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25 maggio, 2013

Omelia per la solennità della SS. Trinità – Santa Messa di ringraziamento per il riconoscimento del martirio del Servo i Dio Rolando Rivi da parte del Papa

Omelia per la solennità della SS. Trinità – Santa Messa di ringraziamento per il riconoscimento del martirio del Servo i Dio Rolando Rivi da parte del Papa

San Valentino
25-05-2013
Cari fratelli e sorelle,
 
la guerra era finita da poche settimane quando, alla fine di maggio, nel 1945, gli abitanti di San Valentino vissero uno straordinario e intensissimo momento di preghiera in questa antica pieve. Un bambino di questa terra, un chierichetto di questa parrocchia, un giovane seminarista del seminario diocesano di Marola, Rolando Rivi, era stato rapito, barbaramente picchiato e ucciso a soli 14 anni. Uomini, accecati dall’ideologia, lo odiavano, per la sua ardente testimonianza di fede, che suscitava negli altri ragazzi il desiderio di seguirlo e di diventare, come lui, amici di Gesù.
 
Il martirio, come sapete, avvenne il 13 aprile 1945 a Piane di Monchio, in territorio modenese. Oggi penso a lui, in ginocchio nel bosco, umiliato, sfinito, privato a forza della sua veste talare, che tanto amava, come segno della sua appartenenza all’amico Gesù e alla sua Chiesa. Quando capì che i suoi persecutori non avrebbero avuto pietà, chiese, nell’ultimo istante della sua vita terrena, di poter pregare per il suo papà e per la sua mamma. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? (Rm 8,35). Né le percosse, né gli insulti, né gli sputi, né le cinghiate, né la paura, né il freddo, né la fame hanno potuto strapparlo dalla mano del suo grande amico: «Io sono di Gesù».
 
In uno degli ultimi giorni di maggio del 1945, quando la guerra finalmente era finita, la salma del giovane seminarista, che provvisoriamente aveva avuto sepoltura cristiana nel cimitero di Monchio, fu riportata qui, a San Valentino, su un biroccio trainato da un cavallo. Gli abitanti del paese gli andarono incontro [in località Montadella] e gli amici portarono a spalla la piccola bara negli ultimi chilometri. Il lungo corteo arrivò in questa Pieve, dove tutti si unirono in preghiera. Fu il primo momento in cui il popolo cristiano accolse spontaneamente Rolando come martire della fede e fu anche una festa della libertà religiosa, perché le campane, silenziate durante la guerra, tornarono a suonare a distesa e le bandiere dell’Azione Cattolica, proibite durante il fascismo, tornarono a sventolare pubblicamente.
 
Oggi, come allora, ci ritroviamo in preghiera per riconoscere Rolando Rivi martire della fede. Lo facciamo con la stessa commozione di allora, ma con una nuova, profonda certezza che ci viene dalla decisione del Santo Padre Francesco che, il 27 marzo scorso, ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a scrivere il decreto sul martirio di Rolando. Rolando Rivi è martire! Per questo sarà proclamato Beato. [Dono che la misericordia del Signore fa alla nostra vita e al mondo. Ringrazio il “Comitato Amici di Rolando Rivi”, che ne ha promosso e ne sostiene la causa di beatificazione e canonizzazione, per questo grande servizio alla Chiesa.]
 
Oggi celebriamo la festa della Santissima Trinità, festa del Padre creatore e salvatore, festa del Figlio che si è incarnato, è morto e risorto per noi, festa dello Spirito santificatore. Senza guardare alla Trinità non possiamo comprendere nulla del martirio di un cristiano. Non possiamo comprendere che il martire vero non disprezza la vita, non odia nulla e nessuno, ama anzi la luce, i colori, le cose belle e buone di cui è ricco il mondo. Ma un amore più grande occupa il suo cuore: Gesù è amato come il bene primario, l’amico più sicuro, colui che ha dato tutto se stesso per noi. E lo Spirito infonde in lui e in noi la stessa carità di Cristo, ce lo rivela e, assieme a lui, ci rivela anche il cuore dell’uomo.
 
L’incontro con Cristo è avvenuto per Rolando nella sua famiglia che lo ha accolto come dono di Dio e che, per lui, ha chiesto il Battesimo; a scuola, dove brave maestre cristiane lo hanno educato a riconoscere l’impronta del Creatore nella realtà; in parrocchia, dove la fede profonda e la grande umanità di don Olinto Marzocchini hanno suscitato in lui il desiderio di diventare sacerdote. I genitori, le maestre, il sacerdote sono stati per lui il volto visibile di Cristo, vero padre, amico, maestro. Rolando col suo cuore ardente ha detto un sì pieno al grande amico incontrato, desiderando che ogni giorno della vita, per essere bello e vero, fosse insieme a Cristo nella compagnia della Chiesa. «Io sono di Gesù», diceva. Ogni attimo della giornata è utile solo se vissuto in questa appartenenza.
Rolando è stato trasformato da questo incontro. Era il più scatenato nei giochi e il più assorto nella preghiera; desiderava il vero bene degli altri ragazzi e li guidava alla Chiesa; voleva essere sacerdote e missionario per far conoscere il suo grande amico a tutti gli uomini, in particolare ai più poveri e ai più lontani.
 
Ma Rolando ci insegna anche che la strada dell’amicizia con Gesù passa sempre attraverso la croce. Per tornare nel seno del Padre nella gloria della resurrezione, Cristo è salito sulla croce. Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Rolando ha compiuto il più grande gesto di amore dando la vita per il suo grande Amico, e donandola a Cristo l’ha donata per ognuno di noi.
 
Rolando, che ha amato Cristo sopra ogni cosa, è per noi un amico vero. Lo possiamo dire con totale certezza dopo il sì pronunciato dal Santo Padre.
 
Per questo oggi, rendendo grazie al Signore per il dono del nostro martire bambino, ringraziamo Papa Francesco che ha indicato a noi e a tutto il mondo Rolando come compagno sicuro sulla via della santità.
 
Cari fratelli e sorelle, ci diamo tutti appuntamento il 5 ottobre, in Piazza Grande, di fianco al Duomo di Modena, per celebrare la festa della beatificazione. Con la beatificazione le sue preziose reliquie non resteranno più sotto il pavimento di questa chiesa, ma verranno collocate nell’altare della Madonna del Carmelo, qui alla mia sinistra. Maria ci custodisca nel cammino e ci guidi a rimanere ogni giorno nell’amore di Cristo per portare molto frutto, come Rolando.
 
Amen.

✝ Massimo Camisasca FSCB

Mons. Vescovo Reggio Emilia - Guastalla



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