avrò cura di te. Ciao, Franco Battiato”.

Pensiero del 18 maggio 2021

 La preghiera che Gesù fa nel Vangelo di oggi, l'ha fatta per tutti noi che avremmo creduto in Lui. Ci ricorda che apparteniamo a Dio Padre come figli amati e voluti, riscattati a prezzo del Sangue di Gesù.

18 Maggio

Regni della terra, cantate a Dio

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre.

(Giovanni 14,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 67)
Rit: Regni della terra, cantate a Dio.

Oppure:
Benedetto il Signore, Dio della salvezza.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

Di giorno in giorno benedetto il Signore:
a noi Dio porta la salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
al Signore Dio appartengono le porte della morte.


Non essere per me causa di spavento, tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura. Siano confusi i miei avversari, non io, si spaventino loro, non io.

(Geremia 17,17-18)



17 maggio, 2021

VI Domenica di PASQUA - Chiesa San Domenico Canicatti - 17/05/2020 ore ...

Beata Antonia Mesina

Beata Antonia Mesina




Nome: Beata Antonia Mesina
Titolo: Martire della purezza
Nascita: 21 giugno 1919, Orgosolo, Nuoro
Morte: 17 maggio 1935, Orgosolo, Nuoro
Ricorrenza: 17 maggio
Tipologia: 


Antonia proveniva da una famiglia di undici figli. Un giorno, all'età di sedici anni (periodo in cui era iscritta alle "ben iamine" dell'Azione cattolica), stava raccogliendo legna nel bosco per il fabbisogno famigliare con un'amica di nome Annetta, quando un giovane l'assalì alle spalle.

Antonia resistette molte volte alle sue profferte con un rifiuto deliberato e completo, e mentre Annetta correva a cercare aiuto, il giovane, di nome Giovanni Ignazio Catgiu, tentò ripetutamente di farle violenza e infine la uccise a colpi di pietra.

Catgiu fu condannato a morte e la sentenza fu eseguita nel 1937; nel frattempo si era pentito e ricevette la comunione prima dell'esecuzione. La famiglia di Antonia pregò per il giovane e non mostrò alcun odio o desiderio di vendetta. La vita virtuosa di Antonia e il suo impegno in parrocchia a sostegno dell'ideale della castità fu attestato da numerosi testimoni. È stata beatificata da Giovanni Paolo II nel 1987, esattamente cinquant'anni dopo la sua morte.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Orgosolo in Sardegna, beata Antonia Mesina, vergine e martire, che, impegnata nella vita della Chiesa, all’età di sedici anni difese fino alla morte la propria castità.



Pensiero del 17 maggio 2021

Il mondo è il peccato che chiude i cieli. Gesù con la Sua Croce ha vinto il mondo: «Il Suo Spirito porta la Vita Divina in noi perché viviamo da figli e non da schiavi».


17 Maggio 

Regni della terra, cantate a Dio

Se siete risorti con Cristo,
cercate le cose di lassù, dove è Cristo,
seduto alla destra di Dio.

(Giovanni 3,1)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 67)
Rit: Regni della terra, cantate a Dio.

Oppure:
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio.

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.

(Salmo 120,1)



16 maggio, 2021

Preghiera a Sant'Ubaldo da Gubbio

 Preghiera della sera

Preghiera a Sant'Ubaldo da Gubbio
"Signore, per l'intercessione del Beato Ubaldo, tuo Confessore e Pontefice, stendi sopra di noi la tua protezione contro le molteplici insidie del nemico" 🙏
Ti preghiamo,
o Signore,
di concederci benignamente il tuo aiuto,
e per l'intercessione del Beato Ubaldo,
tuo Confessore e Pontefice,
stendi sopra di noi la tua protezione contro le molteplici insidie del nemico. Amen.

