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30 maggio, 2024

✝ Pensiero del 30 maggio 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, la TUA PROTEZIONE, PER ME è un DONO, e per questo io, ringrazio Dio, ora e per sempre!

Barbara

Versetto del Giorno

Ogni buon regalo ed ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce, nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento.

Giacomo 1:17

Memoria

FESTA DEL NOME JANNY – Janny Brandes-Brilleslijper

Auguri di cuore, ad Janny Brandes-Brilleslijper, per il suo onomastico.


29 maggio, 2024

Memoria Beato ROLANDO MARIA RIVI, Memoria liturgica diocesana dell'Emilia Romagna.

 Memoria

Beato ROLANDO MARIA RIVI, Memoria liturgica diocesana dell'Emilia-Romagna.



«Non posso, togliere l'Abito Talare, io studio, per diventare prete, è il segno che appartengo al Signore, e poi non faccio del male a nessuno, IO SONO DI GESÙ!».  

Beato Rolando Maria Rivi

San Paolo VI

 San Paolo VI

Nome: San Paolo VI

Titolo: Papa
Nome di battesimo: Giovanni Battista Montini
Nascita: 26 settembre 1897, Concesio, Brescia
Morte: 6 agosto 1978, Castel Gandolfo, Roma
Ricorrenza: 29 maggio
Tipologia: Commemorazione


Giovanni Battista Montini nacque a Concesio, presso Brescia, il 26 settembre 1897. da famiglia agiata. Suo padre era avvocato, redattore politico e deputato parlamentare; la madre, verso la quale il figlio nutriva molto affetto, aveva un profondo senso religioso. Timido e di salute delicata, ma amante dei libri, seguì gli studi presso il seminario diocesano; fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1920 e prosegui gli studi universitari a Roma.

Dal 1922 ebbe incarichi nella segreteria di stato del Vaticano e per un breve periodo (maggio-novembre 1923) nella nunziatura di Varsavia, che fu poi costretto a lasciare per motivi di salute. Svolse un servizio intenso e costante presso la segreteria di stato dedicando le ore di libertà, dal 1924 al 1933, al movimento cattolico studentesco; dal 1931 insegnò storia diplomatica nell'accademia pontificia per coloro che erano avviati a tale carriera. L'8 luglio 1931 fu nominato prelato domestico di sua santità e il 13 dicembre 1937 sostituto alla segreteria di stato allora sotto la direzione del cardinale Eugenio Pacelli.

Quando questi salì al trono pontificio nel 1939, G.B. Montini continuò a lavorare in stretto contatto con lui e nel 1944 ricevette la direzione degli affari interni della chiesa. Divenuto prosegretario di stato nel novembre del 1952, il 1 novembre 1954 fu nominato arcivescovo di Milano, una diocesi molto vasta dove si agitavano innumerevoli problemi sociali. Questa nomina è stata interpretata come segno di non apprezzamento da parte del papa nei suoi confronti.

Considerandosi l'«arcivescovo dei lavoratori», sempre però accompagnato dalle sue ormai leggendarie novanta casse di libri, egli si gettò con instancabile energia nel nuovo campo di lavoro: desiderava far rifiorire la diocesi devastata dalla guerra e riconquistare le masse operaie che si erano allontanate dalla chiesa. Nel novembre del 1957 svolse per tre settimane un'intensa opera missionaria che mirava a raggiungere ciascuna parrocchia della città, ma il suo zelo nel settore missionario e in quello diocesano non ebbe il successo desiderato. Trovò anche il tempo di tentare nuove vie nel campo dell'unità cristiana, aprendo, per citare un esempio, un dialogo con un gruppo di anglicani nel 1956.

Il 5 dicembre 1958 Giovanni XXIII, nel suo primo concistoro, lo nominò cardinale: una nomina ovvia, e tuttavia sempre evitata da Pio XII nonostante ripetuti appelli da parte dei milanesi. Come confidente del papa ebbe una parte notevole nei preparativi per il concilio Vaticano II (19621965); il suo atteggiamento verso la prima sessione (11 ottobre - 8 dicembre 1962), nella quale parlò solo due volte, fu riservato, quasi critico.

