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SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro Rosario Angelo, l'AMORE, è un DONO, e TU hai donato la TUA VITA, PER TUTTI NOI.
GRAZIE DI CUORE
Barbara
Versetto del Giorno
«L'amore, non fa nessun male, al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore».
Romani 13:10
Buon INIZIO DI QUARESIMA A TUTTI
e buon San Valentino
MERCOLEDÌ DELLE CENERI - Festa
L’origine di questa celebrazione risale all’antica forma penitenziale. Originariamente, infatti, il sacramento della penitenza non veniva celebrato con le modalità attuali, ma aveva una forte dimensione pubblica, e la celebrazione “delle ceneri” costituiva il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli, che sarebbero stati assolti dai loro peccati nella celebrazione mattutina del Giovedì Santo. Col tempo, il gesto dell’imposizione delle ceneri si è esteso a tutti i fedeli, non solo ai pubblici penitenti. Dalla Bibbia ricaviamo il duplice significato della cenere: in primo luogo, è segno della debole e fragile condizione dell’uomo. In secondo luogo, la cenere rappresenta anche il segno esterno di chi si pente del proprio peccato e decide di riprendere il cammino verso il Signore. La semplice ma coinvolgente liturgia del Mercoledì delle Ceneri conserva questo duplice significato espresso nelle formule di imposizione: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” e “Convertitevi e credete al Vangelo”.
Meditazione del Vangelo – Mt 6,1-6.16-18
Il padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
All’inizio del tempo di Quaresima, la liturgia ci offre un brano collocato al centro del Discorso della Montagna. L’insegnamento di Gesù ai discepoli riguarda la ‘nuova giustizia’ nei rapporti tra l’uomo e Dio. Gesù fa riferimento a tre pratiche religiose molto importanti nella vita del popolo d’Israele: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Egli non contesta queste azioni, ma la perdita del loro significato originario di ricerca personale di Dio. Fare l’elemosina voleva esplicitare la disponibilità ad aiutare il prossimo, la solidarietà verso gli altri destinatari, anche loro, delle promesse del Dio d’Israele; voleva riconoscere che quanto ricevuto è un dono del Signore, da gestire responsabilmente nel contesto dell’alleanza fra Dio e il suo popolo. La preghiera è l’espressione più diretta del rapporto personale con Dio. Questo stesso rapporto con Dio è spesso cercato attraverso il digiuno come espiazione per i peccati commessi, cioè riconoscendo i propri limiti umani, e come conversione. Si tratta dunque di tre azioni in cui l’uomo avvia un dialogo con il Signore, che deve essere il vero e unico referente. L’ostentazione di questi atti nei confronti degli altri, invece, evidenzia l’affermazione di se stessi nei loro confronti, di una presunta migliore giustificazione nel rapporto con Dio attraverso una immagine pubblicizzata della propria pietà. Non è più il Signore il destinatario della propria azione, bensì l’uomo cui si impone una falsa superiorità, anche nel rapporto con il Signore. Invece, nel porsi in relazione con il Signore, Gesù insegna che la sobrietà e soprattutto l’interiorità del gesto, “nel segreto”, sono l’unico modo di dialogare. È questo lo stile del discepolo che non dovrà cadere nella tentazione orgogliosa di annunciare quanto v’è di straordinario nel Regno dei Cieli con un’ostentazione fine solo a se stessa, ma che, invece, dovrà testimoniare “nel quotidiano, nell’abituale, nel nascosto, dando così segno della vera obbedienza e della verità autentica” (Bonhoeffer).
Mercoledì 14 Febbraio
MERCOLEDÌ DELLE CENERI (f)
SS. CIRILLO E METODIO, patr. Europa (f); S. Antonino
Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20 – 6,2; Mt 6,1-6.16-18
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
(Salmo 95,8)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
(Salmo 95,8)
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