Christi Fideles

 Christi Fideles - a cui spesso assistiamo non basta a cancellare gli efferati assassinii di innocenti (sacerdoti, ma anche donne e fanciulli) perpetrati da partigiani comunisti fra il 1944 e (a guerra ampiamente conclusa) il 1947. In questo periodo si calcola in 12-15.000 il numero dei civili assassinati dai partigiani solo in Emilia, nel cosiddetto “triangolo della morte”. In tale "mattanza democratica" finirono anche un gran numero, ne sono stati riconosciuti circa 130, di sacerdoti". Segue, un elenco (incompleto) di sacerdoti uccisi in Italia, affinché sia di memoria e monito.

Don GIUSEPPE AMATEIS, parroco di Coassolo (Torino), ucciso a colpi d'ascia da partigiani comunisti il 15 marzo 1944, perché aveva pubblicamente deplorato gli eccessi e le violenze.

Don GENNARO AMATO, parroco di Locri (Reggio Calabria), ucciso nell'ottobre '43 dai capi della "repubblica rossa" di Caulonia.

Don ERNESTO BANDELI, parroco di Bria, ucciso da partigiani slavi a Bria il 30 aprile 1945.

Don VITTORIO BAREL, economo del Seminario di Vittorio Veneto, ucciso il 26 ottobre 1944 da partigiani comunisti.

Don STANISLAO BARTHUS, della Congregazione di Cristo Re (Imperia), ucciso il 17 agosto 1944 perché in una predica aveva deplorato le "violenze indiscriminate dei partigiani".

Don DUILIO BASTREGHI, parroco di Cigliano e Capannone Pienza, ucciso la notte del 3 luglio 1944 da partigiani comunisti che lo avevano chiamato con un pretesto.

Don CARLO BEGHE', parroco di Novegigola (Apuania), sottoposto il 2 marzo 1945 a torture e a una finta fucilazione che gli produsse una ferita mortale.

Don FRANCESCO BONIFACIO, curato di Villa Gardossi (Trieste), catturato da miliziani comunisti iugoslavi l'11 settembre 1946 e gettato in una foiba rimasta sconosciuta.

Don LUIGI BORDET, parroco di Hóne (Aosta), ucciso il 5 marzo 1946 perché aveva messo in guardia i suoi parrocchiani dalle insidie del comunismo.

Don SPERINDIO BOLOGNESI, parroco di Nismozza (Reggio Emilia), ucciso da partigiani comunisti il 25 ottobre 1944.

Don CORRADO BORTOLINI, parroco di Santa Maria in Duno (Bologna), prelevato da partigiani il 1° marzo 1945 e fatto sparire.

Don RAFFAELE BORTOLINI, canonico della Pieve di Cento, ucciso da partigiani la sera del 20 giugno 1945.

Don LUIGI BOVO, parroco di Bertipaglia (Padova), ucciso il 25 settembre 1944 da un partigiano comunista.

Don MIROSLAVO BULLESCHI, parroco di Monpaderno (Diocesi di Parenzo e Pola), ucciso il 23 agosto 1947 da partigiani comunisti jugoslavi.

Don TULLIO CALCAGNO, direttore di Crociata Italica, fucilato dai partigiani comunisti a Milano il 29 aprile 1945.

Don SEBASTIANO CAVIGLIA, cappellano militare della Guardia Nazionale Repubblicana, ucciso il 27 aprile 1945 ad Asti.

Don CRISOSTOMO CERAGIOLO, francescano, cappellano militare decorato al v.m., prelevato il 19 maggio 1944 da partigiani comunisti nel Convento di Montefollonico e trovato cadavere in una buca con le mani legate dietro la schiena.

Don ALDEMIRO CORSI, parroco di Grassano (Reggio Emilia), ucciso da partigiani comunisti la notte del 22 ottobre 1944 nella sua canonica.

Don FERRUCCIO CRECCHI, parroco di Levigliani (Lucca), fucilato all'arrivo delle truppe di colore nella zona su false accuse dei comunisti del luogo.

Don ANTONIO CURCIO, cappellano militare dell'11° Btg. Bersaglieri, ucciso il 7 agosto 1941 a Dugaresa da comunisti croati.

Don SIGISMONDO DAMIANI, francescano, ex cappellano militare, ucciso da comunisti slavi a San Genesio di Macerata l'11 marzo 1944.