IL PONTIFICATO

Durante quegli anni viaggiò molto, visitando l'Ungheria (1938), gli Stati Uniti d'America (1951 e 1960), Dublino (1961) e l'Africa (1962). Nel conclave del giugno 1963, al quale parteciparono ottanta cardinali fino a quel momento il più grande conclave della storia, nel quinto scrutinio venne eletto successore di Giovanni. Scelse un nome che suggeriva una grande apertura apostolica.

Fotografia ufficiale di Paolo VI
Fotografia ufficiale di Paolo VI
anno 1963

Paolo, che aveva vissuto in profonda intimità di intenti con il suo predecessore, assicurò immediatamente (22 giugno) che avrebbe continuato il concilio Vaticano II, interrotto dalla morte di Giovanni XXIII; intendeva anche rivedere il diritto canonico, promuovere la giustizia nella vita civile, sociale e internazionale e lavorare inoltre per la pace e per l'unità dei cristiani tema che gli sarebbe divenuto sempre più caro.

Aprì la seconda sessione del concilio il 29 settembre 1963 introducendo importanti riforme procedurali tra l'altro l'ammissione di laici come uditori, la nomina di quattro moderatori e una più discreta formulazione delle norme di segretezza e la chiuse il 4 dicembre 1963 promulgando la Costituzione sulla sacra liturgia e il Decreto sui mezzi di comunicazione sociale.

Fra il 4 e il 6 gennaio 1964 fece un pellegrinaggio aereo senza precedenti in Terra Santa, incontrando a Gerusalemme il patriarca ecumenico Atenagora I. Dopo aver annunciato (6 settembre) che le donne, religiose o laiche, potevano partecipare al concilio come uditrici, aprì la terza sessione il 14 settembre 1964; la chiuse il 21 novembre promulgando la Costituzione sulla Chiesa (con l'aggiunta di una nota che spiegava la collegialità dei vescovi, cioè la dottrina secondo cui i vescovi formano un collegio che, agendo di comune accordo e non indipendentemente dal suo capo, il papa, ha la suprema autorità nella chiesa); promulgò pure il Decreto sull'Ecumenismo (di cui modificò di propria autorità alcuni passi) e il Decreto sulle chiese orientali cattoliche; inoltre proclamò la B.V. Maria «madre della chiesa», nonostante i padri non fossero tutti d'accordo. Durante l'intervallo tra le sessioni conciliari si recò in volo (25 dicembre 1964) a Bombay per il congresso eucaristico internazionale.

Nella quarta e ultima sessione del concilio (14 settembre - 8 dicembre 1965), durante la quale si recò in volo a New York (4 ottobre) a perorare per la pace davanti alle Nazioni Unite, Paolo si impegnò a costituire un sinodo permanente di vescovi con poteri tanto deliberativi quanto consultivi.

Prima della messa del 7 dicembre fu letta pubblicamente una dichiarazione comune del papa e del patriarca Atenagora I, che deplorava i reciproci anatemi pronunciati dai rappresentanti delle chiese d'Occidente e d'Oriente a Costantinopoli nel 1054 e lo scisma che ne era derivato; il giorno dopo, Paolo confermò solennemente tutti i decreti del concilio e proclamò un giubileo straordinario (1 gennaio29 maggio 1966) da dedicare alla riflessione e al rinnovamento nella luce delle dottrine conciliari.

Subito dopo, cominciò a mettere in opera le deliberazioni del concilio con grande coraggio e anche con un'acuta consapevolezza degli ostacoli che potevano frapporsi alla loro attuazione; torna a suo favore il fatto che riuscì a guidare la chiesa attraverso un periodo di cambiamenti rivoluzionari evitando uno scisma.

