Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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18 dicembre, 2012
Domenica 16 dicembre mons. Camisasca ha fatto il suo ingresso in Diocesi
16 dicembre, 2012
Ingresso in Diocesi di mons. Massimo Camisasca
Domenica 16 dicembre 2012, monsignor Massimo Camisasca ha fatto il suo ingresso in Diocesi come Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla
01 ottobre, 2012
Sabato 29 settembre 2012, il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla il Rev.do Mons. Massimo Camisasca, F.S.C.B., Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo.
Sabato 29 settembre 2012, il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla il Rev.do Mons. Massimo Camisasca, F.S.C.B., Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo.
Orémus pro antístite nostro Máximo.
Stet et pascat in fortitúdine tua, Dómine,
in sublimitáte nóminis tui.
Preghiamo per il nostro vescovo Massimo.
Viva e governi con la tua fortezza, o Signore,
e per la grandezza del tuo nome.
Lettera di saluto del Vescovo eletto
- Testo del telegramma inviato al nuovo Vescovo da parte dei Gruppi stabili per l'applicazione del Summorum Pontificum della Diocesi di Reggio:
- Lo stemma episcopale di mons. Camisasca: Una quercia e una stella. Sono gli elementi scelti da mons. Massimo Camisasca per per il proprio stemma episcople. Quanto al motto il vescovo eletto si è ispirato a un versetto del profeta Isaia (Is 32, 17). In una intervista esclusiva al settimanale "La Libertà" (pubblicata sul numero del 20 ottobre) mons. Camisasca spiega con queste parole le scelte fatte:
- "Lo stemma riprende quello della Fraternità san Carlo. Al centro sta un albero. Una quercia. Di essa parlano il salmo primo e il profeta Geremia: benedetto l’uomo che confida nel Signore. Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici. La stella indica Cristo, luce dei popoli. Così come lo ha chiamato il Concilio Vaticano II, riprendendo Isaia. La stella è anche Maria, che noi preghiamo spesso con l’Ave maris stella. Il motto è un’espressione del profeta Isaia – Opus iustitiae pax, frutto della giustizia sarà la pace (Is 32,17) – che ho scelto per molte ragioni. La prima, perché mi sembra riassuntiva di tutto quanto l’Antico e il Nuovo Testamento. La storia di Israele è una ricerca della giustizia, una sete di essa. Sete di quella giustizia che nasce dal rapporto vero con Dio, per l’uomo e per il mondo. Tale giustizia, da cui nasce la pace – cioè la comunione – è solo opera di Dio. A lui dobbiamo chiederla, da lui implorarla. Giustizia e pace sono anche e soprattutto due espressioni con cui il Nuovo Testamento, in particolare san Paolo, chiamano Cristo: Cristo, nostra giustizia (cfr. 1Cor 1,30; Fil 1,11; cfr. Rm 3, 21-26), Cristo, nostra pace (cfr. Ef 2,14). Giustizia e pace sono anche le attese più profonde del nostro tempo, le esperienze attraverso cui il mondo interpella Dio e Dio risponde agli uomini.