Don TEOBALDO DAPPORTO, arciprete di Castel Ferrarese (diocesi di Limola), ucciso da un comunista nel settembre 1945.

Don EDMONDO DE AMICIS, cappellano militare, pluridecorato della prima guerra mondiale, ucciso il 26 aprile 1945 da partigiani comunisti.

Don AURELIO DIAZ, cappellano della Sez. Sanità della Divisione "Ferrara", fucilato nelle carceri di Belgrado nel gennaio del '45 da partigiani "titini".

Don ADOLFO DOLFI, canonico della Cattedrale di Volterra, sottoposto il 28 maggio 1945 a torture che lo portarono alla morte l'8 ottobre successivo.

Don ENRICO DONATI, arciprete di Lorenzatico (Bologna), massacrato il 23 maggio 1945 sulla strada di Zenerigolo. Don GIUSEPPE DORFMANN, fucilato nel bosco di Posina (Vicenza) il 27 aprile 1945.

Don VINCENZO D'OVIDIO, parroco di Poggio Umbricchio (Teramo), ucciso nel maggio '44 sotto accusa di simpatie per il fascismo.

Don GIOVANNI ERRANI, cappellano militare della Guardia Nazionale Repubblicana, decorato al v.m., condannato a morte dai partigiani a Forlì, salvato dagli americani e deceduto in seguito, acausa delle torture subite.

Don COLOMBO FASCE, parroco di Cesino (Genova), ucciso nel maggio del 1945 da partigiani comunisti.

Don GIOVANNI FAUSTI, Superiore generale dei Gesuiti in Albania, fucilato il 5 marzo 1946 perché italiano. Con lui furono trucidati ALTRI sacerdoti dei quali non si è mai potuto conoscere il nome.

Don FERNANDO FERRAROTTI, francescano, cappellano militare reduce dalla Russia, ucciso nel giugno 1944 a Champorcher (Aosta) da partigiani comunisti.

Don GREGORIO FERRETTI, parroco di Collevecchio (Teramo), ucciso da una banda di partigiani slavi ed italiani nel maggio 1944.

Don GIOVANNI FERRUZZI, arciprete di Campanile (Imola), ucciso da partigiani il 3 aprile 1945.

Don ACHILLE FILIPPI, parroco di Maiola (Bologna), ucciso la sera del 25 luglio 1945 perché accusato di simpatie fasciste.

Don GIUSEPPE GABANA, della diocesi di Brescia, cappellano della VI Legione della Guardia di Finanza, ucciso il 3 marzo 1944 da un partigiano comunista.

Don SANTE FONTANA, parroco di Cornano (Pontremoli), ucciso dai partigiani il 16 gennaio 1945.

Don GIUSEPPE GALASSI, arciprete di S. Lorenzo in Selva (Imola), ucciso il 1° maggio 1945 perché sospettato di simpatie per il fascismo.

Don TISO GALLETTI, parroco di Spazzate Sassatelli (Imola), ucciso il 9 maggio 1945 perché aveva criticato il comunismo.

Don DOMENICO GIANNI, cappellano militare in Jugoslavia, prelevato la sera del 21 aprile 1945 e soppresso dopo tre giorni.

Don GIOVANNI GUICCIARDI, parroco di Mocogno (Modena), ucciso il 10 giugno 1945 dopo sevizie inflittegli nella sua canonica.

Don VIRGINIO ICARDI, parroco di Squaneto (Acqui), ucciso il 4 luglio 1944 a Preto da partigiani comunisti.

Don LUIGI ILARIUCCI, parroco di Garfagnolo (Reggio Emilia), ucciso il 19 agosto 1944 da partigiani comunisti.

Don GIUSEPPE JEMMI, cappellano di Felina (Reggio Emilia), ucciso il 19 aprile 1945 perché aveva deplorato gli "eccessi inumani di quanti disonoravano il movimento partigiano".

Don SERAFINO LAVEZZARI, seminarista di Robbio (Piacenza), ucciso il 25 febbraio 1945 dai partigiani insieme alla mamma e a due fratelli.