Istituì diverse commissioni post-conciliari (per esempio commissioni per la revisione del breviario, del lezionario, dell'ordo missae, della musica sacra e del diritto canonico) e approvò la sostituzione del latino con la lingua volgare con intrepida determinazione. Riorganizzò la curia e le finanze del Vaticano sia nell'amministrazione che negli investimenti e confermò i segretariati permanenti per la promozione dell'unità dei cristiani, per le religioni non-cristiane e per i non-credenti.

Mirando all'ecumenismo ebbe incontri con l'arcivescovo di Canterbury (Michael Ramsey) a Roma (24 marzo 1966) e con il patriarca ecumenico Atenagora I a Istanbul (25 luglio 1967) e a Roma (26 ottobre 1967). Nel maggio del 1974 raggiunse in aereo Fàtima in Portogallo per visitare il santuario della B.V. Maria su invito personale Suo, come affermò e pregare per la pace.

Fra le sue encicliche sono da ricordare la Mysterium fidei (3 settembre 1965), che preparava il terreno alla riforma liturgica e riconfermava la tradizionale dottrina eucaristica; la Populorum progressio (26 marzo 1967), chiara difesa della giustizia sociale; la Sacerdotalis eoelibatus (24 giugno 1967), che insisteva sulla necessità del celibato ecclesiastico; l' Humanae vitae (25 luglio 1968), che condannava i metodi artificiali di controllo delle nascite, e la Matrimonia mixta (31 marzo 1970). Mentre quest'ultima permetteva modeste deroghe alle regole per i matrimoni misti, che però non soddisfecero molto i cristiani non romani, 1' Humanae vitae non trovò l'accoglienza sperata; vi contribuì anche il fatto che la maggioranza della commissione pontificia, nominata nel 1963 per esaminare la questione, si era pronunciata in favore della contraccezione, in determinate circostanze.

Il 6 agosto 1968 la conferenza di Lambeth dei vescovi anglicani respinse l'enciclica; Paolo VI rimase decisamente convinto della giustezza della propria decisione, ma la critica reazione internazionale lo scosse profondamente. Dopo il 1968 alcuni avvertirono un'ombra sempre più cupa sul suo pontificato. Paolo VI parve ritirarsi in se stesso, preoccupato da fenomeni come il terrorismo internazionale e da tensioni all'interno della chiesa per esempio la crescente richiesta del matrimonio per i chierici, la provocante resistenza del vescovo Marcel Lefebvre e di altri alle riforme liturgiche, le lotte fra tradizionalisti e progressisti e anche i segni della comparsa di un nuovo tipo di modernismo.

Nel 1974 si parlò di una sua possibile rinuncia al papato; ma, pur essendo reale, il suo malessere interiore può essere stato sopravvalutato. In questi stessi anni si assistette ad alcuni dei più sensazionali viaggi internazionali del «papa pellegrino».

Nel giugno del 1969 Paolo andò a Ginevra per pronunziare un discorso all'Organizzazione internazionale del lavoro e al Consiglio mondiale delle chiese; in luglio visitò l'Uganda per onorare i martiri di quel paese; nell'aprile del 1970 si recò in Sardegna per onorare Nostra Signora di Bonaria, e fra il novembre e il dicembre del 1970 fu nell'estremo Oriente, dove, a Manila, sfuggì a un attentato.

Il 25 ottobre 1970 canonizzò, nonostante che all'inizio gli anglicani mossero proteste, quaranta martiri cattolici inglesi e gallesi del XVI e XVII secolo; inoltre proclamò dottori della chiesa Santa Teresa d'Avila e Santa Caterina da Siena, le prime donne che ricevettero questo titolo.

Nel medesimo anno fissò l'età per le dimissioni dei preti e dei vescovi (settantacinque anni) e dichiarò che i cardinali ultraottantenni non potevano essere più ammessi al governo della curia.

