SANTA MESSA PER L’INIZIO DEL MINISTERO PETRINO
DEL VESCOVO DI ROMA
OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO I
Sagrato della Basilica Vaticana
Domenica, 3 settembre 1978
Venerabiles Fratres ac dilecti Filii,
In hac sacra celebratione, qua solemne fit initium ministerii Summi Ecclesiae Pastoris, humeris Nostris impositi, mentem imprimis adorantes orantesque convertimus ad Deum, infinitum et aeternum, qui consilio suo, humanis argumentis inexplicabili, et benignissima dignatione sua ad Cathedram beati Petri Nos evexit. Sponte quidem in haec verba Sancti Pauli Apostoli erumpimus: « O altitudo divitiarum et sapientiae et scientiae Dei: quam incomprehensibilia sunt iudicia eius et investigabiles viae eius » (1).
Cogitatione deinde complectimur et paterno amore salutamus totam Christi Ecclesiam: coetum istum, qui illam veluti repraesentans, congregatus est in hunc locum, pietatis, religionis, artis operum plenum, quo Principis Apostolorum sepulcrum studiose custoditur; salutamus deinde Ecclesiam, quae ope instrumentorum communicationis socialis, quae nostra aetas invexit, Nos hac ipsa hora aspicit et audit.
Salutem dicimus cunctis membris Populi Dei: Patribus Cardinalibus, Episcopis, Sacerdotibus, Religiosis viris et mulieribus, Missionariis, Seminariorum alumnis, Laicis apostolatum exercentibus et varia munera obeuntibus, hominibus versantibus in publica re, in ingenii cultu, in arte, in negotiis oeconomicis, patribus et matribus familias, operariis, peregre migrantibus, utriusque sexus adulescentibus, infantibus, aegrotis, dolore vexatis, pauperibus.
Salvere etiam iubemus, cum reverentia et cordis affectu, universos homines, qui sunt in mundo quosque habemus et amamus tamquam fratres, quoniam filii sunt eiusdem Patris caelestis et fratres in Christo Iesu(2).
Abbiamo voluto iniziare questa nostra omelia in latino, perché - come è noto - esso è la lingua ufficiale della Chiesa, della quale, in maniera palmare ed efficace, la universalità e la unità.
La Parola di Dio, che abbiamo or ora ascoltato, quasi in un crescendo ci ha presentato anzitutto la Chiesa, prefigurata ed intravista dal profeta Isaia(3), come il nuovo Tempio, al quale affluiscono da tutte le parti le genti, desiderose di conoscere la Legge e di osservarla docilmente, mentre le terribili armi di guerra trasformate in strumenti di pace. Ma questo nuovo Tempio misterioso, polo di attrazione della nuova umanità, ci ricorda San Pietro, ha una sua pietra angolare, viva, scelta, preziosa(4), che è Gesù Cristo, il quale ha fondato la sua Chiesa sugli Apostoli e l'ha edificata sul beato Pietro, loro capo(5).
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa »(6): parole gravi, grandi e solenni che Gesù, a Cesarea di Filippo rivolge a Simone, figlio di Giovanni, dopo la professione di fede non è stata il prodotto della logica umana del pescatore di Betsaida, o l'espressione di una sua particolare perspicacia, o l'effetto di una sua mozione psicologica, ma frutto misterioso e singolare di una autentica rivelazione del Padre celeste. E Gesù muta a Simone il nome in Pietro, significando con questo il conferimento di una speciale missione; gli promette di edificare su di lui la propria Chiesa, la quale non sarà travolta dalle forze del male o della morte; gli conferisce le chiavi del regno di Dio, nominandolo così massimo responsabile della sua Chiesa, e gli dà il potere di interpretare autenticamente la legge divina. Dinanzi a questi privilegi, o per meglio dire, dinanzi a questi compiti sovrumani affidati a Pietro, S. Agostino ci avverte: « Pietro per natura era semplicemente un uomo; per grazia un cristiano; per una grazia ancora più abbondante, uno e, nello stesso tempo, il primo degli Apostoli »(7).