Don LUIGI LENZINI, parroco di Crocette (Modena), ucciso da partigiani rossi la notte del 21 luglio 1945.

Don GIUSEPPE LORENZELLI, priore di Corvarola di Bagnone (Pontremoli), ucciso da partigiani il 27 febbraio 1945 dopo essere stato obbligato a scavarsi la fossa.

Don LUIGI MANFREDI, parroco di Budrio (Reggio Emilia), ucciso il 14 dicembre 1944 perché aveva deplorato gli "eccessi partigiani".

Don DANTE MATTIOLI, parroco di Coruzzo (Reggio Emilia), prelevato la notte del 1° aprile 1945 e scomparso per sempre.

Don FERNANDO MERLI, mansionario della Cattedrale di Foligno, ucciso il 21 febbraio 1944 presso Assisi da comunisti.

Don ANGELO MERLINI, parroco di Fiamenga (Foligno), ucciso il medesimo giorno dagli stessi, presso Foligno.

Don ARMANDO MESSURI, cappellano delle Suore della S. Famiglia in Marino, ferito a morte da partigiani comunisti e deceduto il 18 giugno 1944. Don GIACOMO MORO, cappellano militare in Jugoslavia, fucilato dai comunisti "titini" a Micca di Montenegro.

Don ADOLFO NANNINI, parroco di Cercina (Firenze), ucciso il 30 maggio 1944 da partigiani comunisti.

Don SIMONE NARDIN, dei Benedettini Olivetani, tenente cappellano dell'Ospedale Militare "Belvedere" in Abbazia di Fiume prelevato da partigiani jugoslavi nell'aprile 1945 e fatto morire tra sevizie orrende.

Don LUIGI OBID, economo di Podsabotino e San Mauro (Gorizia), prelevato da partigiani e ucciso a San Mauro il 15 gennaio 1945.

Don ANTONIO PADOAN, parroco di Castel Vittorio (Imperia), ucciso da partigiani l'8 maggio 1944 con un colpo di pistola in bocca ed uno al cuore.

Don ATTILIO PAVESE, parroco di Alpe Gorreto (Tortona), ucciso il 6 dicembre 1944 da partigiani dei quali era cappellano, perché confortava alcuni prigionieri tedeschi condannati a morte.

Don FRANCESCO PELLIZZARI, parroco di Tagliolo (Acqui), chiamato nella notte del 10 maggio 1945 e fatto sparire per sempre.

Don POMPEO PERAI, parroco dei SS. Pietro e Paolo di Città della Pieve, ucciso per rappresaglia partigiana il 16 giugno 1944.

Don ENRICO PERCIVALLE, parroco di Varriana (Tortona), prelevato da partigiani e ucciso a colpi di pugnale il 14 febbraio 1944.

Don VITTORIO PERKAN, parroco di Elsane (Fiume), ucciso il 9 maggio 1945 da partigiani mentre celebrava un funerale.

Don ALADINO PETRI, pievano di Caprona (Pisa), ucciso il 27 giugno 1944 perché ritenuto filo-fascista.

Don NAZARENO PETTINELLI, parroco di Santa Lucia di Ostra di Senigallia, fucilato per rappresaglia partigiana nel luglio 1944.

Don UMBERTO PESSINA, parroco di San Martino di Correggio, ucciso il 18 giugno 1946 da partigiani comunisti.

Seminarista GIUSEPPE PIERAMI, studente di teologia della diocesi di Apuania, ucciso il 2 novembre 1944 sulla Linea Gotica da partigiani comunisti.

Don LADISLAO PISACANE, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso da partigiani slavi il 5 febbraio 1945 con altre dodici persone.

Don ANTONIO PISK, curato di Canale d'Isonzo (Gorizia), prelevato da partigiani slavi il 28 ottobre 1944 e fatto sparire per sempre.

Don NICOLA POLIDORI, della diocesi di Nocera e Gualdo, fucilato il 9 giugno 1944 a Sefro dapartigiani comunisti.