Nel 1971 quando Papa Paolo VI diede vita alla Caritas Italiana e mise in luce come la carità, senza mai sostituirsi alla giustizia, sarà sempre necessaria come stimolo e completamento. Da qui l'intuizione del valore di una “carità politica” e della dimensione comunitaria della carità che non può permettere deleghe: Una crescita del popolo di Dio nello spirito del Concilio Vaticano II non è concepibile senza una maggiore presa di coscienza da parte di tutta la comunità cristiana delle proprie responsabilità nei confronti dei bisogni dei suoi membri.

Per promuovere la collegialità da lui sostenuta purché non violasse il primato del papa convocò sinodi episcopali internazionali nel 1971 (sul sacerdozio), nel 1974 (sull'evangelizzazione) e nel 1977 (sulla catechesi). Nell'aprile del 1972 Paolo VI e l'arcivescovo di Canterbury (Donald Coggan) emisero una dichiarazione comune che prometteva un lavoro concorde per la riunione delle chiese, ma non faceva menzione dell'intercomunione richiesta dall'arcivescovo.

Forse l'eredità più importante che Paolo VI lasciò alla chiesa, e che portò a compimento in questa fase conclusiva del suo pontificato, fu il costante ampliamento e l'internazionalizzazione del sacro collegio. Questo, al momento della sua elezione, contava circa ottanta membri, ma nel 1976 il numero era salito a centotrentotto; inoltre i membri italiani erano divenuti una piccola minoranza e vi erano molti rappresentanti del terzo mondo. Pur non riuscendo gradito a tutti, Paolo aveva un carisma per i gesti significativi; tuttavia non si può determinare con sicurezza l'orientamento complessivo dei suoi interventi: Giovanni XXIII lo aveva definito «un po' come Amleto». Infatti vi fu in lui contrasto fra la visione progressista e la diffidenza verso ogni innovazione che potesse minare l'integrità e l'autorità della dottrina della chiesa.

Esaltò costantemente il mistero della fede e il distacco dal mondo terreno che essa implicava; ebbe anche timore di tutto ciò che potesse orientare il pensiero umano verso il naturalismo scientifico.

Una sua notevole iniziativa fu la riduzione della pompa e delle cerimonie papali; per soccorrere i poveri vendette anche la tiara che gli era stata donata al momento dell'elezione.

Nel suo ultimo anno di vita fu profondamente turbato dal rapimento e dall'assassinio (9 maggio 1978) dello statista democristiano Aldo Moro, suo grande e fedele amico; l'ultima volta che comparve in pubblico fu per presiedere al suo funerale in San Giovanni in Laterano. Ammalatosi poi di artrite e colpito da un attacco cardiaco mentre si celebrava la messa presso il suo capezzale, morì a castel Gandolfo il 6 agosto, festa della Trasfigurazione.

Venerabile dal 20 dicembre 2012, dopo che papa Benedetto XVI ne aveva riconosciuto le virtù eroiche, è stato beatificato il 19 ottobre 2014 e proclamato santo il 14 ottobre 2018 da papa Francesco

MARTIROLOGIO ROMANO. Giovanni Battista Montini, nato a Concesio (Brescia) il 26 settembre 1897 in una famiglia ricca di fede, fu ordinato sacerdote il 29 maggio 1920. Prestò servizio alla Sede Apostolica, finché nel 1954 venne nominato Arcivescovo di Milano. Eletto Sommo Pontefice il 21 giugno 1963, condusse felicemente a termine il Concilio Ecumenico Vaticano II, impegnandosi in ogni modo nel dialogo con il mondo contemporaneo e promuovendo un’immagine di Chiesa «esperta in umanità», chiamata a diffondere la «civiltà dell’amore» portata da Cristo. Morì il 6 agosto 1978. (dal Messale)

Beato Rolando Rivi

 Nome: Beato Rolando Rivi


Beato Rolando Rivi


Titolo: Seminarista e martire
Nascita: 7 gennaio 1931, San Valentino, Reggio Emilia
Morte: 13 aprile 1945, Piane di Monchio, Modena
Ricorrenza: 29 maggio
Tipologia: Commemorazione


Rolando Rivi nasce il 7 gennaio 1931, nella Casa del Poggiolo, a San Valentino, nel Comune di Castellarano (Reggio Emilia). Il padre si chiama Roberto Rivi e la madre Albertina Canovi.