Con attonita e comprensibile trepidazione, ma anche con immensa fiducia nella potente grazia di Dio e nella ardente preghiera della Chiesa, abbiamo accettato di diventare il Successore di Pietro nella sede di Roma, assumendo il « giogo », che Cristo ha voluto porre sulle nostre fragili spalle. E ci par di sentire come indirizzate a Noi, le parole che S. Efrem fa rivolgere da Cristo a Pietro: « Simone, mio apostolo, io ti ho costituito fondamento della Santa Chiesa. Io ti ho chiamato già da prima Pietro perché tu sosterrai tutti gli edifici; tu sei il sovraintendente di coloro che edificheranno la Chiesa sulla terra;... tu sei la sorgente della fonte, da cui si attinge la mia dottrina; tu sei il capo dei miei apostoli;... ti ho dato le chiavi del mio regno »(8).
Fin dal primo momento della nostra elezione e nei giorni immediatamente successivi, siamo stati profondamente colpiti ed incoraggiati dalle manifestazioni di affetto dei nostri figli di Roma ed anche di coloro, che da tutto il mondo ci fan pervenire l'eco della loro incontenibile esultanza per il fatto che ancora una volta Dio ha donato alla Chiesa il suo Capo visibile. Riecheggiano spontanee nel nostro animo le commosse parole che il nostro grande e santo Predecessore, S. Leone Magno, rivolgeva ai fedeli romani: « Non cessa di presiedere alla sua sede il beatissimo Pietro, ed è stretto all'eterno Sacerdote in una unità che non viene mai meno... E perciò tutte le dimostrazioni di affetto, che per degnazione fraterna o pietà filiale avete rivolto a noi, riconoscete, con maggiore devozione e verità, di averle con me rivolte a colui, alla cui sede noi godiamo non tanto di presiedere, quanto di servire »(9).
Oui, notre présidence dans la charité est un service et, en l'affirmant, Nous pensons non seulement à nos Frères et Fils catholiques, mais à tous ceux qui essaient aussi d'être disciples de Jésus-Christ, d'honorer Dieu, de travailler au bien de l'humanité.
En ce sens, Nous adressons un salut affectueux et reconnaissant aux Délégations des autres Eglises et Communautés ecclésiales qui sont ici présentes. Frères non encore en pleine communion, nous nous tournons ensemble vers le Christ Sauveur, progressant les uns et les autres dans la sainteté où il nous veut, et ensemble dans l'amour mutuel sans lequel il n'y a pas de christianisme, préparant les voies de l'unité dans la foi, dans le respect de sa Vérité et du Ministère qu'il a confié, pour son Eglise, à ses Apôtres et à leurs Successeurs.
Par ailleurs, Nous devons une salutation particulière aux Chefs d'Etat et aux membres des Missions Extraordinaires. Nous sommes très touché de votre présence, soit que vous présidiez vous-mêmes aux hautes destinées de votre pays, soit que vous représentiez vos Gouvernements ou des Organisations internationales que Nous remercions vivement. Nous voyons dans cette participation l'estime et la confiance que vous portez au Saint-Siège et à l'Eglise, humble messagère de l'Evangile à tous les peuples de la terre, pour aider à créer un climat de justice, de fraternité, de solidarité et d'ésperance sans lequel le monde ne saurait vivre.
Que tous, ici, grands et petits, soient assurés de notre disponibilité à les servir selon l'Esprit du Seigneur!
Circondati dal vostro amore e sostenuti dalla vostra preghiera, iniziamo il nostro servizio apostolico invocando come splendida stella del nostro cammino la Madre di Dio, Maria, « Salus Populi Romani » e « Mater Ecclesiae », che la Liturgia venera in modo particolare in questo mese di settembre. La Vergine, che ha guidato con delicata tenerezza la nostra vita di fanciullo, di seminarista, di sacerdote e di Vescovo, continui ad illuminare e a dirigere i nostri passi, perché, fatti voce di Pietro, con gli occhi e la mente fissi al suo Figlio, Gesù, proclamiamo nel mondo, con gioiosa fermezza, la nostra professione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente »(10). Amen.
(1) Rom. 11, 33.
(2) Cfr. Matth. 23, 8 ss.
(3) Cfr. Is. 2, 2-5.
(4) Cfr. 1 Petr. 2, 4-9.
(5) Cfr. Lumen gentium, 19.
(6) Matth. 16, 18.
(7) S. AUGUSTINI In Ioannis Evang. tract., 124, 5: PL 35, 1973.
(8) S. EFREM Sermones in hebdomadam sanctam, 4, 1, in LAMY T. J., S.Ephraem Syri hymni et sermones, 1, 412.
(9) S. LEONIS MAGNI Sermo V, 4-5: PL 54, 155-156.
(10) Matth. 16, 16.
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