Don GIUSEPPE PRECI, parroco di Montaldo (Modena), ucciso il 24 maggio 1945 dopo che era stato chiamato ad assistere un morente.

Don GIUSEPPE RASORI, parroco di San Martino in Casola (Bologna), ucciso la notte sul 2 luglio 1945 nella sua canonica sotto accusa di simpatie fasciste.

Don ALFONSO REGGIANI, parroco di Amola di Piano (Bologna), ucciso da comunisti la sera del 5 dicembre 1945.

Seminarista ROLANDO RIVI, di Reggio Emilia, di 14 anni, ucciso il 13 aprile 1945 da partigiani comunisti solo perché indossava la tonaca.

Don GIUSEPPE ROCCO, parroco a Santa Maria, diocesi di S. Sepolcro, ucciso da slavi il 4 maggio 1945.

Don ANGELICO ROMITI, francescano, cappellano degli allievi ufficiali della Scuola di Fontanellato, decorato al v.m., ucciso la sera del 7 maggio 1945 da partigiani comunisti.

Don LEANDRO SANGIORGI, salesiano, cappellano militare decorato al v.m., fucilato a Sordevolo Biellese il 30 aprile 1945.

Don ALESSANDRO SANGUANINI, della Congregazione della Missione, fucilato a Ranziano (Gorizia) il 12 ottobre 1944 da partigiani slavi.

Don LODOVICO SLUGA, vicario di Circhina (Gorizia), ucciso insieme al confratello don PISACANE il 5 febbraio 1944.

Don LUIGI SOLARO, di Torino, ucciso il 4 aprile 1945 perché familiare del Federale di Torino Giuseppe Solaro, anch'egli soppresso.

Don EMILIO SPINELLI, parroco di Campogialli (Arezzo), fucilato il 6 maggio 1944 dai partigiani sotto accusa di filo-fascismo.

Don EUGENIO SQUIZZATO, francescano, cappellano partigiano, ucciso dai suoi il 16 aprile 1944 fra Corio e Lanzo Torinese perché, impressionato dalle crudeltà che essi commettevano, voleva abbandonare la formazione.

Don ERNESTO TALE', parroco di Castelluccio Formiche (Modena), ucciso insieme alla sorella l'11 dicembre 1944 perché sospettato di simpatie per il fascismo.

Don GIUSEPPE TAROZZI, parroco di Riolo (Bologna), prelevato la notte sul 26 maggio 1945 e fatto sparire.

Don ANGELO TATICCHIO, parroco di Villa di Rovigno (Pola), ucciso da partigiani iugoslavi nell'ottobre 1943.

Don CARLO TERENZIANI, prevosto di Ventoso (Reggio Emilia), fucilato la sera del 29 aprile 1945 perché ex cappellano della Milizia.

Don ALBERTO TERILLI, arciprete di Esperia (Frosinone), morto in seguito a sevizie inflittegli nel maggio 1944.

Don ANDREA TESTA, parroco di Diano Borrello (Savona), ucciso il 16 luglio 1944 da una banda partigiana perché osteggiava il comunismo.

Mons. EUGENIO CORRADINO TORRICELLA, della Diocesi di Bergamo, ucciso il 7 gennaio '44 ad Agen (Francia) da partigiani comunisti.

Don RODOLFO TRCEK, diacono della Diocesi di Gorizia, ucciso il 1° settembre 1944 a Montenero d'Idria da partigiani comunisti.

Don FRANCESCO VENTURELLI, parroco di Fossoli (Modena), ucciso il 15 gennaio 1946 da comunisti.

Don GILDO VIAN, parroco di Bastia (Perugia), ucciso da partigiani comunisti il 14 luglio 1944.

Don GIUSEPPE VIOLI, parroco di Santa Lucia di Madesano (Parma), ucciso il 31 novembre 1945 da partigiani comunisti.

Don ANTONIO ZOLI, parroco di Morra del Villar (Cuneo), ucciso da partigiani comunisti perché durante la predica del Corpus Domini del 1944 aveva deplorato l'odio tra fratelli.