Fanciullo intelligente e vivace, intimamente amico di Gesù, chierichetto assiduo nel servizio all'altare, si sente presto chiamato da Dio a diventare sacerdote. Nell'ottobre del 1942, a undici anni, Rolando Rivi entra nel Seminario minore di Marola, nel Comune di Carpineti (Reggio Emilia), e veste l'abito talare. Qui si distingue per lo studio, l'amore al Signore Gesù, la preghiera intensa, la bontà verso gli altri.

Nell'estate del 1944 il Seminario viene chiuso per motivi di guerra. Rolando torna a casa, ma continua a fare vita da seminarista, indossando sempre l'abito talare e alimentando il suo desiderio di diventare sacerdote e missionario con la Confessione, la Comunione quotidiana e il Santo Rosario alla Madonna.

Venerdì 13 aprile 1945, nel clima di odio contro i sacerdoti diffusosi in quel periodo sul finire della Seconda guerra mondiale, Rolando Rivi viene barbaramente ucciso da un gruppo di partigiani comunisti in località Piane di Monchio (Modena) per la sola colpa di indossare l'abito talare e testimoniare la sua fede cristiana. Il Comitato Amici di Rolando Rivi ha promosso la causa di beatificazione.

Il 21 settembre 2013 Papa Francesco ha firmato la Lettera Apostolica che proclama Rolando Beato per aver testimoniato la fede sino al martirio. La cerimonia di beatificazione si è svolta a Modena il 5 ottobre 2013.

✝ Pensiero del 29 maggio 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, immagino, la tua felicità, nella commemorazione Liturgica di Papa Paolo VI.

Barbara


Versetto del Giorno

Praticare la giustizia e l'equità, per il Signore vale più d'un sacrificio.

Proverbi 21:3

Memoria

Beato ROLANDO MARIA RIVI, Memoria liturgica diocesana dell'Emilia-Romagna.


28 maggio, 2024

Memoria Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz

 Memoria

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz



✝ Pensiero del 28 maggio 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, dai un abbraccio affettuoso, da parte mia, a Giovanni, perché oggi, avrebbe compito, gli anni Grazie di cuore.

Barbara

Versetto del Giorno

Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno.

Memoria

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz



27 maggio, 2024

Memoria Ricorrenza dell'Anniversario di Matrimonio tra il GIUDICE GIOVANNI FALCONE ed il GIUDICE FRANCESCA MORVILLO

 Memoria

Ricorrenza dell'Anniversario di Matrimonio tra il GIUDICE GIOVANNI FALCONE ed il GIUDICE FRANCESCA MORVILLO 27 MAGGIO 1986 – 27 MAGGIO 2024

AUGURI DI CUORE!!!!



✝ Pensiero del 27 maggio 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, il 27 maggio del 1986, è stato un giorno importante per te, caro dolce amore mio!!!!

Barbara

Versetto del Giorno

Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua».

Luca 9:23

Memoria

Ricorrenza dell'Anniversario di Matrimonio tra il GIUDICE GIOVANNI FALCONE ed il GIUDICE FRANCESCA MORVILLO 27 MAGGIO 1986 – 27 MAGGIO 2024

AUGURI DI CUORE!!!!


26 maggio, 2024

San Filippo Neri

San Filippo Neri



autore: Mario Balassi anno: 1659 titolo: San Filippo Neri che adora la Madonna col Bambino luogo: Collezione privata


Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Filippo Romolo Neri
Nascita: 21 luglio 1515, Firenze
Morte: 26 maggio 1595, Roma
Ricorrenza: 26 maggio
Tipologia: Commemorazione
Protettore:
giovani
Beatificazione:
25 maggio 1615, Roma, papa Paolo V
Canonizzazione:
12 marzo 1622, Roma, papa Gregorio XV


Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato "Pippo il Buono".

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all'eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll'orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune.

