Durante il fascismo, i sacerdoti non ebbero vita facile nel rapporto con il regime. Così come la follia ideologica comunista non risparmiò i tanti ministri di Dio di cui ho parlato ieri. I nazifascisti e i comunisti sono stati accesi dallo stesso odio nei confronti della fede Cristiana e dei Preti che non si sono piegati alle loro perverse ideologie.
Vorrei citare per tutti don Minzoni, parroco di Argenta, comune in provincia di Ferrara. Il parroco giocava coi ragazzi a calcio, andava al bar in bicicletta (allora proibita). Diede vita anche un centro giovanile, un oratorio, una compagnia filo-drammatica per le ragazze e un circolo per adulti aperto tutte le sere fino a mezzanotte, volutamente lasciato gestire a laici. Don Minzoni ricevette più volte minacce per il suo impegno sacerdotale, ma non era il tipo da lasciarsi spaventare, tanto che la sera del 23 agosto 1923 mentre rientrava a casa dopo avere bevuto una birra al circolo ricreativo, fu colpito mortalmente in testa con una bastonata.
Sono tanti i sacerdoti uccisi dai nazisti, dai fascisti o dai loro alleati in Europa. In Germania furono ammazzati 164 preti diocesani e 60 religiosi, molti dei quali morti nei campi di sterminio. Ci furono preti uccisi anche nella Francia di Petain e nell’Italia fascista, nell’Olanda e nel Belgio occupati dai tedeschi e in tanti altri Paesi europei. In Polonia il loro numero fu particolarmente alto: tra il 1939 e il 1945 morirono qui circa 3.000 preti, di cui 1.992 nei campi di concentramento e in particolare 787 in quello di Dachau (tra di loro vi fu il vescovo Michal Kozal).