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione.

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l'allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza.

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne!

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi!

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio.

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell'Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell'educazione della gioventù.

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni.

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio.

CITAZIONE. State buoni se potete.

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell'esempio delle sue virtù.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell'Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli.

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio

 Santa Maria del Fonte presso Caravaggio






Santa Maria del Fonte presso Caravaggio



Nome: Santa Maria del Fonte presso Caravaggio
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 26 maggio
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Montescano


Il 26 Maggio del 1432 a Mazzolengo, vicino Caravaggio in provincia di Bergamo, Lombardia, avvenne una delle apparizioni della Madonna. Una giovane contadina, la 32enne Giannetta, figlia di Pietro Vacchi e sposata con Francesco Varoli, contadino ed ex soldato a cui piaceva bere e maltrattare la povera moglie nota per le sue virtù, si trovava fuori dall'abitato a raccogliere erba per i suoi animali.

Erano le cinque del pomeriggio e la ragazza vide all'improvviso vicino a lei una donna “vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco”, bellissima, alta, che la spaventò molto con la sua inaspettata presenza, ma che subito la rassicurò spiegandole chi fosse. E il suo messaggio fu “L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato. Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.”

Queste parole si riferivano probabilmente al momento storico che il luogo stava attraversando, con una guerra tra veneti e milanesi che si contendevano Caravaggio per poter controllare le popolazioni bergamasche e cremonesi.

Giannetta obbedì e raccontò ciò che aveva visto e udito, e la gente iniziò a visitare il luogo trovando nei pressi una fonte che pare prima non ci fosse; presto si diffuse la notizia che fosse miracolosa e iniziarono ad arrivare malati che speravano in una guarigione.

Quello stesso anno si iniziò a costruire una piccola cappella diventata nel 1516 una grande costruzione dedicata a Santa Maria del Fonte, la quale venne poi demolita tranne la cappellina e al suo posto si trova oggi un grande Santuario.

Santissima Trinità

 Santissima Trinità


Nome: Santissima Trinità
Titolo: Il Padre il Figlio e lo Spirito Santo
Ricorrenza: 26 maggio
Tipologia: Solennità


La Chiesa, dopo aver stabilite diverse feste che onorano le singole Persone della Santissima Trinità, ne fissò pure una in onore delle Tre Persone.

Questa festa fu istituita nei primi secoli del Medio Evo per opera specialmente dei monaci che cominciarono a celebrarla nei loro monasteri. Di qui si estese man mano alle singole diocesi e finalmente all'intera Chiesa Romana per opera di Papa Giovanni XXII che nel 1314 la dichiarava festa universale, fissandola la prima domenica dopo Pentecoste.

«Abbiamo visto, dice il Guéranger, gli Apostoli di Pentecoste ricevere lo Spirito Santo, e fedeli all'ordine del loro Divino Maestro, mettersi in viaggio per andare ad ammaestrare le nazioni nel nome della Santissima Trinità. Era dunque conveniente che la festa di Dio Uno e Trino seguisse immediatamente la Pentecoste cui si connette con misterioso vincolo».

La festa della Trinità è una festa cara e gradita a tutti i cristiani perché ricorda il più grande mistero della nostra religione: «Un Dio solo in tre persone uguali e distinte»; questo dogma, che è il grande oggetto della nostra adorazione in vita, sarà poi la nostra eterna felicità in cielo.

La Messa ed il Breviario sono un continuo succedersi di invocazioni alla Santissima Trinità.

Così tutti i Sacramenti portano la medesima invocazione. L'intenzione quindi della Chiesa nell'avere tutta impregnata la Sacra Liturgia del nome della Santissima Trinità è di far vivere nelle menti dei fedeli questo mistero e di far rinnovare in essi i sentimenti di una profonda adorazione, di una umile riconoscenza verso le Tre Persone.

Verso il Padre, come principio di tutto ciò che è, Padre di un Figlio eterno e con sostanziale a Lui, Padre che col Figlio è principio dello Spirito Santo.

Verso il Figlio, generato ab eterno dal Padre, incarnatosi, morto sulla croce per la salvezza degli uomini.

Verso lo Spirito Santo, come amore eterno e sostanziale del Padre e del Figlio dai quali procede, e da Essi dato alla Chiesa, che santifica, vivifica, mediante la carità che si diffonde nei nostri cuori.

Nessun altro mistero è tanto ricordato nella Liturgia come questo. Nei Sacramenti che sono i principali mezzi della grazia si fa menzione della Santissima Trinità.

Nel Battesimo, il bambino viene battezzato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nella Cresima si ha la formula: «Ti segno col segno della croce, ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo».

Dopo la distribuzione della Santissima Eucarestia il sacerdote benedice nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Al confessionale il sacerdote comincia con la benedizione e dà l'assoluzione nel nome della Santissima Trinità.

Soventissimo invocato, nel Sacramento dell'Ordine.

Nel matrimonio il sacerdote congiunge gli sposi nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

In tutti gli inni, in tutti i salmi, in tutte le preghiere della Messa son ricordate le Tre Persone: è una lode perenne che si dà alla Santissima Trinità.

PRATICA. Facciamo sovente il segno della santa croce, recitiamo bene il Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.

PREGHIERA. Ci giovi alla salvezza dell'anima e del corpo, o Signore Dio nostro, la comunione di questo sacramento, la confessione della sempiterna e santa Trinità e della stessa individua unità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità della santissima e indivisa Trinità, in cui professiamo e veneriamo Dio uno e trino e la Trinità nell’unità.

✝ Pensiero del 26 maggio 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi, la chiesa, celebra la SANTA TRINITÀ, scenda su di noi, l'Amore Trinitario del Signore per renderci veri CRISTIANI CREDEBILI E FEDELI.

Barbara



Versetto del Giorno

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, sono essi la gioia del mio cuore.

Salmo 119:111


Memoria
Ricorrenza del santo battesimo di Francesco Forgione in religione, san PADRE PIO DA PIETRELCINA.
26 Maggio 1887 ore 5.00
Auguri di cuore, caro Padre Pio, ci protegga dal cielo.
Grazie di cuore.


25 maggio, 2024

Memoria Ricorrenza della nascita di Francesco Forgione in religione, san PADRE PIO DA PIETRELCINA.

 Memoria

Ricorrenza della nascita di Francesco Forgione in religione, san PADRE PIO DA PIETRELCINA.

25 MAGGIO 1887

Auguri di cuore, caro Padre Pio, ci protegga dal cielo.
Grazie di cuore.




✝ Pensiero del 25 maggio 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, bisogna essere credibili, per essere credenti, questo vale, su ogni cosa, per ogni evento della vita.

Barbara

Versetto del Giorno

Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

I Corinzi 3:17


Memoria
Ricorrenza della nascita di Francesco Forgione in religione, san PADRE PIO DA PIETRELCINA.
25 maggio 1887

Auguri di cuore, caro Padre Pio, ci protegga dal cielo.
Grazie di cuore.

24 maggio, 2024

Memoria Ricorrenza della Cresima, di Carlo Acutis, futuro Santo!

Memoria

Ricorrenza della Cresima, di Carlo Acutis, futuro Santo!

24 maggio 2003 24 maggio 2024


Auguri di cuore, caro Carlo.






✝ Pensiero del 24 maggio 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, oggi, la Chiesa, celebra Maria Ausiliatrice, v'immagino, tutti insieme, a pregare la Madonna, datele un bacio anche da parte mia, e pregate per noi.

Grazie di cuore.

Barbara

Versetto del Giorno

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.

I Giovanni 4:12

Memoria

Ricorrenza della Cresima, di Carlo Acutis, futuro Santo!

24 maggio 2003 24 maggio 2024

Auguri di cuore, caro Carlo.

Santa Maria Ausiliatrice

 Santa Maria Ausiliatrice


Nome: Santa Maria Ausiliatrice
Titolo: L'aiuto dei Cristiani
Ricorrenza: 24 maggio
Tipologia: Commemorazione


Maggio è il mese dei fiori e la Chiesa lo dedica al fiore che non appassisce, alla « rosa di Gerico piantata sulle rive dei ruscelli »: Maria. Ed in questo mese la pioggia di rose delle più belle grazie cade dal cielo sui devoti di questa Madre di Misericordia.

Oggi la Chiesa festeggia il titolo suo dolcissimo e carissimo Aiuto dei Cristiani.

La mattina del 7 ottobre 1571, dopo sei ore di fiera mischia, nelle acque di Lepanto, i Cristiani inalberavano il vessillo della croce sulla nave ammiraglia turca, e il grido di vittoria risonava tra le file dell'esercito: Vittoria! Vittoria! I Turchi sgominati si diedero alla fuga: il bilancio della giornata per loro era stato terribile: 20.000 morti, 5.000 prigionieri, 107 galee arse o sommerse. Tutta la cristianità veniva così liberata dalla diabolica ferocia della mezzaluna. Chi diede la vittoria?

Il mondo cristiano recitava la corona del Rosario in unione col papa S. Pio V, il quale mentre parlava nel Concistoro ai cardinali, nel momento culminante della battaglia, aprì una finestra e rapito in estasi esclamò: Vittoria! Abbiamo vinto! Andiamo a ringraziare la Madonna! Ed a perpetua riconoscenza a Maria aggiungeva nelle Litanie lauretane l'invocazione: Auxilium Christíanorum, ora pro nobis! e stabiliva che nella prima domenica di ottobre si celebrasse la tanto cara festa del S. Rosario.

Un altro Papa è strettamente legato alla storia di questo titolo: Pio VII. Condotto da Napoleone prigioniero a Fontainebleau, gemeva nell'umiliazione, e la Chiesa orbata del suo Capo visibile, alzava più strazianti le sue grida di dolore a Dio, quando il santo Pontefice fece un voto a Maria, e l'Ausiliatrice gli concedeva il 24 maggio 1814 di rientrare libero e trionfante in Roma. Il 10 maggio dell'anno seguente si recava a Savona per soddisfare il suo voto, incoronando solennissimamente la Madonna della Misericordia; e verso la fine di quell'anno con un breve, a testimonianza della sua gratitudine a Maria, istituiva la festa di Maria Ausiliatrice da celebrarsi il 24 maggio, anniversario del suo ritorno alla sede romana.

D'allora in poi chiese e confraternite sorsero in diversi luoghi ad onorarla sotto questo titolo, finché Maria richiese un grande santuario a S. Giovanni Bosco, al quale mostrando più volte il luogo ove dovevasi fabbricare, gli soggiunse: Hic domus mea, inde gloria mea! E di qui davvero l'Ausiliatrice profonde a piene mani i suoi tesori celesti, temporali e spirituali: qui rifulge la sua gloria.

Papa Benedetto XV esclamava: « Non a caso la Chiesa pone l'invocazione di Maria Ausiliatrice dei Cristiani in fine delle Litanie, perché dopo aver invocato Maria con tanti appellativi, vuole con questo riassumerli tutti. Dopo averla proclamata Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, salutata Consolatrice degli afflitti, quasi a compendiare queste dolci prerogative la invoca Auxiiium Christianorum. Pare dunque a noi che questo titolo apra ancor più il nostro cuore alla confidenza e racchiuda in sé la forza dell'espressione di tutti gli altri ».

PRATICA. Siamo infermi? Siamo peccatori? Siamo afflitti? Ricorriamo a Maria: Auxilium Christianorum, ora pro nobis!

PREGHIERA. Onnipotente e misericordioso Signore, che a perpetua difesa del popolo cristiano, hai costituita la stessa SS. Vergine tua Madre, concedi a noi propizio, che muniti d'un tal presidio, combattendo in vita possiamo riportare in morte la vittoria sul nemico infernale

23 maggio, 2024